Espansione islamica: differenze tra le versioni

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inserito e sottolineato l'affacciarsi di una nuova entità, in termini di filosofia unificante, e trasformante delle dinamiche precedenti della popolazione araba, cioè l'islam, che muoveva e guidava l'espansione dei suoi seguaci verso i vicini territori cristiani (anzichè mantenere gli arabi impegnati in scorribande tra loro, come spiegato in altre righe vicine)
 
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[[ImageImmagine:Age-Map of-caliphs expansion of Caliphate.pngsvg|350px|thumbupright=1.6|rightminiatura|Espansione dall'Islam tra il [[VII secolo|VII]] e l'[[VIII secolo]] dopo Cristo: {{legenda|#a1584e|Espansioneespansione sotto il Profetaprofeta [[MuhammadMaometto]], 622-632}} {{legenda|#ef9070|Espansioneespansione durante il [[califfato elettivo]], 632-661}} {{legenda|#fad07d|Espansioneespansione durante il califfato [[omayyade]], 661-750}}]]
L{{'}}'''espansione islamica''' è il periodofenomeno storicoverificatosi durantea ilpartire qualedal i[[VII secolo]] ad opera dei seguaci dell'"[[Islam]] delle origini", [[arabi|inizialmente arabi]], poi anche i da loro invasi e sottomessi [[persiani]], [[popoli turchi|turchi]], [[berberi]], [[india]]ni o [[Islam in Africa|africani]] che riuscirono a conquistare un vastissimo impero, chein cui raggiunseimporre la sualoro massimanuova religione, con un'espansione nelproseguita fino al [[751XVIII secolo]] primagrazie dellaall'[[Impero rottura internaottomano]] e la frammentazione in dueall'Impero [[califfato|califfatiMoghul]]. Sebbene l'unificazione delle [[tribù]] [[beduine]] fosse iniziòiniziata con lo stesso profeta [[MuhammadMaometto]], egli non era interessato alla creazione di un vero e proprio Stato, per cui l'espansione vera e propiapropria viene in genere datata a partire dalla sua morte nel [[632]] fino, tradizionalmente,nei allatre continenti dell'[[battaglia di PoitersAsia]], a ovest (dell'[[732Islam in Africa|Africa]]) e fino alla dell'[[battagliaIslam diin TalasEuropa|Europa]] a est ([[751]]).
 
== Premesse ==
{{WIP|sailko}}
Le popolazioni [[beduini|beduine]] che prima della nascita di Maometto abitavano la [[penisola arabica]] erano considerate innocue dai due grandi imperi interessati alla zona: quello [[Impero bizantino|bizantino]] e quello [[impero persiano|persiano]] [[sasanide]]. Il primo, nel [[III secolo]], aveva favorito la nascita del regno arabo dei cristiani [[Ghassanidi]], tra Petra e Palmira; il secondo appoggiava invece quello dei [[Lakhmidi]] (arabi cristiani), con centro ad [[al-Hira]].
==Premesse==
La penisola arabica e le popolazioni [[beduini|beduine]] che la abitavano erano considerate una minaccia innocua dai due grandi imperi interessati alla zona: quello [[Impero bizantino|bizantino]] e quello [[impero persiano|persiano]] [[sassanide]]. i primi nel III secolo avevano favorito la nascita del regno rabo dei [[Ghassanidi]], tra Petra e Palmira, mentre il secondo appoggiava quello dei [[Lakhmidi]] con centro a [[Mira]]. L'[[Impero di Axum]] infine, alleato di Bisanzio e centro di cultura cristiana-[[monofisita]], aveva conquistato lo Yemen, ripreso poi a fine del VI secolo dai Persiani: la [[guerra etiopico-persiana]] rovinò gravemente la florida economia yemenita, ditruggendo il vitale sistema di dighe a canali che garantiva la fgertilità straordinaria della regione. La riduzione delle aree coltivabili e dele oasi di ristoro sconvolse i traffici dei beduini, privati ormai delle derrate fresche e dei luoghi di ristoro yemeniti, e costrinse un'ampia fetta di popolazione a migrare verso nord, aumentando la popolazione e l'importanza di città quali [[La Mecca]] e [[Yatrib]].
 
L'[[Impero di Axum]] infine, alleato di [[Bisanzio]] e centro di cultura cristiana-[[monofisita]], aveva conquistato lo [[Yemen]], ripreso poi alla fine del [[VI secolo]] dai Persiani.
All'inizio del [[VII secolo]], [[Maometto]] riuscì a fare degli Arabi una nazione, fondando uno Stato teocratico. Alla morte del Profeta, nel [[632]] bizantini e persiani erano stremati da un durissimo conflitto, che si protraeva ormai da un secolo, che con alterne vicende aveva visto la vittoria dei primi: nel [[614]] i persiani avevano conquistato e raso al suolo [[Gerusalemme]], trafugando anche le reliquie della [[santa Croce]], e nel [[626]] erano arrivati alle mura di [[Costantinopoli]], ma nel [[628]] [[Eraclio I]] aveva incalzato una furente riscossa, che aveva portato alla vittoria nel [[628]] con l'occupazione della capitale nemica [[Ctesifonte]]. In seguito a questa sconfitta i persiani erano entrati in una grande crisi politica e dinastica, ma anche i bizantini erano esausti dallo sforzo militare ingente.
 
