Saga di Oddr l'arciere: differenze tra le versioni

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|annoorig = XIII secolo
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|genere = prosa frammista a poemi
|sottogenere = epico
|lingua = non
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|protagonista = [[Örvar-Oddr|Oddr l'arciere]]
}}
'''''Oddr l'arciere''''' o '''''La saga di Oddr l'arciere''''' ([[lingua norrena{{Norreno|norreno]]: ''Ǫrvar-Odds saga''}}) è una [[saga (letteratura)|saga]] [[islanda|islandese]] del [[XIII secolo]],.
 
== Fonti ==
La saga risale alla fine del [[XIII secolo]] e si crede sia opera di un autore [[Islanda|islandese]]. La versione più antica (S) della leggenda è conservata in un codice del [[XIV secolo]] nella [[Royal Library]] di [[Stoccolma]] e rappresenta la copia di un documento antecedente andato perso.<br/>
Nella seconda metà dello stesso secolo comparesi ritrova un'altra versione (M) della leggenda, chein siun trovacodice anell'Arnamagnaean Institute di [[ReykjavikReykjavík]]. LA partire dall'edizione classicaM esi piùsarebbe formata la cosiddetta edizione lunga è(ABE), attestata sin dal [[XV secolo]] e contieneconservata unin tre codici sempre all'Arnamagnaean Institute, contenente molto materiale narrativo diversonuovo, caratterizzato dall'inserimento di ulteriori episodi e tecniche narrative particolari.<ref>{{cita|Ferrari 1994|p. 23}}.</ref>
 
== Trama ==
[[fileFile:Orvarodd.jpg|thumb|''Orvar Odd informa [[Ingeborg]] della morte di [[Hjalmar]]'', di [[August Malmström]] ([[1859]]).]]
La Saga di Oddr l'arciere inizia con una [[profezia]]: una misteriosa ''[[völvavǫlva]]'' (veggente) predice a Oddr una vita straordinariamente lunga ed errabonda che però lo porterà inevitabilmente a una morte senza gloria, ucciso dal suo cavallo Flaxi, nello stesso posto in cui è nato.<br/>
Il giovane [[Vichinghi|vichingo]] proviene da una famiglia di [[latifondoLatifondo|proprietari terrieri]], figlio di [[Grim Lodinkinni]] e nipote di [[Ketil Höing]] (ci sono differenti saghe che trattano di queste persone), è largamente conosciuto per il fatto di essere ''«il più forte e più bell'arciere tra tutti quelli che vivevano in Norvegia, e persino oltre''», guadagnandosi il cognomen ''oddrǪrvar-Oddr'' (in [[Lingua norrena|norreno]] "punta di''Ǫrvar'', "freccia", "picco"<ref>{{cita Hweb|titolo=Ǫrvar|url=https://www. Unordicnames.de/wiki/%C7%AArvar|editore=Nordic Schmid:Names|accesso=31 Dictionaryagosto Icelandic2015}}</ref> -e German. Buske''Oddr'', Hamburg"picco", 2001"lancia", 172"punta di un'arma").</ref>){{cita web|titolo=Oddr|url=https://www.nordicnames.de/wiki/Oddr|editore=Nordic Names|accesso=31 agosto 2015}}</ref>
 
Per sfuggire a questa previsione uccise il cavallo e lo seppellì in profondità, per poi lasciare la casa propria, nella [[Norvegia]] sud-occidentale, con l'intenzione di non tornare più.
 
In un perenne vortice di avventure, viaggi in terre reali e immaginarie, spedizioni e sopratuttosoprattutto battaglie, Oddr si dimostra un viaggiatore coraggioso, affronta senza timore le sfide più dure, eccelle in ogni [[arte]]: da un lato è un [[guerra|guerriero]] imbattibile, un conquistatore irrefrenabile, dall'altro si dimostra un maestro nell'arte poetica, un irreprensibile uomo con solidi valori.
 
