Iside: differenze tra le versioni

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[[File:Isis.svg|alt=|miniatura|Iside]]
'''Iside''' o ''Isi'',<ref>''Isis'' è la forma del nominativo greco e latinogrecolatina, ''Iside'' è l'adattamento italiano provenientedella dall'accusativoforma latinogrecolatina; "Isidem".Isi Laè "d"un ètentativo l'esitodi dellaricostruire "t"il finalenome egiziana,originale regolarmenteutilizzando elisale nelvocali nominativotramandate siadai grecoGreci ma eliminando le desinenze che il greco aveva aggiunto al nome per poterlo declinare (-s per il nominativo, -d- come consonante da interporre fra radice e desinenze; il latino ha ereditato lo stesso sistema).</ref> in [[lingua egizia]] '''Aset''' (traslitterato 3sꜣs.t) ossia ''[[trono]]'',<ref name=Tosi>{{cita|Mario Tosi|p. 60}}.</ref> è una delle principali [[divinità egizia|divinità egizie]] appartenente alla [[Religione egizia|religione dell'antico Egitto]]. [[Dea]] dell'[[amore]] materno, della [[Stregoneriastregoneria]], della [[Lunaluna]] e della [[magia]], è originaria di [[Behbeit el-Hagar]], nel [[Delta del Nilo]]. Divinità in origine [[cielo (religione)|celeste]], associata alla [[regalità]] per essere stata primariamente la personificazione del [[trono]],<ref name=Tosi/> come dimostra il suo [[cartiglio]] che include il [[geroglifici egizi|geroglifico]] "trono", faceva parte dell'[[Enneade]].
Il suo culto si diffuse in seguito anche nel mondo [[antichità classica|greco-romano]].
 
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==Nome e origini==
Anche se alcune divinità egiziane appaiono nel tardo [[Periodo Predinastico (Egitto)|periodo Predinastico]], né Iside né suo marito Osiride furono menzionati prima della [[V dinastia egizia|quinta dinastia]]. Un'iscrizione che potrebbe riferirsi a Iside risale al regno di [[Nyuserre Ini]], mentre appare in modo prominente all'interno dei [[testi delle piramidi]], che cominciarono ad essere scritti verso la fine della dinastia e il cui contenuto potrebbe essere stato concepito molto prima.
Molti passaggi all'interno dei testi delle piramidi connettono Iside con la regione del delta del Nilo vicino a [[Behbeit el-Hagar]] e [[SebennytosSebennito]], dove lei e il suo culto potrebbero aver avuto origine.
 
Molti studiosi si sono concentrati sul nome di Iside per riuscire a determinare le sue origini.
Il suo nome egiziano era ꜣstꜣs.t o(pronunciato Aset, chenella diedemoderna lalettura baseconvenzionale perdell'[[lingua laegizia|egizio]]), evolutosi poi formanel copticacopto ⲎⲤⲈ (Ēse); i Greci la chiamarono Ἶσις<ref>Composto dalla radice originaria ''Isi-'' e perfatto ilrientrare suonella nometerza greco&nbspdeclinazione greca; Ἰσιςil dialetto ionico aggiunge le desinenze flessive direttamente alla radice (gen. Ἴσιος/ Ἴσεως, sudat. cuiἼσι/Ἴσει, èacc. basatoἾσιν) mentre l'attico e il suogreco successivo lo trattarono come un nome modernoin dentale (gen. Ἴσιδος, dat. Ἴσιδι, acc. Ἴσιδα).</ref>. Il nome in geroglificogeroglifici è composto dal segno di un trono, che Iside indossa anche sul capo come simbolo della sua identità. Il simbolo serve come [[fonogramma]], ma potrebbe anche rappresentare effettivamente un legame con i troni.
Il termine egiziano per il trono potrebbe aver condiviso una etimologia con il suo nome, e [[Kurt Sethe]] ha suggerito che Iside potesse essere originariamente una personificazione dei troni. [[Henri Frankfort]] fu d'accordo, affermando che il trono era considerato come la madre del re, e quindi una dea, a causa del suo potere di fare di un uomo un re.
Altri studiosi, come [[Jürgen Osing]] e [[Klaus P. Kuhlmann]], hanno messo in dubbio questa interpretazione, a causa delle differenze fra il nome di Iside e la parola trono e per la mancanza di prove che un trono sia mai stato divinificato.
QualunqueQuali che siano le sue origini, Iside è strettamente connessa con il ruolo del re all'interno dei testi delle piramidi, la più antica fonte che descriva la sua natura. Il ciclo di miti intorno alla morte di Osiride e alla sua resurrezione si trova per la prima volta all'interno dei [[testi delle piramidi]]. Esso diventò uno dei miti egiziani più elaborati e influenti.
Iside ha un ruolo più attivo in questo mito rispetto agli altri protagonisti, e per questo, quando cominciò a svilupparsi all'interno della letteratura dal [[Nuovo Regno (Egitto)|nuovo regno]] al [[periodo tolemaico]], diventò uno dei personaggi letterari più complessi fra le divinità egizie.
Allo stesso tempo, Iside assorbì diverse caratteristiche da altre dee, portando la sua importanza anche oltre il mito di Osiride.
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Il ruolo di Iside nell'aldilà è basato su quello nel mito. Aiutava a ripristinare le anime degli umani deceduti, come aveva fatto per Osiride. Come altre dee, per esempio Hathor, fungeva anche da madre per i morti, dandogli protezione e nutrimento. Inoltre, sempre come Hathor, prendeva la forma di Imentet, dea dell'est, che accoglieva le anime dei morti nell'aldilà come suoi bambini. Ma per la maggior parte della storia egiziana gli dei maschi, come Osiride, erano quelli che si credeva dessero poteri rigenerativi che erano cruciali per la rinascita. Iside si limitava ad assisterlo stimolando il suo potere. Il potere divino femminile diventò più importante nelle credenze dell'aldilà del Nuovo Regno. Vari testi funerari tolemaici enfatizzano che Iside ebbe un ruolo attivo nella concezione di Horus, stimolando il marito inerte, alcune decorazioni di tombe egiziane del periodo romano rappresentano Iside con un ruolo centrale nell'aldilà, e un testo funerario di quella era suggerisce che si pensava che le donne fossero in grado di prendere parte al seguito di Iside e Nefti nell'aldilà.
 
===Dea dell' amore materno===
[[File:Egyptian - Isis with Horus the Child - Walters 54416 - Three Quarter Right.jpg|thumb|alt=Smal statue of a seated woman, with a headdress of horns and a disk, holding an infant across her lap|Iside accudisce [[Horus]]]]
Iside è trattata come la madre di Horus sin dalle prime copie dei Testi delle Piramidi, anche se ci sono segni che Hathor fosse originariamente identificata come sua madre, e altre tradizioni identificano una versione più vecchia di Horus come figlio di Nut e fratello di Iside e Osiride. Iside potrebbe essere diventata la madre di Horus solo quando il mito di Osiride cominciò a prendere forma durante l'Antico Regno. Nella cura di suo figlio, Iside è dipinta come l'immagine della devozione materna.<ref>{{Cita web|url=https://www.storicang.it/a/iside-grande-madre-dellantico-egitto_15329|titolo=Iside: la "grande madre" dell'antico Egitto|accesso=14 giugno 2022}}</ref>
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Iside continuò ad assistere il figlio quando sfidò Set per riottenere il titolo che gli aveva usurpato, anche se madre e figlio sono rappresentati in conflitto alcune volte, come quando Horus decapita Iside e sostituisce la testa originale con quella di una mucca, un mito di origine del corno di mucca che Iside indossa.
 
L'aspetto materno di Iside si estendeva anche ad altre divinità. I [[testi delle bare]], risalenti al [[Medio Regno (Egitto)|Medio Regno]] (2055-1650 a.C. ca.) dicono che i [[Figli di Horo|quattro figli di Horus]], divinità funeraria che si pensava proteggessero gli organi interni dei morto, erano la prole di Iside e la forma più anziana di Horus.<ref>{{cita|Pinch, 2004|p. 145}}.</ref> Nella stessa epoca, Horus fu sincretizzato con il dio della fertilità [[Min (mitologia)|Min]], e per questo Iside era vista come madre di Min.<ref>{{cita|Wilkinson, 2003|p. 115}}.</ref> Si diceva che la forma di Min conosciuta come Kamutef, "toro di sua madre", che rappresentava la rigenerazione ciclica degli dei e dei re, mettesse incinta la madre per ottenere per sé un'identità di genere.<ref>[[Claude Traunecker|Traunecker, Claude]], "Kamutef", in {{cita|Redford, 2001|pp=221–222|loc=vol. II}}</ref> Per questo motivo Iside è anche identificata come la sposa di Min.<ref name="Münster 134">{{cita|Münster, 1968|pp. 134-135134–135}}.</ref> La stessa visione di questa ideologia potrebbe celarsi dietro la tradizione, trovata in alcuni testi, secondo cui Horus aveva stuprato Iside.<ref>{{cita|Griffiths, 1960|pp. 48-5048–50}}.</ref><ref>{{cita|Meeks Favard-Meeks, 1996|p. 67}}.</ref> [[Amun]], la prima divinità egizia durante il Medio e il [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno]], assunse il ruolo di Kamutef, e, quando era in questa forma, Iside era la sua consorte.<ref name="Münster 134"/> [[Api (mitologia egizia)|Api]], un toro che era venerato come un dio vivente a [[Menfi (Egitto)|Menfi]], era considerato il figlio di Iside, il cui padre era una forma di Osiride conosciuta come Osiride-Apis. La madre di ogni toro era quindi conosciuta come "Iside mucca".<ref>{{cita|Smith, 2017|p. 393}}.</ref>
 
Una storia all'interno del [[Papiro di Westcar]] del [[Medio Regno (Egitto)|Medio Regno]] include Iside in un gruppo di dee che fanno da nutrici durante il parto di tre futuri re.<ref name="Lesko 180">{{cita|Lesko, 1999|pp. 180-181180–181}}.</ref> Ha un ruolo simile nei testi del Nuovo Regno che descrivono le nascite divine di faraoni regnanti.<ref>{{cita|Meeks Favard-Meeks, 1996|pp. 185-186185–186}}.</ref> Nel papiro di Westcar, Iside annuncia i nomi dei bambini mentre nascono. Questo fatto è visto come un segno che Iside aveva il potere di predire il futuro o di influenzare eventi futuri, come altre divinità che assistevano nel parto.<ref name="Vanderlip 93">{{cita|Vanderlip, 1972|pp. 93-9693–96}}.</ref> Testi molto più recenti chiamano Iside "signora della vita, sovrana del fato e del destino"<ref name="Lesko 180"/> e indicano che ha il controllo su Shai e Renenuter, come altri grandi dei come Amun nelle prime fasi della storia egiziana. Governando queste divinità, Iside determina la lunghezza e la qualità della vita umana.<ref name="Vanderlip 93"/>
 
===Dea dei sovrani e protettrice del regno===
[[File:Abydos Tempelrelief Sethos I. 15.JPG|thumb|alt=Relief of a seated woman with an elaborate headdress. In her lap is a child with a cap-shaped crown whose head she cradles.|Iside tiene in braccio il faraone [[Seti I]]]]
Horus era equiparato ad ogni faraone vivente e Osiride ad ogni predecessore deceduto del faraone. Iside è quindi la mitologica madre e moglie dei re. Nei [[testi delle piramidi]], risulta importante per il re in quanto è una delle divinità che lo proteggeva e assisteva nell'aldilà.
La sua importanza all'interno dell'ideologia reale crebbe durante il [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno]].<ref>{{cita|Lesko, 1999|pp. 159, 170}}.</ref> Rilievi all'interno di templi da quell'epoca in poi mostrano il re che si nutre dal seno di Iside; il suo latte guariva i suoi bambini e simboleggiava il suo diritto di regnare.<ref>{{cita|Assmann, 2001|p. 134}}.</ref> L'ideologia reale enfatizzava sempre di più l'importanza delle regine come controparti terrestri delle dee che erano mogli del faraone e madri dei suoi eredi. Inizialmente la più importante di queste dee era Hathor, la controparte femminile di Ra e Horus, le cui caratteristiche erano incorporate nelle corone delle regine. Ma a causa delle sue connessioni con la regalità, anche a Iside furono dati gli stessi titoli e insegne regali che erano dati alle regine umane.<ref name="Troy 68">{{cita|Troy, 1986|pp. 68-7068–70}}.</ref>
 
Il ruolo di Iside come protettrice di Osiride da Set diventò parte di un aspetto più grande e agguerrito e feroce del suo personaggio. Testi funerari del Nuovo Regno mostrano Iside nella barca di Ra, mentre naviga attraverso l'aldilà, agendo in qualità di una delle divinità che sottomette l'arcinemico di Ra, [[Apep]].<ref>{{cita|Žabkar, 1988|pp. 73–74, 81–82}}.</ref> I re invocavano anche i suoi poteri apotropaici contro i nemici umani. Nel suo tempio tolemaico di File, vicino al confine con le popolazioni Nubiane che razziavano l'Egitto, era descritta come la protettrice dell'intera nazione, più potente in battaglia di milioni di soldati, sostenitrice dei re tolemaici e degli imperatori romani nei loro sforzi per sottomettere i nemici dell'Egitto.<ref name="Žabkar 60">{{cita|Žabkar, 1988|p. 60–62, 72}}.</ref>
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===Dea della magia e della saggezza===
 
