Massimiliano Soldani Benzi: differenze tra le versioni

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[[File:Massimiliano Soldani Benzi - The Sacrifice of Jephthah's Daughter.JPG|thumb|Il sacrificio della figlia di Jeptah (1722)]]
{{Bio
|Nome = Massimiliano
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|Nazionalità = italiano
}}
[[File:Massimiliano Soldani Benzi - The Sacrifice of Jephthah's Daughter.JPG|thumb|Il sacrificio della figlia di Jeptah (1722)]]
 
«''Per i suoi Principi parimenti fece opere varie d'oro e di bronzo, per Principi oltramontani gruppi, bassi rilievi e statue, e per tutto fece risonare glorioso il suo nome''»<ref>Pellegrino Antonio Orlandi, ''Abecedario pittorico'', pag. 319</ref>.
 
==Biografia==
Rampollo dei Soldani, ricca famiglia montevarchina, e dei Benzi, nobile famiglia di [[Figline Valdarno]] e magnati della città di Firenze, nacque in Montevarchi e qui fu battezzato il 15 luglio 1656 nella [[chiesa di Sant'Andrea Apostolo a Cennano]]. I Soldani, la famiglia paterna, oltre al palazzo signorile nella via maestra di Montevarchi possedevano anche la [[Fattoria di Petriolo]] a Galatrona, nei pressi di [[Mercatale-Torre|Mercatale]], dove Massimiliano passò tutta la sua infanzia e dove fin dall'inizio dimostrò un precoce talento scultoreo tanto che, ancora bambino, si divertiva a modellare delle figurine in argilla che poi il padre faceva cuocere. Un cappuccino che frequentava la casa, probabilmente del [[Convento dei Cappuccini (Montevarchi)|convento di Montevarchi]], gli insegnò poi a preparare i colori e a smaltare la terracotta<ref>Joseph Fr. Michaud, Louis Gabriel, ''Biographie universelle, ancienne et moderne'', Paris, Michaud freres, 1825, Vol. 43, pag.6</ref>.
 
Qualche anno dopo, nel 1678, dipinse su tela un'Annunciazione che convinse uno dei suoi zii ad indirizzarlo alla scuola di disegno di [[Baldassarre Franceschini]] detto il Volterrano. Fu affidato alle cure di [[Giuseppe Arrighi]], il miglior allievo di Franceschini, e la scelta fu quanto mai azzeccata se, dopo due anni, [[Cosimo III]] in persona volle che Massimiliano si perfezionasse a Roma alla scuola d'arte da lui istituita e diretta dal pittore [[Ciro Ferri]] e dallo scultore [[Ercole Ferrata]]. Rimase a Roma quattro anni dove si guadagnò grande fama realizzando ritratti in medaglia di personaggi illustri come [[Cristina di Svezia]], i cardinali [[Decio Azzolino il Giovane|Azzolino]], [[Flavio Chigi (1631-1693)|Chigi]] e [[Felice Rospigliosi|Rospigliosi]], per non parlare di [[papa Innocenzo XI]]. Ma ne fece una anche a ciascuno dei suoi maestri.
 
Il granduca lo richiamò a Firenze nel 1684 per impiegarlo alla zecca granducale, permettendogli anche di avere, all'interno dell'edificio, un suo laboratorio privato. Poco dopo, però, venne «''mandato a Parigi dal suo Sovrano per raffinarsi nello studio delle medaglie'' [e qui] ''ebbe l'onore di fare in medaglia di straordinaria grandezza il ritratto di [[Luigi XIV]]''»<ref>pellegrino, cit. pag. 319</ref>. Tanti successi, quando tornò a Firenze nel 1686, gli valsero il titolo di ''Mastro dei Conii'' e ''Custode della Zecca'', le due massime cariche dell'istituto che lasciò al suo allievo [[Lorenzo Maria Weber]] solo nel 1723.
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Nel 1698<ref>Chiarini M., Pizzorusso C., ''Sustermans. Sessant'anni alla Corte dei Medici'', Centro Di, 1983, pag. 122</ref> sposò la figlia del fu pittore di corte [[Justus Sustermans]], di cui aveva preso il posto a [[Palazzo Pitti]] già dal 1684 con la nomina a professore dell'Accademia del Disegno.
 
