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{{nota disambigua|il nome proprio|Egisto (nome)}}
 
{{Personaggio
|medium = mitologia
|saga = [[Saga degli Atridi]]
|nome italiano = Egisto
|nome = Αἴγισθος
|immagine = Bernardino Mei.jpg
|immagine = Gérin Clytemnestre hésitant avant de frapper Agamemnon endormi Louvre 5185.jpg
|didascalia = Oreste uccide Egisto e Clitemnestra di Bernardino Mei, Palazzo Salimbeni Siena.
|didascalia = Pierre-Narcisse Guérin, ''[[Clitemnestra]], istigata da Egisto, si prepara ad uccidere [[Agamennone]]'', olio su tela, [[1817]], [[Parigi]], [[Museo del Louvre|Musée du Louvre]].
|epiteto =
|sesso = Maschiomaschio
|luogo di nascita =
|prima apparizione =
|prima apparizione =
|professione =
|professione= re di [[Micene]]
|razza= umana
}}
 
'''Egisto''' ({{lang-el|{{Polytonic|Αἴγισθος}}}}, {{latino|Aegisthus}}) è un personaggio della [[mitologia greca]]; appartente al casato dei [[Pelopidi]], discendenti del leggendario [[Pelope]], <ref>figlio di [[Tantalo (mitologia)|Tantalo]] e nipote di [[Zeus]]</ref> e frutto dell'incestuosa unione di [[Tieste]] con sua figlia [[Pelopia]], nonché il vendicatore, annunciato dall'[[oracolo di Delfi]], dei soprusi subiti dal padre a causa del fratello [[Atreo]].<br>
'''Egisto''' ({{lang-grc|Αἴγισθος|Áighisthos}}, {{latino|Aegisthus}}) è un personaggio della [[mitologia greca]]. Fu un re di [[Micene]] appartenente alla stirpe dei [[Pelopidi]].
La madre Pelopia, rimasta incinta del proprio padre, Tieste, ne aveva sposato il fratello Atreo che era allora re di Micene (e Argo, nell'Argolide); quando il bambino nacque, Atreo lo adottò e lo allevò; Egisto dunque, crebbe a palazzo con i figli legittimi del re, [[Agamennone]] e [[Menelao]], ignorando chi fosse il suo vero padre. Atreo coltivava in lui l'odio che nutriva per Tieste e lo
 
incaricò, ancora fanciullo, di assassinare Tieste, Egisto però riconobbe quest'ultimo come padre e uccise a sua volta Atreo. Mentre [[Agamennone]], successore di Tieste sul trono, partecipava alla [[guerra di Troia]], Egisto sedusse sua moglie [[Clitemnestra]]. Al ritorno del re, lo uccise e regnò per sette anni, finché [[Oreste (figlio di Agamennone)|Oreste]] non vendicò la morte del padre.
== Le originiGenealogia ==
 
