Coco Chanel: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Gabrielle Bonheur
|Cognome = Chanel
|Pseudonimo = Coco Chanel
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La donna non poté occuparsi personalmente dei bambini e i due maschi, Lucien e Alphonse, vennero quindi mandati a lavorare presso un'azienda agricola. Le tre sorelline Chanel, invece, furono affidate alle suore della congregazione del [[Sacro Cuore di Gesù|Sacro Cuore]], presso l'orfanotrofio dell'[[Abbazia di Aubazine]]<ref>{{Cita|Axel Madsen, 1990|p. 16}}.</ref>. Le suore insegnarono alla piccola Gabrielle a cucire; nelle collezioni di Chanel, infatti, si può percepire l'influenza degli anni di vita presso il convento. Gabrielle incominciò a cucire delle piccole cose con le stoffe monacali che aveva trovato nei dintorni dell'orfanotrofio, creando così vestiti a quelle uniche bamboline con cui giocava.<ref>{{Cita|Karen Karbo, 2009|p. 46}}.</ref>
 
 
=== I primi passi verso il successo ===
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==== Il monogramma ====
Coco Chanel disegnò lei stessa il celebre monogramma con le due CC intrecciate che utilizzò sin dagli anni 20 del Novecento. Gli storici dell'arte concordano che, non essendo Chanel una disegnatrice in grado di crearlo, si sia ispirata ad uno già esistente, disegnato da Sir [[Frank Brangwyn]], pittore e accademico reale inglese, per una famosa villa italiana, [[Casa Cuseni]], a [[Taormina]], il cui monogramma con le due CC intrecciate è presente, già dal 1905, nei disegni progettuali della Villa e negli arredi.{{senza fonte}}
 
==== La camelia, simbolo della Maison ====
La camelia bianca, fiore amato da Gabrielle “Coco” Chanel per la sua semplicità e perfezione geometrica, divenne il simbolo della Maison<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://floralist.it/camelia-curiosita-consigli-cura/|titolo=La camelia, curiosità e consigli di cura {{!}} Floralist|sito=floralist.it|data=2025-01-06|accesso=2025-02-02}}</ref>. Comparsa per la prima volta in una foto del 1913, appuntata alla cintura di un tailleur bianco della stilista, divenne da quel momento un elemento distintivo nelle collezioni di moda, gioielli e accessori e ha ispirato anche il progetto botanico "Fattoria delle camelie" a Gaujacq, in Francia, che ospita migliaia di varietà provenienti da tutto il mondo.
 
==== I successi ====
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Con l'avvento della seconda guerra mondiale, Chanel chiuse il suo atelier, per riaprirlo solo alla fine del conflitto. {{cn|Affermava che non era tempo per la moda;}} {{Senza fonte|4000 impiegate donna persero il loro lavoro. Il suo biografo Vaughan suggerisce che Chanel approfittò dello scoppio della guerra per vendicarsi di quei lavoratori che, facendo pressioni per orari e stipendi più favorevoli, indissero uno sciopero generale nel 1936 in Francia, costringendola a chiudere temporaneamente il negozio}}. {{Senza fonte|Nel chiudere il suo atelier, Chanel espresse disprezzo per gli ebrei, acuito dalle sue affiliazioni con le elite sociali, e a molte persone confidò che secondo lei gli ebrei fossero una minaccia per l'Europa a causa del governo bolscevico dell'Unione Sovietica}}.
 
Nel 1939<ref>{{Cita|Axel Madsen, 1990|p. 267}}.</ref>, fuggì da una Parigi bombardata, per farvi ritorno nell'agosto del 1940. Scrisse al governo d'occupazione nazista il 5 maggio 1941 per farsi assegnare il controllo totale della ''Parfums Chanel'', la cui amministrazione era tenuta da ebrei, e motivò la richiesta sulla base del fatto che l'azienda "è ancora proprietà di ebrei" nonché "è stata legalmente abbandonata dai suoi proprietari".<ref>{{Cita|Tilar J. Mazzeo, 2010|p. 150}}.</ref><ref>{{Cita news |autore=Dana Thomas |url=https://www.nytimes.com/2002/02/24/magazine/the-power-behind-the-cologne.html |titolo=The Power Behind The Cologne |pubblicazione=[[The New York Times]] |editore=[[The New York Times Company]] |data=24 febbraio 2012 |accesso=18 luglio 2012 |lingua=en}}</ref>
 
