Lingua latina: differenze tra le versioni

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Il '''latino''' è una [[Lingue indoeuropeeitaliche|lingua indoeuropeaitalica]] (un ramo delle [[lingue indoeuropee]]) appartenente al gruppo delle [[lingue latino-falische]].<ref>Un tempo le lingue latino-falische e le [[lingue osco-umbre]] erano considerate parte di un unico gruppo linguistico indoeuropeo, quello delle [[lingue italiche]]; tale visione è stata tuttavia progressivamente abbandonata dall'[[indoeuropeistica]], ormai da decenni concorde nel considerarli due rami indoeuropei distinti, sebbene avvicinati da fenomeni di convergenza a causa del lungo coesistere nella [[penisola italiana]].</ref> Veniva parlata nel [[Lazio]] ({{maiuscoletto|''Lătĭvm''}} in latino) già agli inizi del [[I millennio a.C.]]; oggi rimane la lingua ufficiale soltanto di uno stato nel mondo: la [[Città del Vaticano]]. È anche usata in molte liturgie cristiano-cattoliche.
 
== Storia ==
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Fu nel [[I secolo a.C.]], con l'estensione della [[cittadinanza romana]] agli [[Italici]] e i cambiamenti sociali che ne derivarono, che a Roma sorse la preoccupazione per la [[purismo (linguistica)|purezza della lingua]]. Anche sotto la spinta della speculazione linguistica greca, si avviò un processo di regolarizzazione della lingua. In questi tempi fiorirono letterati come [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], che fu [[oratore]] e [[filosofo]], oltre che politico (fu [[console (storia romana)|console]] nel [[63 a.C.]], l'anno della [[congiura di Catilina]]); o come [[Gaio Valerio Catullo|Catullo]] e i ''[[poetae novi]]'', che rivoluzionarono la lingua poetica. La scrittura non era ignota neppure a condottieri come [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]], che fu ammirato per il suo stile terso. Di Cesare, infatti, ci restano due opere ancora studiate e apprezzate: ''[[La guerra gallica]]'' (''Commentarii de bello Gallico'') e ''[[La guerra civile]]'' (''Commentarii de bello civili'').
 
I tempi erano ormai maturi perché la letteratura latina sfidasse quella greca, che allora veniva considerata insuperabile. Nella generazione successiva, sotto il [[Principato (storia romana)|principato]] di [[Augusto]], fiorirono i maggiori poeti di Roma; [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]], che primeggiò nella [[Satira latina|satira]] e nella [[Poesia lirica|lirica]], emulava i lirici come [[Pindaro]] e [[Alceo]]; [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], che si distinse nel genere [[poesia bucolica|bucolico]], nella [[poesia didascalica]] e nell'[[Epos|epica]], rivaleggiava con [[Teocrito]], [[Esiodo]] e addirittura [[Omero]]; e poi ancora [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]], maestro del metro elegiaco, e [[Tito Livio]] nella [[storiografia]].
 
Il periodo classico della lingua latina è ben conosciuto: il latino a differenza degli idiomi continuatori è tendenzialmente, ma non strettamente, una lingua di tipo SOV (soggetto-oggetto-verbo), con cinque declinazioni e quattro coniugazioni verbali. La declinazione dei nomi ha sei [[caso (linguistica)|casi]], tre diretti (''[[nominativo]]'', ''[[accusativo]]'', ''[[vocativo]]'') e tre obliqui (''[[genitivo]]'', ''[[dativo]]'', ''[[ablativo]]''). Rispetto all'indoeuropeo ha perso il ''[[locativo]]'' (assorbito dall'ablativo<ref>Traina, Bernardi Perini, ''Propedeutica al latino universitario'', Pàtron, Bologna, 2007, pagg. 203-204</ref>) ma ne rimane tuttavia qualche sparuto relitto cristallizzato. Da notare che, nonostante l'opinione diffusa a livello scolastico, il genitivo non ha nulla a che vedere con il locativo<ref>Traina, Bernardi Perini, ''Propedeutica al latino universitario'', Pàtron, Bologna, 2007, pagg. 201-202-203</ref> e lo ''[[strumentale]]'' (anch'esso assorbito dall'ablativo). Anche il modo verbale ''[[ottativo]]'' si perse (fu assorbito dal congiuntivo) e così pure la [[diatesi media]] (sopravvissuta parzialmente in quei verbi detti ''deponenti'') e il ''[[duale (linguistica)|duale]]'' (di cui restano solo minime tracce). Inoltre, nel latino il concetto d'[[Aspetto verbale|aspetto]] non aveva grande importanza: sia l'[[aoristo]] che il [[perfetto]] indoeuropei si fusero in un unico tempo, chiamato dai grammatici latini ''perfectum'' (letteralmente "compiuto", "concluso"). Invece venne conservato l'originario sistema di tre [[Genere grammaticale|generi]]: ''maschile'', ''femminile'' e ''neutro''.
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In [[età moderna]], il latino fu ancora usato come lingua della filosofia e della scienza, sia in Italia che all'estero ([[Tommaso Moro]], [[Erasmo da Rotterdam]], [[Thomas Hobbes]], [[Christophe de Longueil]] ecc.) e in latino scrissero anche i primi scienziati moderni come [[Niccolò Copernico|Copernico]], [[Gauss]] e [[Isaac Newton|Newton]] ([[Galileo Galilei|Galilei]] usò sia il latino sia l'italiano, a seconda del pubblico a cui era destinata l'opera) fino almeno al [[XVIII secolo]], quando anche in questo ruolo il latino fu sostituito dalle varie lingue nazionali (francese, inglese, tedesco ecc.).
 
