Post-verità: differenze tra le versioni

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Nella post-verità la notizia viene percepita e accettata come vera dal pubblico sulla base di emozioni e sensazioni, senza alcuna analisi concreta della effettiva veridicità dei fatti raccontati: in una discussione caratterizzata da "post-verità", i fatti oggettivi - chiaramente accertati - sono meno influenti nel formare l'[[opinione pubblica]] rispetto ad appelli ad emozioni e convinzioni personali<ref name="Crusca" />.
 
Il termine, già comparso in precedenza, ha conosciuto un forte incremento del suo utilizzo nelle discussioni relative alla [[politologia]] e alla [[comunicazione politica]] a seguito di alcuni importanti eventi avvenuti nel 2016 (tra cui il [[referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea]] e le [[elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016]]<ref>Sull'"accento speciale" che hanno meritato questi due eventi, nella ricostruzione pubblica del fenomeno, v. Stefano Rolando, ''Post-verità e dibattito pubblico'', [[Mondoperaio]], n. 5/2017, p. 87.</ref>, al punto che l'[[Oxford English Dictionary]] ha deciso di eleggere ''post-truth'' come ''"[[parola dell'anno]] del 2016''"<ref>{{cita web|url=https://en.oxforddictionaries.com/word-of-the-year/word-of-the-year-2016|titolo=Word of the Year 2016|sito=oxforddictionaries.com|lingua=en|accesso=22 gennaio 2017|dataarchivio=16 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161116101017/https://en.oxforddictionaries.com/word-of-the-year/word-of-the-year-2016|urlmorto=sì}}</ref>).
 
== Definizione ==
[[File:No-obama.jpg|thumb|Un cartello di protesta contro il presidente statunitense [[Barack Obama]] che fa riferimento alla leggenda metropolitana secondo la quale mancherebbe un certificato che accerti la nascita dello stesso negli Stati Uniti.]]
 
Oggi si parla di ''post-verità'' in riferimento a una notizia completamente falsa che, spacciata per autentica, sarebbe in grado di influenzare una parte dell'opinione pubblica, divenendo di fatto un argomento reale, dotato di un apparente senso logico. Chi dà vita e/o crede alla <nowiki>''</nowiki>post-verità<nowiki>''</nowiki>, lo fa basandosi su notizie (non necessariamente veritiere), che toccano le sue emozioni o sollevano i suoi [[Pregiudizio|pregiudizi]] (fenomeno noto con il nome di [[bias di conferma]]).<ref>{{Cita web|url=https://www.agi.it/innovazione/galassia_gutenberg_nebulosa_zuckerberg_notizie_online-1556454/news/2017-03-06/|titolo=Il problema principale dei dibattiti sui social? La polarizzazione delle opinioni|autore=AGI - Agenzia Giornalistica Italia|sito=Agi|lingua=it|accesso=2018-01-07}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=it-IT|url=http://24ilmagazine.ilsole24ore.com/2016/12/tutta-la-post-verita-facebook/|titolo=Tutta la post verità di Facebook|pubblicazione=IL Magazine|data=2016-12-20|accesso=2018-01-07|dataarchivio=8 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170108200100/http://24ilmagazine.ilsole24ore.com/2016/12/tutta-la-post-verita-facebook/|urlmorto=sì}}</ref> Rispetto a fatti comprovati, queste persone tendono ad estrapolare solo gli elementi che confermano le proprie convinzioni (fallacia del [[cherry picking]]), sviluppando così interpretazioni alterate della scienza, della storia e della realtà.
 
Si potrebbe affermare che il termine post-verità descrivedescriva una ''[[leggenda metropolitana]]'', costituita da fatti o dati totalmente inventati, che origina da una posizione [[Scetticismo filosofico|scettica]] e diffidente verso dati reali o scientifici<ref>Ad esempio, fu messa in dubbio, nel 2008, la nascita di [[Barack Obama|Obama]] sul suolo statunitenseːstatunitense (per cui non avrebbe potuto essere legittimamente eletto presidente): una ''bufala'' cui molti hanno creduto.</ref>. Quando l'intento della post-verità è delegittimare il comune sentire dell'opinione pubblica ''mainstream'', può degradare in una [[teoria del complotto]]<ref>Di bugie di questo tipo è piena la storia: i ''[[Protocolli dei Savi Anziani di Sion]]'' predisposero la gente ai ''[[pogrom]]'' degli ebrei e alla ''[[Shoah]]''.</ref>; se organizzata a tavolino da chi gestisce i ''[[mass media]]'' in modo professionale, può dar luogo a una [[manipolazione dell'informazione]].
Sebbene questo fenomeno abbia origini antiche, attraverso i ''[[social media]]'' la possibilità di diffusione di questo tipo di ''[[bufala]]'' è aumentata in modo esponenziale.<ref>{{Cita news|url=https://www.focus.it/cultura/storia/le-bugie-storiche-che-tutti-credono-vere|titolo=Le bugie storiche (che tutti credono vere)|pubblicazione=Focus.it|accesso=2018-01-07}}</ref>
 
