Palazzo Bonet: differenze tra le versioni
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{{Edificio civile
|nome edificio = Palazzo Bonet
[[File:Galleria d'Arte Moderna Palermo.jpg|thumb|300px|La facciata laterale del palazzo con la torre angolare]]▼
|immagine = Galleria d'Arte Moderna Palermo.jpg
▲
|paese = ITA
|divamm1 = [[Sicilia]]
|città = Palermo
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'''Palazzo Bonet''' è un palazzo [[quattrocento|quattrocentesco]] di [[Palermo]] sito nel quartiere storico della [[Kalsa]] o ''Mandamento Tribunali''.
==Storia==
L'edificio venne edificato dalla famiglia Bonet, famiglia originaria della [[Catalogna]] che ricopriva cariche politiche e militari a Palermo. Gaspare Bonet negli [[Anni 1480|anni 80]] del [[XV secolo]] decide la costruzione di un proprio palazzo, l'area scelta veniva chiamata della ''Guzzetta'' e si trovava all'interno del mercato dei [[Lattarini]]. La data esatta di inizio dei lavori di costruzione non è nota, ma si ipotizza intorno al [[1485]], l'unico documento che ci aiuta a datare il cantiere è il contratto stipulato nell'aprile del [[1488]] con lo scultore Andrea Mancino, appartenente alla scuola di [[Domenico Gagini]], il contratto prevedeva il taglio dei materiali su pietra e marmo. Si ipotizza che il completamento dell'edificio sia avvenuto nei primi anni 90 del quattrocento, infatti nel [[1490]] Francesco Abatellis richiedeva, per il suo palazzo, opere marmoree simili a quelle di Palazzo Bonet.
Nel [[1549]] l'edificio venne ceduto in usufrutto ai padri [[Gesuita|
Nel [[1618]] l'edificio venne acquistato
Nel [[1771]] l'ala prospiciente via Sant'Anna venne sopraelevata per realizzare nuove aree per il convento, nell'occasione i due edifici vennero unificati visivamente, nella stessa occasione la torre angolare del palazzo viene trasformata in campanile.
Nel [[1823]] Palermo venne colpita da un [[terremoto]], in quell'occasione la chiesa venne fortemente danneggiata e il convento dovette ipotecare le sue proprietà per far fronte alla ristrutturazione, i rilievi sul convento fanno ipotizzare che anche lo stesso venne danneggiato dall'evento.
Nel [[XIX secolo]], a causa della crisi economica che aveva colpito il convento vennero divise alcune aree del convento che vennero dapprima affittate e poi vendute a privati. Nell'occasione vennero creati nuovi vani e create nuove aperture.
All'interno dell'edificio nel [[1818]] si insediarono le ''Regie Scuole Normali'', con contratto di affitto, molti furono i cambiamenti interni per la nuova destinazione, tra i quali la creazione di una nuova scala a struttura voltata in mattoni pieni che collegava il cortile al primo piano.
Nel [[1866]] a seguito del ''Regio Decreto'' del
[[File:Palermo. Piazza Croce dei Vespri, GD008219.jpg|thumb|Facciata di Palazzo Bonet all'inizio del Novecento]]
In questa nuova destinazione vennero assegnati alcuni ambienti del piano terra ai ''Bersaglieri Municipali-Guardie Daziarie''. Mentre nel [[1878]] il primo piano venne assegnato al liceo classico Umberto I, assegnazione che mutò ulteriormente l'aspetto interno dell'edificio.
