Guittone d'Arezzo: differenze tra le versioni

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{{f|poeti italiani|agosto 2025|commento=solo due note}}{{Bio
{{Bio
|Nome = Guittone d'Arezzo
|Cognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Santa FirminaArezzo
|LuogoNascitaLink=Santa Firmina (Arezzo)
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[1230]] circa/[[1235]]
|LuogoMorte = Bologna
|GiornoMeseMorte = 21 agosto
|AnnoMorte = 1294
|Epoca = 1200
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|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = dell'[[Ordine religioso|Ordine]] dei [[Frati della Beata Gloriosa Vergine Maria]] (''Gaudenti'')
|Immagine = Giorgio Vasari - Six Tuscan Poets - Google Art Project.jpg
|Didascalia = [[Giorgio Vasari]], ''Sei poeti toscani'' (1544); da sinistra a destra Guittone, [[Cino da Pistoia]], [[Francesco Petrarca]], [[Giovanni Boccaccio]], [[Dante Alighieri]] e [[Guido Cavalcanti]]
}}
 
[[File:Lettere di Fra Guittone d'Arezzo.tif|thumb|''Lettere di Fra Guittone d'Arezzo'', 1745]]
== Biografia ==
Figlio di [[Viva di Michele]], [[camerlengo]] del Comune, viaggiò molto, pare per ragione di commercio. Fu appassionato partigiano della fazione [[guelfi|guelfa]]. Ebbe moglie e tre figli, ma "a mezza etate", convertitosi a vita religiosa, abbandonò la famiglia e nel [[1256]], e a causa delle sue simpatie politiche, andò in esilio volontario, per alcuni anni, via da Arezzo.
 
Amareggiato dai troppi contrasti, intorno al [[1265]], colto da una forte crisi spirituale, lasciò la moglie e i figli ed entrò nell'ordine religioso di recente creazione dei [[Cavalieri di Santa Maria]] detto anche [[Frati della Beata Gloriosa Vergine Maria]] (i cosiddetti [[frati Gaudenti]]), nei quali si accedeva anche in base al censo, testimoniando così una sua estrazione familiare piuttosto alta.
 
Scopo dell'ordine della Beata Gloriosa Vergine Maria (che comunque non prevedeva l'obbligo del celibato né della vita in comunità) era quello di favorire in "Lombardia" (Nord Italia) così come in Toscana la pace tra Guelfi e Ghibellini ed effettivamente l'ultima parte della sua vita lo vide attivo nel promuovere l'idea che per la pacificazione della Toscana sarebbe stato auspicabile la creazione di uno stato regionale in quella terra, magari sotto la guida di [[Firenze]]<ref name="Stefanini, Ruggero 1994 pp. 165-176">Stefanini, Ruggero, "Guittone poeta politico", in Picone, Michelangelo, a cura di, ''Guittone d'Arezzo nel settimo centenario della morte. Atti del Convegno internazionale di Arezzo (22-24 aprile 1994)'', Firenze: Franco Cesati Editore, 1995, pp. 165-176</ref>.
 
A seguito della crisi religiosa si può notare un cambiamento nella sua poetica: oltre a firmarsi come Fra Guittone, nella canzone "Ora parrà s'eo saverò cantare" rifiuta la produzione letteraria precedente, arrivando a paragonare l'amore con il follore (follia).
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== Opere ==
[[File:Guittone - Rime, 1940 - 1851078 0001.jpg|thumb|''Rime'']]
Il [[canzoniere]] di Guittone è particolarmente ricco; il ''corpus'' conta infatti 50 [[Canzone (metrica)|canzoni]] e 251 [[sonetto|sonetti]], conservati nei manoscritti italiani delle origini e di cui il codice ''[[Laurenziano Rediano 9]]'', che riunisce rime d'amore e canzoni politiche, costituisce il testimone più importante. Alcuni componimenti di cui non è pervenuta una testimonianza manoscritta sono noti attraverso la ''[[Giuntina di Rimerime antiche]]''. Celebre è il planh ("lamento") ''Ahi lasso, or è stagion de doler tanto'' sulla [[battaglia di Montaperti]] nel [[1260]]. Il codice ''Laurenziano'' conserva la nota ''corona'' di sonetti amorosi di Guittone, legati tra loro da uno sviluppo macrotestuale (che anticipa per alcuni aspetti la struttura del [[Canzoniere]] petrarchesco) e da elementi microtestuali, quali riprese rimiche, allitterazioni e altre figure retoriche, ereditate in gran parte dalla [[poesia trobadorica|tradizione trobadorica]].
 
