Giuseppe Calò: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Libro96 (discussione | contributi)
Biografia: Informazioni senza fonte e sicuramente false
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile Modifica da mobile avanzata
 
(38 versioni intermedie di 29 utenti non mostrate)
Riga 7:
|GiornoMeseNascita = 30 settembre
|AnnoNascita = 1931
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
Riga 19:
 
== Biografia ==
Nato e cresciuto a [[Palermo]], è nipote di [[Paolo Calò]], storico [[Portiere (calcio)|portiere]] del [[Palermo Football Club|Palermo Calcio]] (accusato da [[Tommaso Buscetta]] di essere anche lui mafioso)<ref name=":5">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/02/buscetta-pippo-calo-mafioso-pentiti.html|titolo=BUSCETTA A PIPPO CALO' 'MAFIOSO, PENTITI' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=2 dicembre 1994|lingua=it|accesso=5 dicembre 2022}}</ref>. Ha lavorato come commesso in un negozio di vendita di tessuti e in seguito lavorò anche come macellaio e barista. All'età di diciotto anni, Calò si segnalò per aver inseguito e ferito a colpi di [[pistola]] l'assassino del padre, Francesco Scaletta, per il quale finì in carcere per la prima volta<ref name=":0">{{Cita web|lingua=it|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/10/06/dieci-anni-di-onorata-latitanza-per-il.html|titolo=DIECI ANNI DI ONORATA LATITANZA PER IL CAPO-FAMIGLIA PIPPO CALO' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=6 ottobre 1984|accesso=23 novembre 2022}}</ref>. Scaletta venne poi crivellato di colpi in un successivo agguato, probabilmente per mano di [[Gerlando Alberti]] e Salvatore Filippone, figlio del boss Gaetano<ref name=":82">{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1957/04/04/page_002.pdf|titolo=Rievocato in Assise a Palermo il delitto del "Piccolo moka"|editore=L'Unità|data=4 aprile 1957}}</ref>. Per queste sue peculiarità, all'età di 23 anni, Calò venne affiliato nella ''[[Famiglia (mafia)|famiglia]]'' [[Cosa nostra|mafiosa]] di [[Porta Nuova (Palermo)|Porta Nuova]], prestando giuramento tra le mani di [[Tommaso Buscetta]], e iniziò numerose attività in imprese legali come rappresentante di tessuti a [[Palermo]], aprì un bar e si occupò di un distributore di benzina. Calò(rilevato ebbecon un figliosocio, [[Disabilità|disabile]]Salvatore mortoMaggiolini, incui giovanecedette età<ref name=":0">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/10/06/dieci-anni-di-onorata-latitanza-per-il.html|titolo=DIECI ANNI DI ONORATA LATITANZA PER IL CAPO-FAMIGLIA PIPPO CALOl'attività -con laun Repubblica.it|sito=Archivioricavato -di la Repubblica.it|data=6 ottobremilioni 1984|lingua=it|accesso=23delle novembrevecchie 2022}}</ref>lire).
 
=== AttivitàCarriera criminale ===
Nel 1963 venne scelto come nuovo capo della ''[[Famiglia (mafia)|famiglia]]'' di [[Porta Nuova (Palermo)|Porta Nuova]] in seguito alla morte per vecchiaia del boss Gaetano Filippone. Sempre nello stesso anno, venne denunciato per [[associazione a delinquere]] insieme a [[Gerlando Alberti]] e altri mafiosi<ref name=":0" />. In questo periodo Calò divenne il principale fiancheggiatore del ''boss'' [[Luciano Liggio]] e del suo vice [[Salvatore Riina]]: secondo le concordi testimonianze di [[Tommaso Buscetta]] e [[Leonardo Vitale]], l'omicidio del procuratore [[Pietro Scaglione]] venne eseguito dagli stessi Liggio e Riina nel quartiere Danisinni, territorio della ''[[cosca]]'' di Calò, che fornì anche i suoi uomini per il sequestro del costruttore [[Luciano Cassina]] ordinato da Riina<ref name=":1">{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/10/03/leggio-spacco-in-due-cosa-nostra.html|titolo=E LEGGIO SPACCO' IN DUE COSA NOSTRA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=3 ottobre 1984|lingua=it|accesso=}}</ref>. Arrestato per il sequestro Cassina, Calò fu rilasciato in libertà provvisoria dopo soli venti giorni di detenzione e nel 1973 fu accusato da [[Leonardo Vitale]] (definito "''il [[Joe Valachi]] di [[Altarello (Palermo)|Altarello]]''") di diversi reati (dall'[[omicidio]] alle [[Estorsione|estorsioni]]), costringendolo a darsi alla latitanza.<ref name=":0" />
 
