Grosseto: differenze tra le versioni
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Nella parte nord-orientale del territorio comunale, presso la moderna frazione di [[Roselle (Grosseto)|Roselle]] che è sorta nei pressi dell'[[Roselle (sito archeologico)|antica città]] [[Civiltà etrusca|etrusco]]-[[Civiltà romana|romana]], si trova una [[Terme di Roselle|sorgente termale]] di acqua sulfurea, della stessa natura e origine che contraddistingue le più rinomate [[terme di Saturnia]] e le altre terme sparse tra il [[monte Amiata]], l'[[area del tufo]] e le [[colline dell'Albegna e del Fiora]]. Nella parte orientale e meridionale del territorio comunale scorre il fiume [[Ombrone]], che con il suo corso prima costeggia la frazione di [[Istia d'Ombrone]] e poi lambisce alcuni quartieri della città ([[San Martino (Grosseto)|San Martino]], Alberino, Crespi), per poi proseguire verso la foce situata all'interno del [[parco regionale della Maremma]], denominata [[Bocca d'Ombrone]]. La parte occidentale del territorio comunale è compresa nella [[riserva naturale Diaccia Botrona]], area palustre che si estende dove sorgeva l'antico lago Prile, mentre l'area sud-occidentale rientra nel parco naturale della Maremma, dove si estende l'area palustre della [[Padule della Trappola|Trappola]] e si elevano le prime propaggini dei [[monti dell'Uccellina]] a sud della [[Bocca d'Ombrone|foce dell'Ombrone]].
Nel territorio comunale sono incluse anche le [[Formiche di Grosseto]], nel cuore del [[parco nazionale dell'Arcipelago Toscano]]; gli isolotti e l'intero tratto di mare che bagna il litorale grossetano rientrano anche nell'area marina protetta europea del [[Santuario per i mammiferi marini]].
Il centro cittadino si trova ad un'altezza di circa 10 metri [[s.l.m.]], mentre il restante territorio comunale si estende ad altitudini comprese tra il livello del mare e i 417 metri del poggio Lecci sui monti dell'Uccellina, dove sorgono l'[[abbazia di San Rabano]] e la [[torre dell'Uccellina]]; altro rilievo degno di nota è il [[poggio di Moscona]] (317 metri [[s.l.m.]]) che, con la sua caratteristica [[Tino di Moscona|fortificazione]], domina l'abitato di [[Roselle (Grosseto)|Roselle]] e l'intera città. Comunque, prendendo in esame soltanto l'area urbana e i centri abitati, l'altezza massima si registra a [[Montepescali]] con 222 metri d'altitudine. Il territorio comunale si estende su un'area interamente classificata a sismicità molto bassa. Storicamente, sono stati pochi gli eventi sismici che hanno interessato la città e le sue frazioni, i cui epicentri erano comunque localizzati a distanza. Il [[terremoto]] più "forte" che si sia mai verificato a Grosseto fu quello della notte del 25 agosto 1909, che ebbe come epicentro [[Murlo]]: in quell'occasione i pur modesti effetti furono compresi tra il IV grado della [[scala Mercalli]] che si registrò nelle aree occidentali e meridionali del territorio comunale e il V grado della medesima scala che interessò il centro storico e le aree a nord e a est della città (nell'epicentro la magnitudo fu di 5,40 della [[scala Richter]] con l'VIII grado della Mercalli). Altri eventi che superarono la soglia delle scosse strumentali furono, per effetto decrescente, quello del 14 agosto 1846 con il IV grado della scala Mercalli (epicentro a [[Orciano Pisano]] ove si ebbe una magnitudo di 5,71 della scala Richter ed il IX grado della Mercalli), e quello del 12 febbraio 1905 che raggiunse il III-IV grado della Scala Mercalli (epicentro [[Santa Fiora]] con magnitudo 4,83 della scala Richter e VI grado della Mercalli).<ref>{{cita web|autore=emidius.mi.ingv.it|url=http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/consultazione/terremoto.php?visualizzazione=svg|titolo=Stucchi et al. (2007). DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04. Quaderni di Geofisica, INGV.|accesso=21 aprile 2009}}</ref>
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== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
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{{Demografia/Grosseto}}
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[[File:Alberese, scuola elementare, Grosseto.jpg|thumb|La scuola elementare di Alberese, completata nel 1934]]
