Vittorio Emanuele di Savoia (1937): differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
alcune cosse grammaticali Etichette: Annullato Modifica visuale |
Bot: sostituisco Lesser_coat_of_arms_of_the_king_of_Italy_(1890).svg con File:Middle_Coat_of_Arms_of_the_King_of_Italy_(1890-1946).svg (da CommonsDelinker per: [[:c:COM:FR|Fil |
||
| (41 versioni intermedie di 24 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{P|voce in cui tracima la querelle e la contrapposizione tra i rami di casa Savoia (basti vedere la variabilità dei contenuti)|nobili|settembre 2016}}
{{Aristocratico
|nome = Vittorio Emanuele di Savoia
|immagine = Victor Emmanuel of Savoie (0) (cropped).jpg
|legenda = Vittorio Emanuele di Savoia nel 2013
|stemma =
|titolo =[[Casa Savoia|Capo di Casa Savoia]]<br> [[Duchi di Savoia|Duca di Savoia]]
|sottotitolo = ''[[Linea di successione al trono d'Italia#Il titolo conteso|contestato]]''
|periodo =
Riga 12 ⟶ 11:
|fine reggenza = 3 febbraio [[2024]]
|investitura =
|predecessore = [[Umberto II di Savoia|Umberto II]] <br><small>(come Re d'Italia)</small>
|successore = [[Emanuele Filiberto di Savoia (1972)|Emanuele Filiberto]]
|nome completo = Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria di Savoia
Riga 48 ⟶ 47:
|Nazionalità = italiano
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato un membro di [[Casa Savoia]], figlio dell'ultimo [[Re d'Italia (1861-1946)|re d'Italia]] [[Umberto II di Savoia|Umberto II]] e di [[Maria José del Belgio
}}
Era sposato con [[Marina Doria]], da cui ha avuto un figlio, [[Emanuele Filiberto di Savoia (1972)|Emanuele Filiberto]].
Dal 1983 è stato [[Sovrani d'Italia#Pretendenti al trono (dal 1946)|pretendente al trono d'Italia]], dal 2006 in disputa con la linea dinastica di [[Amedeo di Savoia-Aosta (1943)|Amedeo di Savoia-Aosta]].
== Biografia ==
{{Casato di Savoia}}
===Infanzia e la Seconda guerra mondiale===
[[File:Vittorio Emanuele III e nipote.JPG|thumb|upright=0.9|[[Vittorio Emanuele III d'Italia|Vittorio Emanuele III]] con il nipote ed erede omonimo]]
Nel 1938, anche se la notizia trapelerà molti anni dopo, secondo fonti diplomatiche britanniche, [[Maria José del Belgio]] si sarebbe accordata con [[Rodolfo Graziani]] e con il capo della polizia [[Arturo Bocchini]] per tentare un [[colpo di Stato]] a opera di alcuni reparti delle forze armate, con [[Pietro Badoglio]] come comandante in capo, azione che sostituisse [[Benito Mussolini]] con un «avvocato milanese antifascista» (probabilmente [[Carlo Aphel]]) e costringesse [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] ad abdicare in favore di [[Umberto II di Savoia|Umberto]]:<ref>
Il 7 agosto 1943, su ordine del re, Vittorio Emanuele lasciò [[Roma]] con la madre [[Maria José del Belgio|Maria José]] e le tre sorelle, raggiungendo Sant'Anna di [[Valdieri]] in [[Piemonte]]. L'allontanamento dalla capitale fu probabilmente al contempo sia una misura atta a stroncare il pericoloso "attivismo" della principessa di Piemonte, sia un tentativo di mettere al riparo il futuro principe ereditario da operazioni di cattura tedesche.<ref>Vittorio Emanuele di Savoia, Alessandro Feroldi, ''Lampi di vita''. Rizzoli, 2002, p. 24.</ref> Trasferitisi per motivi di sicurezza al [[castello di Sarre]], la sera dell'[[8 settembre 1943]] ricevettero l'ordine di partire per la [[Svizzera]]; a guerra finita, lui e le sorelle poterono tornare a Roma, preceduti di qualche giorno dalla madre.▼
=== L'abdicazione del re e l'abbandono dell'Italia ===
All'abdicazione del nonno, il 9 maggio 1946, Vittorio Emanuele divenne [[principe ereditario]].
▲Il 7 agosto 1943, su ordine del re, lasciò [[Roma]] con la madre [[Maria José del Belgio|Maria José]] e le tre sorelle, raggiungendo Sant'Anna di [[Valdieri]] in [[Piemonte]]. L'allontanamento dalla capitale fu probabilmente al contempo sia una misura atta a stroncare il pericoloso "attivismo" della principessa di Piemonte, sia un tentativo di mettere al riparo il futuro principe ereditario da operazioni di cattura tedesche.<ref>Vittorio Emanuele di Savoia, Alessandro Feroldi, ''Lampi di vita''. Rizzoli, 2002, p. 24.</ref>
Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 1946 il governo conferì i poteri di capo provvisorio dello Stato italiano al [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|presidente del Consiglio]], senza attendere la proclamazione dei risultati definitivi da parte della [[Corte di cassazione]],
==== Esilio ====▼
▲All'abdicazione del nonno il 9 maggio 1946, divenne [[principe ereditario]]. Il 5 giugno, poco dopo le votazioni per il [[referendum istituzionale del 1946|referendum istituzionale]] del 2 e 3 giugno 1946, data l'ostilità dei ministri e dei capi di partito, [[Umberto II d'Italia|Umberto II]] ordinò a [[Maria José del Belgio|Maria José]] di lasciare l'Italia con i figli, in modo da attendere i risultati delle consultazioni al riparo da rischi per le loro vite.
