Inceneritore: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|l'inceneritore dedicato anche alla produzione di energia|Termovalorizzatore}}[[File:Oberhausen - RHK + GMVA + Iris 01 ies.jpg|miniatura|L'inceneritore [[termovalorizzatore]] di [[Oberhausen]] in [[Germania]] dedicato alla produzione di [[energia elettrica]] e dotato di [[teleriscaldamento]]]]
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Nell'ambito della [[gestione dei rifiuti]], lL{{'}}'''inceneritore''' si classifica comeè un [[impianto chimicoindustriale]] utilizzato per lo [[smaltimento dei rifiuti]] mediante un processo di [[combustione]] ad alta [[temperatura]], (detto "incenerimento"),<ref>{{en}}Cita [httpweb|url=https://goldbook.iupac.org/terms/view/I02997.html |titolo=IUPAC Gold- Book, "incinerator"], (I02997)|autore=The International Union of Pure and Applied Chemistry (IUPAC)|sito=goldbook.iupac.org|accesso=2022-05-09}}</ref> da cui si ottiene un effluente gassoso contenente i prodotti della combustione (che in generale possono includere anche sostanze più o meno [[Tossico|tossiche]], come [[diossine]], [[Furano|furani]], [[particolato]], [[cenere]] e [[polvere]]<ref>{{Cita web|url=https://www.arpae.it/cms3/documenti/moniter/quaderni/03_emissioni.pdf|titolo=Le emissioni degli inceneritori di ultima generazione|accesso=27 settembre 2018|dataarchivio=7 luglio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170707032036/https://www.arpae.it/cms3/documenti/moniter/quaderni/03_emissioni.pdf|urlmorto=sì}}</ref>). Lo scopo dell'incenerimento è la riduzione del volume e della pericolosità dei rifiuti trattati.<ref name="bur1">{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 1}}.</ref>
<!-- ATTENZIONE: QUESTA VOCE DEVE DESCRIVERE LA TECNOLOGIA DELL'INCENERIMENTO A LIVELLO MONDIALE, EVITARE IL PIU' POSSIBILE DI INSERIRE ULTERIORI INFORMAZIONI SULLA SITUAZIONE ITALIANA; PER LA SITUAZIONE ITALIANA, SI VEDA LA PAGINA "INCENERITORI IN ITALIA" -->
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{{L|ecologia|dicembre 2019|arg2=}}
 
Nell'ambito della [[gestione dei rifiuti]], l''''inceneritore''' si classifica come un [[impianto chimico]] utilizzato per lo [[smaltimento dei rifiuti]] mediante un processo di [[combustione]] ad alta [[temperatura]] (detto "incenerimento"),<ref>{{en}} [http://goldbook.iupac.org/I02997.html IUPAC Gold Book, "incinerator"],</ref> da cui si ottiene un effluente gassoso contenente i prodotti della combustione (che in generale possono includere anche sostanze più o meno [[Tossico|tossiche]], come [[diossine]], [[Furano|furani]], [[particolato]], [[cenere]] e [[polvere]]<ref>{{Cita web|url=https://www.arpae.it/cms3/documenti/moniter/quaderni/03_emissioni.pdf|titolo=Le emissioni degli inceneritori di ultima generazione}}</ref>). Lo scopo dell'incenerimento è la riduzione del volume e della pericolosità dei rifiuti trattati.<ref name=bur1>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 1}}.</ref>
 
Il processo di incenerimento propriamente detto è un particolare processo di trattamento termico dei rifiuti svolto attraverso una combustione completa in presenza di ossigeno. Altri trattamenti termici dei rifiuti sono la [[pirolisi]], svolta in assenza di ossigeno, e la [[gassificazione]], che consiste invece in un'ossidazione parziale.<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 20}}.</ref> In senso lato, si parla di "incenerimento" anche quando all'interno di tale processo sono presenti fasi di pirolisi e di gassificazione.<ref name=bur1/>
 
InTra alcunele tipologie di impiantiinceneritori ci sono anche i [[Termovalorizzatore|termovalorizzatori]] che sfruttano il [[calore]] sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato (ad esempio i GVR) e utilizzato per produrre [[vapore]], poi successivamente per la produzione di [[energia elettrica]] o come vettore di calore (ad esempio per il [[teleriscaldamento]]) sfruttando la [[cogenerazione]]. Questi impianti vengono indicati con il nome di "inceneritori di rifiuti con recupero energetico" o anche "termovalorizzatori".<ref>{{Treccani|termovalorizzatore/|Termovalorizzatore}}</ref>
 
== Tipi di rifiuti trattati ==
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=== Rifiuti speciali ===
Nel caso di inceneritori per rifiuti speciali, le caratteristiche dell'impianto variano sensibilmente a seconda che si tratti di un impianto per il trattamento di rifiuti speciali provenienti da diverse fonti o se al contrario tali rifiuti speciali provengono da un'unica impresa.<ref name=bur24>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 24}}.</ref> Nel secondo caso, si parla di "impianti dedicati";<ref name=bur24/> tali impianti, essendo progettati per i bisogni di un'impresa specifica, sono meno versatili (in quanto sono progettati per trattatitrattare solo i rifiuti della specifica impresa in questione),<ref name=bur24/> ma dall'altra parte la loro progettazione risulta più mirata, in quanto si ha una migliore conoscenza del tipo di rifiuti da trattare.<ref name=bur24/>
 
I rifiuti speciali possono essere particolarmente tossici e necessitano di maggiori controlli. Per tale motivo, prima che tali rifiuti siano stoccati per l'incenerimento devono essere sottoposti a dei rigidi controlli per verificare la loro ammissibilità all'impianto di incenerimento.<ref name=bur25>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 25}}.</ref> Tali controlli includono l'ispezione visiva, indagini analitiche e il raffronto dei risultati emersi da tali controlli con le particolari specifiche dell'impianto,<ref name=bur25/> dopo di che, i rifiuti possono essere ammessi e quindi stoccati per l'incenerimento, oppure non ammessi<ref name=bur25/>, e quindi inviati ad altri impianti di trattamento più idonei.
 
