Leonida Repaci: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Leonida
|Cognome = RepaciRèpaci
|PostCognome = <ref name="Répaci">{{DBI|nome=Leonida Répaci|nomeurl=leonida-repaci|autore=Santino Salerno|accesso=21 dicembre 2018|citazione=Répaci}}</ref><ref name="Rèpaci">{{Treccani|leonida-repaci|Leonida Rèpaci|accesso=21 dicembre 2018|citazione=Rèpaci}}</ref>
|ForzaOrdinamento = Repaci, Leonida
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|Immagine = Leonida_Repaci_1956.jpg
|Didascalia = Leonida Rèpaci nel 1956
|Didascalia2 = {{Premio|[[Premio Bagutta]]|1932}}
<br/c>
}}
FratelloEra fratello dell'avvocato e politico [[Francesco Repaci]], e zio di [[Antonino Repaci]], magistrato e scrittore,. nelNel [[1929]], insieme a [[Carlo Salsa]] e [[Alberto Colantuoni]], fondò il [[Premio Viareggio]], del quale è statofu presidente fino alla morte.
 
== Biografia ==
Leonida Rèpaci nacque a [[Palmi]], in [[provincia di Reggio Calabria]], il 5 aprile del [[1898]] (sebbene sia stato dichiarato allo stato civile diciotto giorni dopo). Diciassette mesi dopo la sua nascita di Leonida suo padre, Antonio Rèpaci, mastro muratore e costruttore, morì, lasciando dieci figli e la moglie di 37 anni in condizioni economiche disastrose. Toccò aal fratello Mariano, ilpersonalità primoimportante, deisin diecidalla orfanifondazione, del [[Partito Socialista Italiano]], prendere le redini della famiglia. Lo fece: il giorno stesso dei funerali nondel consentendopadre lafu cerimoniaproprio religiosalui alad padreimpedire la celebrazione religiosa.
 
Dopo il terremoto del 1908, il fratello Francesco, avvocato, lo portò con sé a [[Torino]] dove completò gli studi superiori.; Sisempre a Torino si iscrisse, in seguito, alla facoltà di [[Giurisprudenzagiurisprudenza]] ma, a causa dello scoppio della [[Primaprima guerra mondiale]], fu costretto suo malgrado ad interrompere gli studi. Venneperché venne arruolato e mandato al fronte. doveDalla carriera militare ottenne, condopo il ferimento a Malga Pez, una medaglia d'argento, ancheinsieme ilal congedo illimitato dopo il ferimento a Malga Pez.
 
Tornato a [[Palmi]] scrisse il poemetto ''La Raffica,'' (inizialmente ildal titolo era:iniziale "Il ribelle e l'Antigone"), ispirato alla morte di Anita, Nèoro e Mariano (tre dei suoi nove fratelli, morti) a causa dell'epidemia di ''spagnola''. Nel [[1919influenza spagnola]]. ritornò a Torino e conseguì la laurea, l'anno seguente prese l'abilitazione all'avvocatura e incominciò a frequentare ambienti e personaggi politici di sinistra.
 
Nel 1919 ritornò a Torino dove conseguì la laurea e dove l'anno seguente prese l'abilitazione all'avvocatura e incominciò a frequentare ambienti e personaggi politici di sinistra.
Durante l'[[Biennio Rosso|occupazione delle fabbriche]], [[Antonio Gramsci]] in persona, che aveva recensito un suo libro ne ''[[Avanti!|l'Avanti]]'' torinese, lo chiamerà a collaborare a ''[[L'Ordine Nuovo]]'', rivista fondata dallo stesso Gramsci, da [[Angelo Tasca]], [[Palmiro Togliatti]] e [[Umberto Terracini]] con articoli molto critici verso i prodromi della nascente dittatura fascista, che vennero pubblicati accanto a quelli di [[Piero Gobetti|Gobetti]], [[Lenin]], [[Trotsky]], [[Thomas Mann]] e altri famosi letterati dell'epoca<ref>{{Cita web|url=http://www.raiscuola.rai.it/articoli/leonida-repaci-il-rapporto-con-antonio-gramsci/3253/default.aspx|titolo=}}</ref>.
 
