Cantu a chiterra: differenze tra le versioni
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Il '''cantu a chiterra''' (in [[lingua italiana|italiano]] ''canto sardo a chitarra'') è
== La chitarra sarda ==
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=== Storia ===
Da alcuni studi sulle tradizioni etno musicali della Sardegna,
Nel [[XIX secolo|secolo]] pare esistesse nell'isola la chitarra a 4 corde, detta “quartina”.
In epoca più recente, e più precisamente dal [[1885]] a [[Sassari]] la casa musicale
Più tardi, verso gli [[anni 1930|anni '30 del 900]] si impongono nell'isola delle chitarre molto più grandi delle [[Chitarra flamenca|spagnole]], dette ''chitarre giganti'' usate per accompagnare i canti, in virtù del loro tono più basso che agevolava la tecnica dei cantadores.
Qualche anno dopo cominciò tuttavia ad affermarsi il modello ideato dal [[liuteria|liutaio]] e chitarrista [[Ignazio Secchi]] insieme al fratello Peppino.
Successivamente fu [[Aldo Cabitza]] ad apportare ulteriori modifiche allo strumento, per cui le misure della [[cassa armonica]] che arrivava a 78 cm. (cioè a metà tra una chitarra classica ed una chitarra
=== La chitarra e l'accordatura alla sarda ===
La ''chitarra sarda'' è un tipo di chitarra acustica a [[Corda (musica)|corde metalliche]] con una particolare forma della [[cassa armonica|cassa]] di dimensione notevolmente più grande rispetto alla chitarra classica. Altra peculiarità di questa tipologia di chitarra è la distribuzione dei segni marca tastiera che sono posizionati in modo da segnalare il III, V, VII,
Anche l'[[accordatura]] detta appunto '''a sa sarda''', è differente in quanto l'intonazione è più bassa: infatti in media è accordata una quarta sotto. Secondo gli accordi, RE2 quindi generalmente equivale a ± Sol#/La2 (220 Hz)<ref>Edouard Fouré Caul-Futy, ''La trace et le tracé. Mémoires et histoires dans le Cantu a chiterra de Sardaigne'', in Cahiers d'ethnomusicologie, [[2009]], p. 71 n. 10</ref>.
La tecnica di esecuzione è quella mista. I ''sonadores'' originariamente usavano più diffusamente l'[[Bordone (musica)|accompagnamento a bordone]], cioè quello con il pollice che esegue la linea melodica del canto, mentre le altre dita eseguono l'[[arpeggio]] sulle altre corde, da alcuni anni a questa parte (da Aldo Cabitza in poi) è molto più diffusa la tecnica del [[plettro]].
Caratteristiche sono anche le decorazioni, in genere con motivi floreali, del [[battipenna]] intagliato.
== Le varianti
Di seguito è riportato l'elenco dei modelli di riferimento (o varianti) del cantu a chiterra, su cui i cantanti ed i musicisti eseguono delle variazioni, questi sono dodici<ref>Edouard Fouré Caul-Futy, ''La trace et le tracé. Mémoires et histoires dans le Cantu a chiterra de Sardaigne'', in Cahiers d'ethnomusicologie, [[2009]], p. 69</ref>, come riportato di seguito.
* Su '''[[Cantu in re]]''' (in [[lingua sarda|sardo]]:
* '''S'isolana'''. che è una versione semplificata della cosiddetta "
* '''[[Mutu (musica)|Sos Mutos]]''': per lo più si tratta di canti delle schermaglie d'amore,
* '''[[Sa Nuoresa]]''' : (Tradizionale logudorese) è un canto amoroso.
* '''[[La Timpiesina]]''' (
*
* '''[[La corsicana|La Corsicana]]''': inventata da Ciccheddu Mannoni di Luogosanto, ispirandosi ad un canto eseguito da un Corso nel 1945 a La Maddalena dove lavorava. Ciccheddu Mannoni lo propose ufficialmente a Sorso per la prima volta durante una gara nel 1946.
* '''[[Su Trallalleru]]''': (originario del Campidano) È un canto allegro e spesso canzonatorio.
Ci sono poi altre '''varianti''' del canto che possiamo definire '''complesse''', sia per la ricercatezza dei motivi musicali che per la difficoltà di esecuzione.
* '''[[Su Fa diesis|Su diesis]]'''; ideato da [[Adolfo Merella]] e [[Francesco Cubeddu]]
* '''[[Su Si bemolle]]''';
* '''[[Su Mi e La]]''': (originario di
* '''Sa [[Disisperada]]''' (in gallurese:''la disispirata'') Questo canto viene eseguito sempre verso la
== La gara. Significato e struttura. ==
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== Prime incisioni discografiche ==
Fra il [[1922]] e il [[1925]], [[Gavino Gabriel]] realizza, a titolo esclusivamente documentario, le prime incisioni di musica tradizionale sarda<ref>{{cita web |url=http://www.radio.rai.it/radioscrigno/news.cfm?Q_EV_ID=72635 |titolo=Copia archiviata |accesso=7 ottobre 2014 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141012090346/http://www.radio.rai.it/radioscrigno/news.cfm?Q_EV_ID=72635 |dataarchivio=12 ottobre 2014 }} in Radio Scrigno</ref>. A Milano per la casa discografica [[La voce del padrone (casa discografica)|La voce del padrone]] incide ''I canti di Gallura, dell'Anglona, del Marghine e della Barbagia'' (1922)<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/gavino-gabriel_(Dizionario-Biografico)/|titolo=GABRIEL, Gavino - Enciclopedia|sito=Treccani|lingua=it|accesso=2024-08-13}}</ref>.
Fra gli altri sempre in quel periodo, con alla voce Peppino Ruggiu e con alla chitarra [[Adolfo Merella]], furono realizzate delle registrazioni, che sono considerate le prime del cantu a chiterra<ref>{{Cita web |url=http://www.associazionearcos.it/Biblio-disco01.htm |titolo=Arcos archivio ''Bibliografia/discografia selezionata sul canto polifonico in Sardegna'' a cura di Ignazio Macchiarella e Sebastiano Pilosu |accesso=6 ottobre 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131110155922/http://www.associazionearcos.it/Biblio-disco01.htm |dataarchivio=10 novembre 2013 |urlmorto=sì }}</ref>.
Nel [[1928]] [[Luigino Cossu]], [[Antonio Desole]], [[Pietro Porqueddu]] accompagnati dal chitarrista [[Ignazio Secchi]] incisero alcuni dischi, presso la casa discografica ''La voce del padrone'' di Milano, che furono pubblicati nel [[1929]].
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