Torre Eiffel: differenze tra le versioni

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TORRE DELLE PALLE SUDATE{{Nota disambigua}}{{Edificio civile
{{Edificio civile
|nome edificio = Torre Eiffel
|paese = FRA
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[[File:EiffelTower fixed.stl|thumb|left|Modello 3D della torre Eiffel; cliccare per interagirci]]
 
=== La progettazione: Koechlin, Nouguier, Sauvestre ===
Il‍Il grande sviluppo industriale consentì la costruzione di edifici sempre più alti. Ciò fu possibile grazie all'entrata in produzione di nuovi materiali edilizi, come le [[ghisa|ghise]] e l'[[acciaio]] impiegati per produrre travi e altri elementi strutturali analoghi che, con le loro alte resistenze ai carichi, rivoluzionarono il modo di costruire. In questi anni, segnati dal progresso industriale, l'idea di una torre svettante che sfidasse la gravità era già nell'aria: basti pensare all'inglese [[Richard Trevithick]], che già nel 1833 aveva progettato una colonna di ghisa traforata alta mille piedi, poi mai realizzata.
 
Quando, sul finire del 1884, il governo francese annunciò di voler salutare l'[[Esposizione universale di Parigi (1889)|Esposizione universale del 1889 di Parigi]] - la decima di quelle rassegne consacrate ai fasti della produzione industriale - con un'opera di dimensioni colossali, [[Maurice Koechlin]] e [[Émile Nouguier]] aderirono entusiasticamente all'impresa. Koechlin e Nouguier erano due ingegneri alle dipendenze della Compagnie des Établissements Eiffel, una fiorente ditta gestita da [[Gustave Eiffel]], uno dei più accreditati «architetti del ferro» del periodo, e l'idea che avevano avuto era ambiziosa: si trattava di un «imponente pilastro metallico, formato da quattro travi reticolari svasate in basso che si congiungono in cima, legate tra loro mediante traverse disposte a intervalli regolari».<ref>{{cita|Harvie|p. 78|DIH}}.</ref> Il ferro era ovviamente l'unico materiale adeguato a una costruzione di una simile portata.
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Eiffel, pur consentendo a Koechlin e Nouguier di proseguire i loro studi, inizialmente riservò al progetto iniziale solo un'attenzione distratta; in un secondo momento ne intuì la genialità e, pertanto, si avvalse della collaborazione di [[Stephen Sauvestre]], ingegnere capo del dipartimento di architettura della sua società. L'apporto tecnico di Sauvestre fu fondamentale non solo sotto il profilo tecnico - egli, infatti, contribuì a correggere vari errori di fondo del progetto di Koechlin e Nouguier - bensì anche sotto quello estetico, in quanto modificò la forma della torre per renderla più accattivante agli occhi dell'opinione pubblica, con l'aggiunta di linee meno spigolose e più aggraziate, ingentilite anche con molti ornamenti.
 
==== Una «mostruosa opera» o «uno strano capolavoro di metallo»? ====
[[File:Champ de Mars avant construction Tour Eiffel.jpg|thumb|Gli Champ de Mars prima dell'erezione della torre in una foto del 1887]]
Lo stesso Eiffel contribuì al progetto con vari ritocchi e perfezionamenti, e iniziò a esaltarne pubblicamente le lodi, a tal punto da acquistare nel settembre del 1884 il brevetto per la «nuova configurazione che permetteva la costruzione di supporti metallici e piloni in grado di superare i 300 metri d’altezza», messa a punto dai suoi dipendenti. Ciò malgrado, il progetto della torre incontrò forti resistenze, e furono in molti a pensare che la costruzione di un monumento così impattante per il panorama urbano parigino non potesse essere affidata a un semplice costruttore di ponti (Eiffel, all'epoca, doveva infatti la propria notorietà alla costruzione di viadotti ferroviari in ferro). Il più aggressivo dei critici fu [[Jules Bourdais]], costruttore del celebre [[palazzo del Trocadéro]],<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/gabriel-jean-antoine-davioud/|titolo=Davioud, Gabriel-Jean-Antoine - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2024-12-29}}</ref> il quale immaginò di erigere al posto della torre Eiffel una torre di dimensioni colossali «sormontata da una fonte d'energia elettrica per l'illuminazione di Parigi», così da illuminare «facilmente il [[Bois de Boulogne]] e l'intero territorio di [[Neuilly-sur-Seine|Neuilly]] e [[Levallois-Perret|Levallois]] fino alla [[Senna]]».
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Intanto la torre continuò a subire fasi alterne di apprezzamento e di aperta ostilità da parte dei parigini. Il potente politico [[Pierre Tirard]], ad esempio, era fortemente contrario alla costruzione di un edificio così «anti-artistico, in stridente contrasto con la genialità dei francesi [...] , più adatto all'America (dove il gusto non è ancora molto sviluppato) che all'Europa, tanto meno alla Francia». Il repubblicano [[Georges Clemenceau]], invece, tentennò di più, e ammise che la torre Eiffel era «una creazione straordinaria, magari brutta e assurda, ma in grado di attirare folle di visitatori stranieri [...] Dovremmo dare un milione e mezzo di franchi a Eiffel solo perché tutti gli inglesi possano salire trecento metri sopra il livello della Senna».<ref name=ventinove>{{cita|Jonnes|p. 29|JJ}}.</ref> Vi furono alcuni, come la contessa di Poix, che si sentirono persino minacciati dalla prospettiva di vivere all'ombra della torre (la quale non solo sarebbe potuta crollare rovinosamente, bensì anche attrarre pericolosi fulmini), e pertanto sporsero denuncia: «la nobildonna [la contessa di Poix, ndr] sostiene che la costruzione della torre Eiffel non solo costituisce una minaccia per la sua dimora, ma per anni bloccherà la zona più incantevole dello Champ de Mars, l'unica in cui ella è solita recarsi per i suoi quotidiani esercizi fisici», riporta il ''[[New York Times]]''.<ref>{{cita|Jonnes|p. 30|JJ}}.</ref>
 
