AIDS: differenze tra le versioni
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La '''sindrome da immunodeficienza acquisita''' (da cui l'[[acronimo]] '''SIDA''' utilizzato nei Paesi di lingua [[Lingua francese|francese]] e altri, di rado in [[Lingua italiana|italiano]]
La malattia interferisce con il sistema immunitario limitandone l'efficacia, rendendo le persone colpite più suscettibili alle [[infezioni]], in particolare a [[
Il virus e la malattia sono spesso indicati insieme come HIV/AIDS. La malattia è un importante problema sanitario in molte parti del mondo e la sua diffusione è considerata una [[pandemia]]
La ricerca genetica indica che l'HIV
Anche se i trattamenti per l'HIV/AIDS possono rallentare o arrestare il decorso della malattia (principalmente il metodo [[HAART]]), non vi è cura conosciuta o [[vaccino]] contro l'HIV (sebbene una prima cura sperimentale consista nel trapianto di [[midollo osseo]] con il [[gene]] [[CCR5|CCR5 Δ32]] presente in duplice coppia, producendo ad oggi tre guariti completi dalla malattia certificati<ref>{{Cita news|lingua=en
== Denominazione ==
In generale la stampa coniò il termine '''''GRID''''' che stava per ''Gay-related immune deficiency''.<ref name="Altman">{{Cita news|autore=Altman LK|url=https://www.nytimes.com/1982/05/11/science/new-homosexual-disorder-worries-health-officials.html?scp=1&sq=New%20homosexual%20disorder%20worries%20officials&st=cse|titolo=New homosexual disorder worries health officials|pubblicazione=The New York Times|data=11 maggio 1982|accesso=31 agosto 2011}}</ref> Il CDC, in cerca di un nome, osservò che le comunità infette apparentemente fossero limitate a quelle degli [[haiti]]ani, degli omosessuali, degli [[emofilia]]ci e degli [[eroina|eroinomani]], coniò il termine di "'''''malattia 4H'''''".<ref>Dall'inglese ''Haitians, homosexuals, hemophiliacs, and heroin''.</ref><ref name="SciRep470b">{{Cita web|url=http://www.scienceonline.org/cgi/reprint/313/5786/470b.pdf|titolo=Making Headway Under Hellacious Circumstances|editore=[[American Association for the Advancement of Science]]|data=28 luglio 2006|accesso=23 giugno 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080624235131/http://www.scienceonline.org/cgi/reprint/313/5786/470b.pdf
In Italia la stampa utilizzò diversi termini all'inizio (tra cui "''morbo del 2000''" e "''morbo dei drogati''") e l'evoluzione dei termini seguì quella delle categorie di persone contagiate. Nei paesi neolatini si è diffusa l'acronomio nazionalizzato SIDA, mentre in Italia si continua ad usare quello inglese AIDS.
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== Storia ==
{{vedi anche|Storia della pandemia di AIDS|Cronologia dei primi casi di AIDS}}
L'HIV deriva dal relativo [[virus di immunodeficienza delle scimmie]] (SIV), che infetta alcuni [[Primates|primati]] in [[Africa]]. Vi sono prove che esseri umani che partecipano ad attività di caccia e di vendita di pelli di scimmia, abbiano contratto occasionalmente il SIV.<ref name="Kalish2005">{{Cita pubblicazione | cognome = Kalish | nome = ML. | coautori = ND. Wolfe; CB. Ndongmo; J. McNicholl; KE. Robbins; M. Aidoo; PN. Fonjungo; G. Alemnji; C. Zeh; CF. Djoko; E. Mpoudi-Ngole | titolo = Central African hunters exposed to simian immunodeficiency virus. | rivista = Emerg Infect Dis | volume = 11 | numero = 12 | pp = 1928-30 | mese=dicembre| anno = 2005 | doi = 10.3201/eid1112.050394 | pmid = 16485481}}</ref> Tuttavia, solo alcune di queste infezioni sono state in grado di causare epidemie umane e tutte si sono verificate tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Per spiegare la nascita di epidemie di HIV negli umani solo da quel momento, vi sono diverse teorie: cambiamenti sociali dopo il [[colonialismo]]<ref name="Sharp2001">{{Cita pubblicazione|cognome=Sharp |nome=P. M. |cognome2=Bailes |nome2=E. |cognome3=Chaudhuri |nome3=R. R. |cognome4=Rodenburg|nome4=C. M. |cognome5=Santiago |nome5=M. O. |cognome6=Hahn |nome6=B. H. |titolo=The origins of acquired immune deficiency syndrome viruses: where and when? |rivista=Philosophical Transactions of the Royal Society B: Biological Sciences |volume=356 |pp=867-76 |anno=2001 |doi=10.1098/rstb.2001.0863 |pmid=11405934 |numero=1410}}</ref>, la trasmissione tramite vaccinazioni contro il [[vaiolo]] con aghi non sterili<ref name="Marx2001">{{Cita pubblicazione |autore=Marx PA, Alcabes PG, Drucker E |titolo=Serial human passage of simian immunodeficiency virus by unsterile injections and the emergence of epidemic human immunodeficiency virus in Africa |volume=356 |pp=911-20 |anno=2001 |rivista=Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci |pmid=11405938 |doi=10.1098/rstb.2001.0867|url=http://rstb.royalsocietypublishing.org/content/356/1410/911.abstract |numero=1410}}</ref><ref name="Chitnis2000">{{Cita pubblicazione | cognome = Chitnis | nome = A. | coautori = D. Rawls; J. Moore | titolo = Origin of HIV type 1 in colonial French Equatorial Africa? | rivista = AIDS Res Hum Retroviruses | volume = 16 | numero = 1 | pp = 5-8 | mese=gennaio| anno = 2000 | doi = 10.1089/088922200309548 | pmid = 10628811 }}</ref> e la [[prostituzione]] con la concomitante alta frequenza di malattie [[ulcera]]tive dei [[genitali]] (come la [[sifilide]]) nelle nascenti città coloniali.<ref name="Sousa2010">{{Cita pubblicazione | cognome = de Sousa | nome = JD. | coautori = V. Müller; P. Lemey; AM. Vandamme | titolo = High GUD incidence in the early 20 century created a particularly permissive time window for the origin and initial spread of epidemic HIV strains. | rivista = PLoS One | volume = 5 | numero = 4 | pp = e9936 | anno = 2010 | doi = 10.1371/journal.pone.0009936 | pmid = 20376191 }}</ref><ref name="McNeil">{{Cita news|autore=Donald G. McNeil, Jr.|titolo=Precursor to H. I. V. Was in Monkeys for Millennia|url=https://www.nytimes.com/2010/09/17/health/17aids.html|citazione=Dr. Marx believes that the crucial event was the introduction into Africa of millions of inexpensive, mass-produced syringes in the 1950s. ... suspect that the growth of colonial cities is to blame. Before 1910, no Central African town had more than 10,000 people. But urban migration rose, increasing sexual contacts and leading to red-light districts.|pubblicazione=[[The New York Times|New York Times]]|data=16 settembre 2010|accesso=17 settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100919223130/http://www.nytimes.com/2010/09/17/health/17aids.html?_r=1&src=me&ref=general|urlmorto=sì}}</ref>