== Uso del termine ==
=== Origine e uso del neologismo ===
Secondo l'Oxford Dictionary, il termine ''post-truth'' fu usato per la prima volta nel 1992<ref>{{cita web|url=https://www.theguardian.com/books/2016/nov/15/post-truth-named-word-of-the-year-by-oxford-dictionaries|titolo='Post-truth' named word of the year by Oxford Dictionaries.|autore=Alison Flood|sito=theguardian|data=15 Novembre 2016|accesso=20 Novembre 2017}}</ref> sulla rivista statunitense ''[[The Nation]]'', in un articolo scritto dal drammaturgo serbo-americano [[Steve Tesich]]: egli affermava che la copertura mediatica dello [[Irangate|scandalo Iran-Contra]] e quella della [[Guerra del Golfo|prima guerra del Golfo]] ebbero minore impatto rispetto a quella dello [[scandalo Watergate]]. Ciò - a detta di Tesich - dimostrerebbe che «noi, come popolo libero, abbiamo liberamente scelto di voler vivere in una specie di mondo post-verità».<ref>Flood, Alison (15 November 2016)</ref>
 
Nel 2004 il docente americano Ralph Keyes usò il termine "post-truth era" come titolo di un suo libro.<ref>{{cita libro| nome=Ralph | cognome=Keyes | titolo=The Post-Truth Era: Dishonesty and Deception in Contemporary Life | url=https://archive.org/details/posttrutheradish0000keye | anno=2004 | editore=St. Martin's Press | città=New York | ISBN=9781429976220}}</ref> Nello stesso anno il giornalista americano Eric Alterman parlò di «politiche ambientali post-verità» e coniò l'espressione «presidenza post-verità» dopo aver analizzato le dichiarazioni fuorvianti fatte dall'[[George W. Bush|amministrazione Bush]], a seguito degli [[Attentati dell'11 settembre 2001|attacchi terroristici dell'11 settembre]].<ref>{{cita web| url=http://www.benecomune.net/rivista/numeri/gennaio-2017-vero-o-falso/post-verita-e-postmodernita/|titolo=Post-verità e postmodernità|autore=Tiberio Graziani | anno=26 Gennaio 2017|accesso=20 Novembre 2017}}</ref>
 
Il saggista britannico [[Colin Crouch]] usò tale termine nel proprio libro, intitolato ''Post-democrazia'', per delineare un modello di politica in cui «le elezioni di fatto esistono e possono cambiare i governi», ma dove «il dibattito elettorale pubblico è uno spettacolo strettamente controllato, gestito da squadre rivali di ''[[spin doctor]]'', professionisti esperti nelle [[Disinformazione|tecniche di persuasione]], che scelgono solo una piccola gamma di temi da affrontare durante i dibattiti». Crouch attribuiva al «modello di industria pubblicitaria» applicato alle comunicazioni politiche la causa della crisi di fiducia e le accuse di disonestà che pochi anni dopo altre persone associarono con le politiche post-verità.<ref>{{cita libro| nome=Colin | cognome=Crouch | titolo=Postdemocrazia | anno=2009 | editore=Gius.Laterza & Figli Spa | città=Bari | ISBN=9788858105689}}</ref>
 
Successivamente, il termine post-verità ha iniziato ad assumere connotati differenti, inserendosi all'interno di nuove teorie che abbracciano principalmente due materie: la politologia e la [[comunicazione politica]].
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Secondo la moderna accezione della post-verità, con ''politica della post-verità'' o ''politica post-fattuale'' (derivante dall'[[lingua inglese|inglese]] ''post-truth politics''), s'intende una cultura politica caratterizzata da dibattiti in gran parte contraddistinti da [[Retroazione|feedback]] emotivi, scollegati dai tratti principali della politica in discussione: si ricorre anzi alla reiterata affermazione degli stessi argomenti di discussione che ignorano le obiezioni.
 
