Collecchio: differenze tra le versioni

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Il territorio comunale è quasi totalmente pianeggiante, a eccezione della zona collinare su cui si trova una porzione del centro di Collecchio, sviluppata attorno alla [[Pieve di San Prospero (Collecchio)|pieve di San Prospero]]. Dal margine sud-ovest dell'abitato si sviluppa il [[parco naturale regionale dei Boschi di Carrega]], che prosegue nell'adiacente comune di [[Sala Baganza]].<ref name="Marcheselli 104"/>
 
== Origini del nome ==
La località era nota in epoca [[Alto Medioevo|altomedievale]] col toponimo in [[lingua latina]] ''Colliculum'', ossia "piccolo colle", in riferimento al rilievo su cui sorse il centro abitato.<ref name="Marcheselli 104"/>
 
== Storia ==
Le più antiche tracce umane rinvenute nella zona risalgono al [[Paleolitico]], ma i primi insediamenti sorsero probabilmente durante l'[[età del bronzo]], quando i [[Terramaricoli]] edificarono due villaggi palafitticoli<ref name="Marcheselli 10">{{cita|Marcheselli|p. 10}}.</ref><ref name="Dall'Aglio 392">{{cita|Dall'Aglio|p. 392}}.</ref> al Torrazzo di [[Madregolo]] e sul Poggio di Collecchio.<ref>{{cita web|url=http://www.museidelcibo.it/page.asp?IDCategoria=315&IDSezione=1232|titolo=Collecchio e la sua terra|accesso=22 gennaio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170202023832/http://www.museidelcibo.it/page.asp?IDCategoria=315&IDSezione=1232|dataarchivio=2 febbraio 2017}}</ref>
 
In epoca [[storia romana|romana]] si sviluppò, forse nella zona del Poggio, il centro di ''Sustrina'' o ''Sustizia'',<ref name="Marcheselli 10"/><ref name="Dall'Aglio 392"/> importante per la collocazione lungo la prosecuzione della [[via Clodia Nova|Viavia Aemilia Scauri]] che, passando per ''[[Fornovo di Taro|Forum Novum]]'', univa Parma a [[Luni]];<ref>{{cita web|url=http://www.viadelvoltosanto.it/index.php/La_storia|titolo=La storia|accesso=22 gennaio 2017}}</ref> l'insediamento, rivale della vicina città di Parma, fu raso al suolo nel 27 a.C. per volere dell'[[Imperatore romano|imperatore]] [[Ottaviano Augusto]].<ref name="Marcheselli 10"/><ref name="Dall'Aglio 392"/>
 
Dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], nella zona i [[Longobardi]] fondarono alcuni piccoli centri abitati, come testimoniato dal rinvenimento di alcune sepolture.<ref name="Marcheselli 104"/>
 
Già in epoca [[Alto Medioevo|altomedievale]] la vicinanza con la [[via Francigena]], percorsa dai [[pellegrinaggio|pellegrini]] diretti dal [[Nord Europa]] alla città di [[Roma]], favorì l'edificazione della [[Chiesa di San Martino (Collecchio, Madregolo)|pieve di San Martino]] a ''[[Madregolo|Mecritulus]]'' e di [[Pieve di San Prospero (Collecchio)|quella di San Prospero]] a ''Colliculum'' (col significato di "piccolo colle"), oltre alla costruzione di numerosi [[xenodochio|xenodochi]] per viandanti.<ref name="Marcheselli 104"/>
 
Tuttavia, il primo documento<ref group="N">Si tratta di una pergamena conservata all'[[Archivio di Stato di Parma]]. Vedi {{cita web|url=http://www.urbanistica.unipr.it/?option=com_content&task=view&id=146|titolo=Nuova città di Collecchio|accesso=22 gennaio 2017}}</ref> che attesti l'esistenza di un nucleo abitato risale al 929, quando il territorio dipendeva direttamente dall'[[vescovo di Parma|autorità episcopale di Parma]];.<ref>{{cita web|url=http://www.urbanistica.unipr.it/?option=com_content&task=view&id=146|titolo=Nuova città di Collecchio|accesso=22 gennaio 2017}}</ref> nel 995 il vescovo Sigefredo II donò al [[Capitolo della Cattedrale di Parma]] la ''curte'' di "Coliclo", insieme a numerose altre del [[provincia di Parma|Parmense]].<ref>{{cita|Affò, 1792|p. 370}}.</ref>
 
Il 5 aprile 989 l'[[imperatore del Sacro Romano Impero]] [[Ottone III di Sassonia]] confermò i diritti su ''Coliclo'' e su numerose altre terre del [[provincia di Parma|Parmense]] al vescovo Sigefredo II, che nel 995 donò al [[capitolo della Cattedrale di Parma]] la ''curte'' collecchiese, insieme a molte altre.<ref name="Dall'Aglio 392"/><ref>{{cita|Affò, 1792|p. 370}}.</ref>
 