▲Nella notte tra il 12 e il 13 giugno 1946, senza attendere la proclamazione dei risultati definitivi da parte della [[Corte di cassazione]] (prevista per il 18 giugno), il governo conferì i poteri di capo provvisorio dello Stato al presidente del Consiglio. Umberto, giudicandolo un gesto rivoluzionario,<ref name=Proclama>{{Cita web |url=http://www.reumberto.it/partenza.htm |titolo=Reale proclama del 13 giugno 1946 |accesso=2 giugno 2010 |dataarchivio=28 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200728232822/http://www.reumberto.it/partenza.htm |urlmorto=sì }}</ref> decise di lasciare l'Italia nell'intento di evitare ulteriori spargimenti di sangue.<ref name=Proclama/>
▲===Esilio===
[[File:Ex koning Umberto in zwitserland. Begroeting door ex kroonprins Victor Emanuel, Bestanddeelnr 903-6388.jpg|thumb|upright=0.9|Vittorio Emanuele col padre [[Umberto II]] il 5 ottobre 1949]]
La [[costituzione italiana|Costituzione repubblicana]], entrata in vigore il 1º gennaio 1948, stabilì
Andarono a risiedere in [[Svizzera]], in una [[villa]] a Merlinge, nel [[Comuni della Svizzera|comune]] di [[Meinier]], e il giovane Vittorio Emanuele studiò a [[Lancy]], al cattolico Institut Florimont.
Durante l'esilio, conclusosi alla fine del 2002,<ref>L'articolo unico della legge costituzionale 23 ottobre 2002, n. 1, «Legge costituzionale per la cessazione degli effetti dei commi primo e secondo della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione», Gazzetta Ufficiale n. 252 del 26 ottobre 2002, stabilisce che:«I commi primo e secondo della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione esauriscono i loro effetti a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale». I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive. Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale.</ref> svolse un'attività d'[[intermediario finanziario]], stringendo amicizie e legami d'affari con grandi industriali, in particolare la famiglia [[Agusta]].
=== Matrimonio e
{{citazione|Con [[Corrado Agusta]], e il suo segretario Franco Chiesa, in un negozio abbiamo comprato due fedi, in un altro un bouquet preconfezionato, poi siamo andati davanti a un giudice di pace, il quale ci ha sposato. Era l'11 gennaio del 1970, a Las Vegas, Nevada, Usa. Matrimonio civile di cui non informai nessuno, neanche i miei genitori.|''Lampi di vita. Storia di un principe in esilio'', 2002, p. 187.}}
Che vi fossero delle incomprensioni fra padre e figlio dettate anche da notizie distorte, [[Umberto II]] dovette effettivamente intuirlo, tanto da invitare nel 1961 l'ex Capitano del [[Regio Esercito]] e medaglia di bronzo al Valor Militare [[Franco Mattavelli]] a rimanere vicino al figlio.<ref>Lampi di vita (2002), pp. 202 - 205.</ref> ▼
I testimoni delle nozze religiose furono l'ex precettore di Vittorio Emanuele [[Jacques Piccard]], il cognato [[Robert de Balkany]], [[Corrado Agusta]], e [[Shahram Pahlavi]], nipote dello Scià. Si veda Vittorio Emanuele di Savoia, Alessandro Feroldi, ''Lampi di vita''. Rizzoli, 2002, p. 187.</ref> Già precedentemente, durante il periodo degli studi universitari, a causa della sua condotta, aveva da tempo smesso di ricevere l'appannaggio stabilito da [[Umberto II d'Italia|Umberto II]] per i propri figli,<ref>Vittorio Emanuele di Savoia, Alessandro Feroldi, ''Lampi di vita''. Rizzoli, 2002, p. 97.</ref> mentre dopo le nozze venne stabilita l'equa ripartizione dell'eredità paterna tra tutti i figli, contrariamente all'originaria decisione di Umberto II di assegnare una quota maggiore al figlio, in quanto suo erede dinastico.▼
Poiché le [[leggi dinastiche]] di Casa Savoia riguardano i matrimoni dei principi, ma non i matrimoni dei re, il 15 dicembre 1969, essendo consapevole delle vigenti leggi e del rifiuto del [[Umberto II di Savoia|padre]] di acconsentire al suo matrimonio con Marina Doria, aggirò l'ostacolo ed emanò un "decreto reale" nel quale si elevava a re, autoproclamandosi ''Vittorio Emanuele IV re d'Italia'',<ref>{{cita web |url=http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/19691215_VEIV_decreto1.jpg |titolo=Copia archiviata |accesso=16 novembre 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928042655/http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/19691215_VEIV_decreto1.jpg
{{citazione|Quando terminai il liceo e divenni maggiorenne mio padre decise che noi figli dovessimo godere di un appannaggio mensile, che era di mille franchi svizzeri per ciascuna delle mie sorelle e di duemila per me. Vivevo ancora a Merlinge con Maria José e le mie sorelle, ma grazie a quel denaro potevo permettermi di studiare all'università, fare un viaggio ogni tanto e...insomma potevo incominciare in qualche modo a gestirmi da solo. Poi, un bel giorno, questo prezioso appannaggio mi fu tolto all'improvviso. Sono sicuro che non fu mio padre a prendere questa decisione, ma che gli fu suggerita dai soliti cortigiani malevoli. Per timore di perdere il potere acquisito, ora che il principe ereditario cresceva e acquistava consapevolezza, questi cattivi consiglieri cercavano in ogni modo di screditarmi agli occhi di mio padre.|Lampi di vita (2002), p. 97.}}▼
{{Citazione|Per effetto della avvenuta successione, Ci competono anche i diritti di Capo legittimo della dinastia Sabauda e tali diritti eserciteremo d'ora innanzi, solo temperati dalla discrezione che lo stato fisico e morale di S.M. l'ex Re Umberto II detta alla Nostra coscienza di figlio|{{pdf}} [https://web.archive.org/web/20070928042615/http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/19691215_VEIV_decreto1_it.pdf Decreto Reale n. 1]}}
▲Che vi fossero delle incomprensioni fra padre e figlio dettate anche da notizie distorte, [[Umberto II]] dovette effettivamente intuirlo, tanto da invitare nel 1961 l'ex Capitano del [[Regio Esercito]] e medaglia di bronzo al Valor Militare [[Franco Mattavelli]] a rimanere vicino al figlio.<ref>Lampi di vita (2002), pp. 202 - 205</ref>
Il giorno successivo, al fine di sanare la condizione borghese della fidanzata, in qualità di "re d'Italia" emanò un secondo (e ultimo) "decreto reale", col quale conferiva a Marina Doria il titolo di duchessa di Sant'Anna di Valdieri.<ref>{{collegamento interrotto|1={{cita testo|url=http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/19691215_VEIV_decreto2_it+.pdf|titolo=Decreto Reale n. 2|postscript=nessuno}} |data=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> Pochi giorni dopo, l'11 gennaio 1970, la sposò civilmente a [[Las Vegas]], contraendo in seguito anche nozze religiose a [[Teheran]].<ref>Anche il matrimonio religioso venne celebrato senza informare [[Umberto II d'Italia|Umberto II]] e senza richiederne l'assenso. A Teheran Vittorio Emanuele poteva contare sul legame privilegiato con lo scià [[Mohammad Reza Pahlavi]], che permise di presentare i novelli sposi al fiore dell'aristocrazia europea, ivi convenuta per le [[Celebrazione dei 2500 anni dell'Impero Persiano|feste nazionali di Persepoli]].