Non mancarono neanche i ferventi ammiratori, come monsieur Rastignac de ''L'Illustration'', il quale - accusando Tirard e Clemenceau di essere incredibilmente ottusi - difese energicamente la torre, destinata a essere universalmente apprezzata dai francesi, popolo che andava «pazzo per gli eventi sensazionali e vertiginosi, inaspettati e colossali, divertenti e fantasiosi». L'entusiastico parere di Rastignac, tuttavia, non bastò a far cambiare idea a Paul Planat, il più battagliero degli oppositori della torre, che il 18 dicembre 1886 arrivò persino a organizzare una cena, alla quale vennero invitati numerosissimi studenti della [[École des Beaux-Arts]]: l'obiettivo di questo evento mondano, ovviamente, era quello di denigrare la torre, tra un bicchiere di champagne e l'altro. Eiffel fu particolarmente dispiaciuto quando seppe che persino [[Charles Garnier]], l'ammiratissimo architetto dell'[[Opéra national de Paris|Opéra di Parigi]], si era cimentato in sperticate ''chanson'' volte a screditare «quell'imbuto piantato sul suo grasso sedere». A preoccuparlo di più, tuttavia, era la denuncia della contessa di Poix, ma anche la prospettiva di vedere andare in fumo tutti gli sforzi compiuti per preparare le 1&nbsp;700 tavole dell'intelaiatura della torre e i 3629 disegni necessari per fabbricare i 18&nbsp;000 segmenti metallici per il traliccio portante della struttura.<ref>{{cita|Jonnes|p. 31|JJ}}.</ref>
 
=== La costruzione ===
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{{citazione|Ho visitato l'enorme Torre Eiffel, / L'albero in ferro di rigido sartiame. / Incompiuto, confuso, deforme, / Il mostro visto da vicino è orrendo. / Gigante, senza bellezza né stile / È un idolo di metallo, / Simbolo di inutile forza / E trionfo di brutalità. / [...] Ecco il pensiero grandioso / Il vero scopo, la profondità: / questa piramide insensata / Si salirà per quattro soldi. }}
 
