Jacques Derrida: differenze tra le versioni
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|Epoca = 1900
|Attività = filosofo
|Attività2 =
|Nazionalità = francese
|Immagine = Chinmoy Guha with Derrida (cropped).jpg
}}
Docente prima all'[[École normale supérieure
Influenzato dalla [[fenomenologia]] di [[Edmund Husserl]] e dall'ontologia fondamentale di [[Martin Heidegger]], il suo pensiero si concentrò inizialmente sui problemi epistemologici della filosofia francese degli anni sessanta, riguardanti lo statuto delle [[scienze umane]], il contributo della psicoanalisi e della linguistica e il superamento dell'[[umanesimo]]. In seguito, a partire dagli anni ottanta e novanta, l'interrogazione di Derrida si rivolse a temi di carattere etico e politico, fra cui il [[cosmopolitismo]], la natura della [[democrazia]], i [[diritti umani]] e [[Animalismo|animali]], l'idea di [[Europa]] e la crisi della [[sovranità]]. I suoi interventi lo resero una delle voci pubbliche più note nel panorama intellettuale europeo, al punto da essere più volte indicato come possibile vincitore del [[
Il suo pensiero, esposto in uno stile difficile, è
== Biografia ==
{{Citazione|L'[[animale]] ci guarda e noi siamo nudi davanti a lui. E [[pensiero|pensare]] comincia forse proprio da qui.<ref>Da ''L'animale che dunque sono'', [https://books.google.it/books?id=ELVYE31dgKMC&pg=PA68 p. 68].</ref>|da "L'animale che dunque sono"}}
Derrida nacque ad [[El Biar]],
Durante la [[seconda guerra mondiale]], nel [[1942]], il futuro filosofo fu espulso dal locale liceo a causa dei provvedimenti [[Antisemitismo|
Nell'immediato dopoguerra si appassionò alla filosofia, leggendo [[Nietzsche]], [[Bergson]], [[Sartre]], [[Kierkegaard]], gli [[esistenzialismo|esistenzialisti]], e [[Heidegger]], tutte opere che segnarono la sua riflessione fino all'età più matura. Si trasferì nel 1949-1950 a [[
Dopo aver vinto una borsa di studio per l'[[università di Harvard]], nel 1957 si sposò
La fama crescente lo portò, nel [[1963]], a scontrarsi direttamente con Foucault, a causa delle critiche che Derrida muoveva alla sua interpretazione di un brano della prima delle [[Meditazioni metafisiche]] di [[Cartesio|Descartes]] nella sua ''[[Storia della follia nell'età classica]]'' (1961, pp. 56–59).<ref>Nel saggio, "Cogito et Histoire de la Folie", pubblicato nella ''Revue de métaphysique et de morale'', vol. 68, 1963, pp. 460-494 e ristampato in ''L'Écriture et la différence'', Parigi, Seuil, 1967, pp. 51-97.</ref><ref>Foucault replicherà col saggio ''Mon corps, ce papier, ce feu'', nella seconda edizione della ''Histoire de la folie'', Parigi, Gallimard, 1972, appendice II, pp. 583-603.</ref>. La riconciliazione con Foucault avvenne solo nel [[1981]].<ref>Sulla controversia vedere Pierre Macherey, [https://philolarge.hypotheses.org/files/2017/09/13-11-2002.pdf ''Le débat Foucault-Derrida autour de l’argument de la folie et du rêve'']</ref>
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Nel definire il suo approccio alla filosofia e al testo in generale, Derrida ha insistito nel mettere in guardia dal concepire la decostruzione semplicemente come un metodo d'interpretazione. La nozione di metodo, infatti, è stata elaborata nell'ambito di quella stessa filosofia che la decostruzione coinvolge e pertanto ne condivide taluni presupposti. La decostruzione non riguarda semplicemente l'approccio soggettivo alla materia d'indagine, poiché è ciò che accade alle "strutture" e alle istituzioni che nel complesso costituiscono una cultura; è la trasformazione di quelle stesse strutture e istituzioni. In questo senso si tratta di qualcosa che è "sempre già" incominciato nel momento in cui se ne può prendere atto. Se si considera l'implicazione circolare dell'elemento oggettivo e di quello soggettivo in gioco in un simile approccio, le analogie della decostruzione con l'[[ermeneutica]] filosofica sono evidenti.
La riflessione di Derrida ha esercitato
Per lo stile di scrittura, particolarmente complesso ed ellittico, da più parti il suo pensiero è stato ritenuto più vicino a una forma letteraria che a una rigorosa elaborazione filosofica. Le reazioni dei critici più autorevoli sono spesso state riprese dallo stesso Derrida in opere successive e fatte oggetto di analisi.