La località fu menzionata anche nel 1028, nell'atto di vendita di numerose terre del Parmense da parte di Ildegarda, figlia di Oddone il Salico, alla [[Chiesa di San Pietro (Parma, capoluogo)|chiesa di San Pietro]] di [[Parma]], e nel 1068, nella donazione di un cospicuo numero di beni effettuata da Itta al capitolo della Cattedrale di Parma.<ref name="Dall'Aglio 392"/>
 
Fu forse costruito nell'[[XI secolo]] il castello di Collecchio, che, più che un maniero nel senso del termine, era probabilmente un palazzo comitale fortificato; l'edificio, chesui sorgevacui sulresti luogosarebbe dell'odiernasorta nel [[XVI secolo]] la [[villa Paveri Fontana]],<ref name="Marcheselli 10"/> fu menzionato in un documento del 1073, in cui il vescovo Everardo confermò alla badessa Berta del [[monastero di San Paolo (Parma)|monastero di San Paolo]] la proprietà di alcuni beni nella corte di Collecchio.<ref name="Dall'Aglio 392"/><ref>{{cita|Affò, 1793|p. 93}}.</ref>
 
Nel 1195 l'[[imperatore del Sacro Romano Impero]] [[Enrico VI di Svevia]] confermò al vescovo [[Obizzo Fieschi]] il possesso del feudo e lo stesso fece [[Ottone IV di Brunswick]] nel 1210; tuttavia, anche il Comune di Parma vantava diritti sul luogo e un accordo fu raggiunto solo nel 1221,<ref name="Marcheselli 10"/><ref>{{cita|Dall'Aglio|pp. 392-393}}.</ref><ref name="Capacchi 258">{{cita|Capacchi|p. 258}}.</ref> in seguito all'intervento del [[papa Onorio III]], che assegnò al vescovo di Parma il potere su Collecchio, [[Colorno]], [[Poviglio]], [[Gualtieri]], [[Montecchio Emilia|Montecchio]], [[Castrignano (Langhirano)|Castrignano]], [[Corniglio]], [[Rigosa]], [[Vallisnera]], [[Berceto]], [[Terenzo]], Pietrabalza, [[Pietramogolana]], [[Corniana]] e [[Bardone]].<ref>{{cita|Affò, 1793|p. 102}}.</ref>
 
Nel 1303 i [[Rossi di Parma|Rossi]], da tempo proprietari di numerose terre nella zona di Collecchio, si rifugiarono in seguito alla loro cacciata da Parma nel loro [[castello di Mancapane (Collecchio)|castello di Mancapane]], che probabilmente sorgevaposto sul Poggio;. dueNel anni1305 dopole truppe parmigiane conquistarono il maniero, ma presto i Rossi contrattaccarono e ripresero possesso della fortificazione, con l'intenzione di spingersi a [[Montechiarugolo]] in aiuto di Giovannino Sanvitale. Tuttavia, [[Giberto III da Correggio]] intuì le loro intenzioni e si mosse rapidamente verso Collecchio, ove attaccò il maniero;castello, che, durante gli aspri scontri, l'edificio fu distrutto, macon anchepesanti l'adiacenteconseguenze borgoanche disul Collecchiovicino fuborgo devastatocollecchiese.<ref name="Marcheselli 10"/><ref name="Capacchi 258"/><ref name="Dall'Aglio 393">{{cita|Dall'Aglio|p. 393}}.</ref>
Tuttavia, il primo documento<ref>pergamena conservata all'[[Archivio di Stato di Parma]]</ref> che attesti l'esistenza di un nucleo abitato risale al 929, quando il territorio dipendeva direttamente dall'[[vescovo di Parma|autorità episcopale di Parma]];<ref>{{cita web|url=http://www.urbanistica.unipr.it/?option=com_content&task=view&id=146|titolo=Nuova città di Collecchio|accesso=22 gennaio 2017}}</ref> nel 995 il vescovo Sigefredo II donò al [[Capitolo della Cattedrale di Parma]] la ''curte'' di "Coliclo", insieme a numerose altre del [[provincia di Parma|Parmense]].<ref>{{cita|Affò, 1792|p. 370}}.</ref>
 
Sorte analoga toccò nel 1325 al castello vescovile, che fu attaccato e raso al suolo dalle truppe dei [[Pallavicino]] alleate del [[signore di Milano]] [[Azzone Visconti]]; nel 1335 i parmigiani lo ricostruirono, ma l'anno successivo gli [[Scaligeri]] lo assaltarono e lo distrussero nuovamente.<ref name="Marcheselli 10"/><ref name="Capacchi 258"/><ref name="Dall'Aglio 393"/>
Fu forse costruito nell'[[XI secolo]] il castello di Collecchio, che, più che un maniero nel senso del termine, era probabilmente un palazzo comitale fortificato; l'edificio, che sorgeva sul luogo dell'odierna [[villa Paveri Fontana]],<ref name="Marcheselli 10"/> fu menzionato in un documento del 1073, in cui il vescovo Everardo confermò alla badessa Berta del [[monastero di San Paolo (Parma)|monastero di San Paolo]] la proprietà di alcuni beni nella corte di Collecchio.<ref>{{cita|Affò, 1793|p. 93}}.</ref>
 
