Ravarino: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Bot: sostituisco Chiesa_Ravarino.jpg con File:Ravarino_(MO)_-_chiesa_di_San_Giovanni_Battista.jpg (da CommonsDelinker per: File renamed:). |
|||
(26 versioni intermedie di 7 utenti non mostrate) | |||
Riga 34:
'''Ravarino''' (''Ravarèin'' in [[dialetto modenese]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Modena]] in [[Emilia-Romagna]], situato a nord-est del capoluogo nelle campagne che si estendono fino all'argine destro del fiume Panaro. Fa parte dell'[[Unione dei comuni del Sorbara|Unione del Sorbara]].<ref>{{Cita web|url=https://www.unionedelsorbara.mo.it/|titolo=Regione Emilia-Romagna. Unione Comuni del Sorbara|data=2025-07-2}}</ref>
Si tratta del primo comune modenese in linea d’aria appena dopo la provincia di Bologna, a
== Toponimo ==
Riga 46:
“Difficile è descrivere le memorie storiche di Ravarino e del suo territorio, non essendo in esso accaduti fatti memorabili o di qualche risonanza, non essendovi più edifici antichi, essendo fortemente lacunosa la documentazione scritta”<ref>{{Cita libro|autore=Bruno Lodi|titolo=Ravarino e Ravarinesi : (memorie storiche del Comune di Ravarino)|data=1969|anno=riedizione 2016|editore=Artestampa|città=Modena|p=9|ISBN=978-88-6462-434-1|SBN=UBO4216323}}</ref>
Il territorio di Ravarino reca tracce archeologiche che testimoniano insediamenti umani fin dall'[[preistoria|età preistorica]], più significativi in [[Storia romana|età romana]], quando vennero bonificate gran parte delle paludi esistenti. Di particolare interesse storico è un cippo romano di età augustea ed il quadrilatero di Castel Crescente.<ref>Lodi, 2016, pp. 13-16: il cippo
=== Periodo medievale ===
Riga 53:
Il primo documento scritto in cui compare ufficialmente il nome di Ravarino è una [[pergamena]] dell'[[abbazia di Nonantola]] datata 27 marzo [[1002]]. Nel documento l'abate Rodolfo affitta ad un tale ''Albrico del fu Gisone da Sala'', terreni “et in loco Ravarino” per un canone annuo di “quattro denari lucchesi buoni e spendibili”<ref>{{Cita web|url=https://www.sagreeborghi.it/scheda-turistica?s=PWdUTw==|titolo=RAVARINO|sito=Copyrights © 2018 Sagre & Borghi|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref>Lodi, 2016, p. 20, sulla base degli studi condotti già da Girolamo Tiraboschi e Giuseppe Spinelli. Lo stesso Lodi afferma che la principale fonte di notizie sul territorio è data dai documenti dell’archivio abbaziale di Nonantola, ma gravemente lacunosi e nell’archivio comunale di Ravarino i primi documenti datano al secolo XVIII essendo andato a fuoco in quel periodo il palazzo del Pretorio</ref>
Fino al [[secolo XIII]] il toponimo Ravarino si mescola assieme
Il toponimo Ortovecchio o Orto Vecchi comparirà
Il 21 settembre [[1310]], in un periodo di continui e gravi guerre tra Modena e Bologna, l'assemblea popolare si riunisce e decreta la sottomissione di Ravarino al Comune di Bologna, la cui giurisdizione però risulta già cessata nel [[1316]]. Il 23 aprile [[1333]] il territorio comunale viene dichiarato [[feudo]] nobile, con il nome di Contea di Borgo Franco e di Castel Crescente, e re [[Giovanni I di Boemia]], reggente l'[[Sacro romano impero|impero]] per il figlio [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo lV]] lo conferisce al suo medico personale, il famoso modenese [[Pietro Della Rocca]]. Nel documento imperiale abbiamo infatti la dicitura “locum qui dicitur Castel Crescente et locum qui dicitur Burgos Francus positos in territorio mutinensi … et cum fondo aque Panarii a loco videlicet dicto Volta Salara et per valles usque in fudum canalis Navigli” ovvero “il luogo che è detto Castel Crescente e il luogo che è detto Borgo Franco posti nel territorio modenese … e col fondo dell’acqua del Panaro dal luogo cioè detto Volta Salara e per il letto fino alla foce del canale Naviglio”. Tale avvenimento da contributo alla formazione della situazione topografica ravarinese ovvero della deviazione del fiume Panaro “voltato a Solara”