Nel 1923, dopo il decreto di esproprio del [[prefetto]] di Grosseto, la [[villa granducale di Alberese|tenuta granducale di Alberese]] (6500 ettari) fu assegnata all’[[Opera Nazionale Combattenti]] (ONC). Nel 1928 iniziarono i lavori di bonifica, in quanto l'area meridionale del comune era ancora soggetta alla [[malaria]] per il gran numero di zone acquitrinose, e nel 1930 furono costruiti i poderi da assegnare alle famiglie provenienti dal [[Veneto]]. A ciascun podere veniva assegnato un nome legato alla [[prima guerra mondiale]] (''es.'' Ortigara, Bainsizza, Buccari, Cadore, Carso, Istria, Dalmazia). Il podere era composto da una [[casa colonica]], una stalla per sedici capi, un pollaio, un annesso rustico con il forno, due recinti per i maiali, una concimaia in muratura, un pozzo con la pompa, un abbeveratoio e un lavatoio. Nel 1930 arrivarono le prime famiglie dal Veneto e l’immigrazione veneta ad [[Alberese]] continuò anche negli anni successivi: in tutto arrivarono oltre cento nuclei familiari, soprattutto dalle province di [[provincia di Padova|Padova]], [[provincia di Vicenza|Vicenza]] e [[provincia di Treviso|Treviso]]. La comunità, che ha contribuito significativamente allo sviluppo della località, ha lasciato in eredità alcuni cognomi come Caoduro, Bottazzo, Casarin, Riello, Maggiotto, Pegoraro, Zorzi, Segato, Marangon, Bettiol, Perin, Zampieri, Cavallin e a livello familiare la [[lingua veneta]], in [[lingua in pericolo|via di estinzione]].<ref>{{cita web|url=https://www.grossetonotizie.com/2023/07/15/cera-una-volta-una-maremma-amara-ecco-il-documentario-sulla-migrazione-veneta-ad-alberese/}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.serenissima.news/veneti-di-maremma-la-migrazione-di-alberese/}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.iltirreno.it/grosseto/cronaca/2018/11/08/news/mario-maggiotto-novant-anni-che-raccontano-i-veneti-in-maremma-1.17442127}}</ref><ref name="books.google.it">{{Cita libro|autore=Paolo Nardini|autore2=Massimo De Benetti|titolo=I veneti di Maremma: storia di una migrazione|url=https://books.google.it/books/about/I_veneti_di_Maremma.html?id=WUhfMwEACAAJ|anno=2004|editore=Comune di Grosseto, Archivio delle tradizioni popolari della Maremma Grossetana}}</ref><ref name="quatrociacoe.it">{{cita web|url=http://www.quatrociacoe.it/202012/202012-09.php|titolo=I veneti a Alberese|autore=Luigi A. Zorzi|anno=2020}}</ref>
==== Comunità giuliano-dalmata ====
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Per via dell'[[esodo giuliano-dalmata]], in [[provincia di Grosseto]] giunsero circa 252 profughi. Qui, dove non era stata allestita nessuna struttura, l‘arrivo dei profughi avvenne nel corso di un periodo abbastanza lungo che andò dal 1943 al 1975, due gli anni che registrarono la maggiore affluenza: il 1946, con 41 arrivi, e il 1955 quando si registrarono 57 arrivi. Molti di loro erano transitati dal Centro Smistamento di [[Udine]] e dai Centri di Raccolta di [[Servigliano]], in [[provincia di Fermo]] e di [[Laterina]], in [[provincia di Arezzo]]. A Grosseto, dove la maggior parte dei profughi di seconda generazione risiede ancora, la comunità era composta da circa 110 individui, a cui andarono ad aggiungersi altri 14 che, inizialmente residenti in altri comuni della provincia, si trasferirono successivamente capoluogo.
A Grosseto vennero costruiti vari alloggi, tra questi il lavoro più significativo riguardò l’edificazione, in quella che oggi è Piazza Albegna, di un palazzo ancora oggi esistente. Il 22 luglio 1952, e quindi a quattro mesi dalla emanazione della Legge n.137/1952, il Sindaco della città [[Renato Pollini]] venne informato dal [[Prefetto]] che il Ministero dell’Interno aveva disposto la costruzione a Grosseto di un gruppo di abitazioni per la sistemazione dei profughi, per un totale di 100 appartamenti di varia ampiezza. Non disponendo il Comune di terreni propri, questi dovevano essere necessariamente acquistati, dunque venne costituito un comitato che dette vita ad una sottoscrizione per raccogliere la somma occorrente per l’acquisto del terreno, chiamato “Comitato cittadino pro-case profughi giuliani”. Venne individuato il terreno per la costruzione del palazzo in una zona allora lontana dal [[centro storico di Grosseto|centro storico]], sul prolungamento di Via della Pace, quella che in seguito avrebbe preso il nome di Piazza Albegna.