La nascita di Egisto si inserisce nel pieno contesto delle rivalità tra [[Atreo]] e [[Tieste]], figli di [[Pelope]]. La leggenda narra che Atreo e il suo gemello [[Tieste]] erano divenuti rivali alla morte di Pelope e poi acerrimi nemici; i due fratelli, infatti, si contendevano il trono di [[Micene]].<br> La loro feroce ostilità, aveva raggiunto il culmine quando Atreo aveva aveva cacciato il fratello e si era incoronato re, ma lo aveva poi attirato con l'inganno proponendogli la cessazione della contesa, la spartizione del regno e l'allestimento a palazzo di un banchetto che doveva suggellare la pace ritrovata<ref>Tzetze, ''Chiliadi'', I, versi 18 ss.</ref><ref name=Ps1>[[Pseudo-Apollodoro]], ''Epitome'', II, 13.</ref>. Atreo però uccise i tre figli che Tieste aveva avuto da una [[Naiadi|Naiade]], [[Aglao]], [[Orcomeno (mitologia)|Orcomeno]] e [[Callileonte]], che si erano rifugiati supplici sull'altare di [[Zeus]];<ref name=Ps1/> e al banchetto fece servire al fratello ignaro, le loro carni. Tieste, furioso, cercò i figli di Atreo per consumare su di loro la sua vendetta, ma i due ragazzi, Agamennone e Menelao (''Atridi'' perché discendenti da Atreo), erano riusciti a fuggire con l'aiuto di un un servo ed erano riparati a [[Sparta]].<br>
Figlio di [[Tieste]] e di [[Pelopia]],<ref name = "Tze450">{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/TzetzesChiliades1.html#18|titolo=Giovanni Tzetzes, 'Libro di storie' 1.18.450|lingua=en|accesso= 20 Agosto 2025}}</ref><ref name = "apol">{{cita web|url= https://www.theoi.com/Text/ApollodorusE.html#2|titolo= Apollodoro, Biblioteca Epitome 2.14|lingua=en|accesso= 20 Agosto 2025}}</ref> da [[Clitennestra]] ebbe il figlio [[Alete (figlio di Egisto)|Alete]]<ref>{{cita web|url=https://topostext.org/work/206#122|titolo= Igino, 'Fabulae', 122|lingua=en|accesso= 22 agosto 2025}}</ref> e le figlie [[Erigone (figlia di Egisto)|Erigone]]<ref name="ApolEpitE6.25">{{cita web|url=https://www.theoi.com/Text/ApollodorusE.html#6|titolo=Apollodoro, Biblioteca, Epitome VI, 25|lingua=en|accesso=18 giugno 2019}}</ref> ed Elena.
Tieste fuggì inorridito da Micene, e consultò l'[[oracolo di Delfi]] che gli suggerì di procreare con la propria figlia il bambino che l'avrebbe vendicato: Egisto.<br>Si recò dunque a [[Sicione]], regno di Tesproto, dove la figlia [[Pelopia]] era sacerdotessa della dea [[Atena]]<ref name=Igi>[[Igino (astronomo)|Igino]], ''Fabula'', 87.</ref><ref name="Ps"/>. Si nascose in una grotta per non officiare i riti e, a notte fonda, scrutò segretamente la fanciulla che sacrificava ad Atena Colocasia. Pelopia condusse la danza rituale, ma il suo piede affondò in una pozzanghera del sangue sgorgato dal collo dell'animale immolato, una pecora nera, e si macchiò la veste. Subito corse alla sorgente in prossimità del tempio, si tolse la tunica e s'affrettò a lavare la macchia, quando Tieste uscì dal suo nascondiglio e la violò.<ref>Igino, ''Fabula'', 253.</ref><ref name="Ig8"/> L'uomo si era coperto il viso con una maschera perciò Pelopia non riuscì a riconoscerlo, ma gli sfilò la spada che pose sotto il piedistallo della statua di Atena. Presto Tieste scoprì di aver perduto l'arma e temette che la verità venisse a galla, per cui annunciò al re Tesproto di voler tornare in [[Lidia]]<ref>nella penisola anatolica </ref>, terra dei suoi antenati.<ref name="Ig8"/>
 
<br>.Atreo, nel frattempo, temendo la punizione degli dei per i suoi crimini, si rivolse all'oracolo di Delfi che gli intimò di richiamare Tieste da Sicione. Il re vi si recò personalmente, ma il fratello si era già allontanato, incontrò invece Pelopia e se ne innamorò credendola figlia del re Tesproto. Giacque con lei e la chiese in sposa. Il re acconsentì; lieto di rendere un buon servigio a Pelopia e di propiziarsi un re tanto potente, Tesproto non volle chiarire l'equivoco. Atreo celebrò le sue nozze con la fanciulla, che, alcuni mesi dopo, partorì il bambino concepito con Tieste.
Prima di sposare Clitennestra, aveva sposato una figlia di [[Strofio (figlio di Criso)|Strofio]] che poi aveva ripudiato.<ref name="Ditti6.2">{{cita web|url=https://www.theoi.com/Text/DictysCretensis6.html|titolo= Ditti Cretese, Libro 6.2|lingua=en|accesso= 6 settembre 2025}}</ref>
==La vita==
 
Pelopia abbandonò il neonato sulle montagne.<ref name="Ps"/> Qui fu rinvenuto da alcuni pastori che si presero cura di lui e lo nutrirono con latte di [[Capra hircus|capra]] (''aix, aigos'' in greco), che il piccolo Egisto poppò dall'animale stesso.<ref>Igino, ''Fabula'', 252.</ref><br>
== Mitologia ==
Saputolo, Atreo cercò il bambino e, ritrovatolo, lo allevò come proprio figlio. Credeva infatti di essere padre del bambino e che Pelopia avesse abbandonato il figlio tra i monti perché colta dalla pazzia momentanea che affligge alcune donne dopo il parto.<ref name="Ig8"/><br>
 
