Attila: differenze tra le versioni

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{{W|sovrani|arg2=militari|luglio 2022|Numerosissimi overlink di date, significati ovvii e ripetuti da eliminare. Varie.}}
{{Monarca
|nome = CiombatoreAttila
|titolo = [[Re degli Unni]]
|immagine = Atilla fléau de dieu.jpg
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|padre = [[Munzuco]]
|madre =
|data di nascita = 395 circa
|luogo di nascita = [[Caucaso]]{{cn}}
|data di morte = 16 marzo 453
|luogo di morte = [[Pannonia]]
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|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[395]] circa
|LuogoMorte = Pannonia
|GiornoMeseMorte = 16 marzo
|AnnoMorte = 453
|Epoca = 400
|Attività = condottierore
|Attività2 = sovrano
|Nazionalità = unno
|PostNazionalità = dal [[434]] fino alla sua morte. Viene considerato come uno dei sovrani più potenti del mondo e della storia [[Tarda antichità|tardo anticatardoantica]]
|Categorie = no
}}
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Nonostante il suo impero si fosse disgregato alla sua morte, è diventato una figura leggendaria nella [[storia europea]], che lo ricorda in modo diverso a seconda della zona: guerriero feroce, avido e crudele nell'area al tempo sotto [[Roma]]; condottiero impavido e coraggioso nei paesi che facevano parte del suo impero. Attila appare spesso nelle letterature sia [[letteratura germanica|germaniche]] sia [[letteratura scandinava|scandinave]]; alcuni racconti lo celebrano come un grande e nobile re ed è il personaggio principale di diverse saghe dell'[[Europa settentrionale]] e [[Europa orientale|orientale]].
 
== Biografia ==
=== Origini ===
[[File:Attila-ChroniconPictum.jpg|thumb|upright|Attila, re degli Unni, come immaginato e rappresentato nel ''[[Chronicon Pictum]]''.]]
 
Pare che gli [[Unni]] europei fossero il tronco occidentale della stirpe degli [[Xiongnu]] (Xiōngnú, 匈奴){{#Tag:ref|Tuttavia gli Xiongnu sono collocabili nella [[Manciuria]] circa tre secoli prima che gli Unni comparissero sul [[Volga]], quindi non è spiegabile un migrazione così veloce per una tale distanza.<ref>{{cita|Luttwak|p. 25}}.</ref>|group="N"}}, tribù nomadi antenate dei [[Popoli turchi|Turchi]], originarie della [[Cina]] nord-orientale e dell'[[Asia centrale]], benché la lingua da loro parlata è praticamente ignota se non per nomi isolati, e non si conosce la vera e propria composizione etnica di quella che era effettivamente una grande confederazione di tribù nomadi assai variegate. Gli Unni riuscirono a ottenere la supremazia militare sulle popolazioni rivali, più acculturate e civilizzate, grazie alla loro abilità nel combattimento, alla capacità di spostarsi con una straordinaria facilità e usare [[armi]] innovative nei confronti di quelle usate in Europa e [[Medio Oriente]], come l'[[arco unno]].
 
La data di nascita di Attila si aggira intorno al [[395]]<ref name=Deschodt>{{Cita libro |cognome=Deschodt |nome=Éric |titolo=''Folio Biographies (Book 13)'': Attila |url=https://archive.org/details/attilafoliobiogr0000eric |data=1 Maggio 2006 |editore=[[Éditions Gallimard]] |città=[[Parigi]] |isbn=978-2-07-030903-0 |p=[https://archive.org/details/attilafoliobiogr0000eric/page/24 24] |lingua=fr}}</ref><ref name=Schreiber>{{Cita libro |cognome=Schreiber |nome=Hermann |titolo=Die Hunnen: Attila probt den Weltuntergang |url=https://archive.org/details/diehunnenattilap0000schr |anno=1976 |editore=Econ |città=Düsseldorf |isbn=978-3-430-18045-0 |p=314 |edizione=prima |lingua=de}}</ref>. Perse il padre da bambino. Secondo il costume unno, imparò ad andare a cavallo prima ancora di imparare a camminare, e le cronache indicano come a cinque anni fosse già in grado di combattere con archi e frecce<ref name= Klein />.
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Dopo l'incontro Attila tornò indietro con le sue truppe senza pretese né sulla mano di Onoria, né sulle terre in precedenza reclamate. Sono state date diverse interpretazioni della sua azione. La fame e le malattie che accompagnavano la sua invasione potrebbero aver ridotto la sua armata allo stremo, oppure le truppe che Marciano mandò oltre il Danubio potrebbero avergli dato ragione di retrocedere, o forse entrambe le cose sono concausali alla sua ritirata. Prisco riporta che la paura superstiziosa della fine di [[Alarico I|Alarico]] - che morì poco dopo aver saccheggiato [[sacco di Roma (410)|Roma]] nel [[410]] - diede all'Unno una battuta di arresto. [[Prospero d'Aquitania]] dice che il papa, aiutato da [[San Pietro apostolo]] e [[San Paolo di Tarso]], lo convinse a girare al largo della città. Vari storici hanno supposto che l'ambasciata portasse un'ingente quantità d'oro al sovrano unno e che lo abbia persuaso ad abbandonare la sua campagna<ref>{{cita|Luttwak|p. 62}}.</ref>, e questo sarebbe stato perfettamente in accordo con la linea politica generalmente seguita da Attila, cioè di chiedere un riscatto per evitare le incursioni unne nei territori minacciati.
 