I lavori principali per la realizzazone del fabbricato si svolsero dal novembre 1953 al novembre 1954 e la prima consegna degli alloggi avvenne il 24 maggio 1955. Tali alloggi vennero destinati sia ai profughi che provenivano dall’[[Istria]], da [[Fiume (città)|Fiume]] e dalla [[Dalmazia]], ma anche a quelli arrivati dall’[[Albania]] e dalla [[Libia]], tutti comunque assistiti nei Campi di Raccolta, ad eccezione di tre famiglie che arrivarono direttamente dalla zona B del [[territorio libero di Trieste]]. Se quella di Piazza Albegna fu la costruzione che accolse contemporaneamente il numero maggiore di profughi, va ricordato che negli stessi anni vennero costruiti a Grosseto, dall’[[IACP]] e dall’[[INCIS]], altri alloggi di edilizia popolare il cui 15%, in base alla Legge 137/1952, venne riservato ai profughi.<ref>{{cita web|url=https://www.toscananovecento.it/articoli/temi/page/7/?periodo=3&print=print-search}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.regione.toscana.it/documents/10180/348707/ricordo2010grfi.pdf/bfe65ce1-d748-4bc1-824a-53d558b8eff5}}</ref>
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[[Nomadelfia]] (derivante dai due termini [[lingua greca|greci]] ''nomos'' e ''adelphia'', che significa "dove la fraternità è legge"<ref>{{cita web|url=https://www.avvenire.it/papa/pagine/il-papa-a-nomadelfia-com-e-nata-e-cos-e}}</ref>) è una comunità cattolica fondata nel 1948 da [[don Zeno Saltini]] a [[Fossoli]], in [[Emilia-Romagna]]. L'attuale villaggio, costruito alle porte della città nel 1953, ufficialmente rappresenta per la [[Chiesa cattolica]] una parrocchia formata da famiglie e laici non sposati (la prima parrocchia comunitaria in [[Italia]]), mentre per la [[Repubblica Italiana]] un'associazione privata di cittadini. Il villaggio, che non si discosta troppo dalla realtà dei [[kibbutz]],<ref>{{cita web|url=https://www.lordinario.it/luoghi/vi-portiamo-a-nomadelfia-il-sogno-di-una-citta-sopra-la-collina-reportage/}}</ref> ha come obiettivo principale quello di dare un futuro a bambini orfani o abbandonati, creando una comunità di famiglie basata sull'accoglienza, la fraternità e la condivisione dei beni, in un'applicazione pratica del [[Vangelo]] e degli [[Atti degli Apostoli]].<ref>{{cita web|url=https://www.vice.com/it/article/nomadelfia-comune/}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.famigliacristiana.it/articolo/nomadelfia-lutopia-di-don-zeno-e-ancora-segno-di-contraddizione.aspx}}</ref> Le famiglie risiedono in prefabbricati e presenta tutti i servizi necessari, tra cui scuole, punti di aggregazione e mense.<ref>{{cita web|url=https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2018-05/papa-francesco-nomadelfia-incontro-comunita.html}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.nomadelfia.it/}}</ref>
A Grosseto sono presenti anche un cospicuo numero di fedeli evangelici e di chiese evangeliche (battiste e pentecostali). In via Piave è situato il luogo di culto della [[Unione cristiana evangelica battista d'Italia|Chiesa evangelica battista]],<ref>{{cita libro|cognome=Pozzi|nome=Walter|titolo=Guida toponomastica di Grosseto|editore=Il mio amico|città=Roccastrada|anno=1991|
=== Lingue e dialetti ===
A Grosseto è parlata una variante dei [[dialetti toscani]], comunemente definita ''maremmano'' e diffusa in buona parte della provincia, escludendo alcune [[isole linguistiche]].<ref>{{cita libro|Barberini M. 1994 Vocabolario maremmano, Pisa, Nistri-Lischi}}</ref> La città è inserita all'interno di un contesto linguistico complesso; la difficoltà nel reperire informazioni specifiche sul dialetto cittadino è dovuta al recente e rapido incremento demografico, dovuto a diversi [[flussi migratori]] provenienti non solo dall'entroterra, ma anche da altre province della [[Toscana]] e da varie [[regioni italiane]], cosa che ha favorito un clima [[multiculturale]] in termini di [[linguistica]]: questa condizione non rende possibile l'esistenza di uno specifico [[vernacolo]] urbano grossetano che si differenzi spiccatamente dal resto dei dialetti toscani, tutto ciò aggravato dal recente processo di koineizzazione.<ref>{{cita web|url=https://www.euralex.org/elx_proceedings/Euralex2006/088_2006_V2_Monica%20MARZINI_Lessicografia%20in%20aree%20complesse_il%20caso%20di%20Grosseto.pdf|titolo=Lessicografia in aree complesse: il caso di Grosseto}}</ref>