Nel 2009 il politologo francese [[Dominique Moïsi]] ha intitolato un suo libro ''Geopolitica delle emozioni'', testo nel quale si afferma che la post-verità si propaga nella rete e nei [[Rete sociale|social network]]: il flusso incontrollato di notizie ci predispone alle ''[[Camera dell'eco (media)|bolle mediatiche]]''. Il meccanismo dei ''followers'' e dei ''like'' non smonta le falsità, al contrario le rinforza. Infine, sempre secondo il politologo, la post-verità, intesa come bufala politica, diventa un monologo ripetuto all'infinito e che si sostituisce al dialogo tra parti avversarie<ref>{{cita testo|autore=Dominique Moïsi|titolo=La géopolitique de l'émotion: Comment les cultures de peur, d'humiliation et d'espoir façonnent le monde|editore=Flammarion|città=Paris|data=2008}}</ref>.
 
L'uso contemporaneo del termine è invece da attribuire al blogger David Roberts, che lo usò nel 2010, per una rubrica presente nel sito di informazione online ''Grist''. I [[politologi]] hanno riscontrato un'ascesa dell'uso delle politiche post-fattuali, in particolare nei contesti politici americano, inglese, indiano e turco, ma anche in altre aree di discussione. Ciò è stato reso possibile a causa della crescente velocità di diffusione delle notizie, all'uso di fallaci logiche sempre più in auge nei giornali, e alla continua crescita della presenza dei social media nella nostra quotidianità.<ref name="economist-10-9-16">[https://www.economist.com/news/briefing/21706498-dishonesty-politics-nothing-new-manner-which-some-politicians-now-lie-and "The post-truth world: Yes, I’d lie to you," ''The Economist'' Sept 10, 2016]</ref><ref name="NSci-revolut">[https://www.newscientist.com/article/mg23030763-000-free-speech-has-become-sound-bites-with-revolutionary-results/ "Free speech has met social media, with revolutionary results"].</ref>
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==Misinformazione e disinformazione==
{{vedi anche|Fake news}}
Nel febbraio 2017, Claire Wardle scrive un articolo su ''First Draft News'', nel quale la studiosa propone di andare oltre il classico significato di ''notizia falsa o [[fake news]]'' distinguendonedistinguendo "l'ecosistema della disinformazione", la ''misinformazione'' e la ''[[disinformazione]]''<ref>{{cita web|url=https://firstdraftnews.com/fake-news-complicated/|titolo=Fake news. It’s complicated.|autore=Claire Wardle|sito=First Draft News|data=16 Febbraio 2017|accesso=16 Novembre 2017|dataarchivio=23 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180123193839/https://firstdraftnews.com/fake-news-complicated/|urlmorto=sì}}</ref>.<br>La ''misinformazione'' è l'attività di diffusione involontaria di informazioni false; la ''disinformazione'', al contrario della prima, è la voluta creazione e diffusione di informazioni false per fini commerciali o politici.
Per poter comprendere il complesso funzionamento di questo ''ecosistema'', la Wardle sottolinea tre punti fondamentali:
* Conoscere i diversi contenuti creati e condivisi
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Vengono inoltre definiti sette modi in cui un contenuto falso può essere condiviso nell'ecosistema informativo, in altre parole, sette tipi di disinformazione:
 
# Collegamento ingannevole: quando il contenuto si discosta dal titolo, immagine e/o didascalia.
# Contesto ingannevole: quando è presente parte di un contenuto reale ma accompagnato da informazioni contestuali false.
# Contenuto manipolato: quando l'immagine, o l'informazione reale stessa, viene manipolata per trarre in inganno il lettore.
# Contenuto fuorviante: quando l'informazione è veicolata verso un problema o una persona.
# Contenuto ingannatore: quando l'informazione viene spacciata come proveniente da fonte realmente esistita.
# Contenuto falso al 100%: quando l'intero contenuto è del tutto falso e vuole trarre in inganno.
# Manipolazione della satira: quando l'intento non è di procurare danni, ma il contenuto è comunque satirico ed ingannevole.
 
Tuttavia, non è sufficiente conoscere solamente le diverse tipologie di contenuti per scomporre il meccanismo di disinformazione. Per questo la studiosa coniuga otto possibili motivazioni che spiegherebbero la creazione dei suddetti ''fake content'', insieme alle precedenti sette voci: profitto, influenza politica, [[propaganda]], [[faziosità]], provocazione, [[parodia]], cattivo giornalismo, interesse particolare.
 