A causa di ciò la maggior parte dei documenti (libri, manoscritti, epigrafi, ecc.) prodotti in lingua latina non risalgono al periodo classico (i cui testi ammontano a circa 600 unità), bensì a periodi successivi, ovvero il [[Medioevo]] e l'età moderna. Studi recenti hanno infatti rivelato l'esistenza di un patrimonio letterario che conta oltre {{formatnum:18000}} testi accertati, la maggior parte dei quali resta tuttora inedita. Il latino fu una lingua ampiamente utilizzata dal movimento della [[Repubblica delle Letterelettere]].
 
=== Età contemporanea ===
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Si tengono esami e certificazioni incentrati sulla conoscenza del latino in varie nazioni quali l'[[esame nazionale di latino]] e il [[National Latin Examination]] e competizioni quali il [[Certamen Ciceronianum Arpinas]] che si svolge annualmente ad [[Arpino]], città natale di [[Marco Tullio Cicerone]], e il [[Certamen Viterbiense della Tuscia]], che si svolge ogni anno a Viterbo, competizione sia di latino che di greco classico.
 
Il 22 febbraio 1962, [[papa Giovanni XXIII]] promulgò solennemente la Costituzione Apostolica "Veterum Sapientia", preconizzando un "[[Pontificio istituto superiore di latinità|Pontificium Institutum Altioris Latinitatis]]" poi effettivamente fondato da [[papa Paolo VI]] il 22 febbraio 1964.<ref>Cfr. AAS 1962 e 1964 riportate anche in traduzione italiana nel sito [http://xoomer.virgilio.it/blasius2/ama.htm Blasius2]</ref> La direzione fu affidata alla Società Salesiana di San Giovanni Bosco, con sede in Piazza Ateneo Salesiano in Roma, sotto la guida del primo rettore Alfons Stickler, il cui scopo specifico è ancora oggi la formazione di docenti in grado di insegnare, con metodologia viva, il latino negli istituti accademici della Chiesa cattolica. Il latino è ancora oggi lingua ufficiale della [[Santa Sede]], benché lo Stato della [[Città del Vaticano]] utilizzi come lingua corrente l'[[Lingua italiana|italiano]], riservando l'uso del latino ai documenti ufficiali. Lo stesso sito ufficiale della Città del Vaticano è disponibile in latino, come pure i [[Sportello automatico|bancomat]] presenti sul territorio. L'unico sportello bancomat dello [[Istituto per le Opere di Religione|IOR]], presente nella Città del Vaticano, ad esempio, ha un menù con la possibilità di scelta tra [[Lingua italiana|italiano]], [[Lingua inglese|inglese]], [[Lingua francese|francese]], [[Lingua spagnola|spagnolo]], [[Lingua tedesca|tedesco]] e latino oltre alla schermata di benvenuto, sempre in latino, che recita ''Inserito scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem''. [[Papa FrancescoLeone XIV]] ha un profilo [[Twitter|X]] in latino con oltre 1 milione di seguaci.<ref>https://twitter.com/Pontifex_ln</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/cronache/22_ottobre_28/account-twitter-papa-francesco-in-latino-supera-milione-follower-f7712b8c-56d0-11ed-a727-0a765ede32f8.shtml|titolo=L’account Twitter di Papa Francesco (in latino) supera il milione di follower|autore=Carlotta Lombardo|sito=Corriere della Sera|data=28 ottobre 2022|accesso=7 febbraio 2023}}</ref>
 