Iside era conosciuta anche per i suoi poteri magici, che le avevano permesso di resuscitare [[Osiride]] e di proteggere e guarire Horus, e per la sua astuzia.<ref name="ref_C">{{cita|Pinch, 2004|p. 151}}.</ref> Grazie alla sua conoscenza della magia, si diceva che era più potente di un milione di dei.<ref>{{cita|Meeks Favard-Meeks, 1996|p. 98}}.</ref><ref name="Hart 81">{{cita|Hart, 2005|pp. 81-8281–82}}.</ref> In diversi episodi della storia "Le contese di Horus e Set", Iside usa queste abilità per superare in strategia [[Seth|Set]] nel corso del conflitto. In un'occasione, si trasforma in una giovane donna che dice a Set di essere coinvolta in una disputa di eredità simile a quella dell'usurpazione di Osiride da parte di Set. Quando Set definisce quella situazione come ingiusta, Iside lo deride, dicendo che si è giudicato in torto da solo.<ref name="Hart 81"/> In testi più recenti, usa i suoi poteri di trasformazione per combattere e distruggere Set e i suoi seguaci.<ref name="ref_C" />
 
{{Senza fonte|Molte storie su Iside sono "storiole", prologhi di testi magici che descrivono eventi mitici legati al risultato che si cerca di ottenere con l'incantesimo.}} In un incantesimo, Iside crea un serpente che morde [[Ra]], che è più vecchio e più grande di lei, e lo infetta col suo veleno, facendolo ammalare. La dea poi si offre di guarirlo se lui le rivelerà il suo nome segreto, conoscenza che le avrebbe concesso un potere incomparabile. Dopo molte trattative, Ra le rivela il suo nome, che lei riferirà a Horus, mettendo in sicurezza la sua autorità reale.<ref name="Hart 81"/> La storia potrebbe essere interpretata come una storia delle origini che spiega perché le abilità magiche di Iside siano superiori a quelle degli altri dei, ma siccome usa la magia per ingannare Ra, la storia sembra indicare che era in possesso di queste attività magiche anche in precedenza.<ref>{{cita|Baines, 1996|p. 371}}.</ref>
 
===Dea del cielo===
Molti dei ruoli che Iside assunse le diedero un'importante posizione nel cielo.<ref>{{cita|Wilkinson, 2003|p. 147}}.</ref> Dei passaggi nei Testi delle Piramidi connettono strettamente Iside con [[Sopedet|Sopdet]], dea che rappresenta la stella [[Sirio]], la cui relazione con il marito [[Sah (divinità)|Sah]], la costellazione dell'Orione, e il figlio [[Sopdu]], richiama la relazione di Iside con Osiride e Horus. Il sorgere eliacale di Sirio, subito prima della piena del Nilo, diede a Sopdet una stretta connessione con le inondazioni e la conseguente crescita delle piante.<ref>{{cita|Griffiths, 1980|pp. 12–14, 157–158}}.</ref> In parte a causa della sua relazione con Sopdet, Iside era collegata anche con le inondazioni,<ref>{{cita|Žabkar, 1988|p. 114}}.</ref> che erano comparate con le lacrime che aveva versato per Osiride.<ref>Tobin, Vincent Arieh, "Myths: An Overview", in {{cita|Redford, 2001|p. 466|loc=vol. II}}</ref> In tempi tolemaici era connessa con la pioggia, che alcuni testi egizi chiamano "Nilo nel cielo", con il sole come protettore della barca di Ra,<ref>{{cita|Žabkar, 1988|pp. 43–44, 81–82}}.</ref> e con la luna, probabilmente perché era legata alla dea della luna [[Artemide]] tramite una connessione con una dea egizia della fertilità, [[Bastet]].<ref>Delia, Diana, "Isis, or the Moon", in {{cita|Clarysse Schoors|pp. 546-547546–547|Willems, 1998}}.</ref>
Negli Inni di File è chiamata "Signora del Paradiso" il cui dominio sul cielo è parallelo al dominio di Osiride sulla [[Duat]] e a quello di Horus sulla terra.<ref name="Žabkar 52">{{cita|Žabkar, 1988|pp. 52-5352–53}}.</ref>
 
===Dea del dell'Universo===
In tempi tolemaici la sfera di influenza di Iside includeva l'intero cosmo.<ref name="Žabkar 52"/> In quanto dea che proteggeva l'Egitto e sosteneva i suoi re, aveva potere su tutte le nazioni, e in quanto dea che procura la pioggia, dava vita al mondo naturale.<ref>{{cita|Žabkar, 1988|pp. 42–44, 67}}.</ref> Gli inni [[Templi di File|Filei]] che inizialmente la chiamano sovrana del cielo espande la sua autorità, così al suo culmine domina su cielo, terra e Duat. Dicono infatti che il suo potere sulla natura nutre gli umani, i morti benedetti e gli dei.<ref name="Žabkar 52"/> Altri inni scritti in greco risalenti all'epoca tolemaica la chiamano la "bellissima essenza di tutti gli dei".<ref>{{cita|Assmann, 1997|pp. 49-5049–50}}.</ref> Nel corso della storia egizia, molte divinità, maggiori e minori, sono stati descritti con termini simili. Amun è stato comunemente descritto in questo modo durante il nuovo regno, mentre nell'egitto romano termini del genere tendevano ad essere associati a Iside.<ref>{{cita|Assmann, 2001|pp. 237-243237–243}}.</ref> Testi del genere non negano l'esistenza di altri dei, ma li trattano come aspetti della dea suprema, un tipo di teologia chiamato a volte summodeismo.<ref>[[Edward F. Wente|Wente, Edward F.]], "Monotheism", in {{cita|Redford, 2001|pp. 433-434433–434|loc=vol. 2}}</ref>
 
Nei periodi Tardo, Tolemaico e Romano, molti templi contenevano un mito della creazione che adattava idee sulla Creazione in modo da dare ruoli primari a divinità locali.<ref>McClain, Brett, "Cosmogonies: Later Period", 2011, in {{cita|Wendrich|pp. 3-63–6}}.</ref> A Fila, Iside è descritta come la creatrice nello stesso modo in cui i testi più antichi descrivevano il dio [[Ptah]],<ref name="Žabkar 52"/> che si diceva avesse progettato il mondo con il suo ingegno e poi lo avesse scolpito, facendolo diventare reale.<ref>{{cita|Pinch, 2004|pp. 61-6261–62}}.</ref> Come lui, Iside crei il cosmo tramite "ciò che il suo cuore aveva concepito e le sue mani avevano creato".<ref name="Žabkar 52"/>
 
Come altri dei durante la storia egizia, Iside aveva molte forme, diverse in base ai diversi centri di culto, e ogni centro enfatizzata diversi aspetti del suo personaggio. I culti locali si concentravano su distintivi tratti della sua personalità, piuttosto che sulla sia universalità, mentre alcuni inni egizi trattano altre dee in altri centri di culto come le sue manifestazioni Mediterranee.
Un testo nel templi di Iside a Dendera dice: "in ogni territorio è colei che è in ogni città, il ogni territorio con suo figlio Horus."<ref>{{cita|Frankfurter, 1998|pp. 99-10299–102}}.</ref>
 
==Iconografia in Egitto==
[[File:Statuette of Isis MET 66.99.121.jpg|alt=|sinistra|miniatura|Iside che allatta Horus, di cui statua é andata persa]]
[[File:Isis with more elaborate Iconography.svg|miniatura|Iside con gli attributi di Hathor]]
Nell'arte egizia, Iside era più comunemente rappresentata come una donna con i tipici attributi di una dea: un vestito lungo, lo scettro Uas in una mano e un [[ankh]] nell'altra. Il suo copricapo originale era il simbolo del trono, usato per scrivere il suo nome. Lei e Nefti appaiono spesso insieme, in particolare quando piangono per la morte di Osiride, lo supportano sul suo trono o proteggono il sarcofago del morto. In queste situazioni le loro braccia spesso coprono le loro facce, in gesto di lutto, o sono protese sul corpo di Osiride o del morto, come segno del loro ruolo di protezione. Appaiono anche come [[Elanus caeruleus|nibbi]] o come donne con le ali di nibbio. Iside appare anche in forma di scorpione e serpente. Prende anche la forma di un albero o di una donna che emerge da un albero, offrendo cibo e acqua alle anime decedute. Questa forma allude al nutrimento materno che provvedeva.<ref>{{cita|Wilkinson, 2003|pp. 168-169168–169}}.</ref>
 
{{Senza fonte|A cominciare dal Nuovo Regno, grazie alle molte somiglianze fra Iside e Hator, Iside prese su di sé gli attributi dell'altra dea, come un sistro e un copricapo con delle corna di mucca che racchiudono il disco del sole. A volte i copricapi erano combinati, così il glifo del trono era posto sopra al disco del sole.}} Nello stesso periodo, cominciò ad essere raffigurata con le insegne di una regina umana, come una corona a forma di avvoltoio sulla testa e un ureo, o un cobra impennato, sulla fronte.<ref name="Troy 68"/> Nei periodi Tolemaico e Romano, statue e statuette di Iside la mostrano in stile scultoreo greco, con attributi presi dalla tradizione greca e egizia.<ref>{{cita|Frankfurter, 1998|pp. 102-103102–103}}.</ref><ref>Bianchi, Robert Steven, "Images of Isis and Her Cultic Shrines Reconsidered: Towards an Egyptian Understanding of the ''Interpretatio Graeca''", in {{cita|Bricault Versluys|pp. 493-494493–494|Meyboom, 2007}}.</ref>
 
Il simbolo [[tiet]], una forma annodata simile all'[[ankh]], era usata come simbolo di Iside almeno dal Nuovo Regno, anche se esisteva già da molto tempo.<ref>{{cita|Hart, 2005|p. 80}}.</ref> Era spesso fatto di diaspro rosso, e paragonato al sangue di Iside. Usato come amuleto funerario, si diceva che desse la sua protezione a chi lo indossava.<ref>Andrews, Carol A. R., "Amulets", in {{cita|Redford, 2001|pp. 75-8275–82|loc.=vol. I}}</ref>
 
{{Senza fonte|Solitamente viene raffigurata come una donna vestita con una lunga tunica, che reca sul capo il simbolo del trono, mentre tiene in mano l'[[ankh]] o l'[[scettri egizi|uadj]]. Più tardi, in associazione con [[Hathor]], è stata raffigurata con le corna bovine, tra le quali è racchiuso il [[Aton|sole]]. Nell'iconografia, per [[sincretismo]], è rappresentata spesso come un [[falco]] o come una donna con ali di uccello e simboleggia il [[vento]]. In forma alata è anche dipinta sui [[Sarcofago egizio|sarcofagi]] nell'atto di prendere l'anima tra le ali per condurla a nuova vita.
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Nonostante la sua importanza nel mito di [[Osiride]], Iside era in origine una dea minore appartenente al culto del re vivo; aveva solo un ruolo minore nel [[papiro drammatico di Ramesse]], per i rituali di incoronazione di [[Senusret I]] nel [[Medio Regno (Egitto)|Medio Regno]].<ref>{{cita|Frankfort, 1978|pp. 43–44, 123, 137}}.</ref> La sua importanza crebbe durante il [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno]],<ref>{{cita|Lesko, 1999|p. 170}}.</ref> quando fu sempre più connessa con [[Hathor|Hator]] e la regina umana.<ref>{{cita|Troy, 1986|p. 70}}.</ref>
 
All'inizio del [[I millennio a.C.]] ci fu una maggiore enfasi riguardo alla triade familiare di [[Osiride]], Iside e [[Horus]] e una forte crescita nella popolarità di Iside. Nel [[IV secolo a.C.]], [[Nectanebo I]] della [[XIII dinastia egizia|tredicesima dinastia]], dichiarò che Iside era la sua dea patrona, legandola così più strettamente al potere politico.<ref>Bricault, Laurent, and Versluys, Miguel John, "Isis and Empires", in {{cita|Bricault Versluys, 2014|pp. 30-3130–31}}.</ref> Il [[regno di Kush]], che ci fu in [[Nubia]] dal [[VII secolo a.C.]] al [[IV secolo d.C.]], assorbì e adattò l'ideologia egiziana che circondava la figura dei sovrani. Esso infatti comparava Iside con la [[kandake]], la regina o la regina madre del re kushita.<ref>Morkot, Robert G., "Kings and Kingship in Ancient Nubia", in {{cita|Fisher Lacovara|Ikram|D'Auria, 2012|pp=121–122, 124}}</ref>
 