Eiffel, come da consuetudine, ignorò le critiche e ben prestò arrivo a poggiare la prima piattaforma della torre, che era già diventata più alta della cattedrale di Notre-Dame (69 metri), del Pantheon (83 metri) e della cupola degli Invalides, la quale con i suoi 104 metri era stata sino ad allora l'edificio più alto della città. Per celebrare il traguardo nel marzo 1888 Eiffel allestì sulla prima piattaforma un banchetto e vi invitò ottanta giornalisti, tutti impazienti di guardare il panorama parigino da una simile altezza: in quest'occasione, bicchiere di champagne alla mano, l'ingegnere brindò alla propria torre e dichiarò: «Gli inizi sono stati difficili e mi sono state mosse critiche aspre quanto premature. Sono rimasto saldo nella tempesta, soprattutto grazie al costante sostegno di monsieur Lockroy [...] e, grazie al continuo progresso della mia operNel frattempoopera, laho torrefatto avevail registratopossibile unper importante primatoguadagnare, quello di edificio più alto del globo: prima di allora questo record era detenuto dal monumento di Washington, un obelisco di 169 metri eretto nel 1884 nella capitale americana, dopo quasi quarant'anni di lavori. Eiffelse non esitò a ribadire la superiorità dei francesi sugli «americani, [che] malgrado il loro spirito imprenditoriale e l'entusiasmoopinione nazionaledegli pungolato» mai riuscirono a erigere una struttura ancora più alta del monumento di Washington. Gli americaniartisti, feritialmeno nell'orgoglio,quella subitodegli attaccarono la torre Eiffel ritenendola «una struttura senza la minima utilità»ingegneri e ladegli paragonarono,scienziati. inDesidero sensodimostrare negativoche, «allaper stelequanto diio Washington,sia aben Washingtonpoca D.C.cosa, che in ogni caso è più artistica della torre Eiffel [...] . Se la vertiginosaFrancia altezzacontinua [dellaad torre Eiffel] non la farà sembrare troppo acuminata e se la cima è stata progettata conavere un certoposto gusto,insigne potrebbenell'arte nondelle esserecostruzioni spaventosoin come è stato previstoferro». Ciò, in realtà, non era vero, siccome più la torre diveniva alta, più guadagnava in slanciatezza ed eleganza.<ref>{{cita|Jonnes|p. 6053|JJ}}.</ref>
 
[[File:Revista de la Exposición Universal de París, 1889 Subida de los trabajadores a la Torre Eiffel. (3784007749).jpg|thumb|left|Il cantiere della torre Eiffel, con i vari operai che salgono sulla cima della costruzione]]
==== L'ascesa della torre continua ====
La costruzione della torre era ormai divenuta una corsa contro il tempo. Ogni pilastro contava sei squadre di rivettatori e ogni squadra era composta di quattro elementi: uno alla fucina per portare i rivetti al calore bianco; due per battere, uno per ribattere. Sulle rotaie del futuro ascensore scorreva una gru del peso di 12 tonnellate in grado di sollevare elementi prefabbricati anche da 3&nbsp;000 chili.<ref>{{cita|Bianchi}}.</ref>
 
Nel luglio 1888 venne completata la seconda piattaforma, a 117 metri di altezza: per celebrare l'avvenimento, e anche la ricorrenza della presa della Bastiglia (che cadeva il 14 luglio) Eiffel decise di far esplodere da tale livello diversi fuochi d'artificio, così da rendere omaggio alla capitale con un variopinto spettacolo pirotecnico. Gli operai, nel frattempo, lavoravano nove ore al giorno, e dovettero resistere sia alle vertigini sia al freddo glaciale dell'inverno 1888-1889. Convinti di essere pagati meno del dovuto, essi in questo periodo misero in essere molti scioperi, esigendo un aumento del 4% della paga base oraria. Per evitare ritardi la loro richiesta venne soddisfatta (anche se tale aumento venne dilazionato su un periodo di quattro mesi), e alle varie squadre vennero persino concessi indumenti di pelle di montone, una mensa, tute impermeabili e vino caldo.<ref name=cinquantasette>{{cita|Jonnes|p. 57|JJ}}.</ref>
 
Ciò malgrado le agitazioni continuarono ed Eiffel temeva che, se avesse continuato ad assecondare le loro richieste, avrebbe aperto la strada a ulteriori scioperi: per questo motivo decise di mostrar loro che il suo obiettivo «non era tanto d'ordine finanziario quanto dettato dal desiderio di veder coronato il successo dell'opera: promisi un premio di 100 franchi a tutti gli operai che avessero continuato a lavorare finché fosse stata issata la bandiera in cima alla torre», e dichiarò che «tutti coloro che non si fossero presentati a mezzogiorno del giorno seguente sarebbero stati licenziati e sostituiti da altri lavoratori». Gli operai che non si presentarono all'appello il giorno successivo furono solo due, e vennero prontamente sostituiti da due uomini che - come constatato da Eiffel - «salirono subito fino all'altezza dei 200 metri e in mezza giornata furono in grado di eseguire gli stessi compiti degli altri. Era stato quindi dimostrato che, con l'equipaggiamento adatto, un buon operaio può lavorare a qualsiasi altezza senza problemi».
 