Il motto ufficiale dell'[[Unione europea]] e l'ex motto ufficiale degli [[Stati Uniti d'America]] sono in latino: rispettivamente ''[[In varietate concordia]]'' e ''[[E pluribus unum]]''. La [[Svizzera]], per evitare preferenze fra le sue quattro lingue nazionali, è chiamata ufficialmente Confoederatio Helvetica (da ''Helvetia'')<ref>{{Cita web|url=https://hls-dhs-dss.ch/articles/009827/2020-09-15/|titolo=Confoederatio helvetica (CH)|sito=hls-dhs-dss.ch|lingua=it|accesso=7 febbraio 2023}}</ref>, sebbene il latino non sia utilizzato a scopi amministrativi.
 
Articoli e volumi sulla didattica del latino sono stati pubblicati in Italia da [[Italo Lana]], [[Alfonso Traina]], [[Germano Proverbio]].
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I [[sistema di scrittura#Caratteristiche|grafi]] dell'[[alfabeto latino]] sono derivati da un [[alfabeto greco]] occidentale (quello di [[Cuma]])<ref>{{Cita web|url=https://www.lettere.uniroma1.it/sites/default/files/2459/La%20lingua%20latina.pdf|titolo=La lingua latina|p=27|accesso=7 febbraio 2023|dataarchivio=7 febbraio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230207143433/https://www.lettere.uniroma1.it/sites/default/files/2459/La%20lingua%20latina.pdf|urlmorto=sì}}</ref>, che a sua volta derivava da quello [[alfabeto fenicio|fenicio]]; da alcune caratteristiche dell'alfabeto latino sembrerebbe trasparire peraltro un'intermediazione da parte dell'[[alfabeto etrusco]] (ad esempio, l'originaria mancanza in latino di una distinzione grafica tra [[occlusiva velare sorda]] e [[occlusiva velare sonora|sonora]], entrambe notate con lo stesso segno 'C'; tale distinzione, presente nell'alfabeto greco, è invece assente in quello etrusco)<ref>A. Traina - G. Bernardi Perini, ''Propedeutica al latino universitario'', Sesta edizione riveduta e aggiornata, Bologna, Pàtron, 1998, p. 22.</ref>.
 
«Uno dei problemi più interessanti è quello delle tracce scarsissime lasciate nel latino dall'etrusco, in confronto con quelle più notevoli lasciate dal celtico e dall'[[Lingue osco-umbre|osco-umbro]]. Già avvertiva Bianco Bianchi nel 1869 che sul latino d'Etruria la lingua etrusca "se non giovò, poco gli nocque, perché essendo lingua troppo diversa non poteva assimilarsi al latino, mentre nella bassa Italia, dove si parlarono linguaggi prossimi al latino, vivono oggi dialetti nel sistema fonetico più corrotti del toscano"»<ref>[[Bruno Migliorini]], ''Storia della lingua italiana'', Universale Sanzsoni, 11, Firenze 1966, p. 12.</ref>
 
Originariamente le lettere avevano un'unica forma, corrispondente alla nostra maiuscola, cui si affiancavano delle varianti corsive per la scrittura quotidiana; le minuscole furono introdotte solo durante il Medioevo. Questo alfabeto è stato adottato e utilizzato nel corso dei secoli, con varie modificazioni, dalle lingue romanze e dal celtico, germanico, baltico, finnico, e molte lingue slave (polacco, slovacco, sloveno, croato e ceco), così come per altre lingue non europee come l'indonesiano, il vietnamita, e la [[lingue niger-kordofaniane|famiglia linguistica niger-kordofaniana]].
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La lettera G, come detto, inizialmente non esisteva in latino, al suo posto veniva utilizzato il grafema C: Una piccola conseguenza di questa assenza era rimasta anche nel periodo classico nelle abbreviazioni «C.» per {{maiuscoletto|''Gaivs''}} e «Cn.» per {{maiuscoletto|''Gnaevs''}}: lo stesso nome {{maiuscoletto|''Gaivs''}} presenta la forma alternativa {{maiuscoletto|''Caivs''}} ({{IPA|[ˈɡa.jus]}}). {{Senza fonte|A sua volta il grafema Z sostituiva la lettera C, dato che il latino non possedeva in origine una [[fricativa alveolare sonora]].}}
 
