Campobasso: differenze tra le versioni

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|Nome = Campobasso
|Panorama = Vista su Campobasso dal Castello Monforte.jpg
|Didascalia = Panorama della città dal [[Castello Monforte]]
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
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|Data elezione = 25-6-2024
|Data istituzione =
|Sottodivisioni = [[Santo Stefano (Campobasso)|Santo Stefano]]
'''[[Contrada (geografia)|Contrade]]''' e '''[[Località abitata|località]]''': Calvario, Camposarcone, Casello Ferroviario, Casino Barone, Cerreto, Colle Arso, Colle delle Api, Colle dell'Orso, Colle Longo, Colle Serano, Coste di Oratino, Feudo Primo, Feudo Secondo, Fossato Cupo, Lupara, Mascione, Ospedale, Pesco Farese, Polese, San Giovanni dei Gelsi, San Giovanni in Golfo Primo, San Giovanni in Golfo Secondo, San Nicola delle Fratte, Santa Maria De Foras, San Vito Inferiore, San Vito Superiore, Tappino, Vazzieri
|Divisioni confinanti = [[Busso]], [[Campodipietra]], [[Castropignano]], [[Ferrazzano]], [[Matrice (Italia)|Matrice]], [[Mirabello Sannitico]], [[Oratino]], [[Ripalimosani]], [[San Giovanni in Galdo]], [[Vinchiaturo]]
|Zona sismica = 2
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Sull'altura che domina l'odierna città era presente un insediamento di controllo dei [[Sanniti]], di cui ancora oggi si conservano le tracce, posto a controllo del braccio tratturale "Cortile - Matese". Lo scopo difensivo del sito è confermato dal ritrovamento, nei pressi del castello Monforte, di resti di mura sannitiche e dal rinvenimento, tra le rovine della Chiesa di San Mercurio nel [[1930]], di un'iscrizione in lingua osca. Tale insediamento gravitava intorno ad un centro sannitico più importante, ossia l'area corrispondente all'attuale centro di Ferrazzano.
 
La storia del territorio di Campobasso è quindi indissolubilmente legata a quella dell'antico [[Sannio|Sannio-Pentro]] e a [[Impero Romanoromano|Roma]].
 
=== Medioevo ===
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Le fonti storiche datano l'atto di nascita di Campobasso all'epoca della [[Langobardia Minor]] e più precisamente nel periodo del [[Ducato di Benevento]], essendo toponomizzata come ''Campus Vassorum''. Risale infatti all'anno [[878]] un documento stilato da un monaco dell'[[chiesa di Santa Sofia (Benevento)|abbazia benedettina di Santa Sofia]] di [[Benevento]], in cui si fa menzione di Campobasso come ''finibus Campibassi''. Questo documento, reperibile come Codice Vaticano Latino 4939, è il ''Chronicon Sancte Sophie'' ed è stato redatto al tempo in cui [[Adelchi di Benevento|Adelchi]] era quindi principe di Benevento.
 
Successivamente durante l'[[conquista normanna dell'Italia meridionale|egemonia normanna]], Campobasso assume un'importanza economica sempre crescente riuscendo a diventare la “capitale” della Contea sotto la signoria dei [[Rodolfo de Molisio|De Moulins]]. Il fiorire dei commerci e l'aumentata importanza amministrativa comportano l'ampliamento dell'antico borgo che si espande soprattutto intorno alla chiese di San Bartolomeo e di San Mercurio. Diverse sono le connotazioni che il borgo assume nel tempo: ''Civitas'', ''Castrum'', ''Universitas Hominum''.
Il fiorire dei commerci e l'aumentata importanza amministrativa comportano l'ampliamento dell'antico borgo che si espande soprattutto intorno alla chiese di San Bartolomeo e di San Mercurio.
Diverse sono le connotazioni che il borgo assume nel tempo: ''Civitas'', ''Castrum'', ''Universitas Hominum''.
 
Tra i documenti storici del periodo compreso tra l'anno [[1000]] e il Trecento spicca la ''Pancarta Campobassana'' del [[1277]] in cui trentadue campobassani denunciarono a [[Carlo I d'Angiò]] le angherie e i soprusi del [[feudatario]] Roberto di Molise, dimostrando quindi di patteggiare per i francesi Angioini.
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Agli inizi del [[XVI secolo|Cinquecento]] i De Capua sono feudatari in Campobasso. La città, grazie alla felice posizione geografica, vive di un florido [[commercio]]; infatti l'area al di fuori dalle antiche mura, con le chiese di Santa Maria Maddalena e della [[Cattedrale della Santissima Trinità (Campobasso)|Santissima Trinità]] (che tra l'altro è stata fondata proprio nel 1504), è contraddistinta da una notevole vivacità di scambi nei vari settori dell'[[artigianato]].
 
Nel [[1530]] diventano signori di Campobasso i [[Gonzaga]] che ne aumentano il prestigio. A loro si deve la riorganizzazione urbana della città; in ogni rione le singole strade sono indicate con il nome dell'attività lavorativa prevalente come ad esempio scarparìecalzolai, ferrarìeferrerìe (l'attuale via de' Ferrari), oreficerìe (l'attuale via Orefici, ricca ancora oggi di botteghe e negozi di orafi).
 
