Geisha e Arthur Rimbaud: differenze tra le pagine

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{{quote|Io dico che bisogna esser veggente, ''farsi veggente''. Il Poeta si fa ''veggente'' attraverso un lungo, immenso, ragionato ''disordine di tutti i sensi''.|A.Rimbaud, da ''Lettera del Veggente''}}
[[Image:Geisha-fullheight.jpg|thumb|right|230px|Due ''maiko'' (apprendiste geisha) che indossano il tradizionale ''[[furisode]]'' e i sandali ''[[okobo]]''. [[Kyōto]], [[Giappone]].]]
La {{nihongo|'''geisha'''|芸者}} è una tradizionale artista e intrattenitrice [[giappone]]se, le cui abilità includono varie arti, quali la musica, il canto e la danza. Le geisha erano molto comuni tra il [[XVIII secolo|XVIII]] e il [[XIX secolo]], ed esistono tutt'oggi, benché il loro numero stia man mano diminuendo.
 
{{Bio
==Introduzione==
|Nome = Jean Nicolas Arthur
"Geisha", pronunciato {{IPA|/ˈgeɪ ʃa/}}, è un termine [[lingua giapponese|giapponese]] (come tutti i nomi di questa lingua, non presenta distinzioni tra la forma [[singolare]] e quella [[plurale]]) composto da due [[kanji]], ''{{lang|ja|芸}} (gei)'' che significano ''"arte"'' e ''{{lang|ja|者}} (sha)'' che vuol dire ''"persona"''; la traduzione letterale, quindi, del termine geisha in italiano potrebbe essere "artista", o "persona d'arte".
|Cognome = Rimbaud
|Sesso = M
|LuogoNascita = Charleville-Mézières
|GiornoMeseNascita = 20 ottobre
|AnnoNascita = 1854
|LuogoMorte = Marsiglia
|GiornoMeseMorte = 10 novembre
|AnnoMorte = 1891
|Attività = poeta
|Nazionalità = francese
|Immagine = ArthurRimbaud
|Didascalia = Arthur Rimbaud
}}
 
Nasce nella cittadina di [[Charleville-Mézières|Charleville]] nel palazzo al numero civico 12 di rue Napoléon, poi ribattezzata rue [[Thiers]], prima d'essere oggi rinominata rue [[Bérégovoy]]. Il padre del poeta è Jean Frédéric Arthur Rimbaud, un capitano d'armata di stanza a [[Charleville-Mézières|Mézières]], che ha partecipato alla guerra d'[[Algeria]] dove è stato decorato con la [[Legion d'Onore]]. Ha poi incontrato Vitalie Cuif, una giovane contadina di Roche, piccola borgata nei pressi di [[Attigny]], che si è trasferita a Charleville. Ha con lei 5 figli (Frédéric, Arthur, Victorine, Vitalie e Isabelle), prima di abbandonare la famiglia.
Un altro termine usato in Giappone per indicare le geisha è {{nihongo|''geiko''|芸妓}}, tipico del dialetto di [[Kyōto]]. Inoltre la parola "geiko" è utilizzata nella regione del [[Kansai]] per distinguere le geisha di antica tradizione dalle ''onsen geisha'' (le "geisha delle terme", assimilate dai giapponesi alle prostitute perché si esibiscono in alberghi o comunque di fronte ad un vasto pubblico, [[Geisha#Geisha e prostituzione|vedi più sotto]]).
 
Dopo la partenza del marito, Vitalie sopravvive con i figli in una modesta casa, in rue de Bourbon, a Charleville. Arthur ha 7 anni.
L'apprendista geisha è chiamata {{nihongo|'''maiko'''|舞妓}}; la parola è composta anche in questo caso da due kanji, ''{{lang|ja|舞}} (mai)'', che significano ''"danzante"'', e ''{{lang|ja|子}}'' o ''{{lang|ja|妓}} (ko)'', col significato di ''"fanciulla"''. È la maiko che, con le sue complicate pettinature, il trucco elaborato e gli sgargianti kimono, è diventata, più che la geisha vera e propria, lo [[stereotipo]] che in occidente si ha di queste donne. Nel distretto di Kyoto il significato della parola "maiko" viene spesso allargata ad indicare le geisha in generale.
 