Durante l'[[Biennio Rosso|occupazione delle fabbriche]], [[Antonio Gramsci]] in persona, che aveva recensito un suo libro ne l'''[[Avanti!|l'Avanti]]'' torinese, lo chiameràchiamò a collaborare a ''[[L'Ordine Nuovo]]'', rivista fondata dallo stesso Gramsci, da [[Angelo Tasca]], [[Palmiro Togliatti]] e [[Umberto Terracini]] con articoli molto critici verso i prodromi della nascente dittatura fascista, che vennero pubblicati accanto a quelli di [[Piero Gobetti|Gobetti]], [[Lenin]], [[Trotsky]], [[Thomas Mann]] e altri famosi letterati dell'epoca.<ref>{{Cita web|url=http://www.raiscuola.rai.it/articoli/leonida-repaci-il-rapporto-con-antonio-gramsci/3253/default.aspx|titolo=Leonida Repaci: il rapporto con Antonio Gramsci|accesso=20 luglio 2018|dataarchivio=21 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180721014242/http://www.raiscuola.rai.it/articoli/leonida-repaci-il-rapporto-con-antonio-gramsci/3253/default.aspx|urlmorto=sì}}</ref>.
Rèpaci lasciò quindi Torino per [[Milano]] dopo la [[marcia su Roma]], ma continuò a collaborare a ''L'Ordine nuovo'', firmandosi con lo pseudonimo di ''Gamelin'', il protagonista del romanzo ''Gli dei hanno sete'' di [[Anatole France]].
 
Rèpaci, dopo la [[marcia su Roma]], lasciò Torino per [[Milano]], senza interrompere la collaborazione con ''L'Ordine nuovo'', firmandosi con lo pseudonimo di ''Gamelin'', il protagonista del romanzo ''Gli dei hanno sete'' di [[Anatole France]]. A Milano, Repaci ebbe affidata da Gramsci la responsabilità delle critiche teatrali e musicali sulla terza pagina de ''[[l'Unità]]'', che curò a partire dal primo numero del giornale uscito il 12 aprile 1924 e fino al mese di giugno del 1925.
La sua intransigenza ideologica supportata da un carattere ribelle e bellicoso lo porterà ad assumere la difesa degli imputati dell'[[Strage del Diana|attentato al teatro Diana]], ponendosi in modo esplicito contro il regime e, tra il 1922 e il 1924 a misurarsi in duello addirittura contro [[Galeazzo Ciano]] e padrino nel duello contro [[Roberto Farinacci|Farinacci]].
 
La sua intransigenza ideologica, supportata da un carattere ribelle e bellicoso, lo porterà ad assumere la difesa di Federico Ustori, uno degli imputati dell'[[Strage del Diana|attentato al teatro Diana]], poi assolto, ponendosi in modo esplicito contro il regime. e, traTra il 1922 e il 1924 asi misurarsimisurò in duello, addirittura, contro [[Galeazzo Ciano]] e padrino nel duello contro [[Roberto Farinacci|Farinacci]].
Nel 1923 pubblicò il primo lavoro letterario, “L’ultimo Cireneo”, che gli fece ottenere un grande successo, tanto da indurlo ad abbandonare la sua professione di avvocato e dedicarsi alla scrittura.
 
Nel 1923 pubblicò il primo lavoro letterario, “L’ultimo''L'ultimo Cireneo”Cireneo'', che gli fece ottenere un grande successo, tanto da indurlo ad abbandonare la sua professione di avvocato eper dedicarsi alla scrittura.
Nel 1924 il [[Partito Comunista d'Italia]] presentò la sua candidatura alle elezioni politiche insieme a quella di [[Francesco Buffoni]]<ref>{{Cita libro|titolo=Leonida Rèpaci, Taccuino politico, a cura di Giulio Vassalli, Soveria Mannelli, Rubettino Editore, 2001, p. 46 - 47}}</ref>. Tuttavia i due non furono eletti poiché non ebbero la preferenza dell'Esecutivo che andò a [[Luigi Repossi]] e [[Bruno Fortichiari]].
 