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La identificazione positiva del virus HIV-1 viene dal [[Repubblica del Congo|Congo]] nel 1959 e gli studi genetici indicano che il virus è passato nella popolazione umana dagli scimpanzé circa cinquant'anni prima.<ref name="Worobey" /> Uno studio del 2007 afferma che un [[ceppo virale|ceppo]] di HIV-1, probabilmente spostato dall'Africa ad Haiti, è entrato negli Stati Uniti intorno al [[1969]].<ref>{{Cita pubblicazione| autore=Gilbert MT, Rambaut A, Wlasiuk G, Spira TJ, Pitchenik AE, Worobey M| titolo=The emergence of HIV/AIDS in the Americas and beyond| rivista=Proc. Natl. Acad. Sci. U.S. A.| volume=104| numero=47| pp=18566-70| anno=2007| pmid=17978186| doi=10.1073/pnas.0705329104 }}</ref> Lo stesso gruppo di ricerca ha rilanciato tale conclusione nel 2016 con uno studio genetico.<ref>{{Cita news|nome=Dina Fine|cognome=Maron|titolo=New HIV Genetic Evidence Dispels "Patient Zero" Myth|url=https://www.scientificamerican.com/article/new-hiv-genetic-evidence-dispels-patient-zero-myth/|giornale=Scientific American}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=HIV's Patient Zero exonerated|url=https://www.nature.com/doifinder/10.1038/nature.2016.20877|rivista=Nature News|doi=10.1038/nature.2016.20877}}</ref>
Il 2 ottobre 1985 morì l'attore statunitense [[Rock Hudson]], il primo personaggio famoso a confessare pubblicamente di essere malato di AIDS, che gli era stata diagnosticata l'anno precedente.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Joseph Berger|url=http://partners.nytimes.com/library/national/science/aids/100385sci-aids.html|titolo=Rock Hudson, Screen Idol, Dies at 59|pubblicazione=[[The New York Times]]|data=3 ottobre 1985|città=New York|accesso=30 gennaio 2013}}</ref> Il virus ha provocato
Nel 1996 si ebbe una svolta quando fu messa in commercio la prima terapia che arrestava gli effetti mortali del virus: la mortalità, nel corso degli anni successivi e degli sviluppi farmacologici, decrebbe drasticamente, ma in contemporanea il virus raggiunse alcuni paesi più poveri del [[terzo mondo]], dove milioni di persone sono decedute nell'impossibilità di accedere alle costose cure.<ref name=E>
== Epidemiologia ==
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Le pratiche di [[sesso non penetrativo]] non possono essere definite prive di rischi in assoluto, sebbene le segnalazioni di contagio sicuramente attribuibili ad esse abbiano un valore del tutto aneddotico e di eccezionale rarità.<ref name="L" />
Non esistono dimostrazioni della contagiosità mediante ''[[fellatio]]'': esiste sicuramente una plausibilità biologica del contagio, ma l'esperienza medica parla di un rischio ridotto. In ogni caso la pratica può essere rischiosa solo se sperma infetto entra a contatto con ferite, mucose lacerate (anche microlacerate) o ulcerate della bocca. Il rischio è oggettivamente nullo in assenza di contatto con lo sperma o per chi riceve la fellatio, anche se chi la pratica è un sieropositivo contagioso. L'uso del preservativo annulla qualsiasi possibilità di contagio.<ref name="LH">
Stesse considerazioni valgono per il ''[[cunnilingus]]'', anche se non esistono sufficienti casi accertati di contagio attraverso questa pratica sessuale.<ref name="LH" /> La minore concentrazione di virus nelle secrezioni vaginali rendono le possibilità di contagio estremamente basse, mentre la presenza di sangue mestruale è invece rischiosa. Barriere di lattice (come la superficie di un profilattico aperto con un taglio longitudinale) o di pellicola plastica eliminano qualsiasi rischio.<ref name="LH" />
''[[Rimming]]'', ''[[fist fucking]]'' e ''[[golden shower]]'' possono essere teoricamente foriere di contagio HIV solo se tracce di sangue o di sperma infetto entrano in contatto con [[ferita|ferite]], [[ulcerazione|ulcerazioni]] o [[ulcera|piaghe]] della [[pelle]] o delle [[mucosa|mucose]] di una persona sana. Si tratta di una considerazione generale che vale per qualsiasi tipo di contatto, anche accidentale.<ref name="LH" /> I tessuti permeabili e particolarmente irrorati da vasi sanguigni delle [[Congiuntiva|congiuntive]] della [[cornea]] pare invece che siano permeabili anche in assenza di ferite.<ref>
==== Contagio verticale madre-figlio ====
[[File:Babies born HIV-IT.png|upright=1.4|thumb|left|Uno studio sui bambini contagiati da madri sieropositive nel 2006-2010]]
La trasmissione del virus da madre a figlio può essere una derivazione del contagio sanguigno, ''in utero'' attraverso il [[cordone ombelicale]], oppure durante il [[parto]] o l'[[Allattamento materno|allattamento]]. Sia il [[liquido amniotico]] sia il [[latte materno]] hanno infatti un'alta concentrazione di virus.<ref>{{cita web|url=http://www.asl.milano.it/ITA/Default.aspx?SEZ=2&PAG=238&NOT=5326|titolo=FAQ - Informazioni generali|autore=ASL Milano|accesso=18 novembre 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130131174314/http://www.asl.milano.it/ita/Default.aspx?SEZ=2}}</ref> In assenza di trattamento, il tasso di trasmissione tra madre e figlio è del 25%.<ref name="Byers-1998">{{Cita pubblicazione | cognome = Byers | nome = RH. | coautori = MB. Caldwell; S. Davis; M. Gwinn; ML. Lindegren | titolo = Projection of AIDS and HIV incidence among children born infected with HIV. | url = https://archive.org/details/sim_statistics-in-medicine_1998-01-30_17_2/page/n50 | rivista = Stat Med | volume = 17 | numero = 2 | pp = 169-81 | mese=gennaio| anno = 1998 | pmid = 9483727 }}</ref>
