Nicola Miraglia: differenze tra le versioni
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Si avvia verso la carriera burocratica, non interrotta dalle vicende del movimento unitario a favore del quale si schiera.<ref name="SAN" />
Dopo il settembre [[1860]], facendo parte della [[segretario generale|segreteria generale]] della Dittatura dell'Italia Meridionale, si propone come mediatore per placare le discordie sorte durante i moti [[Giuseppe Garibaldi|garibaldini]] per la conquista del [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno d'Italia]]. È, infatti, il Miraglia collaboratore del [[patriottismo|patriota]] [[Giorgio Pallavicino Trivulzio]], prodittatore di Napoli, che conduce le trattative con [[Antonio Mordini]], prodittatore della [[Sicilia]], il quale chiede che [[Giuseppe Garibaldi]] resti [[dittatore]] a Napoli e in Sicilia fino all'unificazione totale del territorio italiano. Il Miraglia che gode della stima del Mordini, sa indurlo a convincere Garibaldi affinché rinunzi alla dittatura e bandisca i due [[Plebisciti risorgimentali]] del 21 ottobre 1860 per l'[[Risorgimento|annessione all'Italia]] del [[Regno di Napoli]] e della Sicilia. E Garibaldi, seppure a malincuore, cede.
A seguito della cessazione della dittatura presta la sua opera nella [[
Nei primi anni Novanta Miraglia affianca all’attività burocratica quella politica.<ref name="SAN" />
È ancora al MAIC quando, il 6 novembre [[1892]], è eletto [[deputato]] al [[Parlamento del Regno d'Italia|Parlamento]] della [[XVIII legislatura del Regno d'Italia]] per il [[circoscrizione elettorale|collegio]] di [[Lagonegro]]; tale carica è riconfermata nella [[XIX legislatura del Regno d'Italia|successiva legislatura (XIX)]] con le elezioni del 26 maggio [[1895]]. Collabora con il senatore [[Fedele Lampertico|Lampertico]], relatore per la parte agraria dell’inchiesta sul regime doganale (1884-1886).<ref name="SAN" /> È abile diplomatico tanto che, nel [[1892]], è inserito dal [[Ministri degli affari esteri del Regno d'Italia|Ministero degli affari esteri]] e [[presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|presidente del consiglio]], [[Antonio Starabba, marchese di Rudinì|Antonio di Rudinì]], in una commissione per la stipula di nuovi trattati commerciali con la [[Svizzera]], insieme a [[Bonaldo Stringher]] (iniziando l’importante rapporto con il futuro Direttore Generale della [[Banca
=== Direttore al Banco di Napoli ===
All'epoca, infatti, il [[ministero del tesoro|ministro del Tesoro]], [[Luigi Luzzatti]], rilevando uno stato molto preoccupante del [[Banco di Napoli]], lo propone insistentemente quale direttore generale, confidando nella sua capacità di salvare l'[[banca|istituto bancario]] da un fallimento imminente. Miraglia inizia così la sua politica rigorosa di risanamento con un taglio al personale negligente e indisciplinato, l'allontanamento della clientela avvezza a un credito facile, il rafforzamento della [[cassa di risparmio]], l'introduzione del servizio di trasmissione di denaro (rimesse) proveniente dagli [[emigrazione italiana|emigrati italiani]] nelle [[America|Americhe]] e l'esercizio del [[credito]] agrario. Già dieci anni dopo si può fare un bilancio positivo registrando l'aumento della [[riserva monetaria|riserva di metalli preziosi]], del [[portafoglio (finanza)|portafoglio]] e dei fondi di riserva; anche il patrimonio, che inizialmente era in passivo, risulta ora in attivo. Nel [[1906]] resta ancora da superare qualche difficoltà ma il peggio è ormai superato. I progressi compiuti incoraggiano il Miraglia nell'apertura di filiali all'estero, dapprima a [[New York]], poi a [[Chicago]] e [[Buenos Aires]], nel [[america|continente americano]], meta di tanti emigranti italiani. Con la [[Libia italiana|conquista italiana della Libia]] nel [[1912]] anche a [[Tripoli]] e [[Bengasi]] sono aperte due filiali.