La vita di Egisto si inserisce nel pieno contesto delle rivalità tra suo padre Tieste e suo zio [[Atreo]] che, nonostante fossero fratelli gemelli, si scoprirono rivali alla morte di [[Pelope]] e, continuando a contendendosi il trono del padre,<ref>{{cita web|url=https://www.theoi.com/Text/ApollodorusE.html#6|titolo=Apollodoro, Biblioteca, Epitome 2.11 |lingua=en|accesso=18 giugno 2019}}</ref> finirono con diventare acerrimi nemici.
 
Nato da un rapporto incestuoso tra il padre Tieste e sua sorella Pelopia,<ref name = "apol"/> Egisto diventa uno strumento della feroce vendetta del padre contro lo zio [[Atreo]] (e sulla sua discendenza) e su cui grava la maledizione del padre per l'uccisione del cugino [[Crisippo (mitologia)|Crisippo]].<ref>[[Scolio|Scholia]] su [[Euripide]], ''Orestes'', 4</ref><ref>[[Pindaro]], Olimpiche, 1. 144</ref>
 
Assassino di [[Agamennone]]<ref>{{cita web|url=https://www.theoi.com/Text/ApollodorusE.html#6|titolo=Apollodoro, Biblioteca, Epitome 6.23 |lingua=en|accesso=18 giugno 2019}}</ref>, s'incorona re di [[Micene]] ma, nell'ultimo atto della lunga e crudele faida viene assassinato da [[Oreste (figlio di Agamennone)|Oreste]],<ref>{{cita web|url=https://www.theoi.com/Text/ApollodorusE.html#6|titolo=Apollodoro, Biblioteca, Epitome 6.29 |lingua=en|accesso=18 giugno 2019}}</ref>, figlio dello stesso Agamennone ed ultimo della stirpe.
 
Egisto è un uomo destinato al rimorso fino all'intervento di [[Atena]].<ref>Eschilo, in [[Orestea]]: ''Eumenidi''</ref>
 
===I torti===
 
L'ostilità tra padre e zio aveva raggiunto il culmine quando Atreo aveva cacciato il fratello e si era incoronato re, ma lo aveva poi attirato con l'inganno proponendogli la cessazione della contesa, la spartizione del regno e l'allestimento a palazzo di un banchetto che doveva suggellare la pace ritrovata<ref>Tzetze, ''Chiliadi'', I, versi 18 ss.</ref><ref name=Ps1>[[Biblioteca (Pseudo-Apollodoro)|Pseudo-Apollodoro]], ''Epitome'', II, 13.</ref>.
 
Atreo però uccise i tre figli di Tieste ([[Orcomeno (figlio di Tieste)|Orcomeno]] e [[Callileonte]]), che si erano rifugiati supplici sull'altare di [[Zeus]]<ref name=Ps1/> ed al banchetto fece servire le loro carni al fratello ignaro. Tieste, furioso, cercò i figli di Atreo per consumare su di loro la sua vendetta, ma i due ragazzi, Agamennone e Menelao (''Atridi'' perché discendenti da Atreo), erano riusciti a fuggire con l'aiuto di un servo e si erano rifugiati a [[Sparta]].
 
[[File:Temple d'Apollon Delphes.jpg|thumb|upright=1.8|[[Delfi (città antica)|Delfi]], il tempio di Apollo oggi.]]
 
