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[[File:Monte Malbe.jpg|miniatura|Pascoli sul versante Est del monte.]]
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Con '''Monte Malbe (o Montemalbe)''' si intende un insieme di colli costituenti l'[[altopiano]] sito a Nord-Ovest rispetto al centro della città di [[Perugia]], indicato con tale nome. Comprende territori dei comuni di [[Corciano]] e Perugia, oltre che innumerevoli frazioni di entrambi, per la maggior parte borghi fortificati, castelli ([[Chiugiana]], [[Migiana]], [[Castello di Pieve del Vescovo|Pieve del Vescovo]], [[Canneto (Perugia)|Canneto]], [[Capocavallo]]), romitori o insediamenti di epoca moderna ([[Colle della Trinità|La Trinità]]). Numerose aziende agricole e vigneti sfruttano il terreno acido e argilloso per la produzione di ottimi vini e olio extravergine d'oliva, attività nota sin dal XIII secolo assieme alla caccia (cinghiali, caprioli, cervi e cacciagione da piuma), alla pesca (presso l'adiacente Valle della Caina) e al taglio di [[Ceduo|bosco ceduo]] per la produzione di legna da ardere, attività che contraddistingue tutto il contado di [[Cassero di Porta di Sant'Angelo|Porta Sant'Angelo]]. Di fondamentale importanza sono le cave, alcune delle quali tutt'ora in funzione, che sin dai tempi degli [[Etruschi]] riforniscono i due comuni di calce e argilla.<ref>{{Cita libro|titolo=Giovanni Riganelli, L'economia rurale nel Medioevo - Un'indagine sulle comunità dell'attuale territorio di Corciano - EFFE Editore, 1999}}</ref>
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Il '''Monte Malbe''', o '''Montemalbe''', è una [[collina]] [[italia]]na in [[provincia di Perugia]], alta 532 metri, situata a nord-ovest del centro della città di [[Perugia]].
 
Con '''Monte Malbe (o Montemalbe)''' si intende un insieme di colli costituenti l'[[altopiano]] sito a Nord-Ovest rispetto al centro della città di [[Perugia]], indicato con tale nome. Comprende territori dei comuni di [[Corciano]] e Perugia, oltre che innumerevoli frazioni di entrambi, per la maggior parte borghi fortificati, castelli ([[Chiugiana]], [[Migiana]], [[Castello di Pieve del Vescovo|Pieve del Vescovo]], [[Canneto (Perugia)|Canneto]], [[Capocavallo]]), romitori e conventi (Santa Maria del Sasso, San Salvatore, Seradino, Palazzi) o insediamenti di epoca moderna ([[Colle della Trinità|La Trinità]]). Numerose aziende agricole e vigneti sfruttano il terreno acido e argilloso per la produzione di ottimi vini e olio extravergine d'oliva, attività nota sin dal XIII secolo assieme alla caccia (cinghiali, caprioli, cervi e cacciagione da piuma), alla pesca (presso l'adiacente Valle della Cainadell'Oscano) e al taglio di [[Ceduo|bosco ceduo]] per la produzione di legna da ardere, attività che contraddistingue tutto il contado di [[Cassero di Porta di Sant'Angelo|Porta Sant'Angelo]]. Di fondamentale importanza sono le cave, alcune delle quali tutt'oratuttora in funzione, che sin dai tempi degli [[Etruschi]] riforniscono i due comuni di calce, egesso ed argilla.<ref>{{Cita libro|titolo=Giovanni Riganelli, L'economia rurale nel Medioevo - Un'indagine sulle comunità dell'attuale territorio di Corciano - EFFE Editore, 1999}}</ref>, così come le innumerevoli risorse d'acqua, tra cui il [[Genna (fiume)|torrente Genna]], affluente di sinistra del [[Nestore (fiume)|Nestore]], che da esso nasce.
 