I re greci tolemaici, che regnarono sull'Egitto come [[faraoni]] dal 305 al 30 a.C., svilupparono un'ideologia che li legava sia agli dei egizi che a quelli greci, per rafforzare la loro pretesa al trono agli occhi dei loro sudditi greci ed egiziani. Per secoli i colonizzatori greci e i visitatori che andavano in Egitto avevano collegato le divinità egiziane e le loro, in un processo chiamato [[interpretatio graeca]].<ref>Pfeiffer, Stephan, "The God Serapis, his Cult and the Beginnings of the Ruler Cult in Ptolemaic Egypt", in {{cita|McKechnie Guillaume, 2008|pp. 387-388387–388}}.</ref> [[Erodoto]], un greco che scrisse riguardo all'Egitto nel [[V secolo a.C.]], compara specificamente Iside con [[Demetra]], la cui ricerca mitologica della figlia [[Persefone]] ricorda la ricerca di [[Osiride]] da parte di Iside. Demetra era una delle poche divinità greche che erano ampiamente adottate dagli egizi nel [[periodo tolemaico]], e per questo la somiglianza fra lei e Iside rese possibile una connessione fra le due culture.<ref>Thompson, Dorothy P., "Demeter in Graeco-Roman Egypt", in {{cita|Clarysse Schoors|pp. 699-707699–707|Willems, 1998}}.</ref> In altri casi, Iside era connessa ad [[Afrodite]], tramite gli aspetti sessuali del suo personaggio.<ref>{{cita|Solmsen, 1979|pp. 56-5756–57}}.</ref>
Proseguendo con questa tradizione, i primi due Tolomei diedero le basi per il culto di un nuovo dio, [[Serapide]], che combinava alcuni aspetti di [[Osiride]] e [[Apis]] con quelli di dei greci come [[Zeus]] e [[Dioniso]]. Iside, rappresentata in una forma ellenizzata, era rappresentata sia come consorte di Serapide che di Osiride. [[Tolomeo II]] e sua sorella e moglie [[Arsinoe II]] crearono un culto del sovrano intorno a sé stessi, e per questo erano venerati negli stessi templi di Serapide e Iside, e Arsinoe era paragonata sia a Iside che ad Afrodite.<ref>Pfeiffer, Stephan, "The God Serapis, his Cult and the Beginnings of the Ruler Cult in Ptolemaic Egypt", in {{cita|McKechnie Guillaume, 2008|pp. 387–396, 400–403}}.</ref>
Alcune regine del tardo periodo Tolemaico si identificarono più strettamente con Iside. [[Cleopatra III]], nel [[II secolo a.C.]], usava il nome di Iside al posto del suo nelle iscrizioni, e [[Cleopatra VII]], l'ultima regina egizia prima dell'annessione del regno all'[[impero Romanoromano]], usava l'epiteto "la nuova Iside".<ref>{{cita|Plantzos, 2011|pp. 389-396389–396}}.</ref>
 
===Templi e festività===
[[File:David Roberts Temple Island Philae.jpg|thumb|upright=1.35|alt=Painting of an island seen from across a river channel. On the island stand a series of stone buildings, gateways, and colonnades.|[[templi di File|File]] vista dall'isola di Bigeh all'inizio del XIX secolo]]
Fino alla fine del [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo regno]], il culto di Iside fu strettamente collegato a quello di divinità maschili, come [[Osiride]], [[Min (mitologia)|Min]] o [[Amun]]. Era comunemente venerata assieme a loro, in quanto loro madre o consorte, ed era specialmente venerata come la madre di varie forme locali di [[Horus]].<ref>{{cita|Münster, 1968|pp. 189-190189–190}}.</ref> Comunque in alcuni siti aveva i suoi culti sacerdotali indipendenti,<ref>{{cita|Lesko, 1999|p. 169}}.</ref> e aveva almeno un tempio dedicato esclusivamente a lei al centro di culto di Osiride presso [[Abido (Egitto)|Abidos]] nel corso del tardo Nuovo Regno.<ref>{{cita|Münster, 1968|pp. 165-166165–166}}.</ref>
 
I primi templi principali dedicati a Iside si trovavano a [[Behbeit el-Hagar]], nel nord dell'Egitto, e a [[templi di File|File]], nell'estremo sud. {{Senza fonte|Entrambe le costruzioni iniziarono durante la [[XXX dinastia egizia|trentesima dinastia]] e furono completate o ampliate dai re tolemaici.}} Grazie alla fama diffusa di Iside, File attirava pellegrini da tutto il Mediterraneo.<ref>{{cita|Dijkstra, 2008|pp. 186-187186–187}}.</ref>
Molti altri templi di Iside furono fondati in epoca tolemaica, andando da [[Alessandria d'Egitto]] e [[Canopia|Canope]], sulla costa mediterranea, alla frontiera con la [[Nubia]].<ref>{{cita|Dunand Zivie-Coche, 2004|pp. 236–237, 242}}.</ref> Una serie di templi dedicati a Iside era situata nella regione che andava da File a [[Marraqa]], ed erano luoghi di culto sia per gli egiziani che per le popolazioni della Nubia.<ref>{{cita|Dijkstra, 2008|pp. 133, 137, 206–208}}.</ref> I nubi di Kush costruirono i loro templi a Iside su siti dell'estremo sud, includendone uno nella loro capitale, [[Meroe]].<ref>{{cita|Fisher Lacovara|Ikram|D'Auria, 2012|pp=133, 245}}</ref>
 
Il rito più frequente all'interno dei templi di qualunque divinità era il rituale dell'offerta giornaliera, in cui venivano donati cibo e vestiti all'immagine di culto della dea.<ref>{{cita|Dunand Zivie-Coche, 2004|pp. 89-9189–91}}.</ref> In tempi romani, templi dedicati a Iside in Egitto erano costruiti o in stile egiziano, nel quale la statua della dea era situata all'interno e i riti delle offerte quotidiane venivamo svolti dai preti fuori dalla vista del pubblico, oppure in stile greco, in cui la statua della dea era visibile al pubblico.<ref name="Dunand & Zivie-Coche 300">{{cita|Dunand Zivie-Coche, 2004|pp. 300-301300–301}}.</ref> Eppure, le culture greca e egizia erano molto connesse durante questo periodo, e potrebbe quindi non esserci stata alcuna separazione etnica fra i seguaci di Iside.<ref>Naerebout, Frederick, "The Temple at Ras el-Soda. Is It an Isis Temple? Is It Greek, Roman, Egyptian, or Neither? And So What?" {{cita|Bricault Versluys|pp. 541, 547|Meyboom, 2007}}.</ref> Le stesse persone avrebbero potuto pregare Iside fuori da templi in stile egizio e di fronte alla sua statua nei templi in stile greco.<ref name="Dunand & Zivie-Coche 300"/>
 
I templi celebravano anche molte festività durante l'anno, alcune erano estese a tutto il regno, mentre alcune erano strettamente locali.<ref>{{cita|Dunand Zivie-Coche, 2004|p. 93}}.</ref> Un'elaborata serie di riti dedicati ad Osiride erano performanti in tutto Egitto durante il mese del [[Khoiak]],<ref>{{cita|Meeks Favard-Meeks, 1996|pp. 167-173167–173}}.</ref> e Iside e Nefti divennero importanti all'interno di questi riti a partire almeno dal Nuovo Regno.<ref name="Lesko 172">{{cita|Lesko, 1999|pp. 172-174172–174}}.</ref> In epoca tolemaica due donne interpretavano i ruoli di Iside e Nefti durante il Khoiak, cantando e cantilenando il lutto per il loro fratello defunto. I loro canti sono conservati all'interno dei libri [[canzoni delle festività di Iside e nefti]] e [[lamentazioni di Iside e Nefti]].<ref name="Lesko 172"/><ref>{{cita|Smith, 2009|pp. 96–98, 103}}.</ref>
 
In seguito, Iside ottenne le sue festività oltre a quelle del Khoiak. In epoca romana, gli egizi di tutto il paese celebravano il suo compleanno, l'Amesisia, portando la statua locale di Iside attraverso i loro campi, probabilmente celebrando i suoi poteri di fertilità.<ref>{{cita|Frankfurter, 1998|pp. 56, 61, 103–104}}.</ref> I sacerdoti di File tenevano una celebrazione ogni dieci giorni, quando la statua di Iside visitava la vicina isola di [[Bigeh]], che si diceva fosse il luogo dove era sepolto Osiride, e tenevano riti funerari per lui. La statua visitava anche i templi vicini a sud, anche durante gli ultimi secoli di attività di File, quando erano gestiti da popolazioni della Nubia al di fuori del dominio romano.<ref>{{cita|Dijkstra, 2008|pp. 202-210202–210}}.</ref>
 
Il [[cristianesimo]] divenne la religione principale dell'[[impero romano]], incluso l'Egitto, durante il IV e V secolo d.C.. I templi egizi cessarono la loro attività gradualmente e in momenti diversi, a causa di una combinazione fra mancanza di fondi e ostilità dei cristiani.<ref>{{cita|Frankfurter, 1998|pp. 18–20, 26–27}}.</ref> Il tempio di Iside a File, supportato dai seguaci della Nubia, mantenne un gruppo sacerdotale organizzato e delle festività regolari fino almeno a metà del [[V secolo d.C.]], facendo di esso l'ultimo tempio d'Egitto interamente funzionante.<ref name="Dijkstra 342">{{cita|Dijkstra, 2008|pp. 342-347342–347}}.</ref>
 
===Culto funerario===
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In molti incantesimi dei [[Testi delle Piramidi]], Iside e Nefti aiutano il faraone deceduto a raggiungere l'aldilà. Nei [[testi della bara]] del [[Medio Regno (Egitto)|Medio regno]], Iside appare più spesso, anche se in questi testi vengono accreditate più resurrezioni ad Osiride. Fonti del [[Nuovo Regno (Egitto)|nuovo regno]] come il [[libro dei morti]], descrivono Iside come protettrice delle anime dei morti che affrontano pericoli nella Duat. Descrivono anche Iside come parte del consiglio divino che giudica la correttezza morale delle anime prima di ammetterle nell'aldilà, e appare in illustrazioni in cui sta in piedi dietro a Osiride mentre presiede sul consiglio.<ref>{{cita|Lesko, 1999|pp. 163–164, 166–168}}.</ref>
 
Iside e Nefti prendevano parte alle cerimonie funerarie, dove due donne in lutto, probabilmente le stesse della festività di [[Abido (Egitto)|Abido]], piangevano il morto allo stesso modo in cui le due dee avevano pianto Osiride.<ref>Hays, Harold M., "Funerary Rituals (Pharaonic Period)", 2010, in {{cita|Wendrich|pp. 4-54–5}}.</ref> Da allora in poi, Iside era spesso rappresentata o richiamata su utensili funerari: sui sarcofagi come una delle quattro dee che proteggevano i quattro figli di Horus, nell'arte all'interno delle tombe nell'atto di offrire il suo latte donatore di vita al morto, e amuleti [[tiet]] erano spesso posizionati sulle mummie per assicurarsi che il potere di Iside li proteggesse dal male.<ref>{{cita|Lesko, 1999|pp. 175, 177–179}}.</ref> Tardi testi funerari la mostravano spesso in lutto per Osiride, e il [[Libro del respirare|libro del respiro]] si diceva che fosse stato scritto da lei per Osiride.<ref>{{cita|Smith, 2009|p. 54–55, 462}}.</ref> Nella tradizione funeraria della [[Nubia]], Iside era considerata più importante del marito, perché era quella attiva dei due, mentre lui riceveva solo passivamente le offerte che lei gli faceva per sostenerlo nell'aldilà.<ref>Yellin, Janice, "Nubian Religion", in {{cita|Fisher Lacovara|Ikram|D'Auria, 2012|p=137}}</ref>
 
===Culto popolare===
Al contrario di molte divinità egizie, prima della fine del [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo regno]] Iside veniva raramente menzionata nelle preghiere<ref>{{cita|Dunand Zivie-Coche, 2004|p. 137}}.</ref> o invocata tramite i suoi nomi personali.<ref>{{cita|Kockelmann, 2008|p. 73}}.</ref> Dal periodo tardo in poi, diventò una delle divinità più comunemente menzionate in queste fonti, che spesso invocano la sua gentilezza e la sua disposizione a rispondere alle preghiere di coloro che le chiedevano aiuto.<ref>{{cita|Kockelmann, 2008|pp. 38–40, 81}}.</ref> Centinaia di migliaia di [[amuleti]] e [[statue votive]] di Iside con in braccio [[Horus]] furono prodotte durante il primo millennio a.C.,<ref>{{cita|Wilkinson, 2003|p. 146}}.</ref> e in tempi romani era fra le divinità più comunemente rappresentate nell'arte religiosa della casa, in forma di figurine e dipinti.<ref>Mathews, Thomas F., and Muller, Norman, "Isis and Mary in Early Icons", in {{cita|Vassilaki, 2005|pp. 5-65–6}}.</ref>
 