Tieste fuggì inorridito da Micene e consultò l'[[oracolo di Delfi]] che gli suggerì di procreare con la propria figlia colui che lo avrebbe vendicato e quel neonato fu proprio Egisto.<br />Si recò dunque a [[Sicione]], regno di Tesproto, dove la figlia [[Pelopia]] era sacerdotessa della dea [[Atena]]<ref name=Igi>[[Igino (astronomo)|Igino]], ''Fabula'', 87.</ref><ref name="Ps"/>. Si nascose in una grotta per non officiare i riti e, a notte fonda, scrutò segretamente la fanciulla che sacrificava ad Atena Colocasia. Pelopia condusse la danza rituale, ma il suo piede affondò in una pozzanghera del sangue sgorgato dal collo della pecora nera immolata e le macchiò la veste, così corse alla sorgente in prossimità del tempio dove si tolse la tunica e s'affrettò a lavare la macchia, Tieste allora uscì dal suo nascondiglio e la violò.<ref>Igino, ''Fabula'', 253.</ref><ref name="Ig8"/> L'uomo si era coperto il viso con una maschera perciò Pelopia non riuscì a riconoscerlo, ma gli sfilò la spada che pose sotto il piedistallo della statua di Atena. Presto Tieste si accorse di aver perduto l'arma e temette di venire scoperto, per cui annunciò al re Tesproto di voler tornare in [[Lidia]]<ref>nella penisola anatolica</ref>, terra dei suoi antenati.<ref name="Ig8"/>
 
Atreo, nel frattempo, temendo la punizione degli dei per i suoi crimini, si rivolse all[['oracolo di Delfi]] che gli intimò di richiamare Tieste da Sicione. Il re vi si recò personalmente, ma il fratello si era già allontanato, incontrò invece Pelopia e, credendola figlia del re Tesproto, se ne innamorò e giacque con lei prima di chiederla in sposa. Il re acconsentì, lieto di rendere un buon servigio a Pelopia e di propiziarsi un re tanto potente, Tesproto non volle chiarire l'equivoco. Atreo celebrò le sue nozze con la fanciulla, che, alcuni mesi dopo, partorì il bambino concepito con Tieste.
 
===Le vicende===
Pelopia abbandonò il neonato sulle montagne.<ref name="Ps"/> Qui fu rinvenuto da alcuni pastori che si presero cura di lui e lo nutrirono con latte di [[Capra hircus|capra]] (''aix, aigos'' in greco), che il piccolo Egisto poppò dall'animale stesso.<ref>Igino, ''Fabulae'', 252.</ref>
 
Saputolo, Atreo cercò il bambino e, ritrovatolo, lo allevò come proprio figlio. Credeva infatti di essere padre del bambino e che Pelopia avesse abbandonato il figlio tra i monti perché colta dalla pazzia momentanea che affligge alcune donne dopo il parto.<ref name="Ig8"/>
 
Alcuni anni dopo, Micene fu funestata da una serie di pessimi raccolti ed Atreo incaricò i figli [[Agamennone]] e [[Menelao]] di chiedere a Delfi notizie di Tieste. Lo incrociarono casualmente mentre tornava dopo aver interrogato l'oracolo, lo imprigionarono e lo ricondussero a Micene, dove fu rinchiuso in una cella per ordine di Atreo.<ref name="Ig8"/>
 
[[File:Themis Aigeus Antikensammlung Berlin F2538.jpg|thumb|upright=1.4|left|La [[Pizia]], qui con [[Egeo]], consulta l'oracolo di Delfi.]]
Il re incaricò quindi Egisto di uccidere Tieste, segregato nel carcere. Egisto, giovinetto di sette anni, impugnò la spada e si diresse nella cella in cui riposava Tieste. L'uomo si destò al suo arrivo, si scansò tempestivamente, s'alzò e scalciò il giovane al polso, sottraendogli l'arma. Tieste riconobbe con sorpresa di stringere la spada di cui era stato privato molti anni prima a [[Sicione]]. Afferrò Egisto per le spalle e lo interrogò su come la spada fosse entrata in suo possesso. Il bambino impaurito balbettò di averla ricevuta dalla madre Pelopia e Tieste lo istigò ad obbedire ai tre ordini che gli avrebbe dato. Egisto annuì e s'apprestò innanzitutto a condurre sua madre in prigione al cospetto di Tieste. Pelopia, riconosciuto il padre, lo abbracciò e pianse per le sue disgrazie.<ref name="Ps">Pseudo-Apollodoro, ''Epitome'', II, 14.</ref><ref name="Ig8">Igino, ''Fabula'', 88.</ref>
 
