Città della Pieve: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome = Città della Pieve
|Panorama =
|Didascalia = Veduta aerea
|Bandiera = Città della Pieve-Gonfalone.png
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|Divisione amm grado 2 = Perugia
|Amministratore locale = Fausto Risini
|Partito = [[lista civica]] di [[centro-destra]]
|Data elezione = 27-5-2019
|Data rielezione = 10-6-2024
|Data istituzione =
|Altitudine = 509
|Sottodivisioni = Canale, Maranzano, [[Moiano (Città della Pieve)|Moiano]], Po' Bandino, Ponticelli, Salci, San Litardo
|Divisioni confinanti = [[Allerona]] ([[Provincia di Terni|TR]]), [[Castiglione del Lago]], [[Cetona]] ([[Provincia di Siena|SI]]), [[Chiusi]] (SI), [[Fabro]] (TR), [[Monteleone d'Orvieto]] (TR), [[Paciano]], [[Piegaro]], [[San Casciano dei Bagni]] (SI)
|Zona sismica = 3
|Gradi giorno = 2306
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|Didascalia mappa = Posizione del comune di Città della Pieve all'interno della provincia di Perugia
}}
'''Città della Pieve''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{
È situata su un colle, a circa 508 {{m s.l.m.}}, dominante la [[Val di Chiana]], a pochi chilometri dal confine tra [[Umbria]] e [[Toscana]].
Città medievale, è costruita per un buon 70% in mattoni a vista. Fa parte della [[
== Storia ==
{{Immagine grande|CittaDellaPieveMar302024 06.jpg|600px}}
Le origini di Città della Pieve sono ancora oggi sconosciute.
Prima di divenire cristiana aveva sicuramente un altro nome (lo dice il Guiducci nel suo "Ragguaglio storico di Città della Pieve del 1686): ''Monte di Apollo'', ''Castelforte di Chiuscio'', ''Salepio'' o ''Castrum Salepia''. Nel II secolo, facendosi sempre più forte la religione cristiana, si creò una plebe da cui il nome ''Pieve di San Gervasio'' (da uno dei SS protettori). Il nome rimase tale finché tutto l'abitato fu recinto di solide mura e torri. Documenti risalenti a subito dopo l'anno 1000 ne indicano il nome in ''Castrum Plebis S. Gervasi''. Dal XIV al XVII secolo il nome viene accorciato a ''Castrum Plebis'' e nel 1600 circa, il Pontefice Clemente VIII la eleva a città chiamandola ''Città di Castel della Pieve'' (in lat. Comunitas Civitatis Castri Plebis) ma, tale denominazione perché troppo lunga e facilmente confondibile con Città di Castello, venne quasi subito sostituita con l'attuale Città della Pieve.
=== Epoca etrusca ===
Sebbene non vi siano memorie che lo provino, il poggio ove sorge Città della Pieve, fu abitato fin dai tempi più remoti. Ne sono una prova i tanti reperti rinvenuti nelle campagne limitrofe quali urne sepolcrali con figure di gladiatori, vasi cinerari, lapidi e scudi. Molte furono in passato le tombe ritrovate contenenti urne in alabastro (una di esse con bassorilievi particolari fu venduta ad alto prezzo al ''Museo Nazionale di Londra''. Molte di queste contenevano i resti mortali degli appartenenti alla famiglia dei ''Purni'' (dal lat. Furini o Purii). Furono anche rinvenuti oggetti quali òlle, ossari fittili, utensili e fibule. Il rinvenimento di tombe a camera e non, ritrovate nell'area limitrofa a Città della Pieve e l'assenza di resti di insediamenti urbani fa pensare che questo territorio appartenesse alla
=== Epoca romana ===
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Si presume che la religione cristiana sia stata abbracciata nella prima metà del [[II secolo]], quando è documentata nelle limitrofe città di [[Siena]], [[Cortona]], [[Perugia]], [[Arezzo]], [[Spoleto]], [[Orvieto]] e [[Chiusi]].