I primi documenti dell'archivio parrocchiale risalgono al 1565 e il primo parroco "Rector ecclesiae S. Joannis de Orto veteri de Raverino" fu Don Ercole Vaccari (1550-1624), ravarinese, poi Arciprete di Nonantola, vescovo di Rossano ; morì recandosi a Roma a ricevervi la sacra porpora sotto Urbano VIII.<ref name="Lodi-60">{{cita|Lodi|p. 60}}</ref><ref>Gaetano Montagnani, Storia dell'augusta badia di S. Silvestro di Nonantola, 1838, p. 78</ref><ref>{{Cita web|url= https://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bvaccarie.html|titolo=Arcivescovo Ercole Vaccari †|sito=La gerarchia della Chiesa cattolica. Informazioni attuali e storiche sui suoi vescovi e diocesi|accesso=5 luglio 2025}}</ref>▼
=== Signoria dei Rangoni ===
La storia di Ravarino si intreccia nei secoli con quella della famiglia Rangoni, uno dei più potenti casati del modenese che già dal [[1321]] inizia ad acquistare proprietà nel territorio. Nei documenti dell'Archivio di Stato di Modena troviamo che tale Pietro della Rocca cedeva il feudo ai Rangoni che si trasferiscono da Modena a Ravarino e cercano di dare alla loro abitazione in loco un carattere militare e signorile.
Il 12 settembre 1445 il marchese di Ferrara ordina al podestà di Finale Emilia di recarsi a Ravarino “ad omnem requisitionem Gerardi Rangoni visurus illud fortilicium quod illic fabricatur” (a vedere per ogni informazione quel fortilizio di Gherardo Rangoni che si sta qui fabbricando), mentre il [[9 settembre]] [[1453]] Niccolò Maria Rangoni ottiene dal duca Borso d'Este , vicario imperiale, l'investitura a conte di Ravarino e Castel Crescente.<ref>Lodi, 2016, pp. 47-48: “iure feudi nobilis de terra Castri Crescentis e de terra Burgi Franchi, ecc. et cum fundo atque Panarii hoc loco ‘detto Volta Salara’ et, per valles usque in fundum canalis Navigii … et prout et similiter continentur in privilegiis imperialibus olim concessis q. mag. Pietro della Rocca fisico … et ab hinc in antea creati et veri comites ab omnibus appellari et nominari haberi… // con diritto di feudo nobile della terra di Castel Crescente e della terra di Borgofranco … e con il fondo dell’acqua del Panaro e per le valli fino alla fine del canale di Modena e secondo e similmente è contenuto nei privilegi imperiali già un tempo concessi al fu maestro Pietro della Rocca fisico … e da questo momento in avanti siete creati conti e come tali dovete da tutti essere ritenuti e chiamati.</ref>▼
▲Il 12 settembre 1445 il marchese di Ferrara ordina al podestà di Finale Emilia di recarsi a Ravarino “ad omnem requisitionem Gerardi Rangoni visurus illud fortilicium quod illic fabricatur” ("a vedere per ogni informazione quel fortilizio di Gherardo Rangoni che si sta qui fabbricando"), mentre il [[9 settembre]] [[1453]] Niccolò Maria Rangoni ottiene dal duca [[Borso d'Este
Il primo documento ufficiale che possediamo prodotto dal Comune di Ravarino è di questo periodo. Data 31 agosto 1462, ed è un documento purtroppo mutilo e destinato al Duca Borso D’Este, in cui si fa riferimento ad un certo “homo diabolicus” che andava terrorizzando il territorio<ref>Lodi, 2016, pp. 48-49: un tale “Gaspare” “chel buta fogo per la bocha per lo naxo et per le orecie”. Lo stesso Lodi afferma come forse fosse una sorta di superstizione del luogo.</ref>▼
Ravarino diventa ufficialmente una contea retta dai Rangoni. I loro discendenti, tra cui si segnala il condottiero [[Ercole Rangoni (condottiero)|Ercole]] (... – Modena, 27 maggio 1572), reggeranno il territorio, nella forma di governo mediato, cioè quasi stato autonomo nel [[Ducato estense]], sino alla soppressione dei feudi, avvenuta nel settembre [[1796]].▼
▲Il primo documento ufficiale che possediamo prodotto dal Comune di Ravarino è di questo periodo. Data 31 agosto 1462, ed è un documento purtroppo mutilo e destinato al Duca Borso D’Este, in cui si fa riferimento ad un certo “homo diabolicus” che andava terrorizzando il territorio.<ref>Lodi, 2016, pp. 48-49: un tale “Gaspare” “chel buta fogo per la bocha per lo naxo et per le orecie”. Lo stesso Lodi afferma come forse fosse una sorta di superstizione del luogo.</ref>
