Leonida Repaci: differenze tra le versioni
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|Immagine = Leonida_Repaci_1956.jpg
|Didascalia = Leonida Rèpaci nel 1956
|Didascalia2 = {{Premio|[[Premio Bagutta]]|1932}}
<br/c>
}}
== Biografia ==
Leonida Rèpaci nacque a [[Palmi]], in [[provincia di Reggio Calabria]], il 5 aprile del
Dopo il terremoto del 1908, il fratello Francesco, avvocato, lo portò con sé a [[Torino]] dove completò gli studi superiori; sempre a Torino si iscrisse, in seguito, alla facoltà di [[giurisprudenza]] ma, a causa dello scoppio della [[prima guerra mondiale]], fu costretto ad interrompere gli studi perché venne arruolato e mandato al fronte. Dalla carriera militare ottenne, dopo il ferimento a Malga Pez, una medaglia d'argento insieme al congedo illimitato.
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Tornato a [[Palmi]] scrisse il poemetto ''La Raffica,'' dal titolo iniziale "Il ribelle e l'Antigone", ispirato alla morte di Anita, Nèoro e Mariano (tre dei nove fratelli) a causa dell'epidemia di [[influenza spagnola]].
Nel
Durante l'[[Biennio Rosso|occupazione delle fabbriche]], [[Antonio Gramsci]] in persona, che aveva recensito un suo libro ne l'''[[Avanti!]]'' torinese, lo chiamò a collaborare a ''[[L'Ordine Nuovo]]'', rivista fondata dallo stesso Gramsci, da [[Angelo Tasca]], [[Palmiro Togliatti]] e [[Umberto Terracini]] con articoli molto critici verso i prodromi della nascente dittatura fascista, che vennero pubblicati accanto a quelli di [[Piero Gobetti|Gobetti]], [[Lenin]], [[Trotsky]], [[Thomas Mann]] e altri famosi letterati dell'epoca.<ref>{{Cita web|url=http://www.raiscuola.rai.it/articoli/leonida-repaci-il-rapporto-con-antonio-gramsci/3253/default.aspx|titolo=Leonida Repaci: il rapporto con Antonio Gramsci|accesso=20 luglio 2018|dataarchivio=21 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180721014242/http://www.raiscuola.rai.it/articoli/leonida-repaci-il-rapporto-con-antonio-gramsci/3253/default.aspx|urlmorto=sì}}</ref>
Rèpaci, dopo la [[marcia su Roma]], lasciò Torino per [[Milano]], senza interrompere la collaborazione con ''L'Ordine nuovo'', firmandosi con lo pseudonimo di ''Gamelin'', il protagonista del romanzo ''Gli dei hanno sete'' di [[Anatole France]]. A Milano, Repaci ebbe affidata da Gramsci la responsabilità delle critiche teatrali e musicali sulla terza pagina de ''[[l'Unità]]'', che curò a partire dal primo numero del giornale uscito il 12 aprile 1924 e fino al mese di giugno del 1925.
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La sua intransigenza ideologica, supportata da un carattere ribelle e bellicoso, lo porterà ad assumere la difesa di Federico Ustori, uno degli imputati dell'[[Strage del Diana|attentato al teatro Diana]], poi assolto, ponendosi in modo esplicito contro il regime. Tra il 1922 e il 1924 si misurò in duello, addirittura, contro [[Galeazzo Ciano]] e padrino nel duello contro [[Roberto Farinacci|Farinacci]].
Nel 1923 pubblicò il primo lavoro letterario, ''
Nel 1924 il [[Partito Comunista d'Italia]], per le elezioni politiche di quell'anno, presentò la candidatura di Leonida insieme a quella di [[Francesco Buffoni]],<ref>{{Cita libro|titolo=Leonida Rèpaci, Taccuino politico, a cura di Giulio Vassalli, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2001, p. 46 - 47}}</ref>
Nell'agosto 1925 Rèpaci venne arrestato a Palmi, insieme ad altri comunisti e socialisti, come presunto assassino di Rocco Gerocarni, gerarca fascista del luogo, durante la festa religiosa della Varia; il processo servì al regime per scardinare la roccaforte rossa e abbattere uno degli scogli socialisti più forti in [[Calabria]].
