Adolfo Wolff: differenze tra le versioni

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Adolfo Luigi Wolff (o Wolf), nacque a [[Augusta (Germania)|Augusta]], in [[Baviera]], in un anno imprecisato, figlio di Luigi Alessandro Wolff e Apollonia von Megenauer<ref>Carlo Di Somma Del Colle, ''Album della fine di un regno'', 2006.</ref>. Di origini [[ebrei|israelite]], fu un valoroso combattente in [[Francia]] come [[tenente]] nella [[Legione straniera francese]] durante la campagna di conquista dell'[[Algeria]], nel corso della prima guerra carlista di [[Spagna]]<ref>Joseph Bernelle e Augusto de Colleville, ''Storia dell'antica legione straniera creata nel 1831'', 1852.</ref> e in Italia durante le guerre del [[Risorgimento]].
 
Militò sotto diverse bandiere: prima del [[1849]] entrò nei ranghi dell'[[esercito pontificio]], poi combatté con la legione anglo-italiana nel [[1856]] nella [[guerra di Crimea]].
 
Adolfo Wolff fu un confidente e stretto collaboratore di [[Giuseppe Mazzini]] tra il [[1860]] e il [[1870]]. Organizzatore dell'Associazione degli operai italiani di Londra (Workingmen's Club) e membro del Consiglio Generale dell'[[Associazione internazionaleInternazionale dei lavoratoriLavoratori]] dal [[1864]] al 1865. Il 28 settembre 1864 a [[Londra]], inviato da Mazzini, rappresentò l'Italia al Consiglio dell'A.I.L. attaccando pesantemente la politica di [[Karl Marx]], vista la sua assenza.
 
Partecipò alla campagna nell'[[Italia meridionale]] del 1860 e il [[1º ottobre]], come [[colonnello]] comandante di un [[battaglione]] del Reggimento Cacciatori Esteri della [[Brigata]] di [[Ferdinando Eber]] composta da disertori tedeschi e svizzeri dell'[[esercito borbonico]], fu alla [[battaglia del Volturno]].
 
Il 28-[[29 marzo]] [[1861]] prese parte al viaggio a [[Caprera]] organizzato dallo scrittore Franco Mistrali allo scopo di invitare [[Giuseppe Garibaldi]] a riprendere la lotta per l'Unità d'Italia. Fra i trenta partecipanti vi erano Carlo Comaschi, Luigi Cingia, Antonio Frigerio, Faustino Tanara e [[Cesare Bernieri]]. Sempre in prima linea nei moti insurrezionali, nel novembre del 1864 seguì [[Ergisto Bezzi]] nella fallita spedizione in Trentino che si concluse con l'arresto dei centocinquanta volontari sul monte [[Maniva]] il [[16 novembre]] da parte dei [[carabinieri]]. [[Ergisto Bezzi]] posteriormente attribuì al tradimento del Wolff il fallimento del piano. Per questa azione Wolff nel 1865 fu incarcerato nel forte di [[Alessandria]]. L'anno seguente, nel 1866, allo scoppio della terza guerra di indipendenza si arruolò nel [[Corpo Volontari Italiani]] di Garibaldi comandando la compagnia dei disertori svizzeri e bavaresi dell'esercito borbonico.
 
Di lui scrisse il [[garibaldino]] [[Giulio Adamoli]] nel suo ''Da San Martino a Mentana''<ref>[httphttps://www.adamoli.org/giulio/sanmartino04.html Giulio Adamoli, ''Da San Martino a Mentana'']</ref>: {{citazione|Dovrei ora aggiungere come il collega di missione, il Wolf, comandante la compagnia estera, accrescesse il fascino di quelle ore, con gli allettamenti dello spirito colto e sagace: familiare del Mazzini, confidente dei patrioti di tutta Europa, sapeva tenere viva una conversazione tra le più dilettevoli; già milite in Africa nella Legione Straniera, in [[Piemonte]] nella legione anglo-italiana, oggi, a capo degli svizzeri e dei bavaresi disertori dell'esercito borbonico, e gente punto facile, mostrava un tatto militare, una energia veramente non comune. Ma sulla memoria di quell'uomo, che pareva l'incarnazione più pura della rivoluzione, a cui, durante dieci anni, noi tutti stringemmo fiduciosi la mano, sul campo e nelle nostre case, perché compagno nostro nelle spedizioni, nei combattimenti, nelle prigioni; su la immagine di quell'uomo, conviene stendere un velo come i veneziani sul ritratto del doge fellone, e passare oltre per sempre.}}
 
Capitano presso il Quartier Generale di Garibaldi nella [[terza guerra di indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]], Wolff prese parte alla [[battaglia di Ponte Caffaro]] del 25 giugno e fu impiegato dal colonnello Clemente Corte durante la [[battaglia di Monte Suello]] del 3 luglio per un contrattacco contro gli austriaci che avanzavano da [[Ponte Caffaro]]. Per tale azione il colonnello [[Clemente Corte]] ne fece menzione di merito e di lode a Garibaldi e a fine guerra fu decorato della [[medaglia d'argento al valor militare]].
 
Il [[20 marzo]] [[1871]] scriveva a [[Menotti Garibaldi]] illustrandogli la situazione politica a [[Parigi]], ma poi quando, nello stesso periodo, furono rinvenute tra le carte degli archivi segreti della polizia imperiale a Parigi le prove della sua attività di spia al servizio di [[Napoleone III di Francia]], Wolff, smascherato, scomparve e di lui non si seppe più nulla<ref>G. E. Curatulo, ''Il dissidio tra Mazzini e Garibaldi'', Milano, 1928.</ref>. A posteriori fu pure attribuita al Wolff, senza nessun fondamento di verità, la mancata [[insurrezione]] dei [[moti mazziniani]] del [[Cadore]] del 1864<ref>''Archivio storico italiano di Deputazione toscana di storia patria'', pubblicato da Leo S. Olschki, 1932.</ref>.
 
==Note==
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==Bibliografia==
* ''Archivio storico italiano di Deputazione toscana di storia patria'', pubblicato da Leo S. Olschki, 1932
* Giuseppe Locatelli Milesi, ''Ergisto Bezzi'', Milano, 1916, pp.&nbsp;153
* Ottone. Brentari, ''Il secondo battaglione Bersaglieri Volontari di Garibaldi nella campagna del 1866'', Milano 1908, pag. 59
* R. e L. Pelizzari, ''I Garibaldi a Ponte Caffaro'', in “Passato Presente”, Quaderno n. 4, Storo 1982, p.&nbsp;181
* G. Poletti e G. Zontini, ''Caribalda. La campagna garibaldina del 1866 nei diari popolari di Francesco Cortella di Storo e Giovanni Rinaldi di Darzo'', Gruppo Il Chiese, Storo 1982, p.&nbsp;58
* Ugo Zaniboni Ferino, ''Bezzecca 1866. La campagna garibaldina dall'Adda al Garda'', Trento 1966
* ''Corpo dei Volontari Italiani (Garibaldi), Fatti d'armi di Valsabbia e Tirolo'', 1867
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==Collegamenti esterni==
* {{cita web|httphttps://www.andreacavallari.it/Comaschi/Comaschi6.htm|Resoconto del viaggio a Caprera presso Garibaldi del 1861}}
 
{{Portale|biografie|Campagna garibaldina del 1866|Legione straniera francese|Risorgimento}}