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==Storia==
''L'âpre brise d'hiver qui se lamente au seuil'' <br/>
Le prime figure presenti nella storia del Giappone che potremmo in qualche modo paragonare alle geisha sono le cosiddette ''[[saburuko]]'': esse erano cortigiane specializzate nell'intrattenimento delle classi nobili, che ebbero il loro apice attorno al [[VII secolo]] per poi scomparire pochi secoli più tardi, soppiantate dalle ''juuyo'', ossia prostitute di alto bordo, che ebbero più successo tra gli aristocratici.
''Souffle dans le logis son haleine morose !'' (...) <br/>
''Et là, c'est comme un lit sans plume, sans chaleur,'' <br/>
''Où les petits ont froid, ne dorment pas, ont peur ;'' <br/>
''Un nid que doit avoir glacé la bise amère''... <br/>
<div style="text-align: right;"> extrait de ''Les Étrennes des orphelins'' </div> </blockquote>
 
La madre, molto rigida e severa, ha come principali preoccupazioni l'educazione dei figli e la rispettabilità sociale: proibisce per esempio ai propri bambini di giocare in strada con i figli di operai; la domenica, si vede passare la famiglia diretta verso la chiesa in [[fila indiana]], con la madre che chiude la marcia. E tuttavia, in questo focolare ricostruito alla meno peggio in mancanza di un marito e padre di famiglia, Vitalie veglia sui suoi figli, e, seppur violenta ma naturale che sia stata la rivolta d'Arthur più tardi, è verso lei che sempre tenderà.
Per cominciare però a parlare di una figura simile all'odierna "donna d'arte", dobbiamo aspettare fino al [[XVII secolo|1600]], quando alle feste importanti, dove erano chiamate le ''juuyo'', presero a partecipare le prime geisha, che in principio erano uomini. Anche se può sembrare strano, queste figure maschili avevano il compito di intrattenere con danze, balli e battute di spirito gli ospiti e le juuyo partecipanti, qualcosa di simile ai nostri [[giullare|giullari]] e buffoni medioevali. Col passare degli anni, circa attorno alla metà del secolo successivo, cominciarono a comparire le prime donne geisha, che presero rapidamente piede, contrapponendo alle rudi figure degli uomini la grazia della figura e dei movimenti femminili. Fatto sta che donne geisha furono così tanto richieste che in pochi anni soppiantarono i loro antenati uomini, acquistando l'esclusiva su questa professione.
 
Arthur segue gli studi all'istituto Rossat, poi al collegio, dove ha un curriculum eccezionale e una prodigiosa precocità: colleziona tutti i premi di merito, in letteratura, versione, componimento e redige con virtuosità in latino dei poemi, delle elegie, dei dialoghi, ma la sua anima comincia a spuntare:
Quando nel [[1617]], durante il [[periodo Edo]], [[Tokugawa Hidetada]], secondo [[shōgun]] dello [[Shogunato Tokugawa]], rese la [[prostituzione]] legale in tutto il Giappone, bordelli e case di piacere si moltiplicarono a dismisura nelle città; poiché in questi anni la professione della geisha era ancora in via di assestamento, spesso questa figura e quella della prostituta si confusero. Infatti, anche se alle geisha fu subito proibito di acquistare la licenza di prostituzione<ref>{{en}}{{cita web| http://www.eden.rutgers.edu/~ksabala/425/mid/misperception.html | Donne d'arte - fraintendimenti riguardo il mondo delle geisha | accesso=25 - 05 - 2007}}</ref>, il controllo non era molto stretto. Fu solo nel [[XIX secolo]], quando ormai le geisha avevano completamente soppiantato le juuyo, che si cominciarono ad emanare leggi più precise in tale proposito; in tutte le principali città del Giappone ([[Kyōto]] e [[Tokyo]] in particolare) furono approntati dei quartieri, detti {{nihongo|''[[hanamachi]]''|花街||extra=''"città dei fiori"''}}, perché in essi vi potessero sorgere le case da té (''ochaya'') e gli ''[[okyia]]'' (le case delle geisha), ben distinti dai bordelli, dove le geisha avrebbero potuto svolgere la loro professione, distinguendola definitivamente da quella delle prostitute. I primi ''hanamachi'' furono quelli di Kyoto, capitale imperiale, che avevano nome ''Yoshiwara'' e ''Shimabara''.
 
<blockquote style="font-size: 90%; margin-right: 25%; ">
[[Immagine:The_Great_Wave_off_Kanagawa.jpg|thumb|right|220px|[[Katsushika Hokusai]], ''"L'onda"'' (''Tsunami''), [[1826]].]]
''Tout le jour il suait l'obéïssance ; très '' <br/>
''Intelligent ; pourtant des tics noirs, quelques traits'' <br/>
''Semblaient prouver en lui d'âpres hypocrisies'' <br/>
''Dans l'ombre des couloirs aux tentures moisies,'' <br/>
''En passant il tirait la langue, les deux poings'' <br/>
''À l'aine, et dans ses yeux fermés voyait des points.'' <br/>
<div style="text-align: right;"> extrait de ''Poètes de sept ans'' </div> </blockquote>
 