Prima del matrimonio non erano mancati alcuni gesti significativi da parte del padre, come la nomina a Cavaliere dell'[[Ordine supremo della Santissima Annunziata]] nel 1955, in occasioni ufficiali (come il 31 ottobre 1965, quando il principe si collegò al congresso del [[Fronte Monarchico Giovanile]] dell'[[Unione Monarchica Italiana]] dando lettura del [[Bollettino della Vittoria]] per incarico del padre)<ref>[[Falcone Lucifero]], ''Il pensiero e l'azione del re Umberto II dall'esilio (1966)'', p. 33</ref> o in occasione di alcune visite di Umberto II a Merlinge.<ref>Lampi di vita (2002), Cap. 12 - 13 - 14</ref>▼
I testimoni delle nozze religiose furono l'ex precettore di Vittorio Emanuele [[Jacques Piccard]], il cognato [[Robert de Balkany]], [[Corrado Agusta]], e [[Shahram Pahlavi]], nipote dello Scià. Si veda Vittorio Emanuele di Savoia, Alessandro Feroldi, ''Lampi di vita''. Rizzoli, 2002, p. 187.</ref> Umberto II più volte aveva ricordato al figlio la perdurante validità delle secolari [[leggi dinastiche]] e delle disposizioni del [[Codice civile italiano|codice civile]] relative al "[[regio assenso]]",<ref>
▲
▲Poiché le [[leggi dinastiche]] di Casa Savoia riguardano i matrimoni dei principi, ma non i matrimoni dei re, il 15 dicembre 1969, essendo consapevole delle vigenti leggi e del rifiuto del [[Umberto II di Savoia|padre]] di acconsentire al suo matrimonio con Marina Doria, aggirò l'ostacolo ed emanò un "decreto reale" nel quale si elevava a re, autoproclamandosi ''Vittorio Emanuele IV re d'Italia'',<ref>{{cita web |url=http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/19691215_VEIV_decreto1.jpg |titolo=Copia archiviata |accesso=16 novembre 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928042655/http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/19691215_VEIV_decreto1.jpg |dataarchivio=28 settembre 2007 }}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/19691215_VEIV_decreto1_it.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=5 giugno 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928042615/http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/19691215_VEIV_decreto1_it.pdf |dataarchivio=28 settembre 2007 }}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/20050330_adami_it.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=16 novembre 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928042726/http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/20050330_adami_it.pdf |dataarchivio=28 settembre 2007 }}</ref> in quanto, secondo lui, succeduto ''[[ipso iure]]'' al padre nel 1946 come conseguenza della sua partenza per l'esilio, considerata da lui come un'[[abdicazione]]. «''Per effetto della avvenuta successione, Ci competono anche i diritti di Capo legittimo della dinastia Sabauda e tali diritti eserciteremo d'ora innanzi, solo temperati dalla discrezione che lo stato fisico e morale di S.M. l'ex Re Umberto II detta alla Nostra coscienza di figlio''».<ref>[http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/19691215_VEIV_decreto1_it.pdf Decreto Reale n. 1] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070928042615/http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/19691215_VEIV_decreto1_it.pdf |data=28 settembre 2007 }}</ref> Il giorno successivo, al fine di sanare la condizione borghese della fidanzata, in qualità di "re d'Italia" emanò un secondo (e ultimo) "decreto reale", col quale conferiva a Marina Doria il titolo di duchessa di Sant'Anna di Valdieri.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.realcasadisavoia.it/files/ufficiostudi/19691215_VEIV_decreto2_it+.pdf Decreto Reale n. 2] |data=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> Pochi giorni dopo, l'11 gennaio 1970, la sposò civilmente a Las Vegas, contraendo in seguito anche nozze religiose a Teheran.
