Bitonto: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|2=Bitonto (disambigua)}}{{Divisione amministrativa
|Nome = Bitonto
|Panorama =
|Didascalia = Veduta della [[concattedrale di Bitonto]]
|Bandiera = Flag of Bitonto.png
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
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|Divisione amm grado 2 = Bari
|Amministratore locale = Francesco Paolo Ricci
|Partito = [[Indipendente (politica)|Indipendente]] di [[Centro-sinistra in Italia|centro-sinistra]]
|Data elezione = [[elezioni comunali in Puglia del 2022#Bitonto|13-6-2022]]
|Data istituzione =
|Sottodivisioni = [[Mariotto (Bitonto)|Mariotto]], [[Palombaio]]
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{{Vedi anche|Storia di Bitonto|Monetazione di Butuntum|Battaglia di Bitonto}}
=== Mito fondativo e origini ===
Secondo la tradizione, Bitonto sarebbe stata fondata dal re [[illiri]]co Botone, eroe leggendario dal quale deriverebbe il nome. La leggenda di Botone si inserisce nel contesto dei miti di esilio e fondazione di nuove città, simile alla storia di [[Enea]] e alla nascita di Roma. Botone,
La presenza umana nel territorio risale in realtà già all'epoca [[Neolitico|neolitica]], testimoniata da insediamenti in grotte e da ''[[menhir]]''<ref>{{cita|Touring club italiano|p. 14|Touring club italiano, 1978}}.</ref>. Una necropoli dell'[[età del ferro]] era situata presso un'ansa del torrente Tiflis, nella [[lama (corso d'acqua)|lama]]. Ciò fa presumere che la città fosse sede di una grande comunità che attirava la popolazione sparsa nelle campagne<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 45|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>.
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=== Medioevo ===
[[File:Bitonto
Dopo la dissoluzione dell'[[Impero Romano d'Occidente]], del dominio di [[Odoacre]] e del [[Regno ostrogoto|regno gotico]], gran parte della [[Puglia]], inclusa Bitonto, fu riconquistata dall'[[impero Romano d'Oriente]] nell'ambito
Nel [[975]] il [[catapano]] [[Impero Bizantino|bizantino]] Zaccaria saccheggiò la città<ref>{{cita|Lupi Protospatae Chronicon|p. 40B|Lupi Protospatae Chronicon, 1724}}.</ref> dopo aver sconfitto i [[Saraceni]] e ucciso il loro capo, Ismaele<ref>{{cita|De Blasiis|p. 33|De Blasiis, 1864}}.</ref>; nel [[1010]] Bitonto, [[Bari]], [[Bitetto]] e [[Trani]] si ribellarono al governo bizantino dando inizio alla rivolta guidata da [[Melo di Bari|Melo]]
Tra [[XI secolo|XI]] e [[XII secolo]] sotto il dominio dei Normanni di [[Ruggero II]], [[Guglielmo I di Sicilia|Guglielmo il Malo]] e [[Guglielmo II di Sicilia|Guglielmo II]], la città si rivestì di nuove mura<ref>{{cita|Custode|p. 201|Custode, 1999}}.</ref>. Il giudice bitontino Maggiore, a seguito della distruzione di Bari da parte di Guglielmo il Malo, assunse la suprema carica di regio giustiziere: grazie a lui e con l'aiuto dei [[Benedettini]], prese il via la costruzione della nuova cattedrale. I Benedettini erano giunti in città in questo periodo<ref name=Antonucci>{{cita|Antonucci|pp. 347-351|Antonucci|1939}}.</ref>, fondando fuori le mura l'[[abbazia]] dedicata a [[Papa Leone I|San Leone]] e dando un forte impulso all'economia cittadina, grazie anche alle nuove tecniche [[agricoltura|agricole]] e alla bonifica di nuove terre.
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Con [[Federico II di Svevia|Federico II]] fu ''civitas specialis'' e rimase sempre nell'ambito del [[demanio regio|regio demanio]], ossia alle dirette dipendenze della corona<ref>{{cita|Moretti|pp. 265, 298|Moretti, 1989}}.</ref>, escludendo il periodo feudale che va dal [[1412]] al [[1551]].
