Storia del Veneto: differenze tra le versioni
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La '''storia del Veneto''' è in parte comune a quella della più vasta regione nota come Triveneto o [[Tre Venezie]], nel Nord-est della [[penisola italiana]], situata tra il confine del [[Mare Adriatico]] e tutta la catena delle [[Alpi Orientali]], che comprende [[Trentino-Alto Adige]], Veneto e [[Friuli-Venezia Giulia]].
== Preistoria ==
{{vedi anche|Veneti|Regio X Venetia et Histria}}▼
[[File:Iron Age Italy.png|thumb|left|Il territorio occupato dai [[Paleoveneti]]]]
[[File:Regio X Venetia et Istria.jpg|thumb|La [[Regio X Venetia et Histria]]]]
Il Veneto era abitato già
Uno studio [[Genetica|genetico]] comparato sul [[DNA antico]] di oltre 50 resti ossei ritrovati in Europa, ha individuato una serie di [[Cluster genico|cluster genici]], tra i quali il ''cluster di Villabruna'', dal nome del reperto genico più antico, il ''Cacciatore della Val Rosna'' ritrovato nei ''Ripari Villabruna''. Il cluster è caratterizzato dalla presenza dell'[[Aplogruppo R1b (Y-DNA)|aplogruppo R1b]], quello maggiormente presente dei moderni europei, di fatto la loro più antica testimonianza genetica in [[Europa occidentale]]. Il cluster rappresenta un elemento di discontinuità nella storia genetica europea, venendo a sostiuire, dopo l'[[ultimo massimo glaciale]], le precedenti popolazioni [[Magdaleniano|maddaleniane]] dell'Europa occidentale; orginatosi nell'arco alpino italiano durante l'epigravettiano, si ipotizza sia giunto in Italia dai Balcani<ref>{{Cita|titolo=Palaeogenomics of Upper Palaeolithic to Neolithic European hunter-gatherers||2023 Palaeogenomics}}</ref>.
Al neoloitico risalgono i resti di un villaggio frequentato tra il IV e il III secolo a.C., al [[Molino Casarotto]] alle pendici dei Colli Berici in [[provincia di Vicenza]], che ha restituito diverso materiale [[Terracotta|fittile]], in parte attribuito alla [[cultura dei vasi a bocca quadrata]]<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchaeologicalProperty/0500590516|titolo=Fimon - Molino Casarotto (sito pluristratificato) Arcugnano,Neolitico|sito=catalogo.beniculturali.it|accesso=2025-10-14}}</ref>.
== Storia antica ==
▲{{vedi anche|Veneti|Regio X Venetia et Histria}}
Insdediamenti successivi degli [[Euganei]], che in epoca protostorica fu occupato dal popolo dei [[Veneti]]. [[Tito Livio]], nativo di [[Padova]], inizia la sua monumentale storia di [[Roma]] con il mito di [[Antenore]] che, fuggendo da [[Troia]] in fiamme e guidando un gruppo di Troiani e di Eneti, popolo alleato proveniente dalla [[Paflagonia]], giunge nell'attuale [[Golfo di Venezia]]. Nella terra estesa tra le [[Alpi]] e il [[mare Adriatico]], dopo aver scacciato gli Euganei, si insediano così queste genti che nel loro insieme si chiameranno Veneti.
Antenore stesso sarebbe stato il fondatore di [[Padova]]. Secondo una leggenda analoga [[Diomede]] avrebbe fondato [[Adria]] mentre Clodio avrebbe fondato [[Chioggia]]. Sono comunque di certa origine rigoni molte importanti città, quali [[Concordia Sagittaria|Concordia]], [[Oderzo]] (fra le più antiche - IX-VIII secolo a.C.), [[Este]], [[Treviso]], [[Belluno]], [[Altino (città romana)|Altino]], [[Vicenza]] e forse [[Verona]].
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Il primo ripetuto storico dove si attesta la presenza dei Veneti è sulla [[Stele di Isola Vicentina]] dove è presente l'incisione ''Venetkens'', aggettivo derivato dal nome della popolazione stessa.
La provenienza anatolica dei Veneti adriatici non è accettata da tutti gli autori antichi ed è ancor oggi oggetto di discussione. Le fonti antiche tramandano l'esistenza di vari filoni dell'etnìa veneta, dalla [[Bretagna]], alla [[Lusazia]], fra [[Germania]] e [[Polonia]], all'[[Epiro]] in [[Grecia]], all'[[Anatolia]]. Legati all'etnico veneto sarebbero diversi toponimi (ad es. la [[Vindelicia]], regione corrispondente all'attuale [[Baviera]], Vindebona - l'attuale [[Vienna]]) e i nomi attribuiti a popoli di origine slava in diverse lingue europee. Secondo alcuni studiosi, sarebbero queste testimonianze di un'unica civiltà indoeuropea che si estendeva dal [[Mar Baltico|Baltico]] all'Adriatico, riconducibile ai cosiddetti popoli dei [[Cultura dei campi di urne|Campi delle Urne]].