Il 18 febbraio [[1908]] presiede la prima riunione del consiglio dell'[[Istituto autonomo per le case popolari della provincia di Napoli]] (IACP), auspicato già nel [[1903]] dal ministro Luzzatti per l'edificazione e la gestione di case operaie, e del quale il Miraglia, in ragione dell'impegno profuso per la sua realizzazione fin dall'idea del progetto iniziale, può essere considerato il vero fondatore<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.iacp.napoli.it/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=1&page=2 Storia dello I.A.C.P.] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
Le sofferenze causate all'industria e all'impresa nazionali dallo sforzo immane della [[prima guerra mondiale]], non compromettono la facoltà del Banco d'emettere banconote. Il rapporto del Miraglia con un [[fascismo]] sempre più forte non è sereno come dimostra la presa di posizione del [[ministeri economici|ministro delle Finanze]] [[Alberto De Stefani]] che incolpa gli [[banca centrale|istituti di emissione]], quindi anche la [[Banca d'Italia]] e il [[Banco di Sicilia]], di favorire l'[[inflazione]], così come il [[sindacato]] fascista dei bancari che lo giudica troppo distante dalla politica e ormai poco idoneo al suo ruolo data l'età alquanto avanzata; ciò nonostante accetta il 19 dicembre [[1923]] la tessera onoraria del [[Partito Nazionale Fascista|partito]]. Il ministro [[Giuseppe Volpi]], successore di De Stefani, riprende il progetto d'unificazione degli istituti d'emissione in favore della sola Banca d'Italia che si concretizza con un primo decreto il 6 maggio [[1926]]; dunque, il Banco di Napoli è così destinato a trasformarsi in istituto di [[diritto pubblico]] e a cancellare la figura del direttore generale, lasciando l'emissione di banconote ad appannaggio esclusivo della Banca d'Italia dal [[1928]] in poi.
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I meriti di Nicola Miraglia saranno ampiamente riconosciuti dall'[[comune (Italia)|amministrazione comunale]] di Napoli, la quale delibera nel [[1924]] la concessione della [[cittadinanza onoraria]]. Alla cerimonia di consegna dell'[[onorificenza]] è presente anche l'illustre [[chimico]] [[Antonio Cardarelli]] che, abbracciandolo, lo paragona metaforicamente a un ''medico delle finanze''. Il 15 settembre [[1926]], a novantuno anni compiuti, partecipa all'ultimo [[consiglio di amministrazione]] e la banca delibera a suo favore un premio di liquidazione di un milione di [[lira italiana|lire]]. Abbandona, così, il Banco di Napoli col titolo di [[conte]] che gli era stato concesso dal re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] il 9 maggio 1926 per intercessione del [[ministeri economici|ministro delle Finanze]] [[Giuseppe Volpi]]. Nella fase di transizione per l'accreditamento della Banca d'Italia come unico istituto d'emissione, il Miraglia non manca di presentare orgogliosamente al capo del Governo, [[Benito Mussolini]], un dettagliato rapporto sull'attività, durata trent'anni, che ha portato il Banco di Napoli dal disavanzo del 1896 a un bilancio in attivo di oltre 168 milioni di lire del 1926.
Dopo la sua morte, avvenuta il 26 marzo [[1928]], tra gli anni [[1931]] e [[1939]], è edificato a Napoli, per volere dello I.A.C.P. di cui era stato presidente, il rione Miraglia, ancora oggi accessibile attraverso un solenne ingresso e corrispondente all'attuale via Giambattista Marino nel quartiere [[Fuorigrotta]]. Nella sua città natale, [[Lauria]], ha sede invece un istituto superiore d'istruzione secondaria (I.S.I.S.) a lui intitolato, che è un ente amministrativo per diverse sedi associate di [[scuola secondaria di secondo grado in Italia|scuole secondarie di secondo grado]]; nella fattispecie, è l'I.S.I.S. che gestisce localmente il [[liceo classico]] e l'[[istituto tecnico|istituto tecnico industriale]] di Lauria, nonché il [[liceo scientifico]] di [[Rotonda (Italia)|Rotonda]]<ref>[http://www.isislauria.it Istituto superiore d'istruzione secondaria "Nicola Miraglia"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20181113195508/http://isislauria.it/ |data=13 novembre 2018 }} di [[Lauria]]</ref>. L'artista d'origine lucana Guido Spera (alias ''Giesse''), contemporaneo del Miraglia, ha disegnato un suo ritratto<ref>{{cita news|autore=Carmelo Settembrino|pubblicazione=[http://www.consiglio.basilicata.it/consiglionew/site/consiglio/section.jsp?sec=1030&otype=1040&catPubblicazione=100242&anno=2008&anno=2008 Mondo Basilicata (n. 17)]|editore=[[Consiglio regionale della Basilicata]]|titolo=Le illustrazioni di Guido Spera|url=http://www.consiglio.basilicata.it/consiglionew/files/docs/10/39/14/DOCUMENT_FILE_103914.pdf|
== Note ==
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