Palazzo Fenzi: differenze tra le versioni
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}}
'''Palazzo [[Fenzi]]''', o '''
==Storia==
L'edificio appare segnalato da [[Ferdinando Ruggieri]] come opera di [[Giulio Parigi]] (che sicuramente partecipò all'impresa con la fornitura del disegno di uno stemma). Fatta eccezione per questa voce, la letteratura riconosce invece all'unanimità il progettista in [[Gherardo Silvani]], con un cantiere avviato nel 1628-1630 per la famiglia Castelli, in un'area dove insistevano undici piccole case acquistate dagli stessi Castelli tra il 1618 e il 1638 e tra le quali, secondo [[Federico Fantozzi]], era una già di [[Benedetto da Maiano]].
[[
Il palazzo è ricordato da [[Filippo Baldinucci]] come "uno de' più vaghi e nobili edifici, che da altri gentiluomini siano stati fatti in Firenze nel presente secolo". Ugualmente lo si trova segnalato nella guida di [[Giovanni Cinelli Calvoli]] e [[Francesco Bocchi]]: "ha una bella e adorna facciata, e un terrazzino i di cui beccatelli sono due arpie molto acconciamente, e con molta diligenza fatte dal Ferrucci, ed in oltre vi è uno sfondato, che con buona lontananza corrisponde in [[via Larga]], cosa molto degna".
[[Immagine:Palazzo san gallo, stemma.JPG|thumb|left|Lo stemma dei Fenzi]]▼
Con tali caratteristiche il palazzo fu ereditato all'estinzione della casata dai [[Marucelli]], nel 1659; a questi si devono interventi di ampliamento databili alla seconda metà del Seicento, legati al matrimonio tra Giuseppe Marucelli con Maria Francesca di Palla [[Rucellai]] (1672), che portarono alla definizione di due ali laterali più basse, come documentato dalle tavole di [[Ferdinando Ruggieri]]. Durante il Settecento il palazzo visse il periodo di maggior splendore e venne arricchito di importanti affreschi nelle sale al pian terreno, tra i quali spiccano le opere di [[Sebastiano Ricci]], risalenti al
Acquisito nel 1783 dai Brunaccini, il palazzo fu nel 1829 di [[Emanuele Fenzi]], importante banchiere e costruttore della [[strada ferrata Leopolda]], arricchitosi oltre che con le ferrovie, anche col commercio del tabacco. Lui e la sua famiglia promossero ulteriori interventi alla struttura, ridisegnandone gli interni e intervenendo parzialmente anche sullo stesso fronte. In questo ambito, come testimoniato anche da Federico Fantozzi (1843) venne realizzato nel 1834 "il magnifico [[cornicione]] corinzio" su disegno dell'architetto [[Giuseppe Martelli (architetto)|Giuseppe Martelli]] (ornati in pietra di [[Luigi Giovannozzi]]), che ugualmente aveva diretto i lavori per le migliorie interne (quartiere da ballo e arredi, conclusi nel 1840). Nel 1860 risultano affidati all'architetto [[Mariano Falcini]] altri lavori di sistemazione interna e, probabilmente, è a questo cantiere che deve essere ricondotto lo scalone, spesso attribuito al Martelli.
Il grave incidente sulla [[linea tranviaria Firenze-Fiesole]] del 1890, servizio finanziato dai Fenzi e inaugurato quattro giorni prima, causò la morte di alcuni passeggeri che comportarono forti esborsi per indennizzi. La banca dei Fenzi, in una situazione aggravata dal furto di contante da parte di un cassiere disonesto, entrò in crisi velocemente, e quello stesso anno il palazzo di famiglia veniva acquistato dalla [[Banca Nazionale Toscana]]. L'edificio fu oggetto di ulteriori lavori nel 1891 e, su progetto dell'architetto [[Riccardo Mazzanti]], vide la copertura del cortile e la sua trasformazione in sala di operazioni bancarie.