A causa del terremoto del [[1968]] l'edificio, al momento in ristrutturazione, venne dichiarato inagibile nonostante nessuna grave lesione o dissesto strutturale supportasse tale provvedimento. Il complesso conventuale veniva abbandonato nell'[[aprile]] del [[1996]] quando iniziarono i lavori di restauro curati dall'Ufficio del Centro Storico e si basavano su una progettazzione della ''ITALTER S.p.A.''.▼
▲A causa del terremoto del [[1968]] l'edificio, al momento in ristrutturazione, venne dichiarato inagibile nonostante nessuna grave lesione o dissesto strutturale supportasse tale provvedimento. Il complesso conventuale veniva abbandonato nell'
A dirigere i Lavori furono chiamati gli architetti Mario Li Castri e Carmelo Bustinto e l'ingegner Giuseppe Letizia. L’attivazione del cantiere fece riscoprire anche il rifugio antiaereo risalente al secondo conflitto mondiale, posto al di sotto della pavimentazione del chiostro.▼
A dirigere i lavori di restauro furono chiamati gli architetti Mario Li Castri, Carmelo Bustinto e l'ingegner Giuseppe Letizia. Assistenti di cantiere l'architetto Diletta De Angelis Ricciotti e gli ingegneri Aldo Gargano e Tonino Martelli.
Al seguito dei lavori, nel [[dicembre]] del [[2006]] l'intera struttura, composta da Palazzo Bonet, dall'ex convento della chiesa di Sant'Anna e da [[Palazzo Ziino]] è diventata sede della [[Galleria d'arte moderna Sant'Anna]] nota anche come ''GAM''.▼
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▲Al seguito dei lavori, nel
==Architettura==
Nella prima metà del [[XV secolo]] si iniziano a seguire nuove influenze iberiche tardo-gotiche e temi rinascimentali, in particolare vediamo che alla tradizione locale vengono sovrapposte due differenti correnti, quella lombarda e quella catalana.
I documenti non ci danno altresì elementi utili a comprendere in che modo siano stati accorpati fra loro più edifici preesistenti; il cantiere di restauro ci aiuta a ritenere che diversificati corpi di case vennero acquisite ed accorpate, di cui rimasero superstiti quegli elementi ritenuti di pregio, quali i portali ancora rintracciabili nel corpo orientale del palazzo.
Riguardo alla matrice tipologica, il palazzo Bonet annovera proprio le costanti “peculiari” dei palazzi quattrocenteschi:
Il piano terra presenta allo stato attuale sulla piazza e su strada aperture rettangolari caratterizzate da cornici e delicate decorazioni scultoree che testimoniano la continua presenza degli scalpellini e dei maestri lapicidi per tutta la durata del cantiere
Il cortile centrale, dalla forma pseudo quadrangolare, si qualifica alla stregua di spazio interno determinante sia dal punto di vista distributivo che funzionale; ad esso si accede per mezzo di un andito e di un loggiato, quasi a voler segnalare il passaggio dall’esterno al cuore della casa in modo progressivo e filtrato: dal buio dell’androne alla penombra del porticato. Non è dato con precisione ubicare la sede della scala, giacché non è stata trovata alcuna traccia; l’ipotesi della presenza di una scala escuberta alla catalana viene in parte confutata dal mancato ritrovamento nel cortile di strutture fondali di tale collegamento verticale, anche se ciò appare anomalo perché elemento tipico dell’architettura palaziale del periodo risulta il sistema patio-loggia-scala-salone di rappresentanza. La loggia è contrassegnata da tre archi acuti impostati su pilastri ottagoni; riteniamo utile sottolineare come l’utilizzo dell’arco acuto avvicini la fabbrica più alla corrente lombarda goticheggiante che a quella catalana. L’arco depresso, utilizzato già a palazzo Speciale e a palazzo Marchesi, qui non viene riproposto.▼
Il piano nobile risulta invece caratterizzato da ampi saloni e da grandi bifore, queste ultime in pietra di intaglio dalla perfetta stereotomia, con esile colonnina centrale in marmo di Carrara; le foglioline alla base della colonna sono analoghe al motivo decorativo delle colonne del cortile di Palazzo Abatellis, ad ulteriore dimostrazione della derivazione di esso dal modello di riferimento costituito proprio dal palazzo Bonet. ▼