▲{{citazione|Quando terminai il liceo e divenni maggiorenne mio padre decise che noi figli dovessimo godere di un appannaggio mensile, che era di mille franchi svizzeri per ciascuna delle mie sorelle e di duemila per me. Vivevo ancora a Merlinge con Maria José e le mie sorelle, ma grazie a quel denaro potevo permettermi di studiare all'università, fare un viaggio ogni tanto
▲Prima del matrimonio non erano mancati alcuni gesti significativi da parte del padre, come la nomina a Cavaliere dell'[[Ordine supremo della Santissima Annunziata]] nel 1955, in occasioni ufficiali (come il 31 ottobre 1965, quando il principe si collegò al congresso del [[Fronte Monarchico Giovanile]] dell'[[Unione Monarchica Italiana]] dando lettura del [[Bollettino della Vittoria]] per incarico del padre)<ref>[[Falcone Lucifero]], ''Il pensiero e l'azione del re Umberto II dall'esilio (1966)'', p. 33.</ref> o in occasione di alcune visite di Umberto II a Merlinge.<ref>Lampi di vita (2002), Cap. 12 - 13 - 14.</ref>
Coerentemente alle proprie rivendicazioni dinastiche, cui si fa riferimento nell'apposita sezione legata alla [[Linea di successione al trono d'Italia|questione dinastica]], dalla morte del padre [[Umberto II]] ha portato avanti una serie di attività legate al proprio preteso ruolo di capo di Casa Savoia.▼
* In occasione del Capodanno del 1992 ha richiesto ufficialmente alla [[Repubblica Italiana]] di adoperarsi per una revisione del [[Trattato di Osimo]].<ref>Vittorio Emanuele: L'Italia riveda il Trattato di Osimo, [http://archiviostorico.corriere.it/1992/dicembre/30/Vittorio_Emanuele_Italia_riveda_trattato_co_0_921230980.shtml Archivio Corriere della Sera]</ref>▼
Dal matrimonio con Marina Doria ha avuto un unico figlio, [[Emanuele Filiberto di Savoia (1972)|Emanuele Filiberto]], nato nel 1972.[[File:Vittorio Emanuele 1964b.jpg|thumb|upright=0.9|Vittorio Emanuele nel 1964]]
* Durante i funerali di [[Baldovino I del Belgio]], suo primo cugino, nell'agosto del 1993, accompagnando la madre [[Maria José del Belgio|Maria José]], ha incontrato il presidente della Repubblica Italiana [[Oscar Luigi Scalfaro]], rinnovando la propria disponibilità a trovare un punto d'incontro per la fine dell'esilio.<ref>Vittorio Emanuele: tenderò la mano a Scalfaro</ref><ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1993/agosto/09/Vittorio_Emanuele_Italia_meno_lontana_co_0_9308098242.shtml Vittorio Emanuele: Italia meno lontana<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>▼
▲Coerentemente alle proprie rivendicazioni dinastiche
* Il 3 giugno 1995 incontrò il presidente del Senato [[Carlo Scognamiglio]] all'[[aeroporto Charles de Gaulle]] di [[Parigi]], che gli assicurò il proprio appoggio per l'abrogazione della XIII norma costituzionale sull'esilio dei Savoia.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1995/settembre/17/Noi_Savoia_Italia_Scognamiglio_aiuta_co_0_9509179589.shtml " Noi Savoia in Italia Scognamiglio ci aiuta "<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>▼
▲* In occasione del Capodanno del 1992 ha richiesto ufficialmente alla [[Repubblica Italiana]] di adoperarsi per una revisione del [[Trattato di Osimo]].<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/dicembre/30/Vittorio_Emanuele_Italia_riveda_trattato_co_0_921230980.shtml|titolo=Vittorio Emanuele
* Nell'agosto del 1996 ricevette nella sua villa di Cavallo il ministro degli Esteri [[Lamberto Dini]].<ref>Dini a cena con Vittorio Emanuele: [http://archiviostorico.corriere.it/1996/agosto/11/Dini_cena_con_Vittorio_Emanuele_co_0_9608118247.shtml Archivio Corriere della Sera]</ref>▼
▲* Durante i funerali di [[Baldovino I del Belgio]], suo primo cugino, nell'agosto del 1993, accompagnando la madre [[Maria José del Belgio|Maria José]], ha incontrato il presidente della Repubblica Italiana [[Oscar Luigi Scalfaro]], rinnovando la propria disponibilità a trovare un punto d'incontro per la fine dell'esilio.<ref>Vittorio Emanuele: tenderò la mano a Scalfaro</ref><ref>
* Nel luglio del 1999, sempre in previsione del rientro dall'esilio, ricevette sempre a Cavallo l'ex presidente della Repubblica [[Francesco Cossiga]]; era la prima volta dal 1946 che non si teneva un incontro ufficiale tra un membro di [[Casa Savoia]] e un rappresentante diretto della [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidenza della Repubblica]].<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1999/luglio/31/Cossiga_ospita_Vittorio_Emanuele_Abbiamo_co_0_9907315061.shtml Cossiga ospita Vittorio Emanuele]</ref>▼
▲* Il 3 giugno 1995 incontrò il presidente del Senato [[Carlo Scognamiglio]] all'[[aeroporto Charles de Gaulle]] di [[Parigi]], che gli assicurò il proprio appoggio per l'abrogazione della XIII norma costituzionale sull'esilio dei Savoia.<ref>
* In occasione del matrimonio del nipote [[Filippo del Belgio]], nel dicembre del 1999, incontrò il presidente della [[Commissione europea]] [[Romano Prodi]], proseguendo gli incontri in previsione del rientro.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1999/dicembre/04/Vittorio_Emanuele_Chiedero_Prodi_che_co_0_9912045879.shtml Chiederò a Prodi che l'esilio finisca]</ref>▼
▲* Nell'agosto del 1996 ricevette nella sua villa di Cavallo il ministro degli Esteri [[Lamberto Dini]].<ref>Dini a cena con Vittorio Emanuele:
▲* Nel luglio del 1999, sempre in previsione del rientro dall'esilio, ricevette sempre a Cavallo l'ex presidente della Repubblica [[Francesco Cossiga]]; era la prima volta dal 1946 che non si teneva un incontro ufficiale tra un membro di [[Casa Savoia]] e un rappresentante diretto della [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidenza della Repubblica]].<ref>
▲* In occasione del matrimonio del nipote [[Filippo del Belgio]], nel dicembre del 1999, incontrò il presidente della [[Commissione europea]] [[Romano Prodi]], proseguendo gli incontri in previsione del rientro.<ref>
* Da un punto di vista prettamente dinastico, ha effettuato il riordino degli ordini dinastici di Casa Savoia; in particolare nel 1988 ha operato una riforma dell'[[Ordine civile di Savoia]], fondato da [[Carlo Alberto]], scorporandone una parte per premiare i benemeriti verso Casa Savoia e costituendo un ordine denominato [[Ordine al merito di Savoia]], che al 1º gennaio del 2000 contava 1.453 insigniti.<ref>[[Ordine al merito di Savoia]]</ref> L'ordine principale della Casa, l'[[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]] è invece rimasto sostanzialmente fedele agli statuti tradizionali e per antica consuetudine l'insignito Cavaliere gode della nobiltà personale (come specifica il sito ufficiale della Real Casa).