Convertitosi al [[cristianesimo]], egli non crede più nel [[fato]], rifiuta di onorare qualsiasi dio [[paganesimo|pagano]], ama le spedizioni che lo conducono a vagare nelle più remote e misteriose terre: l'eroe viaggia per molti anni con la sua flotta dal [[Finnmark|Finnmörk]] al [[Bjarmaland]],<ref>Un'area compresa tra le coste meridionali del Mar Bianco e il bacino della Dvina Settentrionale.</ref>, dall'[[Uppland|Upplönd]]<ref>Una regione situata a nord di Stoccolma, circondata dal Lago Mälaren e dal Mar Baltico.</ref> all'[[Irlanda]] e alla [[Northumbria]], dalla [[Sicilia]] alla [[Palestina]], dall'[[Ungheria]] allo [[Hunaland]]<ref>Terra degli Unni, situata nell'Europa orientale.</ref> e [[Bjalkaland]],<ref>Un territorio a ovest dello Húnaland.</ref>, lasciando sempre una sorta di eredità spirituale alle popolazioni che incontra e sconfigge.
 
Oddr è protetto da un mantello magico ed è aiutato da frecce sovrannaturali regalate da suo padre adottivo prima della partenza, ma il lettore della saga gradualmente apprende che, nonostante la sua forza incalcolabile, egli è un uomo reale, in carne e ossa. Infatti, il [[Vichinghi|vichingo]] sa cosa significa fallire, è vulnerabile al dolore, soffre per la spossatezza e la solitudine che si intensificano col passare degli anni, e la tragica morte di amici e compagni lascia un vuoto incolmabile in lui.
 
Tuttavia, né il suo valore come guerriero né la sua saggezza, e nemmeno la grande ricchezza delle esperienze potranno sottrarlo al suo destino verso la morte predetta: nonostante che nel frattempo fosse diventato re dello Húnaland, sposato con la principessa Silkisif e padre di diversi figli, col passare degli anni diventò nostalgico e volle tornare alla terra natale. Camminando sopra la tomba del vecchio cavallo Faxi, si fece beffe della vecchia profezia, ma inciampò sul teschio di un cavallo da cui spuntò un serpente. Il serpente lo morse provocandone la morte.
 
== Letteratura in prosa nell'Islanda medievale del XIII secolo ==
Dal [[XII secolo|XII]] al [[XV secolo]] la [[letteratura]] fiorisce in [[Islanda]], creando un corpus letterario molto consistente che, messo a confronto con la produzione continentale, è sorprendentemente vasto in proporzione alle dimensioni ridotte dell'isola. Il sistema letterario è ampiamente scritto in [[lingua volgare]].<br/>
Tra XII e XIII secolo in Islanda vengono inventate le prime "[[Saghe degli Islandesi|Saghe realistiche]]", resoconti in forma di prosa sull'esperienza di [[Colonia (insediamento)|coloni]] islandesi vissuti tra il [[900]] e [[1050]], durante il periodo della colonizzazione. Tale genere narrativo mirava a rispecchiare fedelmente la realtà, non lasciando spazio all'immaginazione e lasciandone molto poco all'elemento [[soprannaturale]]. L'intenzione sottostante a tale progetto era legittimare il potere delle famiglie dominanti islandesi alla luce di un passato leggendario accettato e condiviso. Nonostante ciò, la maggior parte delle saghe islandesi risale al [[XIII secolo]], periodo in cui incontriamo le "Saghe fantastiche", che contengono materiale leggendario e irreale. All'interno di esse si sviluppano due rami letterari: le ''[[Saghe leggendarie|Saghe del tempo antico]]'' ([[Fornaldarsögur]]) e le ''[[Saghe cavalleresche|Saghe dei cavalieri]]'' ([[Riddarasögur]]).<br/>
Le prime sono narrazioni di natura [[storiografia|storiografica]] in prosa e riferiscono biografie di sovrani ed [[mitologia norrena|eroi norvegesi]] e [[mitologia norrena|danesi]] vissuti prima della [[storia dell'Islanda|colonizzazione islandese]], secondo un approccio fittizio. Tra queste annoveriamo anche ''La saga di Oddr l'arciere''.<br/>
Le altre saghe sono traduzioni letterali di opere [[Romanzo cortese|cortesi]] francesi, prive di qualsiasi connessione con il primo periodo originale, e si propongono di avvicinare la [[Norvegia]] al modello dell'[[aristocrazia]] [[Europa|europea]] continentale.
 