[[File:Titoloarenario.jpg|miniatura|upright|Il Titolo dell'Arenario, il maggiore titolo confinario tra Bari e Bitonto]]
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{{immagine grande|Panbitonto.png|700px|3=<div align="center">Panoramica di piazza Cattedrale, nel centro storico di Bitonto.</div>}}
=== Architetture religiose ===
[[File:Bitonto
;[[concattedrale di Bitonto|Concattedrale]]: Consacrata a [[San Valentino da Terni]]<ref>Secondo gli studiosi, la chiesa era dedicata al santo vescovo, che costituisce ancora oggi il patrono del capitolo della concattedrale, e il cui culto sarebbe stato introdotto in città da Guglielmo di Viterbo, uno dei primi vescovi cittadini di cui si ha notizia. Oggi la chiesa è invece dedicata a santa Maria Assunta.</ref>, è stata innalzata probabilmente nel [[XII secolo]]<ref>{{cita|Milillo|p. 11|Milillo, 2001}}.</ref> in stile [[romanico pugliese]]. Il fianco destro è scandito da un [[esafora]]to e profondi arconi, l'ultimo dei quali conserva un portale gotico noto come "porta della Scomunica"<ref>{{cita|Pasculli|p. 87|Pasculli, 1962}}.</ref>. L'interno, con pianta a [[croce latina]], è diviso in tre [[Navata|navate]] absidate. Notevoli il soffitto a [[capriata|capriate]] lignee con decorazione policroma e l'[[ambone]] federiciano, decorato con paste vitree secondo [[arte islamica|modelli islamici]] e recante i [[bassorilievi]] degli [[Hohenstaufen|imperatori svevi]]. La [[cripta]] è costituita da un ambiente voltato a crociera e sostenuto da trentasei capitelli, interessanti nei motivi zoomorfi e fitomorfi delle decorazioni. Dalla cripta si accede agli scavi, adibiti a museo, in cui si conservano i resti, databili a partire dal [[V secolo]]<ref>{{cita|Minenna|p. 197|Minenna, 2000}}.</ref>, di una chiesa precedente, tra i quali un [[mosaico]] raffigurante un [[Grifone (mitologia)|grifone]] risalente all'[[XI secolo]] e materiale ceramico e numismatico risalenti soprattutto al periodo peucezio. [[File:SanFrancescoBitonto.jpg|miniatura|upright|La facciata della chiesa di San Francesco la Scarpa]]
;[[Chiesa di San Francesco d'Assisi (Bitonto)|Chiesa di San Francesco d'Assisi]]: Detta ''San Francesco la Scarpa'', fu costruita nel [[1283]] su un terreno ceduto dalle monache benedettine del monastero di santa Lucia<ref>{{cita|Milillo|p. 100|Milillo, 2001}}.</ref>. Sino al [[XIX secolo]] l'edificio fu affidato ai frati francescani, che nei pressi vi costruirono un convento e un seminario. La chiesa è stata chiusa al culto nel 1970. La facciata, in stile tardo romanico, si caratterizza per un [[Portale (architettura)|portale]] con [[arco a sesto acuto]] e sormontato da un [[archivolto]] con decorazioni floreali e di buoi, in omaggio alla famiglia Bove che promosse l'edificazione della chiesa, e per un'ampia [[trifora]] sorretta da colonnine, pure racchiusa in un arco a sesto acuto. Sono affiancati alla facciata il cappellone [[XVI secolo|cinquecentesco]] munito di cupola e un [[campanile]] [[XVII secolo|seicentesco]], suddiviso in tre registri da cornici marcapiano e sormontato da una cupola a bulbo.
[[File:Bitonto
;[[Chiesa di San Gaetano (Bitonto)|Chiesa di San Gaetano Thiene]]: Commissionata dai [[Teatini]] nel [[1609]]<ref name="torrione"/> e realizzata secondo il progetto di Dionisio Volpone di [[Parabita]], fu eretta sull'antico palazzo dell{{'}}''Universitas''. e venne consacrata nel [[1730]]<ref>{{cita|Basile Bonsante|p. 66|Basile Bonsante, 2002}}.</ref>. La facciata di stampo controriformistico composta [[lesene]], alternate da [[nicchie]]. Allineati invece, sono il portale e un finestrone centrali. La facciata si chiude con un [[timpano (architettura)|timpano]] recante lo stemma dei Teatini. L'interno si compone di un'unica [[navata]] centrale, terminante in tre [[absidi]] e delineata da quattro [[arcata|arcate]] per lato corrispondenti ad altrettante [[cappella|cappelle]]. Notevole l'altare in pietra di gusto [[barocco]] del [[1696]] nella prima cappella a destra, patronato della famiglia Sylos-Sersale<ref>{{cita|Castellano|p. 32|Castellano, 1974}}.</ref>. Le pareti della navata e il soffitto ligneo recano affreschi del pittore bitontino [[Carlo Rosa (pittore)|Carlo Rosa]]. [[File:Crocifissobitonto.png|thumb|La chiesa del Crocifisso]]
;[[Chiesa del Santissimo Crocifisso (Bitonto)|Chiesa del Crocifisso]]: Edificata dal [[1664]]<ref>{{cita|Milillo|p. 31|Milillo, 2001}}.</ref>, in luogo di una cappella rurale, su progetto di Carlo Rosa, che ne curò anche la decorazione interna, la chiesa presenta un'originale [[Pianta (architettura)|pianta]] a [[croce greca]] con [[cupola|cupole]] in asse ricoperte di chianchette. Il registro inferiore della facciata riecheggia i modelli classici, con lesene doriche e cornice a [[metopa|metope]] e [[triglifi]]; quello superiore, caratterizzato da una cornice spezzata su cui si innestano [[colonne ioniche]] che reggono un timpano curvilineo, presenta uno stile più vicino all'architettura barocca. L'interno, interamente affrescato, è opera di Carlo Rosa e degli allievi [[Nicola Gliri]], Giuseppe Luce e Vitantonio de Filippis, che dopo la sua morte ne completarono il progetto.