=== Rientro in Italia ===
[[File:Savoia Camera dei deputati.jpg|thumb|upright=0.9|L'allora presidente della Camera dei deputati, [[Pier Ferdinando Casini]], accompagna Vittorio Emanuele di Savoia in visita all'Aula di [[Palazzo Montecitorio]]]]
Vittorio Emanuele ha vissuto in Svizzera, a [[Ginevra]], fino al 2002, quando venne abolita la norma costituzionale che obbligava gli eredi maschi di Casa Savoia all'[[esilio]]. Nel 2002, con un comunicato emesso da Ginevra, prese ufficialmente le distanze dalle [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]], per la prima volta nella storia di Casa Savoia. Sempre nel 2002 furono pubblicate dichiarazioni in cui accettava la fine della monarchia.<ref>
nel libro
▲nel libro ''Lampi di vita'' [http://www.politicaonline.net/forum/showpost.php?p=4698888&postcount=126] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070927021927/http://www.politicaonline.net/forum/showpost.php?p=4698888&postcount=126|data=27 settembre 2007}} di Alessandro Feroldi (edito da [[Rizzoli]]), Vittorio Emanuele dichiarò che:
*
*
*
*
</ref>
Nello stesso anno, dopo l'abolizione dell'esilio, insieme con il figlio giurò per iscritto e senza condizioni fedeltà alla [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione repubblicana]] e al [[presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]], rinunciando in tal modo esplicitamente a qualunque pretesa dinastica sullo Stato italiano.
Nel novembre 2007 ha richiesto allo Stato italiano 260 milioni di [[euro]] come [[risarcimento]] per l'esilio,<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/rubriche/accadde_oggi/savoia_chiedono_risarcimento_260_milioni_esilio-3376542.html|titolo=20 novembre 2007 I Savoia chiedono allo Stato un risarcimento di 260 milioni per l'esilio
{{citazione|Mentre apprendo con soddisfazione che la vicenda della mia famiglia sta per entrare nella fase finale della sua risoluzione, desidero assicurare che è mia intenzione ritirare il ricorso, che presentai avanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo, con sede a Strasburgo, una volta approvata la legge costituzionale abrogativa dei due primi commi della XIII disposizione transitoria e finale della costituzione e decorsi i tre mesi prescritti senza che venga richiesto il referendum confermativo.|}}
Tra gennaio e febbraio del 2022, ha deciso insieme alle sorelle e al figlio di chiamare in causa lo Stato italiano per la restituzione dei gioielli di famiglia Savoia custoditi dalla [[Banca d'Italia]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilsole24ore.com/art/i-savoia-chiedono-repubblica-restituzione-gioielli-corona-AEA6RMAB|titolo=I Savoia chiedono alla Repubblica i gioielli della Corona, ma incassano un no|autore=Marilena Pirrelli|sito=Il Sole 24 ORE|data=
===Morte===
È morto alle ore 7:05 del 3 febbraio 2024, all'età di
Il 9 febbraio viene aperta la [[camera ardente]] presso la [[Chiesa di Sant'Uberto (Venaria Reale)|chiesa di Sant'Uberto]], nella [[reggia di Venaria Reale]].<ref>{{Cita web|url=https://www.torinotoday.it/attualita/camera-ardente-vittorio-emanuele-savoia-reggia-venaria.html|titolo=Alla Reggia di Venaria la camera ardente per Vittorio Emanuele di Savoia: le immagini}}</ref> I funerali si sono svolti nel [[duomo di Torino]] nel pomeriggio del 10 febbraio<ref>{{Cita web|url=https://www.rainews.it/tgr/piemonte/articoli/2024/02/funerali-in-duomo-per-vittorio-emanuele-di-savoia-804f3b9b-dab9-4272-8fe7-cd4b1971ece2.html|titolo=Funerali in Duomo per Vittorio Emanuele di Savoia}}</ref> e, il successivo 14 febbraio, è stato cremato (primo fra i Savoia) a [[Biella]]. Le ceneri sono state sepolte nella [[Cripta reale di Superga|cripta reale]] della [[basilica di Superga]] il successivo == Procedimenti giudiziari ==
Riga 143 ⟶ 141:
=== Accusa per l'omicidio di Dirk Hamer e porto abusivo di armi ===
[[File:Ryke Geerd Hamer.jpg|thumb|upright=0.9|[[Ryke Geerd Hamer]] mostra una foto del figlio]]
Il 18 agosto 1978, sull'[[isola di Cavallo]], in [[Corsica]], ci fu una sparatoria a seguito del furto del gommone di Vittorio Emanuele da parte di conviviali del chirurgo/playboy [[Nicky Pende]];<ref>
{{citazione|Anche se avevo torto... devo dire che li ho fregati. È davvero eccezionale: venti testimoni, e si sono affacciate tante di quelle personalità importanti. Ero sicuro di vincere. Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga.<ref>
Secondo gli avvocati difensori, la conversazione sarebbe stata alterata falsando o eliminando i "non" per far apparire le affermazioni negative in positive. Tuttavia la videoregistrazione è stata conservata e, dopo anni di richieste alle autorità, la sorella di Dirk, Birgit Hamer, ne è venuta in possesso. Il 24 febbraio 2011 è stata pubblicata in rete dal sito del [[il Fatto Quotidiano|''Fatto Quotidiano'']].<ref>{{
La versione della famiglia di Dirk, che è stata divulgata da numerosi quotidiani, afferma che il diciannovenne venne colpito alla gamba da un proiettile. Vittorio Emanuele avrebbe sparato alcuni colpi dal suo [[Panfilo|yacht]], uno dei quali penetrò nella stiva e colpì il giovane, che stava dormendo, alla gamba: nonostante i soccorsi e il ricovero in una clinica, la gamba andò in [[gangrena]] (venne soccorso dopo circa 4 ore e perse molto sangue); Dirk entrò in coma e morì dopo quattro mesi di agonia.<ref>
[[File:Der Familie Savoy en Bayern.jpg|thumb|left|upright=1.2|Vittorio Emanuele (seduto) con la moglie [[Marina Doria]] alle sue spalle e la principessa [[Maria Pia di Savoia (1934)|Maria Pia di Savoia]], nel 2018]]
