Iside: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m clean up, replaced: impero Romano → impero romano
 
(11 versioni intermedie di 3 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{nd}}
[[File:Isis.svg|alt=|miniatura|Iside]]
'''Iside''' o ''Isi'',<ref>''Isis'' è la forma del nominativo greco e latinogrecolatina, ''Iside'' è l'adattamento italiano provenientedella dall'accusativoforma latinogrecolatina; "Isidem".Isi Laè "d"un ètentativo l'esitodi dellaricostruire "t"il finalenome egiziana,originale regolarmenteutilizzando elisale nelvocali nominativotramandate siadai grecoGreci ma eliminando le desinenze che il greco aveva aggiunto al nome per poterlo declinare (-s per il nominativo, -d- come consonante da interporre fra radice e desinenze; il latino ha ereditato lo stesso sistema).</ref> in [[lingua egizia]] '''Aset''' (traslitterato 3sꜣs.t) ossia ''[[trono]]'',<ref name=Tosi>{{cita|Mario Tosi|p. 60}}.</ref> è una delle principali [[divinità egizia|divinità egizie]] appartenente alla [[Religione egizia|religione dell'antico Egitto]]. [[Dea]] dell'[[amore]] materno, della [[Stregoneriastregoneria]], della [[Lunaluna]] e della [[magia]], è originaria di [[Behbeit el-Hagar]], nel [[Delta del Nilo]]. Divinità in origine [[cielo (religione)|celeste]], associata alla [[regalità]] per essere stata primariamente la personificazione del [[trono]],<ref name=Tosi/> come dimostra il suo [[cartiglio]] che include il [[geroglifici egizi|geroglifico]] "trono", faceva parte dell'[[Enneade]].
Il suo culto si diffuse in seguito anche nel mondo [[antichità classica|greco-romano]].
 
Riga 23:
==Nome e origini==
Anche se alcune divinità egiziane appaiono nel tardo [[Periodo Predinastico (Egitto)|periodo Predinastico]], né Iside né suo marito Osiride furono menzionati prima della [[V dinastia egizia|quinta dinastia]]. Un'iscrizione che potrebbe riferirsi a Iside risale al regno di [[Nyuserre Ini]], mentre appare in modo prominente all'interno dei [[testi delle piramidi]], che cominciarono ad essere scritti verso la fine della dinastia e il cui contenuto potrebbe essere stato concepito molto prima.
Molti passaggi all'interno dei testi delle piramidi connettono Iside con la regione del delta del Nilo vicino a [[Behbeit el-Hagar]] e [[SebennytosSebennito]], dove lei e il suo culto potrebbero aver avuto origine.
 