[[File:
;Chiesa del Purgatorio: La costruzione ebbe inizio nel [[1670]] su disegno di Michelangelo Costantino, architetto anche del mausoleo Carafa in [[Cattedrale di Bitonto|Cattedrale]], e fu [[consacrazione|consacrata]] nel [[1688]] dal vescovo Massarenghi<ref name=Milillopurg>{{cita|Milillo|p. 4|Milillo, 2001}}.</ref>. Il [[Portale (architettura)|portale]] presenta linee architettoniche che si adattano alla facciata. Le lesene e il timpano del portale sono ornate da figure scheletriche e anime penitenti, come voluto dalle regole della [[Controriforma]]. L'interno della chiesa è a un'unica [[navata]] delimitata da [[arcata|arcate]]. L'edificio conserva un [[reliquiario]] risalente al [[XVII secolo]], alcune tele e un'effigie della Madonna. La chiesa è sede dell'Arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio e custodisce i simulacri della Madonna Addolorata e del Cristo morto, esposti durante la [[Settimana Santa]].
[[File:Bitonto, San Domenico 045.jpg|thumb|La volta della ''cappella dei Misteri'' nella chiesa di San Domenico]]
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=== Architetture militari ===
==== Mura e porte ====
[[File:
La fortificazione della città visibile nel [[XXI secolo]] risale al periodo [[normanni|normanno]]. Tra l'[[XI secolo|XI]] e il [[XII secolo]] infatti, si ha la costruzione di gran parte del tratto murario che costeggia il centro storico, per una lunghezza di circa {{M|2000|u=m}}, nonché delle torri a base quadrata e di cinque [[Porta cittadina|porte]]: Nova, Pendile, Robustina, La Maja e Baresana<ref>{{cita|Moretti, Robles|pp. 265, 298|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>. Lo storico bitontino della prima metà del [[XX secolo]] Luigi Sylos, sulla base di suoi accurati studi e ricerche affermò che le ultime quattro delle porte appena elencate furono edificate già in [[Civiltà romana|epoca romana]]<ref name=Sylos>{{cita|Luigi Sylos| pp. 74-78}}.</ref>.
[[File:Bitonto
[[File:Porta la Maya o del Carmine.jpg|thumb|upright|Porta del Carmine]]
Durante il periodo [[angioino]] la difesa della città non fu trascurata; furono, infatti, innalzate le torri cilindriche, tra cui il torrione, la torre più imponente e più resistente, e restaurate porta Pendile e porta Robustina. Tra il [[XVI secolo|XV]] e [[XVII secolo]], furono attuati dei restauri e reintegrazioni che interessarono soprattutto il tratto tra Porta La Maja, piazza Castello e Vico Goldoni, cosa che comportò un avanzamento di tale tratto rispetto al vecchio allineamento normanno. Fu realizzato il ''Trione'', cioè un torrione, posto sull'estremo orientale della città antica, laddove probabilmente sorgeva una torre più vecchia<ref name=torrioneuno>{{cita|Massarelli|pp. 21-40|Massarelli, 2005}}.</ref>. Oggi delle mura, rimangono lunghi tratti che delimitano la parte meridionale del centro storico mentre della parte settentrionale rimane ben poco. Delle cinque porte originarie rimangono solo porta La Maja e porta Baresana, mentre molte torri, sia angioine che normanne, sono ancora esistenti.
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=== Obelischi ===
[[File:Bitonto
;Guglia dell'
;Obelisco Carolino: Si trova su piazza [[26 maggio|XXVI Maggio]] [[1734]], fu costruito su ordine di [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] nel [[1741]], in ricordo della [[battaglia di Bitonto|battaglia]] che gli assicurò il [[Regno delle Due Sicilie]]. L'obelisco fu progettato da [[Giovanni Antonio Medrano]]<ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 321|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>, autore della [[reggia di Capodimonte]] e del [[Teatro Massimo Vittorio Emanuele|Teatro Massimo]] di [[Palermo]]. La base è costituita da un [[crepidine]] su cui è allocato il [[plinto]], di base quadrata con angoli smussati. Per ciascun lato sono apposte targhe marmoree recanti, in latino, una sintesi della battaglia e il ruolo degli autori della battaglia: Carlo III, [[Filippo V di Spagna]] e il [[duca di Montemar]]. Il basamento termina con una cornice su cui si innalza una lunga piramide che fa raggiungere all'obelisco l'altezza di 18 metri. Qui è apposto, su ciascun lato, un simbolo bellico: fascio, scudo, bandiera e corazza. Sulla sommità sono situati quattro stemmi dei Borbone con, in cima, una corona regia.