La [[guerra etiopico-persiana]] rovinò gravemente la florida economia yemenita, distruggendo il vitale sistema di dighe a canali che garantiva la straordinaria fertilità della regione. La riduzione delle aree coltivabili e delle [[oasi]] di ristoro sconvolse i traffici dei beduini, privati ormai delle derrate fresche e dei luoghi di ristoro yemeniti, e costrinse un'ampia fetta di popolazione a migrare verso nord, aumentando la popolazione e l'importanza di città quali [[La Mecca]] e [[Yathrib]].
Questi due colossi temevano la minaccia delle tribù nomadiche, ma la loro cautela era unicamente ricolta a quelle provenienti dalle steppe eurasiatiche, mentre i beduini arabi non erano tenuti in considerazione, essendo da sempre impegnati solo in scorrerie tra di loro. Per questo l'avanzata araba fu tanto potente quanto inaspettata.
 
All'inizio del [[VII secolo]], [[Maometto]] (La Mecca, 570 d.C. circa – Medina, 8 giugno 632 d.C.) riuscì a fare degli Arabi una nazione, fondando uno [[Teocrazia|Stato teocratico]] basato su nuove credenze a lui riferite, e alimentante in seguito nella faida per la sua successione tra seguaci e suoi parenti. Credenze in contrasto e in eresia e aperto attacco alla credenza Cristiana sugli insegnamenti e la divinità di Cristo.
==Il califfato ereditario==
Dopo la morte di Muhammad gli arabi erano stati coesi attraverso la nuova spiritualità comune, ma non era stato creato alcuno Stato. Venne scelto all'interno della sua famiglia un suo successore, che continuasse l'attività di vicario di Dio (il ''Khalifa'', italianizzato in [[califfo]]), [[Abu Bakr]], che non era un "re", ma solo il luogotenente di Dio sulla terra. Da allora si successero altri califfi, sempre scelti in maniera elettiva, fino al [[661]] quando la capitale fu spostata a [[Damasco]] e salì al potere una vera e propria dinastia, la [[Omayyade]].
 
Alla morte del Profeta, nel [[632]], Bizantini e Sasanidi erano stremati da un durissimo conflitto che, protrattosi ormai da un secolo, con alterne vicende aveva visto la vittoria dei primi: nel [[614]] i Persiani avevano conquistata e rasa al suolo [[Gerusalemme]], trafugando anche le reliquie della [[Vera Croce|santa Croce,base della passione e credenza in Crist]]<nowiki/>o; nel [[626]] erano arrivati alle mura di [[Costantinopoli]] ma, nel [[628]], [[Eraclio I]] aveva avviato un'efficace riscossa che aveva portato alla vittoria nel [[628]] e all'occupazione della capitale nemica di [[Ctesifonte]]. In seguito a questa sconfitta i Persiani erano entrati in una gravissima crisi politica e dinastica, ma anche i Bizantini erano esausti a causa dell'ingente sforzo militare ed economico.
Nei ternt'anni del califfato elettivo le conquiste degli arabi furono sorprendentemente rapide e durature. Nel [[637]] veniva conquistata [[Ctesifonte]] e l'impero persiano, che per un millennio era stato una delle più allarmanti preoccupazione per l'[[Impero romano]] e poi quello bizantino, fu cancellato come neve al sole entro il [[645]] circa. All'impero bizantino vennero strappare le ricchissime e popolose regioni della [[Siria]], [[Palestina]] ed [[Egitto]]. Nel [[638]] veniva occupata [[Gerusalemme]], nel [[642]] la metropoli di [[Alessandria d'Egitto]]. Dall'Egitto si proseguì fino alla [[Nubia]], a sud, ed alla [[Tripolitania]], ad ovest.
 
Questi due colossi temevano la minaccia delle tribù nomadi, ma la loro attenzione era unicamente rivolta a quelle provenienti dalle steppe eurasiatiche, mentre i beduini arabi, da sempre esclusivamente impegnati in scorrerie tra di loro, non erano tenuti in considerazione. Per questo l'avanzata degli arabi seguaci di maometto fu tanto potente quanto inaspettata.
Con la conquista del litorale del mediterraneo sud-orientale gli arabi ottennero, oltre due dei più grandi porti ed empori del tempo, Alessandria ed [[Antiochia]], la capacità di creare presto una flotta con ottimi marinai.
 
== Il califfato ortodosso (632-661) ==
Ci si è interrogati su come fosse stata possibile una conquista tanto rapida di aree tanto vaste e popolose e sicuramente si deve considerare la stanchezza delle popolazioni locali verso il duro e rapace dominio bizantino: gli arabi infatti offrivano paradossalmente una maggiore libertà religiosa ai cristiani "eretici" (dominavano in queste zone infatti le eresie [[monofisita]] e [[nestoriana]], duramente avversate da Bisanzio) e richiedevano il pagamento di un tributo che era più leggero della tassazione imperiale.
{{vedi anche|Storia dell'Islam#I primi quattro califfi}}
Dopo la morte di Maometto, gli Arabi avevano trovato coesione attraverso la nuova comune spiritualità, ma non era stato creato alcuno Stato. Venne scelto all'interno dell{{'}}''élite'' dominante un successore, che continuasse l'attività di [[vicario di Dio]] (il ''Khalīfa'', italianizzato in [[califfo]]): [[Abū Bakr]], che non era un re, ma solo il successore politico di Maometto e il luogotenente di Dio sulla terra. Da allora si succedettero altri califfi, senza alcun vincolo stretto di parentela, fino al [[661]], quando col primo califfo [[Omayyadi|omayyade]], [[Mu'awiya ibn Abi Sufyan|Muʿāwiya b. Abī Sufyān]], la capitale fu spostata a [[Damasco]] fino al 750, anno della caduta della dinastia omayyade.
 
