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== Biografia ==
Nasce a [[Settignano]] nel 1940
Rientrato a [[Firenze]] espone in alcune mostre collettive alla Galleria Numero di [[Fiamma Vigo]] dove, frequentando
Nel 1961 alla Galleria della Vigna nuova di Sergio Santi, la sua prima mostra personale: ''Itinerario plastico prestabilito. 18 monotipi dal bianco e dal nero''<ref name="P" />.
Con un gruppo di amici letterati fonda la rivista d'arte e letteratura ''Il malinteso. Periodico di discussione'', un foglio di cultura e critica artistico-letteraria che ospiterà anche una riflessione di [[Jean-Paul Sartre]]<ref>{{cita web|url=https://www.fristitutodarte.com/categoria-prodotto/artisti/scheggi-paolo/|titolo=
Si trasferisce a [[Milano]], ospite della casa-sartoria di [[Germana Marucelli]], donna colta e raffinata<ref name="F" >{{cita web|autore= Luca Scarlini|url=https://www.mariolucagiusti.it/rassegna_stampa/1166.pdf|titolo= Nei mondi di Scheggi, il fiorentino che rivoluzionò l'arte|pubblicazione=Ritratto d'autore||data =15 marzo 2018}}</ref>, creatrice di moda di grande successo, sua conterranea e lontana parente {{#tag:ref|La nonna materna di Scheggi era cugina di primo grado di Germana Marucelli<ref>{{cita web|autore= Elisabetta Scheggi|url=https://cupdf.com/document/scheggi-paolo.html|titolo= Mio fratello|pubblicazione=Catalogo della mostra Scheggi ferri - tele - carte, pag. 27 |Firenze|data =2007/2008}}</ref>.|group=N}}. Fernanda Pivano, che ha scritto di Scheggi in diverse occasioni<ref>{{cita news|autore= Luca Scarlini|url= https://www.ilgiornale.it/news/getulio-alviani-e-larte-indossata-divisa-1663987.html|titolo= Il racconto di Fernanda Pivano in un articolo di Vittorio Sgarbi su Il Giornale.it|pubblicazione=Ritratto d'autore|data =15 marzo 2018}}</ref>, racconta di essere stata lei stessa a promuovere la collaborazione dell'artista con la Marucelli, con cui stringerà un solido e proficuo sodalizio<ref>{{cita news|autore= Irene Brin|url=|titolo= La Donna - Frutto|pubblicazione=Corriere d'Informazione |data=21 gennaio 1969}}</ref>.
[[File:Germana Marucelli 1962.jpg|miniatura|left|Paolo Scheggi, ''Intersuperficie curva'' in dialogo con un Abito da mare, linea Camicioni, collezione primavera-estate [[1963]] di Germana Marucelli. I motivi a stampa verde e nero su disegno di Paolo Scheggi. Installazione al [[Museo Salvatore Ferragamo|Museo Ferragamo]], Firenze, 2017]]
Attratto da questo mondo, Scheggi dipinge tessuti per alcune collezioni {{#tag:ref|La linea 'Assiria', un completo ribaltamento nella concezione del vestire, viene presentata a [[Palazzo Pitti]] nel gennaio 1962, gli abiti sono dipinti a mano da Scheggi con colori insoliti e brevi pennellate: «I capi nascono neutri e solo una volta visto il modello in movimento sull'indossatrice è decretato il colore. A volte i motivi, brevi pennellate eseguite a mano da Paolo Scheggi su shantung di seta, ricoprono l'intero abito, altre volte, invece, sottolineano soltanto alcuni dettagli, quasi a voler schematizzare la figura. La direzione del segno costituisce la struttura dell'abito e il corpo, passato ora in second'ordine, svanisce per far emergere la vera essenza dell'essere umano: il movimento, in altri termini la vita.»<ref name="F" /><ref>{{cita news|autore= Silvia Casagrande|url= http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/germana-marucelli/|titolo= Germana Marucelli|pubblicazione=Enciclopedia delle donne|data =28 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.ilpost.it/2015/04/26/bellissima-alta-moda-mostra-roma/bellissima-lalta-moda-italiana-dal-1945-al-1968/|titolo=Archivio Marucelli-Alta moda italiana|accesso=28 marzo 2021}}</ref>.|group=N}} e crea gioielli e accessori coordinati, realizzando un connubio innovativo tra arte e moda<ref>{{cita web|url=https://associazionegermanamarucelli.org/marucelli-scheggi/|titolo= Germana Marucelli e Paolo Scheggi|accesso=28 marzo 2021}}</ref>.