Tuttavia, laddove un trattamento sia effettuato in combinazione con l'effettuazione di un [[parto cesareo]], e con alcune di settimane di terapia farmacologica per il neonato, il rischio è stato ridotto all'1%.<ref>{{Cita pubblicazione | cognome = Duncan | nome = S. | coautori = R. Jones; M. McIntyre; A. Pilsniak; J. Trott; N. Desmond | titolo = Managing HIV in pregnancy in a community-based sexual health clinic: a decade in review. | rivista = Int J STD AIDS | volume = 23 | numero = 11 | pp = 806-9 | mese=novembre| anno = 2012 | doi = 10.1258/ijsa.2012.011466 | pmid = 23155101 }}</ref>
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Una volta entrato nella cellula, HIV, tramite alcuni [[enzimi]] contenuti nella sua struttura, integra il proprio [[genoma]] ([[RNA]]) con quello della cellula ospite retrotrascrivendolo in [[DNA]]. Gli enzimi coinvolti in questa fase si chiamano [[trascrittasi inversa]] e [[integrasi]]. Si tratta di un processo molto importante per il virus, poiché "mascherandosi" all'interno del DNA diventa di fatto inattaccabile dalle difese immunitarie e dalle terapie farmacologiche: è questa la caratteristica principale del processo biologico dei [[retrovirus]].<ref name="L" />
A questo punto HIV può avviare subito la replicazione virale o può restare inattivo dentro la cellula, costituendo un serbatoio ineliminabile, che garantisce al virus la sopravvivenza nell'organismo ospitante a tempo indeterminato, per l'intera durata della vita del soggetto.<ref name="L" /> Quando il virus si attiva (per ragioni non completamente chiarite, ma legate comunque all'entrata in attività della cellula ospite e quindi sistema immunitario) obbliga la cellula ospitante a produrre al suo interno le proteine e l'acido nucleico virale (RNA) che, come un puzzle, si assemblano all'interno della stessa cellula fino a creare [[virioni]] completi. L'enzima che modella le macroproteine in una forma idonea a dare vita a nuovo virus è chiamato [[proteasi]].<ref name="L" />
I nuovi virioni vengono quindi espulsi dalla cellula per [[gemmazione]] e immessi nel sistema circolatorio. Nell'uscire essi formano le proprie membrane esterne ([[pericapside]]) col materiale della cellula che li ha prodotti e creano una sorta di lacerazioni nella [[membrana cellulare]] ospitante che provocano la morte della cellula. È quindi il processo replicativo, non l'ingresso o la permanenza del virus nella cellula, che è dannoso. Le terapie farmacologiche odierne mirano infatti a inibire la replicazione e l'aggancio di nuovi bersagli agendo sulle proteine e sugli enzimi del virus, non eliminando il virus.<ref name="L" />
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L'emergere di tali idee "negazioniste" ha portato quindi, da parte di oltre {{formatnum:5000}} tra medici e scienziati (tra cui 11 vincitori di [[Premio Nobel]]), alla sottoscrizione dell'importante documento noto come ''[[Dichiarazione di Durban]]'', nel quale si afferma che il legame causale tra HIV e AIDS è "chiaramente definito, esaustivo e inequivocabile".<ref name="-2000">{{Cita pubblicazione | cognome = | nome = | titolo = The Durban Declaration. | rivista = Nature | volume = 406 | numero = 6791 | pp = 15-6| mese=luglio| anno = 2000 | doi = 10.1038/35017662 | pmid = 10894520}}</ref>
Una teoria controversa nota come [[teoria del vaccino orale antipolio sull'origine dell'AIDS]] suggerisce che l'epidemia di AIDS sia stata involontariamente avviata alla fine del 1950 nel [[Congo Belga]] dal ricercatore [[Hilary Koprowski]] che stava sperimentando un [[vaccino]] contro la [[poliomielite]].<ref name="Curtis">{{Cita news | autore=Curtis T | titolo=The origin of AIDS | pubblicazione=Rolling Stone | anno=1992 |pp=54–59, 61, 106, 108 | numero=626 | url=https://www.uow.edu.au/~/bmartin/dissent/documents/AIDS/Curtis92.html | accesso=1º gennaio 2012 | lingua=en | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170402061439/http://www.uow.edu.au/~/bmartin/dissent/documents/AIDS/Curtis92.html | urlmorto=sì }}</ref><ref name="Hooper">{{Cita libro | autore = Hooper E | anno = 1999 | titolo = The River: A Journey to the Source of HIV and AIDS | url = https://archive.org/details/riverjourneytoso00hoop | edizione = prima|pp=
== Clinica ==
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Gradualmente la carica virale riacquista forza, mentre resta progressivo e costante l'assottigliamento dei livelli di linfociti CD4+ presenti nel sangue. Quando il numero di linfociti scende al di sotto di una soglia critica (tra 400/μL e 200/μL, a fronte di un valore di 1200-600/μL in un individuo sano), l'organismo non riesce più a difendersi da una serie di microrganismi scarsamente patogeni in condizioni normali, detti [[Infezione opportunistica|opportunisti]], tra cui tutta una serie di ospiti abituali e del tutto innocui dell'organismo ([[virus (biologia)|virus]], [[batteri]], [[funghi]] e [[protozoi]]), più raramente acquisiti con metodi occasionali. L'opportunità che questi organismi hanno di sviluppare una malattia, e trasformarsi quindi in [[agente patogeno|patogeni]], è fornita dal basso numero di linfociti CD4+.<ref name="L" />