== Rapporto tra la mitologia norrena e cristiana ==
[[File:Aspidochelone2-gks1633-danish-royal-library.jpg|thumb|L'[[Aspidochelone]], creatura citata nella saga, in una immagine tratta dal ''bestiario di Anne Walsh'' dell'inizio del XV secolo, conservato nella [[Biblioteca reale (Danimarca)|Danish Royal Library]].]]
In tutta la narrazione vi è una compresenza di elementi propri della [[mitologia norrena|mitologia nordico-norrena]] e [[mitologia cristiana|cristiani]] che si relazionano fra loro, spesso in modo contrastante agli occhi di un lettore contemporaneo. A titolo di esempio, si noti che la profezia, pur pronunciata da una adoratrice di idoli, si rivelerà non solo veritiera, ma il protagonista si fa coraggio con essa (sul luogo dove morirà e sul ''«molti più anni sono destinati a te più di qualunque altro''»), consapevole di non poter morire nell'occasionale battaglia o tempesta; dunque esiste un destino che governa le vicende umane conoscibile con mezzi rituali e magici, condannabili però dal punto di vista cristiano.<ref>{{cita|Ferrari 1994|p. 10}}.</ref>. Tutta la saga è pervasa di magia pagana (i ''doni di Gusir'', ovvero le frecce infallibili donate dal padre adottivo, i giganti nel [[Bjarmaland]], la terra del nord, la veste invulnerabile donata dalla principessa irlandese, ''[[Tyrfing]]'', ovvero la spada magica forgiata dai nani), che sembrano essere state recepite dal narratore cristiano senza che questi ne avvertisse l'incompatibilità logica. Eppure, il protagonista disprezza fin da fanciullo i culti pagani, irride ''all'uso di chinarsi di fronte ad un pezzo di legno o di pietra'', insulta e colpisce la veggente, rivolge il suo astio verso il padre adottivo che la ha ospitata, ben prima della sua conversione al cristianesimo nella seconda parte della saga.<br/>
Tutta la saga è pervasa di magia pagana (i ''doni di Gusir'', ovvero le frecce infallibili donate dal padre adottivo e poi da Jólf, il ''Fylgja''<ref>Era credenza pagana che ogni uomo possedesse una specie di anima esterna o "doppio" in forma di animale che meglio esprimeva il proprio carattere. Vedere la propria ''Fylgja'' era presagio di morte.</ref><ref>{{cita|Ferrari 1994|p. 26}}.</ref> che compare sotto forma di orso bianco a Gudmundr, la tempesta scagliata dai Lapponi sulla nave, i giganti nel [[Bjarmaland]], la terra del nord, la veste invulnerabile donata dalla principessa irlandese Ölvör, ''[[Tyrfing]]'', ovvero la spada magica forgiata dai nani, le arti incantatore di Gyda, moglie di re Álfr annullate da Haki, anch'esso esperto di magia), che sembrano essere state recepite dal narratore cristiano senza che questi ne avvertisse l'incompatibilità logica. Eppure, il protagonista disprezza fin da fanciullo i culti pagani, irride ''all'uso di chinarsi di fronte ad un pezzo di legno o di pietra'', insulta e colpisce la [[veggente]], rivolge il suo astio verso il padre adottivo che la ha ospitata, ben prima della sua conversione al cristianesimo nella seconda parte della saga.
 