Nel medioevo la città, allora chiamata "Castel della Pieve", fu libero Comune sotto l'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]] fino al 1250 quando fece atto di sottomissione a Perugia.<ref>{{Cita libro|titolo=Le confraternite nella società di Città della Pieve dal Medioevo a oggi|url=https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&redir_esc=y&hl=it&id=CW4KAQAAMAAJ&focus=searchwithinvolume&q=terzieri|accesso=25 novembre 2022|data=2007|editore=Libera Università di Città della Pieve|p=57|ISBN=978-88-902002-1-2}}</ref> Il borgo era suddiviso in tre rioni, Borgodentro, Castello e Casalino, chiamati terzieri,<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Giuseppe|cognome=Bolletti|titolo=Notizie istoriche di Città della Pieve|url=https://books.google.it/books?id=f3g1AAAAcAAJ&printsec|accesso=25 novembre 2022|data=1830|editore=presso Bartelli e Costantini|pp=126, 127}}</ref> ognuno dei quali esprimeva un priore e nominava i membri delle assemblee consiliari.<ref>{{Cita libro |titolo=Riformanze |editore=Archivio Storico Comunale |città=Città della Pieve |capitolo=Reg. 1459}}</ref> Oltre che suddivisioni amministrative, i terzieri corrispondevano anche alle antiche Compagnie Urbane che si radunavano nelle parrocchie e si esercitavano in ''"guerre piacevoli contro le fiere come la caccia del toro, bufalate e cose simili"''; erano presiedute da un [[Capitano del popolo|Capitano]] e da un [[Gonfaloniere]] incaricato di frenare i tumulti.<ref name=":0" />
Nella Rocca, dopo una breve prigionia, [[Paolo Orsini (1450-1503)|Paolo Orsini]] e [[Francesco Orsini (duca)|Francesco Orsini]] duca di Gravina furono uccisi il 18 gennaio 1503<ref>{{Cita web|nome = Roberto|cognome = Damiani|url = http://www.condottieridiventura.it/index.php/lettera-o/1730-francesco-orsini-duca-di-gravina|titolo = FRANCESCO ORSINI Duca di Gravina|accesso = 24 luglio 2015|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150724163534/http://www.condottieridiventura.it/index.php/lettera-o/1730-francesco-orsini-duca-di-gravina|dataarchivio = 24 luglio 2015}}</ref><ref name=dizbiog>{{DBI
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L'abitato e il territorio di Città della Pieve rimasero duramente coinvolti nel conflitto denominato [[guerra di Castro]], combattuto fra lo [[Stato Pontificio]] e il [[Ducato di Parma e Piacenza|Ducato di Parma]] per ottenere il controllo del ducato laziale. Il 1º ottobre 1642 [[Odoardo I Farnese]] Duca di Parma fece ingresso nella città alla testa del suo esercito, con l'intenzione di fermarsi per una sola notte, in attesa che il suo ambasciatore a Roma Monsignor de Lyon trattasse un accordo con [[papa Urbano VIII]]. In realtà le truppe si trattennero per più giorni e i soldati, rimasti senza soldi e vettovagliamento, si diedero al saccheggio della Città e delle campagne fino al 10 ottobre, quando Odoardo decise di muovere il suo esercito in direzione del territorio [[Viterbo|Viterbese]]. Agli inizi del 1643 il Granduca di Toscana [[Ferdinando II de' Medici|Ferdinando II dei Medici]] strinse un'alleanza con la famiglia Farnese per contrastare le mire espansionistiche del Papa, a tale alleanza aderirono anche il [[Ducato di Modena e Reggio|Ducato di Modena]] e la [[Repubblica di Venezia]].
Nei primi giorni di giugno le truppe del Granduca, guidate dal principe [[Mattias de' Medici|Mattias]] e da [[Alessandro del Borro]], lasciarono l'accampamento di [[Montepulciano]] per muovere in direzione del confine con lo stato Ecclesiastico. L'esercito toscano raggiunse Città della Pieve in quel periodo difesa da pochi uomini armati posti al comando del Maggiore Frizza Napolitano che rifiutò di consegnare la città agli invasori e deciso a difenderla con tutte le sue forze. L'esercito Papale, accampato a [[Capodimonte (
Il 19 giugno il consiglio di Guerra pievese trattò una resa e consegnò la città alle truppe del Granduca. Il principe Mattia pose al comando di Città della Pieve il Cavaliere Niccolò Brandolini Fiorentino, che, per assicurare la difesa delle mura cittadine, fece chiudere con un terrapieno la porta Romana e aprì la porta Castello, quest'ultima meglio difendibile. Numerosi furono i nobili ed ecclesiastici pievesi trattenuti in ostaggio ed inviati a Firenze come prigionieri di guerra.