Quanti si lamentavano di lavorare ad altezze troppo elevate vennero incaricati di installare gli archi decorativi merlettati al primo livello, anche se «i loro compagni li prendevano in giro, chiamandoli gli ''indispensables'', e ben presto ci rinunciarono».<ref>{{cita|Jonnes|p. 58|JJ}}.</ref> Eiffel, d'altronde, studiò la modalità di lavoro in modo che gli operai difficilmente potessero cadere nel vuoto, soprattutto nelle fasi più avanzate dei lavori. Sotto alle postazioni di lavoro fece installare delle reti che resero il cantiere il più sicuro fino ad allora, considerando quelli di edifici particolarmente alti. Il suo sforzo produsse degli ottimi risultati: il cantiere, nella sua globalità, conobbe una sola morte, quella di un operaio italiano malauguratamente caduto dai ponteggi (non durante il suo turno lavorativo).<ref name=trentotto>{{cita|Lemoine|p. 38|BL}}.</ref>
 
Anche grazie a queste iniziative la costruzione della torre proseguiva con rapidità e concitazione. A testimoniarcelo è ancora questa volta Eugène-Melchior de Vogüé, il quale visitava quotidianamente il cantiere, registrandone in questo modo i progressi:
 
{{citazione|Dopo la seconda piattaforma, la slanciata colonna si innalzava rapidamente nello spazio. Certo, non era possibile vedere con precisione il lavoro di costruzione vero e proprio. Spesso le nebbie autunnali nascondevano le aree sopraelevate in cui erano all'opera i lavoratori; eppure, nella luce crepuscolare dei pomeriggi invernali, si potevano intravedere i fuochi rossastri delle fucine brillare nel cielo e sentire i martelli che percuotevano le travi in ferro. Era questo che impressionava: gli operai sulla torre non si vedevano quasi mai; essa sembrava salire e svilupparsi da sola, grazie all'incantesimo di un mago. Le grandi opere dell'antichità, le piramidi per esempio, nella nostra mente sono associate a una folla brulicante di uomini al lavoro, che abbassavano leve e armeggiavano con funi mastodontiche; la nostra piramide moderna veniva innalzata in virtù del potere dei calcoli, grazie ai quali la manodopera veniva ridotta: oggi la forza indispensabile alla costruzione si basa sul pensiero.|Eugène-Melchior de Vogüé<ref name=cinquantasette/>}}
 
[[File:Deux ouvriers de la Tour Eiffel.jpg|thumb|Due operai ritratti mentre si inerpicano tra le travi della torre in costruzione]]
Nel frattempo, la torre aveva registrato un importante primato, quello di edificio più alto del globo: prima di allora questo record era detenuto dal monumento di Washington, un obelisco di 169 metri eretto nel 1884 nella capitale americana, dopo quasi quarant'anni di lavori. Eiffel non esitò a ribadire la superiorità dei francesi sugli «americani, [che] malgrado il loro spirito imprenditoriale e l'entusiasmo nazionale pungolato» mai riuscirono a erigere una struttura ancora più alta del monumento di Washington. Gli americani, feriti nell'orgoglio, subito attaccarono la torre Eiffel ritenendola «una struttura senza la minima utilità» e la paragonarono, in senso negativo, «alla stele di Washington, a Washington D.C., che in ogni caso è più artistica della torre Eiffel [...] . Se la vertiginosa altezza [della torre Eiffel] non la farà sembrare troppo acuminata e se la cima è stata progettata con un certo gusto, potrebbe non essere spaventoso come è stato previsto». Ciò, in realtà, non era vero, siccome più la torre diveniva alta, più guadagnava in slanciatezza ed eleganza.<ref>{{cita|Jonnes|p. 60|JJ}}.</ref>
 
Un ultimo problema era ancora senza soluzione: quello degli ascensori. Eiffel, infatti, sapeva che i visitatori della torre sarebbero dovuti giungere sulla sommità della struttura in modo ragionevolmente rapido e in assoluta sicurezza: egli, tuttavia, rifiutò di adottare ascensori in verticale e li volle obliqui, con raggio di curvatura di 48 metri su una distanza di 15 metri. La loro costruzione, affidata alla ditta Otis, fu in effetti molto problematica, anche se fortunatamente non compromise sensibilmente la costruzione della torre, che riuscì comunque a essere portata a termine la domenica 31 marzo 1889.<ref>{{cita|Jonnes|p. 96|JJ}}.</ref>
 