Il borgo di Collecchio, dipendente dal Comune di Parma, subì nel 1417 le scorrerie di [[Alberico II da Barbiano]]; per questo gli abitanti nel 1428 edificarono una bastia difensiva, ma il podestà di Parma Rolando Lampugnani la fece demolire per evitare che potesse cadere in mani nemiche.<ref name="Marcheselli 10"/><ref name="Capacchi 258"/><ref name="Dall'Aglio 393"/> Nel 1449 la località fu interessata ancora da scontri tra [[Jacopo Piccinino]], che, alleato dai parmigiani, si asserragliò a Collecchio, e [[Pier Maria II de' Rossi]], che, alleato di [[Francesco Sforza]], si stanziò nel [[castello di Felino]].<ref name="Marcheselli 11">{{cita|Marcheselli|p. 11}}.</ref>
Nel 1195 l'[[imperatore del Sacro Romano Impero]] [[Enrico VI di Svevia]] confermò al vescovo [[Obizzo Fieschi]] il possesso del feudo; tuttavia, anche il Comune di Parma vantava diritti sul luogo e un accordo fu raggiunto solo nel 1221,<ref name="Marcheselli 10"/> in seguito all'intervento del [[papa Onorio III]], che assegnò al vescovo di Parma il potere su Collecchio, [[Colorno]], [[Poviglio]], [[Gualtieri]], [[Montecchio Emilia|Montecchio]], [[Castrignano (Langhirano)|Castrignano]], [[Corniglio]], [[Rigosa]], [[Vallisnera]], [[Berceto]], [[Terenzo]], Pietrabalza, [[Pietramogolana]], [[Corniana]] e [[Bardone]].<ref>{{cita|Affò, 1793|p. 102}}.</ref>
 
Tornato nelle mani dei parmigiani, nel 1513 il feudo, insieme a quelli di [[Talignano]] e Piantonia, fu conquistato dalla contessa di [[Sala Baganza]] Beatrice Da Correggio, vedova di Niccolò Maria Quirico Sanvitale, suscitando proteste da parte degli abitanti e del Comune di Parma; dopo la morte della nobildonna nel 1520, nel 1522 il figlio Girolamo fu costretto a restituire le terre occupate ai legittimi proprietari e Collecchio rientrò sotto il controllo del Comune di Parma.<ref name="Dall'Aglio 393"/><ref name="Marcheselli 11"/><ref name="Dall'Aglio 393"/><ref>{{cita|GuidaPiù|p. 7}}.</ref><ref>{{cita|Capacchi|p. 240}}.</ref>
Nel 1303 i [[Rossi di Parma|Rossi]], da tempo proprietari di numerose terre nella zona di Collecchio, si rifugiarono in seguito alla loro cacciata da Parma nel loro [[castello di Mancapane (Collecchio)|castello di Mancapane]], che probabilmente sorgeva sul Poggio; due anni dopo [[Giberto III da Correggio]] attaccò il maniero; durante gli aspri scontri, l'edificio fu distrutto, ma anche l'adiacente borgo di Collecchio fu devastato.<ref name="Marcheselli 10"/>
 
Nei decenni seguenti i marchesi Prati, poi [[Dalla Rosa Prati]], iniziarono ad acquistare terre ed edifici a Collecchio, ove nel 1574 fecero costruire, sui resti del palazzo comitale, la loro villa estiva; si occuparono anche, in nome dei [[Farnese]], di incarichi amministrativi sia in città che nel borgo.<ref>{{cita|Marcheselli|p. 107}}.</ref> Nel 1777 furono insigniti da parte del [[duchi di Parma|duca]] [[Ferdinando I di Parma|Ferdinando di Borbone]] dei diritti feudali su Collecchio, [[Collecchiello]] e Madregolo, che mantennero fino alla loro abolizione sancita da [[Napoleone]] nel 1805.<ref name="Marcheselli 11"/><ref name="Dall'Aglio 393"/>
Sorte analoga toccò nel 1325 al castello vescovile, che fu attaccato e raso al suolo dalle truppe dei [[Pallavicino]] alleate del [[signore di Milano]] [[Azzone Visconti]]; nel 1335 i parmigiani lo ricostruirono, ma l'anno successivo gli [[Scaligeri]] lo assaltarono e lo distrussero nuovamente.<ref name="Marcheselli 10"/>
 