Furono notevoli le devastazioni che Città della Pieve dovette sopportare durante il periodo di occupazione militare da parte dell'esercito fiorentino. Alcuni rioni di case vennero demoliti, i contadini assaliti e privati dei loro averi, dalla chiesa cattedrale furono asportati numerosi arredi e molto alte furono le tasse richieste ai cittadini pievesi.
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Torre del Pubblico - Città della Pieve (PG) - Agosto 2013.jpg|thumb|upright=0.7|La Torre del Pubblico]]
Situato vicino alla cattedrale, fu fatto edificare, su progetto di [[Galeazzo Alessi]] (1555/63), da [[Ascanio della Corgna]], marchese di Castel della Pieve, e dal fratello [[Fulvio Giulio della Corgna|cardinale Fulvio]]: gli interni furono decorati da Salvio Savini e dal [[Niccolò Circignani|Pomarancio]] (tra cui il ''Convito degli Dei''), autori degli affreschi del [[Palazzo della Corgna|palazzo ducale di Castiglione del Lago]].▼
=== Palazzo della Corgna ===
{{vedi anche|Palazzo della Corgna (Città della Pieve)}}
▲Situato vicino alla cattedrale, fu fatto edificare, su progetto di [[Galeazzo Alessi]] (1555/63) che utilizzò i modelli del [[Jacopo Barozzi da Vignola|Vignola]], da [[Ascanio della Corgna]], marchese di Castel della Pieve, e dal fratello [[Fulvio Giulio della Corgna|cardinale Fulvio]]: gli interni furono decorati da Salvio Savini e dal [[Niccolò Circignani|Pomarancio]] (tra cui il ''Convito degli Dei''), autori degli affreschi del [[Palazzo della Corgna|palazzo ducale di Castiglione del Lago]].
=== Torre del Pubblico ===
La Torre Civica, conosciuta anche come Torre del Pubblico, è uno dei monumenti medievali più antichi di Città della Pieve. Fu edificata in un periodo in cui la città si stava affermando come libero comune. Nei secoli ha avuto diverse funzioni: campanile, torre dell’orologio e punto di controllo strategico.
Guardando la torre appaiono evidenti almeno due distinte fasi costruttive di epoche diverse. La parte in basso in travertino, a filari squadrati è di molti secoli precedente il 1000 e sicuramente di altezza superiore della attuale. Indicata con il nome di "Turris S. Gervasci", poiché costruita nelle vicinanze della chiesa di San Gervasio, aveva finestre bifore, trifore e quadrifore con un ingresso ad arco pieno tipico dello stile romanico. In un secondo tempo, tra la seconda metà del XIV secolo e la prima del XV, non si sa se per esigenze militari o semplicemente perché rovinata, fu alzata di 7 m e fu cambiato lo stile adoperando il mattone, si chiusero alcune finestre per aumentarne la stabilità e ne furono aperte altre. La torre era isolata dalla chiesa, ma alla fine del XVI secolo la cattedrale venne ampliata e prolungata addossando la facciata alla torre senza però rispettare alcun criterio estetico. Il suo basamento è di forma quadrata con un lato di 6 m, mentre la sua altezza è di 39 m▼
▲Guardando la torre appaiono evidenti almeno due distinte fasi costruttive di epoche diverse. La parte in basso in travertino, a filari squadrati è di molti secoli precedente il 1000 e sicuramente di altezza superiore della attuale. Indicata con il nome di "Turris S. Gervasci", poiché costruita nelle vicinanze della chiesa di San Gervasio, aveva finestre bifore, trifore e quadrifore con un ingresso ad arco pieno tipico dello stile romanico. In un secondo tempo, tra la seconda metà del XIV secolo e la prima del XV, non si sa se per esigenze militari o semplicemente perché rovinata, fu alzata di 7 m e fu cambiato lo stile adoperando il mattone, si chiusero alcune finestre per aumentarne la stabilità e ne furono aperte altre. La torre era isolata dalla chiesa, ma alla fine del XVI secolo la cattedrale venne ampliata e prolungata addossando la facciata alla torre senza però rispettare alcun criterio estetico. Il suo basamento è di forma quadrata con un lato di 6 m, mentre la sua altezza è di 39 m.