[[File:Governolo-Lapide Papa Leone I.JPG|thumb|[[Governolo]], di [[Roncoferraro]]: la lapide ache ricorda lo storico incontro tra Papa Leone I ed Attila posta sul muro orientale della corte San Leone Magno.<ref group="N">Lapide posta sulla corte San Leone Magno a [[Governolo]]: ''HIC EST LOCVS CELEBRIS ILLE VBI IN PADVM / OLIM MINTII. INFLVENTIBVS VNDIS, LEO PRIMVS PONT(ifex.) MAX(imus) / ANNO D(om)i NI. CCCCLIIII. ATHILAN FLAGELLVM DEI. / PRAESENTIA MINITABVNDA PETRI ET PAVLI APOS(tolorum) MVNITVS ADMIRANDA ELOQVENTIA. SVA, A ROMANAE VRBIS, ET TOTIVS / ITALIAE. DEVASTATIONE REMOVIT. / CVIVS TANTE REI MEMORIA NE DEPERIRET FR(ater) FRANC(isc) VS GONZ(ag)A: E(Piscop) VS MANT(uanus) AEDICVLAM / POSVIT / AC S(anc)TO. LEONI PAPAE DICAVIT. AN(n)O. D(omini.) MDCXVI''. Traduzione: "QUESTO È QUEL CELEBRE LUOGO DOVE UNA VOLTA IL MINCIO CONFLUIVA IN PO / DOVE LEONE I PONTEFICE MASSIMO NELL'ANNO DEL SIGNORE 454 / SORRETTO DALLA PRESENZA MINACCIOSA DI PIETRO E PAOLO APOSTOLI / CON LA SUA MERAVIGLIOSA ELOQUENZA / DISTOLSE ATTILA, FLAGELLO DI DIO, / DALLA DEVASTAZIONE DELLA CITTÀ DI ROMA E DI TUTTA ITALIA. / AFFINCHÉ NON PERISSE LA MEMORIA DI COSÌ GRANDE AVVENIMENTO / FRATE FRANCESCO GONZAGA VESCOVO DI MANTOVA / POSE QUESTA EDICOLA / E LA DEDICÒ A S. LEONE PAPA NELL'ANNO DEL SIGNORE 1616".</ref>.]]
 
Quali che fossero le sue ragioni, Attila lasciò l'Italia e ritornò al suo palazzo attraverso il Danubio. Da lì pianificò di attaccare nuovamente Costantinopoli e reclamare il tributo che Marciano aveva tagliato. Comunque, morì nei primi mesi del [[453]]; la tradizione, secondo Prisco, dice che la notte dopo un banchetto che celebrava il suo ultimo matrimonio (con una [[Pannonia|pannonica]] di nome [[Krimhilda]], poi abbreviato in Ildico (in [[lingua ungherese|ungherese]] ''Ildikó''), un nome che porta un [[antroponimo]] germanico, in quanto ''hilde'' significa "combattimento"),<ref>{{Cita|Rouche|cap. VI: ''L'apogeo di Attila (435-452)'', pp. 181-182}}.</ref> egli ebbe una copiosa [[epistassi]] e morì soffocato. Una teoria alternativa prova a spiegare la tradizione dell'"epistassi" con una ipotesi di morte più credibile, probabilmente provocata da [[emorragia interna]], più precisamente di [[Emorragia gastrointestinale|natura digestiva]]<ref>{{Cita libro|lingua=en|cognome=Man |nome=John |titolo=Attila: the Barbarian King Who Challenged Rome |anno=2009|url=https://archive.org/details/attilabarbariank0000manj_g4t7|data=2009 |editore=Thomas Dunne Books |città=New York |isbn=978-0-312-53939-9}}</ref>.
 