Secondo [[Plutarco]] la G latina venne creata a metà del III secolo a.C. da [[Spurio Carvilio]], modificando il segno C.<ref>{{Cita libro|titolo=Annali delle università toscane|url=https://books.google.com/books?id=S7891-k_MJAC&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PA316&dq=Spurio+Carvilio+Plutarco&hl=it|accesso=10 novembre 2022|data=1888|editore=Tip. Nistri|lingua=it}}</ref> Le ultime due lettere vennero aggiunte alla fine dell'età repubblicana per trascrivere i grecismi che contenevano i [[Fonema|fonemi]] /y/ e /dzd͡z/, inesistenti nel latino classico.
 
Il latino classico non conosceva il suono /v/: dove oggi noi pronunciamo questo suono, allora si pronunciava l'[[approssimante labiovelare sonora]] [w]. Il suono della [[fricativa labiodentale sonora]] [v] si sviluppò solo nel latino tardo. A causa di questo, i Latini segnavano sia la vocale che la semiconsonante col solo simbolo V, come accade anche in italiano con U/u; l'introduzione dei caratteri U e v risale al [[Rinascimento]], ed è opera dell'umanista [[Pietro Ramo|Pierre de la Ramée]], come anche l'introduzione della lettera J, j con valore di I semiconsonante [j]. I caratteri U, v, J e j sono perciò noti come [[lettere ramiste]].
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* la 'Y' è la trascrizione dell'omonimo segno greco; per tale motivo va pronunciata [y] (come una ''u francese'' o una ''ü tedesca'' oppure anche come ''u lombarda'').
* il gruppo 'VV' (cioè 'UU') seguito da consonante si pronuncia [wɔ]~[wo:] (tendenza colta) oppure come una sola [u] (tendenza popolare) nel gruppo 'QVV' (o 'GVV'), dove la prima 'V' non fa sillaba, oppure [uo] dove le due vocali sono intese come due vere e proprie vocali: ad esempio ''EQVVS'' (cavallo) si pronuncia ['ɛkwɔs] oppure ['ɛkus]. Anche le grafie, a quanto dicono varie fonti ([[Marco Fabio Quintiliano|Quintiliano]] e [[Velio Longo]], ad esempio), attestano questa situazione: il gruppo 'VV' era anche scritto 'VO' fino a tutta l'epoca augustea; il gruppo 'QVV' (e di conseguenza 'GVV') nel I secolo d.C. aveva la doppia grafia 'QVO', pronunciata [kwɔ], e 'QVV', pronunciata [ku].<ref>{{cita libro|nome= Alfonso|cognome= Traina|titolo=L'alfabeto e la pronunzia del latino|editore=Pàtron|città=Bologna|anno=2002|ed=5|pp=44 e 59-60}}. Traina cita varie fonti: Quintiliano (I, 7, 26) attesta che i suoi maestri facevano scrivere 'VO' il gruppo che nella sua epoca si scriveva ormai 'VV'; Velio Longo (VII 58 K.) attesta la grafia 'QVV' pronunciata [ku]; varie iscrizioni di epoche diverse riportano addirittura la grafia 'CV' per 'QVV'.</ref>.
* la lettera 'S' si pronuncia sempre [s], cioè [[S sorda|sorda]], come nella parola italiana ''sasso'' e come avviene ancora oggi nello [[lingua spagnola|spagnolo]] e nellain pronunciatutte meridionalele varietà regionali dell'italiano eccetto quelle settentrionali: ad esempio ''ROSA'' si pronuncia ['rɔsa].
* le consonanti 'C' e 'G' hanno soltanto suono velare, cioè si pronunciano sempre [k] e [g], e mai [tʃ] e [dʒ], per cui ad esempio ''ACCIPIO'' si pronuncerà [ak'kipio] e non [at'tʃipio].
 
