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'''Ravarino''' (''Ravarèin'' in [[dialetto modenese]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Modena]] in [[Emilia-Romagna]], situato a nord-est del capoluogo nelle campagne che si estendono fino all'argine destro del fiume Panaro. Fa parte dell'[[Unione dei comuni del Sorbara|Unione del Sorbara]].<ref>{{Cita web|url=https://www.unionedelsorbara.mo.it/|titolo=Regione Emilia-Romagna. Unione Comuni del Sorbara|data=2025-07-2}}</ref>
 
Si tratta del primo comune modenese in linea d’aria appena dopo la provincia di Bologna, a pochi6 chilometri da [[Crevalcore]] (da cui dista 6 km), ovvero l’ultimo comune della Pianura ovest della [[città metropolitana di Bologna]].
 
== Toponimo ==
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Il clima è il tipico [[clima temperato]] [[Clima continentale|continentale]] della [[pianura padana]] e delle medie latitudini, con inverno moderatamente rigido, con poche precipitazioni e con frequenti giornate di [[nebbia]]; mentre l'estate è calda ed afosa, specialmente nei mesi di luglio e agosto, con temperature che possono salire oltre i 35°C e con precipitazioni a carattere temporalesco. La primavera e l'autunno sono generalmente piovosi e umidi, con clima più mite.
 
“Difficile è descrivere le memorie storiche di Ravarino e del suo territorio, non essendo in esso accaduti fatti memorabili o di qualche risonanza, non essendovi più edifici antichi, essendo fortemente lacunosa la documentazione scritta”<ref>{{Cita libro|autore=Bruno Lodi|titolo=Ravarino e Ravarinesi : (memorie storiche del Comune di Ravarino)|data=1969|anno=riedizione 2016|editore=Artestampa|città=Modena|p=9|ISBN=978-88-6462-434-1|SBN=UBO4216323}}</ref>
== Storia ==
Il territorio di Ravarino reca tracce archeologiche che testimoniano insediamenti umani fin dall'[[preistoria|età preistorica]], più significativi in [[Storia romana|età romana]], quando vennero bonificate gran parte delle paludi esistenti. Di particolare interesse storico è un cippo romano di età augustea ed il quadrilatero di Castel Crescente.<ref>Lodi, 2016, pp. 13-16: il cippo è una stele funeraria del I secolo a.C. ritrovata presso un'abitazione ed oggi nell'Antiquarium comunale. La trascrizione riporta: Q. ABURI // V S. Q. F. (Quinto Aburio figlio di Quinto). Il quadrilatero era un tipico “castrum” di cui sono rimasti cocci in terracotta che recano il nome di “CRESC.”, da cui il toponimo Castel Crescente </ref>
=== Fondazione ===
Reperti archeologici testimoniano insediamenti umani fin dall'[[preistoria|età preistorica]], più significativi in [[Storia romana|età romana]], quando vennero bonificate gran parte delle paludi esistenti. Di particolare interesse storico è un cippo romano ed il quadrilatero di Castel Crescente.
 
Con ogni probabilità il primitivo nome di Ravarino era “Ortovecchio”, derivato da “Curte vecla”, località a settentrione del Panaro meridionale e citata nei documenti di Nonantola a partire dl 1030. Il nome compare per l’ultima volta nel 1511 in un contratto in cui il conte Gianfilippo Sertorio si dichiara “Rector ecclesiae S. Johannis de Orto veteri de Ravarino”<ref>{{Cita libro|autore=Bruno Lodi|titolo=Ravarino e Ravarinesi : (memorie storiche del Comune di Ravarino)|data=2016|anno=2016|editore=Artestampa|città=Modena|p=20|ISBN=978-88-6462-434-1|SBN=UBO4216323}}</ref>
 
=== Periodo medievale ===
 
 
{{Citazione|Innanzi al Mille il territorio che ora si compone il Municipio di Ravarino e Stuffione non era che una parte paludosa di quella Corte del Secco, la quale verso l'anno 800 di nostra salute fu donata dai Duchi Longobardi, Rotari e Mechi agli Abati di Nonantola che dai loro monaci la fecero poi ridurre a coltura<ref>Andrea Cavazzoni Pederzini, ''Delle antichità di Ravarino e di Stuffione'', Modena, Soliani, 1860, p. 5.</ref>.}}
Il primo documento scritto in cui compare ufficialmente il nome di Ravarino è una [[pergamena]] dell'[[abbazia di Nonantola]] datata 27 marzo [[1002]], ove il nome Ravarino compare invece nella forma attuale. Si tratta di unNel documento nel quale l'abate Rodolfo affitta ad un tale ''Albrico del fu Gisone da Sala'', terreni “et in loco Ravarino” per un canone annuo di “quattro denari lucchesi buoni e spendibili”<ref>{{Cita web|url=https://www.sagreeborghi.it/scheda-turistica?s=PWdUTw==|titolo=RAVARINO|sito=Copyrights © 2018 Sagre & Borghi|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref name=":0">{{CitaLodi, libro|autore=Bruno2016, Lodi|titolo=Ravarinop. 20, sulla base degli studi condotti già da Girolamo Tiraboschi e RavarinesiGiuseppe :Spinelli. (memorieLo storichestesso delLodi Comuneafferma che la principale fonte di notizie sul territorio è data dai documenti dell’archivio abbaziale di Nonantola, ma gravemente lacunosi e nell’archivio comunale di Ravarino)|anno=2016|editore=Artestampa|città=Modena|p=21-25|ISBN=978-88-6462-434-1|SBN=UBO4216323}} i primi documenti datano al secolo XVIII essendo andato a fuoco in quel periodo il palazzo del Pretorio</ref>.
 
Fino al [[secolo XIII]] il toponimo Ravarino si mescola assieme a quelli di "Borgo Franco" e, soprattutto, "Orto Vecchio", con il quale ultimo Ravarino risulta costituito in Comune insieme a Castel Crescente, come da diversi atti dell'[[Archivio di Stato di Modena|Antico Memoriale Notarile di Modena]]. “Ortovecchio”, derivato da “Curte vecla” doveva essere una località a settentrione del Panaro meridionale, citata anche in un documento di Nonantola datato 21 febbraio 1030, nel quale l’abate Rodolfo concede in affitto a Pietro della fu Giselberga e ad altri, fra altri appezzamenti: ''una pecia de terra cum frascariom, que rejacet in loco qui vocatur Orto veclo. Coerit ei in circuitu da mane tenente Joannes presbiter qui vocatur de basilica de Curte vecla, cum suis consortis, da meridie flumen quod vocatur Panario'', ecc.<ref>Lodi, 2016, p. 18: “un appezzamento di terra [di 12 iuguri] situata in località Orto Vecchio e circondato a est da terreni del prete Giovanni della chiesa della Corte Vecchia … da mezzogiorno del fiume Panaro”</ref>
La primitiva forma era quindi una sorta di "triangolo" tra i confini del Panaro.
 