L'anno seguente Collecchio divenne sede di Comune (o ''mairie''), comprendente anche le frazioni di Collecchiello, Madregolo e [[Corte di Giarola|Giarola]]; [[Gaiano]], appartenente a Sala Baganza, e [[Ozzano Taro]], appartenente a Fornovo di Taro, furono aggregate dopo l'[[Unità d'Italia]];.<ref name="Marcheselli 108">{{cita|Marcheselli|p. 108}}.</ref> [[San Martino Sinzano]], comune autonomo istituito per decreto napoleonico, fu annesso nel 1866, perdendo parte del territorio a vantaggio dei comuni limitrofi di Parma e [[San Pancrazio Parmense]].<ref>{{Cita web|url=http://www.elesh.it/storiacomuni/storia_comune.asp?istat=034808|titolo=Storia dei Comuni|accesso=23 gennaio 2017}}</ref> [[Gaiano]] e Oppiano, appartenenti a Sala Baganza, furono aggregate nel 1869,<ref>{{cita web|url=https://www.comune.collecchio.pr.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=18144&idArea=18150&idCat=60536&ID=60626&TipoElemento=categoria|titolo=Gaiano|accesso=8 giugno 2025}}</ref> mentre [[Ozzano Taro]], appartenente a Fornovo di Taro, fu unita solo nel 1894.<ref name="Marcheselli 108"/><ref name="Dall'Aglio 393"/><ref>{{cita web|url=http://www.elesh.it/storiacomuni/storia_comune.asp?istat=034009|titolo=Storia dei Comuni|accesso=9 giugno 2025}}</ref>
Il borgo di Collecchio, dipendente dal Comune di Parma, subì nel 1417 le scorrerie di [[Alberico II da Barbiano]]; per questo gli abitanti nel 1428 edificarono una bastia difensiva, ma il podestà di Parma Rolando Lampugnani la fece demolire per evitare che potesse cadere in mani nemiche.<ref name="Marcheselli 10"/> Nel 1449 la località fu interessata ancora da scontri tra [[Jacopo Piccinino]], che, alleato dai parmigiani, si asserragliò a Collecchio, e [[Pier Maria II de' Rossi]], che, alleato di [[Francesco Sforza]], si stanziò nel [[castello di Felino]].<ref name="Marcheselli 11">{{cita|Marcheselli|p. 11}}.</ref>
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], nel 1944 Collecchio subì in più occasioni le incursioni degli aerei [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]], che causarono molteplici vittime; oltre al centro abitato, nel mese di luglio di quell'anno fu colpita la polveriera che sorgeva nei pressi di [[Pontescodogna]].<ref>{{Cita web|url=http://www.istitutostoricoparma.it/occupazione_militare/bombardamenti.html|titolo=I bombardamenti|accesso=23 gennaio 2017|dataarchivio=6 aprile 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160406131234/http://www.istitutostoricoparma.it/occupazione_militare/bombardamenti.html|urlmorto=sì}}</ref> Il paese fu liberato il 27 aprile 1945 grazie all'azione dei soldati dell'esercito brasiliano.<ref>{{Cita web|url=http://www.parmadaily.it/82115/I_Brasiliani_liberano_Collecchio/|titolo=I Brasiliani liberano Collecchio|accesso=23 gennaio 2017}}</ref>
Tornato nelle mani dei parmigiani, il feudo nel 1513 fu occupato dalla contessa [[Sanvitale]] di [[Sala Baganza]],<ref>{{cita|GuidaPiù|p. 7}}.</ref> ma nel 1522 il conte Girolamo lo rivendette al Comune di Parma.<ref name="Marcheselli 11"/>
 
=== Cinema Simboli===
Nei decenni seguenti i marchesi Prati, poi [[Dalla Rosa Prati]], iniziarono ad acquistare terre ed edifici a Collecchio, ove nel 1574 fecero costruire, sui resti del palazzo comitale, la loro villa estiva; si occuparono anche, in nome dei [[Farnese]], di incarichi amministrativi sia in città che nel borgo.<ref>{{cita|Marcheselli|p. 107}}.</ref> Nel 1777 furono insigniti da parte del [[duchi di Parma|duca]] [[Ferdinando I di Parma|Ferdinando di Borbone]] dei diritti feudali su Collecchio, [[Collecchiello]] e Madregolo, che mantennero fino alla loro abolizione sancita da [[Napoleone]] nel 1805.<ref name="Marcheselli 11"/>
[[File:Collecchio-GonfaloneStemma.png|thumb|100pxupright=0.5|left|Il gonfaloneStemma comunale]]
[[File:Collecchio-Gonfalone.png|thumb|upright=0.5|Gonfalone comunale]]
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 23 settembre 1970.<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?3746|titolo=Collecchio|accesso=22 luglio 2025|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
 
==== MusicaStemma ====
L'anno seguente Collecchio divenne sede di Comune (o ''mairie''), comprendente anche le frazioni di Collecchiello, Madregolo e [[Corte di Giarola|Giarola]]; [[Gaiano]], appartenente a Sala Baganza, e [[Ozzano Taro]], appartenente a Fornovo di Taro, furono aggregate dopo l'[[Unità d'Italia]];<ref>{{cita|Marcheselli|p. 108}}.</ref> [[San Martino Sinzano]], comune autonomo istituito per decreto napoleonico, fu annesso nel 1866, perdendo parte del territorio a vantaggio dei comuni limitrofi di Parma e [[San Pancrazio Parmense]].<ref>{{Cita web|url=http://www.elesh.it/storiacomuni/storia_comune.asp?istat=034808|titolo=Storia dei Comuni|accesso=23 gennaio 2017}}</ref>
{{citazione|[[Campo di cielo|Di cielo]] a tre colli di verde uscenti dal fianco sinistro dello scudo limitanti uno specchio d'acqua al naturale; ad un'[[ombra di sole]] nascente dal fianco destro dello scudo che è attraversato, in punta, dalla scritta "COLLICULUM". Nel cantone sinistro del capo tre stelle d'oro ordinate in fascia. Ornamenti esteriori da Comune.|Statuto comunale<ref name="Statuto">{{Cita web|url=https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-pr-collecchio.pdf|titolo=Statuto|accesso=22 luglio 2025}}</ref>}}
 
