Storia del Veneto: differenze tra le versioni
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La '''storia del
== Preistoria ==
{{vedi anche|Veneti|Regio X Venetia et Histria}}▼
[[File:Iron Age Italy.png|thumb|left|Il territorio occupato dai [[Paleoveneti]]]]
[[File:Regio X Venetia et Istria.jpg|thumb|La [[Regio X Venetia et Histria]]]]
Il Veneto era abitato già nel'[[Epigravettiano|Epigravettiano finale]] (12.000 anni) come dimostrano i ritrovamenti del [[sito archeologico]] di [[ripari Villabruna]], dove è stata rinvenuta la sepoltura del cosiddetto [[cacciatore della Val Rosna]], noto per le ''pietre dipinte'', che formavano il suo corredo funerario, rilevante espressione della cultura artistico-religiosa dell'uomo preistorico.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=A. Broglio, A. Villabruna|anno=1991|titolo=Vita e morte di un cacciatore di 12.000 anni fa. Risultati preliminari degli scavi nei ripari Villabruna (Valle del Cismon, Val Rosna, Sovramonte, Belluno)|rivista=Odeo Olimpico|volume=|numero=}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.bellunopress.it/2014/01/19/reperti-archeologici-e-loro-collocazione-di-eugenio-padovan/|titolo=Reperti archeologici e loro collocazione}}</ref>
Abitato già nella preistoria, dapprima insediamento degli [[Euganei]], fu in epoca protostorica occupato dal popolo dei [[Veneti]]. [[Tito Livio]], nativo di [[Padova]], inizia la sua monumentale storia di [[Roma]] con il mito di [[Antenore]] che, fuggendo da [[Troia]] in fiamme e guidando un gruppo di Troiani e di Eneti, popolo alleato proveniente dalla [[Paflagonia]], giunge nell'attuale [[Golfo di Venezia]]. Nella terra estesa tra le [[Alpi]] e il [[mare Adriatico]], dopo aver scacciato gli Euganei, si insediano così queste genti che nel loro insieme si chiameranno Veneti.▼
Antenore stesso sarebbe stato il fondatore di [[Padova]]. Secondo una leggenda analoga [[Diomede]] avrebbe fondato [[Adria]] mentre Clodio avrebbe fondato [[Chioggia]]. Sono comunque di certa origine venetica molte importanti città, quali [[Concordia Sagittaria|Concordia]], [[Oderzo]] (fra le più antiche - IX-VIII secolo a.C.), [[Este]], [[Treviso]], [[Belluno]], [[Altino (città romana)|Altino]], [[Vicenza]] e forse [[Verona]].▼
Uno studio [[Genetica|genetico]] comparato sul [[DNA antico]] di oltre 50 resti ossei ritrovati in Europa, ha individuato una serie di [[Cluster genico|cluster genici]], tra i quali il ''cluster di Villabruna'', dal nome del reperto genico più antico, il ''Cacciatore della Val Rosna'' ritrovato nei ''Ripari Villabruna''. Il cluster è caratterizzato dalla presenza dell'[[Aplogruppo R1b (Y-DNA)|aplogruppo R1b]], quello maggiormente presente dei moderni europei, di fatto la loro più antica testimonianza genetica in [[Europa occidentale]]. Il cluster rappresenta un elemento di discontinuità nella storia genetica europea, venendo a sostiuire, dopo l'[[ultimo massimo glaciale]], le precedenti popolazioni [[Magdaleniano|maddaleniane]] dell'Europa occidentale; orginatosi nell'arco alpino italiano durante l'epigravettiano, si ipotizza sia giunto in Italia dai Balcani<ref>{{Cita|titolo=Palaeogenomics of Upper Palaeolithic to Neolithic European hunter-gatherers||2023 Palaeogenomics}}</ref>.
Al neoloitico risalgono i resti di un villaggio frequentato tra il IV e il III secolo a.C., al [[Molino Casarotto]] alle pendici dei Colli Berici in [[provincia di Vicenza]], che ha restituito diverso materiale [[Terracotta|fittile]], in parte attribuito alla [[cultura dei vasi a bocca quadrata]]<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchaeologicalProperty/0500590516|titolo=Fimon - Molino Casarotto (sito pluristratificato) Arcugnano,Neolitico|sito=catalogo.beniculturali.it|accesso=2025-10-14}}</ref>.