Il processo di romanizzazione della ''Venetia'' è avvenuto in maniera graduale e senza traumi o conquiste
In epoca augustea il territorio dei veneti venne unificato e dotato di riconoscimento ufficiale con la creazione della [[Regio X Venetia et Histria]]. La città maggiore era [[Aquileia]], sebbene il concetto di 'capitale regionale' fosse estraneo alla pensiero istituzionale dell'Alto Impero. [[Diocleziano]] la trasformò in ''Provincia Venetiae et Histriae'', mantenendone i confini sostanzialmente inalterati.
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[[File:Third Italian War of Independence It.svg|thumb|La situazione alla vigilia della [[terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]]]]
L'annessione del Veneto al Regno d'Italia avvenne nel [[1866]] al termine della [[terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]] quando la [[Prussia]], d'intesa con l'Italia, dichiarò guerra all'Austria. Le truppe del generale [[Enrico Cialdini]] furono [[Battaglia di Custoza (1866)|sconfitte a Custoza]], una settimana dopo, ma le formazioni di Garibaldi scompigliarono le difese austriache nel Trentino e cominciarono ad avanzare. I prussiani, nel frattempo, battevano le truppe imperiali a [[Battaglia di Sadowa|Sadowa]], in Boemia. Nella [[battaglia di Lissa]] la flotta italiana perse due navi e subì una sconfitta. Nel Veneto e nel Trentino, tuttavia, la guerra non era ancora conclusa. Mentre le truppe regolari italiane sembravano decise a riprendere l'iniziativa, [[Giuseppe Garibaldi]] sconfisse gli austriaci nella [[battaglia di Bezzecca]] e una colonna comandata da [[Giacomo Medici]] si spinse sino a pochi chilometri da Trento. Austria e Prussia firmarono accordi di pace, e costrinsero in tal modo gli italiani, isolati, a interrompere le operazioni militari e ad accettare l'[[armistizio di Cormons]]. Nelle settimane seguenti, con la sottoscrizione del [[Trattato di Vienna (1866)|Trattato di Vienna]] del 3 ottobre fu deciso che l'Italia avrebbe avuto il Veneto, ma l'Austria non volle consegnarlo direttamente a una nazione da cui non si considerava sconfitta. Lo cedette quindi alla Francia, nell'intesa che [[Napoleone III]] lo consegnasse a [[Vittorio Emanuele II]], previa organizzazione del [[plebiscito del Veneto del 1866|plebiscito]] che si tenne il 21 e 22 ottobre a suffragio universale maschile<ref>In una stanza dell'Hotel Europa lungo il Canal Grande, il 19 ottobre, il generale francese Leboeuf consegnò il Veneto a tre notabili: il conte Luigi Michiel, veneziano, Edoardo De Betta, veronese, Achille Emi-Kelder, mantovano. Questi, a loro volta, lo "deposero" nelle mani del commissario del Re conte Genova Thaon di Revel e il giorno dopo sulla "Gazzetta di Venezia" apparve un anonimo trafiletto: "Questa mattina in una camera dell'albergo d'Europa si è fatta la cessione del Veneto". Il generale Le Boeuf scrive a La Valette il 15 settembre: "Nutre inquietudini per l'ordine pubblico: le municipalità fanno entrare le truppe italiane o si intendono col re, che governa una gran parte: egli deve lasciar fare. Il plebiscito non si potrà fare che col re e col governo"</ref>. Su una popolazione di 2.603.009 persone<ref>Inclusi bambini e donne, che non avevano diritto al voto</ref>, i votanti furono 647.426 e i voti contrari 69. I voti favorevoli sono attorno al 99,99%. Le autorità comunali avevano preparato e distribuito dei biglietti col SÌ e col NO di colore diverso; inoltre ogni elettore presentandosi ai componenti
Il generale francese Leboeuf consegnò il Veneto a tre notabili: il conte Luigi Michiel, veneziano, Edoardo De Betta, veronese, Achille Emi-Kelder, mantovano.
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Sia le Venezie che la Provincia di Mantova furono annesse al Regno d'Italia con Regio Decreto n.3300 del 4 novembre 1866 e con la Legge n.3841 del 18 luglio 1867<ref>{{Cita web | url = https://sites.google.com/site/mantualex/ | titolo = Leggi e Decreti sull'unificazione della Provincia di Mantova al Regno d'Italia | accesso = 31 dicembre 2009 | editore = Mantualex | dataarchivio = 11 settembre 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130911031807/https://sites.google.com/site/mantualex/ | urlmorto = sì }}</ref>.