Nei trent'anni del califfato elettivo le conquiste dei Musulmani furono sorprendentemente rapide e durature. Nel [[637]] veniva conquistata [[Ctesifonte]], e l'impero persiano (che per un millennio circa era stato uno degli antagonisti più poderosi e pericolosi per l'[[Impero romano]] e poi per quello bizantino) fu cancellato come neve al sole entro il [[645]] circa.
La conversione e il [[proselitismo]] per gli arabi erano infatti ritenuti come necessari per le popolazioni pagane ed idolatre, mentre lo stesso Profeta aveva previsto una differenza tra fede e sottomissione, individuando le cosiddette "genti del Libro", cioé quelle popolazioni monoteiste che possedevano già una parte della Rivelazione tramite l'uso delle [[Sacre Scritture]], che sono sempre ispirate dallo stesso Dio, ma rese incomplete e corrotte per via della manipolazione umana. A queste genti si offriva di esercitare liberamente la propria fede nei territori dell'Islam quali comunità protette (''[[dhimmi]]'') purché accettassero la superiorità dell'Islam, una certa disciplina e il pagamento di tributi.
 
All'Impero bizantino vennero strappate le ricchissime e popolose regioni della [[Siria]], [[Palestina]] ([[633]]-[[640]]) ed [[Egitto]] ([[639]]-[[646]]). Nel [[638]] veniva occupata [[Gerusalemme]], nel [[642]] la metropoli di [[Alessandria d'Egitto]]. Dall'Egitto si proseguì fino alla [[Nubia]], a sud, e alla [[Tripolitania]], ad ovest.
Col tempo i cristiani delle zone già bizantine poterono valutare i vantaggi di convertirsi all'Islam e fare magari carriera nell'amministrazione califfale: già dieci anni dopo la morte di Maometto l'Islam non era più una comunità di soli arabi. La lingua del califfato era comunque soltanto l'[[lingua araba|arabo]], lingua della preghiera e del testo sacro del [[Corano]]. Si creo così gradualmente una comunità arabofona con componenti etniche via via più varie a mano a mano che procedeva l'espansione.
 
Con la conquista del litorale del Mediterraneo sud-orientale, i Musulmani ottennero oltre ad Alessandria e [[Antiochia di Siria|Antiochia]], due dei più grandi porti ed empori del tempo, anche la capacità di creare presto una flotta con ottimi marinai. Nel [[649]] venne attaccata [[Cipro]] e nel [[652]] si registrarono modeste scorrerie in [[Sicilia]]. Nel [[655]] la [[Battaglia di Phoenix|battaglia navale]] lungo le coste della [[Licia (regione storica)|Licia]] ruppe la tradizionale supremazia bizantina in mare, con una disastrosa sconfitta delle 500 navi capitanate dallo stesso ''[[basileus]]'' [[Costante II]].
Una prima crisi dell'Islam si ebbe tra il [[656]] e il [[661]] quando [[Alì]], cugino e genero di Muhammad, insorse contro il califfo [[Othman]], fondatore della dinastia [[umayyade]]. Entrambi vennero poco tempo dopo assassinati e dai loro seguaci si instaurò la frattuta tra [[sunniti]] (che riconoscono la ''[[Sunna]]'', gli scritti con detti e fatti del Profeta) e gli [[sciiti]] (che non riconoscono la ''Sunna'' né l'autorità califfale ma solo Alì quale legittimo successore di Maometto).
 
Ci si è interrogati su come sia stata possibile una conquista tanto rapida di aree così vaste e popolose. Sicuramente si deve considerare la stanchezza delle popolazioni locali verso il duro e rapace dominio bizantino: gli arabi del califfato musulmano, infatti, offrivano paradossalmente una apparente maggiore libertà religiosa ai cristiani "eretici" (dominavano in queste zone infatti le eresie [[monofisita]] e [[nestoriana]], duramente avversate da Bisanzio) richiedendo il pagamento di un tributo che era più leggero della tassazione imperiale, anche se alla lunga il dover pagare il tributo ha favorito in molti luoghi il passaggio alla religione islamica per risparmiare la tassa.
==La dinastia omayyade (661-750)==
{{vedi anche|Omayyadi}}
Furono i sunniti ad avere la meglio, ed essi fondarono un califfato ereditario spostando la capitale a [[Damasco]] nel [[661]]. Nella nuova capitale si abbandonarono molti dei costumi dei tempi nomadici, creando una corte che aveva come modello quella di Costantinopoli. Nacque un'[[arte islamica|arte]] ed una [[letteratura islamica]] vicina all'eclettismo bizantino, che portò a chiudere un occhio su alcuni questioni legate alla fede (come il fino ad allora scrupoloso divieto di raffiguarre esseri animati).
 
La [[conversione religiosa|conversione]] e il [[proselitismo]], per gli arabi, erano infatti, secondo il precetto coranico dello jihad<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/guerra-santa_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/|titolo=Guerra santa - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2025-03-19}}</ref>, ritenuti come necessari per le popolazioni pagane e idolatre, mentre lo stesso Profeta aveva previsto una differenziazione tra fede e sottomissione, individuando le cosiddette "genti del Libro", cioè quelle popolazioni monoteiste che possedevano già una parte della Rivelazione tramite l'uso delle [[Sacre Scritture]], sempre ispirate dallo stesso Dio, ma secondo lui rese incomplete e corrotte per via della manipolazione umana. A queste genti si offriva di esercitare liberamente la propria fede nei territori dell'Islam, quali comunità protette (''[[dhimmi]]''), purché accettassero la superiorità dell'Islam, una certa disciplina e il pagamento di tributi.
Durante l'epoca omayyade si continuarono le conquiste.
 
