Aleksandre Ch'avch'avadze: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseMorte = 6 novembre
|AnnoMorte = 1846
|Epoca = 1800
|Attività = poeta
|Attività2 = generale
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== Carriera militare e politica ==
Nel 1817 il principe Ch'avch'avadze divenne colonnello dell'esercito russo. Promosso [[maggior generale]] nel 1826, la sua carriera militare ottenne numerosi riconoscimenti nel corso delle guerre contro [[imperoImpero persiano|Persiani]] e [[imperoImpero Ottomanoottomano|Ottomani]] alla fine degli anni 1820. Partecipò alla conquista di [[Erevan]] dalla Persia nel 1827<ref name="Allen">Allen, WED (1971), ''A History of the Georgian people: From the Beginning Down to the Russian Conquest in the Nineteenth Century'', [[New York]]: [[Barnes & Noble]], p. 234.</ref> e fu nominato, nel 1828, governatore militare del distretto militare armeno. Durante la [[guerra russo-turca (1828-1829)]], con un piccolo distaccamento, organizzò una vittoriosa difesa della provincia di Erevan dai [[Curdi]] ed entrò in [[Anatolia]], rubando ai Turchi il controllo dell'intero [[pascià]]to di [[Doğubeyazıt|Bajazet]] dal 25 agosto al 9 settembre 1828.<ref name="Blanch">Blanch, L (1995), ''Sabres of Paradise'', Carroll & Graf Publishers, ISBN 0-88184-042-4 , p 54.</ref> Nel 1829 fu nominato amministratore della base militare della Cachezia.
 
Tornato in Georgia, Alexander godette di un'ampia popolarità tra la popolazione e la nobiltà georgiana. Fu uno dei più raffinati, istruiti e ricchi aristocratici del XIX secolo, sapendo parlare fluentemente numerose lingue europee ed asiatiche. Il famoso diplomatico e drammaturgo russo [[Aleksandr Sergeevič Griboedov|Alexander Griboyedov]] ne sposò la figlia sedicenne [[Nino Ch'avch'avadze|Nino]]. Un'altra figlia, [[Ek'at'erine Ch'avch'avadze|Ek'at'erine]], sposò [[David Dadiani]], principe di [[Mingrelia]], ed ispirò in [[Nikoloz Baratashvili]] l'amore senza speranza che lo rese il più grande poeta del romanticismo georgiano.
 
Nella sua casa estiva di [[TsinandaliTs'inandali]] intrattenne spesso ospiti stranieri con musica, brio e, soprattutto il vino prodotto nella sua [[casa vinicola]] (''marani''). Conoscendo i metodi di imbottigliamento europei, Ch'avch'avadze creò la più antica e grande casa vinicola georgiana. Il ricercato vino ''TsinandaliTs'inandali'', un bianco secco, è tuttora prodotto.<ref>Goldstein, D (1999), ''The Georgian Feast: The Vibrant Culture and Savory Food of the Republic of Georgia'', [[University of California Press]], ISBN 0-520-21929-5, p. 53.</ref> Secondo l'amico [[Juan Van Halen]], Ch'avch'avadze era "un principe georgiano, educato in Europa,... che nonostante avesse servito nel nostro reggimento con il grado di colonnello, riuscì, senza sminuire le sue qualità militari, ad aumentare il suo patrimonio personale tanto che pochi nobili georgiani potevano competere con la sua ricchezza".<ref>{{Cita libro|cognome=Van Halen|nome=Don Juan|wkautore=Juan Van Halen|titolo=Narrative of Don Juan Van Halen's Imprisonment in the Dungeons of the Inquisition at Madrid: And His Escape in 1817 and 1818|editore=J & J Harper|città=New York|p=269|url=http://books.google.ge/books?id=JxM2AAAAMAAJ&pg=PA269&dq=kahetia+1812&hl=en&ei=CbhOTZqRC4iYOoGTkR8&sa=X&oi=book_result&ct=result&redir_esc=y#v=onepage&q=kahetia%201812&f=false}}</ref>
[[File:Salome chavchavadze.jpg|thumb|left|La moglie di Aleksandre Ch'avch'avadze, Salome Orbeliani]]
 
Nonostgante il leale servizio alla corona russa, la nostalgia provata da Ch'avch'avadze per l'indipendenza georgiana, la monarchia, e la [[Chiesa apostolica autocefala ortodossa georgiana|chiesa]] lo spinsero ad una nuova ribellione, tanto che si unì alla cospirazione che nel 1832 scoppiò contro l'egemonia russa. Il colpo di statoStato fu disastroso per la letteratura georgiana: molte delle poesie scritte tra il 1820 ed il 1832, ispirate dal romanticismo e dalla ricerca dell'uguaglianza, furono bruciate dagli stessi autori in quanto prove che potevano essere usate contro di loro. Fu condannato ad un esilio di cinque anni a Tambov, ma lo [[zar]], che aveva bisogno delle sue qualità nella [[guerra caucasica]], lo perdonò. Ch'avch'avadze si unì con piacere alla spedizione condotta contro i ribelli montani della [[Ciscaucasia]]. Come molti altri nobili georgiani, approfittò della guerra per vendicarsi dei [[Lekianoba|costanti saccheggi]] perpetrati in passato dai ciscaucasici in Georgia.
 