Nel luglio 1869, partecipa alle prove del concorso generale di composizione latina sul tema "Jugurtha" ([[Giugurta]]), che egli vince a man bassa. Il preside del collegio M.Desdouets dice di lui "Nulla di banale germina in questa testa, diverrà il genio del Male o il genio del Bene". Arraffando tutti i premi, si affranca dalle umiliazioni dell'infanzia.
Nel frattempo, in [[Europa]] e nel mondo occidentale, il [[Giappone]] stava cominciando a fare la sua comparsa nella cultura popolare. Il fenomeno denominato ''[[giapponismo]]'', infatti, alla fine dell'800 dilagò in tutto il continente, poiché le navi mercantili inglesi si trovarono d'improvviso davanti ad un porto nuovo, che fino ad allora era stato chiuso ai loro commerci: il Giappone, appunto, che tra il [[1866]] e il [[1869]], con un radicale [[Rinnovamento Meiji|cambiamento politico]], pose fine al lungo periodo di isolamento che aveva caratterizzato la sua politica estera fino a quel momento, aprendosi alle importazioni occidentali ed esportando in occidente molte stampe [[ukiyo-e]], che furono da subito molto conosciute.
 
==L'afflato poetico==
Artisti come [[Édouard Manet|Manet]], [[Vincent Van Gogh|Van Gogh]], [[Gustav Klimt|Klimt]] e tutto il [[impressionismo|movimento impressionista]] furono profondamente influenzati da queste stampe che, sebbene fossero eseguite da artisti contemporanei, si rifacevano a tradizioni pittoriche antichissime, che non si curavano tanto dei volumi e delle prospettive quanto del colore. Il tratto semplice e netto, privo di chiaroscuro, e la stesura omogenea dei colori, sempre smaglianti e chiari, furono aspetti che piacquero molto, all'epoca, poiché rendevano queste stampe (spesso applicate su tavole lignee) estremamente decorative. Il soggetto nipponico, quindi, cominciò spesso ad essere rappresentato anche da artisti europei, come [[Claude Monet]], che dipinse la moglie con il kimono e il ventaglio, o lo stesso Van Gogh, che nel 1887 dipinse ''"La cortigiana"'', il ritratto di una donna nei tipici costumi nipponici.
 
Nel [[1870]] fa la conoscenza di Georges Izambard, un giovane supplente di retorica, che diverrà per lui un padre sostituto, una sorta di bastione contro la "mother" (la madre castratrice) da lui soprannominata "mamma flagello", ma soprattutto una guida sui sentieri della poesia, dal momento che il giovane Arthur si riconosce poeta.
Il Giappone, insomma, aveva cominciato ad influenzare un po' tutti gli aspetti della vita quotidiana europea (furono rappresentate opere musicali sul tema, come ''[[The Mikado]]'' e la ''[[Madama Butterfly]]'' di [[Giacomo Puccini|Puccini]], e all'inizio del '900 si affermò la moda dei kimono, indossati dalle signore bene di tutta Europa), ma la sua cultura, come spesso accade, fu travisata. In particolare la figura della geisha, appunto, che agli occhi degli occidentali divenne una donna sensuale e provocante, un'artista del sesso, che rifletteva quella rivolta contro il puritanesimo vittoriano che in quegli anni cominciava a svilupparsi maggiormente.
In questo periodo, abbiamo i primi versi; le ''Étrennes des Orphelins'', ''Soleil et Chair'' e ''Ophélie''. L'orientamento poetico è quindi chiaramente quello del [[Parnaso]], la rivista collettiva. In una lettera del [[24 maggio]] [[1870]], inviata a [[Théodore de Banville]], rappresentante di quel movimento, Arthur, dell'età di appena 16 anni, afferma di voler divenire ''Parnassiano'' o null'altro. Aggiunge alla lettera numerosi suoi lavori (''Ophélie'', ''Sensation'', ''Soleil et chair''), al fine di ottenere il suo appoggio presso l'editore Lemerre.
 
La sua poesia intitolata ''À la musique'', scritta nell'autunno 1870, ben ci mostra il suo malessere di vivere vicino a Charleville:
Lo spirito, infatti, con cui i soldati [[Stati Uniti d'America|americani]] sbarcarono sulle coste giapponesi, nella [[Seconda Guerra Mondiale]], rifletté fin da subito quest'idea distorta che gli occidentali avevano delle geisha. Costoro, infatti, si aspettavano prostitute di classe, donne completamente asservite all'uomo e desiderose di compiacerlo. Ma questa immagine che si erano portati dietro, non corrispondeva alla realtà, dove le geisha rappresentavano invece gli unici esempi nella civiltà giapponese di donne emancipate e "libere", tutto il contrario di come erano state dipinte.
 