A differenza dei RSU, i rifiuti speciali possono essere sia solidi sia liquidi,<ref name=bur27>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 27}}.</ref> per cui l'impianto necessita delle apparecchiature per la [[movimentazione dei materiali]] più complessi e diversificati.<ref name=bur27/>
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La composizione dei fanghi di depurazione e, di conseguenza, le caratteristiche dell'inceneritore preposto al loro trattamento possono variare notevolmente a seconda che si tratti di fanghi provenienti da aree industriali o municipali.<ref name=bur29>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 29}}.</ref>
 
Nel caso di tali rifiuti, l'impianto di incenerimento deve prevedere una sezione per ridurre il contenuto di liquido nei fanghi.<ref name=bur29/> Ciò può essere svolto attraverso apparecchiature che impiegano dei processi fisici, come [[Sedimentazione|decantatori]], [[Centrifuga (tecnologie chimiche)|separatori centrifughi]] e [[filtropressa]].<ref name=bur29/> Spesso tale processo è seguito da un ulteriore [[essiccatore]] termica<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 30}}.</ref> e da un processo di [[digestione dei fanghi]].<ref name=bur31"bur32">{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 31}}.</ref>
 
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=== Rifiuti medici ===
I rifiuti medici non potenzialmente infettivi sono talvolta trattati in impianti di incenerimento per RSU<ref name=bur31"bur32"/>, mentre nel caso in cui siano potenzialmente infettivi, vengono trattati in particolari impianti di incenerimento dedicati a tale scopo.<ref name=bur31"bur32"/> Tali impianti necessitano di opportune sezioni di lavaggio e disinfezione dei rifiuti e di zone segregate per lo stoccaggio e il trasferimento dei rifiuti.<ref name=bur32>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 31}}.</ref> In alcuni casi sono inoltre necessarie delle zone di stoccaggio dotate di opportuni impianti di refrigerazione e congelamento dei rifiuti.<ref name=bur32/>
 
A causa dell'elevato quantitativo di liquidi che generalmente contengono, i rifiuti medici necessitano di tempi di incenerimento molto lunghi.<ref name=bur31"bur32"/>
 
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Il funzionamento di un inceneritore a griglie può essere suddiviso nelle seguenti fasi principali:
# Arrivo dei rifiuti provenienti dagli impianti di selezione dislocati sul [[territorio]] (ma anche direttamente dalla raccolta del rifiuto): i rifiuti sono conservati in un'area dell'impianto dotato di sistema di aspirazione, per evitare il disperdersi di cattivi odori. Con un [[carroponte]] i materiali sono depositati nel [[forno]] attraverso una [[tramoggia]], talvolta associata ad un [[convogliatore]].<ref name=bur36>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 36}}.</ref> Può essere presente inoltre un'apposita valvola di non ritorno per evitare che le fiamme della fornace giungano all'esterno o che ununa quantità indesiderata di aria passi attraverso la tramoggia, alterando la percentuale di ossigeno all'interno della fornace, che è controllata in modo da garantire la combustione completa del combustibile ovvero massimizzare l'efficienza dell'impianto.<ref name=bur36/> La portata di rifiuto alimentato è aggiustata attraverso un apposito sistema dosatore ad azionamento meccanico o idraulico.<ref name=bur36/>
# Combustione: il forno è solitamente dotato di una o più griglie mobili per permettere il continuo movimento dei rifiuti durante la combustione. Le griglie possono essere orizzontali o inclinate. Nel caso di griglie inclinate, possono essere progettate per muoversi nella direzione del movimento dei rifiuti o in direzione contraria,<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 37}}.</ref> a seconda che sia necessario aumentare o diminuire la velocità dei rifiuti. Una corrente d'aria forzata viene insufflata nel forno attraverso le aperture delle griglie (dal basso verso l'alto) in modo da apportare la quantità di [[ossigeno]] necessaria alla combustione, mantenendo alta la [[temperatura]] (generalmente compresa tra 850-1100 [[Grado Celsius|°C]]<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 42}}.</ref>). Per resistere meglio a tali temperature, spesso le griglie presentano un sistema di raffredammento interno ad aria o acqua.<ref>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 38}}.</ref> Per mantenere tali temperature, qualora il [[potere calorifico]] del combustibile sia troppo basso, talvolta viene immesso del gas [[metano]] in una quantità variabile fra i 4 e 19&nbsp;m³ per tonnellata di rifiuti. Accanto a una camera di combustione primaria viene associata una camera di combustione secondaria (camera di post-combustione), con lo scopo di completare la combustione dei [[Fumo|fumi]].
# Produzione del [[vapore surriscaldato]]: la forte emissione di calore prodotta dalla combustione vaporizza l'acqua in circolazione nella [[generatore di vapore|caldaia]] posta a valle.
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A causa del continuo deposito di polveri sulle griglie, rispetto alle altre tipologie di inceneritore, gli inceneritori a griglie necessitano delle manutenzioni periodiche più frequenti.
 