Signori della città, dopo i Gonzaga, sono i Vitagliano nel [[1638]] e successivamente i [[Carafa (famiglia)|Carafa]].
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[[File:Campobasso Palazzo.jpg|thumb|Un palazzo in Piazza Vincenzo Cuoco|alt=]]
 
Il [[XVIII secolo|Settecento]] è attraversato da idee nuove e la struttura feudale della società viene vista come un intralcio alle iniziative della nuova classe emergente: la [[borghesia]]. Questa ventata di novità arriva anche a Campobasso. Ci sono uomini che nonostante appartengano a famiglie di antica nobiltà, come [[Francesco de Attelis]], [[Anselmo Chiarizia]] e [[Giovan Matteo Japoce]], si prodigano in cause contro i feudatari. Molti intellettuali come [[Giuseppe Zurlo]], [[Giuseppe Maria Galanti]], [[Francesco Longano]], [[Paolo Nicola Giampaolo]], sostengono la necessità di superare l'immobilismo economico-sociale provocato dal [[feudalesimo]]. Campobasso diviene il cuore pulsante della cultura molisana, in cui trovano rifugio molti intellettuali del tempo come [[Gabriele Pepe]] e [[Vincenzo Cuoco]].
 
A causa dei debiti del duca di Jelsi Mario Carafa, alla sua morte, avvenuta nel 1727 la sua eredità viene accettata con beneficio di inventario dagli eredi di questi, il nipote Alessandro Milano duca di San Paolo e il cugino Marcello Carafa. Tale situazione consente a Campobasso di rientrare nel patrimonio del fisco regio che la sottopone ad un apprezzo nel 1732 per future vendite. In tale contesto si apre la possibilità per l'[[universitas]] di Campobasso di riscattarsi dalla servitù feudale mediante il pagamento di un importo alla Regia Camera, che le avrebbe consentito di rientrare nel demanio regio in una condizione di relativa autonomia. Nel periodo che va dal [[1728]] al [[1735]] numerosi membri della borghesia locale appoggiano l'iniziativa "demanista" in chiave antibaronale. Nel frattempo Marcello Carafa aveva presentato istanza alla Regia Camera per vedersi confermato quel erede di Mario Carafa ed acquisire la titolarità del feudo, ottenendo tale riconoscimento nel 1735 mediante il pagamento di {{formatnum:10000}} ducati al fisco e impegnandosi a pagare i creditori. Difficoltà insorte nel soddisfare tale obbligazione forniscono ai "demanisti" la possibilità di presentare nel 1738 alla Regia Camera la relativa istanza di ricompra della città, che si concretizza infine il 4 marzo 1742 dopo il deposito di una somma pari a {{formatnum:102841}} ducati.
 
Nel [[1755]] [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone re di Napoli]] concede a Campobasso il rango di città modello. Agli inizi dell'[[XIX secolo|Ottocento]], in piena [[età napoleonica]], viene istituita la [[Contado di Molise|Provincia di Molise]]; Campobasso, come [[Distretto di Campobasso|capoluogo]], diviene sede di numerosi uffici amministrativi. La popolazione, nonostante le gravi perdite umane e materiali provocate dal [[terremoto del 1805]], si moltiplica e di conseguenza anche la città si espande. Si rende necessario realizzare un piano urbanistico per soddisfare nuove e molteplici esigenze. Vengono presi in considerazione due progetti, quello di [[Bernardino Musenga]] e quello di [[Vincenzo Wan Rescant]].
Nel [[1755]] [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone re di Napoli]] concede a Campobasso il rango di città modello.
Agli inizi dell'[[XIX secolo|Ottocento]], in piena [[età napoleonica]], viene istituita la [[Contado di Molise|Provincia di Molise]]; Campobasso, come [[Distretto di Campobasso|capoluogo]], diviene sede di numerosi uffici amministrativi. La popolazione, nonostante le gravi perdite umane e materiali provocate dal [[terremoto del 1805]], si moltiplica e di conseguenza anche la città si espande. Si rende necessario realizzare un piano urbanistico per soddisfare nuove e molteplici esigenze. Vengono presi in considerazione due progetti, quello di [[Bernardino Musenga]] e quello di [[Vincenzo Wan Rescant]].
 
Il Musenga immagina l'edificazione di un intero quartiere a schema ortogonale, invece Wan Rescant prevede l'espansione del tessuto urbano intorno a una sola grande piazza con al centro l'edificio sede dell'amministrazione civica. Al sistema radiale del Wan Rescant è preferito quello del Musenga. La parte nuova della città si sviluppa in luogo pianeggiante, sulle “campère”, così chiamato perché un tempo era occupato dai campi coltivati e dai boschi.
Campobasso doveva essere “monumentale, funzionale, unitaria e moderna, destinata a una borghesia ormai disposta ad abbandonare la città feudale, ritenuta poco rappresentativa socialmente per uno Stato che, attraverso i palazzi pubblici, vuole creare l'immagine fisica dell'autorità, come prima lo era il castello sui monti”.
{{senza fonte|Le piazze alberate, i viali e le aiuole fanno guadagnare a Campobasso l'appellativo di “[[città giardino]]”.}}
 