Iside divenne prominente nei testi magici a partire dal [[Medio Regno (Egitto)|medio regno]]. I pericoli che Horus affronta durante la sua infanzia sono un tema ricorrente negli [[incantesimi di guarigione]], in cui gli sforzi di Iside per guarirlo vengono estesi ad ogni paziente. In molte di questi incantesimi, Iside costringe [[Ra]] ad aiutare Horus, dichiarando che avrebbe fermato il corso del sole nel cielo se suo figlio non fosse stato guarito.<ref>{{cita|Pinch, 2006|pp. 29, 144–146}}.</ref> Altri incantesimi identificavano le donne incinte con Iside, per assicurarsi che partorissero i loro figli con successo.<ref>{{cita|Pinch, 2006|pp. 128-129128–129}}.</ref>
 
La magia egizia iniziò ad incorporare concetti cristiani quando il [[cristianesimo]] fu istituito in Egitto, ma gli dei egizi e greci continuarono ad apparire negli incantesimi per molto tempo dopo che i loro culti nei templi erano cessati.<ref>{{cita|Meyer Smith, 1994|pp. 27–28, 237–239}}.</ref> Gli incantesimi che risalgono al VI, VII e VIII secolo d.C. invocano il nome di Iside assieme a quelli di personaggi cristiani.<ref>{{cita|Frankfurter, 2009|pp. 230-231230–231}}.</ref>
 
==Nel mondo greco-romano==
===Diffusione===
[[File:Temple of Isis, Delos 02.jpg|thumb|alt=A hillside littered with broken columns. An intact set of columns, supporting a pediment, still stand.|I resti del tempio di Iside a [[Delo]]]]
La conquista di [[Alessandro Magno]] nel tardo [[IV secolo a.C.]] portò alla creazione di regni ellenistici sul Mediterraneo e nel vicino est, incluso l'Egitto tolemaico, e mise la religione greca in stretto contatto con le religioni originarie di quei regni. La risultante diffusione di culture permise a molte tradizioni religiose di diffondersi per il mondo ellenistico nel corso degli ultimi tre secoli a.C.. Prima di allora, i culti legati ad una particolare città o nazione erano la norma nel mondo antico. I nuovi culti mobili, che includevano quelli di Iside e di [[Serapide]], si adattavano a seconda delle regioni e delle persone che venivano da molte diverse culture.<ref>Woolf, Greg, "Isis and the Evolution of Religions", in {{cita|Bricault Versluys, 2014|pp. 73-7973–79}}.</ref>
 
Diffusi da mercanti e altri viaggiatori del Mediterraneo, i culti di Iside e di [[Serapide]] si stabilirono nelle città portuali greche verso la fine del [[IV secolo a.C.]] e si espansero attraverso la [[Grecia]] e l'[[Asia minore]] durante il III e II secolo. La sacra isola greca di [[Delo]] fu uno dei primi centri di culto di entrambi gli dei, e il suo stato di centro di commercio la rese il punto da cui i culti egiziani si diffusero in Italia.<ref>[[Martin Bommas|Bommas, Martin]], "Isis, Osiris, and Serapis", in {{cita|Riggs, 2012|pp. 428-429428–429}}.</ref> Iside e Serapide erano anche venerati in siti sparsi per l'[[impero seleucida|impero seleucide]], il regno ellenistico nel medio Oriente che si estendeva a est fino all'odierno [[Iran]], anche se scomparirono dalla regione quando i [[Seleucidi]] persero i territori conquistati al regno dei [[Parti]].<ref>Ma, John, "Les cultes isiaques en l'espace seleucide", in {{cita|Bricault Versluys, 2014|pp. 133-134133–134}}.</ref>
 
I greci vedevano la religione egizia come esotica e a volte bizzarra, ma al tempo stesso piena di antica saggezza.<ref>{{cita|Hornung, 2001|pp. 19-2519–25}}.</ref> Come altri culti delle regioni dell'est del Mediterraneo, il culto di Iside attrasse i greci e i romani, giocando sulle sue origini esotiche,<ref>{{cita|Bremmer, 2014|pp. 140-141140–141}}.</ref> ma la forma che assunse dopo aver raggiunto la Grecia era estremamente ellenizzata.<ref name="Bommas 431">Bommas, Martin, "Isis, Osiris, and Serapis", in {{cita|Riggs, 2012|pp. 431-432431–432}}.</ref> Molta di questa ellenizzazione era influenzata dal culto di [[Demetra]], con cui Iside fu sempre più comparata.<ref>{{cita|Pakkanen, 1996|pp. 94-10094–100}}.</ref>
 
Il culto di Iside raggiunse l'Italia e la sfera influente romana nel [[II secolo a.C.]].<ref name="Versluys 443">{{cita|Versluys, 2004|pp. 443-447443–447}}.</ref> Era uno dei molti culti che furono introdotti a Roma quando i territori della Repubblica romana si espansero negli ultimi secoli a.C.. Le autorità della Repubblica cercarono di definire quali culti fossero accettabili e quali no, tentando di definire una identità culturale romana nel mezzo dei cambiamenti culturali portati dell'espansione di Roma.<ref>{{cita|Orlin, 2010|pp. 3-73–7}}.</ref> Nel caso di Iside, templi e altari a lei dedicati furono costruiti sul [[Campidoglio]], nel cuore della città, da privati all'inizio del [[I secolo a.C.]].<ref name="Versluys 443"/> L'indipendenza del suo culto dal controllo delle autorità romane lo rese una potenziale minaccia.<ref>{{cita|Beard North|p. 161|Price, 1998}}.</ref> Negli anni 40 e 50 a.C., quando la [[crisi della Repubblica]] fece temere ai romani che la pace fra gli dei si stesse sgretolando, il [[senato romano]] distrusse questi templi,<ref>{{cita|Takács, 1995|pp. 57, 64–67, 69}}.</ref><ref>{{cita|Orlin, 2010|pp. 204-207204–207}}.</ref> anche se non bandirono completamente Iside dalla città.<ref name="Versluys 443"/>
 
I culti egizi si trovarono davanti ad altra ostilità durante la [[guerra finale della Repubblica romana]], quando Roma, sotto il comando di Ottaviano, futuro [[Augusto]], combatté l'impero Tolemaico di [[Cleopatra VII]].<ref>{{cita|Donalson, 2003|pp. 124-125124–125}}.</ref> Dopo la vittoria di Ottaviano, vennero banditi i templi di Iside e di Serapide dall'interno del [[pomerium]], il confine del cuore sacro di Roma, permettendone la costruzione nella città ma al di fuori del pomerium, rendendo i due dei egizi non romani, ma accettabili da Roma.<ref>{{cita|Orlin, 2010|p. 211}}.</ref> Nonostante furono temporaneamente espulsi da Roma durante il regno di [[Tiberio]]<ref><nowiki>{{Tiberius' expulsion of the Egyptian cults was part of a broader reaction against religious practices that were regarded as a threat to order and tradition, including Judaism and </nowiki>[[Hellenistic astrology|astrology]]. [[Josephus]]<nowiki>, a Roman-Jewish historian who gives the most detailed account of the expulsion, says the Egyptian cults were targeted because of a scandal in which a man posed as Anubis, with the help of Isis' priests, in order to seduce a Roman noblewoman. Sarolta Takács casts doubt on Josephus' account, arguing that it is fictionalized in order to convey a moral point. Takács, 1995|pp=83–86}} </nowiki></ref>. I culti egizi divennero gradualmente una parte accettata del panorama religioso romano. Gli imperatori della [[dinastia Flavia]] trattarono Serapide e Iside come protettori del loro regno allo stesso modo delle divinità tradizionali romane, come [[Giove (divinità)|Giove]] e [[Minerva]].<ref>{{cita|Donalson, 2003|pp. 138–139, 159–162}}.</ref> Anche mentre veniva integrato nella cultura romana, il culto di Iside sviluppò nuove caratteristiche che enfatizzavano le sue origini egizie, includendo una maggiore enfasi su Osiride di quanta ce ne fosse in tempi ellenistici.<ref>{{cita|Wild, 1981|pp. 149-151149–151}}.</ref><ref>Bommas, Martin, "Isis, Osiris, and Serapis", in {{cita|Riggs, 2012|p. 431}}.</ref>
 
I culti inoltre si espansero nelle province occidentali di Roma, iniziando dalla costa mediterranea all'inizio del periodo imperiale. Nel loro momento più importante, nel tardo II secolo e inizio del III secolo d.C., Iside e Serapide erano venerati nella maggior parte delle città dell'impero occidentale, anche se non erano molto presenti nelle campagne.<ref>Bricault, Laurent, "Études isiaques: perspectives", in {{cita|Bricault, 2000|p. 206}}.</ref> I loro templi sono stati trovati a [[Petra (Giordania)|Petra]] e [[Palmira]], nelle province dell'Arabia e della Siria, a [[Italica]] in [[Hispania|Spagna]] e a [[Londinium]] in [[Britannia Romana|Bretagna]].<ref>{{cita|Bricault, 2001|pp. 174-179174–179}}.</ref> In quel periodo erano considerate protettori dell'imperatore e della [[salus|benestare della società]], ad un livello comparabile con quello degli dei Romani.<ref>{{cita|Donalson, 2003|pp. 177, 180–182}}.</ref>
 
===Ruoli===
[[File:AMI - Isis-Persephone.jpg|alt=|miniatura|Statua della dea Persefone fusa con la dea Iside, di cui ne era l' equivalente.]]
Il culto di Iside, come altri nel mondo greco-romano, non aveva dei dogmi precisi, e le sue credenze e pratiche sono rimaste solo lontanamente simili l'una all'altra mentre si diffondeva nelle regioni e si evolveva col tempo.<ref>{{cita|Beard North|pp. 248–249, 301–303|Price, 1998}}.</ref><ref>{{cita|Alvar, 2008|pp. 216-217216–217}}.</ref> Le [[Aretalogia|aretalogie]] greche che venerano Iside forniscono molte informazioni riguardo a questi culti. Parte di queste richiama strettamente alcune idee degli inni tardo-egizi, mentre altri elementi erano strettamente greci.<ref>{{cita|Žabkar, 1988|pp. 135–137, 159–160}}.</ref> Altre informazioni vengono da [[Plutarco]], il cui libro "su Iside e Osiride" interpreta gli dei egizi sulla base delle sue credenze filosofiche platoniche,<ref>{{cita|Alvar, 2008|pp. 39-4039–40}}.</ref> e diverse opere della letteratura greca e latina che si riferiscono al culto di Iside, specialmente in un racconto di Apuleio, le "Metamorfosi", che finisce descrivendo come il protagonista ha una visione della dea e diventa suo seguace.<ref>{{cita|Donalson, 2003|pp. 17-1817–18}}.</ref>
 
Partendo dal ruolo di Iside come madre e moglie, le aretalogie la identificano come l'inventrice del matrimonio e della maternità. Era invocata per proteggere le donne durante il parto e, nei libri dell'antica Grecia, per proteggere la loro verginità.<ref>{{cita|Heyob, 1975|pp. 48–50, 66–73}}.</ref> Alcuni testi antichi suggeriscono che fosse la patrona delle donne in generale.<ref>{{cita|Heyob, 1975|p. 53}}.</ref><ref>{{cita|Kraemer, 1992|p. 74}}.</ref> Il suo culto potrebbe essere stato usato per promuovere limitatamente l'autonomia delle donne, con l'autorità e il potere di Iside usati come un prototipo, anche se nei miti era devota al marito e figlio e mai completamente indipendente. Le aretalogie mostrano attitudini ambigue nei riguardi dell'indipendenza delle donne: una afferma che Iside aveva reso le donne eguali agli uomini, mentre un'altra che aveva spinto le donne a subordinarsi ai mariti.<ref>{{cita|Kraemer, 1992|pp. 76-7776–77}}.</ref><ref>{{cita|Alvar, 2008|pp. 190-192190–192}}.</ref>
 
Iside era spesso caratterizzata come dea della luna, parallelamente alle caratteristiche solari di Serapide.<ref>Sfameni Gasparro, Giulia, "The Hellenistic Face of Isis", in {{cita|Bricault Versluys|p. 43|Meyboom, 2007}}.</ref> Era anche vista come dea cosmica. Molti testi dicono che organizzava i movimenti del sole, della luna e delle stelle, governando il tempo e le stagioni che, a turno, garantivano la fertilità della terra.<ref>{{cita|Pachis, 2010|pp. 307-313307–313}}.</ref> Questi testi le assegnano anche il merito di aver inventato l'agricoltura, aver stabilito le leggi e aver osteggiato o promosso altri elementi della società umana. Questa idea deriva da tradizioni greche più antiche riguardo ai ruoli di vari dei greci, come [[Demetra]], nella creazione della civiltà.<ref>{{cita|Solmsen, 1979|pp. 34–35, 40–43}}.</ref>
 