Per alcuni microrganismi è sufficiente un grado molto limitato di immunodeficienza e le infezioni che portano sono le prime a manifestarsi; altri richiedono una compromissione più severa. Sintomi comuni sono [[febbre]], [[sudorazione]] specie notturna, ingrossamento ghiandolare, [[tremore]], debolezza e perdita di [[
Alcune infezioni opportunistiche e alcuni tumori, come il [[sarcoma di Kaposi]], sono ormai sintomi ben noti della possibile infezione da AIDS. Senza terapie il numero dei linfociti CD4+ si erode inesorabilmente e le infezioni opportunistiche si susseguono una dopo l'altra, magari con pause di benessere tra l'una e l'altra grazie a cure farmacologiche. È comunque solo questione di tempo, e lo scarto tra la prima infezione e il decesso varia tra sei mesi e tre anni, in cui l'individuo va incontro a infezioni sempre più severe e ravvicinate, che portano ad un progressivo e inarrestabile decadimento generale, letale al 100%.<ref name="L" />
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Il periodo finestra (il tempo tra l'infezione iniziale e lo sviluppo di [[anticorpi]] rilevabili) può variare da 1 a 3 mesi per la [[sieroconversione]], quando l'esame viene eseguito con i moderni test combinati anticorpo/proteina p24. Il rilevamento del virus mediante [[reazione a catena della polimerasi]] (PCR) durante il periodo finestra è possibile e consente una diagnosi più precoce.<ref name="WHOCase2007" />
Gli eventuali risultati positivi ottenuti con la PCR vengono confermati da test anticorpali.<ref name="pmid16706742">{{Cita pubblicazione | autore=Weber B | titolo=Screening of HIV infection: role of molecular and immunological assays | rivista=Expert Rev. Mol. Diagn. | volume=6 | numero=3 | pp=399-411 | anno=2006 | pmid=16706742 | doi=10.1586/14737159.6.3.399 }}</ref> I test di routine per l'infezione da HIV se utilizzati nei neonati e nei bambini, nati da madri sieropositive, non hanno alcun valore, in quanto vi è la presenza di anticorpi materni nel sangue del bambino.<ref name="emed">{{Cita web |url=http://www.medscape.com/px/trk.svr/emedsearch?exturl=http://emedicine.medscape.com/article/965086-overview |titolo=eMedicine – HIV Infection (Pediatrics: General Medicine) |accesso=1º novembre 2011 |urlmorto=sì }}</ref> Per una corretta diagnosi in questi soggetti è necessario ricorrere alla PCR.<ref name="pmid11791341">{{Cita pubblicazione | autore=Tóth FD, Bácsi A, Beck Z, Szabó J | titolo=Vertical transmission of human immunodeficiency virus | rivista=Acta Microbiol Immunol Hung | volume=48 | numero=3–4| pp=413-27 | anno=2001 | pmid=11791341 | doi=10.1556/AMicr.48.2001.3-4.10 }}</ref>
=== Classificazione secondo l'OMS ===
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! style="width:150px" | Stadio !! Descrizione
|-
| Infezione da HIV primaria: || Può essere asintomatica o associato a sindrome retrovirale.<ref name="WHOCase2007">{{Cita libro|titolo=WHO case definitions of HIV for surveillance and revised clinical staging and immunological classification of HIV-related disease in adults and children.|pp=
|-
| Stadio 1: || L'infezione da HIV è asintomatica con la conta delle cellule CD4 >500/µL.<ref name="WHOCase2007" /> Può includere anche l'ingrossamento generalizzato dei linfonodi.<ref name="WHOCase2007" />
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La terapia tipica consiste nella somministrazione di due inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI) più un inibitore della proteasi o un inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa (NNRTI). Poiché la progressione della malattia da HIV nei bambini è più rapida che negli adulti, per i primi i protocolli prevedono un trattamento più aggressivo.<ref name="2005dhhsHivChildren">{{Cita web | editore=[[United States Department of Health and Human Services|Department of Health and Human Services]] Working Group on Antiretroviral Therapy and Medical Management of HIV-Infected Children | data=3 novembre 2005 | url=http://www.aidsinfo.nih.gov/ContentFiles/PediatricGuidelines_PDA.pdf | titolo=Guidelines for the Use of Antiretroviral Agents in Pediatric HIV Infection | accesso=10 gennaio 2013 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120515110458/http://www.aidsinfo.nih.gov/ContentFiles/PediatricGuidelines_PDA.pdf }}</ref>
Nei paesi sviluppati, dove la terapia HAART è disponibile, i medici valutano la carica virale, la conta dei CD4, la velocità di decadimento di quest'ultima e le condizioni cliniche del paziente prima di decidere quando iniziare il trattamento.<ref name="2005DhhsHivTreatment">{{Cita web | editore=[[United States Department of Health and Human Services|Department of Health and Human Services]] Panel on Clinical Practices for Treatment of HIV Infection | data=6 ottobre 2005 | url=https://aidsinfo.nih.gov/ContentFiles/AdultandAdolescentGL.pdf | titolo=Guidelines for the Use of Antiretroviral Agents in HIV-1-Infected Adults and Adolescents | accesso=10 gennaio 2013
Gli obiettivi standard della HAART includono il miglioramento della qualità della vita del paziente, la riduzione delle complicanze e la riduzione della [[viremia]] sotto al limite di rivelazione. La terapia non comporta però né la cura della malattia né impedisce il ritorno, una volta che il trattamento viene interrotto, di alti livelli ematici di HIV, spesso resistente a ulteriori cicli di terapia.<ref name="Martinez-Picado-2000">{{Cita pubblicazione | cognome = Martinez-Picado | nome = J. | coautori = MP. DePasquale; N. Kartsonis; GJ. Hanna; J. Wong; D. Finzi; E. Rosenberg; HF. Gunthard; L. Sutton; A. Savara; CJ. Petropoulos | titolo = Antiretroviral resistance during successful therapy of HIV type 1 infection. | rivista = Proc Natl Acad Sci U S A | volume = 97 | numero = 20 | pp = 10948-53 | mese=settembre| anno = 2000 | pmid = 11005867 }}</ref><ref name="Dybul">{{Cita pubblicazione | autore=Dybul M, Fauci AS, Bartlett JG, Kaplan JE, Pau AK; Panel on Clinical Practices for Treatment of HIV. | titolo=Guidelines for using antiretroviral agents among HIV-infected adults and adolescents | rivista=Ann. Intern. Med. | anno=2002 | pp=381-433 | volume=137 | numero=5 Pt 2 | pmid=12617573 }}</ref><ref name="blankson">{{Cita pubblicazione | autore=Blankson JN, Persaud D, Siliciano RF | titolo=The challenge of viral reservoirs in HIV-1 infection | rivista=Annu. Rev. Med. | anno=2002 | pp=557-593 | volume=53 | pmid=11818490 | doi=10.1146/annurev.med.53.082901.104024 }}</ref>