Campobasso doveva essere “monumentale, funzionale, unitaria e moderna, destinata a una borghesia ormai disposta ad abbandonare la città feudale, ritenuta poco rappresentativa socialmente per uno Stato che, attraverso i palazzi pubblici, vuole creare l'immagine fisica dell'autorità, come prima lo era il castello sui monti”. L'impostazione data da Musenga, incentrata su piazze alberate, i viali e le aiuole, fu tale che in seguito si parlò di Campobasso come una vera e propria "[[città giardino]]".<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.campobasso.it/campobasso2/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/20247|titolo=La storia|sito=Città di Campobasso {{!}} Sito Istituzionale|accesso=2025-06-14}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://molisecittaideale.org/la-rinascita-di-campobasso|titolo=La rinascita di Campobasso {{!}} Molisecittaideale|sito=molisecittaideale.org|accesso=2025-06-14}}</ref>
=== Novecento ===
[[File:Campobasso centro.jpg|thumb|Piazza Bernardino Musenga (Villa dei Cannoni)]]
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Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti con decreto del capo del governo del 25 maggio 1942.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?1199 |titolo= Campobasso, decreto 1942-05-25 DCG, riconoscimento di stemma e gonfalone |sito= Archivio Centrale dello Stato }}</ref>
{{citazione|Di rosso, a sei [[Torre (araldica)|torri]] merlate d'argento, disposte tre e tre, accompagnate in capo dalla corona comitale d'oro<ref>Nelle figurazioni più antiche la corona nel capo dello scudo è di rango comitale, mentre nel gonfalone cittadino è ducale. Cfr {{cita web|url= http://www.araldicacivica.it/comune/Campobasso/ |titolo= Campobasso }}</ref>, lo scudo timbrato da una corona di principe.}}
Lo [[stemma]] riporta un ovale con fondo rosso al cui interno sono rappresentate sei torri merlate di cui una è sormontata da una corona marchesale che ne indica l'origine feudale. Le sei torri raffigurano le torri principali che erano poste a guardia degli ingressi dell'antico borgo medioevale: porta Sant'Antonio Abate, porta San Nicola, porta Santa Maria della Croce, porta San Leonardo, porta Mancina e porta San Paolo.
Le sei torri raffigurano le torri principali che erano poste a guardia degli ingressi dell'antico borgo medioevale: porta Sant'Antonio Abate, porta San Nicola, porta Santa Maria della Croce, porta San Leonardo, porta Mancina e porta San Paolo.
 
Il [[gonfalone]], in cui campeggia lo stemma, è [[Partito (araldica)|partito]] su due colori, il rosso e l'azzurro che rappresentano quelli delle due antiche confraternite che nel Cinquecento gestivano il potere politico e la vita religiosa della città: il rosso per i Crociati mentre l'azzurro per i Trinitari.
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|motivazione =
}}
 
{{Onorificenze
|immagine = Merito civile bronze medal BAR.svg
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|motivazione = Nell'immediato dopoguerra offriva un cospicuo contributo all'opera di bonifica del territorio organizzando gruppi di rastrellatori civili di mine che, con la loro opera e l'inevitabile costo di vite umane, consentirono la prima fase della ricostruzione e della ripresa del Paese.
|luogo = Campobasso, 1944-1948
}}
 
{{Onorificenze
Medaglia del Ministro della Difesa per i Comuni che hanno avuto famiglie con 3 o più caduti durante il primo conflitto mondiale (per la famiglia Pistilli Sipio), 2013
|immagine = Medcad.svg
|nome_onorificenza = Medaglia commemorativa al valore morale alle famiglie che hanno subito la perdita di tre o più congiunti caduti in occasione del Primo conflitto mondiale
|collegamento_onorificenza = Medaglia commemorativa al valore morale alle famiglie che hanno subito la perdita di tre o più congiunti caduti in occasione del Primo conflitto mondiale
|luogo = Campobasso, 2013<ref>https://www.primopianomolise.it/citta/campobasso/132409/campobasso-la-medaglia-nascosta-nicola-felice-scrive-al-sindaco-i-caduti-del-tiro-a-segno-meritano-rispetto/</ref>
|motivazione = in quanto Comune di residenza della famiglia di Alberto Pistilli e di Giovanna Sipio, che perse i figli: Angiolo, Carlo e Silvio, nel corso del Primo conflitto mondiale
}}
 
{{Onorificenze
Medaglia d'oro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di san Giorgio, 2019
|immagine = Nastrino_Medaglia_di_Benemerenza_d'Oro_dell'Ordine_Costantiniano_di_San_Giorgio.jpg
|nome_onorificenza = Medaglia di Benemerenza d'Oro dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio (Napoli)
|collegamento_onorificenza = Medaglia d'orodi Benemerenza del Sacro Militare Ordine Costantiniano di sanSan Giorgio, 2019
|luogo = Campobasso, 23 aprile 2019<ref>https://www.ilgiornaledelmolise.it/2019/04/23/campobasso-festeggia-il-patrono-san-giorgio/</ref>
|motivazione =
}}
 