== Origine del nome ==
Diverse fonti storiografiche<ref name="Ciatti">{{Cita libro|titolo=Delle memorie annali, et istoriche delle cose di Perugia raccolte dal molto R.P.M. Felice Ciatti perugino Francescano. Volume I-II, 1638 - 543 pagine}}</ref> fanno risalire l'origine del nome all'antico diosacerdote etrusco [[Tages|Malot Tages]]<ref>{{Cita libro|titolo=Guerra trojana, Ditti Cretese e Darete Frigio volgarizzati dal cav. Compagnoni, dalla tipografia di Giovanbattista Sonzogno, 1819 - 330 pp.}}</ref>; la forma contratta di Malot, ''Malz'', sarebbe poi evoluta in ''Malze-Malbe''. Tale teoria trova fondamento solamente negli studi<ref>{{Cita libro|titolo=Giovanni Semerano, Il popolo che sconfisse la morte: gli Etruschi e la loro lingua, Mondadori 2003}}</ref> del filologo [[Giovanni Semerano (filologo)|Giovanni Semerano]], che neglinei suoi studi di linguistica etrusca fa risalire l'origine di Malz all'[[Lingua accadica|accadico]] ''(wa)-malu'', tradotto con "fare divinazioni/velarsi il capo", confermandoavvicinando le ipotesi secondo le qualicui Monte Malbe fossesarebbe stato il luogo deputato agli [[Aruspicina|aruspicini]]<ref name="ReferenceA">{{Cita libro|titolo=Cesare Crispolti, Perugia Augusta, Perugia, Tomasi e Zecchini, 1648}}</ref>; è comunque da sottolineare che tali studi sono tuttora oggetto di dibattito dalla comunità internazionale. Nelle sue cronache, Felice Ciatti asserisce che i resti di un tempio etrusco erano in corrispondenza dell'attuale Colle[https://www.iluoghidelsilenzio.it/chiesa-della-ss-trinita-colle-della-trinita-pg/ Chiesa della SS. Trinità]<ref name="Ciatti" />. SiQuello puòche quindiè intenderecerto, è che il nome comenon ''Montesia delleassolutamente Divinazioni''.da ricondurre a variazioni dello stesso: Aa confermare questa teoria esistono i vari documenti del medioevo che non vedono variatovariare il nome Montemalbe per oltre nove secoli, salvo un solo caso (sacrame di Fonte Avellana) dove compare come Monte Albo. Tutte le teorie formulate nel XIX secolo riguardo alla ''[[Malva sylvestris]]'', al colore bianco del calcare (''albus'') e alla mancanza d'acqua (''mal bè''=mal bere) si dimostrano quindi essere delle invenzioni infondate.
 
== Morfologia ==
Durante il [[Miocene]]-[[Pliocene]] un’intensa fase tettonica ha determinato il corrugamento delle formazioni sedimentarie caratteristiche dell’Appennino centrale e conseguentemente di Monte Malbe. Gli affioramenti di Monte Malbe sono costituiti dalla successione carbonatica, che va dalla scaglia cinerea al rosso ammonitico, tipica  dell'[[appennino umbro-marchigiano]], rappresentandone l'unità più esterna, ed unicamente visibile ad occhio nudo. Un tempo questi affioramenti dovevano costituire il fianco occidentale del monte, e con il passare degli anni ora questo settore è mutato profondamente, mascherandone la sua granulometria.
 
Espressione della formazione calcarea del monte sono le ''trosce'' ( piccoli invasi di acqua), spesso asciutte nel periodo estivo, e le ''[[Dolina carsica|doline]]''. Dal punto di vista geologico, il “panettone” del monte ospita in affioramento una delle formazioni geologiche più antiche dell’Umbria: il [[Calcare|Calcare Cavernoso]]. Nel periodo di sedimentazione di questa formazione geologica, il [[Triassico superiore]], si era in presenza di un mare poco profondo nel quale andavano depositandosi successioni sottilmente stratificate di gessi e calcari. Successivamente il gesso, dissolvendosi in soluzione, ha determinato il “collasso” di tutta la serie calcareo-gessosa, con la conseguente fratturazione di tutti gli strati calcarei. Oggi, il Calcare Cavernoso viene utilizzato come pietra da costruzione e per l’abbellimento e la “naturalizzazione” di parchi e giardini.
 