Il toponimo Ortovecchio o Orto Vecchi comparirà fino all’anno 1511, in cui viene citato per l'ultima volta in un contratto nel quale il conte Gianfilippo Sertorio si dichiara “Rector ecclesiae S. Johannis de Orto veteri de Ravarino”.<ref>Lodi, 2016, p. 20: il prof. Lodi ammette che la questione rimane controversa e propende per non identificare esattamente Orto Vecchio con l’attuale Ravarino</ref><ref name="Lodi-49-51">{{cita|Lodi|p. 49-51: Che Ravarino non coincida con Borgofranco e con Castel Crescente lo troviamo nei documenti. Un primo documento del 1468 che dice "...Castellum et terra Castri Crescentis et locus seu terra Burgi Franchi alias vulgariter appellata Ravarini" ovvero: "il castello e la terra di Castel Crescente è il luogo ovvero la terra di Borgofranco altrimenti chiamata volgarmente Ravarino", ma in altri documenti della fine del 1400 vengono menzionati ben distintamente i tre nome "Ravarino", "Castel Crescente" e Borgofranco" (..."de jurisdictione Castri Crescentis, Burgi Franchi et Ravarini")}}.</ref>
Il primo documento scritto è una [[pergamena]] dell'[[abbazia di Nonantola]] datata 27 marzo [[1002]], ove il nome Ravarino compare invece nella forma attuale. Si tratta di un documento nel quale l'abate Rodolfo affitta ad un tale ''Albrico del fu Gisone da Sala'', terreni “et in loco Ravarino” per un canone annuo di “quattro denari lucchesi buoni e spendibili”<ref>{{Cita web|url=https://www.sagreeborghi.it/scheda-turistica?s=PWdUTw==|titolo=RAVARINO|sito=Copyrights © 2018 Sagre & Borghi|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref name=":0">{{Cita libro|autore=Bruno Lodi|titolo=Ravarino e Ravarinesi : (memorie storiche del Comune di Ravarino)|anno=2016|editore=Artestampa|città=Modena|p=21-25|ISBN=978-88-6462-434-1|SBN=UBO4216323}}</ref>.
 
Il 21 settembre [[1310]], in un periodo di continui e gravi guerre tra Modena e Bologna, l'assemblea popolare si riunisce e decreta la sottomissione di Ravarino al Comune di Bologna, la cui giurisdizione però risulta già cessata nel [[1316]]. Il 23 aprile [[1333]] il territorio comunale viene dichiarato [[feudo]] nobile, con il nome di Contea di Borgo Franco e di Castel Crescente, e re [[Giovanni I di Boemia]], reggente l'[[Sacro romano impero|impero]] per il figlio [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo lV]] lo conferisce al suo medico personale, il famoso modenese [[Pietro Della Rocca]]. Nel documento imperiale abbiamo infatti la dicitura “locum qui dicitur Castel Crescente et locum qui dicitur Burgos Francus positos in territorio mutinensi … et cum fondo aque Panarii a loco videlicet dicto Volta Salara et per valles usque in fudum canalis Navigli” ovvero “il luogo che è detto Castel Crescente e il luogo che è detto Borgo Franco posti nel territorio modenese … e col fondo dell’acqua del Panaro dal luogo cioè detto Volta Salara e per il letto fino alla foce del canale Naviglio”. Tale avvenimento da contributo alla formazione della situazione topografica ravarinese ovvero della deviazione del fiume Panaro “voltato a Solara”.<ref> Lodi, 2016, pp. 41-46, sulla base anche di Mario Serafini, “Memorie di Ravarino”, 1923</ref>
Nel [[secolo XIII]] Ravarino, con i nomi anche di Borgo Franco ed Orto Vecchio, risulta costituito in Comune insieme a Castel Crescente, come da diversi atti dell'[[Archivio di Stato di Modena|Antico Memoriale Notarile di Modena]]. Il 21 settembre [[1310]], in un periodo di continui e gravi guerre tra Modena e Bologna, l'assemblea popolare si riunisce e decreta la sottomissione di Ravarino al Comune di Bologna, la cui giurisdizione però risulta già cessata nel [[1316]].
 
Il 23 aprile [[1333]] il territorio comunale viene dichiarato [[feudo]] nobile, con il nome di Contea di Borgo Franco e di Castel Crescente, e re [[Giovanni I di Boemia]], reggente l'[[Sacro romano impero|impero]] per il figlio [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo lV]] lo conferisce al suo medico personale, il famoso modenese Pietro Della Rocca.
 
=== Signoria dei Rangoni ===
 
La storia di Ravarino si intreccia nei secoli con quella della famiglia Rangoni, uno dei più potenti casati del modenese che già dal [[1321]] inizia ad acquistare proprietà nel territorio. Nei documenti dell'Archivio di Stato di Modena troviamo che tale Pietro della Rocca cedeva il feudo ai Rangoni che si trasferiscono da Modena a Ravarino e cercano di dare alla loro abitazione in loco un carattere militare e signorile.
 
Il 12 settembre 1445 il marchese di Ferrara ordina al podestà di Finale Emilia di recarsi a Ravarino “ad omnem requisitionem Gerardi Rangoni visurus illud fortilicium quod illic fabricatur” ("a vedere per ogni informazione quel fortilizio di Gherardo Rangoni che si sta qui fabbricando"), mentre il [[9 settembre]] [[1453]] Niccolò Maria Rangoni ottiene dal duca [[Borso d'Este ]], vicario imperiale, l'investitura a conte di Ravarino e Castel Crescente.<ref name=>Lodi, 2016>{{cita|Lodi|p, pp. 47-48: “iure feudi nobilis de terra Castri Crescentis e de terra Burgi Franchi, ecc. et cum fundo atque Panarii hoc loco ‘detto Volta Salara’ et, per valles usque in fundum canalis Navigii … et prout et similiter continentur in privilegiis imperialibus olim concessis q. mag. Pietro della Rocca fisico … et ab hinc in antea creati et veri comites ab omnibus appellari et nominari haberi… // con diritto di feudo nobile della terra di Castel Crescente e della terra di Borgofranco … e con il fondo dell’acqua del Panaro e per le valli fino alla fine del canale di Modena e secondo e similmente è contenuto nei privilegi imperiali già un tempo concessi al fu maestro Pietro della Rocca fisico … e da questo momento in avanti siete creati conti e come tali dovete da tutti essere ritenuti e chiamati}}.</ref>
Ravarino diventa ufficialmente una contea retta dai Rangoni. I loro discendenti, tra cui si segnala il condottiero [[Ercole Rangoni (condottiero)|Ercole]] (... – Modena, 27 maggio 1572), reggeranno il territorio, nella forma di governo mediato, cioè quasi stato autonomo nel [[Ducato estense]], sino alla soppressione dei feudi, avvenuta nel settembre [[1796]].
 
Il primo documento ufficiale che possediamo prodotto dal Comune di Ravarino è di questo periodo. Data 31 agosto 1462, ed è un documento purtroppo mutilo e destinato al Duca Borso D’Este, in cui si fa riferimento ad un certo “homo diabolicus” che andava terrorizzando il territorio.<ref>Lodi, 2016, pp. 48-49: un tale “Gaspare” “chel buta fogo per la bocha per lo naxo et per le orecie”. Lo stesso Lodi afferma come forse fosse una sorta di superstizione del luogo.</ref>
Sotto il loro governo il territorio è caratterizzato dalla costruzione di numerosi palazzi e chiese, tra le quali si segnala il santuario e chiesa parrocchiale di [[Stuffione]].
 
Ravarino diventa ufficialmente una contea retta dai Rangoni. Ie tra i loro discendenti, tra cui si segnala il condottiero [[Ercole Rangoni (condottiero)|Ercole]] (... – Modena, 27 maggio 1572),. reggerannoIl casato reggerà il territorio, nella forma di governo mediato, cioè quasi stato autonomo nel [[Ducato estense]], sino alla soppressione dei feudi, avvenuta nel settembre [[1796]].
=== Pestilenza del 1630 ===
Nel [[1630]] Ravarino fu colpita dalla celebre [[Peste del 1630]] (di manzoniana memoria). Dai registri parrocchiali risultano decedute oltre 300 persone (un quarto della popolazione). In quella occasione i rappresentanti della comunità decisero di far edificare un oratorio dedicato a San Rocco, in gran parte sovvenzionato dal nobile ed erudito [[Fortunato Cavazzoni Pederzini]], che ivi volle essere sepolto.<ref name="cicloviadelsole.it">{{Cita web|url=https://cicloviadelsole.it/home/territorio/ravarino/quadro-di-s-rocco-e-s-sebastiano/|titolo=Quadro di S. Rocco e S. Sebastiano|editore=Ciclovia del Sole|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref name="ReferenceA">{{Cita libro|autore=Giovanni Serra|curatore=Ordine dei medici della provincia di Modena|titolo=La peste dell'anno 1630 nel Ducato di Modena|anno=1960|editore=Società tipografica editrice modenese|città=Modena}}</ref><ref name="ReferenceB">{{Cita libro|autore=Bruno Lodi|titolo=Al nostar Sa Roch : la peste a Ravarino|anno=1989|editore=Comune|città=Ravarino|SBN=UBO0081225}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Opuscoli religiosi, letterarj e morali, serie 2., tomo 4.|data=2 luglio 2025|anno=1864|editore=Tipografia Soliani|città=Modena|pp=393-395|citazione="Le sue spoglie mortali riposano nella nativa sua villa di Ravarino, nell'Oratorio di San Rocco ove sono le sue tombe di famiglia"|SBN=RAV0204725}}</ref>
 