Nel 1974, quando venne ricostruita la cosiddetta "[[Commissione interprovinciale|Commissione]]", Calò entrò a farne parte come capo del [[Mandamento (cosa nostra)|mandamento]] di [[Porta Nuova (Palermo)|Porta Nuova]], che comprendeva le [[Famiglia (mafia)|famiglie]] di [[Borgo Vecchio (Palermo)|Borgo Vecchio]], Palermo centro e [[Porta Nuova (Palermo)|Porta Nuova]].<ref name=":1" />
 
Secondo le indagini, a metà degli [[Anni 1970|anni '70]] Calò rafforzò i rapporti con figure storiche della [[Camorra|Camorra napoletana]], come [[Lorenzo Nuvoletta]], allora uno dei più potenti capi di tutta la [[Campania]] e [[Clan Lubrano-Ligato|Vincenzo Lubrano]], fedelissimo di Nuvoletta.<ref>{{Cita web|url=https://www.stylo24.it/casalesi-nuvoletta-mafia-roma/|titolo=Il padrino chiamato Salamandra e il giudice scomodo da fermare|autore=Redazione|sito=Stylo24 - Ultime Notizie su Napoli e la Campania|data=2018-11-01|lingua=it|accesso=2023-09-14}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://internapoli.it/9506-morto-il-boss-amico-di-riina/|titolo=Morto il boss amico di Riina|autore=Redazione Internapoli|sito=Internapoli.it|data=2007-09-03|lingua=it|accesso=2023-09-14}}</ref>
 
Secondo la testimonianza di [[Giovanni Brusca]], Calò era molto amico di [[Stefano Bontate]] e di [[Salvatore Inzerillo]], ma se ne distaccò nel 1980, quando uccisero il Procuratore della Repubblica [[Gaetano Costa]] nel suo territorio senza il suo permesso<ref name=":2" />. Quindi si avvicinò ai [[Clan dei Corleonesi|Corleonesi]] di [[Salvatore Riina|Totò Riina]] e cercò di convincere Buscetta a passare dalla loro parte ma con scarso successo.<ref name=":1" />
Riga 32:
=== Il trasferimento a Roma: la banda della Magliana, l'eversione nera e i legami con il mondo imprenditoriale e finanziario ===
{{Vedi anche|Banda della Magliana|Crack del Banco Ambrosiano|Strage del Rapido 904}}
All'inizio degli anni settanta Calò si trasferì a [[Roma]] sotto la falsa identità di ''Mario Aglialoro'' e si legò alla [[Banda della Magliana]], tenendo rapporti con frange eversive dell'[[estrema destra]] e ambienti finanziari. Infatti, secondo la testimonianza di [[Maurizio Abbatino]], nel primo periodo a [[Roma]], Calò si occupò inizialmente del gioco clandestino e poi, insieme al ''boss'' [[Stefano Bontate]], controllò la distribuzione dell'[[eroina]] ai gruppi malavitosi di [[Testaccio]], della [[Magliana]] e di [[Ostia (Roma)|Ostia]]-[[Acilia]]; dopo l'uccisione di Bontate da parte dei [[Clan dei Corleonesi|Corleonesi]], il traffico di eroina dalla [[Sicilia]] a [[Roma]] continuò, controllato soltanto da Calò.<ref name=":2">{{Cita news|url=http://www.philipwillan.com/images/calvi%5B1%5D.pdf|titolo=Motivazione della sentenza per il processo per l'omicidio di Roberto Calvi - Tribunale di Roma|urlarchivio=https://archive.todayis/20140102110216/www.philipwillan.com/images/calvi%5B1%5D.pdf|dataarchivio=2 gennaio 2014|urlmorto=sì}}</ref>
 
