Cadore: differenze tra le versioni

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*Lago di Cengia ([[Auronzo di Cadore]])
*Lago di Popera ([[Comelico Superiore]])
*Laghetti di Ceoliè ([[Vodo di Cadore]])
 
==Storia==
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Il ritrovamento dell'Uomo di [[Mondeval]] (sepoltura mesolitica risalente a {{formatnum:8000}} anni fa) nell'omonima località tra Selva e San Vito di Cadore, ne testimonia la presenza umana nel periodo preistorico. Alcuni studiosi ritengono però che la più antica popolazione stanziatasi fosse composta da tribù [[protocelti]]che, genti di origini [[popoli indoeuropei|indoeuropee]] diffuse nell'Europa centro-occidentale e caratterizzate dalla comune [[cultura di Hallstatt]]. Le ipotesi sono però controverse e negli ultimi anni sta diventando sempre più consistente quella secondo la quale i primi abitanti stabili fossero i [[Reti]], ipotesi già sostenuta da [[Giuseppe Ciani]] e [[Antonio Ronzon]] (recentemente è stata rinvenuta anche una chiave di tipo alpino-retico a [[Cima Gogna]]).<ref>{{cita testo|url=http://www.archeoauronzo.com|titolo=Page 1<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>
 
Certamente si insediarono gli [[Euganei]] e successivamente i [[Veneti|Paleoveneti]] (VI-V secolo a.C.), che vi portarono la civiltà del piombo e del ferro, la presenza dei quali è testimoniata dalla [[Stipe votiva (archeologia)|stipe votiva]] messa in luce a [[Lagole]]<ref>L'espansione paleoveneta fra le Dolomiti e le Alpi Carniche, fino alla val di [[Gailtal|Zeglia]] e al monte Pore in Val Fiorentina (dove è stata ritrovata una stele con iscrizioni in lingua venetica, non lontano dalle probabilmente già note allora [[miniere del Fursil]]), coincide sostanzialmente con l'estensione del Cadore storico. Secondo [[Vito PallabazerPallabazzer]] la toponomastica antica di [[Colle Santa Lucia]] è di origine cadorina, a testimoniare la sua probabile fondazione.</ref>. In seguito arrivarono i [[Tribù celtiche|Catubrini]], facies propria di stirpe celtica con numerosi contatti oltralpe e molte similitudini con i [[Carni]] del Friuli (probabilmente i Cadorini erano un [[ver sacrum]] dei Carni). Il Cadore fu dunque un'area molto dinamica, che rivestì il ruolo di confine aperto e dove si fusero culture diverse.
 
Sembra che già dal 184 a.C. (per alcuni in epoca successiva, nel 115 a.C.) il Cadore fosse sottomesso ai [[Roma antica|Romani]] che, in seguito, lo aggregarono alla [[Regio X Venetia et Histria]] con capitale [[Aquileia]], [[Municipio (storia romana)|municipium]] [[Zuglio|Julium Carnicum]], con la concessione della cittadinanza ([[gens Claudia]]) attorno al 15 a.C. Di questo periodo restano numerose testimonianze costituite da lapidi, cippi, monete e medaglie. Il ritrovamento più importante è però quello relativo ad alcune strutture pertinenti ad un'abitazione romana, databile alla seconda metà del II d.C. e scoperta a Pieve nel 1952, durante la costruzione del nuovo Municipio. Forse era l'abitazione di un personaggio importante, ma non è da escludere che si trattasse d'un piccolo bagno pubblico, ad uso degli abitanti ma anche della gente di passaggio. Dell'edificio sono stati scavati tre ambienti, tutti con pavimentazione a mosaico e provvisti di riscaldamento a [[ipocausto]], con pilastrini ed archetti in pietrame ancora ben visibili. In uno degli ambienti fu rinvenuto il pavimento musivo più complesso, in tessere bianche e nere con rare inserzioni di tessere rosse, decorato da [[Pelta|pelte]], un delfino ed un [[kantharos]], campiti da cornici geometriche in tessere nere. Tale pavimento è ora esposto nel Palazzo della [[Magnifica Comunità di Cadore]], sede del [[MARC - Museo Archeologico Cadorino|Museo Archeologico Cadorino]]. Resti di ville romane sono state ritrovate anche a Valle, in località Steàn.
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===Prima guerra mondiale===
[[File:Sorgenti del Piave.jpg|left|thumb|Le sorgenti del Piave, in comune di [[Sappada]].]]
Il Cadore fu al centro dei combattimenti nel corso della [[prima guerra mondiale]], in quella che è stata definita la [[Guerra Bianca]]. Si combatté sulle [[Tofane]] e sul [[monte Piana]] una guerra di posizione. La [[fanteria]], supportata da alcuni battaglioni di [[alpini]] e [[bersaglieri]], si schierò su tutta la linea del fronte dolomitico, dal [[monte Cristallo]], alle [[Tre Cime di Lavaredo]] e a Region [[Gruppo del Popera|Popera]]. Vennero costruite numerosi forti sulla linea di fronte, poi rapidamente abbandonati in seguito alla ritirata del [[1917]], a seguito della [[Battaglia di Caporetto|disfatta di Caporetto]], per poi essere rioccupati solo durante le ultime fasi di guerra, ad ottobre 1918<ref>{{Cita libro|nome=Luca|cognome=Girotto|titolo=1866-1918: soldati e fortezze tra Asiago ed il Grappa: storia ed immagini dello sbarramento Brenta-Cismon dal Risorgimento alla prima guerra mondiale|edizione=1. ed|data=2002|editore=G. Rossato|ISBN=978-88-8130-080-8}}</ref>.
 
{{vedi anche|Battaglia di Monte Piana}}