Le testimonianze documentarie degli anni tra 1500 e 1600 raccontano di una situazione difficile in continua apprensione per furti, saccheggi e rapine da parte delle soldatesche dei territori confinanti, come nonantolani e soprattutto bolognesi a cui si aggiungeva la durezza dei Rangoni tanto che in un documento datato 1602 i rappresentanti del comune di Ravarino chiedono ai Rangoni stessi “la correzione di alcune gride che imponevano condizioni ritenute troppo gravi ed i conti concedono quanto richiesto, ripubblicandone varie con relative correzioni”<ref name="Lodi-67">{{cita|Lodi, 2016|p. 67. Il prof. Lodi lo definisce testualmente un “clima manzoniano” (p. 70)}}</ref>
Con la pestilenza è probabile sia nato il cimitero nuovo, sulla strada omonima, ad ovest per chi proviene dalla Provincia di Bologna. Il morbo sconvolse profondamente la vita cittadina tanto che si tornò alla normalità solo due anni dopo, nel 1632.<ref>{{Cita|Lodi, 2016| Viene citata una lettera del feudatario conte Gherardo Rangoni indirizzata al Sig. Codebò: “… La mia solita fiera di Ravarino [quella di S. Martino] fu sospesa per il contagio, ne sentirei danno hora che le cose sono ridate Dio grazia in buon stato…”, p. 73}}</ref>
 
Ma sotto il loro governo il territorio è anche caratterizzato dalla costruzione di numerosi palazzi e chiese, tra le quali si segnala il santuario e chiesa parrocchiale di [[Stuffione]]. Di particolare interesse è stato il Castello o Palazzo Rangoni già esistente nel 1445 ed andato completamente distrutto nella guerra del 1643 ed immortalato nella pala d'altare un tempo all'oratorio di San Rocco.<ref name="Lodi-73">{{cita|Lodi, 2016|p. 73}}</ref>
 
Da segnalare che sono ascrivibili all'anno [[1565]] i primi documenti dell'archivio parrocchiale. Il primo parroco "Rector ecclesiae S. Joannis de Orto veteri de Raverino" fu don [[Ercole Vaccari]] (1550-1624), ravarinese. Vaccari fu poi arciprete di Nonantola, e nel 1619 nominato vescovo di [[Rossano Calabro|Rossano calabro]]. Istituito cardinale, morì recandosi a Roma prima di ricevere la sacra porpora sotto [[Papa Urbano VIII|Urbano VIII]].<ref name="Lodi-60">{{cita|Lodi, 2016|p. 60}}</ref><ref>Gaetano Montagnani, Storia dell'augusta badia di S. Silvestro di Nonantola, 1838, p. 78</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bvaccarie.html|titolo=Arcivescovo Ercole Vaccari †|sito=La gerarchia della Chiesa cattolica. Informazioni attuali e storiche sui suoi vescovi e diocesi|accesso=5 luglio 2025}}</ref><ref>{{Cita libro|curatore=R. Deputazione di Storia patria per le provincie modenesi (nel primo centenario della morte di Girolamo Tiraboschi)|titolo=Corrispondenza fra Girolamo Tiraboschi L.S. Parenti e A.P. Ansaloni, in "Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie modenesi", serie IV, vol. 5|anno=1894|editore=Vincenzi e Nipoti|città=Modena|p=289|url_capitolo=https://books.google.it/books?id=pdOCx_LDS-wC&pg=PA289&dq=ercole+vaccari+rossano&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwiz4-Tk0KqOAxVm_rsIHRntOB0Q6AF6BAgFEAM#v=onepage&q=ercole%20vaccari%20rossano&f=false}}</ref>
 
=== Pestilenza del 1630 ===
Nel [[1630]] Ravarino fu colpita dalla celebre [[Peste del 1630]] (di manzoniana memoria). Dai registri parrocchiali risultano decedute oltre 300 persone (un quarto della popolazione). In quella occasione i rappresentanti della comunità decisero di far edificare un oratorio dedicato a San Rocco, in gran parte sovvenzionato dal nobile ed erudito [[Fortunato Cavazzoni Pederzini]], che ivi volle essere sepolto.<ref name="cicloviadelsole.it">{{Cita web|url=https://cicloviadelsole.it/home/territorio/ravarino/quadro-di-s-rocco-e-s-sebastiano/|titolo=Quadro di S. Rocco e S. Sebastiano|editore=Ciclovia del Sole|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref name="ReferenceA">{{Cita libro|autore=Giovanni Serra|curatore=Ordine dei medici della provincia di Modena|titolo=La peste dell'anno 1630 nel Ducato di Modena|anno=1960|editore=Società tipografica editrice modenese|città=Modena}}</ref><ref name="ReferenceB">{{Cita libro|autore=Bruno Lodi|titolo=Al nostar Sa Roch : la peste a Ravarino|anno=1989|editore=Comune|città=Ravarino|SBN=UBO0081225}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Opuscoli religiosi, letterarj e morali, serie 2., tomo 4.|data=2 luglio 2025|anno=1864|editore=Tipografia Soliani|città=Modena|pp=393-395|citazione="Le sue spoglie mortali riposano nella nativa sua villa di Ravarino, nell'Oratorio di San Rocco ove sono le sue tombe di famiglia"|SBN=RAV0204725}}</ref> Il morbo sconvolse profondamente la vita cittadina tanto che si tornò alla normalità solo due anni dopo, nel 1632.<ref>Lodi, 2016, p. 73. Lodi cita a sua volta una lettera del feudatario conte Gherardo Rangoni indirizzata al Sig. Codebò: “… La mia solita fiera di Ravarino [quella di S. Martino] fu sospesa per il contagio, ne sentirei danno hora che le cose sono ridate Dio grazia in buon stato…”</ref>
 
=== Guerra di Castro ===
Come non bastasse la pestilenza, il fatto bellico più memorabile accadde il 22 novembre [[1643]], nel contesto della [[guerra di Castro]] che vedeva contrapposto lo Stato della Chiesa contrapposto ai Ducati di Modena e Parma, Granducato di Toscana e Repubblica di Venezia e le truppe papaline del cardinale [[Antonio Barberini (cardinale 1627)|Antonio Barberini]]. Queste ultime rasero al suolo il paese ed asportarono le campane delle chiese di Ravarino e di Stuffione per portarle a Bologna, dove vennero suonate in [[Piazza Maggiore]].<ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 76}}</ref><ref>{{Cita libro|autore= Alessandro Giuseppe Spinelli|titolo= Le campane del modenese : abbozzo storico |anno=1902|editore=Soliani|città=Modena}}</ref>
 