Le testimonianze documentarie degli anni tra 1500 e 1600 raccontano di una situazione difficile in continua apprensione per furti, saccheggi e rapine da parte delle soldatesche dei territori confinanti, come nonantolani e soprattutto bolognesi a cui si aggiungeva la durezza dei Rangoni tanto che in un documento datato 1602 i rappresentanti del comune di Ravarino chiedono ai Rangoni stessi “la correzione di alcune gride che imponevano condizioni ritenute troppo gravi ed i conti concedono quanto richiesto, ripubblicandone varie con relative correzioni” <ref name="Lodi-67">{{cita|Lodi|p. 67. Il prof. Lodi lo definisce testualmente un “clima manzoniano” (p. 70)}}</ref>▼
▲Ravarino diventa ufficialmente una contea retta dai Rangoni
Sotto il loro governo il territorio è caratterizzato dalla costruzione di numerosi palazzi e chiese, tra le quali si segnala il santuario e chiesa parrocchiale di [[Stuffione]]. Di particolare interesse è stato il Castello o Palazzo Rangoni già esistente nel 1445 ed andato completamente distrutto nel 1643 e ricordato nel dipinto di San Rocco. <ref name="Lodi-73">{{cita|Lodi|p. 73}}</ref>▼
=== Pestilenza del 1630 ===▼
Nel [[1630]] Ravarino fu colpita dalla celebre [[Peste del 1630]] (di manzoniana memoria). Dai registri parrocchiali risultano decedute oltre 300 persone (un quarto della popolazione). In quella occasione i rappresentanti della comunità decisero di far edificare un oratorio dedicato a San Rocco, in gran parte sovvenzionato dal nobile ed erudito [[Fortunato Cavazzoni Pederzini]], che ivi volle essere sepolto.<ref name="ReferenceA">{{Cita libro|autore=Giovanni Serra|curatore=Ordine dei medici della provincia di Modena|titolo=La peste dell'anno 1630 nel Ducato di Modena|anno=1960|editore=Società tipografica editrice modenese|città=Modena}}</ref><ref name="ReferenceB">{{Cita libro|autore=Bruno Lodi|titolo=Al nostar Sa Roch : la peste a Ravarino|anno=1989|editore=Comune|città=Ravarino|SBN=UBO0081225}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Opuscoli religiosi, letterarj e morali, serie 2., tomo 4.|data=2 luglio 2025|anno=1864|editore=Tipografia Soliani|città=Modena|pp=393-395|citazione="Le sue spoglie mortali riposano nella nativa sua villa di Ravarino, nell'Oratorio di San Rocco ove sono le sue tombe di famiglia"|SBN=RAV0204725}}</ref>▼
▲Le testimonianze documentarie degli anni tra 1500 e 1600 raccontano di una situazione difficile in continua apprensione per furti, saccheggi e rapine da parte delle soldatesche dei territori confinanti, come nonantolani e soprattutto bolognesi a cui si aggiungeva la durezza dei Rangoni tanto che in un documento datato 1602 i rappresentanti del comune di Ravarino chiedono ai Rangoni stessi “la correzione di alcune gride che imponevano condizioni ritenute troppo gravi ed i conti concedono quanto richiesto, ripubblicandone varie con relative correzioni”
▲
▲
▲=== Pestilenza del 1630 ===
▲Nel [[1630]] Ravarino fu colpita dalla celebre [[Peste del 1630]] (di manzoniana memoria). Dai registri parrocchiali risultano decedute oltre 300 persone (un quarto della popolazione). In quella occasione i rappresentanti della comunità decisero di far edificare un oratorio dedicato a San Rocco, in gran parte sovvenzionato dal nobile ed erudito [[Fortunato Cavazzoni Pederzini]], che ivi volle essere sepolto.<ref name="ReferenceA">{{Cita libro|autore=Giovanni Serra|curatore=Ordine dei medici della provincia di Modena|titolo=La peste dell'anno 1630 nel Ducato di Modena|anno=1960|editore=Società tipografica editrice modenese|città=Modena}}</ref><ref name="ReferenceB">{{Cita libro|autore=Bruno Lodi|titolo=Al nostar Sa Roch : la peste a Ravarino|anno=1989|editore=Comune|città=Ravarino|SBN=UBO0081225}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Opuscoli religiosi, letterarj e morali, serie 2., tomo 4.