=== La Rocca ===
A seguito dei disordini succedutisi nei primi decenni del secolo XIV, i Magistrati di Perugia con bando del 18 dicembre 1326 ordinarono che vi si fabbricasse una Rocca lungo le mura presso il "Cantone del Frontone" con una spesa di 4.750 fiorini<ref>v. Valerio Bittarello, ''La Rocca di Città della Pieve''</ref>.
===Architetture religiose===
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[[File:Cattedrale di Città della Pieve (PG) - Agosto 2013 - Panorama.jpg|
Il ''Liber Pontificalis'' di Anastasio Bibliotecario del IX secolo ci dà notizia che
È la chiesa più vecchia, situata nel punto più alto della città diviene cattedrale dopo il 1600. Non si conoscono grandezza e forma del primo tempio pagano, mentre sono visibili i resti e le decorazioni romaniche. Nel 1530 si decise di rinnovare la tribuna e l'abside, ma i lavori ebbero inizio mezzo secolo più tardi da Niccolò di Pietro che l'alzò di qualche metro, l'allargò e l'allungò fino a congiungerla con la ''Torre Pubblica'' e costruì la gradinata in pietra serena davanti alla porta.▼
Il Pomarancio dipinse le pareti della tribuna e la calotta del coro ma le sue pitture furono danneggiate da un fulmine (1783) che si abbatté sulla tribuna. Rimane oggi visibile solamente la gloria sull'abside. La copertura con capriata crollò nel 1667. Venne ricostruita a volta. Tra il 1693 e il 1708 vennero edificate le cappelle laterali. Nel 1738 venne eretto il campanile. Nell'abside, sopra il coro, si ammira una tavola di [[Pietro Perugino]] raffigurante ''La Madonna fra i santi protettori Gervasio e Protasio'', che tengono in mano due orifiammi con l'antica arme cittadina e i SS Pietro e Paolo. Nelle cappelle si possono ammirare opere di allievi del [[Perugino]] come Domenico Paride Alfani e Giacomo di Guglielmo oltre alla tela d'altare realizzata da [[Niccolò Circignani]] e Salvio Savini. Tra le varie opere è presente un simulacro in legno del XVI secolo di probabile attribuzione a Giovanni Tedesco.▼
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==== La cripta ====▼
[[Antonio Circignani]] dipinse nel 1598 le pareti della tribuna e la calotta del coro ma le sue pitture furono danneggiate da un fulmine (1783) che si abbatté sulla tribuna. Rimane oggi visibile solamente il ''Padre Eterno circondato da Angeli'' nell'abside.<ref>Alessandro Nesi, ''Antonio Circignani detto il Pomarancio: Santa Caterina da Siena sceglie la corona di spine'', s.d., pag. 2.</ref>
Sotto l'abside della cattedrale sono visibili i resti di un'antica costruzione fatta con colonne e pilastri sostenenti quattro archi che vanno a riunirsi in un pilastro centrale di forma ottagonale. Questo locale era destinato a ricevere le salme dei vescovi; queste, successivamente vennero rimosse e portate in cattedrale. Fu costruita forse sulle rovine del tempio pagano esistente in epoca etrusca e romana e della chiesa cristiana fondata da Vestina nel V secolo. Si è giunti a questa conclusione poiché questa fabbrica è preesistente alla chiesa romanica.▼
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▲===== La cripta =====
▲Sotto l'abside della cattedrale sono visibili i resti di un'antica costruzione fatta con colonne e pilastri sostenenti quattro archi che vanno a riunirsi in un pilastro centrale di forma ottagonale. Questo locale era destinato a ricevere le salme dei vescovi; queste, successivamente vennero rimosse e portate in cattedrale. Fu costruita forse sulle rovine del tempio pagano esistente in epoca etrusca e romana e della chiesa cristiana fondata da Vestina nel V secolo. Si è giunti a questa conclusione poiché questa fabbrica è preesistente alla chiesa romanica. Adesso è rinvenuta una mostra delle reliquie dei SS. Gervasio e Protasio.