Il re incaricò quindi Egisto di uccidere Tieste, segregato nel carcere. Egisto, giovinetto di sette anni, impugnò la spada e si diresse nella cella in cui riposava Tieste. L'uomo si destò al suo arrivo, si scansò tempestivamente, s'alzò e scalciò il giovane al polso, sottraendogli l'arma. Tieste riconobbe con sorpresa di stringere la spada di cui era stato privato molti anni prima a [[Sicione]]. Afferrò Egisto per le spalle e lo interrogò su come la spada fosse entrata in suo possesso. Il bambino impaurito balbettò di averla ricevuta dalla madre Pelopia e Tieste lo istigò ad obbedire ai tre ordini che gli avrebbe dato. Egisto annuì e s'apprestò innanzitutto a condurre sua madre in prigione al cospetto di Tieste. Pelopia, riconosciuto il padre, lo abbracciò e pianse per le sue disgrazie.<ref name="Ps">Pseudo-Apollodoro, ''Epitome'', II, 14.</ref><ref name="Ig8">Igino, ''Fabulae'', 88.</ref>
Tieste le chiese chi le avesse procurato quell'arma e la donna confessò di averla sfilata ad un ignoto straniero che la violò una notte a Sicione. Il padre spiegò di essere il proprietario della spada e, al contempo, l'autore dello stupro. Scossa da un profondo orrore, Pelopia afferrò la spada con il pretesto di doverla esaminare e se la immerse nel petto.<ref>Igino, ''Fabula'', 243.</ref> Egisto, allibito, su ordine di Tieste, recuperò l'arma insanguinata e la consegnò ad Atreo che, colmo di gioia, scese sulla spiaggia e officiò un sacrificio di ringraziamento a Zeus, lieto di essersi finalmente sbarazzato del fratello.<ref name="Ig8"/>
 
Tieste le chiese chi le avesse procurato quell'arma e la donna confessò di averla sfilata ad un ignoto straniero che l'aveva violata una notte a Sicione. Il padre allora spiegò di essere il proprietario della spada e, al contempo, l'autore dello stupro. Scossa da un profondo orrore, Pelopia afferrò la spada con il pretesto di doverla esaminare e se la immerse nel petto.<ref>Igino, ''Fabulae'', 243.</ref> Egisto, allibito, su ordine di Tieste, recuperò l'arma insanguinata e la consegnò ad Atreo che, colmo di gioia, scese sulla spiaggia e officiò un sacrificio di ringraziamento a Zeus, lieto di essersi finalmente liberato del fratello.<ref name="Ig8"/>
Egisto assassinò Atreo mentre era intento nel rituale e restituì il regno al padre Tieste, con il quale regnò su [[Micene]] e bandì Agamennone e Menelao.<ref name="Ps"/><ref name="Ig8"/> Alcuni autori sostengono che Atreo non fu mai ucciso dal giovinetto, e dicono che Egisto era ancora un neonato in fasce quando Agamennone confiscò a Tieste il regno e gli strappò via lo scettro.<ref>Eschilo, ''Agamennone'', vv. 1603-1606.</ref>
 
Egisto lo assassinò mentre era intento al rituale e restituì il regno al padre Tieste, con il quale regnò su [[Micene]] da cui bandì Agamennone e Menelao.<ref name="Ps"/><ref name="Ig8"/> Alcuni autori sostengono che Atreo non fu mai ucciso dal giovinetto, e dicono che Egisto era ancora un neonato in fasce quando Agamennone confiscò a Tieste il regno e gli strappò via lo scettro.<ref>Eschilo, ''Agamennone'', vv. 1603-1606.</ref>
Agamennone e Menelao si rifugiarono presso la corte di [[Tindaro]] a [[Sparta]], che li aiutò a recuperare i loro beni sottratti da Tieste ed Egisto. Il re marciò su Micene, strappò lo scettro a Tieste, rifugiatosi sull'altare di [[Era (mitologia)|Era]], e lo costrinse a giurare che sarebbe andato in esilio e non si sarebbe mai più fatto vedere. Tieste si ritirò a [[Citera]],<ref>Pseudo-Apollodoro, ''Epitome'', II, 15.</ref> mentre Egisto si rifugiò presso il re Cilarabete, figlio di [[Stenelo (figlio di Capaneo)|Stenelo]].<ref>Tzetze, ''Chiliadi'', I, versi 433 e sgg.</ref> Il giovane fu accolto da [[Strofio]], che regnava sulla [[Focide]], e prese in moglie sua figlia, ma anni dopo la respinse per ultimare i suoi propositi di vendetta contro i figli di Atreo.<ref>[[Ditti Cretese]], libro III, 6.</ref>
 