Per i suoi lavori da libero professionista Soldani riceveva nel laboratorio privato presso la zecca e, per gestire i committenti, si affidava a due agenti di fiducia: [[Lorenzo Magnolfi]] e [[Giovanni Giacomo Zamboni]]. Infatti Soldani, che non aveva una bottega ma un vero e proprio studio, riceveva solo su appuntamento che ci si poteva procurare soltanto ricorrendo a Magnolfi o a Zamboni che però la mettevano sempre sul difficile. Questo perché Soldani aveva una concezione elitaria della produzione artistica dove l'acquisizione delle opere non era solo questione di grande ricchezza e cultura ma anche di possedere i contatti giusti<ref>Cinzia Maria Sicca, Alison Yarrington, ''The lustrous trade : material culture and the history of sculpture in England and Italy, c.1700-c.1860'', London, Leicester University Press, 2000, pag. 5</ref>: insomma un'opera bisognava davvero volerla. Naturalmente, il tutto, faceva lievitare enormemente i prezzi dei suoi lavori. Per esempio [[John Inglis]], medico personale di [[Guglielmo III d'Inghilterra|Guglielmo III]] e poi della regina [[Anna di Gran Bretagna|Anna]], si fece ritrarre in medaglia nel 1703 ma non volle mai rivelare a nessuno come ci fosse riuscito e quanto gli fosse costato. Lo stesso per Sirsir [[Henry Newton (diplomatico)|Henry Newton]], ambasciatore inglese a Firenze, che nel 1709 convinse Soldani a ritrarlo in quella che è considerata la più bella medaglia del maestro<ref>Edward Chaney, Peter Mack, ''England and the Continental Renaissance: Essays in Honour of [[J. B. Trapp]]'', Woodbridge, New York, The Boydell Press, 1994 pag. 198</ref>.
 
Oltre alle medaglie che lo resero una star del cesello, tra le altre sue opere più celebri la ''Venere dei Medici'' e il ''Fauno Danzante'' realizzate in bronzo da originali in marmo della collezione granducale per conto di [[John Churchill]], primo Duca di Malborough, nel 1711. Ancora visibili nella Hall del Palazzo di Blenheim sono ritenute due meraviglie del patrimonio artistico inglese<ref>John Britton, Joseph Nightingale, ''The Beauties of England and Wales'', London, Printed by Thomas Maiden, for Vernor and Hood, 1801-1816 o William Eccles, bookseller William Eccles, ''A New Guide to Blenheim, the Seat of the Duke of Marlborough'', Woodstock, W. Eccles, 1861</ref>. Notevoli anche i modelli in cera realizzati per le sculture di ceramica della ''Manifattura di Doccia'', oggi in mostra al museo [[Richard-Ginori]].
 
Continuò con i lavori su commissione fino a quando non si ritirò definitivamente dall'attività artistica nel 1736 e si trasferì nel suo palazzo di [[Montevarchi]] dove, tra il 1706 e il 1709, aveva diretto i lavori di riedificazione della [[Collegiata di San Lorenzo (Montevarchi)|Collegiatacollegiata di S.San Lorenzo]] ede vi era proposto suo fratello Angiolo Domenico. Massimiliano, a Montevarchi, aveva anche due sorelle entrambe monache ma una agostiniana nel [[Monastero di Santa Maria del Latte (Montevarchi)|Monasteromonastero di Santa Maria del Latte]] e l'altra benedettina in quello di [[Monastero della Ginestra|Sant'Angelo alla Ginestra]]. Morì tre anni più tardi per un [[colpo apoplettico]].
 
LeVenne sue ceneri riposano, o almeno riposavano,tumulato nella [[Chiesa di San Pier Maggiore (Firenze)|chiesa di San Pier Maggiore]] a Firenze.
 
==Note==
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*Cyril Humphris (Firm), ''Pisanello to Soldani : commemorative medallions, 1446-1710'', London, Cyril Humphris, 1993
*Michael Camille, Adrian Rifkin, ''Other Objects of Desire: Collectors and Collecting Queerly'', Oxford UK, Malden Mass., Blackwell Publishers, 2001
==Voci correlate==
*[[Seicento fiorentino]]
 
== Altri progetti ==