Il Monte Malbe ospita grandi cave: di fronte a [[Corciano]], ad esempio, viene estratto un calcare particolarmente puro utilizzato come [[inerte]] da costruzione. Anche gli antichi conoscevano il pregio di certi materiali: il grande spazio oggi sito in corrispondenza dell’incrocio della salita per La Trinità, è nato come conseguenza dell' estrazione di travertino, effettuata prima dagli Etruschi e poi dai [[Civiltà romana|Romani]]. Il continuo approfondimento del [[Tetide|mare della Tetide]] ed i cambiamenti di ambiente deposizionale hanno poi determinato la successiva formazione geologica: il Calcare Massiccio, che oggi si trova in affioramento nei pressi della cima del monte. Nell’abitato di Migiana di Corciano, in corrispondenza di una grande cava, non è difficile trovare frammenti di [[Ammonoidea|ammoniti]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Regione Toscana - Università degli Studi di Siena (archivio E-Geo)|titolo=SCHEMA IDROGEOLOGICO DELL'ITALIA CENTRALE: A. CARTA IDROGEOLOGICA. COMPLESSI IDROGEOLOGICI, ACQUIFERI ALLUVIONALI, LINEAMENTI STRUTTURALI, SORGENTI, POZZI SIGNIFICATIVI, PROFILI GEOLOGICI|rivista=|volume=|numero=Pubb. 1996}}</ref>
 
== Flora e Faunafauna ==
Il territorio di Monte Malbe presenta particolari caratteristiche che sono l’espressione di diverse influenze bioclimatiche. La vegetazione mediterranea di [[Sclerofillo|sclerofille]] [[Pianta sempreverde|sempreverdi]] e [[Caducifoglio|caducifoglie]] è rappresentata sul versante meridionale dalle estese [[Lecceta|leccete]], con una un'associazione più interna di [[Quercus cerris|cerrete]] termofile. Sui versanti settentrionali sono presenti boschi cedui di [[Ostrya carpinifolia|carpino nero]], nelle radure sono diffusi gli arbusti di [[Juniperus|ginepro]] e [[Spartium junceum|ginestra]]. Tra le specie floristiche non endemiche sono significative la ginestra germanica, rara a livello regionale, e il [[Calluna vulgaris|brugo]] la cui distribuzione nella nostra penisola è piuttosto frammentaria ma che rappresenta un habitat comunitario (4030). Le specie più significative sono indicate nel seguente elenco:<ref>{{Cita web|url=http://montemalbe.altervista.org/|titolo=Montemalbe - "un nome, una leggenda"}}</ref>
 
*[[Acer campestre|Acero]]
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*[[Cistus|Cisto]]
*[[Arbutus unedo|Corbezzolo]]
 
*[[Hedera helix|Edera]]
 
*[[Erica]]
*[[Pteridium aquilinum|Felce]]
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*[[Sus scrofa|Cinghiale]]
*[[Capreolus capreolus|Capriolo]]
*[[Meles meles|Tasso]]
*[[Martes foina|Faina]] e [[Mustela nivalis|Donnola]]
*[[Erinaceus europaeus|Riccio]]
*[[Sciurus vulgaris|Scoiattolo]]
*[[Rana (zoologia)|Rana]] e [[Bufo bufo|rospo]]
*[[Natrix natrixhelvetica|Biscia]], [[Hierophis viridiflavus|biacco,]] [[Anguis fragilis|orbettino]] e [[vipera]]
*[[Anguis veronensis|Orbettino italiano]]
* Poiana
*[[Buteo buteo|Poiana]]
*[[Falco]]
*[[Garrulus glandarius|Ghiandaia]]
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*[[Coturnix coturnix|Quaglia]]
*[[Strix aluco|Allocco]]
*[[Athene noctua|Civetta]]
*[[Tyto alba|Barbagianni]]
*[[Bubo bubo|Gufo]]
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== Storia ==
[[File:Cassa di urna con oreste perseguitato dalle erinni, in travertino, II secolo ac, da monte malbe (PG).jpg|miniatura|''Oreste perseguitato dalle Erinni'', cassa funeraria in travertino, II secolo a.C., Monte Malbe]]
Della storia di questo territorioMontemalbe esistono notizie sparse. Queste zone furono sfruttate dai comuni di Perugia e Corciano per la fornitura di legna da ardere, calce, cacciagione e sporadiche colture collinari, perlopiù graminacee, olivi e vite. Gli scarsissimi rinvenimenti riscontrati durante gli interventi di esplorazione e di scavo nella zona che da Perugia costeggia dapprima Cenerente e Colle Umberto ad Ovest per poi coinvolgere parzialmente [[Monte Acuto (Umbria)|Monte Acuto]] a Nord e [[Monte Tezio]] ad Est, parlano di un'impronta etrusca da far risalire ai secoli VII e VI a.C.<ref>A.E. Feruglio, Un carro da parata da Castel San Mariano di Corciano presso Perugia, in AA.VV., Antichità dell'Umbria a New York, Perugia 1991, pp. 131-40</ref>, caratterizzata dalla presenza di grandi latifondi di proprietà delle ricche aristocrazie agrarie locali dell'epoca, cioè di famiglie gentilizie etrusche<ref>AA.VV., Il Tezio racconta, a.c. dell'Associazione Ecologista "Colli del Tezio", Perugia 1995, pp. 49 e ss.</ref>. Nella ''Historia di Perugia'' redatta dallo storico [http://www.treccani.it/enciclopedia/pompeo-pellini_(Dizionario-Biografico)/ Pompeo Pellini] è menzionata la presenza di un tempio a Montemalbe che le leggende locali farebbero ricondurre al sepolcrale di Malot Tages, mao nessunaad rovinaun ètempio maidelle stata rinvenutadivinazioni; ciòin comunque risulta un interessante provaluogo di cultiverità di questo generecomprovata, giàciò discussi dallarisulterebbe storiografia moderna come per lun'ipoteticointeressante tempioprova di Teticulti sulreligiosi Monte Tezio e il legame di Giano alla città di Corcianoetruschi.
 