In quegli anni, Coco intraprese una relazione con un membro del controspionaggio nazista, il barone [[Hans Günter von Dincklage]], detto ''Spatz'', e in seguito si legò a uno dei giovani capi delle SS, [[Walter Schellenberg]]<ref>{{Cita|Axel Madsen, 1990|pp. 277, 288}}.</ref>, i quali volevano servirsi degli agganci che lei aveva nell'ambiente inglese e in quello tedesco per mandare in porto una trattativa di armistizio con gli inglesi, escogitata insieme a [[Theodor Momm]] ed [[Heinrich Himmler]]<ref>{{Cita|Axel Madsen, 1990|p. 227}}.</ref>.
 
L'operazione prese il nome di ''Modellhut''. Il piano prevedeva che la trattativa si dovesse svolgere in [[Spagna]]. Lì però l'accompagnatrice di Chanel, Vera Bate Lombardi, la tradì, denunciandola ai servizi segreti come un'agente tedesca<ref>{{Cita|Axel Madsen, 1990|p. 295}}.</ref>. In seguito all'operazione Modellhut, nel 1944<ref name="AxelMadsen">{{Cita|Axel Madsen, 1990|pp. 301-302}}.</ref> le FFI (Forze Francesi dell'Interno) arrestarono Chanel, proprio per le sue relazioni con spie nemiche. Venne rilasciata dopo un interrogatorio di tre ore<ref name="AxelMadsen" />. Nel 1945 Chanel raggiunse [[Spatz (Svizzera)|Spatz]] in [[Svizzera]], dove rimase in “esilio”.<ref>{{Cita news|lingua=de|nome=Sebastian|cognome=Hammelehle|url=https://www.spiegel.de/kultur/literatur/chanel-skandalbiografie-der-spatz-von-nazi-paris-a-781158.html|titolo=Chanel-Skandalbiografie: Der Spatz von Nazi-Paris|pubblicazione=Der Spiegel|data=2011-08-21|accesso=2023-09-23}}</ref> Nel 1953 partì per [[New York]].
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=== Gli ultimi successi della Maison Chanel ===
[[File:Hanel'sCHANEL little black dress (6330181828).jpg|miniatura|L'abito nero senza tempo di Chanel]]
 
Nell'anno del ritorno di Chanel, la stravaganza della [[Elsa Schiaparelli|Schiaparelli]] non era più acclamata come agli esordi, e la stilista fu costretta a chiudere<ref name=timeline/>. La proposta di Chanel nell'anno della sua riapertura è il tailleur in [[Tweed (tessuto)|tweed]], con una gonna che riacquista un poco di lunghezza sotto il ginocchio, la giacca corta e i bottoni dorati. Nel 1955 ''Mademoiselle'' ottenne un altro successo, dando vita ad un altro intramontabile accessorio firmato ''Chanel'': la ''borsetta [[Chanel 2.55|2.55]]''<ref>Pedersen, ''Handbags: What Every Woman Should Know'', 2006, p.68</ref>. L'innovativo design si ispira, nella pura tradizione Chanel, al guardaroba maschile: per dare volume alla sua pochette, la stilista prese esempio dalle giacche che gli stallieri indossavano agli ippodromi. La borsa ''matelassé'' - ovvero trapuntata - presentava l'aggiunta di una tracolla, che consisteva in una catenella di metallo, intrecciata al cuoio.
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== Filmografia ==
* ''Chanel Solitaire'', regia di [[George Kaczender]] (1981)
* ''[[Coco Chanel & Igor Stravinsky]]'', regia di [[Jan Kounen]] (2009)
* ''[[Coco avant Chanel - L'amore prima del mito|Coco avant Chanel]]'', regia di [[Anne Fontaine]] (2009)
* ''[[Coco Chanel (miniserie televisiva)|Coco Chanel]]'', regia di [[Christian Duguay]] - miniserie TV (2008)
* ''[[Coco Chanel & Igor Stravinsky]]'', regia di [[Jan Kounen]] (2009)
* ''[[Coco avant Chanel - L'amore prima del mito|Coco avant Chanel]]'', regia di [[Anne Fontaine]] (2009)
 
== Note ==