Tale contrasto non può risolversi che tenendo presente due aspetti. Innanzitutto il credo dell'islandese precristiano è un insieme di concezioni pagane come di pratiche comuni che pervadono, disegnano e governano l'universo, la natura come la società. Significativamente,Anche ildopo terminela norreno[[Cristianizzazione chedella staScandinavia#Cristianizzazione ad indicare quella che in tempi moderni si definisce "religione" èdell'Islanda|cristianizzazione dell''sidr'' (letteralmente "usanze"isola]], "mores").essi Dopoperdurarono lanon conversione,come glisemplici islandesisopravvivenze distinguerannodi un trasistema ''inn forni sidr'' (il costumereligioso anticosuperato, cioèma ilcon paganesimo)veri e ''inpropri nýi sidr'' (il costume nuovo, il cristianesimo)<ref>{{cita[[Topos|Ferrari 1994|p.13}}</ref>. Se tra i due ''cultitopoi]]'' viricorrenti sononella preseletteratura diislandese posizionedel aspre,medioevo traquale leparte ''concezioniintegrante del mondo'' deiin dueessa costumi non vi è una frattura netta, piuttosto tra essi si svolge l'intera sagarappresentato.<br/>
Significativo è il termine norreno ''sidr'' (letteralmente "usanze", "mores"), utilizzato per indicare quella che in tempi moderni si definisce "religione". Dopo la conversione, gli islandesi distingueranno tra ''inn forni sidr'' (il costume antico, cioè il paganesimo) e ''in nýi sidr'' (il costume nuovo, il cristianesimo).<ref>{{cita|Ferrari 1994|p. 13}}.</ref> Se tra i due ''culti'' vi sono prese di posizione aspre, tra le ''concezioni del mondo'' dei due costumi non vi è una frattura netta, piuttosto tra essi si svolge l'intera saga.
 
Inoltre, la coesistenza di due credi, uno alto, cristiano, laudabile, con uno pagano, esecrabile, può ancora sussistere in una visonevisione [[enoteismo|enoteista]] dell'universo. EdIn infattitale ottica, il narratore non perde occasione per esaltare il nuovo credo e le virtù definibili come cristiane del protagonista prima ancora della sua conversione, mentre pur non arrivaarrivando a definire i vecchi deiDèi di ieri come i nuovi demoni di oggi, ma poco ci manca: definisce [[Odino]] uno ''skratti'', che può indicare tanto uno stregone quanto un mostro, un demone.<ref>{{cita|Ferrari 1994|p. 158}}.</ref>. Nella prima parte della saga gli [[Æsir]] erano indistintamente definiti come idoli dal culto vano. A conversione avvenuta, li attacca nominandoli, facendosi beffe perché non sanno sottrarsi dall'incendio e condannando duramente a chi si affida a loro:
{{Citazione|A me non importa<br />perfido essere,<br />se di [[Freyr]]<br />mi prometti la furia;<br />è male avere [[Odino]]<br />come intimo amico,<br />non si fan sacrifici<br />ad uno ''skratti''!<ref>Nel testo tradotto è riportato stregone, ma con una nota esplicativa che avverte che il termine originale era, appunto, ''skratti'', che può indicare tanto uno stregone quanto un mostro, un demone</ref><br />Io so che gli ''[[Æsir]]''<br />ardono nel fuoco,<br />ti prendano i [[Troll (mitologia)|troll]],<br />io credo nell'unico Dio!|''Saga di Oddr l'arciere'', cap. XLIV<ref>{{cita|Ferrari 1994|p. 142}}.</ref>}}
 
A questi due aspetti, occorre osservare come il narratore (vissuto nel XIII secolo) si trovi nella difficoltà di ricostruire e ridar vita ad un passato di alcuni secoli prima (la saga è ambientata nel IX e nel X secolo, sebbene il protagonista fu ospite di re [[Ingjald]], del VVII secolo), eredita materiale antico,<ref>Si vedano i parallelismi colcon la ''[[ManoscrittoCronaca degli anni Nestorianopassati]]'', o la parte in comune con la ''[[Saga di Hervör]]''.</ref>, ricostruisce usi ormai cessati all'interno del testo scontrandosi con la differente morale del nuovo credo: si pensi che al capitolo XVIII il narratore fa adottare a Hjálmarr e Oddr un presunto "codice vichingo", dal sapore alquanto cristiano, che Hjálmarr e Oddr adottano come insieme di regole da attenersi, quando invece è piuttosto difficile eliminare razzie, saccheggi e violenze dalla biografia di un vichingo (infatti tale codice verrà poi in larga parte disatteso dalnei protagonistacapitoli successivi). Occorre quindi ricordare al lettore di trovarsi di fronte al ''riflesso di un riflesso'': la saga non testimonia direttamente gli usi e i concezioni dell'epoca dell'eroe, ma quelli che l'epoca del narratore rammenta del passato.<ref>{{cita|Ferrari 1994|pp. 14-15}}.</ref>.
 