Come non bastasse la pestilenza, il fatto bellico più memorabile accadde il 22 novembre [[1643]], nel contesto della [[guerra di Castro]] che vedeva contrapposto lo Stato della Chiesa contrapposto ai Ducati di Modena e Parma, Granducato di Toscana e Repubblica di Venezia e le truppe papaline del cardinale [[Antonio Barberini (cardinale 1627)|Antonio Barberini]]. Queste ultime rasero al suolo il paese ed asportarono le campane delle chiese di Ravarino e di Stuffione per portarle a Bologna, dove vennero suonate in [[Piazza Maggiore]].<ref>{{Cita|Lodi, 2016|, p. 76}}</ref><ref>{{Cita libro|autore= Alessandro Giuseppe Spinelli|titolo= Le campane del modenese : abbozzo storico |anno=1902|editore=Soliani|città=Modena}}</ref>
In questo periodo vennero distrutti il castello, il palazzo comunale e gran parte delle mura. Qualche rudere è emerso durante gli scavi del 1948 per le fondamenta della prima casa popolare, per l’esattezza “poderosi muri dello spessore di oltre un metro” <ref>{{Cita|Lodi, 2016|“E così il nostro piccolo e caro Ravarino, a causa delle rivalità tra i potenti, ricevette una troppo severa e sproporzionata punizione”, p. 77}}</ref><ref>{{Cita libro|autore= Girolamo Tiraboschi|titolo= Storia dell'augusta Badia di S. Silvestro di Nonantola aggiuntovi il codice diplomatico della medesima illustrato con note opera del cavaliere ab. Girolamo Tiraboschi|anno=1784-1785|editore=Società Tipografica|città=Modena}}</ref><ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 75-77. Il maestro Lodi riporta tutte le suddette fonti edite più altre fonti documentarie come il fascicolo presso l’Archivio di Stato di Modena, filza “Marchesato Rangoni”, cartella “Ravarino” e altre fonti manoscritte tra cui le “Memorie della chiesa parrocchiale di Ravarino, di Don Costanzo Accorsi, p. 17}}</ref>
 
In questo periodo vennero distrutti il castello, il palazzo comunale e gran parte delle mura. Qualche rudere è emerso durante gli scavi del 1948 per le fondamenta della prima casa popolare, per l’esattezza “poderosi muri dello spessore di oltre un metro” .<ref>{{Cita|Lodi, 2016|, p. 75-77. Il maestro Lodi riporta tutte le suddette fonti edite più altre fonti documentarie come il fascicolo presso l’Archivio di Stato di Modena, filza “Marchesato Rangoni”, cartella “Ravarino” e altre fonti manoscritte tra cui le “Memorie della chiesa parrocchiale di Ravarino, di Don Costanzo Accorsi, ed aggiunge (p. 77): “E così il nostro piccolo e caro Ravarino, a causa delle rivalità tra i potenti, ricevette una troppo severa e sproporzionata punizione”, p. 77}}</ref><ref>{{Cita libro|autore= Girolamo Tiraboschi|titolo= Storia dell'augusta Badia di S. Silvestro di Nonantola aggiuntovi il codice diplomatico della medesima illustrato con note opera del cavaliere ab. Girolamo Tiraboschi|anno=1784-1785|editore=Società Tipografica|città=Modena}}</ref><ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 75-77. Il maestro Lodi riporta tutte le suddette fonti edite più altre fonti documentarie come il fascicolo presso l’Archivio di Stato di Modena, filza “Marchesato Rangoni”, cartella “Ravarino” e altre fonti manoscritte tra cui le “Memorie della chiesa parrocchiale di Ravarino, di Don Costanzo Accorsi, p. 17}}</ref>
Durante il secolo XVIII le fonti parlano di successivi rimaneggiamenti dei confini del territorio ravarinense in modo particolare circa le strade attorno al torrente Muzza, a seguito dei continui litigi con i bolognesi. Degna di nota di questi anni, per la precisione del 1749, la creazione di una scuola, funzionante in una canonica o in una casa privata, mentre è del 4 gennaio 1766 la decisione del consiglio comunale di "erigere una scuola pubblica".<ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 94}}</ref>
 
Durante il secolo XVIII le fonti parlano di successivi rimaneggiamenti dei confini del territorio ravarinense in modo particolare circa le strade attorno al torrente Muzza, a seguito dei continui litigi con i bolognesi. Degna di nota di questi anni, per la precisione del 1749, la creazione di una scuola, funzionante in una canonica o in una casa privata, mentre è del 4 gennaio 1766 la decisione del consiglio comunale di "erigere una scuola pubblica".<ref>{{Cita|Lodi, 2016|, p. 94}}</ref>
[[File:Ravarino antica con castello e mura.jpg|thumb|Particolare di Ravarino con castello e mura nella pala dell'Oratorio di San Rocco]]
 
=== Dall’età napoleonica all’unità d’Italia ===
Nel [[Primo Impero francese|periodo napoleonico]] il Comune di Ravarino è soppresso e ridotto a sezione o aggregato del Comune di [[Crevalcore]], nel [[1804]], mentre dal [[1810]] è aggregato a [[Nonantola]]. Riacquisterà autonomia solo all'[[unità d'Italia]]. La prima testimonianza si ha in data [[20 novembre]] [[1859]], allorché viene "saldata una fattura della tipografia Cappelli per la composizione carta e stampa di n. 400 biglietti per le elezioni comunali e n. 200 liste o schede per le nomine". Il primo sindaco di Ravarino fu Luigi Gelati e sia a Ravarino che a Stuffione vi era un maestro elementare 'stipendiato dal Comune'. All'inizio del 1860 vi si stanziò la Guardia Nazionale e un corpo di bersaglieri<ref>{{Cita|Lodi, 2016|, p. 105-106}}</ref>
 
Grande influsso non solo in Ravarino ebbe, in particolare tra '800 e '900, la famiglia Cavazzoni Pederzini, della quale si ricorda ''Fortunato'' (1799-1864), erudito, letterato e bibliofilo, la cui preziosa biblioteca ed archivio familiare pervenne al Comune tramite donazione degli eredi tra il 2003, il 2008 e il 2011<ref>{{Cita web|url=https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=IBCAS00418&munu_str=0_1_1&numDoc=7&docCount=25&docToggle=1&physDoc=1&comune=Ravarino#nogo|titolo=Archivio Famiglia Cavazzoni Pederzini [1200] - 1970|citazione=L'archivio della famiglia Cavazzoni Pederzini è stato donato al Comune di Ravarino fra il 2008 ed il 2011.|accesso=2 luglio 2025}}</ref>; e ''Cesare'', figlio di Romualdo, che nel 1838 prima di morire istituì l'Opera Pia Cavazzoni Pederzini di beneficenza a favore dei poveri di Ravarino<ref>{{Cita web|url=https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?&id=produttori&numDoc=8&munu_str=0_1_2&realTemplate=templateRicercaProduttori&.id=IT-ER-IBC-SP00001-0002522&perpage=30&archType=auther&flagfind=customXdamsFindProduttori&fromId=y&qrId=3se4425f82e9c22401&physDoc=1036&pos=0&archType=auther#nogo|titolo=Famiglia Cavazzoni Pederzini (Ravarino)|editore=Regione Emilia-Romagna, Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna|accesso=2 luglio 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=IBCAS00720&munu_str=0_1_1&numDoc=69&docCount=25&docToggle=1&physDoc=1&comune=Comune+di+Ravarino|titolo=Regione Emilia-Romagna. Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna. Archivio dell'Opera pia Cavazzoni Pederzini (Ravarino) , 1891-1936|curatore=Scheda a cura di Jessica Pagani (Open Group), revisione a cura di
=== I Cavazzoni Pederzini ===
 