==== Gonfalone ====
Durante la [[seconda guerra mondiale]], nel 1944 Collecchio subì in più occasioni le incursioni degli aerei [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]], che causarono molteplici vittime; oltre al centro abitato, nel mese di luglio di quell'anno fu colpita la polveriera che sorgeva nei pressi di [[Pontescodogna]].<ref>{{Cita web|url=http://www.istitutostoricoparma.it/occupazione_militare/bombardamenti.html|titolo=I bombardamenti|accesso=23 gennaio 2017|dataarchivio=6 aprile 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160406131234/http://www.istitutostoricoparma.it/occupazione_militare/bombardamenti.html|urlmorto=sì}}</ref> Il paese fu liberato il 27 aprile 1945 grazie all'azione dei soldati dell'esercito brasiliano.<ref>{{Cita web|url=http://www.parmadaily.it/82115/I_Brasiliani_liberano_Collecchio/|titolo=I Brasiliani liberano Collecchio|accesso=23 gennaio 2017}}</ref>
{{citazione|Drappo d'azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: Comune di Collecchio. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto del colore del drappo con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.|Statuto comunale<ref name="Statuto"/>}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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[[File:Pieve di San Prospero (Collecchio) - facciata 2 2019-06-12.jpg|thumb|left|Facciata della pieve di San Prospero]]
[[File:Pieve di San Prospero (Collecchio) - navata centrale 2019-06-12.jpg|thumb|Navata centrale della pieve di San Prospero]]
Edificata originariamente in stile [[architettura romanica|romanico lombardo]] verso la fine dell'[[XI secolo]], la pieve, posta lungo la [[Via Francigena]], fu ampliata nel [[XIII secolo]] e parzialmente modificata nel [[XV secolo|XV]], nel [[XVI secolo|XVI]] e nel [[XVIII secolo|XVIII]]; nel [[XX secolo]] fu avviata una serie di lavori finalizzata a ripristinare l'aspetto romanico lombardo della chiesa, che comportarono nel 1912 la demolizione delle cappelle laterali cinquecentesche, nel 1922 l'edificazione della torre campanaria e nel 1935 la ricostruzione della facciata;. Dell'edificio originario restano le absidi laterali e i pilastri con capitelli della navata centrale, mentre della ristrutturazione duecentesca rimangono l'abside rettangolare nel mezzo, la torre-tiburio, il portale d'ingresso e l'impianto basilicale a tre navate, coperte da quattrocentesche [[volte a crociera]]; all'interno sono inoltre conservati la calcarea fonte battesimale romanica e un marmoreo bassorilievo raffigurante il ''Battesimo di Cristo'', in stile [[Arte bizantina|bizantino]], entrambi risalenti al XIII secolo.<ref>{{cita web|url=http://www.romanico-emiliaromagna.com/index.php/it/monumenti/item/77-pieve-di-san-prospero.html|editore=romanico-emiliaromagna.com|titolo=Pieve di San Prospero|accesso=2 maggio 2016|dataarchivio=7 maggio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160507154916/http://www.romanico-emiliaromagna.com/index.php/it/monumenti/item/77-pieve-di-san-prospero.html|urlmorto=sì}}</ref>
 
==== Chiesa di San Martino a Madregolo ====
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{{vedi anche|Chiesa di San Nicomede}}
[[File:Chiesa di San Nicomede (Giarola, Collecchio) - lato nord 2019-06-12.jpg|thumb|Chiesa di San Nicomede a Giarola]]
Edificata originariamente in stile [[Architettura romanica|romanico]] all'interno della [[Corte di Giarola|corte rurale medievale di Giarola]], all'epoca appartenente al [[Monastero di San Paolo (Parma)|monastero di San Paolo]] di [[Parma]], la chiesa fu menzionata per la prima volta in una [[bolla pontificia]]donazione del 11871045;<ref>{{cita|Dall'Aglio|pp. 532-533}}.</ref> modificata nel 1760 in stile [[architettura neoclassica|neoclassico]], fu quasi completamente distrutta dai bombardamenti [[alleati della seconda guerra mondiale]]; ricostruita nel 1950 nelle originarie forme romaniche, fu restaurata nel 2014. Il luogo di culto conserva della struttura originaria parte dei muri esterni, decorati con un motivo ad [[archetti pensili]] in cotto; all'interno ospita alcune opere di pregio risalenti al [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo]].<ref name="Un antico centro di trasformazione agro-alimentare">{{cita web|autore=Ubaldo Del Sante|url=http://storage.aicod.it/portale/museidelcibo/file/SedeMuseo.doc|sito=storage.aicod.it|titolo=Un antico centro di trasformazione agro-alimentare - Breve storia della Corte di Giarola, del suo caseificio e della sua fabbrica di conserve|accesso=29 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170202044813/http://storage.aicod.it/portale/museidelcibo/file/SedeMuseo.doc|dataarchivio=2 febbraio 2017|urlmorto=sì}}</ref>
 