Era anche la patrona di mari e porti. I marinai lasciavano incisioni che la invocavano per assicurarsi sicurezza e fortuna nei loro viaggi. In questo ruolo era chiamata "Iside Pelagia", "Iside del mare", o "Iside Faria", in riferimento all'isola di Faro, sito del [[faro di Alessandria]].<ref name="Donalson 68">{{cita|Donalson, 2003|pp. 68, 74–75}}.</ref> Questa forma di Iside, che emerse in tempi ellenistici, potrebbe essere stata ispirata da immagini egizie di Iside su un'imbarcazione, e da dei greci che proteggevano la navigazione, come [[Afrodite]].<ref>{{cita|Alvar, 2008|pp. 296-300296–300}}.</ref><ref>Legras, Bernard, "Sarapis, Isis et le pouvoir lagide", in {{cita|Bricault Versluys, 2014|pp. 96-9796–97}}.</ref> Iside Pelagia sviluppò un ulteriore significato a Roma. L'approvvigionamento di cibo di Roma dipendeva dalle spedizioni di grano dalle sue province, specialmente quella egiziana. Iside quindi garantiva raccolti fertili e proteggeva le navi che trasportavano il cibo attraverso il mare, e quindi garantiva il [[salus]].<ref>{{cita|Pachis, 2010|pp. 283-290283–290}}.</ref> Si diceva che la sua protezione dello stato si estendesse agli eserciti romani, come dell'Egitto Tolemaico, ed era a volte chiamata "Isis Invicta".<ref>{{cita|Donalson, 2003|pp. 177-178177–178}}.</ref> I suoi ruoli erano così numerosi che cominciò ad essere chiamata "myrionymos", colei che ha molti nomi, e "panthea", dea universale.<ref>{{cita|Donalson, 2003|p. 10}}.</ref> Sia [[Plutarco]] che [[Proclo]] menzionano una statua velata della dea [[Neith]] che comparavano con Iside, citando un esempio della sua universalità e enigmatica saggezza. Aveva incise le parole "Io sono tutto ciò che è stato ed è e sarà; nessun mortale ha mai sollevato il mio velo."<ref>{{cita|Griffiths, 1970|pp. 131, 284–285}}.</ref>
 
Si diceva anche che proteggesse i suoi seguaci nell'aldilà, che non era molto enfatizzato nelle culture romana e greca.<ref>{{cita|Beard North|pp. 289-290289–290|Price, 1998}}.</ref> ''[[L'asino d'oro]]'' e scritti lasciati dai suoi seguaci suggeriscono che molti di essi pensavano che la dea gli avrebbe garantito una vita migliore dopo la morte, come premio per la loro devozione. Questo aldilà era caratterizzato in maniera varia. Alcuni dicevano che avrebbero beneficiato dall'acqua benefica di Osiride, mentre altri si aspettavano di salpare verso le [[Isole della fortuna]] della tradizione greca.<ref>{{cita|Gasparini, 2016|pp. 135-137135–137}}.</ref>
 
Come in Egitto, si diceva che Iside avesse potere sul [[fato]], che nella religione greca tradizionale era un potere che neanche gli dei potevano contrastare. Questo controllo sul fato lega i disparati tratti di Iside. Governa il cosmo, ma solleva le persone dalle loro sfortune, e la sua influenza si estende al reame della morte, che è individuale e universale allo stesso tempo.<ref>{{cita|Gasparini, 2011|pp. 700, 716–717}}.</ref>
 
===Relazione con altri deidèi===
[[File:Pompeii - Temple of Isis - Io and Isis - MAN.jpg|thumb|alt=Fresco of a seated woman with a cobra wrapped around her arm grasping the hand of a standing woman with small horns on her head|Iside accoglie [[Io (mitologia)|Io]] in Egitto, da un affresco a [[Pompei (città antica)|Pompei]], I secolo d.C.]]
Più di una dozzina di dei egizi erano venerati fuori dall'Egitto in tempi ellenistici e romani in una serie di culti, anche se molti erano minori.<ref>Versluys, Miguel John, "Aegyptiaca Romana: The Widening Debate", in {{cita|Bricault Versluys|pp. 3-43–4|Meyboom, 2007}}.</ref> Fra i più importanti di questi deidèi, Serapide era strettamente connesso a Iside e spesso appariva con lei nell'arte, ma Osiride rimase centrale nel suo mito e prominente nei suoi rituali.<ref>{{cita|Takács, 1995|pp. 28-2928–29}}.</ref> Templi ad Iside e Serapide erano spesso costruiti vicini, ma era raro che un solo tempio fosse dedicato ad entrambi.<ref>{{cita|Renberg, 2017|p. 331}}.</ref> Osiride, in quanto divinità diversa dagli deidèi immortali greci, sembrava a questi estraneo, ed ebbe solo un ruolo minore nei culti dei tempi ellenistici. In quelli romani diventò, come [[Dioniso]], simbolo di un gioioso aldilà, e il culto di Iside si concentrò sempre di più su di lui.<ref>Bommas, Martin, "Isis, Osiris, and Serapis", in {{cita|Riggs, 2012|pp. 425, 430–431}}.</ref> Horus, spesso sotto il nome di [[Arpocrate]], appariva spesso nei templi di Iside come suo figlio a fianco a [[Osiride]] o [[Serapide]]. Assorbì tratti da dei greci come [[Apollo]] ed [[Eros]] ed era identificato come dio del sole e dei raccolti.<ref>{{cita|Witt, 1997|pp. 200, 210–215}}.</ref> Un altro membro del gruppo era [[Anubi]], che era connesso al dio greco [[Ermes]] nella sua forma ellenizzata [[Hermanubi]].<ref>{{cita|Witt, 1997|pp. 198-203198–203}}.</ref> Si diceva anche che avesse imparato la sua saggezza da [[Thot]], il dio egizio della scrittura e conoscenza, che era conosciuto nel mondo greco-romano come [[Ermete Trismegisto]], o che fosse addirittura sua figlia.<ref>{{cita|Witt, 1997|pp. 206-207206–207}}.</ref><ref>{{cita|Griffiths, 1970|p. 263}}.</ref>
 
Iside aveva anche un'estesa rete di connessioni con deidèi Greci e romani, e con altri di altre culture. Non era completamente integrata nel [[Pantheon greco]], ma fu comparata diverse volte con una grande varietà di figure mitologiche greche, come [[Demetra]], [[Afrodite]] o [[Io (mitologia)|Io.]]<ref>{{cita|Solmsen, 1979|pp. 16–19, 53–57}}.</ref> Il culto di Demetra ebbe una influenza ellenizzante particolarmente importante sul culto di Iside dopo il suo arrivo in Grecia.<ref>{{cita|Pakkanen, 1996|pp. 91, 94–100}}.</ref> La relazione di Iside con le donne fu influenzata dalla sua frequente comparazione con [[Artemide]], che aveva un ruolo dualistico come dea vergine e promotrice della fertilità.<ref>{{cita|Heyob, 1975|pp. 72-7372–73}}.</ref> A causa dei poteri di Iside sul Fato, era connessa con le personificazioni greche e romane del fato, [[Tiche]] e [[Fortuna (mitologia)|Fortuna]].<ref>{{cita|Donalson, 2003|p. 8}}.</ref> A Biblo, in Fenicia, nel II millennio a.C., Hator era venerata come una forma della dea locale [[Baalat Gebal]]; Iside prese gradualmente il posto di Hator nel corso del I millennio a.C.<ref>{{cita|Hollis, 2009|pp. 3-53–5}}.</ref> Nel [[Noricum]] nell'Europa centrale, Iside fu sincretizzata con la dea locale [[Noreia]],<ref>Woolf, Greg, "Isis and the Evolution of Religions", in {{cita|Bricault Versluys, 2014|p. 84}}.</ref> e a Petra potrebbe essere stata collegata con la dea araba [[al-Uzza]].<ref>{{cita|Lahelma Fiema, 2008|pp. 209-211209–211}}.</ref> L'autore romano [[Tacito]] disse che Iside era venerata dai [[Suebi]], una popolazione germanica che viveva fuori dell'impero, ma avrebbe potuto confonderla con una dea germanica perché, come lei, la dea era simboleggiata da una barca.<ref>{{cita|Rives, 1999|pp. 80, 162}}.</ref>
 
Molte delle aretalogie includono una lunga lista di dee con cui Iside era connessa. Questi testi trattano tutte le divinità elencate come forme della dea, suggerendo che agli occhi degli autori era un essere [[summodeistico]]: una dea per l'intero [[oecumene|ecumene]]<ref>Sfameni Gasparro, Giulia, "The Hellenistic Face of Isis: Cosmic and Saviour Goddess", in {{cita|Bricault Versluys|pp. 54-5654–56|Meyboom, 2007}}.</ref><ref>{{cita|Smith, 2010|pp. 243-246243–246}}.</ref>. Nel mondo religioso romano, molte divinità erano chiamate "uno" o "unico" in testi religiosi come questi. Allo stesso tempo, i filosofi ellenici vedevano frequentemente il principio unificatore e astratto del cosmo come divino. Molti di loro interpretavano le tradizioni religiose per farle adattare a questo concetto di un essere assoluto, come Plutarco aveva fatto con Iside e Osiride.<ref>van Nuffelen, Peter, "Pagan Monotheism as a Religious Phenomenon", in {{cita|Mitchell van Nuffelen, 2010|pp. 17–21, 26–27}}.</ref> Ne [[l'asino d'oro]] Iside dice: "la mia persona manifesta gli aspetti di tutti gli dei e le dee". Dice anche che è "venerata da tutto il mondo sotto forme diverse, con vari riti e molti nomi", anche se gli egizi e i nubiani usavano il suo vero nome.<ref>{{cita|Hanson, 1996|p. 299}}.</ref><ref>{{cita|Griffiths, 1975|pp. 154-155154–155}}.</ref> Ma quando elenca le forme in cui i vari popoli del Mediterraneo la venerano, menziona solo divinità femminili.<ref>{{cita|Griffiths, 1975|pp. 143-144143–144}}.</ref> Le divinità greco-romane erano fermamente divise dal genere, limitando quindi quanto universale Iside potesse effettivamente essere. Una aretalogia evita questo problema chiamando Iside e Serapide i due deidèi "unici".<ref name="Versnel 299">{{cita|Versnel, 2011|pp. 299-301299–301}}.</ref><ref name="Belayche 151">Belayche, Nicole, "''Deus deum . . . summorum maximus'' (Apuleius): Ritual Expressions of Distinction in the Divine World in the Imperial Period", in {{cita|Mitchell van Nuffelen, 2010|pp. 151-152151–152}}.</ref> Similmente, sia Plutarco che Apuleio limitano l'importanza di Iside, trattandola come subordinata ad Osiride.<ref>{{cita|Gasparini, 2011|pp. 706-708706–708}}.</ref> La pretesa che fosse unica aveva il fine di enfatizzare la sua grandezza, piuttosto che fare una precisa affermazione teologica.<ref name="Versnel 299"/><ref name="Belayche 151"/>
 
===Iconografia===
[[File:Isis-Fortuna Walters 54751.jpg|thumb|upright|alt=Refer to caption|Statuetta romana in bronzo di Iside-Fortuna con una [[cornucopia]] e un timone, I secolo a.C.]]
Le immagini di Iside fatte al di fuori dell'Egitto erano in stile ellenistico, come molte di quelle fatte in Egitto in tempi ellenistici e romani. I suoi attributi variavano ampiamente.<ref>Bianchi, Robert Steven, "Images of Isis and Her Cultic Shrines Reconsidered: Towards an Egyptian Understanding of the ''Interpretatio Graeca''", in {{cita|Bricault Versluys|pp. 480–482, 494|Meyboom, 2007}}.</ref> A volte indossava il copricapo con le corna di vacca di [[Hator]], ma i greci ne avevano ridotto le dimensioni e lo avevano spesso interpretato come luna crescente.<ref>Delia, Diana, "Isis, or the Moon", in {{cita|Clarysse Schoors|pp. 542-543542–543|Willems, 1998}}.</ref> Poteva anche indossare copricapi con foglie, fiori o spighe di grano.<ref>{{cita|Griffiths, 1975|pp. 124-126124–126}}.</ref> Altri tratti comuni includevano ciocche di capelli inanellati e un mantello legato con un nodo elaborato sul seno, che era tipico del vestiario egizio, ma era trattato come un simbolo della dea al di fuori dell'Egitto.<ref>{{cita|Walters, 1988|pp. 5-75–7}}.</ref><ref>This knot is sometimes called the "Isis-knot", although it should not be confused with the ''tyet'' symbol, which is also sometimes called the "knot of Isis".{{cita|Bianchi, 1980|p. 10}}.</ref> Nelle sue mani poteva portare un [[ureo]] o un [[sistro]], entrambi derivanti dall'iconografia egizia,<ref>{{cita|Griffiths, 1975|pp. 132-135132–135}}.</ref> o una [[situla]].<ref>{{cita|Walters, 1988|pp. 20-2520–25}}.</ref>
 