I suoi guerrieri, dopo aver scoperto la sua morte, si tagliarono i capelli e si sfregiarono con le loro spade in segno di lutto così che, dice [[Giordane]], "il più grande di tutti i guerrieri dovette essere pianto senza lamenti femminili e senza lacrime, ma con il sangue degli uomini". Fu seppellito in un triplo sarcofago d'oro, argento e ferro con il bottino delle sue conquiste e il corteo funebre fu ucciso per mantenere segreto il suo luogo di sepoltura. Secondo le leggende ungheresi il sarcofago si trova tra il [[Danubio]] e il [[Tibisco]], in [[Ungheria]]. Dopo la sua morte, continuò a vivere come figura leggendaria: i personaggi di ''Etzel'' nella ''[[Nibelunghi|Saga Nibelunga]]'' e di ''Atli'' nella ''[[Saga Volsunga]]'' e nell{{'}}''[[Edda poetica]]'' sono (seppur in maniera vaga e decisamente alterata) basati sulla sua vita.
 
Una storia alternativa della sua morte, registrata per la prima volta ottant'anni dopo il fatto dal cronista romano il [[Conte Marcellino]], riporta: ''Attila rex Hunnorum Europae orbator provinciae noctu mulieris manu cultroque confoditur'' ("Attila, re degli Unni e devastazione delle province d'Europa, fu trafitto a morte dalla mano e dalla lama di sua moglie")<ref name="nota_marcellinus">{{cita testo|lingua=la|autore=[[Conte Marcellino]]|titolo=Chronicon|url=http://www.thelatinlibrary.com/marcellinus.html|via=''The Latin Library|postscript=nessuno}}, citato in {{cita libro|lingua=en|autore=[[Hector Munro Chadwick]]|titolo=The Heroic Age|città=London|editore=Cambridge University Press|anno=1926|p=39|numero=1}}</ref>. La ''saga Volsunga saga'' e l{{'}}''Edda Poetica'' raccontano che Re Atli morì per mano di sua moglie Gudrun<ref name="nota_atli_death">{{cita testo|titolo=Saga Volsunga|url=http://www.northvegr.org/lore/volsunga/021.php|posizione=Chapter 39|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060821230256/http://www.northvegr.org/lore/volsunga/021.php|via=''northvegr.org''|lingua=en|postscript=nessuno}}; {{cita libro|titolo=Edda poetica|url=http://www.sacred-texts.com/neu/poe/poe35.htm|capitolo=Atlamol En Grönlenzku, The Greenland Ballad of Atli|via=''sacred-texts.com''|lingua=en}}</ref>. La maggioranza degli studiosi rifiuta comunque queste versioni come racconti leggendari, preferendo invece la versione data da [[Prisco di Panion]], contemporaneo di Attila.
 
I suoi figli [[Ellak]] (il successore designato), [[Dengizico]] ed [[Ernakh]] combatterono per la successione e, divisi, furono sconfitti e dispersi l'anno seguente nella [[Battaglia del fiume Nedao|Battaglia di Nedao]] (in [[Pannonia]]). L'impero di Attila non sopravvisse al suo fondatore.
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== Il mistero del sepolcro di Attila ==
Della tomba di Attila si persero le tracce già in epoca del tardo impero romano. D'altronde è verosimile il racconto di [[Prisco di Panion|Prisco]] (ripreso secoli dopo da [[Giordane]] e da [[Paolo Diacono]]) secondo cui il grande condottiero e sovrano unno fu sepolto in una tripla bara (l'interna d'oro massiccio, d'argento massiccio l'intermedia e di ferro l'esterna) a simboleggiare che le ricchezze furono da lui conquistate con la guerra. La sepoltura avvenne in una notte di [[novilunio]], facilmente quella di giovedì 26 marzo, in una [[radura]] (o in una [[brughiera]]) immersa nella bruma, non in un tumulo, come consuetudine di quel popolo, ma in una semplice fossa, di cui non sarebbe rimasta traccia visibile già una settimana dopo, anche a causa della tradizione dei nomadi uralo-altaici di calpestare più volte il terreno di sepoltura con la cavalleria allo scopo di compattare il terreno e di favorire la ricrescita del manto erboso.
 