== Storia antica ==
▲{{vedi anche|Veneti|Regio X Venetia et Histria}}
▲
▲Antenore stesso sarebbe stato il fondatore di [[Padova]]. Secondo una leggenda analoga [[Diomede]] avrebbe fondato [[Adria]] mentre Clodio avrebbe fondato [[Chioggia]]. Sono comunque di certa origine
Il primo
La provenienza anatolica dei Veneti adriatici non è accettata da tutti gli autori antichi ed è ancor oggi oggetto di discussione. Le fonti antiche tramandano l'esistenza di vari filoni dell'etnìa veneta, dalla [[Bretagna]], alla [[Lusazia]], fra [[Germania]] e [[Polonia]], all'[[Epiro]] in [[Grecia]], all'[[Anatolia]]. Legati all'etnico veneto sarebbero diversi toponimi (ad es. la [[Vindelicia]], regione corrispondente all'attuale [[Baviera]], Vindebona - l'attuale [[Vienna]]) e i nomi attribuiti a popoli di origine slava in diverse lingue europee. Secondo alcuni studiosi, sarebbero queste testimonianze di un'unica civiltà indoeuropea che si estendeva dal [[Mar Baltico|Baltico]] all'Adriatico, riconducibile ai cosiddetti popoli dei [[Cultura dei campi di urne|Campi delle Urne]].
Il processo di romanizzazione della ''Venetia'' è avvenuto in maniera graduale e senza traumi o conquiste
In epoca augustea il territorio dei veneti venne unificato e dotato di riconoscimento ufficiale con la creazione della [[Regio X Venetia et Histria]]. La città maggiore era [[Aquileia]], sebbene il concetto di 'capitale regionale' fosse estraneo alla pensiero istituzionale dell'Alto Impero. [[Diocleziano]] la trasformò in ''Provincia Venetiae et Histriae'', mantenendone i confini sostanzialmente inalterati.
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In Veneto, a seguito dell'invasione, venne a crearsi una netta separazione tra la zona continentale, sotto il dominio longobardo, e quella costiera, ancora dipendente dall'[[Impero bizantino]]. Contemporaneamente, lo [[scisma tricapitolino]] provocava un'ulteriore frattura anche in campo religioso, destinata a durare per tutto il secolo successivo.
Le terre venete appartenenti al nuovo [[regno longobardo]] vennero divise tra i [[Ducato (
A definire la separazione anche formale fra i due mondi (seppur una forte osmosi continuò sempre ad esistere) occorse la definizione dei confini (''terminatio'') fra il ''Ducatus Venetiarum'' e il ''Regnum Langobardorum'', siglato dal re [[Liutprando]] e dal primo [[doge (Venezia)|doge]] [[Paoluccio Anafesto]].
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I legami fra la Marca Veronese e l'Impero vennero rafforzati dalla presenza nel territorio di diverse dinastie feudali di origine germanica: tra le più famose, destinate a giocare un ruolo importante nei secoli successivi, gli [[Este]], gli [[Ezzelini]], i [[Da Camino]], i [[Da Carrara]].
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==== Dal XII al XIII secolo - Comuni, Signorie e ascesa del Ducato di Venezia ====
{{vedi anche|Lega veronese|Ezzelini|Scaligeri|Da Camino}}{{Vedi anche|Storia della Repubblica di Venezia}}
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Tra il [[1182]] e il [[1185]] Verona fornì asilo a [[papa Lucio III]], in fuga da Roma, mentre nel [[1188]] la città estendeva il suo controllo a parte del [[Polesine]], ai danni di [[Ferrara]], espandendosi poi anche ad oriente nel conflitto con [[Mantova]].