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==Ontologia e Différance==
Nella riflessione ontologica, Derrida fonda la maggior parte dei suoi concetti più importanti. Riprendendo
L'impotenza del linguaggio di fronte all'essere deve però confrontarsi con l'esistenza stessa di un linguaggio. Tale linguaggio, che si muove sulle tracce ("''trace''") dell'Essere, rimanda dunque a qualcosa di originario, decentra in qualche modo l'originarietà fondativa della domanda sull'Essere. Non poggiando su una datità della parola, del Verbo, né
La "différance", tradotta solitamente in italiano con "dif-ferenza", non è propriamente né un concetto, né una parola, bensì un "fascio", un viluppo di sensi o di linee di forza. Nell'edizione de ''[[Della grammatologia]]'', pubblicata in Francia nel [[1967]] e in Italia edita da [[Jaca Book]] nel [[1969]], i traduttori<ref>Rodolfo Balzarotti, Francesca Bonicalzi, [[Giacomo Contri]], [[Gianfranco Dalmasso]], Angela Claudia Loaldi.</ref> avvertono che:
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=== Il rapporto con la tradizione ebraica ===
Il rapporto di Derrida con la tradizione ebraica è sempre stato molto complesso. Per sua stessa ammissione, Derrida non leggeva né l'ebraico né l'aramaico e quindi gli era preclusa la lettura dei testi della tradizione biblica, talmudica e kabbalistica. Da questo punto di vista, il suo rapporto è sempre stato indiretto e infatti la “decostruzione” non è mai stata direttamente usata per leggere testi della tradizione ebraica, a parte qualche eccezione. Si veda in particolare il saggio recente che affronta anche la questione se la decostruzione sia un “metodo” o permetta di sviluppare una “ontologia ebraica":<ref>{{Cita libro|autore=Federico Dal Bo
=== Il dialogo con le arti e la letteratura ===
Numerosi testi di Derrida sono dedicati alla lettura di opere artistiche o letterarie. L'interesse nei confronti dell'arte e della letteratura accompagna tutto lo sviluppo del pensiero derridiano. Derrida interpreta le arti e la letteratura come forme di scrittura che per principio non sono sottomesse, come accade nel caso della tradizione filosofica, alla logica logocentrica. Questo interesse nei confronti dell'arte e della letteratura va di pari passo con una diffidenza nei confronti della disciplina filosofica che tradizionalmente si occupa del campo artistico e letterario, ovvero l'estetica. In ''[[La verità in pittura]]'' Derrida critica le tre grandi estetiche tedesche di Kant, Hegel e Heidegger sostenendo che in tutti e tre i casi la filosofia si propone come un discorso "egemone", che tenta di sottomettere la verità dell'arte e della letteratura, riconducendola logocentricamente alla verità del pensiero razionale. Per Derrida è dunque necessario "superare, smontare o rimuovere l’eredità delle grandi filosofie dell’arte che dominano ancora"
== Critiche ==
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Le principali critiche rivolte al pensiero di Derrida riguardano, innanzi tutto, come si è già detto, l'accusa di oscurità con cui egli espone i suoi concetti; oscurità che i critici considerano sinonimo di arbitrarietà, ovvero di mancanza di rigore filosofico; inoltre, la centralità del tema della decostruzione nella filosofia di Derrida ha spinto alcuni a ritenere il suo un pensiero [[nichilismo|nichilista]], che esita nello [[scetticismo filosofico|scetticismo]] e nel [[solipsismo]] più assoluti, giacché la decostruzione mostrerebbe l'infondatezza e la precarietà di tutta la tradizione del pensiero occidentale. A queste critiche Derrida replica che il suo decostruzionismo è affermativo, produttivo, e non mira a togliere fondamento ai concetti, ma solo a esibire le modalità del loro sviluppo e funzionamento.
[[Nikos Salingaros]] critica aspramente il decostruttivismo in architettura e la sua applicazione a-critica della filosofia del post-strutturalismo. Nel suo saggio ''The Derrida Virus''<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Nikos A.|cognome=Salingaros|data=2003-12-21|titolo=The Derrida Virus|rivista=Telos|volume=2003|numero=126|pp=
Da parte loro, I maggiori esponenti della
All'interno della cosiddetta [[Science wars|"
== Opere principali ==
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* ''La voix et le phénomène. Introduction au problème du signe dans la phénoménologie de Husserl'', 1967; trad. it. e cura di G. Dalmasso, ''La voce e il fenomeno. Introduzione al problema del segno nella fenomenologia di Husserl'', Jaca Book, Milano 1968/2001.
* ''Marges – de la philosophie'', 1972; trad. it. di M. Iofrida, ''Margini – della filosofia'', Einaudi, Torino 1997.
* ''Glas,'' 1974; trad. it. di S. Facioni, Bompiani 2006.
* ''La
* ''De l'esprit. Heidegger et la question'', 1987; trad. it. di G. Zaccaria, ''Dello spirito. Heidegger e la questione'', Feltrinelli, Milano 1989.
* ''La dissémination'', 1972, trad. it. M. Odorici, ''La disseminazione'', Jaca Book, Milano 1989.