Frequenta in città numerose mostre autogestite, espressione dei tanti gruppi che andavano allora nascendo: sono attivi il ''Gruppo Zero'' di [[Düsseldorf]]{{#tag:ref|Il 'Gruppo Zero' nasce nel 1957 su iniziativa del pittore Heinz Mack e dello scultore [[Otto Piene]], ai quali si affianca Günther Uecker<ref>{{cita web|url=http://www.artantide.com/news_Articolo?idArticolo=1351|titolo=
Tutte esperienze vicine al mondo del design con cui condividono la visione dell'opera d'arte come momento e prodotto finale di un progetto che deve sempre tener conto dell'interazione e della fruizione di chi a quell'opera e a quel progetto si accosta<ref>{{cita web|url=http://www.edueda.net/index.php?title=Gruppo_Zero|titolo= Gruppo Zero|accesso=28 marzo 2021}}</ref>.
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Nel gennaio 1965 presenta al 'Collegio regionale lombardo degli Architetti' il manifesto Ipotesi di lavoro per la progettazione totale, elaborato e firmato con [[Germano Celant]], [[Alessandro Mendini]], Gian Mario Oliveri, Angelo Fronzoni e [[Giancarlo Sangregorio]], che delinea una visione dell'arte inserita in contesti sempre più ampi.
In primavera appronta la nuova sede della sartoria Marucelli, alla cui progettazione architettonica e ambientale aveva iniziato a lavorare fin dall'anno precedente con la collaborazione di Getulio Alviani e di Carla Venosta, Viene inaugurata con la sfilata di abiti [[
L'adesione di Scheggi al movimento "Nove Tendencjie" assieme agli scambi e alle collaborazioni con altri gruppi internazionali – "Gruppo Zero" e "Gruppo Nul" – lo portano a partecipare nel 1965 alla mostra Nul = Zero, organizzata dalla 'Galerie Orez Den Haag' alla 'Galleria De Bezige Bij' di [[Amsterdam]], e all'esposizione Nova Tendencija 3, tenutasi alla [[Galleria d'arte moderna di Zagabria]], dove stringe importanti contatti con Ivan Picelj e con il mondo culturale [[jugoslavo]]<ref name="A" />.
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Dorfles lo ascrive tra gli esponenti della Pittura Oggetto {{#tag:ref|«La volumetria delle opere di Scheggi fa sua la pionieristica idea di ‘pittura-oggetto', come teorizzato da Gillo Dorfles nel suo saggio "Pittura-Oggetto" a Milano»<ref name="G">{{cita news|autore=|url=https://artslife.com/2013/11/27/paolo-scheggi-in-mostra-a-londra-dopo-40-anni/|titolo=Paolo Scheggi in mostra a Londra dopo 40 anni|pubblicazione=Artslife|accesso=28 aprile 2021|lingua=it}}</ref>.|group=N}} e lo accoglie nella redazione della sezione di Disegno industriale della rivista [[Marcatré]]{{#tag:ref|Scheggi fa parte della redazione della sezione di Disegno industriale della rivista Marcatrè, diretta da Gillo Dorfles, assieme a [[Filiberto Menna]] e Germano Celant <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Pagine di Design. "Gillo Dorfles e il Marcatrè"|autore = Eugenia Battisti|url=https://www.horti-hesperidum.com/hh/wp-content/uploads/2019/02/08.Battisti-HH-2018-2GilloDorfles.pdf|città = |anno = 2019|cid = capitolo=}}</ref>.|group=N}}<ref>{{cita web|url=http://www.capti.it/index.php?ParamCatID=10&IDFascicolo=395&artgal=38&key=4210&lang=IT|titolo= Marcatrè Contributi di Lara Vinca Masini, Getulio Alviani e Paolo Scheggi, 1965, Annata: III, n. 14-15|data=22 marzo 2021}}</ref>.
[[File:Paolo scheggi, intercamera plastica, 1967 (2007), 02.jpg|thumb|Paolo Scheggi, ''Intercamera plastica'', 1966-1967-ricostruzione fedele all'
[[File:Paolo scheggi, intercamera plastica, 1967 (2007), 01.jpg|thumb|Paolo Scheggi, ''Intercamera plastica'', 1966-1967- [[Museo Pecci|Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci]], [[Prato (Italia)|Prato]]. Donazione di Franca e Cosima Scheggi]]
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Nel 1966 è nel comitato di redazione della rivista Nuova Corrente<ref>{{cita web|url=https://www.michelacattai.it/portfolio-item/paolo-scheggi/|titolo= Paolo Scheggi, Artist|accesso=28 marzo 2021}}</ref>.