Agamennone e Menelao si rifugiarono presso la corte di [[Tindaro]] a [[Sparta]], che li aiutò a recuperare i loro beni sottratti da Tieste ed Egisto. Il re marciò su Micene, strappò lo scettro a Tieste, rifugiatosi sull'altare di [[Era (divinità)|Era]], e lo costrinse a giurare che avrebbe accettato l'esilio senza mai più tornare. Tieste si ritirò a [[Cerigo|Citera]],<ref>Pseudo-Apollodoro, ''Epitome'', II, 15.</ref> mentre Egisto fu esule presso il re Cilarabete, figlio di [[Stenelo (figlio di Capaneo)|Stenelo]].<ref>Tzetze, ''Chiliadi'', I, versi 433 e sgg.</ref> Il giovane fu accolto da [[Strofio (figlio di Criso)|Strofio]], che regnava sulla [[Focide]], e prese dapprima in moglie una delle sue figlie che poi abbandonò per tornare a Micene spinto dalla sua inesausta ansia di vendetta.<ref>[[Ditti Cretese]], libro III, 6.</ref>
=== La vendetta ===
Anni dopo, [[Paride]] rapì [[Elena (mitologia)|Elena]], moglie di Menelao, e fuggì assieme a lei a [[Troia]], scatenando la [[guerra di Troia]], per cui Agamennone e il fratello si assentarono per dieci anni dai loro regni. Egisto rifiutò di mescolarsi nella spedizione e scelse di rimanere ad [[Argo (Grecia)|Argo]] macchinando vendetta ai danni dei figli di Atreo.<ref>[[Omero]], ''Odissea'', libro III, vv. 262-263.</ref>
[[File:Stern3-24-4-1-.jpg|thumb|''Tieste e Atreo'', dipinto di [[Giovanni Francesco Bezzi]]]]
In questi anni di guerra, [[Nauplio (mitologia)|Nauplio]], padre di [[Palamede]], un astuto eroe che unì le sue forze a quelle degli Atridi ma fu ingannato e lapidato dai Greci stessi su istigazione di [[Odisseo]], chiese giustizia per il figlio ad Agamennone, ma il re, che aveva sostenuto personalmente il crimine di Odisseo, lo lasciò a mani vuote. L'uomo ne risentì, salpò da Troia e costeggiò l'[[Attica]] e il [[Peloponneso]], incitando all'adulterio le mogli che i nemici lasciarono nelle loro case. Egisto udì che [[Clitennestra]] era una delle donne che più facilmente avrebbe ceduto alle insistenze di Nauplio e congetturò di divenire suo amante per poi assassinare Agamennone con il suo sostegno non appena fosse tornato da Troia.<ref>Pseudo-Apollodoro, ''Epitome'', VI, 8-9.</ref>
 
===La vendetta===
Clitennestra era infatti ben poco motivata ad amare il marito: Agamennone infatti la privò del primo consorte, [[Tantalo (mitologia)|Tantalo]], le uccise il neonato che stringeva al seno la stuprò e la sposò con la forza. Presto partì per una guerra infinita, lasciandola sola in una reggia, e acconsentì al sacrificio della figlia [[Ifigenia (mitologia)|Ifigenia]] in [[Aulide]].<ref>[[Euripide]], ''Ifigenia in Aulide'', vv. 1148-1152.</ref> Il fratello di Palamede, [[Eace]], raccontò inoltre che Agamennone avrebbe riportato da Troia con sé [[Cassandra (mitologia)|Cassandra]], la figlia di [[Priamo]], e ne avrebbe fatto la sua sposa, soppiantando la moglie. In realtà Eace inventò tutto per spingere Clitennestra al delitto e vendicare l'uccisione del fratello.<ref name="Igi11">Igino, ''Fabula'', 117.</ref>
[[File:J G Trautmann Das brennende Troja.jpg|thumb|upright=1.8|J. G. Trautmann (1713- 1769), ''L'incendio di Troia'']]
Quando [[Paride]] rapì [[Elena (mitologia)|Elena]], moglie di Menelao, fuggì con lei a [[Troia]]. Scatenò così la [[guerra di Troia]], per cui Agamennone e il fratello lasciarono ciascuno il proprio regno e ne rimasero lontani per dieci lunghi anni. Egisto non partecipava alla spedizione, e rimanendo in [[Argo (città antica)|Argo]] preparò la vendetta.<ref>[[Omero]], ''Odissea'', libro III, vv. 262-263.</ref>
Nel corso della guerra, accadeva intanto che la tracotanza di Agamennone si innimicava [[Nauplio (mitologia)|Nauplio]], padre di [[Palamede]] (eroe e astuto capo tra gli Achei, ingannato e lapidato dai Greci stessi su istigazione di [[Ulisse|Odisseo]]). Nauplio aveva chiesto ad Agamennone giustizia per il figlio, ma il re, che aveva sostenuto personalmente il crimine di Odisseo, non volle ascoltarlo. L'uomo se ne risentì e salpò da Troia, e costeggiando l'[[Attica]] e il [[Peloponneso]], andava incitando al tradimento le mogli rimaste sole nelle loro case. Egisto aveva udito che [[Clitennestra]] era una di quelle mogli<ref>Pseudo-Apollodoro, ''Epitome'', VI, 8-9.</ref>.
 