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In molte aree del mondo, dove vi è accesso alle cure, l'AIDS è diventata una malattia cronica piuttosto che una malattia acuta mortale.<ref name="Knoll2007" /> La [[prognosi]] varia tra le persone e sia la conta dei CD4 sia la carica virale sono utili per prevedere l'esito.<ref name="M118">{{cita|Mandell, Bennett, Dolin|capitolo 18|mbd}}.</ref> In assenza di trattamento, la sopravvivenza media dopo l'infezione da HIV è stimata da 9 a 11 anni, a seconda del sottotipo HIV.<ref name="UNAIDS2007" /> Dopo la diagnosi di AIDS, se il trattamento non è disponibile, la sopravvivenza varia tra i 6 e 19 mesi.<ref name="Morgan2" /><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Progression and mortality of untreated HIV-positive individuals living in resource-limited settings: update of literature review and evidence synthesis|autore=Zwahlen M, Egger M|url=http://data.unaids.org/pub/Periodical/2006/zwahlen_unaids_hq_05_422204_2007_en.pdf|formato=PDF|anno=2006|accesso=19 marzo 2008|versione=UNAIDS Obligation HQ/05/422204|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080409065844/http://data.unaids.org/pub/Periodical/2006/zwahlen_unaids_hq_05_422204_2007_en.pdf|urlmorto=sì}}</ref> La disponibilità di farmaci antiretrovirali e l'adeguata prevenzione dalle infezioni opportunistiche riduce il tasso di mortalità dell'80% e aumenta la speranza di vita a 20-50 anni.<ref name="Knoll2007">{{Cita pubblicazione |rivista= Int J Dermatol |anno=2007 |volume=46 |numero=12 |pp=1219-28 |titolo= Current status of HIV infection: a review for non-HIV-treating physicians |autore= Knoll B, Lassmann B, Temesgen Z |pmid=18173512 |doi=10.1111/j.1365-4632.2007.03520.x}}</ref><ref name="LifeExpecr2008">{{Cita pubblicazione |rivista= Lancet|anno=2008 |volume=372|numero=9635 |pp=293-9 |titolo=Life expectancy of individuals on combination antiretroviral therapy in high-income countries: a collaborative analysis of 14 cohort studies | autore= Antiretroviral Therapy Cohort Collaboration |pmid=18657708 |doi=10.1016/S0140-6736(08)61113-7 }}</ref><ref name="Schack2006">{{Cita pubblicazione | autore=Schackman BR, Gebo KA, Walensky RP, Losina E, Muccio T, Sax PE, Weinstein MC, Seage GR 3rd, Moore RD, Freedberg KA. |titolo=The lifetime cost of current HIV care in the United States | url=https://archive.org/details/sim_medical-care_2006-11_44_11/page/990 | rivista=Med Care | anno=2006 |pp=990-997 | volume=44 | numero=11 |pmid=17063130 |doi=10.1097/01.mlr.0000228021.89490.2a}}</ref> Questo valore è di circa i due terzi<ref name="LifeExpecr2008" /> della popolazione generale.<ref name="Deut2010">{{Cita pubblicazione|cognome=Vogel|nome=M|coautori=Schwarze-Zander, C; Wasmuth, JC; Spengler, U; Sauerbruch, T; Rockstroh, JK|titolo=The treatment of patients with HIV|rivista=Deutsches Ärzteblatt international|data=2010 Jul|volume=107|numero=28–29|pp=507–15; quiz 516|pmid=20703338|doi=10.3238/arztebl.2010.0507}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=van Sighem|nome=AI|coautori=Gras, LA; Reiss, P; Brinkman, K; de Wolf, F; ATHENA national observational cohort, study|titolo=Life expectancy of recently diagnosed asymptomatic HIV-infected patients approaches that of uninfected individuals|rivista=AIDS (London, England)|data=19 giugno 2010|volume=24|numero=10|pp=1527-35|pmid=20467289|doi=10.1097/QAD.0b013e32833a3946}}</ref> Se il trattamento viene iniziato in ritardo, la prognosi può non essere così buona,<ref name="Vogel-2010">{{Cita pubblicazione | cognome = Vogel | nome = M. | coautori = C. Schwarze-Zander; JC. Wasmuth; U. Spengler; T. Sauerbruch; JK. Rockstroh | titolo = The treatment of patients with HIV. | rivista = Dtsch Arztebl Int | volume = 107 | numero = 28-29 | pp = 507-15; quiz 516 | mese=luglio| anno = 2010 | doi = 10.3238/arztebl.2010.0507 | pmid = 20703338 }}</ref> per esempio, se il trattamento inizia in seguito alla diagnosi di AIDS l'aspettativa di vita sarà tra i 10 e i 40 anni.<ref name="Deut2010" /><ref name="Knoll2007" /> La metà dei bambini nati con l'HIV muore prima dei due anni di età, se non riceve un trattamento.<ref name="UN2011Seventy">UNAIDS 2011 pg. 60–70</ref>
Le cause principali di morte da HIV/AIDS sono le [[infezioni opportunistiche]] e i tumori, entrambi i quali sono spesso il risultato del fallimento del sistema immunitario.<ref name="InfectionBook2008">{{Cita libro|cognome=Smith|nome=[edited by] Blaine T.|titolo=Concepts in immunology and immunotherapeutics|anno=2008|editore=American Society of Health-System Pharmacists|città=Bethesda, Md.|
La co-infezione di [[tubercolosi]] è una delle principali cause di malattia e di morte nei pazienti con HIV/AIDS ed è presente in un terzo di tutte le persone con infezione da HIV. Questa condizione ha causato il 25% delle morti correlate all'HIV.<ref>{{Cita web|titolo=Tuberculosis|url=http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs104/en/|sito=Fact sheet 104|editore=World Health Organization|data=marzo 2012|accesso=29 agosto 2012}}</ref> L'[[epatite C]] è un'altra co-infezione molto comune.<ref>{{Cita libro|cognome=Pennsylvania|curatore=Raphael Rubin, David S. Strayer, Emanuel Rubin e Gonzalo Aponte |titolo=Rubin's pathology : clinicopathologic foundations of medicine|editore=Wolters Kluwer Health/Lippincott Williams & Wilkins|città=Philadelphia|p=154|edizione=sesta|anno=2011|isbn=978-1-60547-968-2}}</ref> I due tumori più comuni associati con l'HIV/AIDS sono il [[sarcoma di Kaposi]] e il [[linfoma non Hodgkin]].<ref name="Cancer2005" />