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Rèpaci venne assolto dopo sette mesi di carcere, per insufficienza di prove, nel processo che si tenne in Corte di Assise a Catanzaro, durante il quale alcuni testimoni falsi confessarono, nel mentre altri si suicidarono, portando all'assoluzione, oltre Leonida, i fratelli Francesco, Gaetano, Giuseppe e i cognati Mancuso e Parisi.
Qualche settimana dopo la sua liberazione si dimise dal [[PCd'I]] convinto che la lotta politica fosse divenuta impossibile e che i risultati non fossero proporzionati ai sacrifici. Tuttavia continuò la sua battaglia politica scrivendo libri in difesa delle idee socialiste e comuniste.
Nel
Nel
Dopo aver lavorato alla redazione de ''l'Unità'', collaborò poi alla ''[[Gazzetta del Popolo]]'' e con ''[[La Stampa]]''.
Nel
Il 9 settembre
Più tardi fu messo in contatto con il movimento militare del [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista]] e successivamente entrò nel Comitato politico che riuniva allora l'ala intransigente del partito. Costituì il movimento delle bande partigiane, del cui comando fece parte assieme ai fratelli [[Carlo Andreoni|Andreoni]], [[Alberto Vecchietti]], [[Ezio Malatesta]] e [[Aladino Govoni]].<ref>{{Cita libro|titolo=Leonida Rèpaci, Taccuino politico, a cura di Giuliano Vassalli, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2001, p. 48}}</ref>
Finita la [[seconda guerra mondiale]], Repaci, spinto dal suo spiccato senso organizzativo, fondò con [[Renato Angiolillo]] il quotidiano indipendente ''[[Il Tempo]]'' rimanendone condirettore dal giugno al dicembre 1944.<ref>{{Cita web|url=https://win.storiain.net/arret/num182/artic3.asp|titolo=Angiolillo, fondatore de "il Tempo"|autore=Michele Strazza|sito=Storia in network|accesso=11 gennaio 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20181211052741/https://win.storiain.net/arret/num182/artic3.asp|dataarchivio=11 dicembre 2018|urlmorto=no}}</ref>
Nel febbraio
Il dopoguerra, col ripristino del Premio Viareggio, per Rèpaci fu un susseguirsi frenetico di proposte e idee che lo fecero maturare positivamente sia intellettualmente sia a livello umano che sociale; fondò e presiedette il [[Premio Fila delle Tre Arti]], e il [[Premio Sila]] ([[1948]]).<br />Nel 1948 dietro insistenza di alcuni amici decise di candidarsi, senza poi venire eletto, al collegio senatoriale di Palmi nella lista del [[Fronte Democratico Popolare]]. Nel
A metà degli anni '50 venne chiamato da [[Orazio Barbieri]], che in quel momento ricopriva la carica di Segretario Generale dell'Associazione dei rapporti culturali con l'[[Unione Sovietica]]
Successivamente collaborò con
Nel [[1956]] vinse il [[Premio Crotone]] con ''Un riccone torna alla terra'' e due anni dopo il [[Premio Villa San Giovanni]] con la ''Storia dei fratelli Rupe''. A poco a poco si allontanò dall'attività giornalistica per dedicarsi alla stesura definitiva della trilogia ''Storia dei Rupe'', e il secondo volume, ''Tra guerra e rivoluzione'', vinse nel [[1970]] il Premio Sila. In quel periodo la sua naturale irrequietezza lo portò a darsi alla [[pittura]], con discreto successo sia di critica che di pubblico, allestendo personali a Milano e a Roma.
Morì il 19
== La tematica ==
L'opera di Rèpaci si può definire autobiografica e a diretto contatto con la vita vissuta, fin dal suo esordio ''L'ultimo cireneo'' (
Nel
== Opere ==
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*''Il Sud su un binario morto'', Cosenza, Pellegrini, 1963.