Col tempo alcuni cristiani delle zone già bizantine poterono valutare i vantaggi, innanzi tutto di risparmio economico, della conversione all'Islam e della possibilità di fare carriera nell'amministrazione califfale: i convertiti ottenevano i pieni diritti civili ed erano tenuti solo al versamento dell'elemosina legale (''[[zakat|zakāt]]'').
 
Attraverso queste pratiche di conversione forzata prescritte dalla jihad, già dieci anni dopo la morte di Maometto l'Islam non era più una comunità di soli arabi. La lingua del califfato era rimasta comunque soltanto l'[[lingua araba|arabo]], lingua della preghiera e del testo sacro del [[Corano]]. Si creò così gradualmente una comunità arabofona con alcune componenti etniche via via più varie, soprattutto per via del fatto che gli arabi prendevano in moglie fanciulle del posto, man mano che procedeva la conquista di nuovi territori.
 
Una prima crisi dell'Islam si ebbe tra il [[656]] e il [[661]] quando [[ʿAlī ibn Abī Ṭālib|Alì]], cugino e genero di Maometto, insorse contro il califfo [[Othman ibn Affan|'Uthman b. 'Affan]], fondatore della dinastia [[Omayyadi|omayyade]]. Entrambi vennero poco tempo dopo assassinati e dai loro seguaci si instaurò la storica frattura tra [[sunniti]] (che riconoscono la ''[[Sunna]]'', gli scritti con detti e fatti del Profeta) e gli [[sciiti]] (che riconoscono solo Alì quale legittimo successore di Maometto). Tra gli sciiti si ebbe un ulteriore scisma con la formazione del gruppo dei [[kharigiti]], che sostenevano il principio radicale secondo il quale qualsiasi fedele può ricoprire la carica di califfo, quindi carica elettiva come all'inizio subito dopo la morte di Maometto, e non solo come pratica di successione dinastica come iniziato dagli Omayanidi.
 
== La dinastia omayyade (661-750) ==
{{vedi anche|Omayyadi}}
[[File:Syria, Damascus, The Umayyad Mosque.jpg|thumb|La [[Moschea Omayyade]] di [[Damasco]], capolavoro dell'[[architettura omayyade]]]]
Furono comunque i sunniti eredi degli omayyaidi ad avere la meglio, ed essi fondarono così un califfato ereditario spostando nel [[661]] la capitale da [[Medina]] a [[Damasco]]. Nella nuova capitale si abbandonarono molti dei costumi dei tempi nomadici, creando una corte che aveva come modello quella di Costantinopoli (la capitale "nuova Roma" dell'impero romano d'oriente). Nacquero così un'[[arte islamica|arte]] e una [[letteratura islamica]] vicine all'eclettismo bizantino cristiano, che portò a chiudere un occhio su alcuni questioni legate alla fede (come il fino ad allora scrupoloso divieto di raffigurare esseri animati).
 
Durante l'epoca omayyade continuarono le conquiste: in Oriente si arrivò fino all'[[Indo Kush]] e al [[lago di Aral]] con la conquista di [[Kabul]] e [[Samarcanda]]; in Occidente venne conquistata tutta l'Africa del Nord (il [[Maghreb]], dal [[647]] al [[663]]) fino alla [[Penisola iberica]]. Dal [[665]] gli arabi potevano contare sulla base navale di [[Jalula]], strappata ai Bizantini, e nel [[670]] fu fondata la città di [[Qayrawan]]. Dal [[700]] [[Tunisi]] divenne un importante porto, grazie anche al trasferimento di un centinaio di famiglie egiziane esperte nella navigazione e nella costruzione navale. Entro il [[705]], il "lontano Occidente" (''Maghreb al-Aqṣā'') dell'attuale [[Marocco]] era in mano agli Arabi e si iniziava il lento e faticoso processo di islamizzazione forzata delle popolazioni [[berbere]], in buona parte estranee alla civilizzazione romana e cristianizzate solo di recente.
Al [[717]] risale l'assedio di [[Costantinopoli]], nel corso del quale fu però distrutta la flotta araba, impedendo temporaneamente l'espansione verso la penisola [[Balcani|balcanica]].
 