|data=2 luglio 2025|anno=1864|editore=Tipografia Soliani|città=Modena|pp=393-395|citazione="Le sue spoglie mortali riposano nella nativa sua villa di Ravarino, nell'Oratorio di San Rocco ove sono le sue tombe di famiglia"|SBN=RAV0204725}}</ref> Il morbo sconvolse profondamente la vita cittadina tanto che si tornò alla normalità solo due anni dopo, nel 1632.<ref>Lodi, 2016, p. 73. Lodi cita a sua volta una lettera del feudatario conte Gherardo Rangoni indirizzata al Sig. Codebò: “… La mia solita fiera di Ravarino [quella di S. Martino] fu sospesa per il contagio, ne sentirei danno hora che le cose sono ridate Dio grazia in buon stato…”</ref>
=== Guerra di Castro ===
Riga 80 ⟶ 82:
Come non bastasse la pestilenza, il fatto bellico più memorabile accadde il 22 novembre [[1643]], nel contesto della [[guerra di Castro]] che vedeva contrapposto lo Stato della Chiesa contrapposto ai Ducati di Modena e Parma, Granducato di Toscana e Repubblica di Venezia e le truppe papaline del cardinale [[Antonio Barberini (cardinale 1627)|Antonio Barberini]]. Queste ultime rasero al suolo il paese ed asportarono le campane delle chiese di Ravarino e di Stuffione per portarle a Bologna, dove vennero suonate in [[Piazza Maggiore]].<ref>Lodi, 2016, p. 76</ref><ref>{{Cita libro|autore= Alessandro Giuseppe Spinelli|titolo= Le campane del modenese : abbozzo storico |anno=1902|editore=Soliani|città=Modena}}</ref>
In questo periodo vennero distrutti il castello, il palazzo comunale e gran parte delle mura. Qualche rudere è emerso durante gli scavi del 1948 per le fondamenta della prima casa popolare, per l’esattezza “poderosi muri dello spessore di oltre un metro”.<ref>
Durante il secolo XVIII le fonti parlano di successivi rimaneggiamenti dei confini del territorio ravarinense in modo particolare circa le strade attorno al torrente Muzza, a seguito dei continui litigi con i bolognesi. Degna di nota di questi anni, per la precisione del 1749, la creazione di una scuola, funzionante in una canonica o in una casa privata, mentre è del 4 gennaio 1766 la decisione del consiglio comunale di "erigere una scuola pubblica".<ref>Lodi, 2016, p. 94</ref>
Riga 89 ⟶ 91:
=== I Cavazzoni Pederzini ===
Grande influsso non solo in Ravarino ebbe, tra '800 e '900, la famiglia Cavazzoni Pederzini, della quale si ricorda [[Fortunato Cavazzoni Pederzini]] figlio di Andrea ([[1799]]-[[1864]]), erudito, letterato e [[Bibliofilia|bibliofilo]]. Autore di svariati testi a carattere erudito, contribuì a costruire e ad accrescere progressivamente la [[biblioteca]] di famiglia costruendo anche un fondo librario prezioso destinato ad ampio pubblico, per farne un “gabinetto di lettura” ovvero una biblioteca circolante che consentisse, grazie al versamento di una piccola quota, di avere in prestito le ultime novità librarie, cercando di rispondere all’accresciuto desiderio di lettura che si scontrava spesso con i prezzi ancora elevati dei libri in commercio
Laura Cristina Niero|accesso=2 luglio 2025}}</ref>
La preziosa biblioteca e l’archivio familiare dei Cavazzoni Pederzini pervenne al Comune tramite donazione degli eredi tra il 2003, il 2008 e il 2011<ref>{{Cita web|url=https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=IBCAS00418&munu_str=0_1_1&numDoc=7&docCount=25&docToggle=1&physDoc=1&comune=Ravarino#nogo|titolo=Archivio Famiglia Cavazzoni Pederzini [1200] - 1970|citazione=L'archivio della famiglia Cavazzoni Pederzini è stato donato al Comune di Ravarino fra il 2008 ed il 2011.|accesso=2 luglio 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/biblioteche/catalogazione-dei-beni-librari-e-documentari/catalogazioni-concluse/una-promessa-da-mantenere/foto-biblioteca-comunale-ravarino|titolo=Galleria fotografica: Biblioteca comunale “Sibilla Aleramo” di Ravarino - catalogazione “Biblioteca Fortunato Cavazzoni Pederzini”|accesso=7 luglio 2025|dataarchivio=24 ottobre 2024}}</ref>.