==== Chiesa della Purificazione di Maria Vergine a Oppiano ====
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[[File:Corte di Giarola (Collecchio) - cortile d'ingresso 2019-06-12.jpg|thumb|left|Cortile d'ingresso della corte di Giarola]]
[[File:Corte di Giarola (Collecchio) - ali ovest e nord 2019-06-12.jpg|thumb|Ali ovest e nord della corte di Giarola]]
Costruita originariamente tra l'[[VIII secolo|VIII]] e il [[IX secolo]] quale presidio fortificato per volere della casata del nobile [[Franchi|franco]] Ingo, la struttura fu donatamenzionata per la prima volta nel 1034 in un rogito; donata nel 1045 dai discendenti di Ingo al [[Monastero di San Paolo (Parma)|monastero di San Paolo]] di [[Parma]], chefu latrasformata dalle trasformòmonache in una [[corte rurale]] indipendente, dotata di abitazioni, stalle, caseificio, mulino e [[chiesa di San Nicomede|chiesa romanica interna]]; modificata e ampliata a più riprese nei secoli successivi, fu confiscata nel 1811 dal governo [[Napoleone|napoleonico]] e affittata a imprenditori agricoli; acquistata alla fine del [[XIX secolo]] dalla famiglia Montagna, fu adibita a fabbrica di conserva e caseificio con annesso allevamento di suini; danneggiata dai bombardamenti degli aerei [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]] del 1945, che distrussero quasi completamente la chiesa di San Nicomede, fu in parte alienata nel 1957 all'imprenditore Ercole Azzali; caduta in degrado dopo la cessazione dell'attività industriale, nel 1998 fu comprata dall'[[Parco fluviale regionale del Taro|Ente Parco Fluviale Regionale del Taro]], poi Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, che ne avviò i lavori di ristrutturazione adibendone una parte a propria sede; al suo interno il grande edificio ospita inoltre il [[Museo del pomodoro]], il [[Museo della pasta]], il Museo del Parco del Taro, il Teatro alla Corte, due sale convegni e un ristorante.<ref>{{cita|Dall'Aglio|p. 532}}.</ref><ref name="Un antico centro di trasformazione agro-alimentare"/><ref>{{cita web|url=https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:qjBN4gvO4fIJ:ambiente.regione.emilia-romagna.it/parchi-natura2000/aree-protette/immagini-aapp/foto-parchi/taro/storia_giarola.pdf/at_download/file/storia_giarola.pdf+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it|sito=webcache.googleusercontent.com|titolo=La Storia della Corte di Giarola di Collecchio|accesso=29 gennaio 2017|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:oQyBqK3asmQJ:ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/aree-protette/immagini-aapp/foto-parchi/taro/storia_giarola.pdf/%40%40download@@download/file/storia_giarola.pdf+&cd=2&hl=it&ct=clnk&gl=it|titolo=La Storia della Corte di Giarola di Collecchio|accesso=26 gennaio 2017}}</ref>
 
=== Aree naturali ===
==== Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega ====
{{Vedi anche|Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega}}
[[File:CasinoDeiBoschi.jpg|thumb|Il [[Casino dei Boschi]] al centro del parco regionale dei Boschi di Carrega]]
Istituito nel 1982 per bloccare la lottizzazione della vastissima tenuta del [[Casino dei Boschi]] trasformata nel 1832 in [[giardino all'inglese]] dal giardiniere Carlo Barvitius per volere della duchessa [[Maria Luigia]], il parco regionale si estende su una superficie di 2600 ettari sui primi rilievi [[Appennino parmense|appenninici]] tra i territori comunali di Sala Baganza e Collecchio. Al centro, in prossimità della villa neoclassica, raggiungibile attraverso un viale rettilineo, il giardino monumentale presenta ampi prati alternati a boscaglie di alberi secolari; di fronte alla "Prolunga" e al "Casinetto" lo spazio è solcato da un vialetto, delimitato da ordinate siepi di [[Buxus sempervirens|bosso]]. Il resto dell'ampio parco è caratterizzato dalla presenza di fitte boscaglie di alberature spontanee, che si mescolano alle piante monumentali scelte dal Barvitius; qua e là i boschi lasciano spazio ad ampie radure e ad alcuni laghetti artificiali, tra cui il lago delle Ninfee, il lago Svizzera e il lago delle Navette. Non lontano dalla villa, la faggeta di [[Maria Amalia d'Asburgo-Lorena|Maria Amalia]] conserva l'omonima grotta tardo settecentesca voluta dalla Duchessa, originariamente arricchita da vasche e giochi d'acqua. Una serie di sentieri e di strade ad andamento rettilineo e curvilineo attraversa il parco, mentre ai suoi margini sono presenti due ampi parcheggi, uno in via del Conventino verso Collecchio e l'altro in via Case Nuove verso Sala Baganza.<ref>{{cita web|url=http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=196996|sito=bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it|titolo=Giardino monumentale del Casino dei Boschi - Sala Baganza|accesso=27 settembre 2025|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180410202101/http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=196996}}</ref><ref>{{cita web|url=https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/aree-protette/parchi/boca|titolo=Parco regionale Boschi di Carrega|accesso=27 settembre 2025}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.parmakids.it/i-boschi-di-carrega-un-polmone-verde-a-due-passi-dalla-citta/|titolo="I boschi di Carrega": un polmone verde a due passi dalla città|accesso=27 settembre 2025}}</ref>
 