=== Documentazione ===
L'importanza del bosco dell'areale di Monte Malbe vide, nel corso del medioevo, numerose regolamentazioni da parte dei due comuni sopracitati, che ne regolassero l'utilizzo e multassero chiunque danneggiasse il patrimonio boschivo. Queste regolamentazioni prendevano il nome di ''comunanze.'' Di seguito le più significative
 
* '''1275, Gennaiogennaio 11'''
 
Il consiglio cittadino, a larga maggioranza, delibera di accogliere quanto in precedenza avanoavevano stabilito i ''sapientes'' eletti per provvedere alla custodia di Monte Malbe. Costoro avevano realizzato una sorta di regolamento, ma il testo purtroppo non è riportato nel verbale, dove invece si hanno due aggiunte seguenti.
 
1) Nel caso in cui un servo di qualche nobile fosse stato sorpreso a danneggiare il bosco di Monte Malbe doveva amputarglisi la mano;
 
2) se coloro che erano i deputati alla custodia del bosco avessero commesso frodi o non avessero provveduto ad accusare chi lo danneggiava, sarebbero incorsi in una pena pari al quadruplo di quello che spettava al ''dampnum dantes''.
 
* '''1285, Luglioluglio 24'''
 
Nella delibera del consiglio dei ''sapientes'' relativa alle modalità d'appalto della comunanza di Monte Malbe, è riportato un passo inerente laalla tutela del bosco. Gli appaltatori non potevano tagliare o far tagliare nessun ''alborem suptus terram cum sapa vel alio modo'', ne potevano ''roncare, laborare seu roncari vel laborari facere de silva illius montis'' oltre ai terreni già coltivati''.''
 
* '''1313, Settembresettembre 30'''
 
I priori delle arti di Perugia deliberavano l'elezione dei custodi della comunanza di Monte Malbe per il semestre venturo, ad iniziare dal 1 ottobre. Essi dovevano custodire ''fructus et ligna dicti monitse:'' sarebbe loro spettato un salario di 100 soldi di denari. Gli eletti furono i seguenti: Bettino "Perotti", Lucio, "Iacopelli", Lottolo ,"Ventorutii", Pietro[...], Recolo "Vaccatoris", Vanne, "Maffutii", Ninolo, "Cole", Manzino, "Salvutii", Vegnatolo, "Valentini", Zozolo [...].
 
* '''1318, Ottobreottobre 5'''
 
Nel canovaccio approntato per la stipula del contratto d'appalto della comunanza del legnatico e del pascolo in Monte Malbe vi erano le seguenti norme relative alla tutela del bosco: era vietato tagliare gli alberi se non ''cum securibus et falcellis''; era vietato estirpare alberi e ''ranchare cum fossaris vel ligonibus vel cappis''; negli ultimi due anni era vietato il pascolo e l'immissione nella comunanza di capre e becchi. Altre notizie riportano che la selva di Monte Malbe fu ceduta alla comunità di Corciano nel 1242 dal vescovo di Perugia Salvo, il quale riservò per sé la metà dell’usufrutto.
 
La produzione notarile in area rurale è simile a quella cittadina. Buona parte è costituita da contratti agrari e acquisti di animali, ma vi sono documenti di altro tipo: testamenti, contratti di matrimonio, ecc. Diverso, ma non di molto, è il caso costituito dagli atti che interessano le strutture pubbliche. Al fine di articolare meglio la presentazione dei documenti, si è operata una distinzione tra gli atti riguardanti la comunità e quelli riguardanti i privati cittadini. Gli atti più importanti che riguardano la comunità corcianese negli ultimi secoli del medioevo sono:
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4) il verbale dell’assemblea della comunità di [[Chiugiana]] del 1384 e di quella di Corciano del 1542.
 