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=== Prevenzione primaria ===
L'uso costante del [[preservativo]] riduce il rischio di trasmissione dell'HIV di circa l'80% nel lungo termine nel caso di rapporti sessuali.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Crosby|nome=R|coautori=Bounse, S|titolo=Condom effectiveness: where are we now?|rivista=Sexual health|data=2012 Mar|volume=9|numero=1|pp=10-7|pmid=22348628|doi=10.1071/SH11036}}</ref> Quando uno dei partner di una coppia è sieropositivo, grazie all'utilizzo del preservativo i tassi di infezione da HIV per la persona non infetta sono inferiori all'1% annuo.<ref name="WHOCondoms">{{Cita web| editore=[[World Health Organization|WHO]]| mese=agosto| anno=2003|url=http://www.wpro.who.int/mediacentre/factsheets/fs_200308_Condoms/en/index.html | titolo=Condom Facts and Figures | accesso= 10 gennaio 2013 }}</ref> Vi sono alcune prove che suggeriscono che il [[preservativo femminile]] possa fornire un livello di protezione equivalente.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Gallo|nome=MF|coautori=Kilbourne-Brook, M; Coffey, PS|titolo=A review of the effectiveness and acceptability of the female condom for dual protection|rivista=Sexual health|data=2012 Mar|volume=9|numero=1|pp=18-26|pmid=22348629|doi=10.1071/SH11037}}</ref> L'applicazione di un gel vaginale contenente [[tenofovir]] (un inibitore della [[trascrittasi inversa]]) immediatamente prima del [[rapporto sessuale]] sembra ridurre i tassi di infezione di circa il 40%, dato rilevato in uno studio in un gruppo di donne africane.<ref name="VagGel2012">{{Cita pubblicazione|cognome=Celum|nome=C|coautori=Baeten, JM|titolo=Tenofovir-based pre-exposure prophylaxis for HIV prevention: evolving evidence|rivista=Current opinion in infectious diseases|data=2012 Feb|volume=25|numero=1|pp=51-7|pmid=22156901|doi=10.1097/QCO.0b013e32834ef5ef}}</ref> Al contrario, l'uso dello [[spermicida]] nonoxynol-9 può aumentare il rischio di trasmissione a causa della sua tendenza a causare irritazione vaginale e rettale.<ref>{{Cita pubblicazione | cognome=Baptista|nome=M|coautori=Ramalho-Santos, J|titolo=Spermicides, microbicides and antiviral agents: recent advances in the development of novel multi-functional compounds|rivista=Mini reviews in medicinal chemistry|data=1º novembre 2009|volume=9|numero=13|pp=1556-67|pmid=20205637|doi=10.2174/138955709790361548}}</ref>
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La [[circoncisione]] nell'Africa sub-sahariana "riduce l'acquisizione del virus HIV da uomini eterosessuali in un valore compreso tra il 38% e il 66% per più di 24 mesi".<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Siegfried|nome=N|coautori=Muller, M; Deeks, JJ; Volmink, J|titolo=Male circumcision for prevention of heterosexual acquisition of HIV in men|rivista=Cochrane database of systematic reviews (Online)|data=15 aprile 2009|numero=2|pp=CD003362|pmid=19370585|doi=10.1002/14651858.CD003362.pub2|curatore-cognome=Siegfried|curatore-nome=Nandi}}</ref> Sulla base di questi studi, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'[[UNAIDS]] hanno consigliato, nel 2007, tale pratica per prevenire la trasmissione da donna a maschio.<ref>{{Cita web |titolo=WHO and UNAIDS announce recommendations from expert consultation on male circumcision for HIV prevention |editore=World Health Organization |data=28 marzo 2007|url=http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2007/pr10/en/index.html}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione | cognome=Larke| nome=N | titolo=Male circumcision, HIV and sexually transmitted infections: a review|rivista=British journal of nursing (Mark Allen Publishing)|data=27 maggio 2010 – Jun 9|volume=19|numero=10|pp=629-34|pmid=20622758}}</ref> Non è però dimostrato che la circoncisione maschile possa portare beneficio nei paesi sviluppati e tra gli uomini che hanno rapporti sessuali omosessuali.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Kim|nome=HH|coautori=Li, PS, Goldstein, M|titolo=Male circumcision: Africa and beyond?|rivista=Current opinion in urology|data=2010 Nov|volume=20|numero=6|pp=515-9|pmid=20844437|doi=10.1097/MOU.0b013e32833f1b21}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Templeton|nome=DJ|coautori=Millett, GA, Grulich, AE|titolo=Male circumcision to reduce the risk of HIV and sexually transmitted infections among men who have sex with men|rivista=Current opinion in infectious diseases|data=2010 Feb|volume=23|numero=1|pp=45-52|pmid=19935420|doi=10.1097/QCO.0b013e328334e54d}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione | cognome = Wiysonge | nome = CS. |cognome2= Kongnyuy |nome2= EJ. |cognome3= Shey |nome3= M. |cognome4= Muula |nome4= AS.|cognome5= Navti |nome5= OB. |cognome6= Akl |nome6= EA. |cognome7= Lo |nome7= YR. | titolo = Male circumcision for prevention of homosexual acquisition of HIV in men | rivista = Cochrane Database Syst Rev | numero = 6 |pp= CD007496 | anno = 2011 | doi = 10.1002/14651858.CD007496.pub2 |pmid= 21678366 |curatore-cognome= Wiysonge |curatore-nome= Charles Shey }}</ref> Alcuni esperti temono che una minore percezione di vulnerabilità tra gli uomini circoncisi possa comportare una maggiore propensione a comportamenti sessuali a rischio, vanificando in tal modo gli effetti della prevenzione.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Eaton LA, Kalichman S |titolo=Risk compensation in HIV prevention: implications for vaccines, microbicides, and other biomedical HIV prevention technologies |rivista=Curr HIV/AIDS Rep |volume=4 |numero=4 |pp=165-72|anno=2007|mese=dicembre|pmid=18366947|doi=10.1007/s11904-007-0024-7}}</ref> Le donne che hanno subito [[mutilazioni genitali femminili]] vedono aumentare il rischio di contrarre l'HIV.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Utz-Billing I, Kentenich H|titolo=Female genital mutilation: an injury, physical and mental harm |rivista=J Psychosom Obstet Gynaecol |volume=29|numero=4 |pp=225-9|anno=2008 |mese=dicembre|pmid=19065392|doi=10.1080/01674820802547087 }}</ref>