Come Iside-Fortuna teneva in mano un timone, che rappresentava il controllo del Fato, nella sua mano destra e una [[cornucopia]], simbolo di abbondanza, in quella sinistra.<ref name="Donalson 6">{{cita|Donalson, 2003|pp. 6-76–7}}.</ref> Come Iside Pharia indossava un mantello che fluttuava dietro di lei come una vela,<ref name="Donalson 68"/> e come Iside Lacta accudiva il suo bambino, [[Arpocrate]].<ref name="Donalson 6"/> La diversa iconografia scaturì dai suoi vari ruoli; come dice Robert Steven Bianchi, "Iside poteva rappresentare qualunque cosa per chiunque, e poteva essere rappresentata in ogni modo immaginabile."<ref>Bianchi, Robert Steven, "Images of Isis and Her Cultic Shrines Reconsidered: Towards an Egyptian Understanding of the ''Interpretatio Graeca''", in {{cita|Bricault Versluys|p. 494|Meyboom, 2007}}.</ref>
 
===Seguaci e sacerdoti===
Come la maggior parte dei culti del tempo, il culto di Iside non richiedeva ai suoi devoti di venerare esclusivamente la dea, e il loro livello di devozione variava ampiamente.<ref name="Beard North Price 236">{{cita|Beard North|pp. 236, 307–309|Price, 1998}}.</ref> Alcuni seguaci di Iside erano sacerdoti in una varietà di culti e affrontavano diversi riti di iniziazione dedicati a dei diversi.<ref>{{cita|Burkert, 1987|pp. 46-5046–50}}.</ref> Inoltre, molti enfatizzavano la loro forte devozione nei suoi confronti e alcuni la consideravano il centro delle loro vite.<ref>{{cita|Bøgh, 2015|pp. 279-282279–282}}.</ref> Erano fra i pochi gruppi religiosi del mondo greco-romano che avevano dei nomi per definirsi. Tuttavia, il nome "Isiaco" era usato raramente.<ref name="Beard North Price 236"/>
 
Gli isiaci erano una porzione molto piccola della popolazione dell'impero romano,<ref>{{cita|Alvar, 2008|pp. 32-3332–33}}.</ref> ma venivano da ogni [[classi sociali nell'antica Roma|classe sociale]], da [[schiavi]] e [[liberto|liberti]] a alti ufficiali e membri della famiglia imperiale.<ref>{{cita|Takács, 1995|pp. 5-65–6}}.</ref> Antichi registri fanno intuire che Iside fosse popolare tra le classi sociali più basse, dando una possibile ragione per cui le autorità della [[Repubblica romana]], preoccupate dai conflitti fra classi, guardavano al suo culto con sospetto.<ref>{{cita|Orlin, 2010|p. 206}}.</ref> Le donne erano maggiormente rappresentate nel culto di Iside rispetto ad altri culti greco-romani, e nel periodo dell'impero potevano diventare sacerdotesse in molte posizioni gerarchiche equivalenti a quelle maschili.<ref>{{cita|Heyob, 1975|p. 87}}.</ref> Secondo le iscrizioni le donne costituivano meno della metà degli isiaci, e sono raramente menzionate fra i ranghi più alti del clero,<ref>{{cita|Heyob, 1975|pp. 95-9695–96}}.</ref> ma siccome le donne sono rappresentate poco all'interno delle scritture romane, il loro ruolo potrebbe essere stato maggiore di quanto documentato.<ref>{{cita|Kraemer, 1992|p. 76}}.</ref> Diversi scrittori romani accusarono il culto di Iside di incoraggiare la promiscuità fra le donne. [[Jaime Alvar]] suggerisce che il culto attraeva i sospetti maschili perché dava alle donne un modo di agire al di fuori del controllo dei mariti.<ref>{{cita|Alvar, 2008|pp. 183-184183–184}}.</ref>
 
I sacerdoti di Iside si riconoscevano per le teste rasate e i vestiti di lino bianco, caratteristiche prese dai culti egizi e dalla loro [[purezza rituale]].<ref>{{cita|Donalson, 2003|p. 49}}.</ref> Un tempio di Iside poteva includere diversi ranghi di sacerdoti, così come varie associazioni di culto e incarichi speciali per i seguaci laici.<ref>{{cita|Heyob, 1975|pp. 93–94, 103–105}}.</ref> Non ci sono prove di una gerarchia che si occupasse di più templi, e ogni tempio probabilmente funzionava indipendentemente dagli altri.<ref>{{cita|Bowden, 2010|p. 177}}.</ref>
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====Templi e riti giornalieri====
[[File:Isiac water ceremony.jpg|thumb|alt=Refer to caption|Affresco di un raduno isiaco, [[I secolo d.C.]]. Un sacerdote bada al fuoco mentre un altro tiene in mano un recipiente di acqua sacra alla porta di un tempio con delle [[sfingi]].<ref>{{cita|Witt, 1997|p. 117}}.</ref>]]
Templi dedicati a dei egizi situati al di fuori dell'Egitto, come la [[Basilica rossa]] di [[Pergamo]], il [[Tempio di Iside (Pompei)|Tempio di Iside di Pompei]], o l'[[Tempio di Iside al Campo Marzio|Iseum Campense]] a Roma, erano costruiti in uno stile molto greco-romano, ma, come i templi egizi, erano circondati da grandi corti chiuse da muri. Erano decorati con opere d'arte a tema egizio, e a volte avevano degli oggetti antichi provenienti dall'Egitto stesso. La loro disposizione era più elaborata di quella dei templi romani tradizionali, e includeva stanze per accogliere i sacerdoti e per varie funzioni rituali, con una statua rituale della dea in un santuario appartato.<ref>Bommas, Martin, "Isis, Osiris, and Serapis", in {{cita|Riggs, 2012|p. 430}}.</ref><ref>{{cita|Turcan, 1996|pp. 104-109104–109}}.</ref> Diversamente dalle statue di culto egiziane, le statue ellenistiche e romane di Iside erano a grandezza naturale o più grandi. I rituali giornalieri includevano ancora la vestizione della statua ogni mattina con vestiti elaborati e l'offerta di cibi, ma, al contrario della tradizione egizia, i sacerdoti permettevano ai seguaci ordinari di vedere la statua della dea durante i rituali della mattina, pregarla direttamente e cantarle inni.<ref>{{cita|Donalson, 2003|pp. 34–35, 39}}.</ref>
 
Un altro oggetto di venerazione in questi templi era l'acqua, che era trattata come un simbolo delle acque del Nilo. I templi di Iside costruiti in tempi ellenistici includevano spesso cisterne sotterranee che contenevano l'acqua sacra, con il livello dell'acqua che si alzava e si abbassava imitando le piene del Nilo. Molti templi romani invece usavano un contenitore d'acqua, un [[hydreios]], che era venerato come un'immagine di culto o una manifestazione di Osiride.<ref>{{cita|Wild, 1981|pp. 60–61, 154–157}}.</ref>
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I [[Lari (divinità)|larari]] romani, o tempietti della casa, contenevano statuette dei [[penati]], un vario gruppo di dei protettori scelto sulla base delle preferenze dei membri della famiglia.<ref>{{cita|Bodel, 2008|pp. 258, 261–262}}.</ref> Iside e altre divinità egizie furono trovate nei larari in Italia dal tardo I secolo a.C.<ref>{{cita|Alvar, 2008|p. 192}}.</ref> Fino all'inizio del IV secolo d.C..<ref>{{cita|Bodel, 2008|p. 261}}.</ref>
 
Il culto richiedeva la purezza rituale e morale dei suoi seguaci, necessitando periodicamente di bagni rituali o giorni di astinenza sessuale. Gli isiaci a volte mostravano la loro devozione cantando odi a Iside nelle strade o, come forma di penitenza, dichiarando i loro misfatti in pubblico.<ref>{{cita|Bøgh, 2015|pp. 281-282281–282}}.</ref>
 
Alcuni templi dedicati a divinità greche, incluso Serapide, praticavano il rituale dell'[[incubazione (rito)|incubazione]], in cui i seguaci dormivano in un tempio sperando che il dio gli apparisse in sogno e li consigliasse o che guarisse i loro mali. Alcuni testi suggeriscono che questa pratica avveniva anche nei templi di Iside, ma le prove sono poche.<ref>{{cita|Renberg, 2017|pp. 392-393392–393}}.</ref> Si pensava comunque che Iside comunicasse tramite i sogni in altre circostanze, come chiamare i seguaci per i riti di iniziazione.<ref name="ref_B">{{cita|Bøgh, 2015|p. 278}}.</ref>
 
====Iniziazione====
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''[[L'asino d'oro]]'', nel descrivere come il protagonista si unisce al culto di Iside, fornisce l'unica fonte dettagliata delle iniziazioni isiache.<ref>{{cita|Burkert, 1987|p. 97}}.</ref> Le ragioni per cui [[Apuleio]] scrisse del culto e l'accuratezza della sua descrizione romanzata sono soggette a molte discussioni, ma la fonte è coerente con altre fonti sulle iniziazioni, e gli studiosi si basano fortemente sull'opera quando studiano l'argomento.<ref>{{cita|Bowden, 2010|pp. 165–167, 179–180}}.</ref>
 
Antichi riti misterici usavano una grande varietà di esperienze intense, come l'oscurità notturna interrotta da luce intensa e forte musica e rumore, per sopraffare i sensi e fornire un'intensa esperienza religiosa, che dava la sensazione di contatto diretto con la divinità a cui erano devoti.<ref>{{cita|Bowden, 2010|pp. 14–24, 212–216}}.</ref> Il protagonista dell'asino d'oro, Lucius, si sottopone ad una serie di iniziazioni, anche se solo la prima è descritta in modo dettagliato. Dopo essere entrato nella parte più interna del tempio di Iside durante la notte, dichiara: "sono venuto al confine della notte e, avendo calpestato la soglia di [[Proserpina]], ho viaggiato attraverso tutti gli elementi e sono tornato. Nel mezzo della notte ho visto il sole splendere con una luce intensa, mi sono trovato faccia a faccia con gli dei di sotto e gli dei di sopra e gli ho mostrato la mia reverenza da vicino."<ref>{{cita|Hanson, 1996|p. 341}}.</ref> Questa descrizione criptica suggerisce che il viaggio simbolico dell'iniziato nel mondo dei morti era paragonato alla rinascita di Osiride e al viaggio di Ra attraverso l'aldilà nel mito egizio,<ref>{{cita|Griffiths, 1975|pp. 315-317315–317}}.</ref> implicando possibilmente che Iside aveva riportato indietro l'iniziato dalla morte, come aveva fatto con suo marito.<ref>{{cita|Turcan, 1996|p. 121}}.</ref>
 
====Festività====
I calendari romani indicavano due importanti festività di Iside sin dall'inizio del I secolo d.C.. La prima festività era il [[Navigium Isidis]] in marzo, che celebrava l'influenza di Iside sul mare e serviva come preghiera per la salvezza di naviganti e, a volte, dei Romani e dei loro comandanti.<ref name="Salzman 169">{{cita|Salzman, 1990|pp. 169-175169–175}}.</ref> Consisteva in un'elaborata processione, che includeva sacerdoti e seguaci isiaci con una grande varietà di costumi e emblemi sacri, che trasportavano un modello di una nave dal tempio locale fino al mare<ref>{{cita|Donalson, 2003|pp. 68-7368–73}}.</ref> o a un fiume vicino.<ref>{{cita|Alvar, 2008|p. 299}}.</ref> L'altro era l'[[Isia]], verso la fine di ottobre e l'inizio di novembre. Come il suo predecessore egizio, il [[Khoiak]], l'Isia includeva una rievocazione rituale della ricerca di Osiride da parte di Iside, seguito da giubilo quando il corpo del dio veniva trovato.<ref>{{cita|Alvar, 2008|pp. 300-302300–302}}.</ref> Molte altre festività minori erano dedicate a Iside, inclusa la [[Pelusia]] alla fine di marzo, che potrebbe aver celebrato la nascita di [[Arpocrate]], e la [[Lychnapsia]], che celebrava la nascita di Iside stessa il 12 agosto.<ref name="Salzman 169"/>
 
Festività di Iside e altri dei pagani furono celebrate fino al IV secolo d.C., nonostante la [[Diffusione del cristianesimo in epoca precostantiniana|crescita del cristianesimo]] e la [[Persecuzioni ai danni dei pagani nell'Impero romano|persecuzione dei pagani]] che si erano intensificate durante la fine del secolo.<ref>{{cita|Salzman, 1990|pp. 232-236232–236}}.</ref> L'Isia fu celebrata almeno fino al tardo 417 d.C.,<ref>{{cita|Turcan, 1996|p. 128}}.</ref> e il Navigium Isidis durò fino al VI secolo d.C..<ref>{{cita|Salzman, 1990|p. 239}}.</ref> Col passare del tempo, il significato religioso delle festività romane fu dimenticato o ignorato, anche se gli usi continuarono. In alcuni casi, come nel Navigium Isidis, questi usi divennero parte della cultura classica cristianizzata dell'[[alto medioevo]].<ref>{{cita|Salzman, 1990|pp. 240-246240–246}}.</ref>
 