==Influenze e relazioni con altre opere==
La morale della derisione della profezia da parte di Örvar-Oddr e della sua morte hanno paralleli con il precedentela ''[[ManoscrittoCronaca Nestorianodegli anni passati]]'', ilpiù qualeantica, che descrive la morte di Oleg in maniera pressoché identica.
 
Parallelismi si possono riscontrare ancheinoltre con l<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Heimskringla]]'', tra il viaggio nel Bjarmaland e il pellegrinaggio a Gerusalemme.
 
LoLa scontrobattaglia a [[Samsø]] tra Oddr e Hjálmarr contro [[Angantyr]], possessore della spada magica [[Tyrfing]], é narrato anche nella ''[[Saga di Hervör]]''; le due saghe ne condividono launa parte finale, il ''Canto di morte di Hjálmarr'', con differenze di scarso rilievo.<ref>{{cita|Leslie 2014|pp. 237-238}}.</ref>
 
Alcuni personaggi, come [[Grim Lodinkinni]] e re [[Ingjald]] appaiono in diverse altre saghe precedenti e successive.
 
Oddr éè menzionato anche nel ''[[Gesta Danorum]]'', sempre al riguardo della battaglia di [[Samsø]].
 
La morte di Oleg causata dal "teschio di un cavallo" è il soggetto di una delle più famose ballate in [[lingua russa]], scritta da [[Aleksandr Sergeevič Puškin]] nel [[1826]].
 
Entrambe le versioni della [[saga (letteratura)|saga]] sono state tradotte in [[lingua latina|latino]] e sono state incluse nella prima edizione delle [[Fornaldarsögur Nordlanda]], pubblicate tra il [[1829]] e il [[1830]].<br/>
Nel [[1970]] [[Hermann Pállson]] e [[Paul Edwards (filosofo)|Paul Edwards]] hanno tradotto in inglese la versione più estesa della saga, e tale traduzione è stata pubblicata nuovamente nel [[1985]] in [[''Seven Viking Romances]]''.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro |altritraduttore=traduzione di [[Fulvio Ferrari]] |titolo=Saga di Oddr l'arciere |url=httphttps://books.google.com/books?id=-tsoAQAAMAAJ |anno=1994 |città=Milano |editore=[[Iperborea (casa editrice)|Iperborea]] |isbn=88-7091-043-1 |cid=Ferrari 1994}}
* {{cita libro |autore=Helen F. Leslie |capitolo=The Death songs of Övar-Odds Saga |url_capitolo=https://www.academia.edu/8966149/The_Death_Songs_of_%C3%96rvar-Odds_saga |altri=Isabel Grifoll, Julián Acebrón, Flocel Sabaté |titolo=Cartografies del l’ànima. Identitat, memòria i escriptura |isbn=978-84-9975-517-5 |anno=2014 |editore=Pagès Editors |cid=Leslie 2014}}
* Ortalli,{{cita G.,libro ''|autore=[[Gherardo Ortalli]] |titolo=Storia d'Europa. Il Medioevo. Secoli V-XV'', |città=Torino, |editore=[[Giulio Einaudi editore,Editore]] |anno=1994. |isbn=88-06-13438-8}}
* {{en}} Pálsson, H., Edwards, P., ''Arrow-Odd'' in Seven Viking Romances, London, Penguin Classic, 1985.
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{is}}cita [httpweb|https://www.snerpa.is/net/forn/orvar.htm |Örvar-Odds Saga]|lingua=is}}
 
{{Mitologia norrena}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|mitologia|letteratura|storia}}
 
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[[Categoria:Opere letterarie del XIII secolo]]