Clitennestra nutriva infatti un antico e sordo rancore: Agamennone l'aveva privata del primo marito, [[Tantalo (mitologia)|Tantalo]], e ucciso il neonato che stringeva al seno, l'aveva stuprata e sposata contro la sua volontà. Presto era partito per una guerra infinita, lasciandola sola costringendola al sacrificio della figlia [[Ifigenia (mitologia)|Ifigenia]] in [[Aulide]].<ref>[[Euripide]], ''Ifigenia in Aulide'', vv. 1148-1152</ref>. Il fratello di Palamede, [[Eace]], inoltre le aveva preannunciato che Agamennone sarebbe tornato da Troia portando con sé la principessa [[Cassandra (mitologia)|Cassandra]], figlia di [[Priamo]] e sacerdotessa di Apollo, per tenerla a palazzo. In realtà Eace voleva ravvivare l'odio della regina per istigarla al delitto e vendicare l'uccisione del fratello.<ref name="Igi11">Igino, ''Fabula'', 117.</ref>
[[Zeus]] s'affrettò a inviare [[Ermes]] ad Egisto, che gli consigliò di rinunciare al suo piano e gli predisse che se avesse ucciso Agamennone sarebbe stato a sua volta ucciso dal figlio, non appena avesse raggiunto le soglie della maturità. Egisto non ascoltò il monito del dio, ripudiò la moglie e si recò a Micene con ricchi doni e animato da feroci propositi di vendetta.<ref>Omero, ''Odissea'', libro I, vv. 37-43.</ref>. Qui divenne amante di Clitemnestra e visse con lei coltivando il suo stesso rancore insinuandole la volontà di assassinare il marito al suo ritorno.<br>
 
[[File:J G Trautmann Das brennende Troja.jpg|thumb|J. G. Trautmann, L'incendio di Troia]]
[[File:Primavera 02.jpg|thumb|upright=1.4|left|Sandro Botticelli (1445-1510), ''La Primavera'', particolare di Ermes e le Grazie]]
Dapprima, la regina respinse le sue proposte, temendo Agamennone che, prima di salpare per Troia, aveva ordinato all'aedo di corte, [[Demodoco]], di sorvegliare la regina e di comunicargli per iscritto ogni piccolo indizio sulla sua mancata fedeltà. Egisto lo acciuffò e lo relegò senza viveri in un'isola deserta, dove le bestie selvatiche e gli animali rapaci spolparono le sue ossa. Clitennestra si lasciò allora sedurre dal progetto omicida ed Egisto celebrò la sua futura vittoria sacrificando ad [[Afrodite]] ed offrendo monili d'oro e luminosi tessuti ad [[Artemide]] che maturava un odio profondo per i figli di Atreo.<ref>Omero, ''Odissea'', libro III, vv. 265-275.</ref><br>
 