Nel 1924 il [[Partito Comunista d'Italia]], per le elezioni politiche di quell'anno, presentò la sua candidatura alledi elezioni politicheLeonida insieme a quella di [[Francesco Buffoni]],<ref>{{Cita libro|titolo=Leonida Rèpaci, Taccuino politico, a cura di Giulio Vassalli, Soveria Mannelli, RubettinoRubbettino Editore, 2001, p. 46 - 47}}</ref>. Tuttaviasenza iche duegli nonstessi furonovenissero eletti, dato poichéche non ebbero la preferenza dell'Esecutivo che andò a [[Luigi Repossi]] e [[Bruno Fortichiari]].
Nell'agosto 1925 Rèpaci venne arrestato a Palmi, insieme ad altri comunisti e [[socialismo|socialisti]], come presunto assassino di Rocco Gerocarni, gerarca fascista del luogo durante una festa religiosa; il processo servì al regime per scardinare la roccaforte rossa e abbattere uno degli scogli socialisti più forti in [[Calabria]]: inaspettatamente Rèpaci venne assolto ma l'accaduto avvelenerà per sempre di diffidenze e sospetti i rapporti con i suoi concittadini, essendo diffusa la voce riguardante influenze (mai provate) del partito fascista sulla sua assoluzione. I testimoni falsi di quel processo alla fine o confessarono o si suicidarono e Rèpaci venne assolto dopo sei mesi di carcere.
 
Nell'agosto 1925 Rèpaci venne arrestato a Palmi, insieme ad altri comunisti e [[socialismo|socialisti]], come presunto assassino di Rocco Gerocarni, gerarca fascista del luogo, durante unala festa religiosa della Varia; il processo servì al regime per scardinare la roccaforte rossa e abbattere uno degli scogli socialisti più forti in [[Calabria]]: inaspettatamente Rèpaci venne assolto ma l'accaduto avvelenerà per sempre di diffidenze e sospetti i rapporti con i suoi concittadini, essendo diffusa la voce riguardante influenze (mai provate) del partito fascista sulla sua assoluzione. I testimoni falsi di quel processo alla fine o confessarono o si suicidarono e Rèpaci venne assolto dopo sei mesi di carcere.
Si dimise dal PCd'I qualche settimana dopo la sua liberazione convinto che la lotta politica fosse ormai divenuta impossibile per coloro che restavano in patria, e che i risultati non fossero proporzionati ai sacrifici. Tuttavia continuò la sua battaglia politica scrivendo libri in difesa delle idee socialiste e comuniste.
 
Rèpaci venne assolto dopo sette mesi di carcere, per insufficienza di prove, nel processo che si tenne in Corte di Assise a Catanzaro, durante il quale alcuni testimoni falsi confessarono, nel mentre altri si suicidarono, portando all'assoluzione, oltre Leonida, i fratelli Francesco, Gaetano, Giuseppe e i cognati Mancuso e Parisi.
Nel [[1925]] dopo aver portato in teatro il racconto ''La madre incatenata'', che riflette molto da vicino la persecuzione politica di cui era stato oggetto assieme alla sua famiglia nell’estate del 1925.
 
Si dimise dal PCd'I qualcheQualche settimana dopo la sua liberazione si dimise dal [[PCd'I]] convinto che la lotta politica fosse ormai divenuta impossibile per coloro che restavano in patria, e che i risultati non fossero proporzionati ai sacrifici. Tuttavia continuò la sua battaglia politica scrivendo libri in difesa delle idee socialiste e comuniste.
Iniziò ''La storia dei Rupe'', che nel 1933 gli farà vincere il [[Premio Bagutta]] e, tra varie versioni, lo accompagnerà fino agli [[anni 1970|anni settanta]].
 