Divenne [[tenente generale]] nel 1841, e continuò a servire l'esercito nel [[Caucaso]], per breve tempo a capo dell'amministrazione civile della regione dal 1842 al 1843. Nel 1843 combatté la sua ultima guerra, comandando con successo una [[spedizione punitiva]] contro le tribù ribelli del [[Daghestan]]. In seguito entrò a far parte del Consiglio di amministrazione della [[Transcaucasia]].
 
Nel 1846 Aleksandre Ch'avch'avadze fu vittima di un incidente,<ref name="Kveselava"/> avvenuto in circostanze misteriose: tornando una notte al suo palazzo di TsinandaliTs'inandali, qualcuno uscì dal bosco e gli lanciò un secchio di acqua bollente mentre era al galoppo. Perse il controllo del cavallo e finì nel vicino fossato. Morì a causa delle gravi ferite riportate. Nonostante la tragedia fosse probabilmente un incidente, si disse che era stato ucciso da assassini russi. Fu sepolto presso il [[monastero Shuamta]] di Kakheti, in Georgia.
 
Ch'avch'avadze lasciò un figlio, David, che seguì le orme del padre diventando tenente generale dell'esercito russo e partecipò alla guerra del Caucaso, e tre figlie, Nino, Ek'at'erine e Sofia.
 
== Opere ==
[[File:Tsinandali Museum-04-Palast-2019-gje.jpg|left|upright=1.4|thumb|Casa di Aleksandre Ch'avch'avadze]]
 
L'influenza di Ch'avch'avadze sulla letteratura georgiana è stata immensa. Ne avvicinò il linguaggio poetico a quello vernacolare, combinando elementi del formalmente ricco e in qualche modo artificiale "alto stile" ereditato dalla letteratura rinascimentale georgiana del XVIII secolo, la melodia della lirica poetica persiana, in particolare [[Hafez]] e [[Saˁdi]], il linguaggio [[boemia|boemo]] delle strade di Tblisi e la cultura del romanticismo europeo. Il soggetto delle sue opere variò passando dal primo [[Anacreonte|anacreontico]] alla profonda filosofia della sua maturità.
 
La contraddittoria carriera di Ch'avch'avadze, la sua partecipazione alla lotta contro il giogo russo da una parte e la lealtà verso lo zar dall'altra, compresa la repressione delle rivolte georgiane, ebbe molta influenza sulle sue opere. L'anno 1832, quando fallì il complotto georgiano, segnò la linea di divisione tra i due principali periodi delle sue opere. In precedenza la sua poesia era soprattutto pregna di elogi per l'antico potere della Georgia, la perdita dell'indipendenza nazionale ed il suo legame con questo. La sua nazione sotto il controllo russo gli sembrava una prigione, e la rappresentò con colori cupi. Anche la morte del suo grande amico e genero Griboyedov contribuì al carattere depresso dei suoi scritti di quel periodo.
[[File:Alexander Chavchavadze residence.jpg|thumb|Angolo della residenza di Ch'avch'avadze a TsinandaliTs'inandali, dove ancora opera l'azienda vinicola]]
 
Nei suoi poemi [[Romanticismo|romantici]], Ch'avch'avadze lodava il glorioso passato della Georgia. Nelle opere ''Guai, tempo, tempo'' (ვაჰ, დრონი, დრონი), ''Ascolta, ascoltatore'' (ისმინეთ მსმენნო) e ''Caucasia'' (კავკასია), l'[[età dell'oro]] della Georgia medievale contrastava con il presente.<ref>Suny, RG (1994), ''The Making of the Georgian Nation: 2nd edition'', [[Indiana University Press]], ISBN 0-253-20915-3, p. 124</ref> Da attivista sociale rimase soprattutto un "nazionalista culturale" e difensore della lingua nativa.
 
Nelle sue lettere Alexander criticò duramente il trattamento russo della cultura nazionale georgiana, paragonandolo ai saccheggi operati da [[Impero ottomano|Ottomani]] e [[Persiani]] quando avevano invaso la Georgia.<ref name="Blanch"/> In una delle lettere afferma: ''il danno inflitto dalla Russia alla nostra nazione è disastroso. Anche Persiani e Turchi non abolirono la nostra monarchia privandoci del senso dello Stato. Abbiamo scambiato un serpente per un altro.''<ref name="Allen"/>
 
Dopo il 1832 la sua percezione dei problemi nazionali mutò. Il poeta sottolineò i risultati positivi ottenuti grazie all'annessione alla Russia, anche se la liberazione della sua patria rimase un suo sogno.<ref>Gamezardashvili, DM (2001), ''Georgian Literature'', The Minerva Group, Inc. ISBN 0-89875-570-0, p. 50</ref> In seguito la sua poesia divenne meno romantica e sentimentale, ma non abbandonò mai l'ottimismo che rese le sue opere tanto diverse da quelle dei predecessori. Alcuni dei poemi più innovativi scritti in questo periodo furono ''Oh, mio sogno, perché mi hai chiamato di nuovo?'' (ეჰა, ჩემო ოცნებავ, კვლავ რად წარმომედგინე) e ''L'aratore'' (გუთნის დედა) scritti negli anni 1840. Il primo dei due, un poema piuttosto triste, termina a sorpresa con la speranza nel futuro. Il secondo combina le elegie di Ch'avch'avadze per il passato della sua gioventù con il calmo addio alla perduta vita sessuale ed alla potenza.<ref>Rayfield, D (2000), ''The Literature of Georgia: A History'', Routledge (UK), ISBN 0-7007-1163-5, p. 148</ref>