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|Immagine = Leonida_Repaci_1956.jpg
|Didascalia = Leonida Rèpaci nel 1956
|Didascalia2 = {{Premio|[[Premio Bagutta]]|1932}}
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Era fratello dell'avvocato e politico [[Francesco Repaci]] e zio di [[Antonino Repaci]], magistrato e scrittore. Nel [[1929]], insieme a [[Carlo Salsa]] e [[Alberto Colantuoni]], fondò il [[Premio Viareggio]], del quale fu presidente fino alla morte.
 
== Biografia ==
Leonida Rèpaci nacque a [[Palmi]], in [[provincia di Reggio Calabria]], il 5 aprile del 1898 (sebbene sia stato dichiarato allo stato civile diciotto giorni dopo). Diciassette mesi dopo la nascita di Leonida suo padre, Antonio Rèpaci, mastro muratore e costruttore, morì, lasciando dieci figli e la moglie di 37 anni in condizioni economiche disastrose. Toccò al fratello Mariano, personalità importante, sin dalla fondazione, del [[Partito Socialista Italiano]], prendere le redini della famiglia: il giorno dei funerali del padre fu proprio lui ad impedire la celebrazione religiosa.
 
Dopo il terremoto del 1908, il fratello Francesco, avvocato, lo portò con sé a [[Torino]] dove completò gli studi superiori; sempre a Torino si iscrisse, in seguito, alla facoltà di [[giurisprudenza]] ma, a causa dello scoppio della [[prima guerra mondiale]], fu costretto ad interrompere gli studi perché venne arruolato e mandato al fronte. Dalla carriera militare ottenne, dopo il ferimento a Malga Pez, una medaglia d'argento insieme al congedo illimitato.
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Nel [[1956]] vinse il [[Premio Crotone]] con ''Un riccone torna alla terra'' e due anni dopo il [[Premio Villa San Giovanni]] con la ''Storia dei fratelli Rupe''. A poco a poco si allontanò dall'attività giornalistica per dedicarsi alla stesura definitiva della trilogia ''Storia dei Rupe'', e il secondo volume, ''Tra guerra e rivoluzione'', vinse nel [[1970]] il Premio Sila. In quel periodo la sua naturale irrequietezza lo portò a darsi alla [[pittura]], con discreto successo sia di critica che di pubblico, allestendo personali a Milano e a Roma.
 
Morì il 19 Luglioluglio 1985 a [[Marina di Pietrasanta]]; la sua villa "Villa Pietrosa" di Palmi, ristrutturata, doveva diventare secondo la sua volontà un centro d'arte e cultura, soprattutto per gli artisti e i giovani. Trascurata e vandalizzata oggi è in completo stato di abbandono come la sovrastante grotta carsica dove il suo desiderio ultimo non esaudito era di essere seppellito insieme alla cara Albertina. Eppure al Paese natio, oltre al complesso di Villa Pietrosa, Repaci ha lasciato una ricca pinacoteca e tutti i suoi averi custoditi alla Casa della Cultura di Palmi che l'allora ministro dei Lavori Pubblici Mancini volle donargli come regalo di compleanno nel 1968.
 
== La tematica ==
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*''Luigi Spanò'', Roma, Galleria Dimensione, 1974.
*''I fatti di Palmi'', ''autodifesa al processo di Catanzaro del 1925'', a cura, con prefazione e note di Natale Pace. Pellegrini ed., Cosenza 2022.
*Natale Pace (a cura di) ''Leonida Repaci, Critiche teatrali su l'Ordine Nuovo 1921 e su l'Unità 1924-1925'' Laruffa editore 2024
 
=== Raccolte di poesie ===
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*''Ribalte a lumi spenti 1940-1941'', Milano, Ceschina, 1943.
*''Teatro'', Roma, Macchia, 1949.
*''Omaggio al teatro'', [ contiene: ''Questo nostro tempo  ''(''L'attesa''),  ''La madre incatenata'',  ''Favola di Martino'',  ''La barba alla morte  ''(''Crisalide''),  ''La voglia'',  ''Il superuomo e la montagna'',  ''Notturno del tempo e dell'illusione'',  ''Luciano 1930],'' Milano, Ceschina, 1957.[https://www.icsaicstoria.it/dizionario/repaci-leonida/]
*''Omaggio al teatro'', Milano, Ceschina, 1957.
*''Teatro di ogni tempo'', Milano, Ceschina, 1967.
 
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*Monica Lanzillotta, ''Tra fatti e finzioni:'' Il Caso Amari, ''giallo metalettico di Leonida Rèpaci'', in «Diacritica», a. VIII, n. 2 (44), 25 maggio 2022, vol. II, pp. 113-131.
*Natale Pace (a cura di) ''Leonida Repaci, Critiche teatrali su l'Ordine Nuovo 1921 e su l'Unità 1924-1925'' Laruffa editore 2024.
*Natale Pace, ''Due vite, Leonida Repaci e Antonio Gramsc''i, [https://www.pacedizioni.it/ Pace Edizioni] 2025.
 
==Voci correlate==