== Esempi ==
===Nel mondo dell'arte===
Il mondo dell’arte ha spesso giocato sul concetto di verità, sulla contrapposizione tra il vero e il falso e su come quest’ultimo possa essere spacciato per verità. Un esempio calzante è fornito da un film del 1997, ''[[Sesso & potere]]'', che vede [[Robert De Niro]] e [[Dustin Hoffman]] - rispettivamente nei panni di Conrad Brean, uno [[''spin doctor]]'', e di Stanley Motss, un produttore cinematografico - giocare con la verità: essi architettano un conflitto immaginario contro l’Albania per distrarre l’opinione pubblica da uno scandalo sessuale che vedeva coinvolto il presidente americano. Grazie alle abilità cinematografiche di Motss, la guerra prende forma, attraverso immagini fittizie veicolate dai media rappresentanti bombardamenti, villaggi in fiamme, profughi in fuga. In questo modo la finzione (la guerra) diventa realtà, solo perché si ha la possibilità di presumere che sia vera<ref>{{cita web| url= https://en.wikiquote.org/wiki/Wag_the_Dog| titolo= Wag The Dog| sito= [[Wikiquote]]| citazione= The war ain't over til I say it's over. This is my picture. This is not the CIA’s picture. (La guerra non è finita finché non lo dico io. Questo è il mio film, non quello della [[CIA]]).| accesso= 20 novembre 2017}}</ref>.
 
Una situazione analoga si presenta nel primo episodio della serie televisiva britannica ''[[The Thick of It]]'', in cui lo spin doctor Malcolm Tucker cerca di convincere il neoeletto ministro Hugh Abbot del fatto che un annuncio mai pronunciato avrebbe potuto improvvisamente diventare reale.<ref> {{cita news| autore= Matthew d’Ancona|url= https://www.theguardian.com/books/2017/may/12/post-truth-worst-of-best-donald-trump-sean-spicer-kellyanne-conway |titolo= Ten alternative facts for the post-truth world |pubblicazione= [[The Guardian]] |data= 12 maggio 2017| lingua= inglese |citazione= Yes, well, the announcement that you didn’t make today - you did (Sì, bene, la dichiarazione che non hai fatto oggi - l'hai fatta)| accesso= 20 novembre 2017 }} </ref>. È lo stesso principio che viene applicato dal cosiddetto [[Ministero della verità]] (in [[neolingua]] '''Miniver''') nel celebre romanzo distopico di [[George Orwell]], ''[[1984]]''. Il romanzo può essere considerato uno degli esempi più validi di post-verità: al suo interno, la realtà non è mai definita, ma viene continuamente distorta per soddisfare le esigenze del [[Socing]]. In questo modo, attraverso gli strumenti nelle mani del partito - Ministero della Verità, [[psicopolizia]], [[neolingua]] - una guerra dichiarata all’Eurasia può essere improvvisamente sostituita da una guerra contro l’Estasia, senza che rimanga traccia del presunto conflitto con l’Eurasia. Una tale manipolazione della realtà avviene attraverso la modifica o la distruzione di tracce del passato e di documenti storici, ciò che viene definito [[revisionismo]]. Data l’assenza di fonti attendibili e di prove, risulta quasi impossibile distinguere la verità dalla menzogna: «Tutto svaniva nella nebbia. Il passato veniva cancellato, la cancellazione dimenticata, e la menzogna diventava realtà»<ref> {{cita libro | titolo= [[1984]] | autore= [[George Orwell]] | traduttore= Stefano Manferlotti | editore= Oscar Mondadori | città= Cles | anno= 2015 | capitolo= cap. VII p.79}}</ref>.
 