Oltre a tali leggi, l'amministrazione di Monte Malbe sfruttava la divisione in vocaboli per la gestione e la facilitazione nelle pratiche burocratiche. I vocaboli sono rimasti tali dal medioevo e sono i seguenti: Casa Nuova, Sasso, Orto di Lullo, Troscia, Poggio, Cisterna, Le Compre, L'Aiola, Lo Schiacciaro, La Tanella, Carpaneto, Castaldo, Patumelle, Le Vaglie, La Murcia.<ref>{{Cita libro|titolo=Giovanni Riganelli, L'economia rurale nel Medioevo - Un'indagine sulle comunità dell'attuale territorio di Corciano, EFFE Editore 1999}}</ref>
 
In merito a quest'ultima località, si riporta un' interessante fatto legato alla conquista di Perugia da parte del famigerato condottiero [[Braccio da Montone]], risalente all'anno 1416: per conquistare Corciano, egli dispose le sue batterie in questa zona per attaccare dall'alto diversi punti della città, dato che il vocabolo costituiva di per sé una trincea naturale (il termine ''murcia'' indica, infatti, un accatastamento di pietre a formare una linea).<ref>{{Cita libro|titolo=Luigi Bonazzi, Storia di Perugia dalle origini al 1860, Perugia, Tipografia di Vincenzo Santucci, 1875-1879}}</ref>
 
In un luogo di Montemalbe, località Santo Manno, detta anche “Le Forche”, si giustiziavano i rei; qui il capitano di ventura [[Pier Saccone Tarlati]] fece impiccare un gran numero di perugini nel 1335 durante feroci scontri contro la città di Perugia e la [[Compagnia della Colomba]].<ref>{{Cita libro|titolo=Pompeo Pellini, Dell'historia di Perugia, Venezia 1664 (ristampa anastatica: Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1968, ISBN 88-271-0276-0)}}</ref>
 
Negli Statuti Comunali di Corciano del 1560 si scrivono norme precise per lo sfruttamento della montagna di Montemalbe che regoleranno sia l’esercizio del legnatico, sia la caccia che il pascolo. L’importanza di questo territorio per l’economia di Corciano era tale che nel detto Statuto si leggeva: ''“ che niuna persona vada nelli monti et altre selve di detta Comunità a fare legne né meno a mozzare né a cavare alcuna sorte d’àrbori né dare danno niuno manuale”''. Viene inoltre regolamentata anche l’attività dei calcinai, oltre che quella relativa alla gestione dei pozzi e delle fonti. Nel 1800, dopo la caduta della Repubblica romana, venne tolta a Corciano la dignità di Comune e venne considerato territorio aggregato alla città di Perugia, la quale assorbì tutte le sue entrate. Con ''motu proprio'' di Pio VII del 19 Marzomarzo 1801 tutti i beni di proprietà comunale, compresa la selva di Monte Malbe, vennero incamerati dal nuovo governo pontificio di Perugia. Corciano venne privato in un colpo solo della sua secolare autonomia comunale e dei suoi consistenti beni. La comunità versò in condizioni misere fino al 1808, quando la Camera Apostolica decretò la restituzione dei beni di pertinenza, compresa la selva, anche se in una sola amministrazione.<ref>{{Cita libro|titolo=Giovanni Riganelli, L'economia rurale nel Medioevo - Un'indagine sulle comunità dell'attuale territorio di Corciano, EFFE Editore1999}}</ref>
 
Dal 1815, e per quattro o cinque anni di seguito, troviamo che le folte macchie di Monte Malbe erano infestate da un'invasione di lupi i quali facevano, giornalmente, strage di pecore, di capre ed altre bestie che dai possidenti si mandavano a pascolare, turbando la tranquillità dei coloni e dei viandanti. Il Comune adottò questi due provvedimenti: chiese l'autorizzazione di formare una squadra di giovani volonterosi o di spargere della carne avvelenata. Il primo fu approvato ed il secondo respinto, essendo sembrato l'espediente stravagante e pericoloso. Dopo il 1820 gli atti non parlano più di lupi, ciò dimostra che furono sterminati.<ref>{{Cita libro|titoloname=Cesare Crispolti, Perugia Augusta, Perugia, Tomasi e Zecchini, 1648}}<"ReferenceA"/ref>
 