I [[Cattolicesimo intransigente|cattolici intransigenti]], di cui il Veneto fu a lungo una "roccaforte", non accolsero favorevolmente l'unificazione; particolarmente polemico fu il giornalista padovano [[Giuseppe Sacchetti]] (1845-1906), che nel suo settimanale ''Il Codino'', ancora nel 1872, scrisse: «figure triste de Talgiani»<ref>{{Cita libro|autore=Riccardo Pasqualin|titolo=Il Codino. Un giornale padovano filocarlista|anno=2024|editore=Solfanelli|città=Chieti|
=== Il Veneto nel Regno d'Italia ===
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Durante gli [[anni 1950|anni cinquanta]] l'attività industriale di Porto Marghera iniziò a riprendersi dalle devastazioni portate dal conflitto, riprendendo a crescere, fino a raggiungere la massima espansione negli [[anni 1960|anni sessanta]], quando il polo industriale divenne uno dei più importanti d'Europa.
A partire dagli [[anni 1980|anni ottanta]], al
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|anno=2023|titolo=Palaeogenomics of Upper Palaeolithic to Neolithic European hunter-gatherers|autore1=Posth C|autore2=Yu H|autore3=Ghalichi A|autore4=Rougier H|autore5=Crevecoeur I|autore6=Huang Y|autore7=Ringbauer H|autore8=Rohrlach AB|autore9=Nägele K|autore10=Villalba-Mouco V|autore11=Radzeviciute R|autore12=Ferraz T|autore13=Stoessel A|autore14=Tukhbatova R|autore15=Drucker DG|autore16=Lari M|autore17=Modi A|autore18=Vai S|autore19=Saupe T|autore20=Scheib CL|autore21=Catalano G|autore22=Pagani L|autore23=Talamo S|autore24=Fewlass H|autore25=Klaric L|autore26=Morala A|autore27=Rué M|autore28=Madelaine S|autore29=Crépin L|autore30=Caverne JB|autore31=Bocaege E|autore32=Ricci S|autore33=Boschin F|autore34=Bayle P|autore35=Maureille B|autore36=Le Brun-Ricalens F|autore37=Bordes JG|autore38=Oxilia G|autore39=Bortolini E|autore40=Bignon-Lau O|autore41=Debout G|autore42=Orliac M|autore43=Zazzo A|autore44=Sparacello V|autore45=Starnini E|autore46=Sineo L|autore47=van der Plicht J|autore48=Pecqueur L|autore49=Merceron G|autore50=Garcia G|autore51=Leuvrey JM|autore52=Garcia CB|autore53=Gómez-Olivencia A|autore54=Połtowicz-Bobak M|autore55=Bobak D|autore56=Le Luyer M|autore57=Storm P|autore58=Hoffmann C|autore59=Kabaciński J|autore60=Filimonova T|autore61=Shnaider S|autore62=Berezina N|autore63=González-Rabanal B|autore64=González Morales MR|autore65=Marín-Arroyo AB|autore66=López B|autore67=Alonso-Llamazares C|autore68=Ronchitelli A|autore69=Polet C|autore70=Jadin I|autore71=Cauwe N|autore72=Soler J|autore73=Coromina N|autore74=Rufí I|autore75=Cottiaux R|autore76=Clark G|autore77=Straus LG|autore78=Julien MA|autore79=Renhart S|autore80=Talaa D|autore81=Benazzi S|autore82=Romandini M|autore83=Amkreutz L|autore84=Bocherens H|autore85=Wißing C|autore86=Villotte S|autore87=de Pablo JF|autore88=Gómez-Puche M|autore89=Esquembre-Bebia MA|autore90=Bodu P|autore91=Smits L|autore92=Souffi B|autore93=Jankauskas R|autore94=Kozakaitė J|autore95=Cupillard C|autore96=Benthien H|autore97=Wehrberger K|autore98=Schmitz RW|autore99=Feine SC|autore100=Schüler T|autore101=Thevenet C|autore102=Grigorescu D|autore103=Lüth F|autore104=Kotula A|autore105=Piezonka H|autore106=Schopper F|autore107=Svoboda J|autore108=Sázelová S|autore109=Chizhevsky A|autore110=Khokhlov A|autore111=Conard NJ|autore112=Valentin F|autore113=Harvati K|autore114=Semal P|autore115=Jungklaus B|autore116=Suvorov A|autore117=Schulting R|autore118=Moiseyev V|autore119=Mannermaa K|autore120=Buzhilova A|autore121=Terberger T|autore122=Caramelli D|autore123=Altena E|autore124=Haak W|autore125=Krause J.|rivista=Nature|volume=615|pp=117-126|doi=10.1038/s41586-023-05726-0|lingua=en|accesso=22 giugno 2025|cid=2023 Palaeogenomics}}}
== Voci correlate ==
* [[Veneti]]
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