Nel [[1925]] dopo aver portatoportò in teatro il racconto ''La madre incatenata'', che rifletteriflessione molto davicina vicino laalla persecuzione politica diche cuivisse era stato oggetto assiemeinsieme alla sua famiglia nell’estate deldello 1925stesso anno.
Dopo aver lavorato, fra il 1923 e il 1925, alla redazione de ''[[l'Unità]]'', collaborò poi alla ''[[Gazzetta del Popolo]]'' e a ''[[La Stampa]]''.
 
IniziòNel 1933 iniziò ''La storia dei Rupe'', che nel 1933 gli farà vincere il [[Premio Bagutta]] eche, tra varie versioni, lo accompagnerà fino agli [[anni 1970|anni settanta]].
Nel [[1929]], da una sua idea, con il contributo di Salsa e Colantuoni, nasce a Milano il [[Premio Viareggio]]<ref>Repaci mantenne la presidenza per tutto il resto della sua vita. Grazie al suo grande senso organizzativo, il «Viareggio» continua ad essere a tutt'oggi uno dei premi di letteratura più ambiti della letteratura italiana.</ref>. Nei giorni del premio Viareggio, immerso nel grande fervore organizzativo, conobbe e sposò Albertina Antonelli<ref>La coppia visse affiatata fino alla morte di lei, avvenuta nel [[1984]].</ref>.
 
Dopo aver lavorato, fra il 1923 e il 1925, alla redazione de ''[[l'Unità]]'', collaborò poi alla ''[[Gazzetta del Popolo]]'' e acon ''[[La Stampa]]''.
Il 9 settembre 1943, assieme a tre amici (Pacini, Tosi, e Bernini) portandosi dietro una folla di popolani, assaltò un deposito d'armi a [[Palazzo Pallavicini Rospigliosi]], episodio che diede il via alla [[Resistenza romana]]<ref>{{Cita web|url=http://www.raiscuola.rai.it/articoli/leonida-repaci-1925-1943-lavventura-di-un-antifascista/2956/default.aspx|titolo=}}</ref>.
 
Nel [[1929]], da una sua idea, con il contributo di Salsa e Colantuoni, nasce a Milano il [[Premio Viareggio]],<ref>Repaci mantenne la presidenza per tutto il resto della sua vita. Grazie al suo grande senso organizzativo, il «Viareggio» continua ad essere a tutt'oggi uno dei premi di letteratura più ambiti della letteratura italiana.</ref>. Neinei cui giorni del premio Viareggio, immerso nel grande fervore organizzativo, conobbe e sposò Albertina Antonelli,<ref>La coppia visse affiatata fino alla morte di lei, avvenuta nel [[1984]].</ref> conosciuta a Milano nel 1925 e che gli fu vicina, con un fitto scambio epistolare, durante la carcerazione.
 
Il 9 settembre 1943, assieme a tre amici (Pacini, Tosi, e Bernini) portandosi dietro una folla di popolani, assaltò un deposito d'armi a [[Palazzo Pallavicini Rospigliosi]], episodio che diede il via alla [[Resistenza romana]].<ref>{{Cita web|url=http://www.raiscuola.rai.it/articoli/leonida-repaci-1925-1943-lavventura-di-un-antifascista/2956/default.aspx|titolo=Leonida Repaci: 1925-1943, l'avventura di un antifascista|accesso=20 luglio 2018|dataarchivio=21 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180721043525/http://www.raiscuola.rai.it/articoli/leonida-repaci-1925-1943-lavventura-di-un-antifascista/2956/default.aspx|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Più tardi fu messo in contatto con il movimento militare del [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista]] e successivamente entrò nel Comitato politico che riuniva allora l'ala intransigente del partito. Costituì il movimento delle bande partigiane, del cui comando fece parte assieme ai fratelli [[Carlo Andreoni|Andreoni]], [[Alberto Vecchietti]], [[Ezio Malatesta]] e [[Aladino Govoni]].<ref>{{Cita libro|titolo=Leonida Rèpaci, Taccuino politico, a cura di Giuliano Vassalli, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2001, p. 48}}</ref>
 
