Adolfo Wolff: differenze tra le versioni
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{{Bio 
|Nome = Adolfo Luigi 
|Cognome =  
|Sesso = M 
|LuogoNascita =  
|LuogoNascitaLink = Augusta (Germania) 
|GiornoMeseNascita =  
|AnnoNascita =  
|LuogoMorte =  
|GiornoMeseMorte =  
|AnnoMorte =  
|Attività = militare ▼ 
|Attività2 = agente segreto▼ 
|Epoca = 1800 
|Nazionalità = tedesco▼ 
|Attività2 = militare 
|PostNazionalità = di origine [[Germania|tedesca]], al servizio di [[Napoleone III di Francia]] 
|Immagine = Adolfo Luigi Wolff 1861.jpg 
|Didascalia = [[Litografia]] del colonnello A. Wolff del 1861 
}} 
==Biografia== 
Adolfo Luigi Wolff (o Wolf), nacque a [[Augusta (Germania)|Augusta]], in [[Baviera]], in un anno imprecisato, figlio di Luigi Alessandro Wolff e Apollonia von Megenauer<ref>Carlo Di Somma Del Colle, ''Album della fine di un regno'', 2006.</ref>. Di origini [[ebrei|israelite]], fu un valoroso combattente in [[Francia]] come [[tenente]] nella [[Legione straniera francese]] durante la campagna di conquista dell'[[Algeria]], nel corso della prima guerra carlista di [[Spagna]]<ref>Joseph Bernelle e Augusto de Colleville, ''Storia dell'antica legione straniera creata nel 1831'', 1852.</ref> e in Italia durante le guerre del [[Risorgimento]]. 
Militò sotto diverse bandiere: prima del [[1849]] entrò nei ranghi dell'[[esercito pontificio]], poi combatté con la legione anglo-italiana nel [[1856]] nella [[guerra di Crimea]]. 
Adolfo Wolff fu un confidente e stretto collaboratore di [[Giuseppe Mazzini]] tra il [[1860]] e il [[1870]]. Organizzatore dell'Associazione degli operai italiani di Londra (Workingmen's Club) e membro del Consiglio Generale dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]] dal [[1864]] al 1865. Il 28 settembre 1864 a [[Londra]], inviato da Mazzini, rappresentò l'Italia al Consiglio dell'A.I.L. attaccando pesantemente la politica di [[Karl Marx]], vista la sua assenza. 
Partecipò alla campagna nell'[[Italia meridionale]] del 1860 e il [[1º ottobre]], come [[colonnello]] comandante di un [[battaglione]] del Reggimento Cacciatori Esteri della [[Brigata]] di [[Ferdinando Eber]] composta da disertori tedeschi e svizzeri dell'[[esercito borbonico]], fu alla [[battaglia del Volturno]]. 
Il 28-[[29 marzo]] [[1861]] prese parte al viaggio a [[Caprera]] organizzato dallo scrittore Franco Mistrali allo scopo di invitare [[Giuseppe Garibaldi]] a riprendere la lotta per l'Unità d'Italia. Fra i trenta partecipanti vi erano Carlo Comaschi, Luigi Cingia, Antonio Frigerio, Faustino Tanara e [[Cesare Bernieri]]. Sempre in prima linea nei moti insurrezionali, nel novembre del 1864 seguì [[Ergisto Bezzi]] nella fallita spedizione in Trentino che si concluse con l'arresto dei centocinquanta volontari sul monte [[Maniva]] il [[16 novembre]] da parte dei [[carabinieri]]. [[Ergisto Bezzi]] posteriormente attribuì al tradimento del Wolff il fallimento del piano. Per questa azione Wolff nel 1865 fu incarcerato nel forte di [[Alessandria]]. L'anno seguente, nel 1866, allo scoppio della terza guerra di indipendenza si arruolò nel [[Corpo Volontari Italiani]] di Garibaldi comandando la compagnia dei disertori svizzeri e bavaresi dell'esercito borbonico. 
Di lui  
Capitano presso il Quartier Generale di Garibaldi nella [[ 
Il [[20 marzo]] [[1871]] scriveva a [[Menotti Garibaldi]] illustrandogli la situazione politica a [[Parigi]], ma poi quando, nello stesso periodo, furono rinvenute tra le carte degli archivi segreti della polizia imperiale a Parigi le prove della sua attività di spia al servizio di [[Napoleone III di Francia]], Wolff, smascherato, scomparve e di lui non si seppe più nulla<ref>G. E. Curatulo, ''Il dissidio tra Mazzini e Garibaldi'', Milano, 1928.</ref>. A posteriori fu pure attribuita al Wolff, senza nessun fondamento di verità, la mancata [[insurrezione]] dei [[moti mazziniani]] del [[Cadore]] del 1864<ref>''Archivio storico italiano di Deputazione toscana di storia patria'', pubblicato da Leo S. Olschki, 1932.</ref>. 
==Note== 
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==Bibliografia== 
* ''Archivio storico italiano di Deputazione toscana di storia patria'', pubblicato da Leo S. Olschki, 1932 
* Giuseppe Locatelli Milesi, ''Ergisto Bezzi'', Milano, 1916, pp. 153 
* Ottone. Brentari, ''Il secondo battaglione Bersaglieri Volontari di Garibaldi nella campagna del 1866'', Milano 1908, pag. 59 
* R. e L. Pelizzari, ''I Garibaldi a Ponte Caffaro'', 
* G. Poletti e G. Zontini, ''Caribalda. La campagna garibaldina del 1866 nei diari popolari di Francesco Cortella di Storo e Giovanni Rinaldi di Darzo'', Gruppo Il Chiese, Storo 1982, p. 
* Ugo Zaniboni Ferino, ''Bezzecca 1866. La campagna garibaldina  
* Franco Mistrali, ''Il pellegrinaggio degli operai italiani a Caprera'', F. Sanvito, Milano 1861. fu pubblicato anche in edizione anastatica con il titolo ''Incontro con Garibaldi: il pellegrinaggio degli operai italiani a Caprera'', GIA, Cagliari, 1991 
* Carlo Di Somma Del Colle, ''Album della fine di un regno'', 2006 
==Collegamenti esterni== 
▲* Ottone. Brentari, ''Il secondo battaglione Bersaglieri Volontari di Garibaldi nella campagna del 1866'', Milano 1908, pag. 59. 
* {{cita web|https://www.andreacavallari.it/Comaschi/Comaschi6.htm|Resoconto del viaggio a Caprera presso Garibaldi del 1861}} 
▲* R. e L. Pelizzari, ''I Garibaldi a Ponte Caffaro'',  in “Passato Presente”, Quaderno n. 4, Storo 1982, p. 181. 
▲* G. Poletti e G. Zontini, ''Caribalda. La campagna garibaldina del 1866 nei diari popolari di Francesco Cortella di Storo e Giovanni Rinaldi di Darzo'', Gruppo Il Chiese, Storo 1982, p. 58. 
▲* Ugo Zaniboni Ferino, Bezzecca 1866. La campagna garibaldina dall’Adda al Garda, Trento 1966. 
▲* ''Corpo dei Volontari Italiani (Garibaldi), Fatti d’armi di Valsabbia e Tirolo'', 1867. 
▲* Giulio Adamoli, ''Da San Martino a Mentana'', 1867. 
{{Portale|biografie|Campagna garibaldina del 1866|Legione straniera francese|Risorgimento}} 
[[Categoria:Garibaldini]] 
[[Categoria:Persone legate alla Legione straniera francese]] 
[[Categoria:Persone della terza guerra d'indipendenza italiana]] 
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