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Nonostante questo, il mito della geisha prostituta, sottomessa e servile non terminò affatto con la fine del conflitto. Contribuì il fatto che, per compiacere i soldati, gli alti ranghi delle forze armate assunsero un vero e proprio esercito (più di 60.000 secondo lo storico orientalista [[John W. Dower]]) di prostitute, chiamate ''geisha girls'', che contribuirono sia ad intrattenere gli uomini che a banalizzare ancor più la figura della geisha vera e propria. Difatti, dopo la vittoria americana, si cominciò a sviluppare, nella neonata [[Hollywood]], un filone cinematografico molto prolifico, teso a ridisegnare ancora una volta la figura di queste donne, stavolta come arma anti-[[femminismo|femminista]]. Le donne, infatti, che avevano preso il posto dei mariti, partiti per il fronte, negli enti pubblici e privati, rivendicavano ora con forza i loro diritti, e quale modo migliore di stroncare questi moti se non far tornare di moda la figura di una donna amorevole e sottomessa? Ecco che l'uomo torna, dopo la liberazione dal vittorianesimo, a rifugiarsi in oriente, per sentirsi servito e riverito.
''Sur la place taillée en mesquines pelouses, <br/>
''Square où tout est correct, les arbres et les fleurs, <br/>
''Tous les bourgeois poussifs qu'étranglent les chaleurs <br/>
''Portent, les jeudis soirs, leurs bêtises jalouses <br/>
''– L'orchestre militaire, au milieu du jardin, <br/>
''Balance ses schakos dans la Valse des fifres : <br/>
''– Autour, aux premiers rangs, parade le gandin ; <br/>
''Le notaire pend à ses breloques à chiffres <br/>
''Des rentiers à lorgnons soulignent tous les couacs : <br/>
''Les gros bureaux bouffis traînent leurs grosses dames <br/>
''Auprès desquels vont, officieux cornacs, <br/>
''Celles dont les volants ont des airs de réclames ; <br/>
''Sur les bancs verts, des clubs d'épiciers retraités <br/>
''Qui tisonnent le sable avec leur canne à pomme, <br/>
''Fort sérieusement discutent les traités, <br/>
''Puis prisent en argent, et reprennent : « En somme !... » <br/>
''Épatant sur son banc les rondeurs de ses reins, <br/>
''Un bourgeois à boutons clairs, bedaine flamande, <br/>
''Savoure son onnaing d'où le tabac par brins <br/>
''Déborde - vous savez c'est de la contrebande - <br/>
''Le long des gazons verts ricanent les voyous (...)'' <br/>
<div style="text-align: right;"> extrait de ''Recueil de Douai'' </div> </blockquote>
 
Avendo risentito molto profondamente della tragedia della [[Comune di Parigi|Comune]], il poeta-bambino vuole raggiungere [[Parigi]]. Lo stesso giorno in cui [[Napoleone III]] e l'esercito imperiale entrano a [[Rethel]], Arthur fugge da Charleville, in direzione di Parigi, dove vuole diventare giornalista. L'avventura è sventata dal bigliettaio controllore del treno su cui viaggia ed ha il suo compimento nella prigione di Mazas e il susseguente ritorno a Charleville, dove la madre gli rifila una sberla memorabile al centro del quai de la Madeleine, a fianco all'attuale [[Museo Rimbaud]]. Ma non è che l'inizio di una lunga serie di fughe, dato che Arthur è ossessionato dal bisogno morboso di camminare, ancora e sempre, per accostarsi a un altro mondo oltre gli oceani e le montagne, sempre più lontano. [[Paul Verlaine]] dirà di lui che è un "viaggiatore cencioso".
Solo di recente, complice l'editoria, con la pubblicazione di molti volumi e romanzi sull'argomento (sicuramente importante il celebre [[Memorie di una geisha (romanzo)|Memorie di una geisha]], di [[Arthur Golden]]), e la cinematografia, si sta riscoprendo la vera storia di queste donne, che non poteva essere più lontano da quanto fino ad oggi è stato creduto.
 
Durante il suo soggiorno a Parigi, Arthur abita, nel febbraio-marzo 1871 presso [[Théodore de Banville]]. Ma già dal mese di maggio, Arthur, nella sua cosiddetta "lettera del veggente", esprime la sua differenza e, nell'agosto[[1871]], nel suo poema parodistico, ''Ciò che dicono al poeta a proposito dei fiori'', esprime una critica aperta alla poetica di Banville.
==Le geisha ieri: l'educazione==
 
In un poema violento, ''L'orgie parisienne ou Paris se repeuple'', egli denuncia lassismo e vigliaccheria dei vincitori. Dopo la disfatta contro la [[Prussia]] nel [[1871]], la sua poesia si radicalizza sempre più, diviene sempre più sarcastica: ''Vénus Anadyomène'' ne è un esempio. La stessa scrittura si trasforma progressivamente, e Rimbaud comincia a odiare la poesia dei ''Parnassiani'', e nella celebre ''Lettera a Paul Demeny'' o ''Lettera del veggente'', egli afferma il suo rigetto della "poesia soggettiva".
Tradizionalmente le geisha cominciavano il loro apprendimento in tenerissima età. Anche se alcune bambine venivano e vengono ancora vendute da piccole alle case di geisha ("[[okiya]]"), questa non è mai stata una pratica comune in quasi nessun distretto del Giappone. Spesso, infatti, intraprendevano questa professione in maggior numero le figlie delle geisha, o comunque ragazze che lo sceglievano liberamente.
 