{{vedi anche|al-Andalus}}
Nel [[711]], gli Arabi conquistarono la [[Penisola iberica]], ponendo fine al regno [[Visigoti|visigoto]], e passarono i [[Pirenei]], ma nel [[732]] furono fermati nella [[battaglia di Poitiers]] dai [[Franchi]] di [[Carlo Martello]]. Nel Mediterraneo gli Arabi (detti talora [[Saraceni]]) conquistarono la Sicilia, toccarono la [[Sardegna]] e la [[Corsica]], oltre che un tratto della costa provenzale e parte della [[Calabria]], della [[Puglia]] e della [[Campania]].
Nel [[711]], con una numerosa flotta comandata dal berbero [[Tariq Ibn Ziyàd]], i musulmani misero piede in Spagna, nella già razziata baia di [[Algeciras]]. Con circa 10 000 uomini sconfissero le truppe visigote di [[Roderico]] tra Algeciras e [[Cadice]], dirigendosi speditamente su [[Siviglia]], [[Cordova]] e, nel [[713]], [[Toledo]]. Nel [[714]] venne occupata l'[[Aragona]] ed entro il [[720]] la [[Catalogna]] e la [[Settimania]]. Anche in questo caso la repentinità della [[conquista islamica della penisola iberica|conquista]] viene spiegata con la complicità della popolazione, in particolare degli ebrei, degli [[arianesimo|ariani]] (i re Visigoti si erano da tempo convertiti al cristianesimo "romano") e delle fazioni nemiche a Roderico.
[[File:Arabische Eroberung 2.jpg|miniatura|Il califfato nel 945. Mappa tratta dall'Atlante storico di Gustav Droysen, 1886]]
Nel [[717]], sul fronte orientale, i musulmani avevano posto l'[[Assedio di Costantinopoli (717)|assedio a Costantinopoli]], con a capo dei due schieramenti [[Maslama ibn Abd al-Malik|Maslama]], fratello del califfo [['Abd al-Malik ibn Marwan|ʿAbd al-Malik]] e il ''basileus'' [[Leone III Isaurico|Leone III]], il quale riuscì a fatica a respingere l'assalto grazie all'uso del "[[fuoco greco]]" (vasi di terracotta o vetro pieni di [[nafta]] e quindi infiammabili), che distrusse la flotta araba, impedendo temporaneamente l'espansione verso la [[Penisola balcanica]].
 
Nel [[718]] venne occupata [[Narbona]], nel [[721]] i musulmani arrivarono a [[Tolosa]] e nel [[725]] conquistarono [[Nîmes]] e [[Carcassona]]. [[Autun]] fu incendiata il [[725]] o il [[731]], mentre ormai tutta la [[Provenza]], insieme al bacino del [[Rodano]], era teatro delle loro scorrerie.
La diffusione del dominio arabo-musulmano non fu solo dovuta ai successi militari ma fu favorita dal fatto che molte popolazioni, soggette ai [[Bizantini]] o ai [[Persiani]] [[sasanidi]], preferirono sottomettersi agli Arabi, piuttosto che pagare le fortissime tasse richieste dai persiani. Secondo la legge coranica, inoltre, i convertiti ottenevano i pieni diritti civili ed erano tenuti solo al versamento dell'elemosina legale (''[[zakat|zakāt]]''), mentre coloro che, come gli [[Ebrei]], preferivano restare fedeli alla propria religione erano tenuti a pagare tasse non esorbitanti mantenendo libertà assoluta di culto e, con qualche limitazione, di commercio, seguitando autonomamente a gestire il proprio statuto personale (matrimonio, divorzio, eredità).
 
[[Papa Gregorio II]] seguiva con trepidazione gli sviluppi temendo per i [[Franchi]], "figli primogeniti della Chiesa di Roma" fin dal battesimo di re [[Clodoveo I|Clodoveo]]. Incoraggiò il [[duca d'Aquitania]] [[Oddone I d'Aquitania|Oddone]] a resistere a Tolosa e inviò agli assediati alcuni tessuti che avevano coperto l'altare di [[basilica di San Pietro|San Pietro]], che vennero ridotti in brandelli e inghiottiti dai guerrieri cristiani come [[rito]] parasacramentale.
Un importante tramite fra mondo islamico e cristiano latino furono gli ebrei. Se non si è ancora ben certi di chi fossero in realtà i [[Radaniti]] che operarono fra [[al-Andalus]] e le regioni franche al di là dei [[Pirenei]], siamo però ben documentati circa l'azione intermediatrice svolta da un po' tutti gli ebrei spagnoli che, sfruttando la benevolenza dei governi islamici, si avvalsero della loro possibilità di aggirare la norma coranica che vieta il cosiddetto “commercio di denaro” ai musulmani e, in definitiva di lucrare sulle plusvalenze.
 
Nella [[Penisola iberica]] vi furono focolai di resistenza cristiana, in particolare nelle asperità dei [[Pirenei]] e dei [[Monti Cantabrici]], nei quali il goto [[Pelagio delle Asturie|Pelagio]] organizzò nel [[720]] il [[principato delle Asturie]], che circa venti anni dopo si trasformò in [[Regno delle Asturie|regno]], con capitale [[Oviedo]] (fondata nel [[760]]).
In al-Andalus gli Ebrei Sefarditi costituirono una fondamentale classe mercantile che godeva in qualche misura del vantaggio di un analogo statuto giuridico concesso loro dal mondo cristiano che conosceva un identico divieto di conseguire interessi economici su un capitale, importando ed esportando le preziose merci prodotte nell'area islamica e trafficando sui beni che riusciva a produrre il mondo cristiano latino (un esempio è rappresentato dal panno di lana), oltre a tutte le materie prime (specialmente ferro e legname) che difettavano in al-Andalus.
 
