Boemondo I d'Antiochia: differenze tra le versioni
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|nome = Boemondo I d'Antiochia
|immagine = Bohemond I of Antioch (by Blondel).jpg
|legenda = ''Bohemond I, Prince d'Antioche'' [[Merry-Joseph Blondel]], 1843, [[Sale delle Crociate]], [[Palazzo di Versailles]]
|stemma = Attributed Coat of Arms of the Principality of Antioch.svg
|titolo = [[Principato d'Antiochia|Principe d'Antiochia]]
|inizio regno = [[1098]]
|fine regno = [[1111]]
|investitura = dicembre [[1099]]
|predecessore = ''titolo creato''
|successore = [[Boemondo II d'Antiochia|Boemondo II]]
|titolo1 = [[Principato di Taranto|Principe di Taranto]]<ref name="tit_pr_ta"/>
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|successore1 = [[Boemondo II d'Antiochia|Boemondo II]]
|nome completo = Marco d'Altavilla, detto Boemondo
|data di nascita = tra il 1051 e il 1058
|luogo di nascita = [[San Marco Argentano|San Marco]]
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|luogo di sepoltura = [[Canosa di Puglia|Canosa]]
|casa reale = [[Altavilla]]
|padre = [[Roberto il Guiscardo]]
|madre = [[Alberada di Buonalbergo]]
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|figli = Giovanni<br />[[Boemondo II d'Antiochia|Boemondo]]
|religione = [[Cattolicesimo]]
}}
{{Altavilla (1059-1127)}}
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|LuogoNascita = San Marco Argentano
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = tra il [[1051]] e il [[1058]]
|LuogoMorte = Bari
|GiornoMeseMorte = 7 marzo
|AnnoMorte = 1111
|Attività = militare
|Epoca = XI
|Epoca2 = XII
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== Biografia ==
=== Origine e nome ===
Boemondo fu il [[figlio]] primogenito di [[Roberto il Guiscardo]], [[Ducato di Puglia e Calabria|duca di Puglia e di Calabria]], nato dal matrimonio di quest'ultimo con [[Alberada di Buonalbergo]], che fu più tardi ripudiata. Fu battezzato con il nome di ''Marco'' in onore del santo patrono di San Marco Argentano, ma venne scherzosamente "ribattezzato" dal padre ''Boemondo'', come il mitico gigantesco mostro biblico [[Behemoth]], a causa della sua notevole statura sin da bambino<ref>[[Orderico Vitale]]: ''Historia ecclesiastica'', libro XI, capitolo XII: "Marcus quippe in baptismate nominatus est; sed a patre suo, audita in convivio joculari fabula de Buamundo gigante, puero jocunde impositum est."</ref>, e così divenne e restò noto.<ref>[https://www.strettoweb.com/2025/05/templari-calabria-toscana-tracce-leggende-connessioni-misteriose/1913794/ I Templari tra Calabria e Toscana: tracce, leggende e connessioni misteriose]</ref><ref>[https://tuttostoria770638580.wordpress.com/2025/08/11/marco-daltavilla-detto-boemondo-re-di-antiochia/ Marco d’Altavilla detto Boemondo Re di Antiochia]</ref>
Fino al 1098 firmava i documenti semplicemente come ''Roberti ducis filius''. Suo figlio e successore si riferiva a lui semplicemente come ''magnus Boamundus''. Inoltre, a causa della sua controversia con il fratello per il [[ducato di Puglia]], fu chiamato ''dux Apuliae'' da alcuni cronisti. Tuttavia, il titolo utilizzato più frequentemente dagli altri capi crociati, durante la sua vita e in seguito, fu [[principato d'Antiochia|Principe d'Antiochia]] (''Antiocenus princeps'')<ref name="Enciclopedia Treccani">{{Treccani}}</ref>. Inoltre, Boemondo viene citato da Torquato Tasso nel VII canto della ''Gerusalemme liberata'' con l'appellativo di Conte di Cosenza.
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=== La partecipazione alla Prima Crociata e conquista di Antiochia ===
[[File:SiegeofAntioch.jpeg|thumb|left|upright=1.2|L'[[assedio di Antiochia (
Al [[Terzo concilio di Melfi]], dal 10 al 17 settembre 1089, il [[papa Urbano II]] propose la [[prima crociata]]. Il Pontefice, insieme ai fratellastri normanni [[Ruggero Borsa]] e Boemondo I, gettò le basi per costituire una lega allo scopo di liberare dai musulmani la [[Terra santa]]. Iniziò, così, la predicazione per la crociata, che fu formalmente indetta, in seguito, a [[Clermont]].