Grande influsso non solo in Ravarino ebbe, in particolare tra '800 e '900, la famiglia Cavazzoni Pederzini, della quale si ricorda ''[[Fortunato'' Cavazzoni Pederzini]] figlio di Andrea ([[1799]]-[[1864]]), erudito, letterato e [[Bibliofilia|bibliofilo]]. Autore di svariati testi a carattere erudito, contribuì a costruire e ad accrescere progressivamente la cui[[biblioteca]] di famiglia costruendo anche un fondo librario prezioso destinato ad ampio pubblico, per farne un “gabinetto di lettura” ovvero preziosauna biblioteca edcircolante archivioche familiareconsentisse, pervennegrazie al Comuneversamento tramitedi donazioneuna deglipiccola erediquota, tradi ilavere 2003in prestito le ultime novità librarie, ilcercando 2008di erispondere ilall’accresciuto 2011desiderio di lettura che si scontrava spesso con i prezzi ancora elevati dei libri in commercio.<ref>{{Citacita weblibro|urlautore=https://archiviChiara Ansaloni .ibc.regione.emilia-romagna et al.it/ibc-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=IBCAS00418&munu_str=0_1_1&numDoc=7&docCount=25&docToggle=1&physDoc=1&comune=Ravarino#nogo||titolo=ArchivioLa Famigliaconoscenza Cavazzoniunisce Pederzini: [1200]biblioteche -e 1970|citazione=L'archivioscuola dellapubblica famigliadal Cavazzoni1861 Pederzinial èSecondo statodopoguerra donatoa alBastiglia, ComuneBomporto die Ravarino fra: il 2008 ed ilmostra storico-didattica|anno=2011|editore=s.e.|accessocittà=2 luglio 2025s.l.|SBN=MOD1617482}}</ref>; eDegno di nota fu anche ''Cesare Cavazzoni Pederzini'', figlio di Romualdo, che nel 1838 prima di morire, nel 1838, istituì l'Opera Pia Cavazzoni Pederzini di beneficenza a favore dei poveri di Ravarino.<ref>{{Cita web|url=https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?&id=produttori&numDoc=8&munu_str=0_1_2&realTemplate=templateRicercaProduttori&.id=IT-ER-IBC-SP00001-0002522&perpage=30&archType=auther&flagfind=customXdamsFindProduttori&fromId=y&qrId=3se4425f82e9c22401&physDoc=1036&pos=0&archType=auther#nogo|titolo=Famiglia Cavazzoni Pederzini (Ravarino)|editore=Regione Emilia-Romagna, Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna|accesso=2 luglio 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=IBCAS00720&munu_str=0_1_1&numDoc=69&docCount=25&docToggle=1&physDoc=1&comune=Comune+di+Ravarino|titolo=Regione Emilia-Romagna. Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna. Archivio dell'Opera pia Cavazzoni Pederzini (Ravarino) , 1891-1936|curatore=Scheda a cura di Jessica Pagani (Open Group), revisione a cura di
Laura Cristina Niero|accesso=2 luglio 2025}}</ref>
 
La preziosa biblioteca e l’archivio familiare dei Cavazzoni Pederzini pervenne al Comune tramite donazione degli eredi tra il 2003, il 2008 e il 2011<ref>{{Cita web|url=https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=IBCAS00418&munu_str=0_1_1&numDoc=7&docCount=25&docToggle=1&physDoc=1&comune=Ravarino#nogo|titolo=Archivio Famiglia Cavazzoni Pederzini [1200] - 1970|citazione=L'archivio della famiglia Cavazzoni Pederzini è stato donato al Comune di Ravarino fra il 2008 ed il 2011.|accesso=2 luglio 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/biblioteche/catalogazione-dei-beni-librari-e-documentari/catalogazioni-concluse/una-promessa-da-mantenere/foto-biblioteca-comunale-ravarino|titolo=Galleria fotografica: Biblioteca comunale “Sibilla Aleramo” di Ravarino - catalogazione “Biblioteca Fortunato Cavazzoni Pederzini”|accesso=7 luglio 2025|dataarchivio=24 ottobre 2024}}</ref>.
 
=== XX secolo ===
 
Nei primissimi anni del secolo fu fondata, tra le località Luberso e La Macchina, una cooperativa di consumo, mentre nella località Rami venne fondata una cooperativa di "birocciai".
 
Con il Primo conflitto mondiale perdettero la vita ben 121 ravarinesi (dei quali 48 caduti nei campi di battaglia); 28 ravarinesi e 32 stuffionesi parteciparono alla [[Marcia su Roma]] e, nel gennaio 1921, a Ravarino sorse la prima sezione del [[Partito Comunista Italiano]], fondata da Gaetano Po, insieme con Armando Solieri, Gherardo Guerzoni, Gino Gardosi, Elio Cavani ed Ettore Casalini. Dal 1921 al 1950, nel periodo primaverile, a Ravarino era solita la tradizionale "veglia rossa" che, tra il '21 e il '29 fu aspramente combattuta dal regime fascista.<ref>{{Cita|Lodi, 2016|p, pp. 114-116}}</ref>
 
Il 16 agosto [[1944]] i fascisti della [[Brigata Nera]] fucilarono davanti al municipio 5 uomini sospettati di appartenere alla [[Resistenza italiana|Resistenza locale]]. Di questi solamente due erano effettivamente partigiani<ref>[http://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=2958 Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia - ''Ravarino, 16.08.1944'']</ref>.
 
Anche Ravarino fu colpita duramente dai bombardamenti del Secondo conflitto mondiale: il 25 novembre 1944 aerei americani bombardarono un palazzo settecentesco dei Cavazzoni Pederzini e la vecchia stazione ferroviaria (a Ravarino faceva sosta il treno della vecchia linea della [[ferrovia Ferrara-Modena]]) che venne rasa completamente al suolo.<ref>{{Cita|Lodi, 2016|, pp. 120-121}}</ref>
 
=== XXI secolo ===
 
I [[terremoti dell'Emilia del 2012]] hanno coinvolto anche Ravarino, causando vari danni e lesioni soprattutto ad abitazioni meno recenti, alle chiese e a strutture agricole.<ref>{{cita web |url= http://www.comune.ravarino.mo.it/cultura_e_turismo/itinerari_storici_artistici_e_naturalistici/un_po_di_storia___.htm |titolo= Un po' di storia… |editore= Comune di Ravarino |accesso= 28 gennaio 2015 |dataarchivio= 23 settembre 2015 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150923205952/http://www.comune.ravarino.mo.it/cultura_e_turismo/itinerari_storici_artistici_e_naturalistici/un_po_di_storia___.htm |urlmorto= sì }}</ref>
 
=== Simboli ===
Lo stemma comunale è stato concesso con Regio decreto del 9 novembre 1933.<ref>{{cita web |url= http://www.comune.ravarino.mo.it/comune/stemma_e_gonfalone/index.htm |titolo= Stemma e Gonfalone |editore= Comune di Ravarino |accesso= 15 dicembre 2020 |dataarchivio= 29 dicembre 2019 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20191229215420/http://www.comune.ravarino.mo.it/comune/stemma_e_gonfalone/index.htm |urlmorto= sì }}</ref>
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
Sul territorio di Ravarino sono esistite diverse chiese. La prima, dedicata a S. Damiano è nominata in un Sinodo Nonantolano del 1101 ed oggi scomparsa, mentre una seconda della di "Abrenunzio" ed anch'essa scomparsa, era in località a sud-est di Stuffione, così come diversi oratori, uno tra cui dedicato a Santa Giustina. La diocesi di pertinenza è l'[[Arcidiocesi di Modena-Nonantola]], in particolare la zona pastorale della Bassa, Vicariato di Nonantola-Campogalliano-Soliera.<ref>{{Cita web|url=https://www.chiesamodenanonantola.it/wd-annuario-enti/parrocchia-s-giovanni-battista-ravarino-414/|titolo=PARROCCHIA “S. GIOVANNI BATTISTA” RAVARINO|accesso=7 luglio 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.parrocchiaravarino.eu/|titolo=Parrocchia di Ravarino Rami Stuffione|accesso=7 luglio 2025}}</ref>
 
'''Chiesa di San Giovanni Battista (Ravarino)'''
 
[[File:Chiesa Ravarino (MO) - chiesa di San Giovanni Battista.jpg|thumb|Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista (Ravarino)]]
[[File:Ravarino angolo campanile, lapide e san Rocco.jpg|thumb|Campanile della chiesa parrocchiale di Ravarino, con lapide a Guido Rangoni e l'oratorio di San Rocco]]
 
Nel 1199 appare quale Rettoria sotto la congregazione della “Pieve di Santa Maria di Bodruncio o Abrenunzio” ed era dedicata dapprima ai [[Cosma e Damiano|Santi Cosma e Damiano]], poi a [[Giovanni Battista|San Giovanni Battista]]. Di certo diviene l'unica chiesa di riferimento del territorio dalla metà del '400 con la soppressione della Pieve.<ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 31-45}}</ref><ref>{{Cita|Lodi, 1995|p. 183}}</ref> Orientata canonicamente da ovest ad est è testimoniata anche durante la pestilenza del 1630 con annesso cimitero. La chiesa è raffigurata infatti in un disegno eseguito nel 1688 dal perito Pellegrino Malagoli insieme al maestoso campanile.  Nel piazzale posto davanti alla chiesa si tenevano le pubbliche adunanze, come quella del 21 settembre 1310 nella quale gli Amministratori Comunali dettero Ravarino a Bologna.
 