==Possibili influenze sul cristianesimo==
[[File:Figure-6-Fresco-of-Isis-lactans-at-Karanis-fourth-century-CE-Karanis-Tran-Tam-Tinh.png|thumb|upright|alt=Painting of a seated woman with a child in her lap, offering one of her breasts to the child|Iside Lactans tiene in braccio [[Arpocrate]] in un affresco egizio del IV secolo d.C.]]
Una questione controversa riguardo a Iside è se il suo culto abbia influenzato il cristianesimo.<ref>{{cita|Alvar, 2008|p. 30}}.</ref> Alcuni usi isiaci potrebbero essere fra le pratiche pagane che furono [[Persecuzioni ai danni dei pagani nell'Impero romano #Sostituzione da parte della Chiesa delle tradizioni pagane|incorporate nelle tradizioni cristiane]] quando l'impero romano fu cristianizzato. [[Andreas Alföldi]], per esempio, argomentò negli anni 30 che la festività medievale del [[carnevale]], in cui il modellino di una barca era trasportato in una processione, si fosse sviluppato dal Navigium Isidis.<ref>{{cita|Salzman, 1990|p. 240}}.</ref>
 
Molta attenzione si concentra sullo stabilire se tratti del cristianesimo siano stati presi dai culti misterici pagani, compreso quello di Iside.<ref>{{cita|Alvar, 2008|pp. 383-385383–385}}.</ref> I membri più devoti del culto di Iside assumevano un impegno personale verso una divinità che vedevano come superiore rispetto alle altre, come facevano i cristiani.<ref>{{cita|Beard North|p. 286|Price, 1998}}.</ref> Sia il cristianesimo che il culto di Iside avevano un rito di iniziazione: i misteri per Iside, il [[battesimo]] nel cristianesimo.<ref name="Bowden 207">{{cita|Bowden, 2010|pp. 207-210207–210}}.</ref> Uno dei temi comuni dei culti misterici, quello di un dio la cui morte e resurrezione può essere connessa con la stabilità della vita dopo la morte del credente, assomiglia al tema centrale del cristianesimo. L'idea che le credenze cristiane siano state prese dai culti misterici ha causato accese discussioni per oltre duecento anni.<ref>{{cita|Alvar, 2008|pp. 390-394390–394}}.</ref> In risposta a queste controversie, sia [[Hugh Bowden]] che [[Jaime Alvar]], studiosi che si occupano di antichi culti misterici, suggeriscono che le similitudini fra il cristianesimo e i culti misterici non sono state semplicemente prodotte dal prendere le idee ma dal loro sfondo comune: la cultura greco-romana in cui si sono tutti sviluppati.<ref name="Bowden 207"/><ref>{{cita|Alvar, 2008|pp. 419-421419–421}}.</ref>
 
Sono state analizzate anche le similitudini fra Iside e [[Maria (madre di Gesù)|Maria]], madre di Dio. Sono state soggette a controversie fra i [[Protestanti]] e la [[Chiesa cattolica]], poiché molti protestanti hanno affermato che la venerazione cattolica di Maria è una reminiscenza del paganesimo.
<ref>{{cita|Benko, 1993|pp. 1-41–4}}.</ref> Il classicista [[R. E. Witt]] vede Iside come la "grande precorritrice" di Maria. Suggerisce che coloro che veneravano Iside e si erano convertiti al cristianesimo avrebbero potuto vedere la figura di Maria negli stessi termini della loro dea tradizionale. Evidenza che le due avevano molte sfere di influenza in comune, come l'agricoltura e la protezione dei marinai. Compara il titolo di Maria come "Madre di Dio" all'epiteto di Iside come "madre del dio", e il "[[regina dei cieli]]" di Maria al "regina dei cieli" di Iside.<ref>{{cita|Witt, 1997|pp. 272–274, 277}}.</ref> [[Stephen Benko]], uno storico dei primi periodi del cristianesimo, argomenta che la devozione a Maria è stata fortemente influenzata dai culti di molte dee pagane, non solo Iside.<ref>{{cita|Benko, 1993|pp. 263-265263–265}}.</ref> Al contrario, [[John McGuckin]], uno storico della Chiesa, dice che Maria assorbì dei tratti superficiali di queste dee, come l'iconografia, ma che le basi fondamentali del suo culto erano strettamente cristiane.<ref>{{cita|McGuckin, 2008|pp. 17-1817–18}}.</ref>
 
Le immagini di Iside con in braccio Horus sono spesso indicate come la base per l'iconografia di Maria, poiché immagini di donne con in braccio bambini erano rare nel mondo mediterraneo antico al di fuori dell'Egitto.<ref>{{cita|Heyob, 1975|pp. 74-7674–76}}.</ref> [[Vinh Tran Tam Tinh]] argomenta che immagini di Iside hanno influenzato solo le immagini di Maria con in braccio Gesù trovate in Egitto,<ref>{{cita|Higgins, 2012|pp. 72-7472–74}}.</ref> mentre [[Thomas F. Mathews]] e [[Norman Muller]] pensano che le pose di Iside in antichi dipinti abbiano influenzato diversi tipi di iconografie di Maria, dentro e fuori l'Egitto.<ref>Mathews, Thomas F., and Muller, Norman, "Isis and Mary in Early Icons", in {{cita|Vassilaki, 2005|pp. 6-96–9}}.</ref> [[Elizabeth Bolman]] dice che queste antiche immagini egizie di Maria con in braccio Gesù avevano come scopo l'enfatizzare la sua grandezza divina, come le immagini di dee con in braccio bambini nell'antica iconografia egizia.<ref>Bolman, Elizabeth, "The Enigmatic Coptic Galaktotrophousa and the Cult of the Virgin Mary in Egypt", in {{cita|Vassilaki, 2005|pp. 17-1817–18}}.</ref> [[Sabrina Higgins]] afferma che queste somiglianze provano che le immagini di Iside influenzarono quelle di Maria, ma non che i cristiani adottarono deliberatamente l'iconografia o altri elementi del culto di Iside.<ref>{{cita|Higgins, 2012|pp. 78-7978–79}}.</ref>
 
==Influenza nelle culture posteriori==
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Il ricordo di Iside sopravvisse all'estinzione del suo culto. Come i greci e i romani, molti europei moderni hanno visto l'antico Egitto come la sede di una profonda e spesso mistica saggezza, che è spesso stata connessa a Iside.<ref>{{cita|Hornung, 2001|pp. 189–191, 195–196}}.</ref> La biografia di Iside di [[Giovanni Boccaccio]] nella sua opera [[De mulieribus claris]], basata su fonti classiche, la tratta come una regina storica che insegnava la civilizzazione al genere umano. Alcuni pensatori del [[rinascimento]] elaborarono questa prospettiva su Iside. [[Annio da Viterbo]], nel 1490, affermò che Iside e Osiride avevano civilizzato l'Italia prima della Grecia, definendo così una connessione diretta fra il suo paese e l'Egitto. L'[[appartamento Borgia]], dipinto per il patrono di Annio, [[Papa Alessandro VI]], incorpora lo stesso tema nell'illustrazione del mito di Osiride.<ref>{{cita|Hornung, 2001|pp. 78, 83–86}}.</ref>
 
L'[[esoterismo occidentale]] ha spesso fatto riferimento a Iside. Due testi esoterici romani usano l'idea mitica in cui Iside trasmette conoscenze segrete a Horus. In [[Kore Kosmou]], gli insegna la saggezza che deriva da [[Ermes Trismegisto]], e nel testo alchemico [[Iside la profetessa a suo figlio Orus]], gli trasmette ricette alchemiche.<ref>{{cita|Hanegraaff Faivre|van den Broek|Brach, 2006|pp=24, 478}}</ref> La prima letteratura esoterica moderna vedeva Ermes Trismegisto come un saggio egizio e faceva spesso uso di testi attribuiti a lui, e a volte si riferiva anche a Iside.<ref>{{cita|Quentin, 2012|pp. 148-149148–149}}.</ref> In un filone diverso, la descrizione di Apuleio delle iniziazioni isiache ha influenzato le pratiche di molte [[società segrete]].<ref>{{cita|Hornung, 2001|p. 196}}.</ref> Il romanzo di [[Jean Terrasson]] del 1731, ''Sethos, histoire, ou vie tirée des monuments, anedoctes de l'ancienne Égypte, traduite d'un manuscript grec'', usava Apuleio come riferimento per un elaborato rito egizio dedicato a Iside,<ref>{{cita|Macpherson, 2004|p. 242}}.</ref> che fu poi imitato da effettivi rituali in diverse [[massoneria|società massoniche]] durante il XVIII secolo, come in altre opere letterarie o musicali; è stato di ispirazione per la nota opera di [[Wolfgang Amadeus Mozart]] del 1791, ''[[Il flauto magico]]''.<ref>{{cita|Spieth, 2007|pp. 50-5250–52}}.</ref>
 
Dal rinascimento in poi, la statua velata di Iside che [[Plutarco]] e [[Proclo]] avevano menzionato fu interpretata come una rappresentazione della [[Natura]], basandosi su un passaggio di [[Macrobio]] nel [[IV secolo d.C.]] che comparava Iside con la natura.<ref name="Hadot 233">{{cita|Hadot, 2006|pp. 233-237233–237}}.</ref>{{refn|Early modern illustrations of Isis as Nature often showed her with multiple breasts. Originally, the [[Temple of Artemis#Ephesian Artemis|form of Artemis]] that was worshipped at [[Ephesus]] was depicted with round protuberances on her chest that came to be interpreted as breasts. Early modern artists drew Isis in this form because Macrobius claimed that both Isis and Artemis were depicted this way.<ref name="Hadot 233"/>|group="Note"}} Autori del XVII e XVIII secolo assegnarono una grande varietà di significati a questa immagine. Iside rappresentava la natura come la madre di tutte le cose, come un insieme di cose che dovevano essere scoperte dalla scienza, come un simbolo del concetto [[panteista]] di un'anonima, enigmatica divinità che era [[immanente]] all'interno della Natura,<ref>{{cita|Hadot, 2006|pp. 266-269266–269}}.</ref> o come un potere sublime ispiratore di timore, che poteva essere vissuto tramite riti misterici estatici.<ref>{{cita|Assmann, 1997|pp. 128-135128–135}}.</ref> Nella decristianizzazione della Francia durante la [[rivoluzione francese]], servì come una alternativa al cristianesimo tradizionale: un simbolo che poteva rappresentare la Natura, la saggezza scientifica moderna, e un collegamento al passato pre-cristiano.<ref>{{cita|Spieth, 2007|pp. 91, 140}}.</ref> Per questi motivi, l'immagine di Iside appare in opere d'arte promosse dal governo rivoluzionario francese, come la [[Fontaine de la Régénération]], e dal [[primo impero francese]].<ref>Humbert, Jean-Marcel, "Les nouveaux mystères d'Isis, ou les avatars d'un mythe du XVIe au XXe siècle", in {{cita|Bricault, 2000|pp. 175-178175–178}}.</ref><ref>{{cita|Quentin, 2012|pp. 177-180177–180}}.</ref> La metafora del velo di Iside continuò a circolare nel XIX secolo. [[Helena Blavatsky]], la fondatrice della tradizione [[teosofia|teosofica]], intitolò il suo libro del 1877 sulla teosofia [[Iside Svelata]], sottintendendo che avrebbe rivelato verità spirituali riguardo alla natura che la scienza non avrebbe potuto rivelare.<ref>{{cita|Ziolkowski, 2008||pp=75–76}}</ref>
 
Fra gli egiziani moderni, Iside era usata come un simbolo nazionale durante i movimenti [[faraonisti]] degli anni 20 e 30, quando l'Egitto ottenne l'indipendenza dal governo inglese. In opere come il dipinto nel [[parlamento d'Egitto]] di [[Mohamed Naghi]], intitolato [[Il rinascimento egiziano]], e l'opera teatrale di [[Tawfiq al-Hakim]], [[Il ritorno dello spirito]], Iside simboleggia la rinascita della nazione. Una scultura di [[Mahmoud Mokhtar]], chiamata anch'essa [[Il rinascimento egiziano]], gioca sul tema di Iside che rimuove il suo velo.<ref>{{cita|Quentin, 2012|pp. 225-227225–227}}.</ref>
 
Iside si trova spesso nella narrativa, come [[Iside (DC Comics)|serie di fumetti di supereroi]], e il suo nome e la sua immagine appare in posti disparati, come la pubblicità e nomi di persone.<ref>Humbert, Jean-Marcel, "Les nouveaux mystères d'Isis, ou les avatars d'un mythe du XVIe au XXe siècle", in {{cita|Bricault, 2000|pp. 185, 188}}.</ref> Il nome [[Isidoro (nome)|Isidoro]], che significa "dono di Iside",<ref>{{cita|Donalson, 2003|p. 170}}.</ref> sopravvisse nel cristianesimo nonostante le sie origini pagane, dando origine al nome moderno Isidoro e le sue varianti.<ref>{{cita|Witt, 1997|p. 280}}.</ref> Nel tardo XX e all'inizio del XXI secolo il nome [[Iside (nome)|Iside]] diventò un nome femminile popolare.<ref>{{cita|Khazan, 2014}}.</ref>
 