Finita la [[Secondaseconda guerra mondiale]], Repaci, spinto dal suo spiccato senso organizzativo, fondò con [[Renato Angiolillo]] il quotidiano indipendente ''[[Il Tempo]]'' rimanendone condirettore dal giugno al dicembre 1944.<ref>{{Cita web|url=https://win.storiain.net/arret/num182/artic3.asp|titolo=Angiolillo, fondatore de "il Tempo"|autore=Michele Strazza|sito=Storia in network|accesso=11 gennaio 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20181211052741/https://win.storiain.net/arret/num182/artic3.asp|dataarchivio=11 dicembre 2018|urlmorto=no}}</ref>

Nel febbraio [[1945]], rotto il sodalizio con Angiolillo, fondò un nuovo quotidiano, ''[[L'Epoca (1917)|L'Epoca]]'', che però visse soltanto 14 mesi. Successivamente accettò la direzione dell<nowiki>'</nowiki>''[[L'Umanità (quotidiano)|Umanità]]'', quotidiano socialista democratico, insieme a [[Giuseppe Faravelli]] e [[Virgilio Dagnino]]. Organizzò, infine, con [[Mario Socrate]] e [[Franco Antonicelli]] il memorabile convegno di intellettuali ''Cultura e Resistenza'', a [[Venezia]], nel 1950.
 
Il dopoguerra, dopo ilcol ripristino del Premio Viareggio, per Rèpaci fu un susseguirsi frenetico di proposte e idee che lo fecero maturare positivamente sia intellettualmente sia a livello umano che sociale; fondò e presiedette il [[Premio Fila delle Tre Arti]], e il [[Premio Sila]] ([[1948]]).<br />Nel 1948 dietro insistenza di alcuni amici decidedecise di candidarsi, senza poi venire eletto, al collegio senatoriale di Palmi nella lista del [[Fronte Democratico Popolare]]. Nel [[1950]] divenne componente del [[Consiglio mondiale per la pace|Consiglio mondiale per pace]] insieme ad altri intellettuali comunisti come [[Pablo Picasso]], [[Louis Aragon]], [[Bertolt Brecht]], [[Jorge Amado]], [[György Lukács]], [[Renato Guttuso]] e [[Jean-Paul Sartre]] e nel [[1951]] membro della Giuria Internazionale per i Premi della Pace. Collaborò in seguito anche a ''[[Milano Sera]]'', a ''[[Vie nuove]]'' e a ''[[Paese Sera]]''.
 
A metà degli anni '50 venne chiamato da [[Orazio Barbieri]], che in quel momento ricopriva la carica di Segretario Generale dell'Associazione dei rapporti culturali con l'[[Unione Sovietica]] “Italia"Italia-Urss”Urss" presieduta dal senatore [[Antonio Banfi]], a dirigere il mensile "Realtà “Realtà sovietica”sovietica" organo ufficiale dell'Associazione.<ref>{{Cita libro|titolo=Santino Salerno, A Leonida Rèpaci. Dediche dal '900, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2003, p. 138}}</ref>.
 
Successivamente fondò il Premio Fila delle tre Arti e il premio Sila, e collaborò con “Milano sera”"Milano sera", “Vie"Vie Nuove”Nuove" e con “Paese"Paese sera”sera". Nel ''[[Pioniere (rivista)|Pioniere]]'' del 1960 n° 27<ref>{{Cita news|autore=Leonilda Rapaci|titolo=Terribile Golfo|pubblicazione=Il Pioniere|data=3 luglio 1960|url=http://www.ilpioniere.org/pioniere/indice-generale-pioniere/66-pioniere-1960.html}}</ref> e del 1961 n°º 6<ref>{{Cita news|autore=Leonida Rapaci|url=http://www.ilpioniere.org/pioniere/indice-generale-pioniere/67-pioniere-1961.html|titolo=Martino e Giorgina|pubblicazione=Pioniere|data=5 febbraio 1961}}</ref> furono pubblicati due suoi racconti: ''"Terribile Golfo'' e ''Martino e Giorgina."''.
 