Boemondo radunò un contingente normanno, forse la miglior compagine dello stuolo crociato, nonostante i numeri modesti (il suo contingente assommava all'incirca a 500 uomini<ref>{{cita|Hiestand
[[File:Bohemond daimbert.jpg|thumb|upright=1.2|left|Boemondo e il Patriarca [[Dagoberto da Pisa|Daimberto]] in navigazione verso la Puglia. Miniatura da un'edizione dell'''[[Histoire d'Outremer]]'' del XIII secolo.]]
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=== Il declino e la morte ===
{{vedi anche|Battaglia di Harran}}▼
Si recò a Gerusalemme nel [[Natale]] del 1099, quando [[Dagoberto da Pisa]] fu eletto [[Patriarca latino di Gerusalemme|patriarca]], forse al fine di impedire la crescita di un forte potere [[Lorena (regione francese)|lotaringio]] nella città. Tutto faceva sembrare che Boemondo fosse destinato a gettare le fondamenta di un grande principato ad Antiochia che avrebbe potuto contendere il primato politico Gerusalemme. Aveva un buon territorio, una buona posizione strategica e un esercito forte. Doveva però fronteggiare due grandi forze: l'Impero bizantino, che reclamava tutti i suoi territori, appoggiato nella sua pretesa da Raimondo di Tolosa, e le forti municipalità musulmane del nord-est della [[Siria]]. Contro queste forze egli fallì.
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Tancredi era figlio di Oddone Bonmarchis, detto Marchisius "il Buon Marchese", della famiglia dei signori del Monferrato, e di Emma di Altavilla sorella di Roberto il Guiscardo. - Emma era anche il nome di una sorella di Boemondo I d'Altavilla, la cui omonimia ha spesso creato confusione in alcuni autori, i quali, confondendo il grado di parentela tra i due rampolli della casa normanna, hanno erroneamente indicato Tancredi quale nipote di Boemondo principe di Antiochia, anziché suo cugino - Da: Tancredus di Rodolfo di Caen.
▲{{vedi anche|Battaglia di Harran}}
[[File:Bohemond I of Antioch lib.jpg|thumb|upright=1.2|left|Liberazione di Boemondo, miniatura da un [[manoscritto]] del XII secolo.]]
[[File:Mariage répudiation.jpg|thumb|upright=1.2|Matrimonio con Costanza, miniatura da un manoscritto del XII secolo.]]
[[File:Canosa di Puglia BW 2016-10-14 11-12-35.jpg|thumb|upright=1.2|Il [[Mausoleo]] dove giace Boemondo, a [[Canosa di Puglia]]<ref name = Banfi>{{Cita web|autore= Giuseppe Gabrieli|url=https://bari.repubblica.it/cronaca/2019/01/23/foto/canosa_la_citta_di_lino_banfi_tra_mausolei_e_catacombe-217271040/|titolo=Lino Banfi, ecco la sua Canosa: "La proporrò all'Unesco"|sito=La Repubblica|data=23 gennaio 2019|accesso=24 gennaio 2019}}</ref>]] Riscattato nel 1103 dalla generosità del principe armeno [[Kogh Vasil]], Boemondo ebbe come suo primo obiettivo quello di attaccare le vicine potenze musulmane per garantirsi i rifornimenti. Nell'attaccare tuttavia [[Harran]] nel 1104 egli fu severamente sconfitto sul [[Balikh (fiume)|fiume Balikh]], presso [[al-Raqqa]], sull'[[Eufrate]]. La disfatta fu decisiva, rendendo irrealizzabile quel grande principato orientale che Boemondo aveva progettato. Seguì un attacco greco in Cilicia e, disperando delle sue proprie risorse, Boemondo tornò in Europa per cercare rinforzi al fine di difendere la sua posizione. Giunto a [[Roma]], Boemondo riuscì a convincere il [[papa Pasquale II]] della ''perfidia Graecorum'' e così il legato pontificio [[Bruno di Segni]] (che accompagnò Boemondo in Francia) ricevette l'incarico di predicare la [[guerra santa]] contro [[Bisanzio]]. A [[Saint-Léonard-de-Noblat]] davanti all'urna di [[Leonardo di Noblac|san Leonardo]] Boemondo depose delle catene d'argento in ricordo di quelle che per tre anni gli avevano torturato il corpo nella prigione di [[Danishmend Ghazi|Gümüştekin]]<ref>Francesco Cognasso, ''Storia delle crociate'', Dall'Oglio, 1967</ref>. Poi si trovò a [[Chartres]] con il re di Francia [[Filippo I di Francia|Filippo I]].