Una situazione analoga si presenta nel primo episodio della serie televisiva britannica [[The Thick of It]], in cui lo spin doctor Malcolm Tucker cerca di convincere il neoeletto ministro Hugh Abbot del fatto che un annuncio mai pronunciato avrebbe potuto improvvisamente diventare reale.<ref> {{cita news| autore= Matthew d’Ancona|url= https://www.theguardian.com/books/2017/may/12/post-truth-worst-of-best-donald-trump-sean-spicer-kellyanne-conway |titolo= Ten alternative facts for the post-truth world |pubblicazione= [[The Guardian]] |data= 12 maggio 2017| lingua= inglese |citazione= Yes, well, the announcement that you didn’t make today - you did | accesso= 20 novembre 2017 }} </ref>. È lo stesso principio che viene applicato dal cosiddetto [[Ministero della verità]] (in [[neolingua]] '''Miniver''') nel celebre romanzo distopico di [[George Orwell]], ''[[1984]]''. Il romanzo può essere considerato uno degli esempi più validi di post-verità: al suo interno, la realtà non è mai definita, ma viene continuamente distorta per soddisfare le esigenze del [[Socing]]. In questo modo, attraverso gli strumenti nelle mani del partito - Ministero della Verità, [[psicopolizia]], [[neolingua]] - una guerra dichiarata all’Eurasia può essere improvvisamente sostituita da una guerra contro l’Estasia, senza che rimanga traccia del presunto conflitto con l’Eurasia. Una tale manipolazione della realtà avviene attraverso la modifica o la distruzione di tracce del passato e di documenti storici, ciò che viene definito [[revisionismo]]. Data l’assenza di fonti attendibili e di prove, risulta quasi impossibile distinguere la verità dalla menzogna: «Tutto svaniva nella nebbia. Il passato veniva cancellato, la cancellazione dimenticata, e la menzogna diventava realtà»<ref> {{cita libro | titolo= [[1984]] | autore= [[George Orwell]] | traduttore= Stefano Manferlotti | editore= Oscar Mondadori | città= Cles | anno= 2015 | capitolo= cap. VII p.79}}</ref>.
===Nei reportage fotografici===
Una immagine simbolo della [[SecondaGuerra in Iraq|seconda guerra del golfo]] è quella di un [[cormorano]] sporco di [[petrolio]] apparentemente fotografato in gennaio 1991 al confine tra l'[[Arabia Saudita]] e il [[Kuwait]]. Dopo la diffusione dell'immagine, e il suo divenire icona del conflitto, gli [[Ornitologia|ornitologi]] osservarono che in quel periodo nell'area non si trovanotrovavano cormorani di quella specie e quindi la foto o era stata scattata o altrove, oppure risaliva al tempo della prima [[guerra del golfo]], recuperata da un archivio fotografico per coprire una mancanza di immagineimmagini, divenendo la verità storico-politica di un altro luogo.<ref>[http://www.fotoinfo.net/speciale/152/cormorani-veri-e-falsi Carlo Cerchioli, ''Cormorani veri e falsi'']</ref>
 
== Rapporto con l'etica della comunicazione ==
In una società ''mediatizzata'' - caratterizzata cioè da flussi ininterrotti di informazioni che si accavallano e spesso si contraddicono a vicenda - la possibilità, per ciascuno, di creareformarsi una chiara visione dei fatti servendosi solo di argomenti razionali, è in diminuzione. Cresce, invece, l'interesse per chi inventa e [[Narrativa#Impatto_dei_mediaStorytelling|racconta storie]]: la ''post-verità'' sembra essere diventata la chiave per la conquista e per l'esercizio del potere, sia politico sia economico, con una grave ricaduta in termini di abbassamento di livello dell'[[etica dei media]].
 
Nato in sensoun ambito strettamente politico, il termine si diffonde anche in altri ambitisettori e sirischia prepara adi contagiare la conoscenza di fenomeni sociali che vanno "oltre" la politica, come la questione dell’emigrazione, per esempio, o quella della comunicazione scientifica: «È per ragioni identitarie ( [...] ) il rifiuto di ogni sapere, filosofico, tecnico, scientifico, perché su quello si baserebbe il [[Establishment|potere delle élite]]. E quindi la negazione di ogni “verità”, e non certo nel senso [[Karl Popper|popperiano]] della sua falsificabilità: per cui tutto può andar bene, le scie chimiche, il finto allunaggio della NASA, i vaccini e l’autismo»<ref>[[Franco Debenedetti]], [http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/commenti-e-idee/2017-03-29/come-si-puo-arginare-populismo-grillo-193917.shtml?uuid=AEdKnfv ''Come si può arginare il populismo di Grillo'', Il Sole 24 ore, 30 marzo 2017] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170330175254/http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/commenti-e-idee/2017-03-29/come-si-puo-arginare-populismo-grillo-193917.shtml?uuid=AEdKnfv |data=30 marzo 2017 }}</ref>.
 
L'effetto sulla pubblica credibilità del [[metodo sperimentale]] è dirompente: «Sembra che [...] i [[verifica dei fatti|fatti accertati]] non esistano mai o che non esista [[Metodologia|metodo]] per accertarli. Ho l’impressione che si sia interrotta la cinghia di trasmissione tra fatti e cittadini, tra fatti e istituzioni, e questo è veramente pericoloso. Come può cambiare un paese che sembra sempre in bilico tra competenze e finzioni?»<ref>[[Elena Cattaneo]], ''L'Italia della scienza'', in [[Mondoperaio]], n. 2/2015, p. 30</ref>.
 