Tra il 1908 e il 1912 fu sede dell'[[Institut français de Florence|Istituto Francese di Firenze]], il primo istituto culturale fondato dalla Francia all'estero.
Nel 1971 il complesso fu venduto dall'Università degli Studi e, a partire dal 1975 (a seguito del progressivo deteriorarsi degli elementi lapidei del fronte con conseguente cadute di alcuni elementi del cornicione), si intervenne sia sul prospetto sia sugli spazi interni, con un complesso cantiere di restauro che ha riportato l'edificio ai suoi caratteri seicenteschi e, per gli interni, sette-ottocenteschi.
[[Immagine:Palazzo fenzi, cortile 03.JPG|thumb|Il cortile-atrio]]▼
Oggi vi ha sede il Dipartimento SAGAS (Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo) dell'[[Università degli Studi di Firenze]]<ref>{{Cita web|url=https://www.sagas.unifi.it|titolo=Dipartimento SAGAS - sito istituzionale|accesso=18 ottobre 2017}}</ref>.
==Descrizione==
[[File:Palazzo 2.JPG|thumb|Il portale del Silvani con i satiri del Curradi e l'emblema ottocentesco dei [[Fenzi]]]]
Pur tenendo presente le vicissitudini storiche, il fronte del palazzo documenta ancora oggi del progetto di [[Gherardo Silvani]]: organizzato su sette assi, è caratterizzato al terreno da [[finestre inginocchiate]] con [[timpano (architettura)|timpani]] triangolari, al primo piano con timpani curvilinei e poggianti sul [[cornicione]], al livello superiore pressoché quadrate e trabeate. A qualificare il disegno è tuttavia il grande portale centinato centrale, con terrazzino sovrastante retto da mensoloni con figure grottesche di satiri innestate in capricciose volute (che contrastano piacevolmente con il misurato disegno della facciata), opera di [[Raffaello Curradi]], date da [[Filippo Baldinucci]] al 1634 e dallo stesso a lungo elogiate, per il loro apportare "in un tempo stesso, diletto e stupore". Le grate delle finestre al pian terreno sono appoggiate su raffigurazioni bronzee di [[tartarughe]].
Il finestrone che si apre in asse è coronato da uno scudo con l'arme dei Fenzi (al [[sinistrocherio]] tenente un [[giglio (araldica)|giglio]] di giardino, e al [[capo d'Angiò|capo cucito d'Angiò]]), in sostituzione di un precedente dei Castelli eseguito da [[Pietro Paolo Anderlini]] su disegno di [[Giulio Parigi]]. Ottocentesco e con un chiaro riferimento alle imprese degli stessi Fenzi è, a fungere da chiave di volta dell'arco del portone, un ovale sostenuto da due [[Grifone (mitologia)|grifoni]] con una [[locomotiva]] tra il [[duomo di Firenze]] e la [[Fanale di Livorno|torre del Fanale]] di [[Livorno]] (che si dice su disegno di [[Giuseppe Poggi]]), a sostituzione di una precedente aquila bicipite. Si tratta di una chiara allusione alla fortuna economica dei Fenzi, la ferrovia Firenze-Livorno, col motto ''In Labore Virtus''.
==Interni==▼
▲[[Immagine:Palazzo fenzi, sala 1, sebastiano ricci, tela sul soffitto, amore punito 02.JPG|thumb|''Amore punito'', Sebastiano Ricci]]
Sull'arco del passo carraio posto sull'ala sinistra è uno scudo con l'arme dei Castelli (d'azzurro, alla barca al naturale fluttuante sul mare dello stesso, e accompagnata in capo da una stella a otto punte).