Tuttavia il grosso degli investimenti di Calò riguardava il [[mercato immobiliare]]: servendosi di costruttori-prestanome (come Danilo Sbarra e Luigi Faldetta), avviò diverse [[Speculazione edilizia|speculazioni edilizie]] in [[Sardegna]] insieme a due faccendieri appartenenti alla [[Banda della Magliana]], [[Domenico Balducci]] e [[Ernesto Diotallevi]], e con l'aiuto determinante di [[Flavio Carboni]], il quale, grazie ai suoi legami [[Politico|politici]] e [[Massoneria|massonici]], procurava le licenze, le autorizzazioni e nuovi soci in affari; l'obiettivo del gruppo era [[Riciclaggio di denaro|riciclare il denaro]] proveniente dai sequestri di persona e dal traffico di eroina<ref name=":3">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/10/05/killer-neri-camorristi-007-nuovi-vassalli-di.html|titolo=KILLER NERI, CAMORRISTI E 007 I NUOVI 'VASSALLI' DI DON CALO' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=5 ottobre 1985|lingua=it|accesso=23 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://espresso.repubblica.it/inchieste/2018/02/23/news/berlusconi-e-la-mafia-la-vera-storia-della-villa-in-sardegna-1.318648/|titolo=Berlusconi e la mafia: la vera storia della villa in Sardegna|sito=L&apos;Espresso|data=23 febbraio 2018|lingua=it|accesso=26 novembre 2022}}</ref><ref name=":2" />. Calò cercò anche di accaparrarsi la cosiddetta ''operazione Siracusa'' (il progettato risanamento del [[centro storico]] e del porto di [[Isola di Ortigia|Ortigia]]), per la quale creò diverse società insieme a Carboni e versò diversi milioni di lire a Balducci come anticipo: tuttavia, l'operazione non andò in porto e, siccome Balducci non volle restituire la somma versata, nel 1981 Calò lo fece assassinare dai testaccini [[Danilo Abbruciati]], [[Enrico De Pedis]] e [[Raffaele Pernasetti]].<ref name=":2" />
Riga 40:
In particolare, secondo quanto riferiscono i collaboratori di giustizia [[Tommaso Buscetta]] e [[Francesco Marino Mannoia]], Calò, grazie alle sue conoscenze negli ambienti finanziari, curava gli interessi economici del [[clan dei Corleonesi]] di [[Totò Riina]], avvalendosi di [[Roberto Calvi]] e [[Licio Gelli]] per il [[Riciclaggio di denaro|riciclaggio di denaro sporco]], che veniva investito nello [[Istituto per le Opere di Religione|IOR]] e nel [[Banco Ambrosiano]], la banca di Calvi<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/08/Mannoia_Gelli_riciclava_Vaticano_soldi_co_0_9807084205.shtml Mannoia: " Gelli riciclava in Vaticano i soldi di Riina "<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref name="autogenerato1">{{Cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=cronologiaCalvi|titolo=Il caso Calvi, un mistero italiano<!-- Titolo generato automaticamente -->|accesso=18 febbraio 2013|dataarchivio=21 gennaio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130121203247/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=cronologiaCalvi|urlmorto=sì}}</ref><ref name=":2" />. Nel 1981, a seguito del fallimento definitivo del [[Banco Ambrosiano]], Calvi cercherà di salvare il denaro investito da Calò per conto degli altri ''boss'', andato perduto nella [[bancarotta]], però i suoi tentativi falliranno. Nel 1982 [[Roberto Rosone]], vicepresidente del [[Banco Ambrosiano]] subentrato a Calvi, sopravvisse a un agguato compiuto da esponenti della [[Banda della Magliana]] legati a Calò; Calvi partì per [[Londra]], forse per tentare un'azione di ricatto dall'estero mirata al recupero dei capitali persi, ma il 18 giugno 1982 venne ritrovato impiccato sotto il [[Ponte dei Frati Neri|Blackfriars Bridge]].<ref name="autogenerato1" />
 