È l'artista italiano più giovane presente alla [[XXXIII Esposizione internazionale d'arte|XXXIII Biennale di Venezia]] nella sezione “Gruppi di opere: pitture, sculture e grafiche” (a cura di Nello Ponente), dove presenta quattro ''Intersuperfici curve dal bianco, dal giallo, dal rosso e dal blu''<ref>{{cita web|url=https://iicparigi.esteri.it/iic_parigi/it/istituto/sala-stampa_0/paolo-scheggi-au-dela-de-la-toile.html|titolo=
Nell'estate di quell'anno, l'opera presentata alla [[Biennale di Venezia|Biennale]] sfocia nell'ambiente, concretizzandosi nell{{'}}''Intercamera plastica''<ref>https://www.treccani.it/enciclopedia/environment_%28Enciclopedia-Italiana%29/</ref> (pareti lignee fustellate curvilinee e rettilinee, di colore giallo squillante), presentata da Umbro Apollonio alla [[Galleria del Naviglio]] di [[Renato Cardazzo]].
Il 1967 inizia riproponendo alla Galleria del Naviglio (fra dicembre 1966 e gennaio 1967), la ''Intercamera plastica''; nell'estate successiva, l'opera è tinta di bianco {{#tag:ref|L{{'}}''Intercamera plastica'' sarà oggetto di una serie di lezioni intitolate ''Metaprogettualità strutturali'', tenute da [[Dino Formaggio]] nel corso 'Metoldologie della visione' alla [[Politecnico di Milano|Facoltà di Architettura di Milano]]<ref name= "IL" />. Quest'opera diventa la base per una proposta di cellula abitativa nella tesi di Carlo Ferrario, Franco Ferrari e Maddalena Montagnani, in cui il modulo compositivo si estendeva dal livello abitativo a quello [[Elemento architettonico|architettonico]] e [[Urbanistica|urbanistico]]<ref name= "IL" />.|group=N}} e proposta a [[Palazzo Trinci]] di [[Foligno]] alla mostra 'Lo spazio dell'immagine'{{#tag:ref|La mostra di Foligno del 1967, (riproposta da [[Italo Tomassoni]] nel 2009), sarà un importante evento di rottura: per la prima volta, gli artisti presentano opere plastiche in grado di interagire con gli spazi circostanti creando ambienti a volte percorribili nel proprio interno e offrendo ai fruitori punti di vista nuovi e inattesi, come ben spiegato da [[Giuseppe Marchiori (critico)|Giuseppe Marchiori]] nella prefazione del catalogo<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Il dibattito critico sulla scultura contemporanea in Italia (1960 – 2010)|autore = Diego Esposito|città = Salerno|anno = anno accademico 2012/2013|cid = |url= http://elea.unisa.it/bitstream/handle/10556/1869/tesi%20D.%20Esposito.pdf?sequence=1&isAllowed=y|formato = PDF|accesso = 28 aprile 2021|urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto =}}</ref>. La mostra sarà ricordata come «uno degli eventi più importanti degli anni Sessanta forse anche su scala [[Europa|europea]]»<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Lo spazio e l'immagine, arte italiana degli anni sessanta - catalogo della mostra|autore = Italo Tomassoni|città = Foligno, Ginevra, Milano|anno = 2009 - 2010|cid = capitolo=Lo spazio dell'immagine e il suo tempo}}</ref>.|group=N}}.
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Il 1968 è un anno di svolta, i 'gruppi' iniziano a sfaldarsi, lasciando spazio a un'arte sempre più individuale.