Molti studiosi si sono concentrati sul nome di Iside per riuscire a determinare le sue origini.
Il suo nome egiziano era ꜣstꜣs.t o(pronunciato Aset, chenella diedemoderna lalettura baseconvenzionale perdell'[[lingua laegizia|egizio]]), evolutosi poi formanel copticacopto ⲎⲤⲈ (Ēse); i Greci la chiamarono Ἶσις<ref>Composto dalla radice originaria ''Isi-'' e perfatto ilrientrare suonella nometerza greco&nbspdeclinazione greca; Ἰσιςil dialetto ionico aggiunge le desinenze flessive direttamente alla radice (gen. Ἴσιος/ Ἴσεως, sudat. cuiἼσι/Ἴσει, èacc. basatoἾσιν) mentre l'attico e il suogreco successivo lo trattarono come un nome modernoin dentale (gen. Ἴσιδος, dat. Ἴσιδι, acc. Ἴσιδα).</ref>. Il nome in geroglificogeroglifici è composto dal segno di un trono, che Iside indossa anche sul capo come simbolo della sua identità. Il simbolo serve come [[fonogramma]], ma potrebbe anche rappresentare effettivamente un legame con i troni.
Il termine egiziano per il trono potrebbe aver condiviso una etimologia con il suo nome, e [[Kurt Sethe]] ha suggerito che Iside potesse essere originariamente una personificazione dei troni. [[Henri Frankfort]] fu d'accordo, affermando che il trono era considerato come la madre del re, e quindi una dea, a causa del suo potere di fare di un uomo un re.
Altri studiosi, come [[Jürgen Osing]] e [[Klaus P. Kuhlmann]], hanno messo in dubbio questa interpretazione, a causa delle differenze fra il nome di Iside e la parola trono e per la mancanza di prove che un trono sia mai stato divinificato.
QualunqueQuali che siano le sue origini, Iside è strettamente connessa con il ruolo del re all'interno dei testi delle piramidi, la più antica fonte che descriva la sua natura. Il ciclo di miti intorno alla morte di Osiride e alla sua resurrezione si trova per la prima volta all'interno dei [[testi delle piramidi]]. Esso diventò uno dei miti egiziani più elaborati e influenti.
Iside ha un ruolo più attivo in questo mito rispetto agli altri protagonisti, e per questo, quando cominciò a svilupparsi all'interno della letteratura dal [[Nuovo Regno (Egitto)|nuovo regno]] al [[periodo tolemaico]], diventò uno dei personaggi letterari più complessi fra le divinità egizie.
Allo stesso tempo, Iside assorbì diverse caratteristiche da altre dee, portando la sua importanza anche oltre il mito di Osiride.
Riga 80:
Negli Inni di File è chiamata "Signora del Paradiso" il cui dominio sul cielo è parallelo al dominio di Osiride sulla [[Duat]] e a quello di Horus sulla terra.<ref name="Žabkar 52">{{cita|Žabkar, 1988|pp. 52–53}}.</ref>
 
===Dea del dell'Universo===
In tempi tolemaici la sfera di influenza di Iside includeva l'intero cosmo.<ref name="Žabkar 52"/> In quanto dea che proteggeva l'Egitto e sosteneva i suoi re, aveva potere su tutte le nazioni, e in quanto dea che procura la pioggia, dava vita al mondo naturale.<ref>{{cita|Žabkar, 1988|pp. 42–44, 67}}.</ref> Gli inni [[Templi di File|Filei]] che inizialmente la chiamano sovrana del cielo espande la sua autorità, così al suo culmine domina su cielo, terra e Duat. Dicono infatti che il suo potere sulla natura nutre gli umani, i morti benedetti e gli dei.<ref name="Žabkar 52"/> Altri inni scritti in greco risalenti all'epoca tolemaica la chiamano la "bellissima essenza di tutti gli dei".<ref>{{cita|Assmann, 1997|pp. 49–50}}.</ref> Nel corso della storia egizia, molte divinità, maggiori e minori, sono stati descritti con termini simili. Amun è stato comunemente descritto in questo modo durante il nuovo regno, mentre nell'egitto romano termini del genere tendevano ad essere associati a Iside.<ref>{{cita|Assmann, 2001|pp. 237–243}}.</ref> Testi del genere non negano l'esistenza di altri dei, ma li trattano come aspetti della dea suprema, un tipo di teologia chiamato a volte summodeismo.<ref>[[Edward F. Wente|Wente, Edward F.]], "Monotheism", in {{cita|Redford, 2001|pp. 433–434|loc=vol. 2}}</ref>
 
Riga 170:
Come in Egitto, si diceva che Iside avesse potere sul [[fato]], che nella religione greca tradizionale era un potere che neanche gli dei potevano contrastare. Questo controllo sul fato lega i disparati tratti di Iside. Governa il cosmo, ma solleva le persone dalle loro sfortune, e la sua influenza si estende al reame della morte, che è individuale e universale allo stesso tempo.<ref>{{cita|Gasparini, 2011|pp. 700, 716–717}}.</ref>
 