''Ahi, quant'ho che vergogni e che doglia aggio'' Canzone nella quale viene narrata la conversione di Guittone.
 
''Ora parrà'' canzone dove si mette in scena la dialettica tra canto d'amore e canto morale e si proclama la scelta di una poesia ispirata a un ideale di giustizia e saggezza in nome di Dio.
 
Nella vasta opera di Guittone si contano anche circa 50 lettere di argomento civile e cortese.
 
Un'altra celebre opera di Guittone è la poesia ''Tuttor ch'eo dirò gioi, gioiva cosa'', un inno alla gioia amorosa. Questa gioia si impradonisceimpadronisce dell'animo dell'uomo e gli permette di intraprendere un'esaltante avventura, generando a sua volta altre emozioni gioiose.
 
== Temi ==
Guittone si colloca in un'ottica piuttosto critica nei confronti dell'eredità [[poesia trobadorica|trobadorica]] e della [[scuola siciliana|siciliana]], dovuta all'inconciliabilità fra la visione cortese dell'amore e la morale cristiana. A suo avviso, infatti, tutta la poetica amorosa provenzale era semplicemente un espediente per ottenere la soddisfazione del proprio desiderio sessuale.
 
Fino alla sua entrata nell'ordine dei frati gaudenti, si può identificare un periodo "giovanile" nel quale la denuncia verso l'[[amor cortese]] assume toni sarcastici e dissacratori, e l'amore viene visto come una "malattia" dalla quale si può e si deve guarire (si ricordi la serie di 12 sonetti sull<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Ars Amatoria|Ars amandi]]'' detto ''Trattato d'amore'', sarcastico manuale sulla seduzione).
 
Nella sua fase più matura, Guittone, pur senza rinunciare alla sua animosità assume un contegno più moraleggiante, rivolto maggiormente alla catechesi e all'istruzione dell'uditorio. Le canzoni si fanno di tono più ascetico, e vengono composte anche delle [[laudaLauda (musica)|laude]].
 
Critico quanto [[Dante Alighieri]] della situazione politica coeva, Guittone vedeva nella creazione di uno stato regionale toscano forte (anche sotto la guida di Firenze) l'unica possibilità di pace per la sua terra. In questo le sue idee politiche furono profetiche (in effetti la Toscana sarà unificata completamente dai Medici entro il XVI secolo).<ref name="Stefanini, Ruggero 1994 pp. 165-176"/>
 
== Stile ==
Dal punto di vista tecnico, Guittone è probabilmente il poeta duecentesco più influente in territorio toscano, costituendo probabilmente ilun punto di riferimento per molti altri poeti e rappresentando sicuramente la principale ispirazione dei primi tentativi poetici del giovane [[Dante Alighieri]]. I critici hanno parlato di una ''scuola guittoniana'', o ''guittonismo'', contrapposta alla fine del Duecento a una poetica più vicina all'eredità provenzale (quella che poi porterà allo [[Stilnovismo]]).
 
Nella produzione guittoniana troviamo vari modi di scrivere, da quello fedele alla koinè letteraria pan-toscana (non impermeabile ad apporti anche demotici, per esempio di ambito popolare, mercantile) a quello più aristocratico, fedele alla grande tradizione [[Letteratura occitana|occitana]] e [[Letteratura francese|francese]] che tanto successo e adesioni avevano raccolto in Toscana (e raccoglieranno) in Toscana, regione da sempre particolarmente legata alle Gallie transalpine (a tal proposito si ricordi [[Rustichello da Pisa]], l'autore de ''[[Il milione]]'' con la storia dei viaggi di [[Marco Polo]], che scriveva in francese).
 