Tra la fine del 1967 e il febbraio [[1968]], con ''Con temp l'azione'', presentata prima alle gallerie torinesi 'Il Punto', 'Sperone' e 'Stein' {{#tag:ref|Nelle tre gallerie di Torino, “Gian Enzo Sperone”, “Il Punto” e “Christian Stein”, si inaugura ''Con temp l'azione'', mostra collettiva curata da Daniela Palazzoli, con la partecipazione di Getulio Alviani, [[Giovanni Anselmo]], [[Alighiero Boetti]], [[Luciano Fabro]], [[Mario Merz]], [[Aldo Mondino]], [[Ugo Nespolo]], Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Paolo Scheggi, Gian Enrico Simonetti, Gilberto Zorio <ref>{{Cita pubblicazione|titolo = «Oltre l'oggetto»: qualche considerazione su Arte Povera e performance|autore = Claudio Zambianchi|città = |anno = |cid = |url = https://www.lettere.uniroma1.it/sites/default/files/694/oltre_l
La sintesi ormai matura della ricerca di Scheggi si indirizza su due linee indipendenti: da un canto, proseguendo nelle ricerche concettuali verso una maggiore programmaticità dell'opera, Scheggi sviluppa le ricerche sugli ''Inter-ena-cubi'', (formati da moduli di cartone colorato e fustellato e plexiglas o da moduli di metallo smaltati); dall'altro si prepara ad approdare ad altri spazi, performati, pubblici e teatrali<ref name= "IL" /> e ad irrompere nello spazio urbano, superando qualunque ostacolo oggettivo legato alla stessa opera o all'ambiente circostante<ref name="B" />.
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Partecipa alla mostra 'Public Eye' di [[Amburgo]] e 'Prospect '68' di [[Düsseldorf]]<ref name="V" />.
All'ambito delle sue ricerche performative, può essere ascritto anche ''Il Cannocchiale ottico percorribile''{{#tag:ref|Il ''Cannocchiale ottico percorribile'', opera mai realizzata, era stata progettata da Scheggi per la [[XIV Triennale di Milano|Triennale milanese del 1968]] (cui partecipa come operatore visuale anche alla mostra dedicata a [[Marcello Nizzoli|Nizzoli designer]] all'interno di 'Interventi nel paesaggio'), mostra dedicata al tema del [[Mostra del grande numero|Grande Numero]]<ref>{{cita web|url=http://archivio.triennale.org/archivio-fotografico/esposizione/22066-14trn?filter_catphoto=22122&cat=22122&filter_type=image|titolo=
Nel 1969 gli viene assegnata la cattedra di [[Psicologia della Gestalt|Psicologia della forma]] all'[[Accademia di belle arti dell'Aquila]].
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Contemporaneamente alle sue ricerche performative, nel corso del 1969, e poi del 1970, prosegue comunque quelle concettuali, disegnando i ''Sette spazi recursivi autopunitivi'': un'opera concettuale pensata su carta, ma non realizzata, che si iscrive nel solco dell'architettura concettuale<ref name= "IL" />.
Nel 1970 nasce Cosima Ondosa Serenissima, unica figlia di Paolo Scheggi e Franca Dall'Acqua. A lei dedica l'ambiente ''Ondosa'' e ''Ondosa nera'' {{#tag:ref|''Ondosa'' e ''Ondosa nera'' sono due nomi che Scheggi dà allo stesso ambiente realmente creato a 'Eurodomus 3'<ref>{{cita web|url=https://hdl.handle.net/1889/1998|titolo=Cannochiale ottico percorribile in Università degli Studi di Parma|accesso=28 marzo 2021|}}</ref>.|group=N}}, opera progettata, ma non realizzata, per la [[XIV Triennale di Milano|XIV Triennale milanese]] del [[1968|'68]]<ref name= "CN">{{cita web|url=https://www.repository.unipr.it/bitstream/1889/1998/1/scheggi_cannocchiale%20ottico%20percorribile.pdf|titolo= Paolo Scheggi, Cannochiale ottico percorribile|accesso=28 marzo 2021|}}</ref>; sarà poi realizzata per la mostra 'Eurodomus 3' del 1970 a Milano, ma andrà distrutta.
In quell'anno partecipa alla collettiva 'Amore mio', organizzata da Achille Bonito Oliva al [[Montepulciano|Palazzo Ricci a Montepulciano]] e volta a documentare proposizioni di tipo installativo e ambientale<ref>{{cita web|url=http://www.fondazionemenna.it/menna-digit/una-originale-mostra-darte-a-montepulciano-6-8-1970|titolo=
Nello stesso anno, a [[Roma]], partecipa a 'Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/1970', curata da Achille Bonito Oliva<ref name="M">{{cita web|url=https://www.palazzoesposizioni.it/pagine/il-palazzo-la-storia-dalle-mostre-degli-anni-settanta-allintervento-di-restauro|titolo= DALLE MOSTRE DEGLI ANNI SETTANTA ALL'INTERVENTO DI RESTAURO|accesso=28 marzo 2021}}</ref>.