=== L'inaugurazione ===
[[File:Vue aérienne, depuis un ballon, de l'exposition universelle de 1889 par Alphonse Liébert 3b40741.jpg|thumb|Fotografia aerea scattata da un pallone aerostatico da [[Alphonse Liébert]] che riprende la torre e i vari padiglioni dell'Esposizione del 1889]]sulla terra da una generazione scomparsa, da una generazione di giganti». Si trattava, in effetti, della struttura più alta del mondo, primato che sarebbe stato superato solo nel 1930 dal [[Chrysler Building]] di [[Manhattan]].<ref>{{cita web|url=http://www.focus.it/cultura/storia/inaugurazione-della-torre-eiffel-il-simbolo-di-parigi-compie-126-anni|titolo=126 anni fa l'inaugurazione della Torre Eiffel|editore=Focus|accesso=3 febbraio 2017}}</ref>
==== «Gloire à Mr. Eiffel et à ses collaborateurs!» ====
Erano passati ben cinque anni da quando Eiffel iniziò a interessarsi della monumentale ''Tour en fer de trois cent mètres'' e, pur tra infinite critiche e difficoltà, era ormai riuscito a portare a termine la sua costruzione appena in tempo per l'Esposizione universale. Il 1º aprile 1889 la tour fu aperta a un gruppo di giornalisti, politici e curiosi: fra di loro vi erano Édouard Lockroy, Pierre Tirard e vari inviati di diverse riviste, come ''Le Figaro'' e l{{'}}''Herald''. Insieme a questo gruppo - anche se alcuni, intimoriti dalle vertigini, si fermarono alle piattaforme inferiori - Eiffel giunse sulla sommità della torre. Come riporta Jill Jonnes, dalla torre «i parigini ammirarono estasiati l'inconsueto panorama della loro amata città. La Senna era come un nastro d'argento increspato che si srotolava in un paesaggio in miniatura. La gran parte di loro non aveva mai visto Parigi da una simile altezza. Era uno spettacolo entusiasmante, che destava tuttavia una certa inquietudine».<ref name=novantasette>{{cita|Jonnes|p. 97|JJ}}.</ref> Ancora più vivide sono le parole del giornalista di ''Le Figaro'', il quale contemplando la città dalla torre si rese conto della piccolezza materiale dell'uomo:
 
{{citazione|Il mont Valérin, Montmartre, le alture di Sannois, sembrano macchioline grigie; il bosco di Saint-Germain si dilegua nella foschia azzurrina, la Senna diventa un inoffensivo ruscelletto, attraversato da chiatte lillipuziane, e Parigi sembra un piccolo palcoscenico con strade dritte, tetti quadrati e linde facciate. I puntini neri rappresentano la folla. Ovunque tutto sembra privo di vita, tranne la massa verdeggiante del Bois; in questa immensità non vi è un movimento percepibile; nessun rumore che possa far pensare alla vita della gente "là sotto". Si direbbe che, in pieno giorno, un improvviso torpore abbia reso la città inerte e silenziosa.|''Le Figaro''<ref name=novantasette/>}}
 
A questo punto Eiffel issò il tricolore francese - 4,5 metri per 1,5, con le iniziali R.F. (''République Française'') ricamate in oro - e, dopo aver intonato ''La Marseillaise'', fece tuonare ventuno colpi di cannone dalla seconda piattaforma.<ref>{{cita|Jonnes|p. 98|JJ}}.</ref>
 
[[File:Georges Garen embrasement tour Eiffel.jpg|left|thumb|[[Georges Garen]], ''Embrasement de la Tour Eiffel pendant l’Exposition universelle de 1889'']]
==== L'apertura al pubblico ====
La torre venne ufficialmente aperta al pubblico alle ore 11:50 del 15 maggio 1889, nove giorni dopo l'inizio dell'Esposizione: erano passati esattamente due anni, quattro mesi e sette giorni da quando vennero inizialmente posate le fondamenta. Era naturalmente presente anche un registro degli ospiti, e il primo ad apporvi la propria firma fu lo stesso Eiffel, che scrisse: «Mezzogiorno meno dieci, 15 maggio 1889. La torre è aperta al pubblico. Finalmente!». Seguì prontamente Sauvestre, che lasciò un commento inebriante: «''Midi moins neuf, ouf''!» (si tratta di un gioco di parole basato sull'assonanza tra ''neuf'' e ''ouf'' e che letteralmente significa «Mezzogiorno meno nove, per un pelo!»).<ref>{{cita|Jonnes|p. 122|JJ}}.</ref> Erano presenti anche folle di giornalisti, che scrissero:
 
{{citazione|Abbiamo composto questo numero in condizioni particolari: all'interno di una cabina che a mala pena ci ripara, tra carpentieri, operai del gas, fabbri e imbianchini, in preda al capogiro per quest'aria frizzante, per la polvere e per il rumore a cui non siamo abituati, e stanchi dopo aver salito 730 scalini (36 piani, se preferite) perché gli ascensori della torre non funzionano ancora.}}
 