Da segnalare la balconata con organo e un [[fonte battesimale]] in marmo datato 1464, così come dello stesso secolo sono le murature esterne e l’originaria torre campanaria a pianta quadrangolare. Il campaniele, sormontato da una cuspide conica di schietta ispirazione ravennate che ne attestava la grande antichità, venne a crollare nel 1710 ma fu ricostruito nel 1862 sulle antiche fondamenta in simpatico stile campagnolo con accentuata e caratteristica atmosfera spirituale a spese dell’allora parroco don Costanzo Accorsi, protonario apostolico, lungo il lato sinistro (l’ubicazione primitiva era dietro l’abside). Vi è tutt’oratuttora visibile una lapide in commemorazione della ricostruzione<ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 90}}</ref>. Dal 1960 ha subito devastanti interventi che l’hanno deturpata. Gli interni riportano le decorazioni del pittore ravarinese Silvestro Bergamini. La pala dell'altare maggiore raffigura San Giovanni Battista nel deserto è di [[Giovanni Giaroli]] per volere del marchese Luigi Rangoni<ref>{{Cita web|url=https://cicloviadelsole.it/home/territorio/ravarino/chiesa-di-s-giovanni-battista/|titolo=Chiesa di S. Giovanni Battista|curatore=Ciclovia del Sole|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Quirino Bigi|titolo=Notizie di Antonio Allegri di Antonio Bartolotti suo maestro e di altri pittori ed artisti correggiesi|anno=1873|editore=Tip. di C. Vincenzi|città=Modena|p=227|SBN=RMR0016060}}</ref>
 
===== Oratorio di San Rocco nuovo (Ravarino) =====
[[File:Oratorio S. Rocco Ravarino.jpg|thumb|Oratorio S. Rocco Ravarino]]
ErettoIn sullarealtà stradaun Maestraprimo nelOratorio di San Rocco fu eretto attorno al vecchio cimitero degli appestati nella primavera del 1631, come ex-voto per la fine della peste<ref>{{Cita libro|autore=Bruno Lodi|altri=presentazione di Gabriella Guandalini|titolo=Al nostar Sa Roch : la peste a Ravarino|anno=1989|editore=Comune|città=Ravarino|p=93|citazione=Nella primavera del 1631, connon appena si calmò il contributofurore della famigliapandemia [[Cavazzonie potè esservi a disposizione maggior quantità di mano d'opera, il Consiglio Comunale di Ravarino chiese al Vicario della Diocesi di Nonantola licenza di poter adempiere il voto fatto l'anno precedente, cioè di erigere un Oratorio in onore di San Rocco nel cimitero della peste, licenza concessa loro il 20 maggio dello stesso 1631}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Bruno Lodi|titolo=Indagine conoscitiva sulla gestino de l'Oratorio di San Rocco in Ravarino|anno=1986|editore=s.e. (stampato in proprio)|città=s.l.|pp=5-Pederzini6|Cavazzonicitazione=Dalla Pederzini]via San Rocco si entrava in quel cimitero tramite un portone sostenuto da due colonne [...] il 22 luglio 1760 il Vicario generale monsignor Domenico Antonio Baccarini lo trovò in pessimo stato e comandò che si riedificasse l'Oratorio.}}</ref>. L'edificio, posto a metà circa dell'attuale "Via San Rocco", cadde in disuso nel 1721. edVe attualmentene èfu edificato un secondo, nel 1760, questa volta sulla Strada Maestra, ben visibile ancora oggi ma attualmente chiuso al pubblico<ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. Anche72-73|citazione=Lodi percita la documentazione presso l'Archivio storico del Comune di Ravarino, rispettivamente il Libro dei conti e il Libro degli Atti civili dal 1710 al 1754, p. 77 "per la riedificazione di S. Rocco"}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Bruno Lodi|titolo=Indagine conoscitiva sulla gestione de l'Oratorio di San Rocco in Ravarino|anno=1986|editore=s.e. (stampato in proprio)|città=s.l.|p=7|citazione=L'Oratorio di San Rocco Nuovo, edificio a pianta rettangolare, unica navata, tetto a campana, facciata che guarda a mezzogiorno sulla via Maestra di Ravarino}}</ref>. Fu soggetto a restauro per il quale vi intervenne la famiglia Cavazzoni Pederzini, devotissima alla chiesa stessa, come testimonia una lapide posta dagli eredi di Antonio Pederzini nel 1815. Vi fu sepolto anche il celebre Fortunato Cavazzoni Pederzini. All'interno si conservava una prestigiosa [[Pala d'altare|pala d’altare]] di autore ignoto che raffigura la Madonna del Rosario in compagnia dei santi Rocco e Sebastiano che proteggono il paese di Ravarino con ancora visibili le mura, i torrioni e il palazzo Rangoni. La pala, recentemente restaurata, attualmente è in Municipio.<ref name="cicloviadelsole.it"/><ref name="ReferenceA"/><ref name="ReferenceB"/><ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 74}}</ref><ref>{{cita web |url= https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/0800257537|titolo= Catalogo generale dei Beni culturali, Oratorio di San Rocco Ravarino |accesso= 27 giugno 2025}}</ref><ref>{{cita web |url= https://dati.beniculturali.it/lodview-arco/resource/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/0800257537.html|titolo= Oratorio di San Rocco, Ravarino (MO) |accesso= 27 giugno 2025}}</ref><ref>{{cita web |url= https://nl.outdooractive.com/nl/poi/province-of-modena/comune-di-ravarino/54756904/|titolo= Outdooractive. Comune di Ravarino|accesso= 27 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.tourer.it/scheda?oratorio-di-san-rocco-ravarino|titolo=Oratorio di San Rocco, Ravarino|editore=Piano Cultura e Turismo del MiBACT, Segretariato regionale per l'Emilia-Romagna|accesso=2 luglio 2025}}</ref><ref name="ReferenceB" /><ref>{{Cita libro|autore=Giovanni Serra|curatore=a cura dell'Ordine dei medici della provincia di Modena|titolo=La peste dell'anno 1630 nel Ducato di Modena|anno=1960|editore=Società tipografica editrice modenese|città=Modena}}</ref>
 
===== Oratorio della Beata Vergine di Fatima (Ravarino) =====
Si tratta di un oratorio sussidiario sorto attorno agli anni ’60.
 
===== Chiesa di San Martino in Cozzano (Ravarino) =====
Andata completamente distrutta durante l’assedio di Nonantola del 20 luglio 1643, è ricordata da [[Girolamo Tiraboschi]] in “Storia dell’Augusta badia di San Silvestro di Nonantola” del 1784. Quello che oggi rimane è un pilastro sormontato da una croce che si trova nei pressi della fontana della località Ca’ Rossa <ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 78 su riferimento di G. Tiraboschi, Storia dell’Augusta badia di San Silvestro di Nonantola, 1784, p. 284}}</ref>
 
=== Architetture civili ===
 
===== Municipio o Palazzo comunale =====
[[File:Comune o Municipio di Ravarino.jpg|thumb|Sede del Comune di Ravarino]]
Il primitivo palazzo comunale venne completamente raso al suolo durante la guerra di Castro nel 1643. Oggi quel poco che resta della parte delle fondamenta del vecchio palazzo comunale si possono oggi vedere nel tratto di parco che unisce Via Roma a Via Borgo Franco. Successivamente (1730) la sede comunale venne posta al “Canaletto”, in una casa vicino al canale che costeggia il paese sul lato sud e poco distante dal mulino, vicino al “ponte dei Serafini” , Dopo l’unità d’Italia la sede comunale fu dapprima ospitata provvisoriamente nella casa del signor Guandalini Pederzini Achille e poi in quella che è l’attuale sede, edificata agli inizi degli anni '30 ed inaugurata nel [[1934]]<ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 95}}</ref>.
 