=== La battaglia di Monte Malbe (1944) ===
{{Vedi anche|Campagna d'Italia (1943-1945)}}
Perugia fu liberata dall'occupazione nazifascista nei giorni 19-20 Giugnogiugno 1944. Tuttavia, oltre a numerosi tafferugli, bombardamenti, raid aerei e scontri a fuoco molto violenti nei pressi del capoluogo, è ricordata la battaglia di Monte Malbe come la più significativa del teatro perugino, poiché la zona, proprio come era accaduto per altri avvenimenti dell'antichità, fu sfruttata per la sua posizione strategica ''a guardia incuneata'' sulle due vie principali dirette verso la Toscana e il Nord Italia. La [[Wehrmacht]], infatti, aveva dato inizio ad una rapida ritirata, che fu testimoniata come un continuo via vai di colonne motorizzate nella zona di Cenerente, a partire dal 10 Giugnogiugno. Il 18 Giugnogiugno, prima dell'arrivo delle forze alleate, i Tedeschitedeschi fecero saltare molte munizioni ed armi stipate nel castello di Pieve del Vescovo, preparandosi a rallentare l'avanzata degli [[Inglesiinglesi]] e dei [[Canadesicanadesi]] per tentare di fortificare la [[Linea del Trasimeno]].
 
Il 19 Giugnogiugno, dopo una rapida avanzata alleata, diversi scontri a fuoco scatenati da cecchini tedeschi diedero inizio alla battaglia nella zona di [[San Marco (Perugia)|San Marco]], protrattasi sulla strada di Cenerente e Canneto, con diverse vittime civili; nel frattempo, gli Alleati realizzaronosi resero conto che i Tedeschi avevano stipato un ordine di batterie da[[7,5 88cm PaK 40|PaK 40&nbsp;mm]] in cima a Monte Malbe, in particolare lungo il muro del convento dei Cappuccini e presso il vocabolo Sasso (dal quale questi bersaglieranno con poco successo la vicina Perugia). Nella notte del 19 Giugnogiugno 1944, la [[:en:London_Rifle_BrigadeLondon Rifle Brigade|7/Rifle Brigade]] e il [[:en:17th/21st_Lancers|17th/21st Lancers]] sconfiggono un feroce contrattacco tedesco, costituito da un reparto misto di [[Fallschirmjäger|Fallschirmjager]] e fanteria regolare, rompendo il fastidioso cuneo che avrebbe potuto bersagliare con facilità le colonne alleate dirette verso Nord. Durante gli scontri, il Convento dei Cappuccini fu bersagliato da una granata, provocando gravi danni strutturali. IlAltri scontri e bombardamenti avverranno alle pendici di Montemalbe, in particolare presso Capocavallo e Migiana di Montemalbe, provocando anche alcune perdite civili. Poco dopo, il cedimento del fronte a [[Chiusi]] costringerà i Tedeschitedeschi ad abbandonare le postazioni difensive di Monte Malbe, oltre che numerosi altri baluardi siti nei castelli e nelle chiese della zona (come la Chiesa di Canneto, che fecero saltare in aria).<ref>{{Cita libro|titolo=J. K. Dethick, La Battaglia Dimenticata. Alleati, tedeschi e popolazione civile sulla linea del Trasimeno, giugnolugliogiugno-luglio 1944, Perugia, Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation, 2004}}</ref>
 