=== XX secolo ===
Nei primissimi anni del secolo fu fondata, tra le località Luberso e La Macchina, una cooperativa di consumo, mentre nella località Rami venne fondata una cooperativa di "birocciai".
Con il Primo conflitto mondiale perdettero la vita ben 121 ravarinesi (dei quali 48 caduti nei campi di battaglia); 28 ravarinesi e 32 stuffionesi parteciparono alla [[Marcia su Roma]] e, nel gennaio 1921, a Ravarino sorse la prima sezione del [[Partito Comunista Italiano]], fondata da Gaetano Po, insieme con Armando Solieri, Gherardo Guerzoni, Gino Gardosi, Elio Cavani ed Ettore Casalini. Dal 1921 al 1950, nel periodo primaverile, a Ravarino era solita la tradizionale "veglia rossa" che, tra il '21 e il '29 fu aspramente combattuta dal regime fascista.<ref>Lodi, 2016, pp. 114-116</ref>
Riga 110 ⟶ 115:
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
Sul territorio di Ravarino sono esistite diverse chiese. La prima, dedicata a S. Damiano è nominata in un Sinodo Nonantolano del 1101 ed oggi scomparsa, mentre una seconda della di "Abrenunzio" ed anch'essa scomparsa, era in località a sud-est di Stuffione, così come diversi oratori, uno tra cui dedicato a Santa Giustina. La diocesi di pertinenza è l'[[Arcidiocesi di Modena-Nonantola]], in particolare la zona pastorale della Bassa, Vicariato di Nonantola-Campogalliano-Soliera.<ref>{{Cita web|url=https://www.chiesamodenanonantola.it/wd-annuario-enti/parrocchia-s-giovanni-battista-ravarino-414/|titolo=PARROCCHIA “S. GIOVANNI BATTISTA” RAVARINO|accesso=7 luglio 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.parrocchiaravarino.eu/|titolo=Parrocchia di Ravarino Rami Stuffione|accesso=7 luglio 2025}}</ref>
'''Chiesa di San Giovanni Battista (Ravarino)'''
[[File:
[[File:Ravarino angolo campanile, lapide e san Rocco.jpg|thumb|Campanile della chiesa parrocchiale di Ravarino, con lapide a Guido Rangoni e l'oratorio di San Rocco]]
Nel 1199 appare quale Rettoria sotto la congregazione della “Pieve di Santa Maria di Bodruncio o Abrenunzio” ed era dedicata dapprima ai [[Cosma e Damiano|Santi Cosma e Damiano]], poi a [[Giovanni Battista|San Giovanni Battista]]. Di certo diviene l'unica chiesa di riferimento del territorio dalla metà del '400 con la soppressione della Pieve.<ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 31-45}}</ref><ref>{{Cita|Lodi, 1995|p. 183}}</ref> Orientata canonicamente da ovest ad est è testimoniata anche durante la pestilenza del 1630 con annesso cimitero. La chiesa è raffigurata infatti in un disegno eseguito nel 1688 dal perito Pellegrino Malagoli insieme al maestoso campanile.
Da segnalare la balconata con organo e un [[fonte battesimale]] in marmo datato 1464, così come dello stesso secolo sono le murature esterne e l’originaria torre campanaria a pianta quadrangolare. Il campaniele, sormontato da una cuspide conica di schietta ispirazione ravennate che ne attestava la grande antichità, venne a crollare nel 1710 ma fu ricostruito nel 1862 sulle antiche fondamenta in simpatico stile campagnolo con accentuata e caratteristica atmosfera spirituale a spese dell’allora parroco don Costanzo Accorsi, protonario apostolico, lungo il lato sinistro (l’ubicazione primitiva era dietro l’abside). Vi è
[[File:Oratorio S. Rocco Ravarino.jpg|thumb|Oratorio S. Rocco Ravarino]]
Si tratta di un oratorio sussidiario sorto attorno agli anni ’60.