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Alla morte dell'artista, la vedova Franca Scheggi Dall'Acqua ne assume la piena eredità culturale e artistica; nel 1976 cura la prima antologica alla [[Galleria d'arte moderna di Bologna]]<ref name="R" />.
Prosegue l'attività di promozione e tutela dell'opera del marito, coordinando mostre di carattere antologico e sostenendo importanti progetti come la ricostruzione, realizzata nel [[2007]], dell{{'}}''Intercamera plastica'' (l'ambiente originale era stato disperso parzialmente nel 1966/67) e donata nel 2013 al [[Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci]] di [[Prato (Italia)|Prato]] (struttura portante in legno e fogli di legno tinteggiati di giallo e sbozzati curvi, 540 x 435 x 320 cm)<ref>{{cita web|url=https://www.stamptoscana.it/il-record-della-settimana-tre-mostre-al-pecci/|titolo=
Contemporaneamente avvia un'intensa attività di divulgazione, rilasciando interviste e seguendo laureandi magistrali e dottorandi in tesi di laurea<ref name="R" />.
Fonda, con la figlia Cosima, l'Associazione 'Archivio Paolo Scheggi' pubblicando, nel 2016, il ''Catalogue raisonné'' dell'opera dell'artista, con la cura di Luca Massimo Barbero e il coordinamento di Ilaria Bignotti <ref>{{cita libro|nome=Luca Massimo| cognome=Barbero| titolo=Paolo Scheggi. Catalogo ragionato| città=Milano | editore=Skira | anno=marzo 2016 | p=496|isbn=9788857228747}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.espoarte.net/arte/scheggi-un-punto-fermo-sulla-sua-storia-presentato-il-catalogo-ragionato/|titolo= SCHEGGI, UN PUNTO FERMO SULLA SUA STORIA: PRESENTATO IL CATALOGO RAGIONATO|autore=Matteo Galbiati|data=22 marzo 2021}}</ref>.
Nel 2013, sotto la supervisione di Franca, si celebrano prima l'omaggio a Paolo Scheggi all'interno di 'Postwar. Protagonisti italiani', a cura di Massimo Barbero (al [[Peggy Guggenheim Collection|
Fra aprile e maggio del [[2014]], la 'Cortesi Gallery' di [[Lugano]] propone, come scelta sperimentale per verificare la persistenza del linguaggio di Scheggi tra gli artisti delle nuove generazioni (Lucy Skaer, [[Glasgow]], [[1975]]), la mostra bi-personale 'Paolo Scheggi – Lucy Skaer'<ref>{{cita web|url=http://moussemagazine.it/paoloscheggi-lucyskaer-cortesi/|titolo= “Paolo Scheggi – Lucy Skaer” at Cortesi Contemporary, Lugano|autore=Matteo Galbiati|data=22 marzo 2021}}</ref>.
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Nel 2016 viene completato il Catalogo ragionato, atto finale del riordino delle opere<ref>{{cita libro|nome=Luca Massimo| cognome=Barbero| titolo=Paolo Scheggi. Catalogo ragionato| città=Milano | editore=Skira | anno=marzo 2016 | ISBN=9788857228747}}</ref>.
