Lydia Simoneschi: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
=== Infanzia ed educazione ===
Lydia Simoneschi nacque a [[Roma]] il 4 aprile [[1908]], figlia dell'attore e regista [[Carlo Simoneschi]], attivo nel [[cinema muto]] italiano, e di Giselda Grossi.<ref>{{Cita libro|cognome=Di Cola|nome=Gerardo|titolo=Lydia Simoneschi. La voce del cinema italiano|editore=Il Calice|città=Alessandria|anno=2006|ISBN=888267083X}}</ref> Fin dall'infanzia fu avviata allo studio del pianoforte e del francese, ma la precoce frequentazione delle sale teatrali e il contatto con l'ambiente artistico la indirizzarono alla recitazione.<ref name="blogfrivolopergenteseria.it">{{Cita web|url=https://www.blogfrivolopergenteseria.it/2025/04/la-voce-di-lydia-simoneschi-la-donna.html|titolo=La voce di Lydia Simoneschi: la donna dietro le dive|sito=Blog frivolo per gente seria|data=2025-04-04|accesso=2025-09-26}}</ref>
=== Carriera teatrale e cinematografica ===
Negli [[anni 1930|anni Trenta]] entrò nella compagnia di [[Camillo Pilotto]], con la quale recitò in tournée in Italia e all'estero. Nel [[1932]] debuttò contemporaneamente come attrice e come doppiatrice: sullo schermo apparve in ruoli di contorno, in seguito limitati a sei pellicole fino al [[1959]], mentre in sala di registrazione intraprese un percorso che sarebbe diventato la sua principale attività.<ref>{{Cita libro|cognome=Lancia|nome=Enrico|coautori=Roberto Poppi|titolo=Dizionario del cinema italiano. Le attrici|editore=Gremese|città=Roma|anno=2003|ISBN=9788884402141|p=394}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.cinematografo.it/cinedatabase/cast/lydia-simoneschi/22618/|titolo=Lydia Simoneschi|sito=Cinematografo.it|accesso=2025-09-26}}</ref>
Nel [[1936]] sposò Franz Lehmann, ufficiale della [[Regia Marina]], dal quale ebbe un figlio, Giorgio. Rimasta vedova nel [[1942]], si ritirò dalle scene teatrali e concentrò ogni energia professionale sul doppiaggio, che garantiva stabilità economica e continuità lavorativa.<ref
=== Affermazione nel doppiaggio ===
[[File:Simoneschi51.jpg|miniatura|destra|Lydia Simoneschi durante una sessione di doppiaggio nel 1951, con [[Maria Pia Di Meo]]]]
Già dalla metà degli [[anni 1930|anni Trenta]] fu segnalata come voce italiana di [[Marlene Dietrich]].<ref
Negli [[anni 1940|anni Quaranta]] e [[anni 1950|anni Cinquanta]] raggiunse il periodo di massimo successo, doppiando le più note attrici di Hollywood: [[Ingrid Bergman]], [[Barbara Stanwyck]], [[Bette Davis]], [[Joan Crawford]], [[Vivien Leigh]], [[Susan Hayward]], [[Maureen O'Hara]] e nuovamente [[Marlene Dietrich]]. In Italia prestò la voce a [[Sophia Loren]], [[Gina Lollobrigida]], [[Alida Valli]] e [[Silvana Mangano]].<ref>{{Cita web|url=http://www.antoniogenna.net/doppiaggio/voci/vocils.htm|titolo=Lydia Simoneschi – Le voci del cinema|sito=Il mondo dei doppiatori – Antonio Genna|accesso=2025-09-26}}</ref>
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Nel [[1980]] ricevette l'onorificenza di [[Ordine al merito della Repubblica italiana|Cavaliere al merito della Repubblica italiana]] dal presidente [[Sandro Pertini]].<ref>{{Cita web|url=https://www.quirinale.it/onorificenze/|titolo=Onorificenze OMRI – archivio|sito=Presidenza della Repubblica|accesso=2025-09-26}}</ref>
Morì a [[Roma]] il 5 settembre [[1981]], all'età di 73 anni, e fu sepolta nel [[Cimitero Flaminio|cimitero di Prima Porta]].<ref
== Doppiaggio ==
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* Mario Guidorizzi, ''Voci d'autore'', Sommacampagna, VR, Cierre Edizioni, 1999, ISBN 88-8314-030-3
* Gerardo Di Cola, ''Le voci del tempo perduto'', Chieti, Èdicola Editrice, 2004, ISBN 88-8267-023-6
* Riccardo Esposito, ''La versione italiana del film'' in ''Il buio oltre la siepe. Il libro, il film'', Le Mani - Microart's, 2009, ISBN 978-88-8012-486-3, pp.
* Gerardo Di Cola, ''Lydia Simoneschi. La voce del cinema italiano'', Chieti, Èdicola Editrice, 2017
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