Trattandosi di impianti che sfruttano il calore sviluppato dalla combustione, per il loro dimensionamento è necessario considerare sia il peso dei rifiuti (che costituiscono il combustibile), sia il loro [[potere calorifico]], ovvero il calore sviluppato durante la combustione (in genere pari a circa 9000-13000 MJ/t). Ad esempio un inceneritore progettato per bruciare 100&nbsp;000&nbsp;t di rifiuti con potere calorifico di 13 000 MJ/t, può arrivare a bruciare anche il 45% in più se i rifiuti hanno un potere calorifico di 9 000 MJ/t.<ref>{{Cita web|url=httphttps://www.medicinademocratica.org/IMG/pdf/osservazioni_SIA_Gerbido.pdf|titolo=Note preliminari relative allo Studio di Impatto Ambientale del progetto di "impianto di termovalorizzazione dei rifiuti della provincia di Torino|autore=Sportello Ambiente|editore=Provincia di Torino|data=9 agosto 2006|formato=pdf|accesso=2 luglio 2013}}</ref>
 
=== Inceneritore a letto fluido ===
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La combustione a letto fluido è ottenuta inviando dal basso un forte getto di aria attraverso un letto di materiale inerte (ad esempio [[sabbia]] o cenere<ref name=bur47>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 47}}.</ref>). In questa maniera il letto si espande e si solleva, mentre le particelle si mescolano e sono sotto continua agitazione. A questo punto vengono introdotti i rifiuti e il combustibile. Il sistema inerte/rifiuto/combustibile viene mantenuto in sospensione sul flusso di aria pompata e sotto violento mescolamento e agitazione, assumendo in tale modo caratteristiche simil-fluide (da cui il termine "letto fluido"). Questo processo è detto "[[fluidizzazione]]" ed è comunemente utilizzato anche in altri ambiti dell'[[industria chimica]], ad esempio nella costruzione di [[Reattore chimico]], [[Scambiatore di calore]] o [[Miscelatore]].
 
Una camera di combustione a letto fluido permette di ridurre le emissioni di ossidi di [[zolfo]] (SO<sub>x</sub>) mescolando [[calcare]] o [[dolomite]] in polvere all'inerte: in tal modo infatti lo zolfo non viene ossidato formando gas, bensì [[precipitazione (chimica)|precipita]] sotto forma di [[solfato]]. Tra l'altro, tale precipitato caldo permette di migliorare lo scambio termico per la produzione di vapore acqueo. Dato che il letto fluido consente anche di operare a temperature inferiori (intorno a 850-950&nbsp;°C nello spazio sopra il letto fluido<ref name=bur47/> e una temperatura più bassa, fino a 650 &nbsp;°C, all'interno del letto fluido<ref name=bur47/>), operando a tali temperature è possibile ridurre le emissioni di ossidi di [[azoto]] (NO<sub>x</sub>).<ref name="Bed">{{Cita web|url=http://www.fossil.energy.gov/education/energylessons/coal/coal_cct4.html|titolo=A "bed" for burning coal|autore=Fossil Energy Office of Communications|editore=US Department of Energy|data=12 febbraio 2013|lingua=en|accesso=4 luglio 2013}}</ref>
 
Uno studio comparativo ha confrontato le emissioni di polveri sottili, caratterizzandone dimensione, composizione e concentrazione, e di elementi traccia relativamente all'utilizzo di una camera a griglie e di una camera a letto fluido (FBC) a monte dei sistemi di filtraggio. È emerso che le emissioni di particelle con diametro inferiore a 1&nbsp;µm (PM<sub>1</sub>) sono approssimativamente quattro volte maggiori nel caso delle griglie, con valori di 1-1,4&nbsp;g/Nm³ (grammi al [[Metro cubo|normalmetrocubo]])<ref name="mis">Grammi al normalmetrocubo: unità di misura in cui si considera la quantità di sostanza inquinate presente in un metro cubo di fumi; il volume di fumi è misurato in [[Condizioni standard|condizioni normali di pressione e temperatura]] (in quanto le due variabili termodinamiche influiscono su tale volume gassoso. A tal proposito vedi [[Equazione di stato dei gas perfetti]]).</ref> contro i 0,25-0,31&nbsp;g/Nm³ del letto fluido. È stata misurata anche la quantità totale media di ceneri prodotte, che è risultata essere di 4,6&nbsp;g/Nm³ nel caso del letto fluido e di 1,4&nbsp;g/Nm³ nel caso delle griglie.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Terttaliisa Lind|coautori=Jouni Hokkinen e Jorma K. Jokiniemi|data=2007|titolo=Fine particle and trace element emissions from waste combustion — Comparison of fluidized bed and grate firing|rivista=Fuel Processing Technology|volume=7|numero=88|pp=737-746|id=DOI:10.1016/j.fuproc.2007.03.004}}</ref>
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Gli impianti a [[forno rotativo]] sono molto versatili in quanto possono essere progettati per trattare diverse tipologie di rifiuti.<ref name=bur44>{{Cita|Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|p. 44}}.</ref> Sono generalmente utilizzati nell'ambito dello smaltimento dei rifiuti industriali e speciali, ma anche rifiuti medici, mentre il loro impiego nel trattamento di RSU è meno comune.<ref name=bur44/>
 
Si hanno una o due camere di combustione, che operano generalmente a temperature comprese tra 850 e 1200 &nbsp;°C<ref name=bur44/>: la camera di combustione primaria consiste in un tubo cilindrico costruito in [[materiale refrattario]] inclinato di 5-15°, il cui movimento attorno al proprio asse di [[rotazione]] viene trasmesso ai rifiuti, per i quali normalmente è necessario un tempo di residenza all'interno del forno di circa 30-90 minuti.<ref name=bur44/> La rotazione fa accumulare all'estremità del cilindro le ceneri e il resto della frazione non combusta solida, che viene infine inviata all'esterno del forno. I gas passano invece in una seconda camera di combustione fissa. La camera di combustione secondaria è utilizzata per portare a completamento le reazioni di ossidazione in fase gassosa.<ref name="wi44">{{Cita|Waste Incineration, 2006|p. 44|Bats}}.</ref>
 