Nell'agosto 2017 la Cassazione, confermando l'assoluzione dell'ex direttore di ''la Repubblica'' [[Ezio Mauro]] e di un giornalista dall'accusa di aver diffamato in un articolo del 2007 Vittorio Emanuele - il cui ricorso contro i proscioglimenti emessi dalla Corte di Appello di Milano nel 2016 è stato respinto - ha sostenuto, esaminando la sparatoria avvenuta all'isola di Cavallo nell'agosto del 1978, che "''gli elementi indiziari utilizzati nella sentenza dell'appello (gli accertamenti svolti dalla gendarmeria francese, la soluzione data al caso dalla Corte parigina e le intercettazioni effettuate nel carcere di Potenza) costituiscono, effettivamente, un compendio indiziario più che sufficiente a suffragare l'opinione che Savoia sia stato assolto dal reato di omicidio volontario, ma non che sia stata esclusa ogni sua responsabilità nel tragico evento di cui egli porta, invece, un carico di responsabilità''" e lo ha condannato a due anni di reclusione con la condizionale per calunnia nei confronti della sorella dell'Hamer, che aveva affermato la responsabilità di Vittorio Emanuele nell'omicidio. Affermazione raccolta e pubblicata dal giornalista.<ref name="ref_A">Ansa, 4 agosto 2017.</ref>
Secondo la Cassazione, il diritto all'oblio "si deve confrontare col diritto della collettività ad essere informata ed aggiornata sui fatti da cui dipende la formazione dei propri convincimenti, anche quando ne derivi discredito alla persona titolare di quel diritto, sicché non può dolersi Savoia della riesumazione di un fatto certamente idoneo alla formazione della pubblica opinione", come la morte di Dirk Hamer nel 1978, tanto più che Vittorio Emanuele "è figlio dell'ultimo re d'Italia e, secondo il suo dire, erede al trono".<ref name="ref_A" />
Nell'estate del 2023 esce su [[Netflix]] ''[[Il
=== Affiliazione alla loggia massonica P2 ===
Come molte personalità della classe dirigente italiana che promosse l'abrogazione delle norme transitorie e il rientro in Italia, è risultato iscritto alla loggia [[Massoneria|massonica]] [[P2]] di [[Licio Gelli]] con la tessera numero 1621 ([[Appartenenti alla P2#S|
=== Corruzione, concussione, gioco d'azzardo, falso e sfruttamento della prostituzione ===
Riga 169 ⟶ 167:
Il 13 marzo 2007 la Procura della Repubblica di [[Como]], sulla scorta del riesame integrale di tutte le intercettazioni, ha chiesto l'[[archiviazione]] delle due inchieste aperte nei confronti di Vittorio Emanuele di Savoia a Potenza e trasferite a Como, che coinvolgevano anche l'ex sindaco di Campione d'Italia Roberto Salmoiraghi, l'imprenditore Ugo Bonazza, Giuseppe Rizzani e la signora Vesna Tosic; il 27 marzo il GIP del tribunale di Como ha accolto l'istanza di archiviazione. Anche la procura di Roma si è orientata in tal senso perché i fatti non sussistono.
Il 22 settembre 2010, in relazione alla vicenda di Campione d'Italia, il GUP del tribunale di Roma, Marina Finiti, al termine del giudizio con rito abbreviato, ha scagionato da ogni accusa Vittorio Emanuele di Savoia e altre cinque persone coinvolte nel filone di indagine "Savoiagate" con la formula "''[[Assoluzione (diritto)|assolti perché il fatto non sussiste]]''".<ref>{{Cita web |url=http://www.affaritaliani.it/cronache/vittorio_emanuele_assolto220910.html |titolo=Savoiagate, Vittorio Emanuele assolto |accesso=20 febbraio 2011
Il 3 luglio 2008 il Pm Henry John Woodcock ha chiesto il [[rinvio a giudizio]] per Vittorio Emanuele di Savoia con il reato di "associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed al falso contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica ed il patrimonio". Nello specifico, Woodcock contesta a Vittorio Emanuele di aver "promosso e organizzato una holding del malaffare specializzata in corruzioni di vario tipo, specie nel settore del gioco d'azzardo": lui ed un'altra dozzina di indagati sarebbero coinvolti in un giro di tangenti per ottenere dai monopoli di stato certificati per l'installazione delle cosiddette "macchinette mangiasoldi", attività che avrebbe anche favorito il riciclaggio di denaro sporco tramite "relazioni con casinò autorizzati, ed, in particolare, con il casinò di Campione d'Italia".<ref>
Il 23 settembre 2009 il Gup di Potenza [[Luigi Barrella]] ha rinviato a giudizio, per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici funzionari, Vittorio Emanuele di Savoia su richiesta dell'ex pm di Potenza, Henry John Woodcock. Il rinvio a giudizio di Vittorio Emanuele era stato chiesto da Woodcock nell'ambito dell'inchiesta cosiddetta "Savoiagate".<ref>
Il 23 febbraio 2015 Vittorio Emanuele di Savoia ha ottenuto un risarcimento di 40.000 euro per i giorni trascorsi in cella da innocente.<ref>
== La disputa dinastica ==
Riga 185 ⟶ 183:
La successione al trono di Vittorio Emanuele di Savoia è questione controversa dal [[2006]], dato che secondo alcuni si dovrebbe considerare il cugino [[Amedeo di Savoia-Aosta (1943)|Amedeo di Savoia-Aosta]] (e, a seguito della morte di questi, il figlio [[Aimone di Savoia-Aosta (1967)|Aimone di Savoia-Aosta]]) il vero capo del casato. Da anni, infatti, sul punto si è aperta una disputa che vede coinvolti anche esponenti dell'aristocrazia italiana, gruppi monarchici e appassionati di questioni giuridiche. I pareri contrari si fondano sul matrimonio con Marina Ricolfi Doria (nobile{{senza fonte}} di discendenza non reale), mai riconosciuto da suo padre, [[Umberto II d'Italia|Umberto II]], il quale avrebbe tolto dalla linea dinastica Vittorio Emanuele. Per questo motivo l'unico capo del casato sarebbe Amedeo di Savoia, già sposato con [[regio assenso]] con una principessa d'Orléans, figlia del pretendente{{Senza fonte}} [[Linea di successione al trono di Francia#La successione «orleanista»|al Trono di Francia]], (matrimonio annullato dalla [[Sacra Rota]] nel 1987), e quindi il più consono a rappresentare la famiglia. Amedeo di Savoia-Aosta si è poi nuovamente sposato con Silvia Paternò di Spedalotto.
