Le fate (Perrault): differenze tra le versioni

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[[File:Lesfees.jpg|thumb|Illustrazione di [[Gustave Doré]] (1867)]]
'''''Le Fate''''' (''Les Fées'') è una [[fiaba]] di [[Charles Perrault]], originariamente pubblicata nei ''[[I racconti di mamma l'oca]]'' nel [[1697]].<ref>[https://it.wikisource.org/wiki/Autore:Charles_Perrault Testi de ''I racconti di Mamma Oca'' in Wikisource]</ref>
 
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Una vedova aveva due figlie: la maggiore superba e orgogliosa, la minore dolce e servizievole. Lei tuttavia prediligeva la maggiore perché le assomigliava. Tutte le incombenze più sgradevoli gravavano sulla minore, come andare due volte al giorno ad attingere acqua alla fonte lontana mezzo miglio.
 
Un giorno la ragazza incontrò alla fonte una vecchia mendicante che la pregò di darle da bere: ella subito offrì l'acqua con premura. DaLa vecchia era in realtà una fata, che conosceva la gentilezza della fanciulla e voleva sapere fino a dove arrivasse, e da quel momento, ogni volta che la giovane pronunciava una parola uscivano dalle sue labbra fiori e pietre preziose.
 
La madre, chiamando la giovane "figlia mia" per la prima volta, costrinse allora la sorella cattiva a recarsi anche lei alla fontana per ottenere lo stesso privilegiodono. DiCon malavogliamolta boriosità quella si recò alla fonte e quando le si avvicinò una ricca signoraprincipessa a chiedere acqua, la ragazza sgraziatamente rifiutò di porgergliela. La fata (prima vecchia mendicante e ora ricca signora) la punì: ogni volta che apriva bocca le uscivano rospi e serpenti.
 
La madre per rabbia cacciò di casa la figlia minore che trovò un rifugio nel bosco. Il figlio del re, di ritorno dalla caccia, capitò in quei luoghi disabitati. Vide la bella fanciulla, dalla cui bocca uscivano perle e diamanti, sola e piangente. Ascoltò il racconto delle sue disgrazie, la soccorse, la portò nel suo palazzo e la sposò.
 
La cattivaboriosa sorella, detestata da tutti e abbandonata anche dalledalla madre, finì per morire in fondo a un bosco.
 
==Morale==
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E quando men ci pensa il premio ottiene.|[[Charles Perrault]], ''Le fate'', traduzione di [[Carlo Collodi]]}}
Gina e Gino.
 
==Testo originale di Perrault==
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===Opere generali===
* [[Bruno Bettelheim]], ''Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe'', Trad. it. Andrea D'Anna, Milano, Feltrinelli, 2013 - prima edizione 1977
* [[Vladimir Jakovlevič Propp]], ''Le radici storiche dei racconti di fate'', Trad. it. Clara Coïsson, Torino, [[Bollati Boringhieri]], 2012 - prima edizione 1972.
 
===Opere specifiche===
* Marc Soriano, ''Les Contes de Perrault. Culture savante et traditions populaires'', Première parution en 1968, Édition revue et corrigée en 1977
* Italo Calvino, ''Nota Introduttiva'' in Charles Perrault, ''I racconti di Mamma l'Oca''. Einaudi, Torino, Seconda Edizione ottobre 1980, pp.&nbsp;V-VIII. - prima edizione febbraio 1974.
* [[Italo Calvino]], in AA. VV.''Sulla fiaba'', a cura di [[Mario Lavagetto]], Einaudi 1988.
 
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://www.youtube.com/watch?v=yItaGepp6YQ Audiolettura testo integrale tradotto da Carlo Collodi]