[[File:Sanremo_1967_serata_finale.jpg|thumb|upright=1.50|Il [[Festival di Sanremo 1967]], con i fondali formati da più superfici sovrapposte con aperture circolari e diversi livelli di profondità spaziale, che erano chiaramente ispirati alle opere di Paolo Scheggi]]<ref>{{cita news|autore=|url= https://www.askanews.it/esteri/2020/10/01/per-tutto-il-mese-a-iic-parigi-prima-mostra-francese-di-scheggi-pn_20201001_00286/|titolo= Per tutto il mese a IIC Parigi prima mostra francese di Scheggi|data =1º ottobre 2020}}</ref>▼
▲[[File:Sanremo_1967_serata_finale.jpg|thumb|upright=1.50|Il [[Festival di Sanremo 1967]], con i fondali formati da più superfici sovrapposte con aperture circolari e diversi livelli di profondità spaziale, che erano chiaramente ispirati alle opere di Paolo Scheggi]]
== Opere principali ==
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* ''Compositore cromo-spaziale'' (1964);
* ''Intercamera plastica'' (1966 - 1967);
* ''Intersuperficie curva bianca'' (1967);
* ''Cannocchiale ottico percorribile (1968)'';
* ''Interfiore'' (1968);
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== Esposizioni personali ==
* '''1961''' ''Itinerario plastico prestabilito. 18 [[Monotipo (editoria)|monotipi]] dal bianco e dal nero'', Galleria della Vigna Nuova, Firenze;
* '''1962''' ''Intersuperfici curve a zone riflesse'', Galleria Il Cancello, Bologna;
* '''1964''' ''Sette Intersuperfici curve bianche + una Intersuperficie curva dal rosso + compositori spaziali'', Galleria del Deposito, Genova;
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== Paolo Scheggi nei musei ==
=== Nei musei d'Italia ===
* [[
* [[Centro d'arte moderna e contemporanea]], [[La Spezia]]
* [[Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci]], [[Prato (Italia)|Prato]]
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* [[Collezione Peggy Guggenheim]], [[Venezia]]
* [[Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto]] - [[Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto|Mart]], [[Rovereto]]
*
* [[Galleria civica d'arte moderna e contemporanea]] - [[GAM Torino|GAM]], [[Torino]]
* [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]], [[Roma]]
Riga 249 ⟶ 246:
* [[Peggy Guggenheim Collection]], [[Venezia]]
* [[Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente]], [[Milano]]
* [[Palazzo Bartolini Salimbeni|Collezione Roberto Casamonti]], Firenze
=== Nei musei fuori dall'Italia ===
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* {{Cita libro|curatore =Franca Scheggi; Deanna Farneti| titolo =Paolo Scheggi : 6 ottobre - 10 novembre 1976|editore =Comune di Bologna, Galleria d'arte moderna|città =Bologna |anno =1976}}
* {{Cita libro| titolo =Paolo Scheggi : Firenze, Sala d'arme di Palazzo vecchio, 28 maggio-26 giugno 1983|editore =Vallecchi|città =Firenze|anno =1983}}
* {{cita libro|nome=Lara| cognome=Vinca Masini| titolo=''Arte Contemporanea: La linea dell'unicità - La linea del Modello''| anno=1989 | editore=
* {{cita libro|nome=| cognome=| capitolo=Scheggi Paolo | titolo=''La pittura in Italia. Il Novecento/2 1945-1990''| curatore=Carlo Pirovano | anno=1993 | editore=
* {{Cita libro|titolo =Scheggi. La breve e intensa stagione di Paolo Scheggi : 23 novembre 2002 - 22 febbraio 2003 / testi di Luca Massimo Barbero e Gillo Dorfles|editore =Galleria d'arte Niccoli|città =Parma |anno = 2002-2003}}
* {{Cita libro|curatore =[[Bruno Corà]]| titolo =Paolo Scheggi: 6 ottobre 2007 - 19 gennaio 2008|editore =Catalogo, Edizioni Galleria Il Ponte|città =Firenze |anno = 2007-2008}}
* {{Cita libro|curatore =Giuseppe Niccoli, Franca Scheggi | titolo =Paolo Scheggi : 20 novembre 2010 - 26 febbraio 2011|editore =Galleria d'arte Niccoli|città =Parma |anno = 2010}}
* {{Cita libro|curatore = Flaminio Gualdoni| titolo =Agostino Bonalumi, Paolo Scheggi. Una mostra : 15 marzo - 12 maggio 2011|editore =Galleria Vinciana|città =Milano |anno =2011 }}
*{{Cita libro|curatore = Elena Forin | titolo =Elementi spaziali: Bonalumi, Castellani, [[Dadamaino]], Scheggi : 16 maggio - 23 luglio 2011|editore =
* {{Cita libro|curatore = Stefano Pezzato | titolo =Paolo Scheggi. Intercamera plastica e altre storie : 23 marzo - 30 giugno 2013|editore =Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato|anno =2013||isbn=978-88-366-2070-8}}
* {{cita libro|nome=| cognome=Luca Massimo Barbero, Ilaria Bignotti, Francesca Pola| titolo= Paolo Scheggi. Catalogue raisonné | curatore=Luca Massimo Barbero | anno=2016 | editore=
* {{cita libro|nome=| cognome=| capitolo= Paolo Scheggi | titolo= Catalogo Fondazione Biscozzi Rimbaud | curatore=Roberto Lacarbonara | anno=2018 | editore=
==Voci correlate==
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