Secondo il collaboratore di giustizia [[Gioacchino Pennino]], uno degli uomini di fiducia di Calò nella capitale fu l'imprenditore palermitano [[Gaspare Gambino]], presidente del [[Palermo Calcio]] nei primi [[Anni 1980|anni '80]] e poi della [[Ternana Calcio]], il quale avrebbe curato il [[riciclaggio di denaro sporco]] e tenuto i contatti con i politici e con gli esponenti di primo piano della [[banda della Magliana]].<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/10/30/morto-roma-gaspare-gambino-boss-mafioso.html|titolo=E' MORTO A ROMA GASPARE GAMBINO BOSS MAFIOSO LEGATO A CALO' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=30 ottobre 1995|lingua=it|accesso=16 aprile 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/06/12/anche-il-palermo-calcio-era-in-mano.html|titolo=ANCHE IL PALERMO CALCIO ERA IN MANO A COSA NOSTRA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=12 giugno 1997|lingua=it|accesso=16 aprile 2023}}</ref>. Inoltre, come dichiarato dal collaboratore di giustizia [[Angelo Siino]] al [[processo Andreotti]], Calò, al pari di Bontate, sarebbe stato in stretti rapporti d'amicizia con il deputato andreottiano [[Francesco Cosentino]] (segretario generale della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] e affiliato alla [[P2|loggia P2]] di [[Licio Gelli]], nonché "autore" del famigerato ''[[Piano di rinascita democratica]])''<ref name=":102">{{Cita web|url=http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/016t02_RS/00000044.pdf|titolo=Sentenza Andreotti|accesso=21 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211218201039/http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/016t02_RS/00000044.pdf|dataarchivio=18 dicembre 2021|urlmorto=sì}}</ref> e, secondo la testimonianza di [[Francesco Marino Mannoia]], avrebbe pure procurato un [[Dipinto|quadro]] di valore, che sarebbe stato regalato poi da Bontate allo stesso Andreotti, circostanza ritenuta come "''non provata con certezza''" nel processo a carico dello statista democristiano.<ref name=":102"/>.
 
Nel 1983 Calò venne arrestato alla frontiera di [[Ponte Chiasso]] perché esibì documenti falsi ma non venne riconosciuto e quindi rilasciato.<ref name=":0" />
Riga 46:
Colpito da un mandato di cattura firmato dal giudice [[Giovanni Falcone]] a seguito delle rivelazioni dei pentiti [[Tommaso Buscetta|Buscetta]] e [[Salvatore Contorno|Contorno]], Calò organizzò il 23 dicembre 1984 l'esplosione di una bomba sul treno [[Napoli]]-[[Milano]] con 16 morti e 267 feriti (la cosiddetta [[Strage del Rapido 904]] o ''strage di Natale''), per deviare l'attenzione dell'[[opinione pubblica]] dalle dichiarazioni dei due pentiti.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/01/14/in-aula-un-pentito-conferma-fu.html|titolo=E IN AULA UN PENTITO CONFERMA 'FU CALO' A ORDINARE LA STRAGE' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=14 gennaio 1989|lingua=it|accesso=23 novembre 2022}}</ref><ref name="ReferenceC">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/01/04/sulmona-un-altro-suicidio-in-cella.html?ref=search|titolo=Sulmona, un altro suicidio in cella - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=4 gennaio 2005|lingua=it|accesso=}}</ref><ref>https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/01/03/Cronaca/Nera/SULMONA-SUICIDA-IN-CARCERE-GUIDO-CERCOLA-CONDANNATO-PER-STRAGE-904_114031.php</ref><ref>https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/01/03/Cronaca/SULMONA-SUICIDA-IN-CARCERE-GUIDO-CERCOLA-CONDANNATO-PER-STRAGE-904-2_121304.php</ref><ref>https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/01/03/Cronaca/Nera/SULMONA-CHI-ERA-GUIDO-CERCOLA-IL-BRACCIO-DESTRO-DI-PIPPO-CALOSCHEDA_152734.php</ref><ref>https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/01/03/Cronaca/Nera/SULMONA-CHI-ERA-GUIDO-CERCOLA-IL-BRACCIO-DESTRO-DI-PIPPO-CALOSCHEDA-2_152737.php</ref><ref>{{Cita web|url=https://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/01/03/Cronaca/Nera/SULMONA-CHI-ERA-GUIDO-CERCOLA-IL-BRACCIO-DESTRO-DI-PIPPO-CALOSCHEDA-2_152737.php|titolo=SULMONA: CHI ERA GUIDO CERCOLA, IL BRACCIO DESTRO DI PIPPO CALO'/SCHEDA (2)|sito=www1.adnkronos.com|accesso=7 dicembre 2022}}</ref>
 