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[[File:Campobasso municipio.jpg|thumb|[[Palazzo San Giorgio (Campobasso)|Palazzo San Giorgio]]]]
* ''[[Palazzo San Giorgio (Campobasso)|Palazzo San Giorgio]]'': palazzo del Municipio, costruito nel [[1879]] sulla chiesa medievale di Santa Maria della Libera. Il palazzo presenta un ampio porticato con archi a tutto sesto e grandi pilastri quadrati. L'elegante facciata è suddivisa in tre piani ed è sormontata da un quadrante d'orologio alla cui base è riportata la scritta "MUNICIPIO". Al centro del primo piano è posto un balconcino a colonnine di marmo sorretto da due colonne dal fusto liscio e dal capitello ionico. Le finestre del primo piano si possono dividere in due gruppi: su quindici totali, cinque di esse presentano un arco a tutto sesto alla sommità, e le restanti dieci sono sormontate da un tamburo a forma triangolare; mentre al secondo piano tutte le quindici finestre non presentano tamburo ma un semplice ordine orizzontale. Particolari le paraste che al secondo piano separano le finestre e si raddoppiano in alcuni punti sezionando la facciata in cinque parti verticali, quasi volessero evidenziare anche la divisione interna della struttura.
* ''[[Palazzo Magno]]'': Il palazzo prende il nome da [[Mercurio Magno]], che ottenne la proprietà dalla famiglia napoletana dei De Tilla, i quali utilizzavano l'immobile come residenza privata estiva. Il Magno ne rimase proprietario fino al [[1936]], quando la Provincia lo acquistò per stabilirvi la propria sede. Durante la [[seconda guerra mondiale]], la città di Campobasso dovette subire la requisizione di diversi edifici, e tra questi vi fu anche Palazzo Magno. Dai locali del palazzo furono ricavati un ospedale ed un obitorio da parte dei [[Polacchi]]; con lo spostarsi del fronte al di là della [[linea Gustav]], il [[Genio militare italiano]] ottenne il permesso di insediare nel complesso il Comando Zona Bonifica Campi Minati del Molise, organizzando così già nel [[1944]] il primo corso per rastrellatori di mine. Fu solo nel [[1946]] infine che l'edificio fu restituito alla Provincia e da allora ne funge ancora da sede.
* ''[[Convitto nazionale Mario Pagano]]'': In origine fu denominato "Collegio Sannitico", per decreto del 12 marzo [[1816]] con sede presso il monastero degli Antoniani poiché non idoneo ad edificio scolastico. Compiuti i necessari lavori di adattamento del locale, il collegio venne inaugurato il 16 novembre [[1817]], assumendo il prefisso ''Real'' con un altro regio decreto del 25 gennaio [[1854]]. La direzione del Real Collegio Sannitico fu affidata ai Padri Barnabiti che portarono avanti un progetto per la costruzione di un nuovo edificio per le scuole e per il convitto. Ottenute le nuove strutture, chiesero ed ottennero di lasciare la gestione dell'Istituto. Il collegio rimase chiuso fino al principio dell'anno [[1857]], quando venne chiamato a dirigerlo il canonico Berardo Palombieri, sotto la cui amministrazione in quell'anno stesso il collegio venne elevato a Liceo. Il 4 marzo [[1865]], sotto proposta del [[Ministero della pubblica istruzione]], con decreto firmato a [[Milano]] dal re [[Vittorio Emanuele II]], il collegio prese l'attuale denominazione di convitto nazionale "Mario Pagano", in onore del [[giurista]], [[politico]] e patriota italiano [[Mario Pagano]]. Curiosità: il pregevole giardino del Convitto ricalca l'area in cui si estendeva il braccio tratturale "Cortile - Matese".
* ''[[Palazzo della Banca d'Italia (Campobasso)|Palazzo della Banca d'Italia]]'': L'edificio della Banca d'Italia venne inaugurato nel [[1925]]; la sua costruzione comportò l'abbattimento di molte case, compresa quella del Vecchio Dazio. L'elegante palazzo è a tre piani. La facciata laterale offre una visione architettonica più scenografica: infatti, essendo leggermente arcuata, sembra quasi voler accogliere l'austero monumento a [[Gabriele Pepe]].
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[[File:Campobasso Palazzo mazzarotta.jpg|thumb|Palazzo Mazzarotta, sede del Museo Sannitico, visto da vico Pizzoferrato|alt=]]
* ''[[Palazzo Cannavina]]'': La sua edificazione va collocata tra il XVII e il XVIII secolo<ref name="amicomol">{{Cita web|url = http://www.amicomol.com/PalazzidelMolise.html|titolo = I Palazzi della Provincia di Campobasso|autore = Franco Nicola|accesso = 9 settembre 2015|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150909124435/http://www.amicomol.com/PalazzidelMolise.html|dataarchivio = 9 settembre 2015|urlmorto = sì}}</ref>, fu poi ampiamente rimaneggiato nel corso del XIX secolo. Lo stabile appartenne prima ai [[Carafa]], duchi di Jelsi e feudatari di Campobasso, poi, non avendo questi eredi<ref name="amicomol"/>, passò ai baroni di Campobasso che lo tennero in proprietà fino al 1742<ref name="amicomol"/>. Fu bene demaniale fino al 1783<ref name="amicomol"/>, quando venne acquistato dalla famiglia Salottolo<ref name="amicomol"/>; passò infine alla famiglia Cannavina, il cui nome è rimasto all'edificio<ref name="amicomol"/>. Nel 2011 gli arredamenti e il palazzo sono stati messi in vendita dagli eredi.
* ''[[Palazzo dell'ex GIL (Campobasso)|Palazzo dell'ex GIL]]'': Il Palazzo ex GIL fu costruito fra il [[1936]] e il [[1938]] su progetto dell'architetto napoletano [[Domenico Filippone]] (1903-1970), «un'architettura che ricevette unanime apprezzamento per la chiarezza distributiva e per l'attenzione con cui il progettista aveva risposto all'effettiva consistenza dell'ambiente paesistico e architettonico circostante, evitando risoluzioni auliche e altisonanti».<ref>{{DBI|nome = Domenico Filippone|nomeurl = domenico-filippone|autore = Maristella Casciato|anno = 1997|pagine = |volume = 47|accesso = 25 dicembre 2015}}</ref> Dopo essere stato sede delle attività della locale [[Gioventù italiana del littorio]], poi dei sindacati e alla fine di una scuola superiore, nel 1975 le competenze sull'edificio passarono dallo Stato alla Regione Molise che però la abbandonò all'incuria e al degrado finché, nel settembre 1989, il palazzo fu riconosciuto di interesse storico artistico e sottoposto a vincolo della Soprintendenza. La Regione Molise, intenzionata a demolire la costruzione, si rivolse allora al [[Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo|Ministero per i beni culturali e ambientali]] ottenendo la revoca del vincolo. I contrasti continuarono e, nonostante il ripristino del vincolo nel 1992, in quegli anni le due ali dell'edificio furono demolite.<ref>[http://www.fondazionecultura.it/?q=node/235 Fondazione Molise Cultura - La sede] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20201127140108/http://www.fondazionecultura.it/?q=node%2F235 |datedata=27 novembre 2020 }}.</ref>
* ''[[Casa della Scuola]]'': edificio scolastico costruito nel XX secolo, in stile neoclassico oggi sede della BiblioMediaTeca Comunale e della Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea.
* ''[[Palazzo delle Poste (Campobasso)|Palazzo delle Poste e Telegrafi]]'': venne costruito tra il [[1923]] e il [[1927]]. Progettato dall'ing. Giambattista de Capoa esso si sviluppa su un pian terreno e due piani più un altro sovrapposto successivamente. Le tre porte d'ingresso principali sono abbellite da robuste inferriate su cui sono presenti, in quella a sinistra, lo stemma della Città di Campobasso e, in quella a destra, lo stemma della Provincia di Campobasso. Nella porta laterale di sinistra, sotto la scritta "Direzione", è presente un bassorilievo in bronzo raffigurante Mercurio che tiene nella mano destra le saette, simbolo della velocità, e nella sinistra il caduceo (bastone con due serpenti attorcigliati).
* ''[[Palazzo di Giustizia (Campobasso)|Palazzo di Giustizia]]'': fu costruito su progetto dell'ing. Silverio Pappalardo tra il 1930 e il 1936 in uno stile che risente dell'austerità dello stile dorico a significare la serietà della legge per la difesa del cittadino.
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:Il castello ha pianta quadrangolare, con quattro torri angolari circolari mozze, e una torre maggiore all'interno del corpo. Essendo una struttura rimasta fedele al compito di sorveglianza, anche nei secoli XVIII e XIX, il castello ha mantenuto, sia all'esterno che all'interno, un aspetto piuttosto austero, conservando la struttura originale.
 
