Enzo Demattè: differenze tra le versioni
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All'impegno professionale e all'attività di scrittore, Demattè affiancò un costante impegno nella vita sociale di [[Treviso]], in particolare nello [[scautismo]] cattolico. Partecipò attivamente alla rifondazione dell'[[Associazione scouts cattolici italiani|ASCI]] a [[Treviso]], di cui divenne dirigente regionale e nazionale dal 1946 al 1966. Svolse inoltre le funzioni di presidente della sezione trevigiana del [[Movimento Federalista Europeo]] dal 1959 al 1962 e di membro del direttivo [[Unicef]] per il [[Veneto]] dal 1979 al 1984, oltre a quella di presidente triveneto dell'[[IBBY]] dal 1983 al 1987.
Dal 1965 al 1970 fu consigliere comunale di [[Treviso]] e ricoprì il ruolo di [[Assessore]] all'istruzione, cultura e gioventù nella [[Giunta comunale]] guidata da [[Bruno Marton (1913-1988)|Bruno Marton]]. Durante gli anni da assessore diede avvio alla sezione ragazzi della [[Biblioteca comunale di Treviso]], da lui denominata "La Curiosa", che per questo verrà a lui dedicata nel 2016.<ref>{{cita web|titolo=BRaT Enzo Demattè|sito= comune.treviso.it|url=
Come forma di riconoscimento per aver raccontato il territorio della montagna nelle sue opere letterarie, nel 1986 venne nominato cittadino onorario di [[Vallarsa]]. La medesima onorificenza gli verrà conferita anche dal comune di [[Falcade]] nel 1999<ref>Delibera del Consiglio Comunale di Falcade numero 67 del 15 dicembre 1998</ref>.
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Gli anni Sessanta sono molto prolifici per l’attività letteraria di Enzo Demattè. Scrive diverse raccolte di poesie, alcune in italiano, altre in [[dialetto veneto]], o meglio, trevigiano: ''Acqua piovana'', [[1961]]; ''El Sorgoturco'', 1963 (vincitore del Premio Marta dell’[[Ateneo Veneto]]); ''Giorni dispari'', [[1963]]; ''Pagine e terra'', [[1967]].
Sempre seguendo la sua passione pedagogica, scrisse libri per ragazzi:
Nei romanzi ''L’estate cattolica'' ([[1976]]) e ''Passione di [[Vallarsa]]'' ([[1984]]) fece i conti con la cultura cattolica e con la sua formazione intellettuale vicina al [[cattolicesimo liberale]] di [[Antonio Rosmini]].
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Dopo un lavoro così impegnativo, Demattè ritornò alla poesia, in particolare con il poemetto ''La dogaressa Marina'' che vinse nel [[1981]] il Premio Guido Marta di Poesia. La giuria, nella quale erano presenti [[Gianfranco Folena]] e [[Andrea Zanzotto]], ha messo in risalto lo sperimentalismo linguistico dell’opera: ''“I frequenti inserti in lingua, anche straniera (dal latino allo spagnolo) non svigoriscono il dialetto che esprime con forza la profondità dei sentimenti”.''<ref>Testo estratto dalla motivazione del premio, riportata in ''La dogaressa Marina'', Milano, edizioni Maestri, 1984</ref>
Un'altra raccolta,
Nel [[1987]] Demattè si trasferì a [[Parigi]], come Ispettore Generale delle scuole italiane in [[Francia]], dove rimase per sette anni. Al suo ritorno, in un Veneto profondamente cambiato, scrisse un’ultima raccolta di poesie, ''La Zosagna'' ([[1994]]), nella quale esprimeva la nostalgia per un mondo ormai irrimediabilmente perduto.
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*''Otto articoli di divulgazione storico-filologica'', Treviso, "Il Tommaseo", 1971
*''Lorenzo Crico: la pietà economica,'' saggio introduttivo a "I dialoghi rusticali di Lorenzo Crico", Roma, Ed. [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]] e [[Fondazione Giorgio Cini]], 1990
*''Saggio e apparato critico de "Cento e dieci ricordi che formano il buon fattor di villa" di Giacomo Agostinetti'', Venezia, edito da [[Regione del Veneto]], [[Fondazione Cini]], Neri Pozza, 1998
==Note==
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