Il [[XIII secolo|Duecento]] fu contraddistinto dall'espansione del potere veneziano in tutto il [[mar Mediterraneo|Mediterraneo orientale]], culminato con la [[Quarta crociata]] e la creazione nel [[1205]] dell'[[Impero latino di Costantinopoli]], nel quale a Venezia era garantito il dominio sulla ''quarta parte e mezza dell'impero di Romània''. Lo ''Stato da Mar'' giunse a includere, oltre ai territori dell'[[Istria]] e della [[Dalmazia]], le [[isole Ionie]], [[Creta (Grecia)|Creta]], [[Cipro]], e tutta una serie di basi e piazzeforti nel [[Peloponneso]], nell'[[mar Egeo|Egeo]] e in [[Anatolia]].
In quest'epoca di grande fioritura sociale e culturale, nel [[1222]] venne fondata l'[[Università degli Studi di Padova]]. Quasi contemporaneamente si assistette in tutta la terraferma alla trasformazione dei liberi comuni in potenti signorie in lotta tra loro per l'egemonia regionale. La prima ad emergere fu la signoria di [[Ezzelini|Ezzelino da Romano]], che riuscì a conquistare gran parte del Veneto centro-settentrionale. [[Treviso]] cadde in mano ai [[da Camino]], a [[Verona]] si imposero nel [[1262]] i signori [[della Scala]], divenendo la capitale di un potente stato, che al suo culmine valicò l'Appennino, giungendo fino a [[Lucca]].
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Al declino dei commerci e dell'impero marittimo della Serenissima, si accompagnò una crescente attenzione del [[patriziato (Venezia)|patriziato]] per la proprietà fondiaria di terraferma, riducendo progressivamente il dinamismo del ceto dirigente e portando sempre più verso la stagnazione sociale e politica della Repubblica.
Se nel [[XVII secolo|Seicento]] Venezia fu ancora in grado di combattere ferocemente contro i Turchi per difendere gli ultimi possedimenti marittimi e di promuovere una parziale riorganizzazione dell'esercito di terra, giungendo ad una più definitiva sistemazione dei contesi confini con l'Austria, il [[XVIII secolo|Settecento]] segnò il definitivo tramonto del modello politico che per un millennio aveva retto le sorti dello Stato. Incapace di rinnovarsi e di individuare obbiettivi politici precisi, la nobiltà portò lo Stato a rinchiudersi in un
== Storia contemporanea ==
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[[File:Third Italian War of Independence It.svg|thumb|La situazione alla vigilia della [[terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]]]]
L'annessione del Veneto al Regno d'Italia avvenne nel [[1866]] al termine della [[terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]] quando la [[Prussia]], d'intesa con l'Italia, dichiarò guerra all'Austria. Le truppe del generale [[Enrico Cialdini]] furono [[Battaglia di Custoza (1866)|sconfitte a Custoza]], una settimana dopo, ma le formazioni di Garibaldi scompigliarono le difese austriache nel Trentino e cominciarono ad avanzare. I prussiani, nel frattempo, battevano le truppe imperiali a [[Battaglia di Sadowa|Sadowa]], in Boemia. Nella [[battaglia di Lissa]] la flotta italiana perse due navi e subì una sconfitta. Nel Veneto e nel Trentino, tuttavia, la guerra non era ancora conclusa. Mentre le truppe regolari italiane sembravano decise a riprendere l'iniziativa, [[Giuseppe Garibaldi]] sconfisse gli austriaci nella [[battaglia di Bezzecca]] e una colonna comandata da [[Giacomo Medici]] si spinse sino a pochi chilometri da Trento. Austria e Prussia firmarono accordi di pace, e costrinsero in tal modo gli italiani, isolati, a interrompere le operazioni militari e ad accettare l'[[armistizio di Cormons]]. Nelle settimane seguenti, con la sottoscrizione del [[Trattato di Vienna (1866)|Trattato di Vienna]] del 3 ottobre fu deciso che l'Italia avrebbe avuto il Veneto, ma l'Austria non volle consegnarlo direttamente a una nazione da cui non si considerava sconfitta. Lo cedette quindi alla Francia, nell'intesa che [[Napoleone III]] lo consegnasse a [[Vittorio Emanuele II]], previa organizzazione del [[plebiscito del Veneto del 1866|plebiscito]] che si tenne il 21 e 22 ottobre a suffragio universale maschile<ref>In una stanza