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{|
|-
| {{maiuscoletto|'''''ae'''''}} || /{{IPA|/aɛ̯/}}/, come {{maiuscoletto|''Caesar''}} (Cesare)
|-
| {{maiuscoletto|'''''oe'''''}} || /{{IPA|/ɔɛ̯/}}/, come {{maiuscoletto|''poena''}} (pena)
|-
| {{maiuscoletto|'''''av'''''}} || [{{IPA|/aʊ̯/}}], come {{maiuscoletto|''avrvm''}} ([[oro]]) /ɐʊ̯rʊ̃m/
|-
| {{maiuscoletto|'''''vi'''''}} || /{{IPA|/ui̯/}}/, come {{maiuscoletto|''cvi''}} (cui)
|-
| {{maiuscoletto|'''''vv'''''}} || /{{IPA|//}}/, come {{maiuscoletto|''eqvvs''}} ([[cavallo]])
|-
| {{maiuscoletto|'''''ei'''''}} || /{{IPA|/ɛi̯/}}/, come {{maiuscoletto|''ei''}} (a lui/lei/esso)
|-
| {{maiuscoletto|'''''ev'''''}} || /{{IPA|/ɛʊ̯/}}/ (solo in [[Lingua greca antica|grecismi]]), come {{maiuscoletto|''evripos''}} (stretto di mare)
|-
| {{maiuscoletto|'''''yi'''''}} || /{{IPA|yi̯}}/ (solo in grecismi), come {{maiuscoletto|''harpyia''}} ([[arpia]])
|}
 
In latino classico non ci sono veri e propri dittonghi formati da una vocale asillabica (semiconsonante) e una vocale sillabica (con la possibilità di [[iato]]), ossia dittonghi ascendenti, come in [[Lingua italiana|italiano]] e [[Lingua spagnola|spagnolo]] (tranne i casi qu+vocale /kw/; spesso, ma non sempre, gu+vocale /gw/; nella radice IE swad, per es.: {{maiuscoletto|svādēre}} /s'''wa:'''{{'}}de:re/ e {{maiuscoletto|svāvis}} (suavis) /'s'''wa:'''wis/).
 
Essi sono tutti del tipo "vocale lunga modulata", ossia dittonghi discendenti, come in [[lingua inglese|inglese]] e [[Lingua greca|greco]] attico. Tuttavia in alcune posizioni si possono avere nei registri più bassi dittonghi di tipo semivocalico anche in latino: è il caso delle cosiddette "vocali in iato" che nelle lingue romanze hanno dato origini a consonanti palatali (inesistenti in latino classico): per esempio {{maiuscoletto|''-evmeum''}} in {{maiuscoletto|''olevm''}} e {{maiuscoletto|''ivm-ium''}} in {{maiuscoletto|''basivm''}}.
 
Non è probabilmente il caso di ''abietem'' ([[quadrisillabo]] in latino) che in metrica appare talvolta come trisillabo con lo [[jod]] però che costituisce l'attacco della seconda sillaba, chiudendo la prima sillaba e rendendola lunga: quindi ''ab-je-te(m)'' e non ''*a-bje-te(m)''.
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</ref> [[Occlusiva velare sonora|g]]<ref>Pronuncia classica della G davanti a tutte le vocali.</ref>
kʰ<ref>Pronuncia del digramma CH, importato dal greco antico dalla lettera [[Chi (lettera)|χ]].</ref>
| || kʷ<ref>Pronuncia del digramma QV</ref> gʷ<ref>Pronuncia del digramma GV preceduto da N (es. ''anguis'').</ref>
|
|-
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== Diffusione e utilizzo ==
Il latino acquistò grande importanza con l'espansione dello [[Repubblica romana|Stato romano]] e in quanto [[lingua ufficiale]] dell'[[Impero romano|Impero]] si radicò in gran parte dell'[[Europa]] e dell'[[Africa settentrionale]]. Tutte le [[lingue romanze]] discendono dal [[latino volgare]], ma parole di origine latina si trovano spesso anche in molte lingue moderne di altri ceppi: questo perché anche dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente|disgregazione del territorio imperiale governato]] da [[Roma (città antica)|Roma]], per più di un millennio il latino fu, nel [[mondo occidentale]], la lingua della [[cultura]]. Quando venne meno questa sua funzione, intorno al [[XVII secolo|XVII]] e al [[XVIII secolo]], essa fu assunta dalle lingue vive europee del tempo e, in alcuni ambiti letterari ([[memorialistica]] in particolare) e nella diplomazia, dal [[lingua francese|francese]]. Quest'ultima, essendo una lingua romanza, continuò a promuovere parole di origine latina negli altri idiomi fino ai primi decenni del Novecento, allorquando si andò gradualmente imponendo in Europa e nel mondo, come lingua franca, l'[[lingua inglese|inglese]], che pur essendo di ceppo [[lingue germaniche|germanico]] presenta, soprattutto nel lessico, un gran numero di termini di origine latina, grazie alla diffusione dei termini dotti trasmessi dai monaci predicatori cristiani e più tardi alla conquista dell'Inghilterra da parte dei [[Normanni]] francesizzati e dei loro eredi [[Plantageneti]]. In seguito alla conoscenza dell'[[Americhe|America]] dopo il 1492 e alla politica [[colonialismo|coloniale]] degli stati europei, alcune lingue romanze (spagnolo, francese, portoghese e, in misura minore, italiano) unitamente ad altri idiomi dell'Europa occidentale in cui l'impronta latina era forte, fra cui l'inglese, si erano poi diffuse in gran parte del mondo.
 