== Romitori, conventi e luoghi di culto ==
La selva di Montemalbe, impervia e solitaria, ha sempre attirato l'interesse perdi molti ordini religiosi che stabilirono qui diversi luoghi di culto. Tutt'oraTuttora è possibile accedere in parte a questi luoghi diruti, come l'[[eremo di Santa Maria del Sasso]], eretto nel X secolo d.C.: appartenevasulla originariamentebase all’ordinedi deiun [[Camaldolesi]]antico disepolcro [[Fonte Avellana]]etrusco, poi passòtrasformato agliin [[Olivetani]]chiesa die Monteconvento Morcino di Perugia. Le controversie fra questi due ordini per il possesso del monastero durarono fino al 1548, quando il cardinale Michele Ghiglieri né decretò il possesso a favoredall'ordine dei Camaldolesi. Nel dicembre 1569 [[Pio V]] soppresse la congregazione dei CamaldolesiFraticelli di FonteMonte Avellana,Malbe|Fratres emontismalbe]]. il priorato di San Salvatore fu ridotto a commenda. Uno studio di Francesco Piagnani che ricostruisce la storia di questo luogo, testimonia che una cappella adiacente alla struttura principale dell'eremo (oggi in stato di grave incuria, parte di una gigantesca proprietà fondiaria) riportava splendidi affreschi del [[Maestro di Paciano]], pittore Umbro vissuto tra il primo e il terzo decennio del XIV secolo. Questo artista coniugò le novità giottesche con quelle di Simone Martini e Pietro Lorenzetti, proposte tra la fine del XIII secolo e il primo decennio del secolo successivo nel cantiere di Assisi. Nelle sue opere il pittore rielaborò la lezione assisiate, accentuando la forte vena drammatica ed espressiva all’interno di affollate  composizioni, caratteristica tipica, del resto, di gran parte della pittura perugina del Trecento.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Francesco Piagnani|titolo=I lacerti d'affresco dell'eremo perugino di Santa Maria del Sasso e una ricostruzione per il Maestro di Paciano|rivista=Storie di pittori tra Perugia e il suo lago|volume=|numero=}}</ref> I [[Fraticelli di Monte Malbe]], ordine pauperistico del XIV secolo, avranno da qui grande influenza in tuttatutto il territorio, tanto da attirare l'areaattenzione nonchédell'Inquisizione inche Umbria.li porterà lentamente alla dissoluzione e scomparsa.
 
Un altro eremo di fondamentale importanza nell'areale è sicuramente l’[[eremo di San Salvatore]], costruito sul fianco nord del monte, a circa 520 metri s.l.m. tra l’XI e il XII secolo; apparteneva originariamente all’ordine dei [[Camaldolesi]] di [[Fonte Avellana]], poi passò agli [[Olivetani]] di Monte Morcino di Perugia. Nel 1139 l’eremo ''Sancti Salvatoris de Monte Albo cum omnibusque suis pertinentis'' è comunque annoverato tra i beni della congregazione del monastero di Santa Croce di Fonte Avellana, nella Diocesi di Gubbio. Le controversie fra questi due ordini per il possesso del monastero durarono fino al 1548, quando il cardinale Michele Ghiglieri né decretò il possesso a favore dei Camaldolesi. Nel dicembre 1569 [[Pio V]] soppresse la congregazione dei Camaldolesi di Fonte Avellana, e il priorato di San Salvatore fu ridotto a commenda. Un prezioso ''Sacrame'' (calendario), conservato a Fonte Avellana, ricorda il giorno della sua consacrazione:<blockquote>
“VIII KAL(ENDAS) MART/S DEDICATIO ISTIUS ECCLESIAE AD HONOREM SANCTI SALVATORIS ET SANCTAE MARIAE V. ET S(ANC)TI JACOBI ET CHRISTOFORI M. ET SANCTI NICOLAI“</blockquote>
Nel 1139 l’eremo ''Sancti Salvatoris de Monte Albo cum omnibusque suis pertinentis'' è comunque annoverato tra i beni della congregazione del monastero di Santa Croce di Fonte Avellana, nella Diocesi di Gubbio.
 
Oggi ancora attivo è il Convento dei Cappuccini di Monte Malbe: Il 7 maggio 1535, il consiglio dei "Magnifici Domini Priores" perugini accolse la richiesta dei Cappuccini e li autorizzò ad erigere un convento in quest'area, accanto a preesistenti grotte eremitiche di incerta origine. I Cappuccini, preseroprima quiche prendessero tale nome, erano un ristretto ordine di Francescani con sede nel Podere Carpaneta (oggi dimora privata) Presero dimora nel nuovo convento il 18 ottobre 1535 e dedicarono la  chiesa a [[San Giuseppe]]. [[Papa Paolo III]], nel settembre 1542, fu accolto per una visita dalla fraternità.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=U. Nicolini|titolo=I fraticelli di Montemalbe a Perugia nel secolo XIV|rivista=Picenum Seraphicum|volume=|numero=11 (1974)}}</ref>
 
==Note==
<references />
{{Portale|montagna|Umbria}}
 
[[Categoria:Geografia della provincia di Perugia]]
[[Categoria:Colline dell'Umbria]]
[[Categoria:Corciano]]
[[Categoria:Perugia]]