Secondo una tradizione molto radicata, i musulmani furono fermati dalla [[Battaglia di Poitiers (732)|battaglia di Poitiers]] del [[732]] (o [[733]]) dal carolingio [[Carlo Martello]]. In realtà tale avvenimento ebbe una risonanza mitica, legata al [[Ciclo carolingio]], che probabilmente oltrepassò la realtà del dato storico, moltiplicandone la reale importanza. Negli anni successivi infatti le razzie non terminarono ma si assisté piuttosto a un graduale esaurirsi della spinta araba, forse la naturale conclusione del processo di espansione. Nel [[734]], per il tradimento del [[sovrani di Provenza|duca di Provenza]] [[Mauronto di Provenza|Mauronto]], veniva presa [[Avignone]] e contemporaneamente veniva saccheggiata [[Arles]]. Nel [[737]] gli Arabi arrivarono a saccheggiare la [[Borgogna]], dove prelevarono un'enorme quantità di schiavi da portare in Spagna. Carlo Martello era impegnato nelle continue campagne nel sud della Francia, ma i continui doppi giochi di alleanze trasversali e tradimenti rende impossibile una netta divisione tra i due schieramenti, tanto che ad alcuni Franchi le scorrerie musulmane fecero perfino comodo, all'interno di una lotta per il potere molto complessa.
L'apporto ebraico non fu tuttavia solo di tipo economico-finanziario bensì, in misura tutt'altro che trascurabile, anche scientifico e artistico. Grazie ai divieti islamici che impedivano agli ebrei determinate professioni (soldato, giudice e proprietario terriero), gli israeliti furono indirettamente costretti ad occuparsi oltre che di commercio anche di tutte le cosiddette professioni “liberali” (nel senso di libere), tra cui quelle del medico, del farmacista, dello studioso e del traduttore, trovando benevola e conveniente accoglienza nella società islamica andalusa, giungendo ad occupare non di rado importanti funzioni burocratico-amministrative (anche ai massimi livelli [[vizir|vizirali]]) nella macchina governativa islamica.
 
Nel [[751]], sul fronte orientale, la [[battaglia di Talas]] segnava la spartizione dell'[[area altaica]] tra musulmani e [[Impero cinese]] della [[dinastia Tang]].
L'elemento [[Arabi|arabo]]-[[Berberi|berbero]] (ma non dimentichiamo anche la presenza [[Persia|persiana]]) portò all'Occidente cristiano nuove conoscenze tecnologico-scientifiche, specie nell'agricoltura, con l'introduzione di non poche piante del tutto sconosciute ([[canna da zucchero]], [[carciofo]], [[Oryza sativa|riso]], [[spinaci]], [[banane]], [[zibibbo]], [[cedri]], [[limone]], [[arancia]] dolce o [[Cotone (botanica)|cotone]], come pure spezie di vario tipo, quali la [[cannella]], i [[chiodi di garofano]], la [[noce moscata]] - ossia di [[Masqat]] - il [[cardamomo]], lo [[zenzero]] e lo [[Crocus sativus|zafferano]]) ovvero reintroducendo colture abbandonate dalla fine del cosiddetto periodo classico "antico" (innanzi tutto l'[[ulivo]] o l'[[albicocco]]). Furono introdotte le tecniche costruttive dei mulini ad acqua e a vento, la [[carta]] (di provenienza [[Cina|cinese]]), e tecniche bancarie quali l'assegno e la [[lettera di cambio]], senza dimenticare il formidabile apporto nella scienza della [[matematica]], quali l'[[algebra]] o la [[trigonometria]], il sistema decimale (elaborato in ambito [[India|indiano]] o il concetto di [[zero]].
 
Nel Mediterraneo, gli Arabi (detti talora [[Saraceni]]) [[Storia della Sicilia islamica|conquistarono la Sicilia]] nell'827, toccarono la [[Sardegna]] e la [[Corsica]], oltre a un tratto della costa provenzale e parte della [[Calabria]], della [[Puglia]] e della [[Campania]].
I musulmani svilupparono grandemente la [[medicina]], l'[[alchimia]] (genitrice della moderna [[chimica]]) e l'[[astrologia]], con gli annessi studi [[astronomia|astronomici]] (da ricordare l'introduzione dell'[[astrolabio]]). Anche nella filosofia il loro apporto contributivo per l'Europa continentale fu formidabile massiccio e, grazie alle traduzioni da essi approntate o da essi commissionate, si tornò a conoscere non pochi testi di filosofia e di pensiero scientifico prodotto in età ellenistica. Grazie a tali traduzioni l'Europa occidentale e centrale (che aveva quasi del tutto cancellato il ricordo del retaggio culturale espresso nell'antichità classica in lingua greca) tornò in possesso di opere da tempo trascurate e a rischio di totale oblio.
 
== La componente ebraica ==
I musulmani sotto dominazione [[Abbasidi|abbaside]], [[Fatimidi|fatimide]] e [[al-Andalus|andalusi]] crearono biblioteche e strutture d'insegnamento pubbliche che - come nel caso di [[Cordova]] - costituirono di fatto le prime università del Vecchio Continente, alimentate dal sapere della cultura persiana antica, da quella indiana e da quella greca ed ebraica. In Occidente la fama di medici quali [[Avicenna]] e [[Razi|Razī]] divenne duratura, tanto che i loro lavori divennero libri di testo fino al XVIII secolo, mentre di notorietà non minore fruirono gli studi di filosofi quali [[Averroè]] (che di [[Aristotele]] "il gran Comento feo", diceva [[Dante Alighieri]]) e [[Geber]], considerato per secoli anche in ambito cristiano il più grande alchimista.
Un importante tramite fra mondo islamico e cristiano latino furono gli [[ebrei]]. Se non si è ancora ben certi di chi fossero in realtà i [[Radaniti]] che operarono fra [[al-Andalus]] e le regioni franche al di là dei [[Pirenei]], siamo però ben documentati circa l'azione intermediatrice svolta da un po' tutti gli ebrei spagnoli che, sfruttando la benevolenza dei governi islamici, si avvalsero della possibilità di aggirare la norma coranica che vieta il cosiddetto “commercio di denaro” ai musulmani e, in definitiva, di lucrare sulle [[plusvalenze]].
 
