Savogna d'Isonzo: differenze tra le versioni
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{{F|centri abitati del Friuli-Venezia Giulia|dicembre  
{{Divisione amministrativa 
|Nome = Savogna d'Isonzo 
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|Lingue ufficiali = [[lingua italiana|italiano]], [[lingua slovena|sloveno]] 
|Data istituzione =  
|Sottodivisioni = Gabria/Gabrje, Peci/Peč, Rubbia/Rubije, Rupa, San Michele del Carso/Vrh<ref name = statuto/> 
|Divisioni confinanti = [[Doberdò del Lago]], [[Farra d'Isonzo]], [[Gorizia]], [[Merna-Castagnevizza]] (''Miren-Kostanjevica'') (SLO), [[San Pietro-Vertoiba]] (SLO), [[Sagrado]] 
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|Incipit:Si 
}} 
'''Savogna d'Isonzo''' ({{lang|slv|''Sovodnje ob Soči''}} o {{lang|slv|''Sovodnje pri Gorici''}} in [[ 
== Geografia fisica == 
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=== Età preistorica, protostorica e romana === 
Nella parte carsica del comune di Savogna d'Isonzo sono state individuate dagli speleologi tracce di vita umana preistorica; in particolare, la ''grotta della Scogliera'' e la grotta ''Pogriže'', hanno restituito materiale dell'età del ferro e del bronzo (cocci di ceramica, ossa di animali, manufatti in selce). In epoche successive, sul territorio carsico vi erano diversi insediamenti, riferibile alla tipologia dei [[castellieri]]: il più grande e meglio conservato è quello del monte Brestovec, circondato da una duplice cinta difensiva, lunghe quella esterna {{M|160|u=m}}, l'altra {{M|75|u=m}}, e larghe rispettivamente {{M|4|–|6|u=m}} e {{M|2|–|3|u=m}}. Gli scavi, avviati da [[Carlo Marchesetti]] nell'Ottocento e poi ripresi nel [[1972]] sotto la supervisione dei Musei Provinciali di Gorizia hanno prodotto cocci, manufatti in selce vari, oggetti in arenaria, frammenti d'intonaci e cotto. Il sito fu abitato dal 1600 a.C. fino al 1300 a.C. circa. Due castellieri di epoca coeva o forse leggermente più tarda si trovano tra gli insediamenti di Gabria e Rubbia, e sono di dimensioni molto minori, un altro ancora sopra la località Gornji Vrh. Tutti questi siti, investigati intorno al [[1960]] da Ugo Furlani, subirono ingenti devastazioni dal fatto di trovarsi sul fronte della Prima guerra mondiale. 
La parte carsica del territorio perse importanza in epoca romana, quando fu costruita la via romana che collegava [[Emona]] ([[Lubiana]]) con [[Aquileia]], ed era una delle principali vie di comunicazione tra l'Italia e la pianura danubiana. Questa favorì il popolamento e il disboscamento della zona piana lungo il Vipacco e lsonzo. I segni di presenza romana sono numerosi nel territorio di Savogna e in quelli contermini. La strada romana procedeva da Aquileia verso ''Ad Undecimum'', una [[mansio]] secondo gli studiosi nei pressi dell'odierna [[Gradisca d'Isonzo]]; di lì procedeva verso [[Farra d'Isonzo]]. Tra il paese di Mainizza in comune di Farra e Savogna i romani edificarono un ponte i cui resti si possono ancora notare nei periodi di secca del fiume.  Il ponte era in legno e [[calcarenite]], pietra tipica delle pendici carsiche locali, quindi estratta a non più di cinque chilometri di distanza, ma i basamenti erano in conglomerato. Da Savogna la strada continuava verso Aidussina per poi, valicato il passo Ad Pirum (l'odierna Hrusica) raggiungere Lubiana. Diversi eserciti in entrata verso l'Italia percorsero questa via: particolarmente interessante è il caso di [[Massimino il Trace]], che nel [[238]] volle impadronirsi del potere imperiale. Gli aquileiesi, impauriti dalla sua fama di comandante feroce e spietato, si spinsero addirittura a distruggere il ponte. Massimino, essendo il fiume nel periodo delle piene primaverili conseguenti allo scioglimento delle nevi, non poteva guadarlo. Ordinò quindi ai suoi soldati di requisire le botti ai contadini e grazie a quelle passò il fiume. Venne comunque ucciso dai suoi soldati, stanchi e delusi dal prolungarsi dell'assedio ad Aquileia.  Durante i sette secoli di dominazione romana, la zona fu intensamente romanizzata. [[Simon Rutar]] dà la notizia del ritrovamento di 7 tombe. A Farra furono rinvenute due arette votive, dedicate a divinità fluviali, e una, un certo centurione L. Barbius Montanus nel II o III secolo d.C. la dedicò specificatamente al dio Aesontius.  Un deposito di oggetti di ferro risalente al I secolo a.C. fu rinvenuto a Gabria nel 1889; i reperti furono donati all'[[Università di Vienna]]. 