Il Comune conserva i cimeli di pregio del territorio, come una vasta collezione di strumenti di artigianato locale, al secondo piano il Fondo librario “Cavazzoni Pederzini” e l’archivio storico, mentre al terzo piano è l’l{{'}}''Antiquarium'' dedicato al maestro Bruno Lodi (1921-2021)<ref>{{Cita web|autore=Chiara Pignatti|url=https://www.gazzettadimodena.it/modena/cronaca/2021/05/11/news/morto-bruno-lodi-storico-e-maestro-1.40262543|titolo=Morto Bruno Lodi storico e maestro|editore=Gazzetta di Modena|citazione=Classe 1921, era conosciuto con l’appellativo “Maestro” grazie ai decenni d’insegnamento presso la scuola elementare Michelangelo Buonarroti. Un’altra ragione all’origine del soprannome è la passione infinita per la storia, da cui era nata un’intensa attività sia di ricercatore sia di scrittore. Le sue opere costituiscono il nucleo principale per la ricostruzione storica del territorio ravarinese.|accesso=28 giugno 2025}}</ref> con svariati reperti archeologici.<ref>{{Cita web|url=https://cultura.gov.it/luogo/mostra-storico-didattica-permanente-di-ravarino|titolo=Mostra storico didattica permanente di Ravarino|editore=Ministero della Cultura|citazione=La mostra storico-didattica permanente consegue all'attività di ricerca programmata dal Comune e dal consiglio di interclasse delle scuole locali ed eseguita dal Gruppo comunale per la ricerca antropostorica, dagli alunni delle scuole e dalle loro famiglie, con la collaborazione di tutti i cittadini. Dalle prime mostre allestite nel 1978 e nel 1980 ha preso corpo l'esposizione permanente di materiali paleontologici e archeologici di età romana e medioevale. Si tratta di frammenti di suppellettili, vasi, oggetti in metallo, lucerne, che consentono di ricostruire alcuni aspetti della vita quotidiana delle popolazioni antiche per una prevalente fruizione didattica.|accesso=5 luglio 2025|dataarchivio=2020-04-14}}</ref>
 
All’interno del complesso ha sede anche la Scuola Secondaria I grado di Ravarino.
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Maestoso complesso di abitato della prima metà dell’800 che sorge sulla riva destra del fiume Panaro, in quella che veniva definita “la riviera”, un’elegantissima successione di ville gentilizie un tempo raggiungibili per via fluviale. Composto da quattro edifici distinti: villa padronale, l’ex casa colonica, la serra e l’oratorio. Lesionata dal sisma del maggio 2012 è tuttora in restauro.<ref name="Palazzo di Donna Clarina | Ciclovia del sole" /><ref name="Ravarino - VisitModena" />
 
===== Il Palazzo di Donna Clarina =====
Oggi abitazione privata, è la tipica corte chiusa sul lato orientale opposto al fiume [[Panaro]] con palazzo padronale al centro e fabbriche ai lati dove in passato si trovavano scuderie ed abitazioni della servitù. Nel 1612 era chiamato “Palatio del Conte Claudio Rangoni Vescovo di Reggio”, dal quale lo ereditò, nel 1621, il fratello Conte Gherardo Rangoni, feudatario di Ravarino. Da qui l'altro suo nome “Palazzo del Vescovo”. Dal 1663 diventa il “Casino del Conte Lotario”. Nel 1700 passa in eredità a Donna Clarina Rangoni (della medesima famiglia), che vi abitò fino alla morte avvenuta nel 1744, che fu poetessa, faceva parte dell'Accademia degli Arcadi e andò in sposa a Giambattista Castellano, ciambellano e consigliere dell'imperatore [[Leopoldo I d'Asburgo]], già commissario con pieni poteri amministratore del Ducato di Mantova. Particolarmente pittoresca è la torre (sec. XVI) che s’innalza alla sinistra del caseggiato.<ref name="Palazzo di Donna Clarina | Ciclovia del sole">{{Cita web|url=https://cicloviadelsole.it/home/territorio/ravarino/palazzo-di-donna-clarina-3/|titolo=Palazzo di Donna Clarina|editore=Ciclovia del Sole|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref name="Ravarino - VisitModena">{{Cita web|url=https://www.visitmodena.it/it/scopri-modena/scopri-il-territorio/ravarino#:~:text=Ravarino%20%C3%A8%20una%20cittadina%20della,per%20stabilire%20il%20proprio%20castrum.|titolo=Ravarino - VisitModena|editore=Sito Ufficiale di Informazione Turistica di Modena|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|autore=Rolando Bussi|url=https://www.gazzettadimodena.it/tempo-libero/2017/03/16/news/ravarino-storie-e-volti-della-terra-dei-rangoni-1.15029587|titolo=Ravarino, storie e volti della terra dei Rangoni|editore=Gazzetta di Modena|accesso=25 giugno 2025|dataarchivio=16 marzo 2017}}</ref>
 
===== Lastra ai fucilati del 16 Agosto a Ravarino =====
In Piazza oggi denominata "Martiri della Libertà", n. 99, è una lapide in marmo bianco che ricorda le vittime di una terribile rappresaglia nazi-fascista. Il 16 agosto 1944, un funzionario fascista si ferì accidentalmente al piede con un colpo della propria rivoltella e denunciò di essere stato vittima di un tradimento. L’episodio avvenne nello stesso giorno in cui altri partigiani uccisero il console della Milizia della RSI [[Filiberto Nannini]]. I fascisti della zona reagirono coinvolgendo la [[Brigate nere|Brigata Nera]] di Crevalcore. Ci fu un rastrellamento nel piccolo borgo di Case Nuove. Tutti i maschi (una ventina di uomini) del borgo furono portati nella piazza centrale di Ravarino, e cinque di loro scelti a caso, dopo un processo sommario, finirono davanti al plotone d'esecuzione: Belisle Borsari, Mario Morselli, Elio Barbieri, Giuseppe Benatti e il giovane diciottenne Lauro "Achille" Bertelli. Sotto alla lapide è una piccola targa con una poesia di [[Kriton Athanasulis]], sulla lapide i nomi dei caduti.<ref>{{Cita web|url=https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Ravarino_16_agosto_1944.pdf|titolo=Episodio di Ravarino, 16.08.1944|curatore=Daniel Degli Esposti|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://memorialedigitale.it/cippi/lastra-ai-fucilati-del-16-agosto-a-ravarino/|titolo=Lastra ai fucilati del 16 Agosto a Ravarino|editore=ANPI|accesso=28 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.pietredellamemoria.it/pietre/lapide-a-mario-morselli-belisle-borsari-elio-barbieri-giuseppe-benatti-lauro-bertelli-ravarino/|titolo=Lapide a Mario Morselli, Belisle Borsari, Elio Barbieri, Giuseppe Benatti, Lauro Bertelli – Ravarino|editore=Pietre della Memoria. Il segno della storia.|accesso=28 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 119-121: Anche secondo lo storico Bruno Lodi i militi della Brigata Nera di Crevalcore effettuano questa rappresaglia per vendicare un attentato subito dal vicereggente del Partito Fascista Repubblicano di Ravarino}}</ref>
 