Ne soffre il [[pensiero critico]], processo mentale che, dall'analisi di dati, arriva alla valutazione di un fenomeno o di un fatto.<ref>[{{Cita web|url=https://www.bbc.com/news/education-38557838 |titolo=Sean Coughlan, ''What does post-truth mean for a philosopher?'', BBC(Cosa news,significa 12post-verità gennaioper 2017].un filosofo?)|accesso=15 febbraio 2022|lingua=en}}</ref> Il giornale "Avvenire" usa, per questo fenomeno, l'espressione "immanentizzazione della verità".<ref>"Avvenire", [https://www.avvenire.it/agora/pagine/dietrologia- Se la verità si riduce a dietrologia], 14/5/2016.</ref>
 
== Utilizzo del termine nella vita politica ==
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|titolo = I costi dell'appartenenza britannica all'UE
|contenuto = Il leader dell'UKIP [[Nigel Farage]] iniziò ad usare il dato "350 milioni" per cifrare il contributo britannico all'[[Unione europea]], affermando che tali fondi sarebbero stati più proficuamente impiegati nel mantenimento del sistema sanitario nazionale ([[National Health Service]]). Questo dato, che ignorava tutti gli altri punti a favore o contrari allaal rimanenza''Remain'', fu dichiarato come «potenzialmente fuorviante» dall'Istituto Nazionale di Statistica, e come «irragionevole» dall'Istituto per gli Studi Fiscali, oltre ad essere respinto dalle [[Verifica dei fatti|verifiche dei fatti]], effettuate da importanti emittenti giornalistiche, come [[BBC News (rete televisiva)|BBC News]], News Channel 4 e Full Fact.
Tuttavia, i sostenitori del ''Leave'' continuarono ad usare il dato come elemento centrale della loro campagna, fino al giorno del referendum, a seguito del quale hanno minimizzato la promessa come un «esempio», sottolineando ''in primis'' che era stata sempre e solo suggerita come un possibile uso alternativo dei fondi netti inviati verso l'UE, e affermando in un secondo momento poi che la promessa di investire i fondi nell'NHS non era mai stata fatta.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Good Morning Britain|data=2016-06-24|titolo=Nigel Farage Admits NHS Claims Were A Mistake {{!}} Good Morning Britain|accesso=2016-12-03|url=https://www.youtube.com/watch?v=cA3XTYfzd1I}}</ref> A seguito di ciò, la parlamentare Tory e sostenitrice del ''Leave'' [[Sarah Wollaston]], che lasciò il gruppo in segno di protesta durante la campagna, criticò il tutto come una «politica post-verità».
}}
Durante la campagna referendariaelettorale della primaveradel [[2016]] in vista del [[referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea]], ad esempio, i sostenitori del ''Leave'' affermavano insistentemente che l'appartenenza all'Unione costasse al paese 350 milioni di sterline a settimana, iniziando, verso le fasi finali della campagna, ad usare il dato come un reale ammontare netto di denaro inviato direttamente all'UE. All'esito della vicenda, Micheal Deacon, giornalista del ''[[The Daily Telegraph]]'', ha riassunto il messaggio centrale delle politiche post-fattuali con la fraseː «I fatti sono negativi. I fatti sono pessimisti. I fatti sono antipatriottici»<ref>[{{Cita web |url=https://www.telegraph.co.uk/news/2016/07/09/in-a-world-of-post-truth-politics-andrea-leadsom-will-make-the-p/ |titolo=Michael Deacon, ''In a world of post-truth politics, Andrea Leadsom will make the perfect PM'', The(Nel Telegraphmondo politico della post-verità, 9Andrea luglioLeadsom 2016].sarebbe il perfetto premier)|accesso=15 febbraio 2022|lingua=en}}</ref>. Inoltre, Deacon ha aggiunto che le politiche post-verità non hanno bisogno di usare la faziosità o strumenti di [[negative campaigning]], dato che chi usa le politiche post-verità può invece spingere per presentare una «campagna positiva», grazie alla quale le confutazioni fattuali possono essere liquidate come diffamazioni e come allarmismo, e l'opposizione può essere definita faziosa.
 
Dopo le [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016|elezioni presidenziali statunitensi]] e dopo la vittoria della [[Brexit]], la frequenza d'uso della parola nel 2016 è salita del 2000% rispetto al 2015<ref name=Crusca />. Nel 2017 il termine ''post-verità'' è stato invocato in seguito alla polemica sull'utilizzo del sintagma "fatti alternativi" utilizzato dalla portavoce presidenziale USA Kellyanne Conway<ref>[http://www.corriere.it/tecnologia/economia-digitale/17_gennaio_25/vittoria-trump-premia-orwell-1984-scala-classifica-amazon-5a411ade-e2f5-11e6-81be-1476478c940f.shtml Alessio Lana, ''La vittoria] ''di Trump premia [[Orwell]]''], [[Corriere della Sera]], 25 gennaio 2017.</ref>.
 