*''Mura medievali di fortificazione'': sono le mura medievali costruite nel [[XIII secolo]], danneggiate nel terremoto del [[1456]], e smantellate dopo il grave terremoto del 1805. Di esse rimangono tuttavia le linee di confine del borgo medievale, e numerose torri di avvistamento, e porte urbiche di accesso alla città vecchia. Tra le torri vi sono:
*''Torre Terzano'':
Si trova presso la chiesa di [[San Bartolomeo]], nella parte più alta del borgo. Famosa perché, secondo la leggenda, nel [[XVI secolo]] v'erano due famiglie in guerra: la Confraternita dei Crociati (composta da artigiani), e quella dei Trinitari (il nuovo ceto commerciale emergente). I loro figli Fonzo Mastrangelo e Delicata Civerra, osteggiati dalle rispettive famiglie nel loro amore, non poterono coronare il loro sogno, perché il padre di Delicata rinchiuse la figlia dentro la torre, murandola. Fonzo, disperato, si arruolò nell'esercito per dimenticare, e Delicata morì di crepacuore, e dopo alcuni anni Fonzo, scoperta la tragedia, decise di espiare le sue colpe facendosi frate. La torre ha pianta circolare in pietra trezza semplice, con alcune feritoie.
*''Torre San Mercurio (o Torre di vico Carnaio)'':
torre fortificata, restaurata nel XV secolo, posta presso l'ex chiesa di [[San Mercurio]]. Torre cilindrica a tre piani, con tre finestre, oggi divenuta abitazione. Ha la sommità coperta da tegole.
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[[File:San_Bartolomeo_Campobasso.JPG|thumb|[[Chiesa di San Bartolomeo (Campobasso)|Chiesa di San Bartolomeo]]]]
[[File:Cbmadonnamonti.jpg|thumb|Interno della [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Campobasso)|Chiesa di Santa Maria Maggiore]]]]
* ''[[Cattedrale della Santissima Trinità (Campobasso)|Cattedrale della Santissima Trinità]]'': Nel [[1504]], su incoraggiamento del feudatario [[Andrea di Capua]], fu edificata al di fuori della cinta muraria la chiesa della Santissima Trinità. Fin da subito in questa chiesa ebbe sede la grande confraternita della Trinità, soppressa solo con le leggi napoleoniche nel [[1809]] e divenuta celebre per le sanguinose lotte con quella dei Crociati per l'egemonia sulla città. Distrutta dal terremoto del [[1805]], fu ricostruita su progetto dell'architetto [[Bernardino Musenga]]. Fu riaperta al culto nel [[1829]] diventando parrocchia e sede del capitolo collegiale. Nel [[1860]] fu chiusa al culto e utilizzata dalle truppe regolari quale caserma. Nel [[1900]] fu riaperta ai fedeli, diventando cattedrale nel [[1927]]. Con lo spostamento della sede vescovile da Bojano a Campobasso l'edificio fu oggetto di ulteriori lavori. Su progetto dell'architetto [[Tullio Passarelli]] e dell'ing.ingegnere Vittorio Tiberio si provvide, tra il [[1927]] e il [[1933]], all'innalzamento della navata centrale e alla costruzione dell'abside, quest'ultima contenente un affresco di buon livello di Romeo Musa raffigurante la Pentecoste e altri ad opera di Amedeo Trivisonno. Recentemente però, una ricerca pubblicata da due giovani studiosi ha ricostruito l'aspetto baroccamente sfarzoso della chiesa ante 1805 e, inoltre, ha portato alla ribalta il fatto che dal 1573 nella chiesa aveva sede un'altra grande confraternita cittadina: quella del Santissimo Rosario<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Libero Cutrone, Gioele Di Renzo|anno=2020|titolo=CAMPOBASSO 1573: La nuova confraternita del Santissimo Rosario|rivista=|volume=|numero=|url=https://www.academia.edu/42654748/CAMPOBASSO_1573_La_nuova_confraternita_del_Santissimo_Rosario}}</ref>.
* ''[[Chiesa di Sant'Antonio Abate (Campobasso)|Chiesa di Sant'Antonio Abate]]'': La chiesa di Sant'Antonio Abate fu edificata nel [[1572]] sopra i resti di una preesistente chiesa di modeste dimensioni. È il monumento più rappresentativo dell'arte [[barocco|barocca]] a Campobasso. L'interno è ad una navata con un magnifico altare maggiore realizzato in marmo nel [[1748]]. Sulle pareti laterali vi sono quattro altari intagliati in legno e rivestiti di oro zecchino. Nella chiesa sono presenti pregevoli dipinti di [[Guarino da Solofra]] come la tela di [[san Benedetto]] del [[1643]] e alcune altre opere di piccolo formato che si trovano sull'altare dedicato a [[sant'Antonio Abate]]. Numerosi i dipinti sulle pareti del presbiterio di scuola napoletana del XVII e XVIII secolo, tra cui quelli del pittore molisano [[Michele Scaroina]].
* ''[[Chiesa di Sant'Antonio di Padova (Campobasso)|Chiesa di Sant'Antonio di Padova]]'': chiesa moderna degli anni '60. Ha struttura che rispetta abbastanza i canoni classici di una chiesa: pianta rettangolare a navata unica, e campanile turrito. La facciata è scandita da due ordini di sette finestre snelle rettangolari, con al centro di essa un rilievo di Sant'Antonio. L'accesso ha un portico. L'interno ha due colonnati laterali, e un'abside semicircolare, con raggi sulla sommità.
[[File:Campobasso Campanile S. Bartolomeo.jpg|thumb|Scorcio del campanile di San Bartolomeo e della Torre Terzano (a sinistra).|alt=]]
* ''[[Chiesa di San Bartolomeo (Campobasso)|Chiesa di San Bartolomeo]]'': La chiesa risale alla metà del [[XIII secolo|XIII sec.]] e presenta una facciata a coronamento orizzontale, la cui parte centrale è rialzata rispetto a quelle laterali. Lo pseudo-protiro che adorna il portale è l'elemento più evidente della facciata e presenta due arcate cieche divise da due colonne addossate alla parete. Di ispirazione pugliese, il [[protiro]] è molto schiacciato, quasi fosse non più che un altorilievo; all'interno del protiro è presente una lunetta suddivisa in due sezioni: la prima raffigura il [[Cristo]] Redentore benedicente "alla greca", l'altra è a sua volta divisa in otto figure trapezoidali che circondano i simboli dei [[quattro evangelisti]] e su ognuno dei quali vi è un [[dottore della Chiesa]] d'Oriente e Occidente contrapposti a due a due. Particolare è la mano rappresentata sulle teste di tali dottori a rappresentare l'[[Onnipotente]]. L'interno della chiesa, come lascia intuire la stessa facciata, è diviso in tre [[navata|navate]] da file di colonne prive di base e con capitelli geometrici unite tra loro da [[arco a tutto sesto|archi a tutto sesto]].