▲Il cortile centrale, dalla forma pseudo quadrangolare, si qualifica alla stregua di spazio interno determinante sia dal punto di vista distributivo che funzionale; ad esso si accede per mezzo di un andito e di un loggiato, quasi a voler segnalare il passaggio
Quanto ai principali caratteri costruttivi, le strutture murarie sono realizzate con calcarenite conchiliare dalla cromia grigio-beige (i banchi più antichi), in conci abbozzatamente squadrati messi in opera con poca malta, mentre per i cantonali, i portali, le mostre di finestre ed altre aperture, gli elementi modanati, si utilizzarono conci di intaglio e con lavorazioni accessorie, gli orizzontamenti di piano erano costituiti da solai a doppio ordito decorati all’intradosso da pitture policrome.▼
▲La pianta a ''C'' era come riferito chiusa nel lato libero dal muro di cinta di un giardino al quale si accedeva dal cortile. Il piano nobile risulta invece caratterizzato da ampi saloni e da grandi bifore, queste ultime in pietra di intaglio dalla perfetta stereotomia, con esile colonnina centrale in [[marmo di Carrara]]; le foglioline alla base della colonna sono analoghe al motivo decorativo delle colonne del cortile di [[Palazzo Abatellis]], ad ulteriore dimostrazione della derivazione di esso dal modello di riferimento costituito proprio dal
Dalla descrizione dei corpi di fabbrica, desumiamo quale fosse la configurazione della fronte principale (sull’attuale via S. Anna) a quel momento, infatti si parla di tre porte grandi che corrispondono cioè una per l’intrata di ditta casa, l’altra intra la vanella della Correria (attuale vicolo dei Corrieri) et l’altra de lo medesimo giardino che corrisponde in detta vanella vicino la chiesa . ▼
▲Quanto ai principali caratteri costruttivi, le strutture murarie sono realizzate con calcarenite conchiliare dalla cromia grigio-beige (i banchi più antichi), in conci abbozzatamente squadrati messi in opera con poca malta, mentre per i cantonali, i portali, le mostre di finestre ed altre aperture, gli elementi modanati, si utilizzarono conci di intaglio e con lavorazioni accessorie, gli orizzontamenti di piano erano costituiti da solai a doppio ordito decorati
Nel cantiere di restauro partito nel [[1996]] vennero ritrovate alcune porzioni dell’originario Palazzo Bonet: ▼
▲Dalla descrizione dei corpi di fabbrica, desumiamo quale fosse la configurazione della fronte principale (
▲Nel cantiere di restauro partito nel [[1996]] vennero ritrovate alcune porzioni
* il loggiato su pilastri ottagoni con archi ogivali;
* l'accesso alla corte dal vicolo dei Corrieri;
* le [[bifore]] del piano nobile e di una delle snelle colonne in marmo di Carrara con capitello e base perfettamente integra e completa;
* un portale con cornice archiacuta;
* le finestre ''alla catalana'' di piano terra con cornice a bastone e decorazione floreale;
* le bifore del piano nobile ''alla pisanisca'';
* l'apparecchio murario in pietra da taglio costituito da massicci cantonali che incorniciano campi murari con tessitura muraria di minore qualità materico-costruttiva;
* un pavimento [[maiolica|maiolicato]] in corrispondenza di un pianerottolo;
* esistevano già delle case in parte
* con i depositi alluvionali, a partire dall'[[XI secolo]] circa, il bordo del porto interno si ritira progressivamente sino a scomparire, dando vita al piano della Guzzetta; si rendono così disponibili nuove aree edificabili
* la successiva evoluzione e trasformazione della fabbrica è nota attraverso i riscontri documentari e passa attraverso
==Note==
<references/>
==Bibliografia==
* Vincenza Garofalo, "ll rilievo per la riconfigurazione dei fronti di Palazzo Bonet a Palermo", in Nunzio Marsiglia (a cura di), ''La ricostruzione congetturale dell’architettura. Storia, metodi, esperienze applicative'', Grafill, Palermo 2013, pp. 93-103
* Giovanni Cardamone, ''Palazzo Bonet a Palermo. Oggi Civica Galleria d'Arte Moderna Empedocle Restivo'', Edizioni Caracol, 2018
==Voci correlate==
* [[Galleria d'arte moderna Sant'Anna]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Portale|architettura|Palermo}}▼
[[Categoria:Palazzi di Palermo|Bonet]]
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