La lingua latina si è sviluppata grazie anche al contributo di tutte le lingue dei popoli con cui è entrata in contatto durante l'epoca romana, e in particolare con gli [[idiomi italici]], l'[[lingua etrusca|idioma etrusco]] e con quelli parlati nel Mediterraneo orientale (soprattutto il [[lingua greca|greco]]). Le lingue romanze con maggiore somiglianza al latino sono il [[Lingua sarda|sardo]] per la [[pronuncia]], l'[[lingua italiana|italiano]] per il [[lessico]], il [[Lingua romena|romeno]] per la [[grammatica|struttura grammaticale]] (sono presenti declinazioni).
In seguito alla conoscenza dell'[[Americhe|America]] dopo il 1492 e alla politica [[colonialismo|coloniale]] degli stati europei, alcune lingue romanze (spagnolo, francese, portoghese e, in misura minore, italiano) unitamente ad altri idiomi dell'Europa occidentale in cui l'impronta latina era forte, fra cui l'inglese, si erano poi diffuse in gran parte del mondo.
 
La [[lingua latina ecclesiastica]] è lingua coufficiale nella [[Santa Sede]]; la Chiesa cattolica ha usato il latino come principale [[lingua liturgica]] fino al [[Concilio Vaticano II]]. In [[Italia]] è insegnato nei [[liceo classico|licei classici]], nei [[liceo scientifico|licei scientifici]], nei [[liceo delle scienze umane|licei delle scienze umane]] e nei [[Liceo linguistico|licei linguistici]], benché il suo studio sia stato ridimensionato considerevolmente dalla [[Riforma Gelmini]] dal [[2011]]. In Europa Orientale i nomi delle medicine sono dati anche in latino, così come nel campo dell'[[omeopatia]].
La lingua latina si è sviluppata grazie anche al contributo di tutte le lingue dei popoli con cui è entrata in contatto durante l'epoca romana, e in particolare con gli [[idiomi italici]], l'[[lingua etrusca|idioma etrusco]] e con quelli parlati nel Mediterraneo orientale (soprattutto il [[lingua greca|greco]]).
 