==== Parco fluviale regionale del Taro ====
{{Vedi anche|Parco fluviale regionale del Taro}}
Istituito nel 1988, il parco si estende lungo il corso del [[Taro (fiume)|fiume Taro]] tra il [[ponte sul Taro]] della [[Strada statale 9 Via Emilia|via Emilia]] e il centro abitato di [[Fornovo di Taro]], su una lunghezza di circa 20&nbsp;km, suddivisa tra i comuni di [[Parma]], Collecchio e Fornovo di Taro sulla sponda destra, [[Medesano]] e [[Noceto]] su quella sinistra. L'area è caratterizzata dall'alternanza tra boschi, praterie, terreni coltivati e alcuni stabilimenti industriali, tra cui [[frantoi]] per l'estrazione della [[ghiaia]] dal corso d'acqua. Il parco è popolato da numerosi uccelli, alcuni stanziali, altri di passaggio durante le [[migrazioni]].<ref>{{cita web|url=https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/aree-protette/parchi/taro|titolo=Parco regionale Taro|accesso=27 settembre 2025}}</ref>
 
== Società ==
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{{Demografia/Collecchio}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti erano {{formatnum:1694}}, pari all'11,21% della popolazione.<ref>{{cita web|titolo=Bilancio demografico popolazione straniera|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it}}</ref>
 
== Cultura ==
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==== Museo Ettore Guatelli ====
{{vedi anche|Museo Ettore Guatelli}}
[[File:L'aia del Museo, GuatelliMuseo -Ettore lattineGuatelli (PR).jpg|thumb|Interni del Museo Ettore Guatelli]]
Collocato all'interno del podere Bellafoglia di [[Ozzano Taro]], il museo espone una ricchissima collezione di oggetti di uso quotidiano utilizzati dalle famiglie contadine del [[provincia di Parma|Parmense]] fino agli inizi del [[XX secolo]].<ref>{{cita web|url=http://www.museoguatelli.it/museo-del-quotidiano/|titolo=Il Museo del quotidiano|accesso=30 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170202071123/http://www.museoguatelli.it/museo-del-quotidiano/|dataarchivio=2 febbraio 2017|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Economia ==
Il comune divenne sede già alla fine del [[XIX secolo]] di numerose industrie appartenenti al settore agro-alimentare, favorite dalla creazione della [[ferrovia Pontremolese]], attiva tra Parma e Collecchio dal 1882; mentre molte delle più piccole furono successivamente chiuse, sono ancora presenti nel territorio, oltre ad altre di dimensioni più modeste, la [[Parmalat]] e la Rodolfi Mansueto S.p.A.<ref>{{cita|Marcheselli|p. 116}}.</ref>
 
=== Letteratura ===
Presso la [[stazione di Collecchio]] è ambientato il [[racconto]] [[noir]] ''[[Racconti neri (raccolta di racconti)#Un treno per l'inferno|Un treno per l'inferno]]'' di [[Giorgio Scerbanenco]].<ref>{{cita news|autore=Universi|url=http://www.gazzettadiparma.it/news/provincia/66535/La-chiesa-di-Guardasone-sempre-piu.html|titolo="Un treno per l'inferno": la redazione di Universi commenta il racconto di Scerbanenco|pubblicazione=www.gazzettadiparma.it|data=20 febbraio 2020|accesso=22 luglio 2025}}</ref>
 
=== NoteCinema ===
A Collecchio, presso [[Villa Paveri Fontana]], sono state girate all'inizio degli anni Sessanta alcune scene del film ''[[La parmigiana]]'' di [[Antonio Pietrangeli]].<ref>{{Cita pubblicazioneweb|titolo=La parmigiana (1963) - IMDb|accesso=9 ottobre 2021-10-09|url=http://www.imdb.com/title/tt0122207/locations}}</ref>
 
La frazione di [[Ozzano Taro]] ha ospitato alcune delle scene del film ''[[Fai bei sogni (film)|''Fai bei sogni'']]'' di [[Marco Bellocchio]]. Il regista piacentino ha deciso di ambientare nelle colline ozzanesi (nello specifico presso l'azienda vinicola Monte delle Vigne) la sequenza della festa di Elisa ([[Bérénice Bejo]]).<ref>{{Cita web|titolo=Fai bei sogni|accesso=22 luglio 2025|url=https://www.davinottiitalyformovies.comit/forum/___locationfilm-verificateserie-tv-games/detail/6856/fai-bei-sogni-2016/50039506|accesso=2021-10-09}}</ref>
 