Da menzionare è la frazione di [[Alberese]], dove accanto alla [[lingua italiana]] e al maremmano, è parlato anche il [[Lingua veneta|veneto]], trasmesso dai coloni giunti nel [[XX secolo]], ma sufficientemente influenzato dal precedente da essere considerato in [[lingua in pericolo|via di estinzione]].<ref
=== Tradizioni e folclore ===
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* ''Cava Festival'', evento musicale al Parco di Pietra di [[Roselle (Grosseto)|Roselle]]<ref>{{Cita web|url=https://www.fondazionegrossetocultura.it/index.php/concerti-alla-cava/}}</ref>
* [[Festambiente]], manifestazione nazionale nata nel 1989 e ospitata nel mese di agosto presso il centro nazionale per lo sviluppo sostenibile di [[Legambiente]] "Il Girasole", nella frazione di [[Rispescia]]: durante la manifestazione vengono proposti incontri, dibattiti, concerti e spettacoli volti alla sensibilizzazione del pubblico su temi come la sana alimentazione, la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale italiani e la tutela delle tradizioni e culture locali<ref>{{cita web|url=https://www.festambiente.it/}}</ref>
* [[Fiera del Madonnino]], inaugurata nel 1979 presso l'omonima località, all'interno del Centro Fiere di Grosseto. Si tratta del più grande [[fiera|evento fieristico]] all'aperto in [[Italia]] e si estende su una superficie di circa {{M|250000}} m². La fiera, che include anche le manifestazioni ''Game Fair Italia'' e ''Toscoleum'', è interamente basata sul [[settore primario]] ([[agricoltura]], [[allevamento]], [[caccia]], [[pesca (attività)|pesca]] e [[trattore agricolo|macchinari agricoli]]) e registra ogni anno oltre {{M|40000}} presenze<ref>{{cita web|url=https://www.fieradelmadonnino.it/}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.maremmaoggi.net/la-fiera-del-madonnino-punta-al-record-di-presenze/}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.gazzettadisiena.it/fiera-del-madonnino-tre-giorni-di-eventi-su-agricoltura-e-animali/}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.iltirreno.it/grosseto/cronaca/2015/04/23/news/fiera-del-madonnino-un-successo-senza-tempo-1.11290313}}</ref>
* ''Maremma Archeofilm festival''<ref>{{cita web|url=https://www.bibliotechedimaremma.it/biblioteche/Museo-Archeologico-di-Grosseto/cal/maremma-archeofilm-festival/}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.firenzearcheofilm.it/grosseto/}}</ref>
* ''Margini Fest'', festival musicale ispirato a [[Margini]], film ambientato nelle periferie della città. La prima edizione si è svolta in occasione dell'uscita del film nelle sale, l'8 settembre 2022 presso il parco Schuster di [[Roma]], a cui hanno preso parte i Pegs, insieme ai [[Klaxon]], Gli Ultimi, No More Lies e Iena. Altri Margini Fest si sono poi tenuti a [[Milano]] e [[Genova]], con i Pegs affiancati da vari gruppi musicali della scena hardcore italiana. A Grosseto l'evento si svolge presso il Vallo degli Arceri, sotto le [[Mura di Grosseto|mura medicee]]<ref>{{Cita web|url=https://leoncavallo.org/eventi/concerti/margini-fest-milano|titolo=Margini Fest Milano|sito=Leoncavallo|accesso=12 settembre 2022|dataarchivio=11 settembre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220911220338/https://leoncavallo.org/eventi/concerti/margini-fest-milano|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.radiocittaperta.it/podcast/margini-e-roma-hc-fest-punk-on-the-rocks-5-9-22/|titolo=Margini e Roma HC Fest - Punk on the Rocks|data=5 settembre 2022|sito=Radio Città Aperta|accesso=11 settembre 2022}}</ref>