=== L'arrestoArresto e condanna ===
Il 30 marzo 1985, dopo dodici anni di latitanza, Calò fu arrestato dagli uomini della [[Squadra mobile]] di [[Roma]] mentre rincasava nel suo appartamento in viale Tito Livio, in zona [[Balduina]], in compagnia dei mafiosi [[Antonino Rotolo]] e Lorenzo Di Gesù<ref name=":9">{{cita news|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/03/31/riciclava-soldi-delle-cosche-sulla-mafia-sa.html|titolo = Riciclava soldi delle cosche. Sulla mafia sa più di Buscetta|nome = Franco|cognome = Recanatesi|giornale = la Repubblica|giorno = 31|mese = marzo|anno = 1985|accesso = 13 febbraio 2018}}</ref><ref name=":4">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/04/02/calo-stava-per-fuggire-da-roma-una.html|titolo=CALO' STAVA PER FUGGIRE DA ROMA UNA 'TALPA' L'AVEVA AVVERTITO? - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=2 aprile 1985|lingua=it|accesso=26 novembre 2022}}</ref>. Nel corso delle perquisizioni, furono sequestrati 380 milioni di lire in contanti, gioielli e quadri di [[Renato Guttuso]] e [[Pompeo Batoni|Girolamo Batoni]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/06/11/calo-ambasciatore-dei-corleonesi.html|titolo=CALO', L''AMBASCIATORE' DEI CORLEONESI A ROMA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=11 giugno 1993|lingua=it|accesso=3 dicembre 2022}}</ref><ref name=":9" />. L'11 maggio la [[polizia]] perquisì anche un edificio rustico presso [[Poggio San Lorenzo]], in provincia di [[Rieti]], acquistato da Calò attraverso il suo [[prestanome]] Guido Cercola: furono trovati alcuni chili di [[eroina]], un apparato ricetrasmittente, delle batterie, alcuni apparecchi radio, antenne, cavi, armi e diversi tipi di esplosivo, risultati compatibili con quelli utilizzati nella [[strage del Rapido 904]].<ref>{{cita news|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/05/12/la-centrale-dell-eroina-in-una-villa.html|titolo = La 'centrale' dell'eroina in una villa di Don Calò|giorno = 12|mese = maggio|anno = 1985|nome = Claudio|cognome = Gerino|giornale = la Repubblica|accesso = 13 febbraio 2018}}</ref>
 
=== Il carcere e la dissociazione ===
Nell'ottobre 1993, Calò, nel corso di un'audizione dinanzi alla [[Commissione stragi]] presieduta da [[Libero Gualtieri]], si proclamò estraneo alla [[strage del Rapido 904]] e affermò di essere interessato alla riapertura del processo, lasciando balenare l’intenzione di voler fare delle dichiarazioni "''importanti''": lanciò infatti ambigui messaggi affermando con linguaggio criptico che [[Piero Luigi Vigna|Pier Luigi Vigna]] – il pm della Procura di [[Firenze]] che lo fece condannare – "''«è stato cattivo''"» e che "''«la mafia non c'entra con quella strage: traete voi le conseguenze e chiedetevi chi ha fatto scappare Schaudinn'' (l'artificiere della strage n.d.r.)"».<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/10/22/calo-le-bombe-la-mafia.html|titolo=CALO': 'LE BOMBE? LA MAFIA NON C'ENTRA' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=22 ottobre 1993|lingua=it|accesso=29 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/10/30/messaggio-di-morte-di-calo-rafforzata-la.html|titolo=MESSAGGIO DI MORTE DI CALO' RAFFORZATA LA SCORTA A VIGNA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=30 ottobre 1993|lingua=it|accesso=29 novembre 2022}}</ref>.
 