===== Monumento ai Paracadutisti d'Italia in memoria dell'[[operazione Herring]] =====
Il 2 giugno 2017 è stato inaugurato a Ravarino il monumento ai Paracadutisti d'Italia in memoria dell'operazione Herring, nella quale fu coinvolto anche Ravarino<ref>{{Cita web|url=https://www.modenatoday.it/attualita/festa-repubblica-ravarino-2-giugno-2025.html|titolo=Festa della Repubblica, a Ravarino celebrati gli 80 anni dall’Operazione Herring|editore=© ModenaToday|accesso=2 luglio 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.pietredellamemoria.it/pietre/monumento-ai-paracadutisti-ditalia-ravarino|titolo=Monumento ai Paracadutisti d’Italia – Ravarino|editore=Pietre della Memoria. Il segno della storia.|accesso=2 luglio 2025}}</ref>
 
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* 1º maggio: [[Calendimaggio]], festa in tema medievale
* 8 settembre: sagra del santuario della Beata Vergine delle Grazie di Stuffione.
* mese di marzo: "Non TemiAMO la Matematica”, rassegna che promuove la cultura scientifica attraverso incontri pubblici e conferenze divulgative a cui hanno partecipato personalità come [[Piergiorgio Odifreddi]] e [[Bruno D'Amore]] (nel 2025 è stata la 13. edizione) <ref>{{Cita web|url=https://www.modenatoday.it/eventi/cultura/torna-non-temiamo-la-matematica-la-rassegna-che-promuove-la-cultura-scientifica.html|titolo=Torna “Non TemiAMO la Matematica” la rassegna che promuove la cultura scientifica|editore=© ModenaToday|accesso=28 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.sulpanaro.net/2025/02/a-ravarino-ce-non-temiamo-la-matematica-dall1-al-22-marzo/|titolo=A Ravarino c’è “Non temiamo la matematica” dall’1 al 22 marzo|curatore=Redazione "Sul Panaro"|accesso=2 luglio 2025}}</ref>
 
== Cultura ==
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[[File:Biblioteca comunale di Ravarino "Sibilla Aleramo".jpg|thumb|Biblioteca comunale di Ravarino "Sibilla Aleramo"]]
[[File:Fortunato Cavazzoni Pederzini, Delle antichità di Ravarino (1860).jpg|thumb|Fortunato Cavazzoni Pederzini, Delle antichità di Ravarino (1860)]]
* Biblioteca comunale [[Sibilla Aleramo]], con il fondo storico [[Fortunato Cavazzoni Pederzini]].<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.ravarino.mo.it/vivere-ravarino/luoghi/biblioteca-comunale-sibilla-aleramo|titolo=Biblioteca Comunale Sibilla Aleramo. Polo culturale comunale con biblioteca|editore=Comune di Ravarino|accesso=24 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://anagrafe.iccu.sbn.it/isil/IT-MO0110|titolo=Anagrafe delle Biblioteche italiane, Biblioteca comunale "Sibilla Aleramo" Ravarino (MO)|accesso=24 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.bibliomo.it/SebinaOpac/library/RAVARINO-Comunale%20Sibilla%20Aleramo/MODRV|titolo=RAVARINO-Comunale Sibilla Aleramo|accesso=24 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.modenatoday.it/attualita/inaugurazione-polo-culturale-aleramo-ravarino-30-marzo-2019.html|titolo=Apre il nuovo Polo culturale a Ravarino, gli studenti intitolano la biblioteca a Sibilla Aleramo|editore=© ModenaToday|citazione="Si tratta di una raccolta di libri molto rari, di cui alcuni non presenti in altre biblioteche e che rappresentano la storia socioculturale non solo del territorio ma anche delle vicende dell'epoca"|accesso=24 giugno 2024|dataarchivio=30 marzo 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/biblioteche/catalogazione-dei-beni-librari-e-documentari/catalogazioni-concluse/una-promessa-da-mantenere/foto-biblioteca-comunale-ravarino|titolo=Galleria fotografica: Biblioteca comunale “Sibilla Aleramo” di Ravarino - catalogazione “Biblioteca Fortunato Cavazzoni Pederzini”|sito=Regione Emilia-Romagna, Patrimonio Culturale|accesso=24 giugno 2025}}</ref>
* Archivio privato Famiglia Cavazzoni Pederzini.<ref>{{Cita web|url=https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=IBCAS00418&munu_str=0_1_1&numDoc=7&docStart=&backward=&hierStatus=2,1,0&docCount=25&physDoc=23&comune=Ravarino|titolo=Archivio Famiglia Cavazzoni Pederzini [(1200] - 1970)|editore=Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna|accesso=28 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=IBCAS00418&munu_str=0_1_1&numDoc=69&docCount=25&docToggle=1&physDoc=1&comune=Ravarino|titolo=Archivio Famiglia Cavazzoni Pederzini ([1200] - 1970)|editore=Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna|accesso=28 giugno 2025}}</ref>
* Museo - Antiquarium comunale e mostra storico-didattica "Bruno Lodi", che raccoglie reperti archeologici del territorio ravarinense come frammenti di suppellettili, vasi, oggetti in metallo, lucerne<ref>{{Cita web|url=https://cultura.gov.it/luogo/mostra-storico-didattica-permanente-di-ravarino|titolo=Mostra storico didattica permanente di Ravarino|accesso=24 giugno 2025}}</ref>.
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Scuola Primaria "Michelangelo Buonarroti"
 
Scuola Secondaria di 1°grado "Tina Anselmi"
Istituto Comprensivo 2 I.C. Ravarino
 
==== Teatri ====
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* {{cita libro|titolo=Ravarino in cartolina|autore=Giorgio Fava|editore=Il Fiorino|città=Modena|anno=2021|isbn=978-88-7549-896-2|SBN=MOD1733206}}
* {{cita libro|titolo=Ravarino e Ravarinesi : (memorie storiche del Comune di Ravarino)|autore=Bruno Lodi|editore=Artestampa|città=Modena|anno=2016|isbn=978-88-6462-434-1|cid=Lodi, 2016}}
* {{cita libro|titolo=Etnografia. Itinerari storici nella Emilia Centrale: L'uomo e l'ambiente, itinerari ravarinesi |autore=Bruno Lodi|editore=Comune di Ravarino|città=Ravarino|anno=1995|SBN=UBO098000}}
* {{cita libro|titolo=Il territorio (2 volumi). Itinerari storici nella Emilia Centrale|autore=Bruno Lodi|editore=Nuovagrafica|città=Carpi|anno=1995|SBN=MOD1384817}}
* {{cita libro|titolo=Del ponte tra Solara e Stuffione|autore=Bruno Lodi|editore=Alices graf|città=Ravarino|anno=1990|SBN=CFI0219461}}
* {{cita libro|titolo=Parrocchia di Ravarino : notizie storiche|autore=Boguslaw Kulesza ; presentazione: Riccardo Fangarezzi|editore=Centro Studi Storici Nonantolani|città=Nonantola|anno=2015|isbn=978-88-6462-373-3|SBN=MOD1653814}}
* {{cita libro|titolo=Al nostar Sa Roch : la peste a Ravarino|autore=Bruno Lodi ; presentazione: Gabriella Guandalini|editore=Comune di Ravarino|città=Ravarino|anno=1989|SBN=UBO0081225}}
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* {{cita libro|titolo=The challange of autenticity : the collection of drawings given by Francis Bacon to Cristiano Lovatelli Ravarino between 1977 and 1992|autore=[[Umberto Guerini]]|editore=FBF|città=Londra|anno=2012|SBN=TO01928279}}
* {{cita libro|titolo=Appunti per il ricorso contro la proposta di inclusione del Comune di Ravarino nel comprensorio del Consorzio di bonifica del Cavamento Palata|autore=Luigi Perdisa|editore=Stab. graf. F.lli Lega|città=Faenza |anno=1955|SBN=UBO2936507}}
* {{cita libro|titolo=La conoscenza unisce : biblioteche e scuola pubblica dal 1861 al Secondo dopoguerra a Bastiglia, Bomporto e Ravarino : mostra storico-didattica|autore=Chiara Ansaloni ... et al. (testi a cura di)|editore=s.e.|città=s.l.|anno=2011|SBN=MOD1617482}}
 
== Voci correlate ==