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Le aree attrezzate per i bambini sono invece trentasette, sparse in tutti i quartieri della città e nelle frazioni. Fra queste spicca il parco giochi "Renato Pollini", situato in viale Leonardo Ximenes lungo il perimetro esterno delle mura di [[Porta Corsica]], progettato e realizzato durante l'amministrazione diretta dal sindaco [[Renato Pollini]] alla fine degli anni 1950 e a lui intitolato il 2 ottobre 2010.<ref>{{cita news|url=http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2010/10/03/news/finalmente-riaperto-il-parco-giochi-1.2094950?ref=search|titolo=Finalmente riaperto il parco giochi. È stato intitolato alla memoria dell'ex sindaco Renato Pollini|editore=Il Tirreno|data=3 ottobre 2010|accesso=16 maggio 2018}}</ref>
=== Suddivisioni storiche ===
[[File:Iscrizione via Manin Grosseto.jpg|thumb|Via Manin, lastra dei turni di pulizia del terziere]]
Dalla fine del [[XIII secolo]] si iniziò a suddividere il [[centro storico di Grosseto]] in tre [[terzieri]] o ''terzi'':<ref name=atlante3>{{Cita web|url=http://biblio.comune.grosseto.it/atlante/centro_terzosgiorgio.htm|titolo=Terzo di San Giorgio|sito=Atlante Storico Topografico del Comune di Grosseto|accesso=20 aprile 2019|dataarchivio=11 maggio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060511231921/http://biblio.comune.grosseto.it/atlante/centro_terzosgiorgio.htm|urlmorto=sì}}</ref><ref name=prisco117>{{Cita|Prisco 1989|pp. 117–118.}}</ref>
*Terzo di Città, comprendente la parte centrale del centro storico, intorno a [[Piazza del Duomo (Grosseto)|Piazza Duomo]]
*Terzo di San Giorgio, attestato per la prima volta l'11 agosto 1291<ref name=atlante3/>, comprendente la parte meridionale, ovvero [[Porta Vecchia (Grosseto)|Porta Vecchia]], [[piazza del Sale (Grosseto)|Piazza del Sale]] e in passato l'antichissima [[chiesa di San Giorgio (Grosseto)|chiesa di San Giorgio]]
*Terzo di San Pietro, comprendente la parte settentrionale, dove si trovano la [[chiesa di San Pietro (Grosseto)|chiesa di San Pietro]], il [[chiesa di San Francesco (Grosseto)|convento di San Francesco]] e [[Porta Nuova (Grosseto)|Porta Nuova]].
La suddivisione in terzieri è documentata almeno fino al [[XVIII secolo]]: risalgono agli anni intorno al 1590 i provvedimenti sanitari affidati dal granduca [[Ferdinando I de' Medici]] al magistrato dell'[[Ufficio dei fiumi e fossi di Grosseto]], con l'affissione all'ingresso di ogni terziere di una lastra in marmo recante i turni di pulizia delle strade.<ref name=atlante3/> Nei due secoli successivi, fino alla dissoluzione delle suddivisioni circoscrizionali, la ripartizione non era più in terzieri, ma in tre generiche [[contrada (geografia)|contrade]].<ref name=atlante3/><ref name=prisco117/> Con l'espansione della città oltre le [[mura di Grosseto|mura]], le antiche suddivisioni sono cadute in disuso e unite sotto l'unico quartiere oggi chiamato ''Centro Storico''.
=== Suddivisioni amministrative ===
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=== Settore primario ===
Il [[settore primario]] si basa sull'agricoltura che non presenta caratteri moderni. Le colture maggiormente presenti sono cereali, girasoli, ortaggi, ulivi e viti, con la produzione di alcuni vini come [[Monteregio di Massa Marittima rosso|Monteregio di Massa Marittima]], [[Montecucco rosso|Montecucco]], Sangiovese di Maremma e [[Morellino di Scansano]].
Nelle estese praterie attorno alla città si alleva la [[vacca maremmana]], [[bovino]] di razza autoctona dal quale si produce la Carne Maremmana. I bovini sono allevati allo stato brado dalla figura storica del [[buttero]], tradizionale mandriano tipico della [[Maremma grossetana]] e del [[Lazio]].
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