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* ''[[Chiesa di San Giorgio (Campobasso)|Chiesa di San Giorgio]]'': La chiesa risale al Medioevo. La facciata è a capanna e si nota un tentativo di distinzione tra la navata centrale e quelle laterali attraverso due pilastri con capitello. Sul portale è presente una lunetta che propone il tema dell'agnello crucifero decorato da ornamenti floreali. Perpendicolarmente alla lunetta, posto più in alto è presente anche un piccolo rosone dalla forma a imbuto.
* ''[[Chiesa di San Giovannello (Campobasso)|Chiesa di San Giovannello]]'': L'unica informazione circa la datazione della chiesa è fornita dall'architrave che sovrasta il portale d'accesso, che riporta la data 1551, una croce e due figure in adorazione. Testimonianze antiche ci informano che nel 1764 la collina fu adibita a luogo di sepoltura, in vista di una possibile epidemia all'interno della città. Nel passare dei secoli la chiesa è stata sottoposta a più dipendenze: sull'architrave della facciata vi è inserito il simbolo della chiesa di Santa Maria della Croce datato 1846; successivamente fece parte della parrocchia della chiesa di San Leonardo e di San Giorgio
* ''[[Chiesa di San Giuseppe Artigiano (Campobasso)|Chiesa di San Giuseppe Artigiano]]'': La parrocchia fu istituita l'8 dicembre 1969 per decreto di mons. Alberto Carinci, vescovo di Campobasso. Progettata dall'ing.ingegner Enrico Mandolesi fu iniziata nel 1972 e terminata nel 1974. L'ingresso ha una scala in travertino di Tivoli e le porte d'ingresso in vetro sono protette da cancellate in ferro composte da robusti chiodi piramidali a ricordo dei chiodi della crocifissione di Cristo.
* ''[[Chiesa di San Leonardo (Campobasso)|Chiesa di San Leonardo]]'': Le componenti strutturali della chiesa sono della fine del sec. XIV: il portale, di ispirazione gotica, ha scarsa strombatura e si compone di stipiti, pilastri e colonnine lisce: gli archi, con modanatura centrale a spirale, racchiudono nella lunetta l'agnello crucifero. Romanica è la monofora, sulla sinistra del portale, delineata da intrecci di rami e motivi floreali.
* ''[[Chiesa di Santa Maria della Croce (Campobasso)|Chiesa di Santa Maria della Croce]]'': Sorta nel periodo normanno ad opera dei fedeli che costituirono la confraternita dei "Crociati", ha subito trasformazioni a seguito di terremoti che ne hanno modificato l'aspetto originario. Presenta un impianto quattrocentesco con una pianta longitudinale a croce latina a tre navate illuminata da una cupola classicheggiante. La facciata evidenzia, con i suoi tre portali, la divisione basilicale dell'interno. Ai lati dell'altare sono presenti la Cappella dell'Addolorata e quella del Sacro Cuore, nelle quali sono conservate la statua lignea ottocentesca dell'Addolorata, di scuola napoletana, e quella del Cristo morto ricostruita in gesso nel 1954.
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* ''[[Chiesa di Maria Mater Ecclesiae]]'': Il fabbricato per l'abitazione dei religiosi e per le opere sociali ebbe inizio nel 1975. La cura venne affidata ai Padri Marianisti che avevano avuto l'incarico, già dal 1965, di interessarsi del rione Vazzieri nel quale non vi era nessun edificio di culto. Il luogo di culto ha forma semicircolare ed ha al centro il fonte battesimale.
* ''[[Chiesa di San Paolo (Campobasso)|Chiesa di San Paolo]]'': La prima chiesa di san Paolo, ancor oggi esistente, risale al XVII secolo ed è situata alla fine di viale del Castello. Costruito in una sola navata servì, inizialmente, ad officiarvi messa per quegli abitanti che si erano stabiliti appena fuori dal borgo o che vivevano nella zona detta, appunto, di san Paolo e che non volevano, specialmente durante il periodo invernale, correre il rischio di ruzzoloni sulle strade di accesso alle altre chiese poste più in alto dell'abitato
* ''[[Chiesa di San Pietro (Campobasso)|Chiesa di San Pietro]]'': chiesa moderna degli anni '60, con struttura rettangolare, dal cui estremo lato destro sorge la chiesa vera e propria, innalzandosi con cupola trapezoidale scandita da costoloni, e da cui sorge un piccolo campanile.
* ''[[Chiesa e convento di San Giovanni del Gelsi]]'': chiesa del XII secolo, restaurata nel 1415, che venne data in affidamento al Beato Giovanni da Stroncone, divenendo uno dei centri conventuali più noti del Molise. Dopo la chiusura per volere di Murat, venne restituito alla comunità dei frati nel 1892, a poi chiuso nuovamente. Nel '900 è stato riaperto e restaurato. Ha facciata barocca con architrave classica, ed edificio rettangolare del convento, con portico e chiostro interno. All'interno della chiesa lo stile liberty è molto forte, poiché è stata restaurata nel primo '900, essendo in cattivo stato di conservazione.
* ''Ex chiesa di San Mercurio'': chiesetta sconsacrata di notevole interesse, risalente almeno all'XI secolo. Ha pianta a navata unica, con facciata in pietra a capanna, decorata da un portale sormontato da una lunetta monolitica e un rosone centrale. L'interno è perfettamente conservato nella forma romanica, anche se la parete del presbiterio è frutto di numerosi e del tutto disomogenei restauri.
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Gli stranieri residenti a Campobasso al 31 dicembre 20192023 sonoerano {{formatnum:1908}}2197, pari al 34,963% della popolazione.<ref>{{Cita web|url=http://demo.istat.it/str2018/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R14&Pro=P070&Com=6&paese=A9999&submit=Tavola|titolo=Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2018 - Campobasso|accesso=10 aprile 2020}}</ref> Le nazionalità più numerose sono:
Le nazionalità più numerose erano:<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=RCS&l=it|titolo=Popolazione residente per cittadinanza o paese di nascita|accesso=24 luglio 2025}}</ref>
* [[Romania]] – 630 (33,0%)
 