Il pian terreno, come già accennato, venne decorato da [[Sebastiano Ricci]] tra il [[1706]] e il [[1707]], a partire dalla sala che prospetta il giardino interno, che presenta sul soffitto ''La sconfitta di Marte e l'instaurarsi dell'Età dell'oro''. Notevoli sono anche le figure grandi in stucco che decorano gli spigoli della stanza: ''Tritoni e nereidi'' di [[Giovan Martino Portogalli]]. Completano la decorazione quattro tele seicentesche a tema idilliaco e pastorale entro ricche cornici dorate.▼
▲===Interni===
La sala successiva presenta il tema della ''Giovinezza la bivio'', dipinto forse dal nipote di Sebastiano, [[Marco Ricci]]. La seguente "Camera dell'Alcova" è divisa in due zone mediante un arco ribassato e presenta nella prima metà decorazioni in stile [[rococo]]. Da qui si poteva accedere alla "Sala dell'Amore punito", centralmente dislocata rispetto alle altre sale e che anticamente forse faceva da anticamera. Qui si trova incassata tra gli stucchi del soffitto la tela di Sebastiano Ricci con l''<nowiki>'</nowiki>Amore punito'', che dà il nome alla sala. La sala seguente ha invece un ''Trionfo della Sapienza e delle Arti sull'Ignoranza'', sempre su tela applicata al soffitto.▼
[[File:Sebastiano ricci, salone di ercole, 1706-07, quadrature di giuseppe tonelli, 01 morte di caco 1.jpg|thumb|upright=1.4|La sala di Ercole affrescata da Sebastiano Ricci]]
▲Il pian terreno, come già accennato, venne decorato da [[Sebastiano Ricci]] tra il
▲La sala successiva presenta il tema della ''Giovinezza
Il Salone di Ercole è quello che forse presenta le pitture più belle, con scene del mito di [[Ercole]] che, raccordate dalle quadrature in ''[[trompe-l'œil]]'' eseguite da [[Giuseppe Tonelli]], coprono tutte le pareti. ▼
▲Il Salone di Ercole è quello che forse presenta le pitture più belle, con scene del mito di [[Ercole]] che, raccordate dalle quadrature in ''[[trompe-l'œil]]'' eseguite da [[Giuseppe Tonelli]], coprono tutte le pareti.
Dall'atrio si sale tramite lo scalone monumentale in marmo, progettato da [[Mariano Falcini]] nel [[1860]] in stile [[neoclassico]], si accede al piano nobile, dove sono presenti sale meno sfarzose ma comunque pregevoli, dovute soprattutto alle ristrutturazioni di [[Giuseppe Martelli (architetto)|Giuseppe Martelli]] eseguite verso il [[1860]]. Il grande Salone da Ballo, oggi ''Aula Magna'', ha fregi con soggetti mitologici a ''[[grisaille]]'', opera di [[Antonio Marini]].▼
Si segnalano inoltre pitture di [[Antonio Puglieschi]] e quadrature di [[Giuseppe Tonelli]].
[[File:Sebastiano ricci, sala della giovinezza al bivio tra vizi e virtù, con stucchi di g.b. ciceri e giovanni baratta 10,0.jpg|thumb|upright=1.4|Stucchi di [[Giovan Battista Ciceri]] e [[Giovanni Baratta]] nella sala della Giovinezza al bivio, affreschi di [[Sebastiano Ricci]]]]
▲Dall'atrio si sale tramite lo scalone monumentale in marmo, progettato da [[Mariano Falcini]] nel
In una sala sul lato nord rispetto al cortile sono stati messi in luce sotto l'intonaco alcuni resti di affreschi seicenteschi attribuiti a [[Cosimo Ulivelli]], probabilmente facenti parte di un ciclo più ampio, in quello che doveva essere un salotto, oggi completamente stravolto dalla suddivisione in studi per i professori.
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La "Saletta del Bagno Veneziano" è decorata in stile [[neogotico]] ricreando l'effetto del marmo bianco su sfondo azzurro. Le altre sale del primo piano presentano quasi tutte soffitti a lacunari con stucchi dipinti con motivi naturalistici (fiori e frutta), scene mitologiche e allegoriche in uno stile tipicamente ottocentesco.