È ugualmente in questa lettera che egli espone la sua propria ricerca della poesia: vuole farsi "veggente", tramite una "lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi". È così che Rimbaud, l'allievo iperdotato, rifiuta di tornare al liceo, fugge e beve dell'assenzio. Chiamato da [[Paul Verlaine]] a cui ha inviato qualche lirica, comincia con lui una relazione intima e una vita di vagabondaggio. Non ha che 17 anni.
[[Image:Kamogawa Maiko 02.jpg|thumb|left|330px|Due ''maiko'' che danzano con il ventaglio. [[Kamogawa]], [[Tokyo]].]]
Gli okiya erano rigidamente strutturati; le fanciulle dovevano attraversare varie fasi, prima di diventare ''maiko'' e poi geisha vere e proprie, tutto questo sotto la supervisione della ''"oka-asan"'', la proprietaria della casa di geisha.
 
Questa relazione tumultuosa termina con uno smacco/insuccesso: nel [[1873]], i due amici sono a [[Londra]]. Verlaine abbandona tutto d'un tratto Rimbaud affermando di voler tornare dalla moglie, deciso a spararsi se ella non lo avesse riaccettato. Trasloca in un albergo a [[Bruxelles]]. Rimbaud lo raggiunge, persuaso che non avrà il coraggio di mettere fine ai suoi giorni. Nel momento in cui Arthur lo vuole lasciare Verlaine, ebbro/ubriaco, spara due colpi all'amico, ferendolo leggermente. Verlaine viene incarcerato a [[Mons]]. Rimbaud, invece, raggiunge la fattoria di famiglia a [[Roche]], nelle [[Ardenne]] dove scrive ''Una stagione all'inferno''.
Le ragazze nella prima fase di apprendimento, ossia non appena arrivano nell'okiya, sono chiamate ''"shikomi"'', e venivano subito messe a lavoro come domestiche. Il duro lavoro al quale sono sottoposte era pensato per forgiarne il carattere; alla più piccola shikomi della casa spettava il compito di attendere che tutte le geisha fossero tornate, alla sera, dai loro appuntamenti, talvolta attendendo persino le due o le tre di notte. Durante questo periodo di apprendistato, la shikomi poteva cominciare, se la oka-san lo riteneva opportuno, a frequentare le classi della scuola per geisha dell'''[[hanamachi]]''. Qui l'apprendista cominciava ad imparare le abilità di cui, diventata geisha, sarebbe dovuta essere maestra: suonare lo [[shamisen]], lo [[shakuhachi]] (un [[flauto]] di bambù), o le percussioni, cantare le canzoni tipiche, eseguire la [[danza tradizionale giapponese|danza tradizionale]], l'adeguata maniera di [[cha no yu|servire il tè]] e le bevande alcoliche, come il [[sake]], come creare composizioni floreali e la calligrafia, oltre che imparare nozioni di poesia e di letteratura.
 
''Una stagione all'inferno'' è una biografia allucinata del percorso di Rimbaud. La scrittura caotica è attraversata senza posa da una molteplicità di voci interiori. Rimbaud vi grida la sua sofferenza, il suo dolore, la sua esperienza intima: ha compreso che non può "rubare il fuoco" solo per sé. Una "pazienza ardente" è indispensabile perché la disfatta non diventi definitiva. Ma voler dimenticare "l'Inferno", è tradire l'umanità. Tuttavia, nella solitudine atroce della città, la stanchezza soffoca il giovane poeta.
Una volta che la ragazza era diventata abbastanza competente nelle arti delle geisha, e aveva superato un esame finale di danza, poteva essere promossa al secondo grado dell'apprendistato: ''"minarai"''. Le minarai erano sollevate dai loro incarichi domestici, poiché questo stadio di apprendimento era fondato sull'esperienza diretta. Costoro per la prima volta, aiutate dalle sorelle più anziane, imparavano le complesse tradizioni che comprendono la scelta e il metodo di indossare il [[kimono]], e l'intrattenimento dei clienti. Le minarai, quindi, assistevano agli ''ozashiki'' (banchetti nei quali le geisha intrattevano gli ospiti) senza però partecipare attivamente; i loro kimono, infatti, ancor più elaborati di quelle delle maiko, parlavano per loro. Le minarai potevano essere invitate alle feste, ma spesso vi partecipavano come ospiti non invitate, anche se gradite, nelle occasioni nelle quali la loro ''"onee-san"'' (onee-san significa "sorella maggiore", ed è l'istruttrice delle minarai) era chiamata. Abilità come la conversazione e il giocare, non venivano insegnate a scuola, ma erano apprese dalle minarai in questo periodo, attraverso la pratica. Questo stadio durava, di solito, all'incirca un mese.
 