Verosimile è pure il fatto che la fossa fosse stata scavata dagli schiavi, così come la deposizione del cadavere e del corredo funebre di favoloso valore sarebbe stata opera loro e che le quattro guardie, incaricate di sorvegliare il buon esito del funerale, avrebbero al termine eliminato questi scomodi testimoni e sarebbero esse stesse state epurate al loro rientro alla reggia, appunto perché fosse mantenuto il segreto totale circa l'ubicazione della sepoltura. Prisco -al proposito- scrive che "... Un silenzio di morte avvolse allo stesso tempo la salma deposta e coloro che la deposero..."
 
Il sepolcro sarebbe prossimo ad un importante corso d'acqua, come nella tradizione religiosa unna (Prisco attestò che il corso del fiume venne deviato sulla sepoltura). Secondo Silvia Blason Scarel<ref name=Blason >{{Cita libro |autore=Silvia Blason Scarel e Gruppo Archeologico Aquileiese |titolo=Attila e gli Unni|anno=1995 |pp=194-195 |ISBN=88-7062-874-4}}</ref> alcuni fiumi potrebbero essere quelli indicati da Prisco ove riposa tuttora il corpo di Attila. Meno probabile di tutte le localizzazioni è quella che vede l'alto [[Isonzo]] presso [[Tolmino]], nell'attuale [[Slovenia]] Occidentale. Più probabili risultano essere il medio [[Tibisco]], in [[Ungheria]], perché non lontano Attila aveva eretto la sua capitale, e la confluenza tra i fiumi [[Mura (fiume)|Mura]] e [[Drava]], nella [[Croazia]] orientale, che, seppur lontano dalla reggia di Attila e prossima al confine dell'[[Impero romano d'Occidente]], potrebbe appunto esser stata scelta per la sua lontananza.
 
Il folklore<ref name=Blason /> sloveno s'è impadronito – col trascorrere dei secoli – della leggenda della tomba di Attila, tanto che si narra che, ogni notte, lo spettro del re Unno - nel cuore della notte - con le sembianze da demonio - arriva e sosta nei pressi del suo sepolcro e si mette a disseppellire le monete del suo tesoro ed a contarle per accertarsi che la sua tomba non sia stata violata e che il tesoro sia rimasto integro. Nell'estate del [[1959]] gli archeologi ungheresi scoprirono una ricca sepoltura unna presso il Tibisco ed i giornali di mezzo mondo riportarono la scoperta della tomba di Attila. L'esame al [[radiocarbonio]], però, escludeva la veridicità di quanto affermato a mezzo stampa, essendo la tomba in questione databile intorno al 415 d.C., cioè di quasi quarant'anni precedente alla data della morte del "Flagello di Dio". Più recentemente - nel 2023 - nel sud - est della [[Romania]], vicino alla città di [[Mizil]], è stata trovata una tomba ricca di un guerriero con il suo cavallo, armi e oggetti preziosi<ref>https://www.lastampa.it/viaggi/mondo/2023/01/16/news/ritrovata_in_romania_quella_che_potrebbe_essere_la_tomba_di_attila_il_flagello_di_dio-12555116/</ref>. La tomba risale al V secolo d.C., periodo in cui la regione era sotto il controllo degli Unni. Alcuni archeologi hanno ipotizzato che questa tomba potesse essere quella di Attila, il re degli Unni, data la ricchezza degli oggetti e il periodo storico. Ciò nonostante, non ci sono prove concrete che colleghino tale ritrovamento alla tomba del re degli Unni, nel senso che non ci sono prove definitive che colleghino questa tomba specifica ad Attila, e gli studiosi sono cauti nel trarre conclusioni affrettate.
 