Andata completamente distrutta durante l’assedio di Nonantola del 20 luglio 1643, è ricordata da [[Girolamo Tiraboschi]] in “Storia dell’Augusta badia di San Silvestro di Nonantola” del 1784. Quello che oggi rimane è un pilastro sormontato da una croce che si trova nei pressi della fontana della località Ca’ Rossa
=== Architetture civili ===
[[File:Comune o Municipio di Ravarino.jpg|thumb|Sede del Comune di Ravarino]]
Il primitivo palazzo comunale venne completamente raso al suolo durante la guerra di Castro nel 1643. Oggi quel poco che resta della parte delle fondamenta del vecchio palazzo comunale si possono oggi vedere nel tratto di parco che unisce Via Roma a Via Borgo Franco. Successivamente (1730) la sede comunale venne posta al “Canaletto”, in una casa vicino al canale che costeggia il paese sul lato sud e poco distante dal mulino, vicino al “ponte dei Serafini” , Dopo l’unità d’Italia la sede comunale fu dapprima ospitata provvisoriamente nella casa del signor Guandalini Pederzini Achille e poi in quella che è l’attuale sede, edificata agli inizi degli anni '30 ed inaugurata nel [[1934]]<ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 95}}</ref>.
Il Comune conserva i cimeli di pregio del territorio, come una vasta collezione di strumenti di artigianato locale, al secondo piano il Fondo librario “Cavazzoni Pederzini” e l’archivio storico, mentre al terzo piano è
All’interno del complesso ha sede anche la Scuola Secondaria I grado di Ravarino.
Riga 143 ⟶ 148:
Maestoso complesso di abitato della prima metà dell’800 che sorge sulla riva destra del fiume Panaro, in quella che veniva definita “la riviera”, un’elegantissima successione di ville gentilizie un tempo raggiungibili per via fluviale. Composto da quattro edifici distinti: villa padronale, l’ex casa colonica, la serra e l’oratorio. Lesionata dal sisma del maggio 2012 è tuttora in restauro.<ref name="Palazzo di Donna Clarina | Ciclovia del sole" /><ref name="Ravarino - VisitModena" />
===== Il Palazzo di Donna Clarina =====
Oggi abitazione privata, è la tipica corte chiusa sul lato orientale opposto al fiume [[Panaro]] con palazzo padronale al centro e fabbriche ai lati dove in passato si trovavano scuderie ed abitazioni della servitù. Nel 1612 era chiamato “Palatio del Conte Claudio Rangoni Vescovo di Reggio”, dal quale lo ereditò, nel 1621, il fratello Conte Gherardo Rangoni, feudatario di Ravarino. Da qui l'altro suo nome “Palazzo del Vescovo”. Dal 1663 diventa il “Casino del Conte Lotario”. Nel 1700 passa in eredità a Donna Clarina Rangoni (della medesima famiglia), che vi abitò fino alla morte avvenuta nel 1744, che fu poetessa, faceva parte dell'Accademia degli Arcadi e andò in sposa a Giambattista Castellano, ciambellano e consigliere dell'imperatore [[Leopoldo I d'Asburgo]], già commissario con pieni poteri amministratore del Ducato di Mantova. Particolarmente pittoresca è la torre (sec. XVI) che s’innalza alla sinistra del caseggiato.<ref name="Palazzo di Donna Clarina | Ciclovia del sole">{{Cita web|url=https://cicloviadelsole.it/home/territorio/ravarino/palazzo-di-donna-clarina-3/|titolo=Palazzo di Donna Clarina|editore=Ciclovia del Sole|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref name="Ravarino - VisitModena">{{Cita web|url=https://www.visitmodena.it/it/scopri-modena/scopri-il-territorio/ravarino#:~:text=Ravarino%20%C3%A8%20una%20cittadina%20della,per%20stabilire%20il%20proprio%20castrum.|titolo=Ravarino - VisitModena|editore=Sito Ufficiale di Informazione Turistica di Modena|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|autore=Rolando Bussi|url=https://www.gazzettadimodena.it/tempo-libero/2017/03/16/news/ravarino-storie-e-volti-della-terra-dei-rangoni-1.15029587|titolo=Ravarino, storie e volti della terra dei Rangoni|editore=Gazzetta di Modena|accesso=25 giugno 2025|dataarchivio=16 marzo 2017}}</ref>