La sua personalità affascinante gli fece guadagnare la mano di [[Costanza di Francia|Costanza]], la figlia del sovrano francese Filippo I, che sposò a Chartres nel 1106. Di questo matrimonio [[Sugerio di Saint-Denis]] scrisse:
{{Citazione|Boemondo venne in Francia per ottenere con ogni mezzo a sua disposizione la mano di Costanza, sorella di [[Luigi VI di Francia|monsignore Luigi]], una giovane dama di eccellente educazione, d'aspetto elegante e di splendido viso. Tanto grande era la reputazione del valore del regno di Francia e di monsignore Luigi che anche i Saraceni erano terrorizzati dalla prospettiva d'un tale matrimonio. Ella non fu fidanzata fin quando non venne rotto l'accordo matrimoniale che la legava a [[Ugo I di Champagne|Ugo, conte di Troyes]], volendosi evitare un altro inadatto partito. Il principe di Antiochia era navigato e ricco di doni e promesse; egli meritò il matrimonio che fu celebrato con grande pompa dal vescovo di Chartres alla presenza del re, di monsignore Luigi, di numerosi arcivescovi, vescovi e nobiluomini del regno.}}
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In questo modo Boemondo poté reclutare con il consenso regio un vasto esercito. Abbagliato dal suo successo, Boemondo decise di usare il suo esercito non per difendere Antiochia contro i Greci, ma per attaccare Alessio. Così fece, ma Alessio aiutato dai [[Venezia]]ni si dimostrò troppo forte e Boemondo dovette sottomettersi a una pace umiliante con il [[trattato di Devol]] del 1108, che lo rese vassallo di Alessio, piegandosi a ricevere la sua ricompensa con il titolo di ''[[Sebastos]]'', con la promessa di rinunciare ai territori disputati e di ammettere un patriarca greco ad Antiochia. D'allora in poi Boemondo fu un uomo finito.
Tornò quindi in Italia nella speranza di trovare mezzi e uomini che gli consentissero di proseguire con efficacia e determinazione la sua politica in [[Terra santa]], ma nel 1111 morì a [[Bari]]<ref>[[Alberto di Aquisgrana]], ''Historia Ierosolimitana'', II.XI, p. 177.</ref><ref>{{Cita news|autore=Nicola Antonio Imperiale|titolo=Il mausoleo di Boemondo: un tesoro nascosto nella cattedrale di Canosa|pubblicazione=https://www.bari-e.it/luoghi-sconosciuti/il-mausoleo-di-boemondo-un-tesoro-nascosto-nella-cattedrale-di-canosa/}}</ref>e fu sepolto a [[Canosa di Puglia]].<ref name = Banfi/>
== Matrimonio e figli ==
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* L'autore scozzese di romanzi storici David Donachie, sotto lo pseudonimo Jack Ludlow, ha reso Boemondo il protagonista della trilogia di romanzi dedicata alle crociate, ''Son of Blood'' (2012), ''Soldier of Crusade'' (2012), ''Prince of Legend (2013)''.
* Boemondo compare anche nella novella fantastica ''Pilgermann'' di Russell Hoban.
=== Cinema ===
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* Benito Paolo Lomonte, ''Boemondo: principe di Taranto e di Antiochia'', Martina Franca 1993
* William B. Stevenson, ''La prima Crociat'', in ''Cambridge Medieval History'', vol. IV, edizione italiana Garzanti, Milano 1979, pp. 727-8
* {{cita
|organizzazione = Centro di studi normanno-svevi |titolo= Il mezzogiorno normanno-svevo e le crociate
|url_capitolo= http://books.google.it/books?id=YPJYRQajrW4C&pg=PA65&dq=boemondo+capo+delle+crociate&source=gbs_toc_r&cad=7 |cid= Hiestand|isbn=978-88-220-4160-9}} * {{Cita libro|cognome=Nicolle |nome=David |titolo=The First Crusade, 1096–99: Conquest of the Holy Land |editore=Osprey Publishing |anno=2003 |isbn=1-84176-515-5 |cid=Nicolle|lingua=en}}
* ''Boemondo: storia di un principe normanno'', atti del convegno di studio su ''Boemondo, da Taranto ad Antiochia a Canosa: storia di un principe normanno'' (Taranto-Canosa, maggio-novembre 1998), a cura di Franco Cardini - Nunzio Lozito - Benedetto Vetere, Congedo, Galatina 2003
* Luigi Russo, ''Oblio e memoria di Boemondo d'Altavilla nella storiografia normanna'', in "Bullettino dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo", CVI (2004), pp. 139-165
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