==== Il convento e la chiesa di San Francesco ====
[[File:Città della Pieve, chiesa di San Francesco - Interno.jpg|miniatura|verticale|Chiesa di San Francesco - Interno]]
La documentazione storica attesta che circa l'anno 1280, i padri francescani acquistarono dai monaci benedettini un oratorio dedicato a san Bartolomeo con una casetta e una modesta porzione di terreno su cui fabbricarono il presente convento e una spaziosa chiesa di cui non se ne conosce la struttura poiché distrutta nel 1776 ad eccezione della facciata, rimasta originale fino al rosone e nella sua altezza complessiva. Internamente la chiesa è stata completamente rinnovata secondo il gusto del tempo e resa molto luminosa. Il campanile fu costruito (o forse ricostruito) nel 1600 come leggibile dall'incisione su un mattone. Del primitivo convento rimane un solo muro ove restano visibili finestre piccolissime in corrispondenza delle celle dei frati. Nel secolo XV, a causa dell'aumento della comunità religiosa francescana, vennero distrutti 3 lati della fabbrica per aumentarne l'ampiezza e la lunghezza del complesso e si creò all'interno del cortile un nuovo portico dove venne mantenuto l'antico oratorio di S. Bartolomeo. Va ricordato che nel 1426, S. Bernardino da Siena soggiornò a Castel della Pieve e all'interno proprio di questo oratorio istituì la Confraternita della Misericordia che vi rimase fino al 1567. Successivamente divenne il refettorio dei francescani. Al suo interno si trova un importante affresco del [[secolo XIV]], [[Crocifissione (Pianto degli Angeli)|"La Crocifissione"]], popolarmente noto come il "Pianto degli Angeli", la cui attribuzione al pittore senese [[Jacopo di Mino del Pellicciaio]] è oggi accettata dalla critica senza riserve<ref>Luciano Bellosi, ''Jacopo di Mino del Pellicciaio'' in Bollettino dell'Arte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, 1972</ref>. Con il tempo l'azzurro oltremare del fondo è sparito lasciando visibile il colore scuro della preparazione sottostante. Anteriormente, alcuni caratteri della [[scuola senese]], in particolare di quella del [[Barna da Siena|Barna]], fecero credere che l'autore dell'[[affresco]] fosse Nicola di Bonifazio Senese, il quale verso la fine del Trecento, si trasferì a Castel della Pieve. Per sei secoli i religiosi conventuali abitarono questa struttura e nel 1860 l'abbandonarono. La chiesa oggi è intitolata alla Madonna di Fatima e nei locali del vecchio convento rimane l'oratorio.▼
La documentazione storica attesta che circa l'anno 1280, i padri francescani acquistarono dai monaci benedettini un oratorio dedicato a san Bartolomeo con una casetta e una modesta porzione di terreno su cui fabbricarono il presente convento e una spaziosa chiesa di cui non se ne conosce la struttura poiché distrutta nel 1776 ad eccezione della facciata, rimasta originale fino al rosone e nella sua altezza complessiva. Il campanile fu costruito (o forse ricostruito) nel Seicento come leggibile dall'incisione su un mattone. Internamente la chiesa è stata completamente rinnovata secondo il gusto settecentesco. Tra le altre opere, vi è conservata anche una ''Pentecoste'', opera giovanile di [[Antonio Circignani]].<ref>A. Nesi, ''Antonio Circignani detto il Pomarancio...'' Cit''.'', pag. 4.</ref>
▲
=== Altro ===
Nel territorio comunale, da segnalare la chiesetta della Madonna della Sanità, a 2 km a sud del capoluogo: vecchio romitorio con timpano romanico, e all'interno, al di sopra dell'altare, si trova una tela della scuola del [[Perugino]]. Molto interessante, soprattutto, il borgo-castello di Salci
che fu un ducato autonomo dei [[Bandini (famiglia)|Bandini]] e dei [[Bonelli (famiglia)|Bonelli]] per 292 anni, fino all'[[Unità d'Italia]]. Degno di nota è inoltre il [[Palazzo Laval della Fargna]], edificio in stile [[tardo barocco]] romano, appartenuto alla famiglia Fargna fino ai primi del Novecento e oggi sede degli uffici comunali.
==== Il borgo di Salci ====
{{Vedi anche|Ducato di Salci}}
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La posizione strategica del minuscolo territorio (0,03 km² circa) tra Città della Pieve ed [[Orvieto]] e di "cuscinetto" tra due più grandi Stati ([[Granducato di Toscana]] e [[Stato Pontificio]]) ne aveva fatto fin dal medioevo oggetto di aspre contese.