* [[Ucraina]] – 138 (7,2%)
{| class="wikitable sortable"
* [[Nigeria]] – 135 (7,1%)
! Nazionalità !! al 31.12.[[2019]]<ref>{{Cita web|url=http://demo.istat.it/str2018/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R14&Pro=P070&Com=6&paese=A9999&submit=Tavola|titolo=Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2018 - Campobasso|accesso=10 aprile 2020}}</ref> !! al 31.12.[[2023]]<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it|titolo=Bilancio demografico popolazione straniera|accesso=24 luglio 2025}}</ref>
* [[Marocco]] – 92 (4,8%)
|-
* [[Pakistan]] – 67 (3,5%)
*| [[Romania]] || 630 (33,0%)|| 447
|-
*| [[Ucraina]] || 138 (7,2%)|| 163
|-
*| [[Nigeria]] || 135 (7,1%)|| 159
|-
*| [[Marocco]] || 92 (4,8%)|| 98
|-
*| [[Pakistan]] || 6797 (3,5%)|| 117
|-
| [[Bangladesh]] || || 194
|-
| [[Venezuela]] || || 69
|-
| [[Cina]] || || 61
|-
| [[Albania]] || || 54
|-
| [[Tunisia]] || || 53
|}
 
=== Qualità della vita ===
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=== Università ===
* [[Università degli studiStudi del Molise]]
* International Studies College SSML
* [[Università Cattolica del Sacro Cuore]] (corsi di laurea delle professioni sanitarie a Campobasso)
* [[Conservatorio statale di musica Lorenzo Perosi]]
* [[Sapienza - Università di Roma]] (corsi di laurea delle professioni sanitarie a Isernia)
* Scuola Superiore per Mediatori Linguistici del Molise
* [[Conservatorio statale di musica Lorenzo Perosi]]
 