Anche il secondo piano presenta affreschi del
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<references />
==Bibliografia==
[[File:Giovan martino portogalli, tritoni e nereidi della stanza di marte in palazzo marucelli, 03.jpg|thumb|Gli stucchi del Portogalli nella sala della Guerra]]
* {{bps|Bocchi-Cinelli 1677}}, p. 561;
* {{bps|Ruggieri 1722-1728}}, III, 1728, tavv. 63-68;
* {{bps|Fantozzi 1842}}, pp. 464–465;
* {{bps|Fantozzi 1843}}, pp. 86–87, n. 182;
* {{bps|Baldinucci-Ranalli 1845-1847}}, IV, 1846, pp. 357, 427;
* {{bps|Formigli 1849}}, p. 34;
* {{bps|Firenze 1850}}, pp. 256–257;
* {{bps|Bigazzi 1886}}, p. 246;
*Giacomo Gabardi, ''Firenze elegante'', Firenze, Tipografia Ricci, 1886, pp. 33–40 (Casa Fenzi);
*''"Ricordi di Architettura. Raccolta di ricordi d'arte antica e moderna e di misurazione di monumenti"'', IV, 1894-1895, tav. III, Antico (Palazzo già sede della Banca Naz.le Toscana, Cariatidi della porta, opera di R. Curradi);
* {{bps|Limburger 1910}}, n. 248;
* {{bps|Garneri 1924}}, p. 238, n. LI;
* {{bps|Limburger-Fossi 1968}}, n. 248;
* {{bps|Ginori Lisci 1972}}, I, pp. 365–372;
*Daniels Jeffery, ''Sebastiano Ricci and the Marucelli'', in "''The Connoisseur''", 1973, 183, pp. 166–179;
* {{bps|Firenze 1974}}, p. 250;
* {{bps|Bargellini-Guarnieri 1977-1978}}, II, 1977, pp. 14–15;
* {{bps|Cresti-Zangheri 1978}}, p. 143;
*''Il palazzo per la famiglia di Emanuele Fenzi'', in ''La Firenze di Giuseppe Martelli (1792-1876). L'architettura della città fra ragione e storia'', catalogo della mostra (Firenze, Museo di Firenze com'era, 29 marzo-25 maggio 1980) a cura di Nancy Wolfers e Paolo Mazzoni, Firenze, Parretti Grafiche, 1980, pp. 49–51;
* {{bps|Firenze 1992}}, Rosamaria Martellacci, p. 145, n. 107;
* {{bps|Zucconi 1995}}, p. 103, n. 152;
*Isabella Bigazzi, Zefiro Ciuffoletti, ''Palazzo Marucelli Fenzi. Guida storico artistica'', Firenze, Polistampa, 2002;
*Sandra Carlini, Lara Mercanti, Giovanni Straffi, ''I Palazzi parte seconda. Arte e storia degli edifici civili di Firenze'', Alinea, Firenze 2004.
* {{bps|Cesati 2005}}, II, p. 579;
* {{bps|Firenze 2005}}, p. 323;
* {{bps| Atlante del Barocco 2007}}, Chiara Martelli, pp. 416–417, n. 118.
*Patrizia Maccioni, ''Palazzo Marucelli: la sala di Ercole'', in ''Fasto privato: la decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine'', I, a cura di [[Mina Gregori]] e Mara Visonà, Firenze, Edifir per l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, 2012, pp. 48–51, tavv. XXXI-XXXV;
*Riccardo Spinelli, ''Puntualizzazioni sul soggiorno fiorentino di Sebastiano Ricci e sulla decorazione di Palazzo Marucelli Fenzi'', 2016.
==Altri progetti==
{{interprogetto
==Collegamenti esterni==
*Claudio Paolini, [http://www.palazzospinelli.org/architetture/scheda.asp?denominazione=&ubicazione=gallo&button=&proprieta=&architetti_ingegneri=&pittori_scultori=¬e_storiche=&uomini_illustri=&ID=663 schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli] (testi concessi in [[GFDL]]).
{{Via San Gallo}}
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[[Categoria:Palazzi di Firenze|Fenzi]]
[[Categoria:Università degli Studi di Firenze]]
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