===Relazione con altri deidèi===
[[File:Pompeii - Temple of Isis - Io and Isis - MAN.jpg|thumb|alt=Fresco of a seated woman with a cobra wrapped around her arm grasping the hand of a standing woman with small horns on her head|Iside accoglie [[Io (mitologia)|Io]] in Egitto, da un affresco a [[Pompei (città antica)|Pompei]], I secolo d.C.]]
Più di una dozzina di dei egizi erano venerati fuori dall'Egitto in tempi ellenistici e romani in una serie di culti, anche se molti erano minori.<ref>Versluys, Miguel John, "Aegyptiaca Romana: The Widening Debate", in {{cita|Bricault Versluys|pp. 3–4|Meyboom, 2007}}.</ref> Fra i più importanti di questi deidèi, Serapide era strettamente connesso a Iside e spesso appariva con lei nell'arte, ma Osiride rimase centrale nel suo mito e prominente nei suoi rituali.<ref>{{cita|Takács, 1995|pp. 28–29}}.</ref> Templi ad Iside e Serapide erano spesso costruiti vicini, ma era raro che un solo tempio fosse dedicato ad entrambi.<ref>{{cita|Renberg, 2017|p. 331}}.</ref> Osiride, in quanto divinità diversa dagli deidèi immortali greci, sembrava a questi estraneo, ed ebbe solo un ruolo minore nei culti dei tempi ellenistici. In quelli romani diventò, come [[Dioniso]], simbolo di un gioioso aldilà, e il culto di Iside si concentrò sempre di più su di lui.<ref>Bommas, Martin, "Isis, Osiris, and Serapis", in {{cita|Riggs, 2012|pp. 425, 430–431}}.</ref> Horus, spesso sotto il nome di [[Arpocrate]], appariva spesso nei templi di Iside come suo figlio a fianco a [[Osiride]] o [[Serapide]]. Assorbì tratti da dei greci come [[Apollo]] ed [[Eros]] ed era identificato come dio del sole e dei raccolti.<ref>{{cita|Witt, 1997|pp. 200, 210–215}}.</ref> Un altro membro del gruppo era [[Anubi]], che era connesso al dio greco [[Ermes]] nella sua forma ellenizzata [[Hermanubi]].<ref>{{cita|Witt, 1997|pp. 198–203}}.</ref> Si diceva anche che avesse imparato la sua saggezza da [[Thot]], il dio egizio della scrittura e conoscenza, che era conosciuto nel mondo greco-romano come [[Ermete Trismegisto]], o che fosse addirittura sua figlia.<ref>{{cita|Witt, 1997|pp. 206–207}}.</ref><ref>{{cita|Griffiths, 1970|p. 263}}.</ref>
 
Iside aveva anche un'estesa rete di connessioni con deidèi Greci e romani, e con altri di altre culture. Non era completamente integrata nel [[Pantheon greco]], ma fu comparata diverse volte con una grande varietà di figure mitologiche greche, come [[Demetra]], [[Afrodite]] o [[Io (mitologia)|Io.]]<ref>{{cita|Solmsen, 1979|pp. 16–19, 53–57}}.</ref> Il culto di Demetra ebbe una influenza ellenizzante particolarmente importante sul culto di Iside dopo il suo arrivo in Grecia.<ref>{{cita|Pakkanen, 1996|pp. 91, 94–100}}.</ref> La relazione di Iside con le donne fu influenzata dalla sua frequente comparazione con [[Artemide]], che aveva un ruolo dualistico come dea vergine e promotrice della fertilità.<ref>{{cita|Heyob, 1975|pp. 72–73}}.</ref> A causa dei poteri di Iside sul Fato, era connessa con le personificazioni greche e romane del fato, [[Tiche]] e [[Fortuna (mitologia)|Fortuna]].<ref>{{cita|Donalson, 2003|p. 8}}.</ref> A Biblo, in Fenicia, nel II millennio a.C., Hator era venerata come una forma della dea locale [[Baalat Gebal]]; Iside prese gradualmente il posto di Hator nel corso del I millennio a.C.<ref>{{cita|Hollis, 2009|pp. 3–5}}.</ref> Nel [[Noricum]] nell'Europa centrale, Iside fu sincretizzata con la dea locale [[Noreia]],<ref>Woolf, Greg, "Isis and the Evolution of Religions", in {{cita|Bricault Versluys, 2014|p. 84}}.</ref> e a Petra potrebbe essere stata collegata con la dea araba [[al-Uzza]].<ref>{{cita|Lahelma Fiema, 2008|pp. 209–211}}.</ref> L'autore romano [[Tacito]] disse che Iside era venerata dai [[Suebi]], una popolazione germanica che viveva fuori dell'impero, ma avrebbe potuto confonderla con una dea germanica perché, come lei, la dea era simboleggiata da una barca.<ref>{{cita|Rives, 1999|pp. 80, 162}}.</ref>
 