== Luoghi e memorie legate ad Attila ==
{{Senza fonte|Attila è ancora oggi celebrato come una persona di rilievo in molti paesi d'Europa come l'[[Ungheria]], la [[Turchia]], l'[[Islanda]] e la [[Scandinavia]], dove vengono ancora oggi nominati neonati e strade alla memoria del grande capo barbarico.}}
 
Luoghi legati ad Attila:
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{{Organizzare|[[WP:CULTURA]], [[WP:CURIOSITÀ]]|biografie|novembre 2023}}
=== Attila nella letteratura ===
[[File:Attila ábrázolás Wilhelm Dilich Ungarische Chronica.jpg|thumb|upright|Rappresentazione del [[XVII secolo]] di Attila re degli [[Unni]]]]
* L'opera più nota in cui compare come personaggio è il ''[[La canzone dei Nibelunghi|Nibelungenlied]]'' ("il Canto dei Nibelunghi"), in cui è chiamato Etzel (la sua figura si fonde con quella del generale Romano [[Flavio Ezio|Ezio]]), ed in cui diventa il secondo marito di [[Gudrun (mitologia)|Crimilde]], che lo sfrutta per vendicare l'uccisione del primo marito [[Sigfrido]]. In un banchetto-tranello, gli Unni di Attila uccideranno tutti i [[Burgundi]].
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=== Attila nella cinematografia ===
[[File:Attila il flagello di Dio (1954) Anthony Quinn 10.png|thumb|left|upright=1.1|Il re barbaro interpretato da [[Anthony Quinn]] nel film del 1954.]]
* ''[[Attila (film 1918)|Attila]]'' - film del [[1918]] diretto da [[Febo Mari]].
* ''[[Attila (film 1954)|Attila]]'' - film del [[1954]] diretto da [[Pietro Francisci]], con [[Anthony Quinn]] (nel ruolo di Attila), [[Ettore Manni]] e [[Sophia Loren]].
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* ''[[Attila flagello di Dio]]'' - film parodistico del [[1982]] diretto da [[Castellano e Pipolo]] con [[Diego Abatantuono]].
* ''[[Una notte al museo]]'' - film fantastico del [[2006]], dove Attila (interpretato dall'attore [[Patrick Gallagher]]) tenta di uccidere il protagonista Larry Daley.
{{clear}}
 
=== Attila nella musica ===
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* Nella localizzazione italiana della serie animata ''[[The Super Mario Bros. Super Show!]]'' del 1989, il personaggio di [[Bowser]] viene chiamato Re Attila.
* ''[[Attila, l'unno]]'' - miniserie televisiva del 2001, diretta da [[Dick Lowry]], con [[Powers Boothe]], [[Tim Curry]], [[Simmone Jade Mackinnon]], [[Gerard Butler]], Reg Rogers. L'opera vede lo scontro fra due mondi e due uomini che li hanno rappresentati, incarnandone lo spirito e i supremi valori: Attila re degli Unni e il generale romano [[Flavio Ezio]].
 
=== Attila nel giornalismo ===
*Il 15 settembre 2022, su una pubblicazione di ''[[Sky TG24]]'', viene definito <<probabilmente il più feroce barbaro mai esistito>>.<ref>{{cita web|url=https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/giornata-mondiale-democrazia-dittature|titolo=Giornata mondiale Democrazia, da Pol Pot a Hitler: le 7 peggiori dittature della Storia|data=15 settembre 2022|accesso=14 settembre 2024}}</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore=Mauro Calzolari |titolo=Papa Leone e Attila al Mincio |editore=Editoriale Sometti|città=Mantova |anno=2013 |ISBN=978-88-7495-467-4}}
* {{Cita libro |autore=Peter Heather |titolo=La caduta dell'Impero romano |url=https://archive.org/details/lacadutadellimpe0000heat |editore=Garzanti|città=Milano |anno=2006|traduttore=Stefania Cherchi|isbn=9788811694021|cid=Heather}}
* {{Cita libro|autore=Christopher Kelly|titolo=Attila e la caduta di Roma|traduttore=Luna Orlando|città=Milano|editore=Bruno Mondadori|anno=2009|annooriginale=2008|isbn=978-88-6159-363-3|cid=Kelly}}
* {{Cita libro |autore=[[Edward Luttwak|Edward N. Luttwak]]|titolooriginale=The Grand Strategy of the Byzantyne Empire| |url=https://archive.org/details/lagrandestrategi0000lutt|traduttore=Domenico Giusti ed Enzo Peru|titolo=La grande strategia dell'Impero Bizantino|editore=RCS Libri |città=Milano |anno=2009 |ISBN=978-88-17-03741-9|via=''archive.org''|cid=Luttwak}}