*''[https://openlibrary.org/books/OL24629596M/Calabria_grande_e_amara Calabria grande e amara]'', Milano, Nuova accademia, 1964.
*''Alvaro e la Calabria'', Milano, Cromotipia Sormani, 1965.
*''Stalin e Kruscev nei giardini della morte'', Roma, Centro Italiano Diffusione Arte e Cultura, 1966.
*''Taccuino segreto. Prima serie (1938-1950)'', Lucca, Fazzi, 1967.
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*''Messaggio per Cilea'', Cosenza, Pellegrini, 1972.
*''Luigi Spanò'', Roma, Galleria Dimensione, 1974.
*''I fatti di Palmi'', ''autodifesa al processo di Catanzaro del 1925'', a cura, con prefazione e note di Natale Pace. Pellegrini ed., Cosenza 2022.
*Natale Pace (a cura di) ''Leonida Repaci, Critiche teatrali su l'Ordine Nuovo 1921 e su l'Unità 1924-1925'' Laruffa editore 2024
=== Raccolte di poesie ===
[[File:Ribelle19.jpg|thumb|Il Ribelle e l'Antigone - Palmi Zappone 1919 - (Coll. Angelo Bastone)]]
*La Raffica,<ref>{{DBI|nome=Leonida Répaci|nomeurl=leonida-repaci|autore=Santino Salerno|accesso=27 ottobre 2019|citazione=Si laureò nel 1919; nello stesso anno, dal 18 al 27 settembre, perse di febbre spagnola una sorella e due fratelli. La loro scomparsa gli ispirò i versi della silloge Il ribelle e l’Antigone (Palmi 1919) poi riveduti e, con il titolo La Raffica, accorpati ai Poemi della solitudine (Palmi 1920).}}</ref>
*''Il Ribelle e l'Antigone'', Palmi, Tip. Zappone, 1919.
*''I poemi della solitudine'', Palmi, Tip. Signoretta, 1920.
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*''Ribalte a lumi spenti 1940-1941'', Milano, Ceschina, 1943.
*''Teatro'', Roma, Macchia, 1949.
*''Omaggio al teatro'', [ contiene: ''Questo nostro tempo ''(''L'attesa''), ''La madre incatenata'', ''Favola di Martino'', ''La barba alla morte ''(''Crisalide''), ''La voglia'', ''Il superuomo e la montagna'', ''Notturno del tempo e dell'illusione'', ''Luciano 1930],'' Milano, Ceschina, 1957.[https://www.icsaicstoria.it/dizionario/repaci-leonida/]
*''Teatro di ogni tempo'', Milano, Ceschina, 1967.
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*Santino Salerno (a cura di), ''Leonida Repaci. Una lunga vita nel secolo breve'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 2008.
*Santino Salerno (a cura di), ''Sonavan le quiete stanze. La Pietrosa di Leonida Repaci'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 2009.
*Natale Pace, ''Mio Caro Leonida'', Luigi Pellegrini editore 2019 - n. 34 saggi su rapporti epistolari di Repaci.
*Natale Pace (a cura di) ''I fatti di Palmi,, autodifesa al processo di Catanzaro del 1926'' Pellegrini editore 2022.
*Natale Pace (a cura di) ''La Pietrosa dei Rupe'', raccolta di scritti vari Pace edizioni 2022.
*Monica Lanzillotta, ''Tra fatti e finzioni:'' Il Caso Amari, ''giallo metalettico di Leonida Rèpaci'', in «Diacritica», a. VIII, n. 2 (44), 25 maggio 2022, vol. II, pp. 113-131.
*Natale Pace (a cura di) ''Leonida Repaci, Critiche teatrali su l'Ordine Nuovo 1921 e su l'Unità 1924-1925'' Laruffa editore 2024.
*Natale Pace, ''Due vite, Leonida Repaci e Antonio Gramsc''i, [https://www.pacedizioni.it/ Pace Edizioni] 2025.
==Voci correlate==
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[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Torino]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Bagutta]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Crotone]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Sila]]
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