Inoltre, i sostenitori di Amedeo di Savoia Aosta sostengono che, per effetto del suo matrimonio "diseguale" del 1970 e in mancanza del preventivo consenso del padre (regio assenso), ovvero in contrasto alle [[Legge di successione dinastica#Leggi di successione che regolano Casa Savoia|leggi che regolamentano la successione dinastica]] in [[Casa Savoia]] (normativa dei matrimoni sabaudi - regie patenti del 13 settembre 1780),<ref>
Vittorio Emanuele, pertanto, secondo questa interpretazione, avrebbe perso il suo ''status'' di erede al trono (secondo alcuni resoconti, Umberto II, che non abdicò mai, fece chiudere nella propria bara il sigillo reale) e sarebbe in discussione il suo ruolo di capo di Casa Savoia.<ref>Del medesimo avviso autorevoli autori come: S. Bordonali, ''Un'ipotesi adeguatrice della XIII disposizione finale transitoria'', Rivista Araldica, 1995-1999. M. Bon di Valsassina, ''La XIV disposizione finale della Costituzione e la sua opinabile ricostruzione ermeneutica'', Giur. Cost., 1967. Gigi Speroni, ''In nome del re. Conversazioni con Gigi Speroni'', Rusconi, 1986. A. Squarti Perla, ''In nome del Re'', Maroni, 2006.</ref>
Riga 200 ⟶ 198:
{{citazione|Ci si dimentica la legge salica: la successione è automatica, e pertanto non era necessaria alcuna nomina da parte di mio padre. Mia moglie è per diritto acquisito la principessa Marina di Savoia.|}}
Queste discussioni, aggiunte ad antiche rivalità storiche, hanno fatto sì che tra i due cugini non scorresse buon sangue. L'episodio più significativo si è avuto nel 2004 quando Vittorio Emanuele sferrò un pugno ad Amedeo, che non reagì, al matrimonio di [[Filippo VI di Spagna|Felipe]] con [[Letizia Ortiz|Letizia]], allora eredi al trono [[Spagna|spagnolo]].<ref>
{{citazione|È terzo nella linea di successione. È nessuno. Rappresenta solo sé stesso.|}}
Riga 214 ⟶ 212:
In ogni caso quella autoconvocazione di una netta minoranza di consultori era illegittima e nulla, perché non tutti i membri erano stati convocati, come lo stesso avvocato Malnati, che proprio in quei giorni parlò telefonicamente con il Mola senza che questi lo informasse dell'avvenuta "autoconvocazione" della corrente minoritaria aostana.
Di diverso avviso il professor Sandro Gherro (ordinario di diritto ecclesiastico nell'Università di Padova e avvocato della curia romana per nomina della segreteria di stato vaticana), secondo il quale il vero capo di Casa Savoia è Vittorio Emanuele.<ref>
Diversa posizione è sostenuta dall'avvocato Franco Malnati<ref>
La vicenda è comunque oggetto di controversia tra le opposte fazioni, che sostengono altrettanto opposte tesi, fino ad arrivare a scontri anche aspri fra i due "pretendenti".