Molte delle aretalogie includono una lunga lista di dee con cui Iside era connessa. Questi testi trattano tutte le divinità elencate come forme della dea, suggerendo che agli occhi degli autori era un essere [[summodeistico]]: una dea per l'intero [[oecumene|ecumene]]<ref>Sfameni Gasparro, Giulia, "The Hellenistic Face of Isis: Cosmic and Saviour Goddess", in {{cita|Bricault Versluys|pp. 54–56|Meyboom, 2007}}.</ref><ref>{{cita|Smith, 2010|pp. 243–246}}.</ref>. Nel mondo religioso romano, molte divinità erano chiamate "uno" o "unico" in testi religiosi come questi. Allo stesso tempo, i filosofi ellenici vedevano frequentemente il principio unificatore e astratto del cosmo come divino. Molti di loro interpretavano le tradizioni religiose per farle adattare a questo concetto di un essere assoluto, come Plutarco aveva fatto con Iside e Osiride.<ref>van Nuffelen, Peter, "Pagan Monotheism as a Religious Phenomenon", in {{cita|Mitchell van Nuffelen, 2010|pp. 17–21, 26–27}}.</ref> Ne [[l'asino d'oro]] Iside dice: "la mia persona manifesta gli aspetti di tutti gli dei e le dee". Dice anche che è "venerata da tutto il mondo sotto forme diverse, con vari riti e molti nomi", anche se gli egizi e i nubiani usavano il suo vero nome.<ref>{{cita|Hanson, 1996|p. 299}}.</ref><ref>{{cita|Griffiths, 1975|pp. 154–155}}.</ref> Ma quando elenca le forme in cui i vari popoli del Mediterraneo la venerano, menziona solo divinità femminili.<ref>{{cita|Griffiths, 1975|pp. 143–144}}.</ref> Le divinità greco-romane erano fermamente divise dal genere, limitando quindi quanto universale Iside potesse effettivamente essere. Una aretalogia evita questo problema chiamando Iside e Serapide i due deidèi "unici".<ref name="Versnel 299">{{cita|Versnel, 2011|pp. 299–301}}.</ref><ref name="Belayche 151">Belayche, Nicole, "''Deus deum . . . summorum maximus'' (Apuleius): Ritual Expressions of Distinction in the Divine World in the Imperial Period", in {{cita|Mitchell van Nuffelen, 2010|pp. 151–152}}.</ref> Similmente, sia Plutarco che Apuleio limitano l'importanza di Iside, trattandola come subordinata ad Osiride.<ref>{{cita|Gasparini, 2011|pp. 706–708}}.</ref> La pretesa che fosse unica aveva il fine di enfatizzare la sua grandezza, piuttosto che fare una precisa affermazione teologica.<ref name="Versnel 299"/><ref name="Belayche 151"/>
 
===Iconografia===
Riga 390:
*{{Cita libro|cognome=Žabkar|nome=Louis V.|wkautore=Louis Vico Žabkar|titolo=Hymns to Isis in Her Temple at Philae|url=https://archive.org/details/hymnstoisisinher0000abka|anno=1988|editore=Brandeis University Press|isbn=978-0-87451-395-0 |cid=}}
*{{Cita pubblicazione|cognome=Ziolkowski |nome=Theodore |wkautore=Theodore Ziolkowski |titolo=The Veil as Metaphor and Myth |rivista= Religion & Literature |volume=40 |numero=2 |data=Summer 2008 |pp=61–81 |cid=}}
*Giacomo Cavillier, ''ll Sentiero di Iside: il culto isiaco tra Egitto tolemaico e Roma Imperiale'', Kemet, Torino, 2023
 
== Voci correlate ==