Ciclicamente afasico o attraversato da crisi di odio verso la Chiesa, la società del [[XIX secolo]] che rinchiude l'individuo, Rimbaud rende il lettore partecipe dei suoi smacchi amorosi, e si pensi alla sua relazione con Verlaine, ma anche del fatto che per lui "l'amore è da reinventare". Smacco anche nel suo processo di ''Spia'': è un individuo che, solo, ha voluto dannarsi per ritrovare il vero senso della poesia.
Dopo un breve periodo di tempo, cominciava per l'apprendista il terzo (e più famoso) periodo di apprendimento, chiamato ''"maiko"''. Una maiko è un'apprendista geisha, che impara dalla sua onee-san seguendola in tutti i suoi impegni. Il rapporto tra onee-san e ''imoto-san'' (che vuol dire "sorella minore") era estremamente stretto: l'insegnamento della onee-san, infatti, era molto importante per il futuro lavoro dell'apprendista, poiché la maiko doveva apprendere abilità rilevanti, come l'arte della conversazione, che a scuola non le erano state insegnate. Arrivate a questo punto, le geisha solitamente cambiavano il proprio nome con un "nome d'arte", e la onee-san spesso aiutava la sua maiko a sceglierne uno che, secondo lei, si sarebbe adattato alla protetta.
 
I lavori scritti in seguito, praticamente tutte le sue ''[[Le Illuminazioni|Illuminazioni]]'', terminano con l'irruzione della "realtà ruvida a spegnersi". Quindi si zittirà, a 21 anni, avendo compiuto tutto ciò che era in suo potere, nel "deserto e nella notte" che lo attorniano. Sa ormai che, da sola, la poesia non può cambiare la vita.
La lunghezza del periodo di apprendistato delle maiko poteva durare fino a cinque anni, dopo i quali la maiko veniva promossa al grado di geisha, grado che manteneva fino al suo ritiro. Sotto questa veste, adesso, la geisha poteva cominciare a ripagare il debito che, fino ad allora, aveva contratto con l'okiya; l'addestramento per diventare geisha, infatti, era molto oneroso, e la casa si accollava le spese delle sue ragazze a patto che queste, lavorando, ripagassero il loro debito. Queste somme erano spesso molto ingenti, e a volte le geisha non riuscivano mai a ripagare gli okiya; se si pensa, infatti, che nel [[1975]] l'acquisto di un [[kimono]] fu stimato sui 1000 [[dollaro statunitense|dollari americani]], non rimane difficile immaginare la cifra enorme che le geisha avrebbero dovuto guadagnare.
 
==L'avventura d'Africa==
==Le geisha oggi==
[[Image:Japan Kyoto Gion DSC00827.jpg|right|thumb|300px|Una via dell'[[hanamachi]] di [[Gion]], a [[Kyōto]].]]
Ai giorni nostri, il rituale di formazione ed educazione della geisha non è molto diverso da quello di cento anni fa. Le discipline in cui ogni geisha si deve specializzare sono le medesime, e la serietà con cui vengono offerte è sancita dal {{nihongo|''[[kenban]]''|検番 }}, una sorta di albo professionale che obbliga coloro che vi sono iscritte al rispetto di regole morali ed estetiche molto severe, dall'abbigliamento, al trucco, allo stile di vita.
 
A 24 anni il giovane poeta abbandona il mondo della letteratura e dei salotti per vivere l'avventura come rimedio alla noia, vagando verso paesi dai nomi che fanno sognare ([[Yemen]], [[Gibuti]], [[Etiopia]], [[Eritrea]]), ma che non furono altro che il teatro di una lunga deriva personale, e nei quali finirà per perdersi.
Il loro salario, inoltre, è fissato da organi statali appositamente adibiti; a costoro la geisha deve far sapere a quali incontri ha partecipato e per quanto tempo, perché essa possa ricevere lo stipendio in base al numero di clienti ed al tempo, e perché l'ufficio possa mandare il conto al cliente. In questo modo le geisha non sono più legate economicamente all'okiya, che per legge non può più far contrarre dei debiti alle sue geisha. Il tempo che viene loro pagato è misurato in base a quanti bastoncini di incenso bruciano durante la loro presenza, ed è chiamato {{nihongo|''senkōdai''|線香代||extra=''"compenso del bastoncino d'incenso"''}} o {{nihongo|''gyokudai''|玉代||extra=''"compenso del gioiello"''}}. A Kyoto, invece, si preferiscono i termini {{nihongo|''ohana''|お花||extra=''"compenso del fiore"''}} e {{nihongo|''hanadai''|花代||extra=con lo stesso significato}}.
 