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== Economia ==
{{vedi anche|Economia della Puglia}}
L'economia cittadina è da sempre legata all'agricoltura, principalmente all'ulivo
In crescita il [[turismo]], soprattutto culturale, ma anche naturalistico. Il [[commercio]] è basato soprattutto sulle tradizionali [[Fiera|fiere]] ("fiera di San Leone" e "fiera dei Santi Medici").
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[[File:Festa promozione in Serie D Maggio 2003 (2).jpg|miniatura|I tifosi del Bitonto festeggiano la promozione in Serie D (2003).]]
Hanno sede nel Comune diverse società di calcio.
L'[[Unione Sportiva Dilettantistica Bitonto Calcio|U.S. Bitonto Calcio]], fondata nel 1921, è stata promossa per la prima volta nella sua storia in [[Serie C]] dopo la vittoria del campionato di [[Serie D]] 2019-2020<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.bitontolive.it/sport/calcio/736937/usd-bitonto-calcio-si-presenta-ufficialmente-alla-citta/|titolo=Usd Bitonto Calcio si presenta ufficialmente alla città|accesso=13 luglio 2018}}</ref>. Tuttavia, a causa di presunte combine avvenute nella partita contro il [[AZ Picerno|Picerno]] del 5 maggio 2019 secondo l'autorità calcistica competente, ha visto sfumare questa possibilità quindi attualmente, nella stagione
L'associazione U.S.D. Olimpia Bitonto, fondata nel 1981, è affiliata al [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] e, nella stagione
Un'altra realtà del calcio bitontino, a livello giovanile, è il ''Bitonto Calcio Bellavista'', fondata dall'omonimo calciatore, [[Antonio Bellavista]].▼
Dal 2008 al 2018 è stata attiva la società A.S.D. Omnia Bitonto<ref>{{cita web|url=http://www.asdomniabitonto.it/site/index|titolo=A.S.D. Omnia Bitonto|accesso=29 giugno 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120406032145/http://www.asdomniabitonto.it/site/index}}</ref>, che ha raggiunto la [[Serie D]] nella stagione 2017-2018 dopo aver sconfitto ai play-off nazionali i [[Campania|campani]] dell'Afragolese. In seguito la società ha cambiato denominazione in [[Unione Sportiva Dilettantistica Bitonto Calcio|US Bitonto]] (nel frattempo l'Unione Sportiva Bitonto aveva ceduto il proprio titolo sportivo ad un'associazione calcistica della città di [[Molfetta]]) per poter continuare la tradizione storica e sportiva neroverde.
▲Nel 2024 è stata formata la ''A.S.D. Pugliese'' che gareggia nel campionato di [[terza categoria]]. Un'altra realtà del calcio bitontino, a livello giovanile, è il ''Bitonto Calcio Bellavista'', fondata dall'omonimo calciatore, [[Antonio Bellavista]].
=== Calcio a 5 ===
La città vanta una squadra di [[calcio a 5]] femminile, il [[Bitonto Calcio a 5]], che nel [[2021]] ha raggiunto la prima storica promozione in [[serie A (calcio a 5 femminile)|serie A]] e nella [[Serie A 2022-2023 (calcio a 5 femminile)|stagione 2022-2023]] ha vinto la Coppa Italia e lo scudetto, la prima volta per un club bitontino. L’anno successivo, le ragazze si sono ripetute vincendo coppa Italia, scudetto e supercoppa e ottenendo il titolo di vice-campionesse d’Europa.<ref>{{Cita web|url=https://www.bitontoviva.it/sport/triplete-del-bitonto-c5-le-leonesse-vincono-6-1-e-si-aggiudicano-la-supercoppa-italiana/|titolo=Triplete del Bitonto C5: le leonesse vincono 6-1 e si aggiudicano la Supercoppa italiana|data=18 settembre 2023|lingua=it|accesso=4 agosto 2024}}</ref>
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Dal 2017 è attiva anche l'A.S.D. Tennis Tavolo Seven Bitonto, che disputa il campionato di tennistavolo nelle serie D1 e D2.
Sono operative pure ''Motris'' associazione sportiva dilettantistica di [[karate]] e ''La Perla'' associazione sportiva dilettantistica di [[pattinaggio artistico a rotelle]] nonché ''C.I. Torre d'Agera'' scuola di [[equitazione]].
=== Impianti sportivi ===
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