La torre, in effetti, presentava diverse imperfezioni, come il mancato funzionamento degli ascensori, anche se ciò non preoccupò minimamente i visitatori dell'Esposizione, disposti anche a salire a piedi pur di ammirare Parigi dall'alto. Anche quando le condizioni meteorologiche erano sfavorevoli circa undicimila-dodicimila persone visitavano la struttura, che divenne sin da subito oggetto indiscusso di ammirazione. Anche i vituperatori più incalliti riconobbero pienamente i loro torti, con la sola eccezione di Guy de Maupassant, il quale scrisse: «Ho lasciato Parigi e anche la Francia perché la torre Eiffel aveva finito per annoiarmi troppo. Non solamente la si vedeva dappertutto, ma la si trovava dappertutto, fatta di tutti i materiali conosciuti, esposta in tutte le vetrine, incubo inevitabile e straziante».<ref>{{cita|Jonnes|p. 173|JJ}}.</ref> L'aneddotica del tempo riporta persino che il Maupassant, pur di non vedere la torre, si ritrovò costretto a pranzare e cenare sui suoi ristoranti, ovvero gli unici luoghi dai quali, ovviamente, la struttura non era visibile.
L'infatuazione per la torre, tuttavia, fu tutt'altro che passeggera, a tal punto che si decise all'unanimità di non abbatterla, andando quindi oltre i venti anni inizialmente pattuiti. A savarla dalla distruzione vi fu anche l'installazione di una stazione radiofonica permanente sulla sua sommità, attuata nel 1906, la quale raggiungeva una notevole facilità di trasmissione radio. Si trattò, in effetti, di una decisione assai lungimirante: la torre, infatti, giocò
[[File:Paris expo 1937.jpg|thumb|La torre Eiffel durante l'[[Expo 1937|Esposizione universale del 1937 a Parigi]], Agfacolor.]]
 
I detrattori della torre, tuttavia, si erano ormai ridotti a un'esigua minoranza, tanto che la torre iniziò a godere a Parigi di una grande popolarità: la pâtisserie, la ''brasserie'' fiamminga, il bar anglo-americano e i vari ristoranti erano costantemente affollati di intellettuali e personaggi illustri, come [[Sarah Bernhardt]], una delle più acclamate interpreti teatrali del tempo, o [[Auguste Bartholdi]] che, in visita alla torre, scrisse sul registro degli ospiti: «Omaggio a Eiffel, in ricordo della Statua della Libertà, di cui egli costruì l'ossatura in ferro». La torre fu particolarmente apprezzata anche dall'americano [[Thomas Edison]], il quale - oltre a regalare a Eiffel un [[fonografo]] - gli lasciò la seguente dedica: «A Monsieur Eiffel l'Ingegnere, il coraggioso costruttore di questo esemplare originale e gigantesco d'ingegneria moderna, da parte di un uomo che nutre il massimo rispetto e ammirazione per tutti gli ingegneri, compreso il Grande Ingegnere, le Bon Dieu, Thomas Edison».<ref>{{cita|Jonnes|p. 247|JJ}}.</ref> Particolarmente emblematico fu anche il giudizio di [[Edmond de Goncourt]], l'astro letterario del momento, il quale cenò in cima alla torre la sera di martedì 2 luglio in compagnia di [[Émile Zola]] e di altri scrittori e disse che «la torre Eiffel sembrava un faro abbandonato sulla terra da una generazione scomparsa, da una generazione di giganti». Si trattava, in effetti, della struttura più alta del mondo, primato che sarebbe stato superato solo nel 1930 dal [[Chrysler Building]] di [[Manhattan]].<ref>{{cita web|url=http://www.focus.it/cultura/storia/inaugurazione-della-torre-eiffel-il-simbolo-di-parigi-compie-126-anni|titolo=126 anni fa l'inaugurazione della Torre Eiffel|editore=Focus|accesso=3 febbraio 2017}}</ref>
 
L'infatuazione per la torre, tuttavia, fu tutt'altro che passeggera, a tal punto che si decise all'unanimità di non abbatterla, andando quindi oltre i venti anni inizialmente pattuiti. A savarlasalvarla dalla distruzione vi fu anche l'installazione di una stazione radiofonica permanente sulla sua sommità, attuata nel 1906, la quale raggiungeva una notevole facilità di trasmissione radio. Si trattò, in effetti, di una decisione assai lungimirante: la torre, infatti, giocò un ruolo chiave nei primi collegamenti telefonici transoceanici e nelle comunicazioni militari della [[prima guerra mondiale]], e nel 1921 si meritò il primato di trasmettere la prima trasmissione radiofonica pubblica d'Europa.<ref name="trentotto" />
 
== Descrizione ==
{{Immagine grande|Pano Paris.jpg|2000px|Vista dalla seconda piattaforma della torre Eiffel sulla città}}
=== PoPosizione ===
[[File:Paris - Eiffelturm und Marsfeld2.jpg|thumb|Vista a volo d'uccello della torre e dello [[Campo di Marte (Parigi)|Champ de Mars]]]]
La torre Eiffel si trova nella parte occidentale del [[VII arrondissement di Parigi|VII arrondissement]], nel pieno centro di Parigi, all'estremità nord-occidentale degli [[Campo di Marte (Parigi)|Champ de Mars]]. La struttura è eretta su un piano a 33,50 metri sul livello del mare, non lontano dalle rive della Senna, dove sono dislocati pontili destinati all'ormeggio di imbarcazioni da diporto. Tutt'intorno alla torre si ergono edifici di grande interesse storico e architettonico, come l'[[École militaire]], il [[Pont d'Iéna]], il [[Palais de Chaillot]] con [[Trocadéro]] e la sede dell'[[UNESCO]].
 