[[Matteo Renzi]] - dopo la sconfitta al [[Referendum costituzionale del 2016 in Italia del 2016|referendum costituzionale del 2016]] - nel discorso del 5 dicembre 2016 in cui annunciava le sue dimissioni da presidente del Consiglio, rivolgendosi ai giornalisti, ha definito l'era corrente come quella «della post-verità».<ref>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2016/12/05/italia/speciali/referendum-2016/il-testo-integrale-del-discorso-di-matteo-renzi-dopo-la-sconfitta-al-referendum-costituzionale-OVHGkFwXHabc2u1HRMIeBJ/pagina.html|titolo=Il testo integrale del discorso di Matteo Renzi dopo la sconfitta al referendum costituzionale|sito=LaStampa.it|accesso=2017-01-04}}</ref>
 
Il ''Post-Truth'' è stato applicato {{chiarire|come motto politico ad una serie di culture}} in tutto il mondo, {{Citazione necessaria|ma tra quelle che spiccano maggiormente ricordiamo Austria, Germania, Nord Corea, Polonia, Russia, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti}}.
 
===Germania===
Nonostante già nel 1990 il significato del termine sia stato utilizzato in termini sociologici, nel dicembre 2016 "postfaktisch" viene eletta parola dell'anno dalla società di lingua tedesca, in collegamento all’ascesa del [[Alternativa per la Germania|populismo di destra]] del 2015 nel territorio germanicotedesco.
 
=== India ===
[[Amulya Gopalakrishnan]], articolista per iIil ''[[The Times of India]]'', utilizzò il termine in merito alle somiglianze tra il presidente degli Stati Uniti [[Donald Trump|Trump]] e la [[Uscita del Regno Unito dall'Unione europea|Brexit]] da un lato, e tra il caso dell'[[Ishrat Jaha]] ede quello in corso contro [[Teesta Setalvad]] dall’altro, dove il revisionismo storico ha dato luogo ad un "vicolo cieco ideologico".<ref>{{Cita web|titolo=Life in post-truth times: What we share with the Brexit campaign and Trump (La vita nell'epoca della post-verità: cosa abbiamo in comune con la campagna della Brexit e con Trump)|url=https://timesofindia.indiatimes.com/blogs/to-name-and-address/everything-but-the-truth-what-we-share-with-the-brexit-campaign-and-trump/|accesso=15 febbraio 2022|lingua=en}}</ref>
 
===Polonia===
Un massiccio consolidamento del potere ha avuto luogo all'interno del parlamento polacco come risultato di un intenso e vasto cambio nelle modalità amministrative politiche. Con la recente promulgazione nel 2021 della legge conservatrice sui media, la Polonia sta entrandoincrementando inulteriormente un nuovoil clima [[Populismo|populista]] che, secondo alcuni oppositori, porterà il paese a divenire un luogo surreale ed insulare. Queste recenti riforme politiche potrebbero indirizzare le istituzioni polacche inverso un clima di rabbia e diffidadiffidenza versonei confronti idei media. In una recente lottacontroversia, le corti polacche hanno portatocontribuito ada un aumento esponenziale delle teorie di cospirazione ed altri meccanismi di post-verità, puntandocontribuendo all’incrementoa delalimentare livellola di consapevolezzadiffusione della disinformazione circolante all'interno del paesePaese.<ref>{{Cita Molteweb|titolo=In fontiPolonia colleganola ilCamera sempreha piùapprovato largola utilizzocontestata dellalegge politicasui di postmedia|url=https://www.ilpost.it/2021/08/12/polonia-verità in Polonia ad un aumento niente affatto rapido della legge-giustiziamedia/|accesso=15 nellefebbraio ali integrali della sfera politica polacca.2022}}</ref>
 
===Regno Unito===
Il primo uso delladi frase''post-verità'' innella politica britannica risale a marzo 2012 da parte didello ''[[Partito Laburista Scozzese|Scottish Labour]]'', il quale, con questo termine intendeva mettere in primo piano la differenza tra il presunto numero di richieste per l’istituzionel'istituzione di una festa nazionale per la Scozia e le statistiche ufficiali di quest’ultimascozzesi. La politica di post-verità, tuttavia, è stata identificataritenuta da alcuni come retroattivarisalente nellaalla Guerra in Iraq, in particolare dopo che [[Tony Blair]] destò preoccupazione nell’esercito confermando il suo sostegno a favore dell’usodella tesi statunitense del possesso di [[armi chimiche]] inda parte dell'Iraq.
 