dell'Hotel Europa lungo il Canal Grande, il 19 ottobre, il generale francese Leboeuf consegnò il Veneto a tre notabili: il conte Luigi Michiel, veneziano, Edoardo De Betta, veronese, Achille Emi-Kelder, mantovano. Questi, a loro volta, lo "deposero" nelle mani del commissario del Re conte Genova Thaon di Revel e il giorno dopo sulla "Gazzetta di Venezia" apparve un anonimo trafiletto: "Questa mattina in una camera dell'albergo d'Europa si è fatta la cessione del Veneto". Il generale Le Boeuf scrive a La Valette il 15 settembre: "Nutre inquietudini per l'ordine pubblico: le municipalità fanno entrare le truppe italiane o si intendono col re, che governa una gran parte: egli deve lasciar fare. Il plebiscito non si potrà fare che col re e col governo"</ref>. Su una popolazione di 2.603.009 persone<ref>Inclusi bambini e donne, che non avevano diritto al voto</ref>, i votanti furono 647.426 e i voti contrari 69. I voti favorevoli sono attorno al 99,99%. Le autorità comunali avevano preparato e distribuito dei biglietti col SÌ e col NO di colore diverso; inoltre ogni elettore presentandosi ai componenti
Il generale francese Leboeuf consegnò il Veneto a tre notabili: il conte Luigi Michiel, veneziano, Edoardo De Betta, veronese, Achille Emi-Kelder, mantovano.
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"Questa mattina in una camera dell'albergo d'Europa si è fatta la cessione del Veneto"
Sia le Venezie che la Provincia di Mantova furono annesse al Regno d'Italia con Regio Decreto n.3300 del 4 novembre 1866 e con la Legge n.3841 del 18 luglio 1867
I [[Cattolicesimo intransigente|cattolici intransigenti]], di cui il Veneto fu a lungo una "roccaforte", non accolsero favorevolmente l'unificazione; particolarmente polemico fu il giornalista padovano [[Giuseppe Sacchetti]] (1845-1906), che nel suo settimanale ''Il Codino'', ancora nel 1872, scrisse: «figure triste de Talgiani»<ref>{{Cita libro|autore=Riccardo Pasqualin|titolo=Il Codino. Un giornale padovano filocarlista|anno=2024|editore=Solfanelli|città=Chieti|pp=85-86}}</ref>, «I nostri contadini vogliono chiamare italiano quel partito, che noi chiamiamo rivoluzionario o buzzurro. È tutto merito dei nostri governatori»<ref>{{Cita libro|titolo=Ibidem}}</ref>.
=== Il Veneto nel Regno d'Italia ===
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In questo stesso periodo si assistette tuttavia anche alla nascita del [[polo industriale]] di [[Marghera]], territorio espropriato dall'allora [[Mestre|comune di Mestre]] ed assegnato a [[Venezia]] per divenirne, negli [[anni 1920|anni venti]] l'area industriale e portuale. Lo sviluppo della cantieristica e della chimica segnarono quindi il nuovo volto di questa parte del Veneto.
La [[seconda guerra mondiale]] apportò nuove distruzioni. Dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] il territorio venne occupato dalle truppe germaniche. A Verona il comandante dell{{'}}''VIII reggimento d'Artiglieria'' rifiutò di consegnare le armi e diede battaglia ai tedeschi, mentre in città si verificarono numerosi scontri. La città divenne quindi una delle capitali della [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]], con l'insediamento di importanti comandi militari e di alcuni ministeri.<ref>G. Priante 2006, p.91</ref> Qui si tenne l'unico congresso fascista presso [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]] (in cui si decisero le basi del nuovo stato, la militarizzazione del partito e la socializzazione), ed il famoso [[processo di Verona]], in cui si decise la [[condanna a morte]] per di cinque dei partecipanti alla sfiducia a [[Mussolini]] nel [[Gran consiglio del fascismo]].
In questo periodo enormi distruzioni vennero causate dai bombardamenti aerei alleati(particolarmente feroce quello che colpì e rase al suolo gran parte di [[Treviso]]). E altri massicci bombardamenti su [[Padova]] e [[Verona]] e in particolare [[Vicenza]], anche questa quasi rasa al suolo. Enormi distruzioni patì in particolare poi il polo industriale di Marghera, ripetutamente colpito dai bombardamenti alleati.