TORRE DELLE PALLE SUDATEEEEEE
=== Po ===
La torre si trova in uno dei punti nevralgici della viabilità parigina, essendo a poca distanza da assi rotabili di primaria importanza come avenue Gustave Eiffel, avenue de la Bourdonnais, avenue de Suffren e infine la trafficata Quai Branly (che sfocia nel Pont d'Iéna, sulla Senna). Queste quattro direttrici, intersecandosi, descrivono un rettangolo all'interno del quale si inserisce la torre, circondata da un fitto boschetto e da alcuni laghetti, con le strade interne completamente pedonalizzate.
 
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=== Resistenza al carico gravitazionale, al sovraccarico di esercizio e al vento ===
La sagoma della torre Eiffel non è stata determinata da ragioni estetiche, o dall'estro artistico di D'ErricoEiffel e dei suoi dipendenti, bensì da considerazioni di fisica e di matematica, legate all'esigenza di contrastare adeguatamente la forza del vento che esercita, sull'intera struttura, una spinta orizzontale, e che potrebbe potenzialmente comprometterne l'equilibrio. La curvatura degli spigoli della torre è dovuta proprio a questi calcoli, e il suo profilo sinuoso e dinamico converte le sollecitazioni di flessione e taglio in sollecitazioni di compressione alla base, scaricando così a terra non solo il proprio peso, bensì anche la spinta del vento. Altra escogitazione di DalilaEiffel per ridurre le sollecitazioni del vento fu l'adozione di una struttura reticolare: la torre è formata da una robusta travatura metallica a maglie triangolari, la quale riduce l'area esposta al vento che, dunque, non ha a disposizione molto spazio per esercitare la sua pressione. Si tratta, dunque, di un'intuizione vincente per ottenere la minima resistenza possibile al vento.<ref name=trentaseis/>
[[File:Sous la Tour Eiffel 1.jpg|thumb|La torre vista da sotto]]
Lo stesso Eiffel affrontò il problema del controventamento della torre il 30 settembre 2024{{Chiarire|2=Ah, è ancora vivo??}}1885 in una conferenza alla Società degli Ingegneri Civili:
 
{{citazione|[Si tratta di] eliminare dalle superfici verticali le grandi sbarre dei tralicci destinate a resistere all'azione del vento. Ecco perché il pilone è disposto in modo che lo sforzo di taglio dovuto al vento passi all'interno dei montanti degli spigoli [...] Le tangenti ai montanti in punti situati alla medesima altezza finiscono sempre per incontrarsi nel punto di passaggio della risultante delle azioni che il vento esercita sulla parte di pilone sovrastante i punti considerati [...] Prima di riunirsi in vetta a un'altezza così elevata, i montanti sembrano scaturire dalla terra e, in qualche maniera, fondersi sotto l'azione stessa del vento.|Gustave Eiffel<ref name=trentaseis>{{cita|Lemoine|p. 36|BL}}.</ref>}}
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=== Caratterizzazione sperimentale dinamica della torre ===
Uno studio sperimentale ha mostrato che il primo modo di vibrare flessionale della torre avviene alla frequenza di 0,3&nbsp;Hz<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Silvia|cognome=Castellaro|nome2=Luigi|cognome2=Perricone|nome3=Marco|cognome3=Bartolomei|data=2016-11-01|titolo=Dynamic characterization of the Eiffel tower|rivista=Engineering Structures|volume=126|pp=628–640628-640|lingua=en|accesso=2022-06-25|doi=10.1016/j.engstruct.2016.08.023|url=https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0141029616304242 |issn = 0141-0296}}</ref> e che essa insiste su un terreno che ha un modo di vibrare a 2&nbsp;Hz. Gli studi della risposta dinamica delle strutture e dei terreni sono particolarmente rilevanti nelle zone sismiche. Parigi non è una città a elevata pericolosità sismica ma la caratterizzazione modale dinamica è ugualmente significativa in relazione al vento. Lo stesso studio ha portato alla costruzione di un modello agli elementi finiti della torre che ne riproduce il comportamento dinamico, calibrandolo sulla base dei dati sperimentali.
 