Programmi volti a promuovere l'[[astinenza sessuale]] come metodo di prevenzione non sembrano aver dato risultati apprezzabili nei paesi del mondo ad alto reddito.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Underhill K, Operario D, Montgomery P|titolo=Abstinence-only programs for HIV infection prevention in high-income countries|rivista=Cochrane Database of Systematic Reviews|numero=4|pp=CD005421|anno=2008|pmid=17943855|doi=10.1002/14651858.CD005421.pub2|url=http://onlinelibrary.wiley.com/o/cochrane/clsysrev/articles/CD005421/frame.html|curatore-cognome=Operario|curatore-nome=Don|accesso=6 settembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101125105707/http://onlinelibrary.wiley.com/o/cochrane/clsysrev/articles/CD005421/frame.html|urlmorto=sì}}</ref> Invece la strategia nota come ''Abstinence, Being faithful, Condom'' ([[Strategia ABC|ABC]])<ref name="ABC">{{cita web|titolo=The ABC of HIV Prevention|editore=AVERT|lingua=en|url=http://www.avert.org/abc-hiv.htm|accesso=29 gennaio 2013}}</ref> che si basa sull'educazione all'astinenza sessuale, alla fedeltà nei rapporti di coppia e all'uso del preservativo nei casi a rischio, avrebbe dato risultati apprezzabili in paesi dove la diffusione del virus HIV è altissima e dove la trasmissione è dovuta principalmente alla promiscuità sessuale, come in [[Diffusione dell'HIV in Uganda|Uganda]]. In altri paesi africani strategie di prevenzione simili basate sull'informazione e sul cambiamento delle norme sociali, avrebbero portato a una riduzione della diffusione del virus, come in [[Zimbabwe]].<ref name="Helperin">{{cita pubblicazione|cognome=Helperin|nome=Daniel T.|titolo=A Surprising Prevention Success: Why Did the HIV Epidemic Decline in Zimbabwe?|data=8 febbraio 2011|pmid=21346807|doi=10.1371/journal.pmed.1000414|url=http://www.plosmedicine.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pmed.1000414}}</ref><br />
Tuttavia in letteratura medica sono state avanzate critiche e dubbi sulla reale efficacia della strategia ABC,<ref name="pmid17002505">{{Cita pubblicazione | cognome = Murphy | nome = EM. |coautori= ME. Greene; A. Mihailovic; P. Olupot-Olupot | titolo = Was the ABC approach (abstinence, being faithful, using condoms) responsible for Uganda's decline in HIV? | rivista = PLoS Med | volume = 3 | numero = 9 | pp = e379 | mese=settembre| anno = 2006 | doi = 10.1371/journal.pmed.0030379 | pmid = 17002505 }}</ref> e soprattutto il rammarico che tale discussione si sia polarizzata in una sorta di scontro tra politici e religiosi conservatori contro avversari liberali e progressisti.<ref name="pmid15566989">{{Cita pubblicazione | cognome = Halperin | nome = DT. |coautori= MJ. Steiner; MM. Cassell; EC. Green; N. Hearst; D. Kirby; HD. Gayle; W. Cates | titolo = The time has come for common ground on preventing sexual transmission of HIV. | rivista = Lancet | volume = 364 | numero = 9449 | pp = 1913-5 | doi = 10.1016/S0140-6736(04)17487-4 | pmid = 15566989 }}</ref>
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==== Controllo sulle donazioni di sangue e di organi ====
A partire dagli [[anni 1990|anni novanta]], il rischio di trasmissione dell'HIV attraverso le [[trasfusione di sangue|trasfusioni di sangue]] e [[trapianto|trapianti d'organi]] è stato notevolmente ridotto, grazie a un migliore ''screening'' dei donatori e alla disponibilità di test sierologici sempre più efficienti.<ref name="Barlet-2011">{{Cita pubblicazione | cognome = Barlet | nome = V. | titolo = [Technological evolutions in blood donation screening and their impact on the residual risk]. | rivista = Transfus Clin Biol | volume = 18 | numero = 2 | pp = 292-301 | mese=aprile| anno = 2011 | doi = 10.1016/j.tracli.2011.02.025 | pmid = 21466969 }}</ref> Tuttavia si è ancora distanti dall'ipotetico "rischio zero". Per migliorare ulteriormente i risultati si sta ponendo sempre più attenzione verso i test di amplificazione degli acidi nucleici virali.<ref name="Barlet-2011" /><ref>{{cita pubblicazione|titolo=Test di amplificazione degli acidi nucleici virali: un nuovo approccio allo screening delle malattie trasmissibili con la terapia trasfusionale|autore=Michelina Miceli, Angela Candido|editore=Centro Nazionale Trasfusione Sangue|città=Roma|url=http://www.bloodtransfusion.it/articoli/000005/it/000133.pdf|accesso=27 novembre 2012|dataarchivio=22 dicembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131222020247/http://www.bloodtransfusion.it/articoli/000005/it/000133.pdf|urlmorto=sì}}</ref> In [[India]], che conta la seconda più alta popolazione HIV positiva mondiale con circa 2,5-3,0 milioni di casi, su un totale di
=== Profilassi post-esposizione ===
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]]