In [[al-Andalus]] gli [[ebrei sefarditi]] costituirono una fondamentale classe mercantile che, in qualche misura, godeva del vantaggio di un analogo ''[[status giuridico]]'' concesso loro dal mondo cristiano che conosceva un identico divieto di conseguire interessi economici su un capitale; in questo modo potevano importare ed esportare le preziose merci prodotte nell'area islamica e trafficare sui beni che riusciva a produrre il mondo cristiano latino (un esempio è rappresentato dal panno di lana), oltre a tutte le materie prime (specialmente ferro e legname) che difettavano in al-Andalus.
Classi sociali nelle zone conquistate dagli Arabi:
 
L'apporto ebraico non fu tuttavia solo di tipo economico-finanziario bensì, in misura tutt'altro che trascurabile, anche scientifico e artistico. Grazie ai divieti islamici che impedivano agli ebrei determinate professioni (soldato, giudice e proprietario terriero), gli israeliti furono indirettamente costretti ad occuparsi, oltre che di commercio, anche di tutte le cosiddette professioni “liberali” (nel senso di libere), tra cui quelle del medico, del farmacista, dello studioso e del traduttore, trovando benevola e conveniente accoglienza nella società islamica andalusa, giungendo ad occupare non di rado importanti funzioni burocratico-amministrative (anche ai massimi livelli [[vizir]]ali) nella macchina governativa islamica.
#Il potere politico era ''in toto'' riservato all'elemento islamico conquistatore.
#I convertiti all'Islam ([[mawla|mawali]]) avevano teoricamente gli stessi diritti dei musulmani di prima generazione ma per tutto il primo secolo islamico (VII-VIII d. C.), sia in Asia e in Africa, sia in al-Andalus, i diritti politici pieni furono loro speciosamente negati dai conquistatori che li forzarono talora a pagare tributi cui i convertiti dovevano in teoria essere del tutto esentati, assoggettati come sarebbero dovuti essere alla sola [[zakat]].
#I non-musulmani godevano di diritti civili alquanto ridotti e pagavano tributi non eccessivi ([[jizya]] e [[kharaj]]) ma in ogni caso più gravosi di quelli dovuti dai [[musulmani]].
#Gli schiavi - pur trattati con relativa umanità - non avevano diritti politici ed economici, anche se, a partire dal IX secolo d. C., fu loro aperta la carriera militare. Massimamente preferiti erano per il "mestiere delle armi" i [[Saqaliba]] (all'incirca traducibile con “Schiavoni”), provenienti dalle aree [[Balcani|balcaniche]] ma anche dalle regioni franco-germaniche e dalla stessa Italia.
 
== La cultura e la scienza araba ==
Dalla morte di Muhammad, nel [[632]], fino al [[661]] si succedettero alla guida dei musulmani quattro califfi elettivi che mantennero la capitale a [[Medina]] e che i musulmani definiscono "ortodossi" (''al-rāshidūn'').
{{Vedi anche|Contributo islamico all'Europa medievale|Epoca d'oro islamica|Scienziati e studiosi del mondo arabo-islamico}}
L'elemento [[Arabi|arabo]]-[[Berberi|berbero]] (ma non dimentichiamo anche la presenza [[persia]]na) portò all'Occidente cristiano nuove conoscenze tecnologico-scientifiche, specie nell'agricoltura, con l'introduzione di non poche piante del tutto sconosciute ([[canna da zucchero]], [[carciofo]], [[Oryza sativa|riso]], [[spinaci]], [[banane]], [[zibibbo]], [[cedri]], [[limone]], [[arancia]] dolce o [[Cotone (botanica)|cotone]], come pure spezie di vario tipo, quali la [[cannella]], i [[chiodi di garofano]], la [[noce moscata]] - ossia di [[Mascate]] - il [[cardamomo]], lo [[zenzero]] e lo [[Crocus sativus|zafferano]]) oppure reintroducendo colture abbandonate dalla fine del cosiddetto periodo classico "antico" (innanzi tutto l'[[Olea europaea|ulivo]] o l'[[albicocco]]). Furono re-introdotte le tecniche costruttive dei mulini ad acqua e a vento già conosciute ampiamente dai greci e romani in verità, tecniche bancarie quali l'assegno e la [[lettera di cambio]], senza dimenticare la conoscenza approfondita della [[matematica]] ellenistica, quali l'[[algebra]] o la [[trigonometria]], l'[[aritmetica]] decimale (con la re-introduzione del concetto di [[zero]] e del [[sistema decimale]] elaborato in ambito [[india]]no) ma conosciutissimo in epoca greca. Una innovazione tecnologica tramandata dagli Arabi nell'[[Emisfero occidentale|Occidente]] è la [[bussola]], già in uso in [[Cina]].
 
I musulmani svilupparono grandemente gli studi della [[medicina]] greca, l'[[alchimia]] (genitrice della moderna [[chimica]] in realtà espressione della chimica ellenistica) e l'[[astrologia]], con gli annessi studi [[astronomia|astronomici]] (da ricordare la re-introduzione dell'[[astrolabio]] già in uso in epoca ellenistica). Nella filosofia il loro apporto per l'Europa continentale fu solo di trascrizione: grazie alle traduzioni da essi approntate o da essi commissionate, si tornò a conoscere non pochi testi di filosofia e di pensiero scientifico prodotto in età ellenistica. Grazie a tali traduzioni l'Europa occidentale e centrale (che aveva quasi del tutto cancellato il ricordo del retaggio culturale espresso nell'antichità classica in lingua greca) tornò in possesso di opere da tempo trascurate e a rischio di totale oblio.
Intorno al 661 i musulmani cominciarono a differenziarsi. Dapprima con il [[kharigismo|kharigiti]], con l'alidismo (poi evoluto nello [[Sciismo|sciiti]], con il [[mutazilismo|mutaziliti]] e, infine col [[Sunnismo|sunniti]].
 