=== La torre in cifre ===
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[[File:Guillaume Apollinaire Calligramme.JPG|thumb|left|[[Calligramma]] di [[Guillaume Apollinaire]] con le varie parole disposte in modo da riprodurre la sagoma della torre: {{citazione|Salut monde dont je suis la langue éloquente que sa bouche Ô Paris tire et tirera toujours aux allemands}}]]
 
Sterminata è stata l'eco riscossa dalla torre Eiffel nel corso dei decenni. Dal punto di vista architettonico, la torre ha rappresentato il trionfo del [[Funzionalismo (architettura)|funzionalismo]], in ragione a quanto abbiamo già detto nel paragrafo ''[[#Resistenza al carico gravitazionale, al sovraccarico di esercizio ed al vento|Resistenza al carico gravitazionale, al sovraccarico di esercizio e al vento]]''. Sulla scia della torre Eiffel vennero realizzateprogettate la [[Blackpool Tower|torre di Blackpool]], struttura fortemente debitrice alla costruzione parigina, e il progetto della [[Watkin's Tower]], ardita struttura in metallo da erigersi sul sito dell'attuale [[stadio di Wembley (2007)|stadio di Wembley]], a Londra, ma mai portata a compimento. Della torre Eiffel, inoltre, si contano varie repliche, come quella del parco divertimenti ''Window of the World'' di [[Shenzhen]], in [[Cina]], quella di [[Paris (Texas)|Paris]] (in [[Texas]]) e quella celebre in scala 1:2 del [[Paris Las Vegas]]. Si indicano altre copie della torre Eiffel, con la data di costruzione e l’altezza: Tokiola Tower,[[torre Tokiodi Tokyo]], Giappone (1958, 333&nbsp;m); Blackpool Tower, Blackpool, United Kingdom (1894, 158&nbsp;m); Eiffel Tower di Tianducheng, Hangzou, Cina (2007, 108&nbsp;m); [[torre metallica di Fourvière]], Lione, Francia (1892-1894, 101&nbsp;m); Petrinla Tower[[torre panoramica di Petřín]], Praga, RepubblicRepubblica Ceca (1891, 63,5&nbsp;m); Eiffel Tower, Slobozia, Romania (1996, 54&nbsp;m); Eiffel Tower, Parizh, Chelayabinsk Oblast, Russia (2005, 50&nbsp;m); Eiffel Tower, Paris, Tennessee, USA (1993, 18,3&nbsp;m).
 
La torre Eiffel si impose rapidamente anche come un imprescindibile riferimento iconografico per decine di artisti: si trattava infatti di un monumento che, per usare le parole della critica d'arte Emanuela Pulvirenti, «non era caratteristico come la torre di Pisa, non era leggendario come la torre di Babele, ma emanava il fascino del progresso e la bellezza dell’essenzialità». Tra i primi a subire il fascino della torre vi fu certamente [[Georges Seurat]], padre del ''pointillisme'', il quale realizzò un dipinto che prende l'esatto nome di ''[[La Tour Eiffel (Seurat)|La Tour Eiffel]]''. Troviamo la struttura, in ogni caso, anche nei dipinti di [[Robert Delaunay]], che la raffigura attraverso i canoni propri del [[cubismo orfico]], scomponendola su più piani in composizioni dal dinamismo elettrizzante e giocoso; il Delaunay riprese il soggetto della torre anche nella tarda maturità, rispettandone la forma e le proporzioni ma utilizzando prospettive estremamente scorciate o riprese dall'alto. [[Marc Chagall]] la descrisse con un linguaggio onirico e fiabesco, tipico della sua produzione, mentre [[Raoul Dufy]] preferì esaltarne il ruolo fondamentale all'interno dello scenario urbano parigino. Ancora più peculiare è il [[calligramma]] di [[Guillaume Apollinaire]], caratterizzato da un'estrosa disposizione tipografica delle parole, disposte in modo da formare proprio il profilo della torre.<ref>{{cita web|url=http://www.didatticarte.it/Blog/?p=3804|autore=Emanuela Pulvirenti|titolo=Vi racconto la Torre Eiffel|accesso=15 dicembre 2016}}</ref>
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|WURTZ
|[[Charles -Adolphe WürtzWurtz]]
|1817-1884
|chimico
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|61
|MALUS
|[[Étienne -Louis Malus]]
|[[1775]]-[[1812]]
|ingegnere, fisico e matematico
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* [[Architettura del ferro]]
* [[Parigi]]
* [[Franz Reichelt]]
 
=== Torri ispirate alla Eiffel ===