Nel settembre 2001, in una lettera inviata alla [[corte d'assise d'appello]] di [[Caltanissetta]] durante il processo d'appello ''Borsellino-ter'', Calò ammise per la prima volta di aver fatto parte di [[Cosa nostra]], comunicando la scelta di dissociarsi dall'organizzazione mafiosa, pur senza accusare nessuno.<ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/online/cronaca/pippocalo/pippocalo/pippocalo.html|titolo=la Repubblica/cronaca: Il cassiere di Cosa Nostra 'Mi dissocio ma non mi pento'|sito=repubblica.it|data=25 settembre 2001|lingua=it|accesso=31 dicembre 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/09/25/calo-il-primo-dei-dissociati.html|titolo=Calò, il primo dei 'dissociati' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=25 settembre 2001|lingua=it|accesso=24 novembre 2022}}</ref><ref name=":7">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/01/25/calo-riina-volle-le-stragi-un-pazzo.html|titolo=Calò: 'Riina volle le stragi è un pazzo, andava ucciso' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=25 gennaio 2004|lingua=it|accesso=23 novembre 2022}}</ref>
 
Nel 2004, durante un'udienza del processo-stralcio per le [[Strage di Capaci|stragi di Capaci]] e [[Strage di via D'Amelio|via d'Amelio]], fu molto duro il confronto con il collaboratore di giustizia [[Salvatore Cancemi]], il quale lo accusò di aver partecipato allo strangolamento dei due figli di [[Tommaso Buscetta]], Antonio e Benedetto, scomparsi nel 1982 e mai più ritrovati. Al contrario, Calò rispose aaccusò Cancemi che luidi non eraessere stato capace di fermare Riina quando ordinò le stragi poiché "''«era stato un pazzo e meritava di essereandava ucciso''"».<ref name=":7" />
 
== Casi giudiziari ==
Riga 74:
=== Il caso Calvi ===
{{Vedi anche|Roberto Calvi}}
Nel 1997 Calò e altri quattro (il faccendiere [[Flavio Carboni]], la sua ex fidanzata Manuela Kleinszig e l'ex affarista della [[Banda della Magliana]] [[Ernesto Diotallevi]] e [[Silvano Vittor]]) coinvolti nell'omicidio di [[Roberto Calvi]] furono indagati e il loro processo, iniziato nell'ottobre 2005, si concluse nel giugno 2007 con l'assoluzione degli imputati per «insufficienza di prove» da parte della Corte d'Assise<ref name=repubblica/>. Il caso si chiuse nel 2016 con l'archiviazione dell'indagine-stralcio presso la Procura di [[Roma]] sui mandanti dell'omicidio che vedeva indagati una decina di persone, tra cui [[Licio Gelli]], ex capo della [[P2|Loggia P2]]<ref name=repubblica>[http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/cronaca/sentenza-calvi/sentenza-calvi/sentenza-calvi.html Processo Calvi, la sentenza dopo 25 anni, assolti Pippo Calò e gli altri imputati], articolo de "la Repubblica" del 6 giugno 2007</ref>.
 