Iside continua ad apparire in moderni culti esoterici e pagani. Il concetto di una singola dea che incarna tutti i poteri al femminile, ispirata in parte da Apuleio, diventò un tema molto diffuso nella letteratura del XIX e XX secolo.<ref>{{cita|Hutton, 1999|pp. 32–33, 41–42}}.</ref> Gruppi e figure influenti nell'esoterismo, come l'[[Golden Dawn|ordine Ermetico dell'alba dorata]] nel tardo XIX secolo e il [[Dion Fortune]] negli anni 30, adottarono una dea quasi onnipotente nel loro sistema di credenze col nome di Iside. Questa concezione di Iside influenzò la [[Grande Dea]] che si trova in molte forme di [[stregoneria contemporanea]].<ref>{{cita|Hutton, 1999|pp. 79–81, 185–186}}.</ref><ref>{{cita|Adler, 1986|pp. 35–36, 56}}.</ref> Oggi, ricostruzioni di antiche religioni egizie, come l'[[ortodossia Kemetica]]<ref>{{cita|Forrest, 2001|p. 236}}.</ref> o la chiesa della fonte eterna, includono Iside fra le divinità che venerano.<ref>{{cita|Adler, 1986|pp. 267, 270}}.</ref> Un'organizzazione religiosa eclettica concentrata sulle divinità femminili si chiama [[Confraternita di Iside]], perché, con le parole di una delle sue sacerdotesse, [[M. Isidora Forrest]], Iside può essere "tutte le dee per tutte le persone."<ref>{{cita|Forrest, 2001|pp. 233-235233–235}}.</ref>
 
== Sincretismo con altre figure ==
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*{{Cita libro|cognome1=Beard |nome1=Mary |cognome2=North |nome2=John |cognome3=Price |nome3=Simon |wkautore1=Mary Beard (classicist) |wkautore3=Simon Price (classicist) |titolo=Religions of Rome, Volume I: A History |anno=1998 |editore=Cambridge University Press |isbn=978-0-521-31682-8 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Benko |nome=Stephen |titolo=The Virgin Goddess: Studies in the Pagan and Christian Roots of Mariology |url=https://archive.org/details/virgingoddessstu0059benk |anno=1993 |editore=Brill|isbn=978-90-04-09747-6 |cid=}}
*{{Cita pubblicazione|cognome=Bianchi |nome=Robert S. |titolo=Not the Isis-Knot |rivista=Bulletin of the Egyptological Seminar|volume=2 |data=1980 |pp=9-319–31 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Bodel |nome=John |capitolo=Cicero's Minerva, ''Penates'', and the Mother of the ''Lares'': An Outline of Roman Domestic Religion |curatore-cognome1=Bodel |curatore-nome1=John |curatore-cognome2=Olyan |curatore-nome2=Saul M. |titolo=Household and Family Religion in Antiquity |url=https://archive.org/details/householdfamilyr0000unse |anno=2008 |editore=Blackwell Publishing |isbn=978-1-4051-7579-1 |cid=}}
*{{Cita pubblicazione|cognome=Bøgh |nome=Birgitte |titolo=Beyond Nock: From Adhesion to Conversion in the Mystery Cults |rivista= History of Religions |volume=54 |numero= 3 |data=2015 |pp=260-287260–287 |jstor=678994 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Bowden |nome=Hugh |titolo=Mystery Cults of the Ancient World |url=https://archive.org/details/mysterycultsofan0000bowd |editore=Princeton University Press |anno=2010 |isbn=978-0-691-14638-6 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Bremmer |nome=Jan N. |wkautore=Jan N. Bremmer |titolo=Initiation into the Mysteries of the Ancient World |url=https://archive.org/details/initiationintomy0000brem |anno=2014 |editore=Walter de Gruyter |isbn=978-3-11-029955-7 |cid=}}
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*{{Cita libro|cognome=Burkert |nome=Walter |wkautore=Walter Burkert |titolo=Ancient Mystery Cults |url=https://archive.org/details/ancientmysterycu0000burk |anno=1987 |editore=Harvard University Press |isbn=978-0-674-03387-0 |cid=}}
*Giacomo Cavillier, ''Il Sentiero di Iside: il culto isiaco tra Egitto tolemaico e Roma Imperiale'', Kemet, Torino, 2024, ISBN 979-1280007520.
*{{Cita pubblicazione|cognome=Cooney |nome=Kathlyn M. |wkautore=Kara Cooney |titolo=Gender Transformation in Death: A Case Study of Coffins from Ramesside Period Egypt |rivista= Near Eastern Archaeology |volume=73 |numero=4 |data=dicembre 2010 |pp=224-237224–237 |jstor=41103940 |cid=}}
*{{Cita libro|curatore-cognome1=Clarysse |curatore-nome1=Willy |curatore-cognome2=Schoors |curatore-nome2=Anton |curatore-cognome3=Willems |curatore-nome3=Harco |titolo=Egyptian Religion: The Last Thousand Years. Studies Dedicated to the Memory of Jan Quaegebeur |anno=1998 |editore=Peeters |isbn=978-90-429-0669-3 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Cruz-Uribe |nome=Eugene |capitolo=The Death of Demotic Redux: Pilgrimage, Nubia, and the Preservation of Egyptian Culture |titolo=Honi soit qui mal y pense: Studien zum pharaonischen, griechisch-römischen und spätantiken Ägypten zu Ehren von Heinz-Josef Thissen |curatore-cognome1=Knuf |curatore-nome1=Hermann |curatore-cognome2=Leitz |curatore-nome2=Christian |curatore-cognome3=von Recklinghausen |curatore-nome3=Daniel |anno=2010 |editore=Peeters |isbn=978-90-429-2323-2 |cid=}}
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*{{Cita libro|cognome=Frankfurter |nome=David |titolo=Religion in Roman Egypt: Assimilation and Resistance |anno=2001 |url=https://archive.org/details/secretloreofegyp00horn |editore=Princeton University Press |data=1998 | isbn=978-0-8014-3847-9|cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Frankfurter |nome=David |curatore-cognome1=Dill |curatore-nome1=Ueli |curatore-cognome2=Walde |curatore-nome2=Christine John |titolo=Antike Mythen: Medien, Transformationen und Konstruktionen |anno=2009 |editore=Walter de Gruyter |capitolo=The Laments of Horus in Coptic: Myth, Folklore, and Syncretism in Late Antique Egypt |isbn=978-3-11-020909-9 |cid=}}
*{{Cita pubblicazione|cognome=Gasparini |nome=Valentino |titolo=Isis and Osiris: Demonology vs. Henotheism? |rivista= Numen |volume=58 |numero= 5/6 |data=2011 |pp=697-728697–728 |jstor=23046225 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Gasparini |nome=Valentino |capitolo='I will not be thirsty. My lips will not be dry': Individual Strategies of Re-constructing the Afterlife in the Isiac Cults |curatore-cognome1=Waldner |curatore-nome1=Katharina |curatore-cognome2=Gordon |curatore-nome2=Richard |curatore-cognome3=Spickermann |curatore-nome3=Wolfgang |titolo=Burial Rituals, Ideas of Afterlife, and the Individual in the Hellenistic World and the Roman Empire |anno=2016 |editore=Franz Steiner Verlag |isbn=978-3-515-11550-6 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Griffiths|nome=J. Gwyn|wkautore=J. Gwyn Griffiths|titolo=The Conflict of Horus and Seth|anno=1960|editore=Liverpool University Press |oclc=473891027 |cid=}}
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*{{Cita libro|cognome=Hart |nome=George |titolo=The Routledge Dictionary of Egyptian Gods and Goddesses, Second Edition|url=https://archive.org/details/routledgediction0000hart |anno=2005|editore=Routledge |isbn=978-0-203-02362-4 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Heyob |nome=Sharon Kelly |titolo=The Cult of Isis among Women in the Graeco-Roman World |anno=1975 |url=https://archive.org/details/cultofisisamongw0000heyo |editore=Brill |data=1975 | isbn=978-90-04-04368-8 |cid=}}
*{{Cita pubblicazione|cognome=Higgins |nome=Sabrina |titolo=Divine Mothers: The Influence of Isis on the Virgin Mary in Egyptian Lactans-Iconography |rivista= Journal of the Canadian Society for Coptic Studies |volume=3 |numero= 4 |data=2012 |pp=71-9071–90 |cid=}}
*{{Cita pubblicazione|cognome=Hollis |nome=Susan Tower |titolo=Hathor and Isis in Byblos in the Second and First Millennia BCE |rivista=Journal of Ancient Egyptian Interconnections |volume=1 |numero=2 |data=2009 |pp=1-81–8 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Hornung |nome=Erik |wkautore=Erik Hornung |traduttore=David Lorton |titolo=The Secret Lore of Egypt: Its Impact on the West |url=https://archive.org/details/secretloreofegyp00horn |editore=Cornell University Press |anno=2001 |annooriginale=1999 | isbn=978-0-8014-3847-9 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Hutton |nome=Ronald |wkautore=Ronald Hutton |titolo=[[The Triumph of the Moon|The Triumph of the Moon: A History of Modern Pagan Witchcraft]] |anno=1999 |editore=Oxford University Press |isbn=978-0-19-820744-3 |cid=Hutton, 1999}}
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*{{Cita libro|cognome=Kockelmann |nome=Holger |titolo=Praising the Goddess: A Comparative and Annotated Re-Edition of Six Demotic Hymns and Praises Addressed to Isis |editore=Walter de Gruyter |data=2008 | isbn=978-3-11-021224-2 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Kraemer |nome=Ross Shepard |titolo=Her Share of the Blessings: Women's Religions among Pagans, Jews, and Christians in the Greco-Roman World |url=https://archive.org/details/hershareofblessi00krae |anno=1992 |editore=Oxford University Press |isbn=978-0-19-506686-9 |cid=}}
*{{Cita pubblicazione|cognome1=Lahelma |nome1=Antti |cognome2=Fiema |nome2=Zbigniew T. |titolo=From Goddess to Prophet: 2000 Years of Continuity on the Mountain of Aaron near Petra, Jordan |rivista=Temenos: Nordic Journal of Comparative Religion |volume=44 |numero=2 |data=2008 |pp=191-222191–222 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Lesko |nome=Barbara S. |titolo=The Great Goddesses of Egypt |data=0 novembre 1999 |url=https://archive.org/details/greatgoddessesof00lesk |editore=University of Oklahoma Press |anno=1999 | isbn=978-0-8061-3202-0 |cid=}}
*{{Cita pubblicazione|cognome=Macpherson |nome=Jay |wkautore=Jay Macpherson |titolo=The Travels of ''Sethos'' |rivista= Lumen: Selected Proceedings from the Canadian Society for Eighteenth-Century Studies |volume=23 |data=2004 |pp=235-254235–254 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=McGuckin |nome=John |wkautore=John Anthony McGuckin |capitolo=The Early Cult of Mary and Inter-Religious Contexts in the Fifth-Century Church |curatore-cognome=Maunder |curatore-nome=Chris |titolo=The Origins of the Cult of the Virgin Mary |anno=2008 |editore=Burns and Oates |isbn=978-0-86012-456-6 |cid=}}
*{{Cita libro|curatore-cognome1=McKechnie |curatore-nome1=Paul |curatore-cognome2=Guillaume |curatore-nome2=Philippe |titolo=Ptolemy II Philadelphus and His World |editore=Brill |anno=2008 | isbn= 978-90-04-17089-6 |cid=}}
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*{{Cita libro|cognome=Witt|nome=R. E.|titolo=Isis in the Ancient World|url=https://archive.org/details/isisinancientwor0000witt|editore=Johns Hopkins University Press|anno=1997|annooriginale=1971|isbn=978-0-8018-5642-6 |cid=}}
*{{Cita libro|cognome=Žabkar|nome=Louis V.|wkautore=Louis Vico Žabkar|titolo=Hymns to Isis in Her Temple at Philae|url=https://archive.org/details/hymnstoisisinher0000abka|anno=1988|editore=Brandeis University Press|isbn=978-0-87451-395-0 |cid=}}
*{{Cita pubblicazione|cognome=Ziolkowski |nome=Theodore |wkautore=Theodore Ziolkowski |titolo=The Veil as Metaphor and Myth |rivista= Religion & Literature |volume=40 |numero=2 |data=Summer 2008 |pp=61-8161–81 |cid=}}
*Giacomo Cavillier, ''ll Sentiero di Iside: il culto isiaco tra Egitto tolemaico e Roma Imperiale'', Kemet, Torino, 2023
 
== Voci correlate ==