In molte opere di Guittone sono quindi presenti esplicite citazioni (spesso traduzioni di grande maestria linguistica) da autori come [[Cadenet (trovatore)|Cadenet]], [[Peire Vidal]], [[Benoit de Saint-Maure]], [[Peire Rogier]], [[Chrétien de Troyes]], le allusioni ad opere di [[Raimbaut d'Aurenga]], [[Bernart de Ventadorn]] e [[Rigaut de Berbezilh]] e i contatti con l'arte di [[Raimon de Miraval]], [[Arnaut de Tintinhac]], [[Raimbaut de Vaqueiras]].<ref>Rossi, Luciano, "Guittone, i trovatori e i trovieri", in Picone, Michelangelo, a cura di, ''Guittone d'Arezzo nel settimo centenario della morte. Atti del Convegno internazionale di Arezzo (22-24 aprile 1994)'', Firenze: Franco Cesati Editore, 1995, pp. 11-31</ref>
A causa di questo forte legame con la letteratura occitana, il suo stile è sempre stato ritenuto molto tecnico e difficile.
 
È questo stile "trobadorico" che poi è passato nella tradizione accademica come tratto distintivo di Guittone. Si tratta di uno stile caratterizzato da un certo ''[[trobar clus]]'' e da uno sperimentalismo molto spinto nella modifica delle forme metriche canoniche (principalmente [[Canzone (metrica)|canzoni]] dallo schema inusuale e [[sonetto|sonetti]] rinterzati, raddoppiati, ritornellati, caudati...).
Tra i principali prosecutori dell'eredità guittoniana, perlomeno stando ai testimoni a noi pervenuti, si possono ricordare, oltre al giovane [[DanteMonte AlighieriAndrea]], [[MonteChiaro AndreaDavanzati]] e, [[ChiaroCiolo Davanzatide la Barba]] oltre al giovane Dante Alighieri.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
 
* Guittone d'Arezzo, ''Rime'', 2 voll., Morandi e figlio, Firenze, 1828.
* id., ''Canzoniere. Sonetti d'amore del Codice Laurenziano. A cura di Lino Leonardi'', Collana Nuova raccolta di classici italiani annotati, Einaudi, Torino, 1994.
* id., ''Del carnale amore'', a cura di R. Capelli, Collana Biblioteca Medievale, Carocci, Roma, 2007, ISBN 978-88-43-04233-3.
*{{cita libro|autore=Guittone d'Arezzo|data=1940 |titolo=Rime |url=httphttps://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1851078&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL3&pds_handle= |città=Bari |editore=Laterza }}
*{{Cita libro|editore=nella stamperia di Antonio de' Rossi|cognome=Guittone d'Arezzo|titolo=[Opere. Lettere e carteggi]|città=Roma|data=1745|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=9681903&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL6&pds_handle=}}
* {{DBI|nome =GUITTONE d'Arezzo |nomeurl = |autore =Monica Cerroni |anno =2004 |pagine = |volume =61 |accesso = 14 dicembre 2017}}
|cognome=Guittone d'Arezzo
*Guittone morale. Tradizione e interpretazione. A cura di Lorenzo Geri, Marco Grimaldi, Nicolò Maldina e Maria Rita Traina, SISMEL- Edizioni del Galluzzo, Firenze, 2019.
|titolo=[Opere. Lettere e carteggi]
*Paolo Borsa, ''[https://air.unimi.it/retrieve/handle/2434/533512/1088019/Paolo%20Borsa%20-%20Poesia%20e%20politica%20nell%e2%80%99Italia%20di%20Dante%20-%202017%20-%20PDF%3aA.pdf Poesia e politica nell’Italia di Dante]'', Milano, Ledizioni, 2017.
|città=Roma
|data=1745
|url=http://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=9681903&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL6&pds_handle=}}
* {{DBI|nome =GUITTONE d'Arezzo |nomeurl = |autore =Monica Cerroni |anno =2004 |pagine = |volume =61 |accesso = 14 dicembre 2017}}
 
== Voci correlate ==
* [[Megliore degli Abati]]
* [[Tutt'or ch'eo dirò "gioi", gioiva cosa]]
* [[Rimatori toscani di transizione]]
* [[Tutt'or ch'eo dirò "gioi", gioiva cosa]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|q|q_preposizione=di|s=Autore:Guittone d'Arezzo|s_oggetto=opere originali|s_preposizione=di}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://web.archive.org/web/20061014163852/http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia/catalogo/show-text.xq?textID=mets.si153 ''Rime''] ([[1940]]), testo integrale dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]]
* [http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT874.HTM Canzoniere], testo con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza
* [[Megliore degli Abati]]
* {{cita web|http://www.classicistranieri.com/tag/guittone-darezzo|Audioletture di sonetti di Guittone d'Arezzo}}