* ''Il problema della genesi nella filosofia di Husserl'', Jaca Book, Milano 1992.
* ''Spectres de Marx'' 1993; trad. it. di G. Chiurazzi, ''Spettri di Marx'', Cortina, Milano 1994.
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* {{Cita libro|editore= Jaca Book|cognome= Jacques Derrida|titolo= Pensare al non vedere - Scritti sulle arti del visibile (1979-2004)|data= 2016}}
* {{Cita libro|editore= Abscondita|cognome= Jacques Derrida|titolo= Memorie di cieco - L'autoritratto e altre rovine|data= 2003}}
* {{Cita libro|autore= Jacques Derrida|editore=Newton Compton|titolo=[[La verità in pittura]]|anno= 1981|città= Roma}} {{Cita libro|editore= Orthotes|cognome= Jacques Derrida|titolo= La verità in pittura|data= 2020}}▼
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Jacuqes Derrida|titolo= Le arti dello spazio. Scritti e interventi sull'architettura|data= 2018}}
▲* {{Cita libro|editore= Orthotes|cognome= Jacques Derrida|titolo= La verità in pittura|data= 2020}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Jacques Derrida|titolo= La cartolina. Da Socrate a Freud e al di là.|data= 1980}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Jacques Derrida|titolo= Il tempo degli addi|data= 2006}}
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* {{Cita libro|editore= Cronopio|cognome= Bruno Moroncini|titolo= Perdono giustizia crudeltà. Figure dell'indecostruibile in Jacques Derrida|data= 2016}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Francesco Vitale|titolo= Mitografie. Jacques Derrida e la scrittura dello spazio|data= 2012}}
* {{Cita libro|editore= Fordham University Press|cognome= Michael Naas|titolo= Miracle and Machine: Jacques Derrida and the Two Sources of Religion, Science and the Media|anno= 2012|url= https://archive.org/details/miraclemachine0000john|data= 2012}}
* {{Cita libro|editore= Inschibboleth|cognome= Bruno Moroncini|titolo= L'etica della cenere. Tre variazioni su Jacques Derrida|data= 2016}}
* {{Cita libro|editore= The University of Chicago press|cognome= Geoffrey Bennington|titolo= Jacques Derrida|data= 1993}}
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|b=Tradizione ebraica moderna}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.signosemio.com/derrida/index.asp|Biografia e bibliografia di Jacques Derrida|sito=signosemio.com}}
* {{cita web|
;Testi online
* {{cita web | 1 = http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/differance.htm | 2 = La Différance | accesso = 22 novembre 2017 | dataarchivio = 2 settembre 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140902142318/http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/differance.htm |
* {{cita web | 1 = http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/signature.htm | 2 = Signature, Événement, Contexte | accesso = 22 novembre 2017 | dataarchivio = 2 settembre 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140902143743/http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/signature.htm |
* {{cita web | 1 = http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/benjamin_adorno.htm | 2 = Fichus, discours de Francfort | accesso = 22 novembre 2017 | dataarchivio = 2 settembre 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140902161737/http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/benjamin_adorno.htm |
;Video
* {{cita web|url=https://www.arcoiris.tv/scheda/it/3496/|titolo= ''Lectio Magistralis''}} di [[Carlo Sini]] su ''La Différ''a''nce'' di Jacques Derrida, luglio 2002
* {{cita web|url=http://www.sens-public.org/article.php3?id_article=297|titolo=''Jacques Derrida : le peut-être d'une venue de l'autre-femme'' (decostruzione, "phallogocentrisme"), Carole Dely. Testo francese e trauduction in inglese, Revue ''Sens Public''|accesso=14 luglio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061116041832/http://www.sens-public.org/article.php3?id_article=297
* {{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=zxMHXST56Pw|titolo=Intervista a Derrida su Essere e Tempo - sottotitolata in italiano}}
* {{cita web|url=http://www.conoscenza.rai.it/site/it-IT/?ContentID=741&Guid=a30cbd1bbbdc47fc9f22578a7b0898a2|titolo=Intervista a Derrida, in italiano e in francese, sulla storia della menzogna|accesso=7 giugno 2010|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304210227/http://www.conoscenza.rai.it/site/it-IT/?ContentID=741&Guid=a30cbd1bbbdc47fc9f22578a7b0898a2|urlmorto=sì}} L'intervista fa parte dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche.
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Teorici dei diritti animali]]
[[Categoria:Ontologisti]]
[[Categoria:Ebrei francesi|Derrida]]
[[Categoria:Ebrei algerini]]
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[[Categoria:Studiosi di traduzione]]
[[Categoria:Fenomenologi]]
[[Categoria:Studenti dell'École normale supérieure]]
[[Categoria:Professori dell'École normale supérieure]]
[[Categoria:Attivisti francesi contro la guerra in Iraq del 2003]]
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