=== Musica ===
Sulle rive del Lago della Svizzera nei [[Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega|Boschi di Carrega]] è stato girato il videoclip musicale di ''Persi nel telefono'', canzone del gruppo indipendente italiano [[Tre Allegri Ragazzi Morti|Tre allegri ragazzi morti]] (alla quale ha anche partecipato [[Jovanotti]]). Il video è stato realizzato dal regista parmense [[Stefano Poletti]] con una particolare strumentazione che permette di catturare a 360° tutta la scena ripresa.<ref>{{CitaYouTube|autore=|La pubblicazioneTempesta|titolo=Tre allegri ragazzi morti - Persi nel telefono (Official 360° Music Video)|lingua=it-IT|accesso=9 ottobre 2021-10-09|url=https://www.youtube.com/watch?v=WwRvfI3xLfE}}</ref>
 
== Infrastrutture e trasporti ==
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=== Sindaci eletti direttamente dai cittadini ===
[[File:Collecchio-Gonfalone.png|thumb|100px|Il gonfalone comunale]]
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Alfredo Peri |Inizio = 24 aprile 1995 |Fine = 14 giugno 1999 |Partito = [[Partito Democratico della Sinistra]]-[[Democratici di Sinistra]] |Note =<ref name=interno />}}
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A Collecchio si svolgono annualmente due prove per ciclisti della categoria Elite/Under-23, la [[Coppa Collecchio]] (prima edizione nel 1929) e il [[Trofeo Edil C]] (prima edizione nel 1997), entrambe organizzate dal G.S. Virtus Collecchio.<ref>{{cita web|url=http://www.gsvirtuscollecchio.com/|titolo=G.S. Virtus Collecchio|accesso=15 gennaio 2023}}</ref>
 
== Nella cultura di massaNote ==
=== Esplicative ===
<references group=N/>
 
=== LetteraturaBibliografiche ===
Presso la [[stazione di Collecchio]] è ambientato il [[racconto]] [[noir]] ''[[Racconti neri (raccolta di racconti)#Un treno per l'inferno|Un treno per l'inferno]]'' di [[Giorgio Scerbanenco]].
 
=== Cinema ===
A Collecchio, presso [[Villa Paveri Fontana]], sono state girate all'inizio degli anni Sessanta alcune scene del film ''[[La parmigiana]]'' di [[Antonio Pietrangeli]].<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=La parmigiana (1963) - IMDb|accesso=2021-10-09|url=http://www.imdb.com/title/tt0122207/locations}}</ref>
 
La frazione di [[Ozzano Taro]] ha ospitato alcune delle scene del film [[Fai bei sogni (film)|''Fai bei sogni'']] di [[Marco Bellocchio]]. Il regista piacentino ha deciso di ambientare nelle colline ozzanesi (nello specifico presso l'azienda vinicola Monte delle Vigne) la sequenza della festa di Elisa ([[Bérénice Bejo]]).<ref>{{Cita web|url=https://www.davinotti.com/forum/___location-verificate/fai-bei-sogni-2016/50039506|accesso=2021-10-09}}</ref>
 
=== Musica ===
Sulle rive del Lago della Svizzera nei [[Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega|Boschi di Carrega]] è stato girato il videoclip musicale di ''Persi nel telefono'', canzone del gruppo indipendente italiano [[Tre Allegri Ragazzi Morti|Tre allegri ragazzi morti]] (alla quale ha anche partecipato [[Jovanotti]]). Il video è stato realizzato dal regista parmense [[Stefano Poletti]] con una particolare strumentazione che permette di catturare a 360° tutta la scena ripresa.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Tre allegri ragazzi morti - Persi nel telefono (Official 360° Music Video)|lingua=it-IT|accesso=2021-10-09|url=https://www.youtube.com/watch?v=WwRvfI3xLfE}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
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* {{cita libro|autore=[[Guglielmo Capacchi]]|titolo=Dizionario Italiano-Parmigiano|volume=Tomo II M-Z|editore=Artegrafica Silva|città=Parma|cid=Capacchi}}
* {{cita libro|autore=Giuseppe Cirillo, Giovanni Godi|titolo=Guida artistica del Parmense|volume=II volume|città=Parma|anno=1986|editore=Artegrafica Silva|cid=Cirillo, Godi}}
* {{cita libro|autore=Italo Dall'Aglio|titolo=La Diocesi di Parma|volume=I Volume|città=Parma|anno=1966|editore=Scuola Tipografica Benedettina|cid=Dall'Aglio}}
* {{cita libro|autore=[[Lodovico Gambara]]|titolo=Le ville Parmensi|città=Parma|anno=1966|editore=La Nazionale Tipografia|cid=Gambara}}
* {{cita libro|autore=[[Tiziano Marcheselli]]|titolo=Collecchio di una volta|città=Parma|anno=2008|editore=Gazzetta di Parma Editore|cid=Marcheselli}}