Io, l'erede: differenze tra le versioni
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|Teatroprimaitaliana =
|Premi =
|Versionisuccessive = * [[Teleteatro|versione teleteatrale]] andata in onda sulla [[Rai]] nel 1972 con regia dello stesso Eduardo (oggi andata perduta).
* [[remake|rifacimento]] del 1980 diretto e interpretato da [[Enrico Maria Salerno]].
|Personaggi = *Ludovico Ribera, quarantacinque anni
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}}
'''''Io, l'erede''''' è una [[commedia]] scritta ed interpretata da [[Eduardo De Filippo]] nel [[1942]],
==Storia==
[[Peppino De Filippo]], molto sensibile ai gusti del [[
Nel [[1972]] ne fu realizzata la messa in scena televisiva, curata dallo stesso Eduardo, oggi andata perduta.
==Trama==
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Bice viene convinta da Ludovico a pretendere di più dalla famiglia Selciano, perché la loro non è carità cristiana ma generosità autocelebrativa. Ciò determina la cacciata di casa della giovane, che riceve l'incoraggiamento di Ludovico a costruirsi la propria strada in autonomia, mentre Ludovico resterà in quella casa a sopportarne le umiliazioni, perché quella è l'eredità del padre.
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▲[[Peppino De Filippo]], molto sensibile ai gusti del [[pubblico (spettacolo)|pubblico]] avrebbe voluto che la commedia non fosse rappresentata ed infatti l'accoglienza degli spettatori fiorentini del [[Teatro La Pergola]] fu piuttosto tiepida. Eduardo tradusse in italiano e rivide profondamente il testo nel [[1972]] che in questa nuova versione ebbe successo ma egli non recitò più alcun ruolo nella commedia.
Eduardo si misura in questa commedia con le tematiche [[Luigi Pirandello|pirandelliane]]<ref>Racconta [[Andrea Camilleri]] che ebbe frequentazioni di amicizia e di lavoro con Eduardo per la trasposizione televisiva delle sue commedie:«''Io gli chiesi una volta dei suoi rapporti con [[Luigi Pirandello|Pirandello]]. Avevano fatto ‘L'Abito Nuovo' insieme. Lui aveva una sorta di stima-disistima. Stima l'aveva come uomo di teatro, aveva minore stima come inventore di commedie. Mi raccontò che i "Sei Personaggi...." in realtà non erano originali, ma risalivano non so a quale fonte. Però diceva alla fine: "Come l'ha saputo strutturare lui..." ''».</ref> volendo però mantenere i contatti con la [[Farsa (genere teatrale)|farsa]] [[Dialetto|dialettale]] [[Napoli|napoletana]]. Vuole dimostrare come questo teatro [[Popolo|popolare]] possa assumere a dignità d'[[arte]], come sia possibile cioè la conciliazione tra un uso comico e uno drammatico del dialetto per arrivare ad un tipo di commedia dove permanessero assieme i toni comici alla Scarpetta e quelli drammatici del Teatro d'Arte.
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