===== Lastra ai fucilati del 16 Agosto a Ravarino =====
In Piazza oggi denominata "Martiri della Libertà", n. 99, è una lapide in marmo bianco che ricorda le vittime di una terribile rappresaglia nazi-fascista. Il 16 agosto 1944, un funzionario fascista si ferì accidentalmente al piede con un colpo della propria rivoltella e denunciò di essere stato vittima di un tradimento. L’episodio avvenne nello stesso giorno in cui altri partigiani uccisero il console della Milizia della RSI [[Filiberto Nannini]]. I fascisti della zona reagirono coinvolgendo la [[Brigate nere|Brigata Nera]] di Crevalcore. Ci fu un rastrellamento nel piccolo borgo di Case Nuove. Tutti i maschi (una ventina di uomini) del borgo furono portati nella piazza centrale di Ravarino, e cinque di loro scelti a caso, dopo un processo sommario, finirono davanti al plotone d'esecuzione: Belisle Borsari, Mario Morselli, Elio Barbieri, Giuseppe Benatti e il giovane diciottenne Lauro "Achille" Bertelli. Sotto alla lapide è una piccola targa con una poesia di [[Kriton Athanasulis]], sulla lapide i nomi dei caduti.<ref>{{Cita web|url=https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Ravarino_16_agosto_1944.pdf|titolo=Episodio di Ravarino, 16.08.1944|curatore=Daniel Degli Esposti|accesso=25 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://memorialedigitale.it/cippi/lastra-ai-fucilati-del-16-agosto-a-ravarino/|titolo=Lastra ai fucilati del 16 Agosto a Ravarino|editore=ANPI|accesso=28 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.pietredellamemoria.it/pietre/lapide-a-mario-morselli-belisle-borsari-elio-barbieri-giuseppe-benatti-lauro-bertelli-ravarino/|titolo=Lapide a Mario Morselli, Belisle Borsari, Elio Barbieri, Giuseppe Benatti, Lauro Bertelli – Ravarino|editore=Pietre della Memoria. Il segno della storia.|accesso=28 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita|Lodi, 2016|p. 119-121: Anche secondo lo storico Bruno Lodi i militi della Brigata Nera di Crevalcore effettuano questa rappresaglia per vendicare un attentato subito dal vicereggente del Partito Fascista Repubblicano di Ravarino}}</ref>
===== Monumento ai Paracadutisti d'Italia in memoria dell'[[operazione Herring]] =====
Il 2 giugno 2017 è stato inaugurato a Ravarino il monumento ai Paracadutisti d'Italia in memoria dell'operazione Herring, nella quale fu coinvolto anche Ravarino<ref>{{Cita web|url=https://www.modenatoday.it/attualita/festa-repubblica-ravarino-2-giugno-2025.html|titolo=Festa della Repubblica, a Ravarino celebrati gli 80 anni dall’Operazione Herring|editore=© ModenaToday|accesso=2 luglio 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.pietredellamemoria.it/pietre/monumento-ai-paracadutisti-ditalia-ravarino|titolo=Monumento ai Paracadutisti d’Italia – Ravarino|editore=Pietre della Memoria. Il segno della storia.|accesso=2 luglio 2025}}</ref>
Riga 169 ⟶ 174:
* 1º maggio: [[Calendimaggio]], festa in tema medievale
* 8 settembre: sagra del santuario della Beata Vergine delle Grazie di Stuffione.