I musulmani sotto amministrazione [[Abbasidi|abbaside]], [[Fatimidi|fatimide]] e [[al-Andalus|andalusi]] crearono biblioteche e strutture d'insegnamento pubbliche che - come nel caso di [[Cordova]] - costituirono di fatto le prime università del Vecchio Continente, alimentate dal sapere della cultura persiana antica, da quella indiana, da quella greca ed ebraica. In Occidente la fama di medici quali [[Avicenna]] e [[Razi|Razī]] divenne duratura, tanto che i loro lavori divennero libri di testo fino al XVIII secolo, mentre di notorietà non minore fruirono gli studi di filosofi quali [[Averroè]] (che - diceva [[Dante Alighieri|Dante]] - di [[Aristotele]] "il gran Comento feo") e [[Geber]], considerato per secoli, anche in ambito cristiano, il più grande [[alchimista]].
Punto di grande divergenza fu a chi competesse guidare la ''[[Umma]]'' islamica, coi kharigiti che indicavano il migliore dei musulmani, a prescindere dalla sua razza e dalla sua condizione sociale, con gli alidi (poi sciiti) che limitavano alla sola famiglia stretta del Profeta Muhammad (la ''[[Ahl al-Bayt]]'') tale diritto e con i sunniti che, pur preferendo che il califfo fosse arabo e della stessa tribù del Profeta, non indicavano tutto questo come condizione dirimente e assoluta (tant'è vero che nel XIII secolo [[Ibn Taymiyya]], un noto pensatore hanbalita, pensava possibile un califfato mamelucco (e quindi turco) per il fatto che proprio i [[Mamelucchi]] erano stati in grado di arrestare la catastrofica avanzata [[Mongoli|mongola]] con la vittoria inattesa di [[Baybars]] a [[Ayn Jalut|ʿAyn Jālūt]] (La fonte di Golia), in territorio [[Palestina|palestinese]].
 
== La società araba durante l'espansione ==
Nel 661 fu fondata la dinastia degli [[Omayyadi]], il califfato divenne ereditario e la capitale fu spostata a [[Damasco]]: nel [[750]] prese il potere la dinastia degli [[Abbasidi]] e la capitale fu portata a [[Baghdad]], anche se per qualche decennio fu edificata una nuova capitale a Sāmarrā', nell'attuale [[Iraq]].
Le classi sociali nelle zone conquistate dagli Arabi erano:
# I conquistatori, ai quali spettava ''in toto'' il potere politico.
# I convertiti all'Islam (''[[Mawlā|mawālī]]''), che avevano teoricamente gli stessi diritti dei musulmani di prima generazione anche se, per tutto il primo secolo islamico (VII-VIII secolo), si videro negati i pieni diritti politici, sia in Asia e in Africa che in ''al-Andalus'', con la sottomissione, talora, a tributi dai quali i convertiti avrebbero dovuto in teoria essere esentati (sussistendo l'assoggettamento alla sola ''[[zakat]]'').
# I non-musulmani che godevano di diritti civili alquanto ridotti e pagavano tributi (''[[jizya]]'' e ''[[kharāj]]'') più gravosi di quelli dovuti dai [[musulmani]].
# Gli schiavi che non avevano diritti politici ed economici, anche se, a partire dal IX secolo, fu loro aperta la carriera militare. Massimamente preferiti erano, per il "mestiere delle armi", i ''[[Saqaliba]]'' (all'incirca traducibile con “Schiavoni”), provenienti dalle razzie condotte nelle aree balcaniche, nelle regioni franco-germaniche e in Italia.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{en}} ''The Cambridge History of Islam'', a cura di [[P.M. Holt]], [[Ann K.S. Lambton]], [[Bernard Lewis]], 2 tomi in 4 voll., Cambridge, Cambridge University Press, 1970.
* {{en}} [[Fred Donner|Fred McGraw Donner]], ''The Early Islamic Conquests'', Princeton (New Jersey), Princeton University Press, 1981.
* {{it}} [[Franco Cardini]] e Marina Montesano, ''Storia medievale'', Firenze, [[Le Monnier]] Università, 2006. ISBN 88-00-20474-0 (per la parte storico-religiosa).
* {{it}} [[Claudio Lo Jacono]], ''Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo)'' Volume primo ''Il Vicino Oriente'', Torino, Einaudi, 2003.
* {{de}} [[Julius Wellhausen]], ''Das arabische Reich und sein Sturz'', Berlino, G. Reiner, 1902; trad. inglese ''The Arab Kingdom and its Fall'', Londra-Dublino-Totowa (New Jersey), 1927.
 
== Voci correlate ==
==Bibliografia==
* [[Storia dei paesi islamici]]
*[[Franco Cardini]] e Marina Montesano, ''Storia medievale'', Firenze, [[Le Monnier]] Università, 2006. ISBN 8800204740 (per la parte storico-religiosa)
* [[Conquista araba dell'Anatolia]]
* [[Conquista islamica dell'Egitto]]
* [[Conquista islamica della penisola iberica]]
* [[Conquista islamica della Persia]]
* [[Conquista islamica della Sicilia]]
* [[Conquista islamica della Siria]]
* [[Conquista islamica della Transoxiana]]
* [[Conquista omayyade del Nord Africa]]
* [[Panislamismo]]
* [[Panarabismo]]
* [[Mondo islamico]]
* [[Dār al-Islām]]
 
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