Clitemnestra macchinò quindi con Egisto di uccidere Agamennone al suo rientro da Troia. La regina temette che arrivasse inaspettatamente, così scrisse ad Agamennone in una lettera di accendere un falò sul [[Monte Ida (Turchia)|monte Ida]] non appena Troia fosse caduta. Clitennestra era stata dunque informata dalla sua vedetta, della caduta Troia e dell'imminente ritorno del marito; lo uccise, con l'aiuto di Egisto, quando questi rimise piede in patria.
[[Zeus]] aveva inviato [[Ermes]] ad Egisto perché rinunciasse al suo piano e gli predicesse che se avesse ucciso Agamennone sarebbe stato a sua volta ucciso dal figlio di lui, non appena avesse raggiunto le soglie della maturità. Egisto non lo aveva ascoltato, aveva ripudiato la moglie e si era recato a Micene<ref>Omero, ''Odissea'', libro I, vv. 37-43.</ref>. Qui divenne amante di Clitemnestra e visse con lei coltivando il suo stesso rancore insinuandole la volontà di assassinare il marito al suo ritorno. Ebbero un figlio, [[Alete (figlio di Egisto)|Alete]], e due figlie, [[Erigone (figlia di Egisto)|Erigone]] ed Elena.
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Dapprima, la regina respinse le sue proposte. Temeva Agamennone che, prima di salpare per Troia, aveva ordinato all'aedo di corte, [[Demodoco]], di sorvegliare la regina e di comunicargli per iscritto ogni più piccolo indizio della sua infedeltà. Egisto lo imprigionò e lo relegò senza viveri in un'isola deserta, dove gli animali selvatici e gli uccelli rapaci lo divorarono spolpando le sue ossa. Clitennestra si lasciò sedurre dal progetto omicida ed Egisto celebrò la sua futura vittoria: sacrificò ad [[Afrodite]] e ad [[Artemide]], che maturava un odio profondo per i figli di Atreo, offrendo monili d'oro e luminosi tessuti.<ref>Omero, ''Odissea'', libro III, vv. 265-275.</ref><br />
Clitemnestra macchinò quindi con Egisto di uccidere Agamennone al suo rientro da Troia. La regina temette che arrivasse inaspettatamente, così scrisse ad Agamennone in una lettera di accendere un falò sul [[Monte Ida (Turchia)|monte Ida]] non appena Troia fosse caduta. Clitennestra era stata perciò informata dalla sua vedetta, che Troia era stata presa e che si faceva imminente il ritorno del marito. Lo uccise, con l'aiuto di Egisto, quando questi rimise piede in patria scatenando l'odio dei figli Elettra ed Oreste e perpetuando la maledizione di [[Pelope]].
 
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File:Pittore di marlay, kylix con clitennestra che assale cassandra davanti all'ara di apollo, 425-400 ac., da tomba 264.JPG|Clitemnestra assale Cassandra davanti all'ara di Apollo, 425-400 ac., da tomba 264.
File:Murder Aegisthus Louvre K320 bis.jpg|thumb|La morte di Egisto per opera di [[Oreste (figlio di Agamennone)|Oreste]] e [[Pilade]], [[oinochoe]] apula a figure rosse, [[IV secolo a.C.]], [[Musée du Louvre|Louvre]]
File:20100408 mykines44.JPG|Micene, tomba detta di Egisto
File:Tomb of Clytemnestra 1.jpg|Micene, tomba detta di Clitemnestra
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Dieci anni dopo [[Oreste (figlio di Agamennone)|Oreste]] vendicò il padre uccidendo Egisto e Clitennestra.
 
Dieci anni dopo [[Oreste (figlio di Agamennone)|Oreste]] vendicò il padre uccidendo Egisto e Clitennestra, oltre ai fratellastri Alete ed Elena. Sopravvisse solo Erigone, secondo alcune fonti solo grazie all'intervento della dea Artemide.
== Note ==
 
==Note==
{{Note strette}}
 
== Bibliografia ==
* [[Gaio Giulio Igino|Igino]], ''[[Fabulae]]'' 87,88,117,252.
* [[Eschilo]], Orestea in ''[[Orestea#Agamennone (Eschilo)|Agamennone]]'' 1583 e ss.
* [[Eschilo]], Orestea in ''[[Orestea#Le Eumenidi|Eumenidi]]''.
* [[Euripide]], '' [[Elettra (Euripide)|Elettra]]''.
* [[Sofocle]], '' [[Elettra (Sofocle)|Elettra]]''.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Aegisthus}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Ciclo Troiano}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|mitologia greca}}
 
[[Categoria:Re di ArgoMicene]]