===Stati Uniti===
Nella sua formulazione originale, il termine “post"post-truth”truth" fu usato da [[Paul Krugman]] in [[The New York Times]] per descrivere la campagna presidenziale del 2012 di [[Mitt Romney]], nella quale venivano esaltategonfiate le statistiche su come Barack Obama avesse tagliato lela spesa spesepubblica degli USA.
 
== Proposte di gestione del fenomeno ==
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== Bibliografia ==
* {{cita testo |lingua =inglese|autore=Thomas M. Nichols |titolo=The death of expertise: the campaign against established knowledge and why it matters |data=2017 |editore= Oxford University Press |città=New Work|cid=Nichols |SBN = IT\ICCU\PUV\1471994}}
* {{cita testo |autore=Mark Thompson|titolo=La fine del dibattito pubblico: come la retorica sta distruggendo la lingua della democrazia |data=2017 |editore=Feltrinelli |città=Milano |cid=Thompson |SBN =IT\ICCU\UBO\4235658}} Traduzione di Giancarlo Carlotti.
* {{cita news |autore=Chiara Giaccardi |titolo=Etica e umiltà gli antidoti a post-verità e «fake news». Perché le bufale proliferano nell'era dell'arroganza |pubblicazione=Avvenire |data=5 gennaio 2017 |url=https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/etica-e-umilt-gli-antidoti-a-postverit-e-fake-news}}
* {{cita news |autore=Giacomo Costa |titolo=Orientarsi nell'era della post verità |pubblicazione=Aggiornamenti sociali |data=febbraio 2017 |url=http://www.aggiornamentisociali.it/articoli/orientarsi-nell-era-della-post-verit/}}
* {{cita pubblicazione |autore=Marco Benadusi |titolo=Il falso nell'epoca della sua riproducibilità tecnica |pubblicazione=Mondoperaio |anno=2017 |volume=4 |pp=5-9 |url=http://www.mondoperaio.net/wp-content/uploads/2017/04/BENADUSI-Mondoperaio4-2017.pdf}}
* {{cita testo |autore=Carlo Bianchini |titolo=Come imparare a riconoscere il falso in rete |dataanno=2017 |editore=Editrice Bibliografica |città=Milano|cid= Bianchini | SBN =IT\ICCU\PAV\0127058PAV0127058}}
* {{cita news |autore=Giacomo Costa |titolo=Orientarsi nell'era della post verità |pubblicazione=Aggiornamenti sociali |data=febbraio 2017 |url=http://www.aggiornamentisociali.it/articoli/orientarsi-nell-era-della-post-verit/}}
* {{Cita libro| autore= Harry G. Frankfurt |titolo= Stronzate. Un saggio filosofico| traduttore= M. Birattari| editore=Rizzoli | isbn= 9788817008532 |anno= 2005 }} traduzione dall’edizione inglese ''On Bullshit'' edita da Princeton University Press nel 2005
* {{cita news |autore=Chiara Giaccardi |titolo=Etica e umiltà gli antidoti a post-verità e «fake news». Perché le bufale proliferano nell'era dell'arroganza |pubblicazione=Avvenire |data=5 gennaio 2017 |url=https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/etica-e-umilt-gli-antidoti-a-postverit-e-fake-news}}
* {{cita testo |lingua =inglese|autore=Thomas M. Nichols |titolo=The death of expertise: the campaign against established knowledge and why it matters |dataanno=2017 |editore= Oxford University Press |città=New Work|cid=Nichols |SBN = IT\ICCU\PUV\1471994PUV1471994}}
* {{Cita libro|autore=Edoardo Scarpanti|titolo=Bufale. Post-verità, linguaggio e fascinazione dai falsi storici al web|anno=2018|editore=Libreriauniversitaria|città=Padova|ISBN=9788833590585}}
* {{cita testo |autore=Mark Thompson|titolo=La fine del dibattito pubblico: come la retorica sta distruggendo la lingua della democrazia |dataanno=2017 |editore=Feltrinelli |città=Milano |cid=Thompson |SBN =IT\ICCU\UBO\4235658UBO4235658}} Traduzione di Giancarlo Carlotti.
 
== Voci correlate ==
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* [[Bias di conferma]]
* [[Disinformazione]]
* [[Faziosità]]
 
== Altri progetti ==
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[[Categoria:Terminologia della politica]]
[[Categoria:Elezioni]]
[[Categoria:Psicologia sociale]]
[[Categoria:Sociologia della comunicazione]]