Il latino è ampiamente usato in astronomia, per i nomi ufficiali delle costellazioni (es. Ursa Maior), per i nomi ufficiali dei pianeti (es. Iuppiter) e per le caratteristiche superficiali dei vari corpi celesti, tra cui i crateri e i monti della Luna. È inoltre utilizzato nelle scienze giuridiche poiché varie locuzioni e brocardi latini sono tutt’oggi alla base dello studio del diritto moderno, in parte derivante dal diritto romano.<ref>{{Cita web|url=https://www.dirittoestoria.it/6/Contributi/Mattila-Brocardi-latini-linguaggi-giuridici-moderni.htm#:~:text=Il%2520latino%2520%C3%A8%2520la%2520lingua,culturali%2520si%2520sono%2520corroborati%2520vicendevolmente.|titolo=Mattila-Brocardi-latini-linguaggi-giuridici-moderni|sito=www.dirittoestoria.it|accesso=2024-10-15}}</ref> La sua importanza è dovuta al fatto che è la lingua letteraria scritta della cultura occidentale fino al XIX secolo.<ref>{{Cita web|url=https://www.illibraio.it/news/scuola/latino-pregiudizi-1454038/|titolo="Intorno al latino girano pregiudizi e opinioni infondate..."|autore=Nicola Gardini|sito=ilLibraio.it|data=4 giugno 2024|lingua=it|accesso=4 giugno 2024}}</ref> L'insegnamento del latino è stato abolito dalle scuole medie italiane nel 1978.<ref>{{cita web|url=https://www.orizzontescuola.it/lo-studio-della-lingua-latina-e-stato-abolito-nella-scuola-media-nel-1978-ma-molti-istituti-stanno-rivalutando-lidea-riconoscendone-limportanza/?amp|titolo=lo studio della lingua latina è stata abolito nella scuola media Nel 1978, ma molti istituti stanno rivalutando l'idea riconoscendone l'importanza}}</ref>
Le lingue romanze con maggiore somiglianza al latino sono il [[Lingua sarda|sardo]] per la [[pronuncia]], l'[[lingua italiana|italiano]] per il [[lessico]], il [[Lingua romena|romeno]] per la [[grammatica|struttura grammaticale]] (sono presenti declinazioni).
 
La [[lingua latina ecclesiastica]] è lingua coufficiale nella [[Santa Sede]]; la Chiesa cattolica ha usato il latino come principale [[lingua liturgica]] fino al [[Concilio Vaticano II]].
 
In [[Italia]] è insegnato nei [[liceo classico|licei classici]], nei [[liceo scientifico|licei scientifici]], nei [[liceo delle scienze umane|licei delle scienze umane]] e nei [[Liceo linguistico|licei linguistici]], benché il suo studio sia stato ridimensionato considerevolmente dalla [[Riforma Gelmini]] dal [[2011]].
 
In Europa Orientale i nomi delle medicine sono dati anche in latino, così come nel campo dell'[[omeopatia]].
 
Il latino è ampiamente usato in astronomia, per i nomi ufficiali delle costellazioni (es. Ursa Maior), per i nomi ufficiali dei pianeti (es. Iuppiter) e per le caratteristiche superficiali dei vari corpi celesti, tra cui i crateri e i monti della Luna. È inoltre utilizzato nelle scienze giuridiche poiché varie locuzioni e brocardi latini sono tutt’oggi alla base dello studio del diritto moderno, in parte derivante dal diritto romano.<ref>{{Cita web|url=https://www.dirittoestoria.it/6/Contributi/Mattila-Brocardi-latini-linguaggi-giuridici-moderni.htm#:~:text=Il%2520latino%2520%C3%A8%2520la%2520lingua,culturali%2520si%2520sono%2520corroborati%2520vicendevolmente.|titolo=Mattila-Brocardi-latini-linguaggi-giuridici-moderni|sito=www.dirittoestoria.it|accesso=2024-10-15}}</ref> La sua importanza è dovuta al fatto che è la lingua letteraria scritta della cultura occidentale fino al XIX secolo.<ref>{{Cita web|url=https://www.illibraio.it/news/scuola/latino-pregiudizi-1454038/|titolo="Intorno al latino girano pregiudizi e opinioni infondate..."|autore=Nicola Gardini|sito=ilLibraio.it|data=4 giugno 2024|lingua=it|accesso=4 giugno 2024}}</ref>
 
L'insegnamento del latino è stato abolito dalle scuole medie italiane nel 1978.<ref>{{cita web|url=https://www.orizzontescuola.it/lo-studio-della-lingua-latina-e-stato-abolito-nella-scuola-media-nel-1978-ma-molti-istituti-stanno-rivalutando-lidea-riconoscendone-limportanza/?amp|titolo=lo studio della lingua latina è stata abolito nella scuola media Nel 1978, ma molti istituti stanno rivalutando l'idea riconoscendone l'importanza}}</ref>
 
== Note ==
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== Voci correlate ==
{{Colonne}}
* [[Attrazione modale]]
* [[Consecutio temporum]]
Riga 356 ⟶ 347:
* [[Latino volgare]]
* [[Latino medievale]]
{{Colonne spezza}}
* [[Lingua latina ecclesiastica]]
* [[Latino sine flexione]]
Riga 363 ⟶ 355:
* [[Scrittura e pronuncia del latino]]
* [[Lingue italiche]]
{{Colonne fine}}
 
== Altri progetti ==