Arrivando a [[Aden]], recupera se stesso, come lavoratore manuale, semplice operaio. Il [[7 agosto]] [[1880]] si sistema come caporeparto dei raccoglitori di caffè della società Bardey. In quel periodo, il porto di [[Mokha]] conosceva un fiorente commercio grazie al caffè.
Come si è detto precedentemente, le geisha stanno man mano scomparendo. La ragione principale, infatti, del successo delle geisha in passato va trovata nella passata posizione sociale della donna, soprattutto nel [[periodo Kamakura]]; essa doveva, infatti, rimanere confinata in casa, e riceveva un'educazione molto approssimativa, che non permetteva loro di conversare e di interessare adeguatamente i loro uomini. La geisha, perciò, compensava una figura femminile poco attraente, assolutamente sottomessa all'uomo e totalmente priva di una propria personalità, fornendo all'uomo quell'interesse che egli non riusciva a trovare tra le mura della propria abitazione. Ed è proprio la mutata condizione sociale della donna dei giorni nostri che sta facendo scomparire la figura della geisha. Le scuole stanno chiudendo una dietro l'altra e le ragazze iscritte sono in numero sempre minore, poiché il duro tirocinio a cui devono sottostare non è più gradito alle nuove generazioni.
 
Nel dicembre 1880, arriva a [[Harar]] in [[Abissinia]], la città dei 99 minareti. La leggenda racconta che fu uno dei primi occidentali a penetrare in questa città santa dell'[[Islam]]. Diviene gerente di un banco commerciale e pratica il commercio dell'avorio, del caffè, delle pelli e dell'oro, che scambia con tessuti di [[Lione]], casseruole, della chincaglieria. Si lancia anche nel commercio di armi, dato che all'epoca la regione è agitata da numerosi conflitti. Di contrapposto, la leggenda che lo fa un negriero è infondata: è vero solo che chiederà, nel [[1889]], una coppia di schiavi ad un amico "per suo servizio personale" (ma non li otterrà mai).
Ancora oggi, comunque, le geisha esitono, sebbene in minor numero. Le comunità che resistono sono principalmente quella di [[Tokyo]] e quella di [[Kyōto]], la più importante. In quest'ultima esistono cinque hanamachi, i più famosi ed importanti dei quali sono quelli di ''[[Gion]]'' (diviso in ''Gion Kobu'' e ''Gion Higashi'') e di ''[[Pontocho]]'' (gli altri due sono ''[[Miyagawacho]]'' e ''[[Kamishichiken]]''), mentre Tokyo ne conta sei, anche se di minore importanza, ''[[Shimbashi]]'', ''[[Akasaka]]'', ''[[Asakusa]]'', ''[[Yoshicho]]'', ''[[Kagurazaka]]'' e ''[[Hachioji]]''. Le geisha di [[Kyōto]] vivono ancora nei tradizionali ''okiya'', e persistono figure come l'oka-asan, mentre fuori da questa città sempre più spesso queste decidono di vivere indipendentemente, in appartamenti nell'hanamachi o nei suoi pressi.
 
Tuttavia, ad Harar come altrove, Rimbaud s'annoia sempre, e, in una delle sue lettere alla famiglia, dice: ''"M'annoio molto, sempre; non ho mai conosciuto nessuno che si annoiasse così tanto come me"''.
[[Image:Geisha Kyoto Gion.jpg|thumb|left|200px|Una ''geiko'' intrattiene un cliente nel quartiere di Gion, [[Kyōto]].]]
Le giovani donne che desiderano diventare geisha cominciano il loro addestramento sempre più tardi, dopo aver terminato un primo piano di studi nelle scuole statali, o persino l'università. Questo accade specialmente nelle città più popolate e aperte alla cultura occidentale, come Tokyo, dove le geisha sono, in media, più anziane rispetto a quelle di altre città.
 
Nel [[1891]] ritorna in patria. Una sinovite mal curata al ginocchio si è manifestata e, per diffuso processo canceroso, gli dovrà essere amputata la gamba. Il [[24 luglio]] [[1891]] sbarca alla stazione di [[Voncq]], a 3 chilometri da [[Roche]], con la sua stampella e una nuova gamba, di legno. Purtroppo non è stato possibile fermare la cancrena e se ne riparte un mese più tardi, in treno, per andare a morire a [[Marsiglia]], il [[10 novembre]], all'età di 37 anni, tra sofferenze atroci, vegliato dalla sorella Isabelle.
Nel moderno Giappone è raro vedere geisha e maiko all'esterno del loro ''hanamachi''. Nel 1920, infatti, c'erano più di 80.000 geisha in tutto il Giappone, ma oggi sono molte meno; il numero esatto non è noto se non alle geisha stesse (che sono molto protettive nei confronti del mistero che, anche nello stesso Giappone, aleggia attorno alla loro figura), ma si stima non siano più di un paio di migliaia. Molte di loro, inoltre, sono ormai quasi solamente un'attrazione turistica. La diminuzione dei clienti, infatti, con l'avvento della cultura occidentale, e la grande spesa che occorre pagare per ottenere l'intrattenimento di una geisha, hanno contribuito al declino delle antiche arti e tradizioni, che oggi sono difficili da trovare.
 