Il borgo appartenne per molto tempo ai Bandini di Castel della Pieve (dove si ammira ancora il loro palazzo), discendenti dal condottiero Vanni.
Nel 1568 [[Pio V]] elevò la signoria al rango di ducato concedendolo a [[Lucrezia Bandini]], unica figlia di [[Bandino III Bandini|Bandino III]] e di [[Giulia Cesarini]].
La scomparsa nel 1570 della duchessa portò il piccolo feudo pontificio ai piemontesi Bonelli (Michele e il fratello Cardinale Alessandrino), congiunti di [[papa Pio V]] che ne furono titolari fino al 1860.<ref>Diligenti, p.2</ref>
Nel 1886 il borgo fu venduto a Vittoria di Mirafiori, figlia di [[Vittorio Emanuele II di Savoia]] e di [[Rosa Vercellana]] che fece edificare nei dintorni un castello neogotico. Successivamente il borgo fu incamerato dal comune di Città della Pieve.
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== Cultura ==
[[File:Cittàdellapieve02.jpg|thumb|Teatro degli Avvaloranti]]
Non vi sono più succursali dell'Università di Perugia, ma vi è l'Università della Terza Età (oggi Libera Università di Città della Pieve<ref name="libuni">[http://www.libuni.org Libera Università di Città della Pieve], sito della Libera Università di Città della Pieve.</ref>)
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=== Arte ===
[[File:Perugino Anbetung 1.jpg|miniatura|Oratorio dei Bianchi: Adorazione dei Magi (1504), Pietro Perugino.]]
==== Opere del [[Il Perugino|Perugino]] a Città della Pieve ====▼
* ''[[Adorazione dei Magi di Città della Pieve|Adorazione dei Magi]]'' ([[1504]]) nell'Oratorio di Santa Maria dei Bianchi
* ''Battesimo di Cristo'' e ''Madonna in Gloria e Santi'' nella [[duomo di Città della Pieve|cattedrale]]
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=== Eventi ===
== Economia ==
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== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|27 Ottobre 1946|1952|Giacomo Antonio Cecconi|[[Rapporti tra il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano|PCI - PSI]]|Sindaco}}{{ComuniAmminPrec|25 Maggio 1952|1956|Giacomo Antonio Cecconi|[[Rapporti tra il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano|PCI - PSI]]|Sindaco}}{{ComuniAmminPrec|27 Maggio 1956|1960|Solismo Sacco|[[Rapporti tra il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano|PCI - PSI]]|Sindaco}}{{ComuniAmminPrec|6 Novembre 1960|23 Maggio 1962|Paolo Giometti|[[Rapporti tra il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano|PCI - PSI]]}}{{ComuniAmminPrec|1962|1970|Gino Bombagli|[[Rapporti tra il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano|PCI - PSI]]|Sindaco}}{{ComuniAmminPrec|1970|1975|Marino Serafini|[[Partito Comunista Italiano]]|Sindaco}}
{{ComuniAmminPrec|15 Giugno 1975|1980|Marino Serafini|[[Partito Comunista Italiano]]|Sindaco}}{{ComuniAmminPrec|23 giugno [[1980]]|30 giugno [[1990]]|Danilo Fonti|[[Partito Comunista Italiano]]||<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}} {{ComuniAmminPrec|4 luglio [[1990]]|23 aprile [[1995]]|Palmiro Giovagnola|[[Partito Comunista Italiano]]<br/>[[Partito Democratico della Sinistra]]||<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|24 aprile [[1995]]|13 giugno [[1999]]|Palmiro Giovagnola|[[Centro-sinistra]]||<ref name=interno />}}
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{{ComuniAmminPrec|8 giugno [[2009]]|25 maggio [[2014]]|Riccardo Manganello|[[Centro-sinistra]]||<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|26 maggio [[2014]]|26 maggio [[2019]]|Fausto Scricciolo|[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]||<ref name=interno />}}
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{{ComuniAmminPrec|10 giugno [[2024]]|''in carica''|Fausto Risini|[[Centro-destra]]|[[Sindaco (ordinamento italiano)|Sindaco]]|<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
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*[[Strada statale 220 Pievaiola]]
*[[Val di Chiana]]
*[[Fornace Frazzi]]
*[[Cesare Orlandi]]
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