Nel [[1956]] vinse il [[Premio Crotone]] con ''Un riccone torna alla terra'' e due anni dopo il [[Premio Villa San Giovanni]] con la ''Storia dei fratelli Rupe''. A poco a poco si allontanò dall'attività giornalistica per dedicarsi alla stesura definitiva della trilogia ''Storia dei Rupe'', e il secondo volume, ''Tra guerra e rivoluzione'', vinse nel [[1970]] il Premio Sila. In quel periodo la sua naturale irrequietezza lo portò a darsi alla [[pittura]], con discreto successo sia di critica siache di pubblico, allestendo personali a Milano e a Roma. La morte colse il "Leone mai domo" a [[Pietrasanta]] (Lucca) il 19 luglio 1985.
 
Morì il 19 luglio 1985 a [[Marina di Pietrasanta]]; la sua villa "Villa Pietrosa" di Palmi, ristrutturata, doveva diventare secondo la sua volontà un centro d'arte e cultura, soprattutto per gli artisti e i giovani. Trascurata e vandalizzata oggi è in completo stato di abbandono come la sovrastante grotta carsica dove il suo desiderio ultimo non esaudito era di essere seppellito insieme alla cara Albertina. Eppure al Paese natio, oltre al complesso di Villa Pietrosa, Repaci ha lasciato una ricca pinacoteca e tutti i suoi averi custoditi alla Casa della Cultura di Palmi che l'allora ministro dei Lavori Pubblici Mancini volle donargli come regalo di compleanno nel 1968.
Morì il 19 Luglio 1985 a Marina di Pietrasanta; la sua villa “Villa Repaci” da poco ristrutturata è diventata un mausoleo dove vengono di tanto in tanto allestite delle mostre letterarie e di cultura.
 
== La tematica ==
L'opera di Rèpaci si può definire autobiografica e a diretto contatto con la vita vissuta, fin dal suo esordio ''L'ultimo cireneo'' ([[1923]]) dove racconta del suo ferimento al fronte, al libro ''[[In fondo al pozzo]]'' la esperienza traumatica del carcere, per arrivare alla ''La Pietrosa racconta'' ([[1984]]) una rievocazione sentimentale della moglie tanto amata. Infine la sua opera più cara per l'impegno profuso nel tempo la trilogia ''[[Storia dei Rupe]]'' la vicenda di una famiglia italiana numerosa e fattiva della media borghesia provinciale la quale esprime il travaglio del tempo attraverso esperienze sociali, spirituali e psicologiche dei primi trent'anni del Novecento; lo scrittore dimostra in questo un interesse preminente per i problemi e le vicende della sua terra. Nella narrazione oltre al filone autobiografico si aggiungono temi politici e sociali con un autentico e totale impegno realistico, ma si caratterizza anche un eccesso lirico descrittivo pieno di colore e di violenza intrisa di travolgente sensualità.
 
Nel [[1959]] [[Federico Fellini]] lo fa partecipare, nella parte di sé stesso, al film [[La dolce vita]], insieme alla pittrice [[Anna Salvatore]] e all'attrice [[Laura Betti]].
 
== Opere ==
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*''Il Sud su un binario morto'', Cosenza, Pellegrini, 1963.
*''[https://openlibrary.org/books/OL24629596M/Calabria_grande_e_amara Calabria grande e amara]'', Milano, Nuova accademia, 1964.
*''Alvaro e la Calabria'', Milano, Cromotipia Sormani, 1965.
*''Stalin e Kruscev nei giardini della morte'', Roma, Centro Italiano Diffusione Arte e Cultura, 1966.
*''Taccuino segreto. Prima serie (1938-1950)'', Lucca, Fazzi, 1967.
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*''Messaggio per Cilea'', Cosenza, Pellegrini, 1972.
*''Luigi Spanò'', Roma, Galleria Dimensione, 1974.
*''I fatti di Palmi'', ''autodifesa al processo di Catanzaro del 1925'', a cura, con prefazione e note di Natale Pace. Pellegrini ed., Cosenza 2022.
*Natale Pace (a cura di) ''Leonida Repaci, Critiche teatrali su l'Ordine Nuovo 1921 e su l'Unità 1924-1925'' Laruffa editore 2024
 
