Chiarissimo Fancelli: differenze tra le versioni

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[[File:Boboli, emiciclo statua di vulcano 01.JPG|thumb|right|250px|''Statua di Vulcano'', [[Giardino di Boboli]], [[Firenze]]]]
{{Bio
|Nome = Chiarissimo d'Antonio
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|LuogoNascita = Settignano
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = prima del [[1588]]
|LuogoMorte = Firenze
|GiornoMeseMorte = 23 maggio
|AnnoMorte = 1632
|Attività = scultore
|Epoca = 1600
|Attività = scultore
|Nazionalità = italiano
|Immagine =
}}
==Vita e opere==
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Visse il tramonto della grande maniera e la nascita del barocco all'inizio di un periodo nel quale [[Firenze]] cominciò a mostrare i segni del suo declino artistico.
 
Entrò nella bottega di [[Giovanni Caccini]] dove apprese l'arte della scultura e del restauro delle antiche statue. Fra le sue prime opere il Baldinucci cita un pergamo e le statue di ''Santa Cristina'' e ''Santa Maria Maddalena'' per il [[Duomo di Pisa]] che nel volume ''Nuova guida per la città di Pisa'' del [[1833]] vengono datate [[1588]] il che ci fa capire che il Fancelli sia nato prima di questa data e abbastanza adulto da compiere delle sculture di propria mano.
 
Chiamato a corte da [[Cosimo II de' Medici]] fece un busto del Granduca posto in un palazzo in [[Borgo Santi Apostoli]] già proprietà delle Monache di Candeli<ref>''L'Illustratore Fiorentino'' (1906) p. 9</ref>. Da questo momento fu chiamato sempre più spesso per varie commissioni come il restauro di alcune statue antiche che si trovavano nella [[Galleria degli Uffizi]] e nella raccolta di [[Palazzo Pitti]] e per le quali, il giorno [[29 febbraio]] [[1619]], probabilmente una statua romana di [[Ercole]], viene pagato nella misura di Lire 119.
 
{{quotecitazione|...per havere ristaurato una testa anticha grande quanto naturale di marmo, rifattogli e' capelli dinanzi e di dreto e fattogli il suo busto, che ha una pelle in su la spalla e fattolo arrotare e attaccatovi il suo peduccio...|Gabriella Capecchi, Maria Grazia Marzi, Vincenzo Saladino, ''I granduchi di Toscana e l'antico: acquisti, restauri, allestimenti'', L. S. Olschki, 2008, p. 76}}
 
Oltre ad altre 168 lire per aver restaurato una statua della dea ''[[Vesta]]'' in alabastro greco.<ref>Paola Barocchi, Giovanna Gaeta Bertelà, ''Collezionismo mediceo e storia artistica: Da Cosimo I a Cosimo II, 1540-1621'', Studio per edizione scelte, 2002, p. 150</ref>
[[File:Loggia del grano, mascherone 04.jpg|thumb|left|150px|Fontana con ''Mascherone'' o ''dello Sprone'', [[Loggia del Grano]], [[Firenze]]]]
Oltre ad altre 168 lire per aver restaurato una statua della dea ''[[Vesta]]'' in alabastro greco.<ref>Paola Barocchi, Giovanna Gaeta Bertelà, ''Collezionismo mediceo e storia artistica: Da Cosimo I a Cosimo II, 1540-1621'', Studio per edizione scelte, 2002, p. 150</ref>
 
Un altro busto del Granduca si trova sul cornicione di [[Torri di Corso Donati|Palazzo Donati]] in [[Borgo Albizi]], ma la sua opera più famosa fu la decorazione della [[Loggia del Grano]] con mascheroni che abbellivano gli angoli dell'edificio costruito da [[Giulio Parigi]] nel [[1619]]. Come dice il Baldinucci:
 
{{quotecitazione|...che adorna nella esterior parte la loggia della piazza del grano}}
 
I suoi ''Mascheroni'' richiamano palesemente l'esempio [[Bernardo Buontalenti|buontalentiano]] della [[Fontana dello Sprone]] aggiungendovi un manierismo ormai estremo nella trasfigurazione degli ornamenti, volti bacchici mutuati dal teatro barocco dell'invenzione, non più legati alle forme pure del [[Rinascimento]] con volumi ben dosati, ma che escono dalle loro stesse cornici creando ali e cartigli.
 