Il territorio veneto divenne quindi terreno delle [[guerriglia|azioni di guerriglia]] durante la [[Resistenza italiana|Resistenza partigiana]].
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== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|anno=2023|titolo=Palaeogenomics of Upper Palaeolithic to Neolithic European hunter-gatherers|autore1=Posth C|autore2=Yu H|autore3=Ghalichi A|autore4=Rougier H|autore5=Crevecoeur I|autore6=Huang Y|autore7=Ringbauer H|autore8=Rohrlach AB|autore9=Nägele K|autore10=Villalba-Mouco V|autore11=Radzeviciute R|autore12=Ferraz T|autore13=Stoessel A|autore14=Tukhbatova R|autore15=Drucker DG|autore16=Lari M|autore17=Modi A|autore18=Vai S|autore19=Saupe T|autore20=Scheib CL|autore21=Catalano G|autore22=Pagani L|autore23=Talamo S|autore24=Fewlass H|autore25=Klaric L|autore26=Morala A|autore27=Rué M|autore28=Madelaine S|autore29=Crépin L|autore30=Caverne JB|autore31=Bocaege E|autore32=Ricci S|autore33=Boschin F|autore34=Bayle P|autore35=Maureille B|autore36=Le Brun-Ricalens F|autore37=Bordes JG|autore38=Oxilia G|autore39=Bortolini E|autore40=Bignon-Lau O|autore41=Debout G|autore42=Orliac M|autore43=Zazzo A|autore44=Sparacello V|autore45=Starnini E|autore46=Sineo L|autore47=van der Plicht J|autore48=Pecqueur L|autore49=Merceron G|autore50=Garcia G|autore51=Leuvrey JM|autore52=Garcia CB|autore53=Gómez-Olivencia A|autore54=Połtowicz-Bobak M|autore55=Bobak D|autore56=Le Luyer M|autore57=Storm P|autore58=Hoffmann C|autore59=Kabaciński J|autore60=Filimonova T|autore61=Shnaider S|autore62=Berezina N|autore63=González-Rabanal B|autore64=González Morales MR|autore65=Marín-Arroyo AB|autore66=López B|autore67=Alonso-Llamazares C|autore68=Ronchitelli A|autore69=Polet C|autore70=Jadin I|autore71=Cauwe N|autore72=Soler J|autore73=Coromina N|autore74=Rufí I|autore75=Cottiaux R|autore76=Clark G|autore77=Straus LG|autore78=Julien MA|autore79=Renhart S|autore80=Talaa D|autore81=Benazzi S|autore82=Romandini M|autore83=Amkreutz L|autore84=Bocherens H|autore85=Wißing C|autore86=Villotte S|autore87=de Pablo JF|autore88=Gómez-Puche M|autore89=Esquembre-Bebia MA|autore90=Bodu P|autore91=Smits L|autore92=Souffi B|autore93=Jankauskas R|autore94=Kozakaitė J|autore95=Cupillard C|autore96=Benthien H|autore97=Wehrberger K|autore98=Schmitz RW|autore99=Feine SC|autore100=Schüler T|autore101=Thevenet C|autore102=Grigorescu D|autore103=Lüth F|autore104=Kotula A|autore105=Piezonka H|autore106=Schopper F|autore107=Svoboda J|autore108=Sázelová S|autore109=Chizhevsky A|autore110=Khokhlov A|autore111=Conard NJ|autore112=Valentin F|autore113=Harvati K|autore114=Semal P|autore115=Jungklaus B|autore116=Suvorov A|autore117=Schulting R|autore118=Moiseyev V|autore119=Mannermaa K|autore120=Buzhilova A|autore121=Terberger T|autore122=Caramelli D|autore123=Altena E|autore124=Haak W|autore125=Krause J.|rivista=Nature|volume=615|pp=117-126|doi=10.1038/s41586-023-05726-0|lingua=en|accesso=22 giugno 2025|cid=2023 Palaeogenomics}}}
== Voci correlate ==
* [[Veneti]]
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