Chiarissimo Fancelli: differenze tra le versioni

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|LuogoNascita = Settignano
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = prima del [[1588]]
|LuogoMorte = Firenze
|GiornoMeseMorte = 23 maggio
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Visse il tramonto della grande maniera e la nascita del barocco all'inizio di un periodo nel quale [[Firenze]] cominciò a mostrare i segni del suo declino artistico.
 
Entrò nella bottega di [[Giovanni Caccini]] dove apprese l'arte della scultura e del restauro delle antiche statue. Fra le sue prime opere il Baldinucci cita un pergamo e le statue di ''Santa Cristina'' e ''Santa Maria Maddalena'' per il [[Duomo di Pisa]] che nel volume ''Nuova guida per la città di Pisa'' del [[1833]] vengono datate [[1588]] il che ci fa capire che il Fancelli sia nato prima di questa data e abbastanza adulto da compiere delle sculture di propria mano.
 
Chiamato a corte da [[Cosimo II de' Medici]] fece un busto del Granduca posto in un palazzo in [[Borgo Santi Apostoli]] già proprietà delle Monache di Candeli<ref>''L'Illustratore Fiorentino'' (1906) p. 9</ref>. Da questo momento fu chiamato sempre più spesso per varie commissioni come il restauro di alcune statue antiche che si trovavano nella [[Galleria degli Uffizi]] e nella raccolta di [[Palazzo Pitti]] e per le quali, il giorno 29 febbraio [[1619]], probabilmente una statua romana di [[Ercole]], viene pagato nella misura di Lire 119.
 
{{citazione|...per havere ristaurato una testa anticha grande quanto naturale di marmo, rifattogli e' capelli dinanzi e di dreto e fattogli il suo busto, che ha una pelle in su la spalla e fattolo arrotare e attaccatovi il suo peduccio...|Gabriella Capecchi, Maria Grazia Marzi, Vincenzo Saladino, ''I granduchi di Toscana e l'antico: acquisti, restauri, allestimenti'', L. S. Olschki, 2008, p. 76}}
 
[[File:Fontana di piazza del grano, mascherone 03.JPG|thumb|left|upright=0.7|Fontana con ''Mascherone'' o ''dello Sprone'', [[Loggia del Grano]], [[Firenze]]]]
Oltre ad altre 168 lire per aver restaurato una statua della dea ''[[Vesta]]'' in alabastro greco.<ref>Paola Barocchi, Giovanna Gaeta Bertelà, ''Collezionismo mediceo e storia artistica: Da Cosimo I a Cosimo II, 1540-1621'', Studio per edizione scelte, 2002, p. 150</ref>
 
Un altro busto del Granduca si trova sul cornicione di [[Torri di Corso Donati|Palazzo Donati]] in [[Borgo Albizi]], ma la sua opera più famosa fu la decorazione della [[Loggia del Grano]] con mascheroni che abbellivano gli angoli dell'edificio costruito da [[Giulio Parigi]] nel [[1619]]. Come dice il Baldinucci:
 
{{citazione|...che adorna nella esterior parte la loggia della piazza del grano}}
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I suoi ''Mascheroni'' richiamano palesemente l'esempio [[Bernardo Buontalenti|buontalentiano]] della [[Fontana dello Sprone]] aggiungendovi un manierismo ormai estremo nella trasfigurazione degli ornamenti, volti bacchici mutuati dal teatro barocco dell'invenzione, non più legati alle forme pure del [[Rinascimento]] con volumi ben dosati, ma che escono dalle loro stesse cornici creando ali e cartigli.
 
Nel [[1622]] lavora a [[Livorno]] nel [[Palazzo della Colonnella]] dove scolpisce altri busti dei Principi Medicei anche se curiosamente viene definito: ''"scultore Sanese"'' e non fiorentino.<ref>Giuseppe Vivoli, Cesare Caporali, ''Annali di Livorno dalla sua origine sino all'anno 1840: colle notizie riguardanti i luoghi pilu notevoli antichi e moderni dei suoi contorni'', Volume 3, Tipografia Giulio Sardi, 1844, p. 390</ref>
 
Fra le sue opere più celebri si può annoverare la ''Statua di Vulcano'' posta nel giardino di [[Palazzo Pitti]] abitazione del Granduca di Toscana.
 
Nel [[1624]] è citata una sua posizione di prestigio all'interno dell'[[Accademia delle arti del disegno|Accademia del Disegno]], dato che in un documento datato 21 settembre [[1624]] i soci vengono invitati a pagare la tassa d'iscrizione allo scultore fiorentino.<ref>Miria Fanucci Lovitch, ''Artisti attivi a Pisa fra XIII e XVIII secolo'', Pacini, 1991 p. 3</ref>
 
Mentre a [[Pisa]] decorò [[Palazzo alla Giornata|Palazzo Lanfreducci alla Giornata]] sul Lungarno Pacinotti con lo stemma della casata. Nel [[1627]] venne incaricato di ricomporre ed integrare il [[pulpito]] di [[Giovanni Pisano]] danneggiato dall'incendio del [[1595]], ma finì per utilizzarne pochissime parti e realizzò di fatto un nuovo pulpito di forma rettangolare posto verso metà navata destra della cattedrale. Successivamente, quando nel [[1926]] il pulpito di Giovanni Pisano venne riassemblato nella maniera ritenuta all'epoca più vicina possibile all'originale, il pulpito di Fancelli, senza le parti del Pisano, venne spostato nella [[Chiesachiesa di Santo Stefano dei Cavalieri]].
 
Secondo il Baldinucci Chiarissimo Fancelli morì a [[Firenze]] il 23 maggio del [[1632]] e sepolto nella [[Basilica della Santissima Annunziata]]. Tra i suoi allievi [[Domenico Pieratti]] e [[Giovanni Battista Pieratti]] ma il più celebre fu [[Giovanni Gonnelli]] più conosciuto come il ''Cieco da Gambassi''.
 
==Note==
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==Altre opere==
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File:Palazzo donati portale.JPG|Busto di Cosimo II de' Medici, Palazzo Donati
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==Note==
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==Bibliografia==
*Filippo Baldinucci, ''Notizie de' Professori del Disegno, Da Cimabue in qua'', 1681.
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*Carlo Sisi, ''Storia delle arti in Toscana: Il Seicento'', Edifir, 2001
*Paola Barocchi, Giovanna Gaeta Bertelà, ''Collezionismo mediceo e storia artistica: Da Cosimo I a Cosimo II, 1540-1621'', Studio per edizione scelte, 2002
 
==Voci correlate==
*[[Seicento fiorentino]]
 
== Altri progetti ==
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{{Controllo di autorità}}
{{portale|biografie|Firenze|scultura}}
 
[[Categoria:Artisti di scuola fiorentina]]