=== Dal Medioevo al Cinquecento === 
Non è chiaro se il ponte fosse stato poi ricostruito; tuttavia indubitabile è che la vecchia via del Vipacco venne intensamente usata dalle popolazioni barbariche che entrarono in Italia, a partire da [[Teodorico il Grande|Teodorico]] con i suoi [[Ostrogoti]], che secondo lo storico goriziano Gian Domenico Della Bona avrebbe qui affrontato e sconfitto [[Odoacre]] (ma nessun riscontro archeologico è finora emerso). La via fu probabilmente percorsa anche dai [[Longobardi]]. Questi, creando per due secoli un'entità statuale, il [[Ducato del Friuli]], diedero alla zona una relativa stabilità, permettendo una certa fioritura, come testimoniano le numerose necropoli emerse nei territori contigui a Savogna.  È stato ipotizzato da alcuni studiosi essere al posto dell'odierno castello di Rubbia una postazione longobarda a difesa della via del Vipacco 
Nel [[1927]] il comune di Savogna d'Isonzo venne soppresso ed aggregato a quello di [[Merna]]<ref>[http://augusto.digitpa.gov.it/#giorno=14&mese=12&anno=1927 Regio Decreto 21 novembre 1927, n. 2249]</ref>. 
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=== Etnie e minoranze straniere === 
Al 31 dicembre  
=== Lingue e dialetti === 
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=== Settore primario === 
Benché il paese si sostentasse, un tempo, soprattutto di [[agricoltura]], oggi tale settore ricopre un'importanza davvero minima; il fatto, oltretutto, che l'intero territorio comunale non sia connesso ad alcuna rete di irrigazione, diversamente dalla maggior parte della pianura isontina, preclude la possibilità di impiantarvi colture necessitanti di apporto idrico, sia erbacee (mais, frumento, ecc.) che arboree (frutticole). Va detto che questo fattore ha limitato il diffondersi dell'agricoltura intensiva con le relative problematiche, ed è quindi possibile avere un territorio di una migliore qualità ambientali (molti [[prati stabili]] con specie anche rare). L'unica coltura di una certa importanza è quella della [[Vitis|vite]], benché di aziende vitivinicole specializzate se ne conti una soltanto, situata nella parte carsica, in zona D.O.C. " 
Molti praticano l'attività agricola per integrare il reddito derivante da altre attività; ad esempio, vi sono nel territorio comunale diverse ''osmizze'', locali dove per un breve periodo dell'anno viene servito il vino, accanto a qualche affettato, fino ad esaurimento. Presenti inoltre nel territorio un [[allevamento]] di bovine da latte, uno di suini e uno di avicoli per la produzione di uova. I boschi malgrado l'apprezzabile estensione non rivestono importanza economica, fatto salvo il beneficio paesaggistico ed ambientale ad essi collegato. 
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