In relazione alla pericolosità del rifiuto trattato, le emissioni gassose possono richiedere un più accurato sistema di pretrattamento prima dell'immissione in atmosfera. Molte particelle tendono a essere trasportate insieme con i gas caldi; per questo motivo viene utilizzato un "post-bruciatore" dopo la camera di combustione secondaria per attuare un'ulteriore combustione.<ref name="wi44" />
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=== Navi inceneritore ===
[[File:Vulcanus incineratesII Agentincinerates Orangewaste.jpg|thumb|upright|La nave [[M/T Vulcanus II]] durante(IMO le8128913) operazioni didurante l'incenerimento di rifiuti nel [[AgenteMare Aranciodel Nord]] nel 1977.]]
Oltre agli inceneritori installati a terra, esistono anche inceneritori installati su imbarcazioni, che prendono il nome di "navi inceneritore". Un esempio di nave inceneritore è la [[M/T Vulcanus]] (IMO 5105295), progettata nel 1956 come fregata per poi essere trasformata e usata come nave inceneritore dal 1972 al 1990. Altro esempio di nave inceneritore è la nave [[Vulcanus II]], da non confondersi con la precedente.
 
=== Gassificatori ===
{{vedi anche|Gassificatore}}
 
Un'alternativa agli impianti di incenerimento per combustione si ha con la [[gassificazione]] (da non confondersi con i [[Rigassificatore|rigassificatori]] per il gas naturale). In tali impianti i rifiuti vengono [[Decomposizione (biologia)|decomposti]] [[termochimica]]mente mediante l'insufflazione di una corrente azoto anche ossigeno, ad elevate temperature, ottenendo come prodotti finali un gas combustibile (detto [[syngas|gas di sintesi]]) e scorie solide. La gassificazione, che avviene in presenza di una certa quantità di ossigeno, può essere considerata come una tecnologia intermedia tra l'incenerimento e la pirolisi propriamente detta.
 
Esistono numerosi processi basati su gassificazione, più o meno diffusi e collaudati, che differiscono fra loro per tipo di rifiuto trattato, per emissioni e per prodotti di risulta (liquidi, gassosi, solidi), anche se ormai sono tecnologia ben sviluppata e collaudata dai primi tentativi. In generale la maggior parte di essi è caratterizzata dal fatto che il materiale da trattare deve essere finemente sminuzzato per essere uniformemente investito dalla corrente di azoto (pirolizzatori) o miscela di azoto e ossigeno (gassificatori). Le temperature operative sono in genere fra 400 e 800&nbsp;°C nel caso della pirolisi e mentre per la gassificazione sono nettamente più elevate. Le emissioni delle due tecnologie sono sensibilmente differenti rispetto a quelle relative ad un inceneritore, e variabili in relazione agli specifici impianti e processi utilizzati nonché al tipo di materiale trattato.
 
==== Torcia al plasma ====
Un particolare tipo di gassificazione utilizza una torcia al plasma a temperature comprese fra i 7000 e i 13000&nbsp;°C, che decompone del tutto le molecole organiche e [[vetro|vetrifica]] tutti i residui eliminando teoreticamenteteoricamente le problematiche relative all'inquinamento, poiché non dovrebbe produrre nessun composto gassoso tossico o pericoloso come [[diossine]], [[Furano|furani]] o ceneri diventando perciò un ottimo modo per trattare [[pneumatico|pneumatici]], [[Cloruro di polivinile|PVC]], rifiuti ospedalieri e altri rifiuti industriali, nonché rifiuti urbani non trattati.
I punti critici di tali impianti sono però lo sfruttamento [[commercio|commerciale]] del materiale vetrificato {{Senza fonte|e la produzione di [[Nanopolvere|nanopolveri]], che possono sfuggire alla vetrificazione e sono presenti nei fumi in concentrazioni non ancora esattamente determinate.}}
 
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I processi catalitici comunemente utilizzati sono chiamati [[riduzione selettiva catalitica]] (SCR), che consiste nell'utilizzo di un reattore a valle della linea di depurazione in cui viene [[Nebulizzazione|nebulizzata]] [[ammoniaca]] (NH<sub>3</sub>), che, miscelandosi con i fumi e attraversando gli strati dei catalizzatori, trasforma alla temperatura di 300&nbsp;°C gli ossidi di azoto in acqua (H<sub>2</sub>O) e azoto gassoso (N<sub>2</sub>), gas innocuo che compone circa il 79% dell'atmosfera. Visto che è possibile che una certa quantità di ammoniaca non reagita sfugga dal camino ("''ammonia slip''"), sono state elaborate altre metodiche che non fanno uso di ammoniaca quale reagente o che prevedono un suo ulteriore abbattimento tramite un altro processo catalitico.
 
I processi non catalitici comunemente utilizzati sono invece chiamati [[riduzione selettiva non catalitica]] (SNCR); tale tecnologia presenta minori costi di impianto (a causa dell'assenza del catalizzatore) e perché presenta il vantaggio di non dover smaltire i catalizzatori esausti; dall'altra parte, ha un'efficacia inferiore rispetto ai sistemi SCR. Si svolge con l'iniezione di un [[reagente]] ([[urea]], che ad alta temperatura si dissocia in ammoniaca) in una [[soluzione acquosa]] in una zona dell'impianto in cui in cui la temperatura è compresa fra 850 e 1.050 [[Celsius|°C]], con la conseguente riduzione degli [[ossidi di azoto]] in azoto gassoso e acqua. Altri processi non catalitici sfruttano la riduzione con ammoniaca attuata tramite irraggiamento con fascio di [[elettroni]] o tramite l'utilizzo di filtri elettrostatici.
 