=== Raccolte di poesie ===
[[File:Ribelle19.jpg|thumb|Il Ribelle e l'Antigone - Palmi Zappone 1919 - (Coll. Angelo Bastone)]]
*La Raffica,<ref>{{DBI|nome=Leonida Répaci|nomeurl=leonida-repaci|autore=Santino Salerno|accesso=27 ottobre 2019|citazione=Si laureò nel 1919; nello stesso anno, dal 18 al 27 settembre, perse di febbre spagnola una sorella e due fratelli. La loro scomparsa gli ispirò i versi della silloge Il ribelle e l’Antigone (Palmi 1919) poi riveduti e, con il titolo La Raffica, accorpati ai Poemi della solitudine (Palmi 1920).}}</ref>, {{Senza fonte|Torino. Arduini ed. 1918}}
*''Il Ribelle e l'Antigone'', Palmi, Tip. Zappone, 1919.
*''I poemi della solitudine'', Palmi, Tip. Signoretta, 1920.
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*''Ribalte a lumi spenti 1940-1941'', Milano, Ceschina, 1943.
*''Teatro'', Roma, Macchia, 1949.
*''Omaggio al teatro'', [ contiene: ''Questo nostro tempo  ''(''L'attesa''),  ''La madre incatenata'',  ''Favola di Martino'',  ''La barba alla morte  ''(''Crisalide''),  ''La voglia'',  ''Il superuomo e la montagna'',  ''Notturno del tempo e dell'illusione'',  ''Luciano 1930],'' Milano, Ceschina, 1957.[https://www.icsaicstoria.it/dizionario/repaci-leonida/]
*''Omaggio al teatro'', Milano, Ceschina, 1957.
*''Teatro di ogni tempo'', Milano, Ceschina, 1967.
 
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*''Brinnande Blod'', Trad. Karin De Laval, Stoccolma, Fritzes, 1947.
*''Un richard retourne à sa terre'', Trad. Ginette Bertrand, Parigi, Del Duca, 1958.
 
== Omaggi ==
* Il comune di Roma gli ha intitolato una via.
 
==Note==
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*Santino Salerno (a cura di), ''Leonida Repaci. Una lunga vita nel secolo breve'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 2008.
*Santino Salerno (a cura di), ''Sonavan le quiete stanze. La Pietrosa di Leonida Repaci'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 2009.
*Natale Pace, ''Mio Caro Leonida'', Luigi Pellegrini editore 2019 - n. 34 saggi su rapporti epistolari di Repaci.
*Natale Pace (a cura di) ''I fatti di Palmi,, autodifesa al processo di Catanzaro del 1926'' Pellegrini editore 2022.
*Natale Pace (a cura di) ''La Pietrosa dei Rupe'', raccolta di scritti vari Pace edizioni 2022.
*Monica Lanzillotta, ''Tra fatti e finzioni:'' Il Caso Amari, ''giallo metalettico di Leonida Rèpaci'', in «Diacritica», a. VIII, n. 2 (44), 25 maggio 2022, vol. II, pp. 113-131.
*Natale Pace (a cura di) ''Leonida Repaci, Critiche teatrali su l'Ordine Nuovo 1921 e su l'Unità 1924-1925'' Laruffa editore 2024.
*Natale Pace, ''Due vite, Leonida Repaci e Antonio Gramsc''i, [https://www.pacedizioni.it/ Pace Edizioni] 2025.
 
==Voci correlate==
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[[Categoria:Fondatori di quotidiani]]
[[Categoria:Direttori di quotidiani italiani]]
[[Categoria:Direttori de Il Tempo]]
[[Categoria:Drammaturghi italiani del XX secolo]]
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Torino]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Bagutta]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Crotone]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Sila]]