=== Il caso Pecorelli ===
Riga 91:
* Nel 1994, Calò fu condannato all'ergastolo per l'omicidio di 3 pentiti: Salvatore Anselmo, Mario Coniglio e [[Leonardo Vitale]] e per quello di Pietro Busetta (un cognato di [[Tommaso Buscetta]]) insieme a [[Salvatore Riina]], [[Francesco Madonia]], [[Bernardo Brusca]], [[Michele Greco]] e [[Bernardo Provenzano]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/07/05/ergastolo-ai-boss-colpevoli-della-morte-di.html|titolo=ERGASTOLO AI BOSS COLPEVOLI DELLA MORTE DI PENTITI - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=5 luglio 1994|lingua=it|accesso=30 gennaio 2023}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/05/Toto_Riina_tris_ergastoli_co_0_9407052791.shtml|titolo=Toto' Riina fa tris, di ergastoli|sito=Corriere.it|data=5 luglio 1994|lingua=it|accesso=13 febbraio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121222181645/http://archiviostorico.corriere.it/1994/luglio/05/Toto_Riina_tris_ergastoli_co_0_9407052791.shtml|dataarchivio=22 dicembre 2012|urlmorto=no}}</ref>.
*Nel 1995, nel processo-stralcio del Maxiprocesso per la [[strage della circonvallazione]], per gli omicidi del generale [[Carlo Alberto dalla Chiesa|Carlo Alberto Dalla Chiesa]], del capo della mobile [[Boris Giuliano]] e del professor [[Paolo Giaccone]], Calò fu condannato all'ergastolo insieme a [[Bernardo Provenzano]], [[Salvatore Riina]], [[Bernardo Brusca]], [[Francesco Madonia]], [[Nenè Geraci]] e [[Francesco Spadaro]]<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/marzo/18/Delitto_Dalla_Chiesa_ottavo_ergastolo_co_0_95031816119.shtml|titolo=Delitto Dalla Chiesa: ottavo ergastolo a Riina|data=18 marzo 1995|accesso=8 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151003004355/http://archiviostorico.corriere.it/1995/marzo/18/Delitto_Dalla_Chiesa_ottavo_ergastolo_co_0_95031816119.shtml|urlmorto=no}}</ref>.
*Nel 1997, nel processo per la [[strage di Capaci]] in cui persero la vita il giudice [[Giovanni Falcone]], la moglie e la scorta, Calò venne condannato all'ergastolo insieme ai ''boss'' [[Salvatore Riina]], [[Pietro Aglieri]], [[Bernardo Brusca]], [[Raffaele Ganci]], [[Nenè Geraci]], [[Benedetto Spera]], [[Benedetto Santapaola|Nitto Santapaola]], [[Bernardo Provenzano]], [[Salvatore Montalto]], [[Giuseppe Graviano]] e [[Clan Motisi|Matteo Motisi]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/09/27/strage-di-capaci-24-ergastoli.html?ref|titolo=search</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/09/27/strage-di-capaci-24-ergastoli.html?ref=search STRAGE DI CAPACI, 24 ERGASTOLI - Lala Repubblica.it<!-|sito=Archivio - Titolola generatoRepubblica.it|data=27 automaticamentesettembre -->]1997|lingua=it|accesso=24 aprile 2021}}</ref><ref>[http://www.fondazionefalcone.it/a_documenti/c_ergast.htm Sentenza Strage - CONDANNE ALL'ERGASTOLO<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130613062857/http://www.fondazionefalcone.it/a_documenti/c_ergast.html|data=13 giugno 2013}}</ref>.
*Nel 1997, nel processo per l'omicidio del giudice [[Cesare Terranova]] e dell'agente [[Lenin Mancuso]], Calò ricevette un altro ergastolo insieme a [[Michele Greco]], [[Bernardo Brusca]], [[Salvatore Riina]], [[Nenè Geraci]], [[Francesco Madonia]] e [[Bernardo Provenzano]]<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Ecco_chi_uccise_Terranova_co_0_97060411073.shtml|titolo=Ecco chi uccise Terranova|data=4 giugno 1997|accesso=8 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151003015653/http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Ecco_chi_uccise_Terranova_co_0_97060411073.shtml|urlmorto=no}}</ref>.
*Nel 1998, nel processo per l'omicidio dell'eurodeputato [[Salvo Lima]], venne condannato all'ergastolo insieme a [[Salvatore Riina|Totò Riina]], [[Francesco Madonia]], [[Bernardo Brusca]], [[Giuseppe Graviano]], [[Pietro Aglieri]], [[Salvatore Montalto]], [[Giuseppe Montalto (mafioso)|Giuseppe Montalto]], [[Salvatore Buscemi]], [[Nenè Geraci]], [[Raffaele Ganci]], [[Giuseppe Farinella]], [[Benedetto Spera]], [[Nino Giuffrè|Antonino Giuffrè]], [[Salvatore Biondino]], [[Michelangelo La Barbera]], [[Simone Scalici]] e [[Salvatore Biondo]] mentre [[Salvatore Cancemi]] e [[Giovanni Brusca]] vennero condannati a 18 anni di carcere e i collaboratori di giustizia [[Francesco Onorato]] e [[Giovan Battista Ferrante]] (che confessarono il delitto) vennero condannati a 13 anni come esecutori materiali dell'agguato<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/16/Processo_Lima_ergastoli_padrini_Cosa_co_0_980716632.shtml Processo Lima: 18 ergastoli ai padrini di Cosa Nostra] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151204132847/http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/16/Processo_Lima_ergastoli_padrini_Cosa_co_0_980716632.shtml|data=4 dicembre 2015}} ''Corriere della Sera'', 16 luglio 1998</ref>. Nel 2003 la Cassazione annullò la condanna all'[[ergastolo]] per [[Pietro Aglieri]], [[Giuseppe Farinella]], [[Giuseppe Graviano]] e [[Benedetto Spera]] mentre confermò le altre condanne<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/06_Giugno/13/lima.shtml|titolo=Omicidio Lima: annullati gli ergastoli a 4 boss|sito=Corriere.it|data=13 giugno 2003|lingua=it|accesso=6 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180404201613/http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/06_Giugno/13/lima.shtml|dataarchivio=4 aprile 2018|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.laprivatarepubblica.com/overruling/Lima%20-%20Cassazione%20-%2013-6-2003.pdf|titolo=Sentenza della Corte di Cassazione per l'omicidio Lima|pubblicazione=|accesso=6 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304092729/http://www.laprivatarepubblica.com/overruling/Lima%20-%20Cassazione%20-%2013-6-2003.pdf|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>.
Riga 104:
*Nel 1998 Calò fu assolto per l'omicidio del giudice [[Antonino Scopelliti]] insieme ai ''boss'' [[Salvatore Riina]], [[Francesco Madonia]], [[Giuseppe Giacomo Gambino]], [[Giuseppe Lucchese]], [[Bernardo Brusca]], [[Salvatore Montalto]], [[Salvatore Buscemi]], [[Nenè Geraci]] e [[Pietro Aglieri]]<ref>https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/04/29/delitto-scopelliti-tutti-assolti.html?ref=search</ref>, che annullò la sentenza di primo grado che invece li condannava all'ergastolo<ref>https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/05/12/processo-scopelliti-dieci-ergastoli.html?ref=search</ref>.
 