=== Abbattimento dei microinquinanti ===
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[[File:Spalovna Malešice-170.jpg|thumb|Vasca di raccolta delle scorie (Malešice, Praga)]]
[[File:Dark field microphotography of ash particles from solid waste incineration.jpg|thumb|Microfotografia di ceneri prodotte dall'incenerimento di rifiuti solidi urbani. Sono presenti strutture a fiocchi costituite da [[alluminosilicati]].]]
L'incenerimento dei rifiuti produce scorie solide pari circa al 10-12% in volume e 15-20% in peso dei rifiuti introdotti, e in più ceneri per il 5%.<ref name="elab">{{Cita web|url=http://www.energialab.it/Downloads/Schede/rifiuti.pdf|titolo=Scheda monografica di sintesi: Produzione di energia da fonti rinnovabili - Rifiuti|autore=|editore=energialab|formato=pdf|p=5|accesso=4 luglio 2013|dataarchivio=27 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927174528/http://www.energialab.it/Downloads/Schede/rifiuti.pdf|urlmorto=sì}}</ref> Gran parte della massa immessa nei forni viene infatti combusta ottenendo dei fumi che verranno opportunamente pretrattati prima di essere emessi dal camino.
 
* Le ceneri volanti e le polveri intercettate dall'impianto di depurazione dei fumi sono rifiuti speciali altamente tossici (in quanto concentrano molti degli inquinanti più nocivi), che come tali sono soggetti alle apposite disposizioni di legge e sono poi smaltiti in discariche speciali.
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I primi inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti nel Regno Unito furono costruiti a Nottingham da Manlove, Alliott & Co. Ltd. nel 1874 a partire da un brevetto di Alfred Fryer. Originariamente erano conosciuti come "distruttori" (''destructors'').<ref>{{Cita web|titolo=Centenary History of Waste and Waste Managers in London and South East England|nome=Lewis|cognome=Herbert|editore=[[Chartered Institution of Wastes Management]]|anno=2007|url=https://www.ciwm.co.uk/Custom/BSIDocumentSelector/Pages/DocumentViewer.aspx?id=QoR7FzWBtitMKLGdXnS8mUgJfkM0vi6KMAYwUqgqau3ztZeoed%2bsdmKIqDzPOm8yAXgBZR%2fn1fYhL%2bTNdjUq9g2xwY63C2g8GcAQQyfpf3SImIrrED%2bTfsUM91bKsogr|formato=PDF|accesso=2 gennaio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181126182428/https://www.ciwm.co.uk/Custom/BSIDocumentSelector/Pages/DocumentViewer.aspx?id=QoR7FzWBtitMKLGdXnS8mUgJfkM0vi6KMAYwUqgqau3ztZeoed%252bsdmKIqDzPOm8yAXgBZR%252fn1fYhL%252bTNdjUq9g2xwY63C2g8GcAQQyfpf3SImIrrED%252bTfsUM91bKsogr|dataarchivio=26 novembre 2018|urlmorto=sì}}</ref>
 
La costruzione del primo inceneritore conosciuta è nel 1885, a New York.<ref>[{{Cita web|url=https://www.epa.gov/smm/energy-recovery-combustion-municipal-solid-waste-msw United States Environmental Protection Agency - |titolo=Energy Recovery from the Combustion of Municipal Solid Waste (MSW)]|autore=OLEM US EPA|data=2016-03-24|lingua=en|accesso=2022-05-09}}</ref>
 
Nel 1899 si ha notizia della sperimentazione di [[WC inceneritore|WC inceneritori]] da parte dei militari statunitensi, costruito dalla ''International Garbage and Crematory Company'' di Buffalo, New York.<ref>{{en}}Cita [httpslibro|cognome=The College of Physicians of Philadelphia Historical Medical Library|titolo=Buffalo medical journal|url=http://archive.org/streamdetails/buffalomedicaljo3918unse/buffalomedicaljo3918unse#page/n512/mode/1up |accesso=2022-05-09|data=1900|editore=Buffalo medical journal, volumeN.Y. 39 (1899-1900),: pp[s.499-507n.]}}</ref>
 
Nel 1901 la tecnologia dell'incenerimento si diffuse in Australia come metodo per contrastare la peste bubonica.<ref>{{en}} [https://www.wastenot.org.au/history-of-waste/ Waste Not - History of Waste] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20191219022756/http://www.wastenot.org.au/history-of-waste/ |date=19 dicembre 2019 }}</ref>
 
Nel 1911, quando ancora gli effetti tossici e di pericolosità per l'atmosfera del particolato e di altre sostanze contenute nei fumi di combustione non erano ben noti, a New York era commercializzato un inceneritore di rifiuti per applicazioni domestiche e non, chiamato "''Incenerite''", pubblicizzato come un metodo sicuro da potere essere collocato in cucina.<ref>{{en}} [File:Story of the Incinerite. (1911) (14593341370).jpg Story of the Incinerite, National Incinerator Company, New York (1911).]</ref>
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File:Buffalo medical journal (1899) (14774279054).jpg|[[WC inceneritore]] della ''International Garbage and Crematory Company'' di Buffalo, New York (1899).
File:Die Gartenlaube (1899) b 0516.jpg|Rappresentazione di un inceneritore sulla rivista tedesca ''Die Gartenlaube'' (1899).
File:The rat incinerator, 1900 (3100790453).jpg|Un "distruttore" utilizzato a SidneySydney intorno al 1900 per smaltire le carcasse di topi morti durante l'epidemia di peste bubonicabubbonica.
File:Britannica Destructors 3.jpg|Schema di un "distruttore" a Darwen, nel Regno Unito (1911)
File:Story of the Incinerite. (1911) (14593341370).jpg|Schema dell'inceneritore pubblicizzato per scopi domestici con il nome di "''Incenerite''" (1911).
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== Diffusione ==
== Diffusione ==<!-- ################################################## --><!-- ATTENZIONE: QUESTA VOCE DEVE DESCRIVERE LA TECNOLOGIA DELL'INCENERIMENTO A LIVELLO MONDIALE, EVITARE IL PIU' POSSIBILE DI INSERIRE ULTERIORI INFORMAZIONI SULLA SITUAZIONE ITALIANA; PER LA SITUAZIONE ITALIANA, SI VEDA LA PAGINA "INCENERITORI IN ITALIA" --><!-- ################################################## -->
 