Il 28 dicembre 2019 Vittorio Emanuele ha annunciato<ref>{{cita web|url=http://consulta.altervista.org/3-DecretoLeggediSuccessione.pdf|titolo=Decreto Legge di Successione|data=28 dicembre 2019|accesso=16
== Ascendenza ==
Riga 285 ⟶ 283:
# [[Carlo Emanuele di Savoia-Carignano|Carlo Emanuele]], principe di Carignano, *1770 †1800
# [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]], [[re di Sardegna]], *1798 †1849
# [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]], [[Re d'Italia (1861-1946)|re d'Italia]], *1820 †1878
# [[Umberto I di Savoia|Umberto I]], re d'Italia, *1844 †1900
# [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]], re d'Italia, *1869 †1947
# [[Umberto II di Savoia|Umberto II]], re d'Italia, *1904 †1983
# '''Vittorio Emanuele''', [[Principe di Piemonte#Storia|principe di Napoli]] e [[Duchi di Savoia|duca di Savoia]] (''contestato dal 2006''), *1937 †2024
== Parentele ==▼
Il padre Umberto era fratello della principessa [[Mafalda di Savoia|Mafalda]] (moglie del langravio [[Filippo d'Assia|Filippo d'Assia-Kassel]]) e della principessa [[Giovanna di Savoia (1907-2000)|Giovanna]] (regina di Bulgaria come consorte di [[Boris III di Bulgaria|Boris III]]); la madre Maria José era sorella del re del Belgio [[Leopoldo III del Belgio|Leopoldo III]]; questo rende Vittorio Emanuele e le sue sorelle cugini di primo grado dei due re del Belgio [[Baldovino del Belgio|Baldovino]] e [[Alberto II del Belgio|Alberto]], della granduchessa di Lussemburgo [[Giuseppina Carlotta del Belgio|Giuseppina Carlotta]], della principessa [[Maria Luisa di Bulgaria]], dell'ex re di Bulgaria [[Simeone II di Bulgaria|Simeone II]] e dei principi [[Maurizio d'Assia|Maurizio]], [[Enrico d'Assia|Enrico]], [[Ottone d'Assia|Ottone]] e Elisabetta d'Assia e Savoia.▼
== Onorificenze ==
=== Onorificenze
Il titolo di gran maestro spetta al capo di [[Casa Savoia]]; l'attribuzione di questi titoli a Vittorio Emanuele è legato alla [[Linea di successione al trono d'Italia|controversia sulla successione dinastica]].
Riga 300 ⟶ 301:
|collegamento_onorificenza = Ordine supremo della Santissima Annunziata|Ordine Supremo della Santissima Annunziata
|motivazione =
|luogo =12 febbraio [[1955]]<ref>
}}
{{Onorificenze
Riga 336 ⟶ 337:
|collegamento_onorificenza=Ordine costantiniano di San Giorgio (Napoli)
|motivazione=
|luogo=1983<ref>{{Cita web|url=http://www.constantinian.org.uk/the-constantinian-orders-relationship-with-the-savoy-dynasty-of-italy/ |titolo=The Constantinian Order's Relationship with the Savoy Dynasty of Italy - Sacred Military Constantinian Order of St. George |accesso=7 ottobre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170729105243/http://www.constantinian.org.uk/the-constantinian-orders-relationship-with-the-savoy-dynasty-of-italy/ |urlmorto=si }}</ref>
}}
{{Onorificenze
Riga 344 ⟶ 346:
}}
{{Onorificenze
|immagine=
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine di Aleksandr Nevskij (Russia)
|collegamento_onorificenza=Ordine Imperiale di Sant'Aleksandr Nevskij
Riga 390 ⟶ 392:
|collegamento_onorificenza=Ordine di San Carlo
|motivazione=
|luogo=1º marzo [[2003]]<ref>{{Cita web |url=http://www.legimonaco.mc/Dataweb/jourmon.nsf/100ab120e52ceb84c12568ce002f2909/ca1cc52154cf723ac1256ce2003b986a!OpenDocument |titolo=Bollettino Ufficiale del Principato |accesso=7 luglio 2012
}}
{{Onorificenze
Riga 415 ⟶ 417:
|collegamento_onorificenza=Celebrazione dei 2500 anni dell'Impero Persiano
|motivazione=
|luogo=14 ottobre [[1971]]<ref>
}}
{{Onorificenze
Riga 421 ⟶ 423:
|nome_onorificenza=Collare del Ordine Reale del Tamburo (Ruanda)
|collegamento_onorificenza=Ordine Reale del Tamburo
|motivazione=Regio
|luogo=<ref>
}}
L'[[Ordine supremo della Santissima Annunziata|Ordine Supremo della Santissima Annunziata]] non è riconosciuto dallo Stato italiano, mentre l'[[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]] è conservato come ente ospedaliero e funziona nei modi stabiliti dalla legge. II titolo di Cavaliere d'onore e devozione del [[Sovrano militare ordine di Malta|Sovrano Militare Ordine di Malta]], è automaticamente riconosciuto dalla [[Italia|Repubblica Italiana]]; quello di Cavaliere Gran Balì di Giustizia del [[Ordine costantiniano di San Giorgio|Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio]], può essere autorizzato con Decreto del Ministro degli affari esteri della Repubblica Italiana, a richiesta dell'interessato.
==
<gallery>
File:Stendardo Vittorio Emanuele di Savoia (1937).png|Stendardo presente al suo funerale
</gallery>
▲== Parentele ==
▲Il padre Umberto era fratello della principessa [[Mafalda di Savoia|Mafalda]] (moglie del langravio [[Filippo d'Assia|Filippo d'Assia-Kassel]]) e della principessa [[Giovanna di Savoia (1907-2000)|Giovanna]] (regina di Bulgaria come consorte di [[Boris III di Bulgaria|Boris III]]); la madre Maria José era sorella del re del Belgio [[Leopoldo III del Belgio|Leopoldo III]]; questo rende Vittorio Emanuele e le sue sorelle cugini di primo grado dei due re del Belgio [[Baldovino del Belgio|Baldovino]] e [[Alberto II del Belgio|Alberto]], della granduchessa di Lussemburgo [[Giuseppina Carlotta del Belgio|Giuseppina Carlotta]], della principessa [[Maria Luisa di Bulgaria]], dell'ex re di Bulgaria [[Simeone II di Bulgaria|Simeone II]] e dei principi [[Maurizio d'Assia|Maurizio]], [[Enrico d'Assia|Enrico]], [[Ottone d'Assia|Ottone]] e Elisabetta d'Assia e Savoia.
== Note ==
Riga 453:
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*
*
*
*
{{Box successione
Riga 469:
|tipologia = pretendente al trono
|carica = [[Linea di successione al trono d'Italia|Pretendente al trono d'Italia]]<br /><small>([[Linea di successione al trono d'Italia#Il titolo conteso|disputa dinastica]])</small>
|immagine =
|periodo = 18 marzo [[1983]] - 3 febbraio [[2024]]
|precedente = [[Umberto II di Savoia]]
| |||