Nel [[1622]] lavora a [[Livorno]] nel [[Palazzo della Colonnella]] dove scolpisce altri busti dei Principi Medicei anche se curiosamente viene definito: ''"scultore Sanese"'' e non fiorentino.<ref>Giuseppe Vivoli, Cesare Caporali, ''Annali di Livorno dalla sua origine sino all'anno 1840: colle notizie riguardanti i luoghi pilu notevoli antichi e moderni dei suoi contorni'', Volume 3, Tipografia Giulio Sardi, 1844, p. 390</ref>
 
Fra le sue opere più celebri si può annoverare la ''Statua di Vulcano'' posta nel giardino di [[Palazzo Pitti]] abitazione del Granduca di Toscana.
 
Nel [[1624]] è citata una sua posizione di prestigio all'interno dell'[[Accademia deldelle Disegnoarti del (Firenze)disegno|Accademia del Disegno]], dato che in un documento datato [[21 settembre]] [[1624]] i soci vengono invitati a pagare la tassa d'iscrizione allo scultore fiorentino.<ref>Miria Fanucci Lovitch, ''Artisti attivi a Pisa fra XIII e XVIII secolo'', Pacini, 1991 p. 3</ref>
 
Mentre a [[Pisa]] decorò [[Palazzo alla Giornata|Palazzo Lanfreducci alla Giornata]] sul Lungarno Pacinotti con lo stemma della casata. eNel 1627 venne incaricato di ricomporre ed feceintegrare il [[pulpito]] delladi [[ChiesaGiovanni Pisano]] danneggiato dall'incendio del 1595, ma finì per utilizzarne pochissime parti e realizzò di Santofatto Stefanoun deinuovo Cavalieri]]pulpito di forma rettangolare posto verso metà navata destra della cattedrale. Successivamente, quando nel 1926 il pulpito di Giovanni Pisano venne riassemblato nella maniera ritenuta all'epoca più vicina possibile all'originale, il pulpito di Fancelli, senza le parti del Pisano, venne spostato nella [[1627chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri]].
 
Secondo il Baldinucci Chiarissimo Fancelli morì a [[Firenze]] il [[23 maggio]] del [[1632]] e sepolto nella [[Basilica della Santissima Annunziata]]. Tra i suoi allievi [[Domenico Pieratti]] e [[Giovanni Battista Pieratti]] ma il più celebre fu [[Giovanni Francesco Gonnelli]] più conosciuto come il ''Cieco dida Gambassi''.
 
==Note==
<references/>
 
==Altre opere==
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File:Palazzo donati portale.JPG|Busto di Cosimo II de' Medici, Palazzo Donati
</gallery>
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*Filippo Baldinucci, ''Notizie de' Professori del Disegno, Da Cimabue in qua'', [[1681]].
*Sandro Bellesi, ''Chiarissimo Fancelli'' in ''Dizionario Biografico degli italiani'', Vol. 44, Roma 1994 p. &nbsp;524
*Claudio Pizzorusso, ''A Boboli e altrove: sculture e scultori fiorentini del Seicento'', Olschki, 1989
* Mostra ''Il Seicento fiorentino: arte a Firenze da Ferdinando I a Cosimo III'' Palazzo Strozzi 21 dicembre 1986-4 maggio 1987, Cantini, 1986
*Carlo Sisi, ''Storia delle arti in Toscana: Il Seicento'', Edifir, 2001
*Paola Barocchi, Giovanna Gaeta Bertelà, ''Collezionismo mediceo e storia artistica: Da Cosimo I a Cosimo II, 1540-1621'', Studio per edizione scelte, 2002
 
==Voci correlate==
*[[Seicento fiorentino]]
 
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