<!-- ################################################## --><!-- ATTENZIONE: QUESTA VOCE DEVE DESCRIVERE LA TECNOLOGIA DELL'INCENERIMENTO A LIVELLO MONDIALE, EVITARE IL PIU' POSSIBILE DI INSERIRE ULTERIORI INFORMAZIONI SULLA SITUAZIONE ITALIANA; PER LA SITUAZIONE ITALIANA, SI VEDA LA PAGINA "INCENERITORI IN ITALIA" --><!-- ################################################## -->
 
=== Africa ===
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|-
|Svezia||32
||2&nbsp;271&nbsp;000||70970 69969
|-
|Ungheria||1
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L'indice di sfruttamento del combustibile<ref>L'indice di sfruttamento del combustibile è il rapporto tra la somma delle energie (termica ed elettrica) ricavate dalla combustione e quella del combustibile bruciato. Non è corretto parlare di rendimento energetico perché il numeratore del rapporto è somma di due energie qualitativamente differenti: disordinata (calore) e ordinata (energia elettrica). Vedi "Macchine" di Renato Della Volpe, capitolo IX paragrafo 1.</ref> di inceneritori e centrali elettriche può essere aumentato notevolmente abbinando alla generazione di energia elettrica il [[teleriscaldamento]], che permette il recupero del calore prodotto che verrà poi utilizzato per fornire acqua calda. Tuttavia non sempre il calore recuperato può essere effettivamente utilizzato per via delle variazioni stagionali dei consumi energetici; ad esempio, in estate lo sfruttamento del calore può calare notevolmente, a meno che non siano presenti attrezzature che permettano di sfruttarlo per il raffreddamento.
 
Oggi gran parte degli inceneritori sono dotati di recupero energetico<ref>Secondo l'[[Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici|APAT]] «lo sviluppo tecnologico ha limitato drasticamente il numero degli insediamenti privi di tecnologie per il recupero energetico», tanto che nel 2001 dei 44 impianti di incenerimento dei rifiuti urbani solo 8 erano privi del recupero di energia, vedi: {{Cita web|url=http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Temi/Rifiuti/Gestione/|titolo=La gestione dei rifiuti urbani|autore=|editore=Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici|data=17 novembre 2005|accesso=4 luglio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070517000313/http://www.apat.gov.it/site/it-IT/Temi/Rifiuti/Gestione/|dataarchivio=17 maggio 2007|urlmorto=sì}}</ref> ma solo una piccola minoranza di impianti è collegata a sistemi di teleriscaldamento e e viene venduta alla rete la corrente elettrica e non il calore.
 
L'efficienza energetica di un inceneritore è variabile tra il 19 e il 27% se si recupera solo l'energia elettrica<ref name="stefanis">{{Cita web|url=http://www.arpa.emr.it/rimini/download/Convegno%20Inceneritore%20giu06/Incenerit_Slide_mattina_06/04_DeStefanis_incener_06.pdf|titolo=Il ruolo del recupero energetico all'interno del ciclo integrato di gestione dei rifiuti|autore=Pasquale de Stefanis|data=30 giugno 2006|accesso=4 luglio 2013|dataarchivio=28 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928045843/http://www.arpa.emr.it/rimini/download/Convegno%20Inceneritore%20giu06/Incenerit_Slide_mattina_06/04_DeStefanis_incener_06.pdf|urlmorto=sì}}</ref> ma aumenta molto col recupero del calore ([[cogenerazione]]). A titolo di confronto una moderna centrale termoelettrica a [[Gruppo turbogas#Turbine a gas per produzione di energia elettrica|ciclo combinato]], il cui scopo primario è ovviamente quello di produrre elettricità, ha una resa del 57% per la produzione elettrica, e se abbinata al teleriscaldamento raggiunge l'87%.<ref>{{Cita web|url=http://www.torinoscienza.it/img/pdf/it/s10/00/0023/00002379.pdf|titolo=titolo|autore=Federico Tibone|editore=Provincia di Torino|data=22 marzo 2007|formato=pdf|accesso=4 luglio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927035519/http://www.torinoscienza.it/img/pdf/it/s10/00/0023/00002379.pdf|dataarchivio=27 settembre 2007|urlmorto=sì}}</ref> Tipicamente per ogni tonnellata di rifiuti trattata possono essere prodotti circa 0,67&nbsp;MWh di elettricità e 2&nbsp;MWh di calore per teleriscaldamento.<ref>{{Cita web|url=http://viewer.zmags.com/showmag.php?mid=wsdps|titolo=The Danish waste to Energy facility|autore=|sito=Waste-to-Energy in Danimark|editore=RenoSam e Rambøll|data=2006|lingua=en|accesso=4 luglio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120723071110/http://viewer.zmags.com/showmag.php?mid=wsdps|dataarchivio=23 luglio 2012|urlmorto=sì|pagina=8}}</ref>
 