=== Formazione militare ===
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** [[Scuola allievi carabinieri]]
* [[Polizia di Stato]]
** [[Scuola allievi agenti]] [[Giulio Rivera]]
 
=== Musei ===
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* ARATRO Centro di arte contemporanea<ref>{{cita web|url=http://dipscienzeumanistiche.unimol.it/aratro/|titolo=ARATRO Centro di arte contemporanea|accesso=18 aprile 2018}}</ref>
*Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea<ref>{{Cita web|url=https://quotidianomolise.com/inaugurata-alla-casa-della-scuola-la-galleria-civica-con-le-opere-di-antonio-pettinicchi/|titolo=Inaugurata alla Casa della Scuola la Galleria Civica con le opere di Antonio Pettinicchi|sito=quotidianomolise.com|data=2019-05-21|lingua=it-IT|accesso=2020-03-20}}</ref>
*Museo delle Vestimenta<ref>{{Cita web|url=https://www.quotidianomolise.com/articolo/nasce-a-campobasso-il-museo-delle-vestimenta-un-viaggio-nellidentit-del-molise|titolo=Nasce a Campobasso il Museo delle Vestimenta: un viaggio nell’identità del Molise}}</ref>
*Museo erbario del Molise<ref>{{Cita web|url=https://dipbioter.unimol.it/ricerca/musei-e-collezioni/museo-dellerbario/|titolo=Museo dell'erbario}}</ref>
*Museo e collezione didattica di Zoologia<ref>{{Cita web|url=https://dipbioter.unimol.it/ricerca/musei-e-collezioni/museo-e-collezione-didattica-di-zoologia/|titolo=Museo e collezione didattica di Zoologia}}</ref>
*Museo delle Scienze Naturali del Molise
*Museo Didattico delle Scienze Agrarie<ref>{{Cita web|url=http://www.sipse.eu/2018/05/21/unimol-presentazione-del-progetto-museunimol-campobasso/|titolo=Unimol: presentazione del progetto Museunimol a Campobasso}}</ref>
 
=== Centri culturali ===
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==== Stampa ====
* [[Il Quotidiano del Molise]] (online)
* [[Primo Piano Molise]] (unica testata cartacea quotidiana molisana)
* [[Il Bene Comune]]
* [[Agenzia giornalistica Italia|AGI]]
 
==== Radio ====
* [[Radio Orizzonte Molise]]
* [[Radio Hollywood]]
* [[Radio Luna Network]]
* [[Radio Valentina]]
A Campobasso è nata* Radio Tau, antesignana di [[Padre Pio TV]].
 
A Campobasso è nata Radio Tau, antesignana di [[Padre Pio TV]].
 
==== Televisione ====
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==== Sfilata dei Misteri ====
Ogni anno, nella domenica del [[Corpus Domini]], nelle vie della città sfilano i ''"Misteri"'', strutture in una lega ferrea flessibile e resistente create dal campobassano [[Paolo Saverio di Zinno]] nel [[XVIII secolo]]. Si presentano come dei carri allegorici su cui sono esposti i misteri della [[Bibbia]]. I "Misteri" sono anche nominati quadri viventi, infatti bambini, anziani e adulti, si trasformano in santi, angeli e demoni ancorati alle strutture in acciaio e legno appositamente rivestite offrendo una visione surreale e generando l'impressione che i personaggi aleggino nell'aria. Le strutture sono portate a spalla da gruppi di portatori che avanzano al ritmo scandito dal ''capo mistero'' e cadenzato dalla banda musicale che propone una marcia tratta dal Mosè di Rossini. La sfilata è composta, nell'ordine, dalle seguenti raffigurazioni:
La sfilata è composta, nell'ordine, dalle seguenti raffigurazioni:
* ''[[Isidoro l'Agricoltore|Sant'Isidoro]];''
* ''[[Crispino e Crispiniano|San Crispino]];''
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* ''[[Antonio abate|Sant'Antonio Abate]];''
* ''[[Immacolata Concezione]];''
* ''[[San Leonardo]];''
* ''[[San Rocco]];''
* ''[[Assunzione di Maria|L'Assunta]];''
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* {{gemellaggio|Italia|Vastogirardi}}<ref>{{cita web|url=http://www.comune.vastogirardi.is.it/file_caricati/n._5-2011_gemellaggio_CB.pdf|titolo=gemellaggio istituzionale dal sito del comune di Vastogirardi (IS)|accesso=11 luglio 2012|dataarchivio=20 marzo 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150320200608/http://www.comune.vastogirardi.is.it/file_caricati/n._5-2011_gemellaggio_CB.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
* {{gemellaggio|Albania|Alessio (Albania)}}
* {{gemellaggio|Brasile|Itatiba}}<ref>{{cita web|url=https://www.molisenetwork.net/2025/05/22/gemellaggio-campobasso-itatiba/|titolo=Gemellaggio tra la città di Campobasso e quella brasiliana di Itatiba: un ponte tra culture e tradizioni che hanno radici comuni}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.quotidianomolise.com/articolo/campobasso-e-itatiba-gemellaggio-che-unisce-cuori-storie-e-futuro-tra-molise-e-brasile|titolo=Campobasso e Itatiba, gemellaggio che unisce cuori, storie e futuro tra Molise e Brasile}}</ref>
 
== Sport ==