* mese di marzo: "Non TemiAMO la Matematica”, rassegna che promuove la cultura scientifica attraverso incontri pubblici e conferenze divulgative a cui hanno partecipato personalità come [[Piergiorgio Odifreddi]] e [[Bruno D'Amore]] (nel 2025 è stata la 13. edizione)
== Cultura ==
Riga 177 ⟶ 182:
[[File:Biblioteca comunale di Ravarino "Sibilla Aleramo".jpg|thumb|Biblioteca comunale di Ravarino "Sibilla Aleramo"]]
[[File:Fortunato Cavazzoni Pederzini, Delle antichità di Ravarino (1860).jpg|thumb|Fortunato Cavazzoni Pederzini, Delle antichità di Ravarino (1860)]]
* Biblioteca comunale [[Sibilla Aleramo]], con il fondo storico [[Fortunato Cavazzoni Pederzini]]
* Archivio privato Famiglia Cavazzoni Pederzini.<ref>{{Cita web|url=https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=IBCAS00418&munu_str=0_1_1&numDoc=7&docStart=&backward=&hierStatus=2,1,0&docCount=25&physDoc=23&comune=Ravarino|titolo=Archivio Famiglia Cavazzoni Pederzini [(1200] - 1970)|editore=Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna|accesso=28 giugno 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/cms.find?flagfind=customXdamsTree&id=IBCAS00418&munu_str=0_1_1&numDoc=69&docCount=25&docToggle=1&physDoc=1&comune=Ravarino|titolo=Archivio Famiglia Cavazzoni Pederzini ([1200] - 1970)|editore=Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna|accesso=28 giugno 2025}}</ref>
* Museo - Antiquarium comunale e mostra storico-didattica "Bruno Lodi", che raccoglie reperti archeologici del territorio ravarinense come frammenti di suppellettili, vasi, oggetti in metallo, lucerne<ref>{{Cita web|url=https://cultura.gov.it/luogo/mostra-storico-didattica-permanente-di-ravarino|titolo=Mostra storico didattica permanente di Ravarino|accesso=24 giugno 2025}}</ref>.
Riga 185 ⟶ 190:
Scuola Primaria "Michelangelo Buonarroti"
Scuola Secondaria di 1°grado "Tina Anselmi"
==== Teatri ====
Riga 247 ⟶ 252:
* {{cita libro|titolo=Ravarino in cartolina|autore=Giorgio Fava|editore=Il Fiorino|città=Modena|anno=2021|isbn=978-88-7549-896-2|SBN=MOD1733206}}
* {{cita libro|titolo=Ravarino e Ravarinesi : (memorie storiche del Comune di Ravarino)|autore=Bruno Lodi|editore=Artestampa|città=Modena|anno=2016|isbn=978-88-6462-434-1|cid=Lodi, 2016}}
* {{cita libro|titolo=Etnografia. Itinerari storici nella Emilia Centrale: L'uomo e l'ambiente, itinerari ravarinesi |autore=Bruno Lodi|editore=Comune di Ravarino|città=Ravarino|anno=1995|SBN=UBO098000}}
* {{cita libro|titolo=Il territorio (2 volumi). Itinerari storici nella Emilia Centrale|autore=Bruno Lodi|editore=Nuovagrafica|città=Carpi|anno=1995|SBN=MOD1384817}}
* {{cita libro|titolo=Del ponte tra Solara e Stuffione|autore=Bruno Lodi|editore=Alices graf|città=Ravarino|anno=1990|SBN=CFI0219461}}
* {{cita libro|titolo=Parrocchia di Ravarino : notizie storiche|autore=Boguslaw Kulesza ; presentazione: Riccardo Fangarezzi|editore=Centro Studi Storici Nonantolani|città=Nonantola|anno=2015|isbn=978-88-6462-373-3|SBN=MOD1653814}}
* {{cita libro|titolo=Al nostar Sa Roch : la peste a Ravarino|autore=Bruno Lodi ; presentazione: Gabriella Guandalini|editore=Comune di Ravarino|città=Ravarino|anno=1989|SBN=UBO0081225}}
Riga 253 ⟶ 261:
* {{cita libro|titolo=The challange of autenticity : the collection of drawings given by Francis Bacon to Cristiano Lovatelli Ravarino between 1977 and 1992|autore=[[Umberto Guerini]]|editore=FBF|città=Londra|anno=2012|SBN=TO01928279}}
* {{cita libro|titolo=Appunti per il ricorso contro la proposta di inclusione del Comune di Ravarino nel comprensorio del Consorzio di bonifica del Cavamento Palata|autore=Luigi Perdisa|editore=Stab. graf. F.lli Lega|città=Faenza |anno=1955|SBN=UBO2936507}}
* {{cita libro|titolo=La conoscenza unisce : biblioteche e scuola pubblica dal 1861 al Secondo dopoguerra a Bastiglia, Bomporto e Ravarino : mostra storico-didattica|autore=
== Voci correlate ==
|