Volendo invece confrontare il rendimento energetico delle varie tecnologie di trattamento termico dei rifiuti, il discorso è molto più complesso, meno documentato e fortemente influenzato dal tipo di impianto. In linea di massima le differenze sono dovute al fatto che, mentre in un inceneritore i rifiuti vengono direttamente bruciati ed il calore viene usato per produrre vapore, negli impianti di gassificazione/pirolisi i rifiuti vengono invece convertiti parzialmente in gas ([[syngas]]) che può essere poi utilizzato in cicli termodinamici più efficienti, come ad esempio un ciclo combinato sopra richiamato. La possibilità di utilizzare diversi cicli termodinamici permette a tali impianti maggiore flessibilità nella regolazione dei rapporti fra produzione di calore e di elettricità, rendendoli meno sensibili alle variazioni stagionali dei consumi energetici (in altre parole d'inverno si può produrre più calore e d'estate più elettricità).
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* Bisogna considerare anche l'individuazione corretta della popolazione esposta;
* la possibilità che la popolazione generale sia meno sana di quella in studio.}}
Anche per questo aspetto si può rappresentativamente citare un lavoro di [[Lorenzo Tomatis]], già direttore [[IARC]] e punto di riferimento internazionale sugli aspetti sanitari e ambientali.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Lorenzo Tomatis et al.|anno=2005|titolo=Business bias: how epidemiologic studies may underestimate or fail to detect increased risks of cancer and other diseases|rivista=International Journal of Occupational and Environmental Health|numero=11|pp=356–359356-359}}</ref>
 
==== Studi epidemiologici ====
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Studi [[Epidemiologia|epidemiologici]], anche recentissimi, condotti in paesi sviluppati e basati su campioni di popolazione esposta molto vasti, evidenziano una correlazione tra patologie [[Tumore|tumorali]] ([[sarcoma]]) e l'esposizione a diossine derivanti da inceneritori e attività industriali.<ref>Chi fra il 1960 e il 1996 ha vissuto a lungo vicino a inceneritori e altre fonti industriali di diossina nella provincia di Venezia ha avuto una probabilità 3,3 volte il normale di contrarre un sarcoma. Vedi {{Cita pubblicazione|autore=Zambon P|coautori=Ricci P; Bovo E; Casula A; Gattolin M; Fiore AR; Chiosi F e Guzzinati S|data=16 luglio 2007|anno=2007|titolo=Sarcoma risk and dioxin emissions from incinerators and industrial plants: a population-based case-control study (Italy)|rivista=Environmental Health|volume=6|numero=19|abstract=sì|url=http://www.ehjournal.net/content/6/1/19}}</ref>
 
Altre indagini epidemiologiche prendono in particolare considerazione gli inceneritori come fonte d'inquinamento da [[metalli pesanti]], ed eseguono accurate analisi considerando sia fattori socio-economici sia le popolazioni esposte nelle precise zone di ricaduta (mappe di isoconcentrazione tracciate per rilevamento puntuale e interpolazione spaziale col metodo di [[kriging]]). L'analisi, accurata pur se limitata solo ad alcune popolazioni, evidenzia aumenti statisticamente significativi di alcune patologie tumorali nelle donne residenti in zona da almeno cinque anni, ma non negli uomini. Nello studio viene ugualmente rilevata l'esposizione ad ossidi di [[azoto]] (NO<sub>x</sub>).<ref>{{Cita libro|autore=|titolo=Report finale Progetto Europeo "Enhance Health"|url=httphttps://www.alessandroronchi.net/files/relazione_enhance_health.pdf|anno=2005|editore=Comune di Forlì|città=|pagine=42-43|capitolo=Valutazione dello stato di salute della popolazione residente nell'area di Coriano (Forlì)}}</ref>
 
Un lavoro [[giappone]]se del 2005 ha tentato di mettere in relazione le diossine presenti nel [[latte materno]] con la distanza dagli inceneritori. Le conclusioni sono state che (nei limiti e nell'estensione dello studio) «nonostante gli inceneritori fossero la maggior fonte di diossine in Giappone al momento dello studio, i livelli di diossine nel latte materno non hanno mostrato apparente correlazione con le distanze tra il domicilio delle madri e gli inceneritori di rifiuti».<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Tajimi M|coautori=Uehara R, Watanabe M, Oki I, Ojima T, Nakamura Y.|anno=2005|mese=dicembre|titolo=Correlation coefficients between the dioxin levels in mother's milk and the distances to the nearest waste incinerator which was the largest source of dioxins from each mother's place of residence in Tokyo|rivista=Chemosphere|città=Japan|volume=61|numero=9|pp=1256-1262|lingua=en|abstract=sì|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/entrez?db=pubmed&uid=15922405&cmd=showdetailview&indexed=google|pmid=15922405}}</ref>
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Passando a problemi di ordine maggiore, si sono rilevati aggregati (''cluster'') di aumento di mortalità per [[linfoma non Hodgkin]];<ref>Biggeri A; Catelan D. ''Mortality for non-Hodgkin lymphoma and soft-tissue sarcoma in the surrounding area of an urban waste incinerator. Campi Bisenzio (Tuscany, Italy) 1981-2001''. ''Epidemiol Prev.'', 2005 May-Aug;29(3-4):156-9.</ref> altri studi, nonostante difficoltà relative all'analisi dei dati, aggiungono risultati significativi sull'incidenza di [[tumore polmonare]], linfoma non Hodgkin, [[Sarcoma|sarcomi]] ai tessuti molli, tumori pediatrici, malformazioni neonatali.<ref>Franchini M; Rial M; Buiatti E; Bianchi F. ''Health effects of exposure to waste incinerator emissions:a review of epidemiological studies''.
''[[Ann Ist Super Sanità]]'', 2004;40(1):101-15.</ref>
Diversi studi europei rivelano, sempre nell'ambito delle patologie tumorali, correlazioni con la presenza di inceneritori, in coerenza con analoghi studi precedenti.<ref>[http://www.invs.sante.fr/ Institut de veille sanitaire] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150928010553/http://www.invs.sante.fr/ |date=28 settembre 2015 }}, ''Etude d'incidence des cancers à proximité des usines d'incinération d'ordure ménagères'', France, 30 novembre 2006.</ref>
 