==Nella cultura popolare==
==Influenza culturale==
*Nel film ''[[I giudici - Excellent Cadavers]]'' (1999), diretto da [[Ricky Tognazzi]] sulla figura del giudice [[Giovanni Falcone]], il cassiere della mafia Calò è interpretato da [[Eugenio Marinelli]].
*Ha ispirato il personaggio di ''Zio Carlo'' nel libro [[Romanzo criminale (romanzo)|''Romanzo criminale'']], scritto nel 2002 da [[Giancarlo De Cataldo]] e riferito alle vicende realmente avvenute della [[Banda della Magliana]]. Dal libro è stato tratto il film del 2005 ''[[Romanzo criminale (film)|Romanzo criminale]]'', diretto da [[Michele Placido]], nel quale Zio Carlo è interpretato da [[Gigi Angelillo]], e, nel 2008, il regista [[Stefano Sollima]] realizza la [[serie televisiva]] ''[[Romanzo criminale - La serie|Romanzo criminale]]'', dove i panni del personaggio sono vestiti da [[Adriano Chiaramida]].
*Nel film ''[[Il traditore (film 2019)|Il traditore]]'' (2019), diretto da [[Marco Bellocchio]] sulla figura di [[Tommaso Buscetta]], Pippo Calò è interpretato da [[Fabrizio Ferracane]].