L'AIDS colpisce duramente sia l'economia dei paesi sia dei singoli cittadini.<ref name="M117">{{cita|Mandell, Bennett, Dolin|p. 117|mbd}}.</ref> Il [[prodotto interno lordo]] dei paesi più colpiti risulta ridotto anche a causa della mancanza di capitale umano.<ref name="M117" /><ref name="Bell-et-al-2003">{{Cita pubblicazione|autore=Bell C, Devarajan S, Gersbach H|anno=2003|url=http://econ.worldbank.org/external/default/main?pagePK=64165259&theSitePK=478060&piPK=64165421&menuPK=64166093&entityID=000160016_20031110113834|titolo=The long-run economic costs of AIDS: theory and an application to South Africa|accesso=28 aprile 2008|versione=World Bank Policy Research Working Paper No. 3152|formato=PDF|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130605151302/http://econ.worldbank.org/external/default/main?pagePK=64165259&theSitePK=478060&piPK=64165421&menuPK=64166093&entityID=000160016_20031110113834}}</ref> Senza una corretta alimentazione e senza l'assistenza sanitaria e la medicina, un gran numero di pazienti possono morire a causa delle complicanze legate all'AIDS. I pazienti non solo non sono in grado di lavorare, ma richiedono importanti cure mediche. Si stima che nel 2007 vi siano stati 12 milioni di [[Orfano da AIDS|orfani dell'AIDS]].<ref name="M117" /> Molti di essi vengono accuditi dai nonni anziani.<ref name="Greener">{{Cita libro| autore-capitolo = Greener R| anno = 2002| titolo = State of The Art: AIDS and Economics| capitolo = AIDS and macroeconomic impact| curatore = S, Forsyth (ed.)| pp =
Colpendo per lo più giovani adulti, l'AIDS riduce la popolazione imponibile. Ciò si traduce in una diminuzione delle risorse disponibili per la spesa pubblica come l'istruzione e i servizi sanitari, con conseguente aumento della pressione fiscale da parte dello Stato e il rallentamento della crescita economica.<ref name="Greener" />
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=== Aspetti religiosi ===
Oggetto di critica da parte della [[Chiesa cattolica]] è la tesi secondo cui l'utilizzo del preservativo sia l'unico metodo di prevenzione efficace contro la diffusione della malattia.<ref name="Espresso">{{cita news|autore=Michel Schooyans|titolo=L'AIDS e il preservativo|pubblicazione=L'Espresso Online|editore=Gruppo Editoriale L'Espresso Spa|data=15 dicembre 2012|url=http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1345989|accesso=29 gennaio 2013}}</ref><ref name="Schooyans">{{cita libro|autore=Michel Schooyans|titolo=Terrorismo dal volto umano|url=http://books.google.it/books?id=wSlnPgAACAAJ&dq=inauthor:%22Michel+Schooyans%22&hl=it&sa=X&ei=20IGUbeqPMqO4gSs54B4&ved=0CDgQ6AEwAg|editore=Cantagalli|città=Siena|anno=2009|pp. 217-226|accesso=29 gennaio 2013|isbn=978-88-8272-473-3}}</ref> All'uso sistematico ed esclusivo del profilattico, che la dottrina cattolica considera un metodo immorale di regolamentazione delle nascite,<ref name="Compendium">Catechismo della Chiesa cattolica - Compendio, Parte terza, Sezione seconda, cap. II,
Completamente differente la posizione delle [[Chiese evangeliche in Italia]] che nel 2007 attraverso i finanziamenti riscossi con il locale contributo "[[8 per mille]]" promossero una serie di progetti denominati ''Un pozzo per l'acqua, un profilattico contro l'AIDS, un sorriso alla vita''. I vertici delle chiese dichiararono che i loro progetti cercavano di restituire il sorriso a chi non ce l'aveva più e che l'offerta dei profilattici ai malati di AIDS era l'unica soluzione efficace per evitare che il male mortale si propagasse e doveva essere vista come un gesto a favore della vita.<ref>{{cita web | url = http://www.fedevangelica.it/servizi/nev_.php?id=516 | titolo = Campagna otto per mille valdese. “Un pozzo per l'acqua, un profilattico contro l'AIDS, un sorriso alla vita”. 217 progetti in Italia e nel mondo a favore della vita | autore = redazione | data = 17 aprile 2007 | accesso = 29 gennaio 2013. | editore = Federazione delle chiese evangeliche in Italia | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131222003506/http://www.fedevangelica.it/servizi/nev_.php?id=516 }}</ref>
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* {{cita libro|titolo=Infectious Diseases|curatore=Sherwood L. Gorbach, John G. Bartlett, Neil R. Blacklow|edizione=3|editore=Lippincott Williams & Wilkins|anno=2003|isbn=978-0-7817-3371-7|lingua=en}}
* {{cita libro|titolo=The AIDS epidemic: social dimensions of an infectious disease|url=https://archive.org/details/aidsepidemicsoci0000rush|autore=William A. Rushing|editore=Westview Press|anno=1995|isbn=978-0-8133-2044-1|lingua=en}}
* {{cita libro|titolo=Evolution of Infectious Disease|url=https://archive.org/details/evolutionofinfec0000ewal|autore=Paul W. Ewald|editore=Oxford University Press|anno=1994|isbn=978-0-19-506058-4|lingua=en}}
* {{cita libro | autore = Gerald Mandell, John Bennett, Raphael Dolin |titolo=Mandell, Douglas, and Bennett's Principles and Practice of Infectious Diseases | anno=2010 |editore = Churchill Livingstone/Elsevier | città = Philadelphia| edizione= 7|cid=mbd |isbn=978-0-443-06839-3 |lingua=en }}
* {{cita libro|titolo=Denying AIDS: Conspiracy Theories, Pseudoscience, and Human Tragedy|autore=Seth C. Kalichman|editore=Springer|anno=2009|cid=Kalichman|isbn=978-0-387-79475-4|lingua=en}}
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=https://www.epicentro.iss.it/aids|titolo=Portale di epidemiologia (EpiCentro)}}
* {{cita web | url = http://www.iss.it/ccoa/ | titolo = Centro Operativo AIDS (Istituto Superiore di Sanità) | accesso = 17 novembre 2011 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20111116082944/http://www.iss.it/ccoa/ | urlmorto = sì}}
* {{cita web|url=http://www.salute.gov.it/dettaglio/pdPrimoPianoNew.jsp?id=325&sub=1&lang=it|titolo=Dati Aids in Italia 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131222011150/http://www.salute.gov.it/dettaglio/pdPrimoPianoNew.jsp?id=325&sub=1&lang=it}}
*
* {{en}} Centers for Diseases Control di Atlanta:
{{Malattie della povertà}}
|