Ma, in questo ambito, gli studi sono controversi e discordanti: a titolo di esempio uno studio effettuato in [[Gran Bretagna]], con lo scopo di valutare l'incidenza di vari tipi di cancro in una popolazione che vive in prossimità di impianti di incenerimento, ha evidenziato che il rischio aggiuntivo di contrarre il cancro dovuto alla vicinanza degli inceneritori è estremamente basso. Sempre lo stesso studio rileva che un moderno inceneritore influisce sull'assorbimento umano medio di diossina in percentuale inferiore all'1% dell'assorbimento totale derivato dall'insieme delle emissioni ambientali (come precedentemente rilevato l'assorbimento di diossina avviene principalmente con la dieta). Inoltre, riguardo a specifiche patologie tumorali, lo studio afferma che non c'è evidente correlazione tra l'esposizione alle emissioni degli inceneritori e l'incidenza di cancro allo stomaco, all'apparato gastrointestinale e ai [[polmoni]]; i fattori socio-economici hanno un ruolo determinante. Sull'incidenza dell'[[angiosarcoma]], lo studio in questione evidenzia che non è possibile effettuare alcuna correlazione a causa della mancanza di informazioni sull'accuratezza della diagnosi effettuata sulla popolazione generale; comunque la commissione di studio è giunta alla conclusione che non c'è alcuna prova più generale dell'esistenza di aggregati e non sono necessari ulteriori studi nel breve termine.<ref>Committee on Carcinogenicity/Department of Health Statement, ''Cancer Incidence near municipal solid waste incinerators in Great Britain'', March 2000. ({{collegamento interrotto|[http://www.lga.gov.uk/Documents/Conservativegroup/Publication/IncinerationBriefing.pdf Riassunto]|data=marzo 2018|bot=InternetArchiveBot}}.).</ref> Sempre in Gran Bretagna, nel [[2008]] la British Society for Ecological Medicine (BSEM) ha pubblicato uno studio<ref>{{en}} [http://www.ecomed.org.uk/content/IncineratorReport_v2.pdf The Health Effects of Waste Incinerators] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081120130858/http://www.ecomed.org.uk/content/IncineratorReport_v2.pdf|data=20 novembre 2008}}.</ref> avente l'obiettivo di riassumere i risultati dei principali studi epidemiologici e dimostrare gli effetti nocivi degli inceneritori sulla salute. Tale studio è stato ampiamente criticato dall'Health Protection Agency britannica che ha accusato la BSEM di aver utilizzato per le sue conclusioni solamente gli studi scientifici con risultati favorevoli alle conclusioni volute, tralasciandone altri con opposte vedute.<ref>[http://www.ecomed.org.uk/content/IncineratorHPA.pdf HPA response to the British Society for Ecological Medicine report] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080704111249/http://www.ecomed.org.uk/content/IncineratorHPA.pdf|data=4 luglio 2008}}.</ref>
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Il controllo di tali parametri è indirizzato a migliorare il processo di incenerimento, che include le seguenti necessità:<ref name=bur138/>
* minimizzare la quantità e migliorare la qualità delle ceneri presenti nei fumi di uscita
* migliorare la qualità delle ceneri raccolte dal fondo della fornace, in particolare quelle contenenti metalli pesanti ([[incinerator bottom ash]])
* minimizzare la quantità di gas nocivi prodotti durante la combustione (tra cui CO, NOx, idrocarburi, ecc.).
 
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== Chiusura e dismissione ==
[[File:SMOKESTACKS OF THE HOLMES ROAD INCINERATOR, NO LONGER POLLUTE THE ATMOSPHERE. THE PLANT PREVIOUSLY BURNED OLD... - NARA - 557412.jpg|thumb|Un inceneritore a Houston, in Texas, chiuso nel 1974 dopo le proteste dei residenti e delle scuole vicine. L'impianto era utilizzato per incenerire batterie di automobili esauste, materiali plastici e altri rifiuti urbani per i quali non era stato designatoprogettato.]]
{{...|chimica}}
 
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=== Oceania ===
{{...|chimica}}
{{...|chimica}}<!-- ################################################## --><!-- ATTENZIONE: QUESTA VOCE DEVE DESCRIVERE LA TECNOLOGIA DELL'INCENERIMENTO A LIVELLO MONDIALE, EVITARE IL PIU' POSSIBILE DI INSERIRE ULTERIORI INFORMAZIONI SULLA SITUAZIONE ITALIANA; PER LA SITUAZIONE ITALIANA, SI VEDA LA PAGINA "INCENERITORI IN ITALIA" --><!-- ################################################## -->
 
== Note ==
<references/>
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== Voci correlate ==
*[[Inceneritori in Italia]]
*[[Termovalorizzatore]]
*[[Gassificatore]]
*[[Teleriscaldamento]]
*[[Cogenerazione]]
*[[generatore di vapore]]
*[[Inquinamento atmosferico]]
*[[Diossine]]
*[[pirolisiPirolisi]]
*[[Incinerator bottom ash]]
*[[Particolato]]
*[[Nanopolvere]]
*[[SAFE AIR]]
*[[gassificatore]]
*[[Inceneritori in Italia]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20130801031608/http://www.qualenergia.it/UserFiles/Files/Rf_Te_TT_Waste%20Incineration_2005.pdf Documento del ministero dell'ambiente tedesco sull'impatto ambientale degli inceneritori] (PDF)
* {{Cita libro|autore=Bureau at the Institute for Prospective Technological Studies|titolo=Reference Document on the Best Available Techniques for Waste Incineration|città=Seviglia|editore=European Commission|anno=2006|url=http://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/BREF/wi_bref_0806.pdf|accesso=5 gennaio 2020|cid=Bats|formato=pdf|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180712200507/http://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/BREF/wi_bref_0806.pdf|dataarchivio=12 luglio 2018|urlmorto=sì}}
* {{Cita libro|titolo=Rapporto rifiuti 2019|città=|editore=Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale|anno=2019|ISBN=978-88-448-0971-3|url=httphttps://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2019|cid=Rapporto2019|formato=pdf}}
 
{{Ciclo dei rifiuti}}