L'amico [[Paul Verlaine]] riassumerà con una sola frase gli anni erranti di Rimbaud, ''"non ha fatto altro che viaggiare terribilmente e morire giovanissimo"''.
==Geisha e prostituzione==
Come già accennato in precedenza, esiste oggi molta confusione, specialmente fuori dal Giappone, riguardo la natura della professione della geisha; nella cultura popolare occidentale, le geisha sono frequentemente scambiate con prostitute di lusso. L'equivoco, che ha cominciato a diffondersi dal periodo dell'[[Giappone#Giappone occupato|occupazione americana]] del Giappone, nella cultura [[Cina|cinese]] è, se possibile, ancor più marcato; in [[lingua cinese|cinese]], infatti, la parola ''geisha'' è tradotta con il termine ''yì jì'' (艺妓), dove ''jì'' (妓) ha il significato, appunto, di "prostituta".
 
==Il suo apporto alla poesia==
Le geisha sono state spesso confuse con le [[cortigiana|cortigiane]] di lusso, chiamate ''[[oiran]]''. Come le geisha, queste portano elaborate acconciature e tingono il viso di bianco; ma un semplice modo per distinguerle è che le oiran, portano l'[[obi (cintura)|obi]] (la cintura a fiocco legata in vita nel kimono) sul davanti, mentre le geisha lo portano dietro, a contatto con la schiena.
 
Per quale motivo questa scrittura personale, questa ricerca assoluta dell'essenza della poesia hanno avuto così tanta risonanza?
Un tipo particolare di geisha è costituito dalle cosiddette '''onsen geisha''', "geisha delle terme". Costoro, infatti, sono geisha che lavorano negli [[onsen]], ossia gli stabilimenti termali del Giappone, oppure più genericamente nei villaggi e nei luoghi turistici; sono viste molto male dai giapponesi, che le considerano quasi alla stregua delle prostitute, poiché, lavorando per i grandi alberghi, si esibiscono in danze e canti per un vasto pubblico, invece che per la ristretta cerchia di intenditori, come fa una geisha vera e propria, e ovviamente non sono iscritte al ''[[kenban]]''.
 
Innanzitutto perché la scrittura di Rimbaud dà l'esempio universale di un'esperienza dei limiti, avendo ciascuno nel corso della vita risentito questa rivolta che il poeta maledetto, sciogliendo tutti gli ormeggi, spinge al suo culmine, mentre l'uomo comune si accontenta di nasconderla freddamente sotto la maschera che la società ci richiede.
===Relazioni interpersonali e ''danna''===
Rimbaud ha anche inventato una nuova lingua, come egli stesso la desiderava: ''l'anima per l'anima, riassumendo tutto, profumi, suoni, colori, il pensiero che si aggrappa al pensiero e tira (Lettera del Veggente)''. Nessuna descrizione minuziosa: solo una forma, una violenza carnale nel colore squillante. Nelle sue visioni, gli esseri, gli oggetti si animano e si uniscono sul sentiero dell'immagine. Questo nuovo verbo poetico ha fatto saltare le norme della civiltà e della determinazione sociale.
Le geisha sono donne nubili, e possono decidere di sposarsi solo ritirandosi dalla professione. Se anche gli impegni di una geisha possono includere anche intrattenimenti di tipo amoroso, questo non è previsto nella sua professione. Una vera geisha non viene pagata per trombare, anche se può scegliere di avere relazioni con uomini incontrati durante il suo lavoro, sebbene mantenute al di fuori del contesto del suo lavoro come geisha.
 
Con lui, la poesia ha il colore della musica e della pittura, il movimento della danza e del sogno. Sperava che ''dei lavoratori orribili'' gli succedessero. Fra questi successori, che egli auspicava, sicuramente possiamo annoverare [[Jarry]], [[Artaud]], [[Roger Vitrac|Vitrac]] e i [[surrealisti]] in generale. Come ''Il battello ebbro'', essi sono andati a fondo nell'ignoto, aprendo la strada alla poesia contemporanea.
Era uso nel passato che una geisha, per stabilirsi, prendesse un ''[[danna]]'', o patrono. Tradizionalmente il ''danna'' era un uomo ricco, talvolta sposato, che aveva i mezzi per accollarsi le enormi spese di cui il lavoro di geisha abbisognava; anche oggi la tradizione del ''danna'' è viva, in Giappone, ma solo qualche geisha ne sceglie uno.
 
==Opere==
Anche se succedeva spesso che una geisha ed il suo danna si innamorassero, scopare non era richiesto come pagamento per il supporto finanziario che il danna elargiva. Le convenzioni e i valori che si celavano dietro questo particolare rapporto sono molto intricate, sconosciute ed incomprensibili agli occidentali, come a molti giapponesi stessi.
* [[Prose e versi di collegio]]
* [[Poesie]]
* [[Ultimi versi]]
* [[Opere varie]]
* [[Una stagione all'inferno]]
* [[Le illuminazioni]]
 
==Rimbaud nella cinematografia==
==Le geisha nell'arte==
Tra i primi film che trattano la vita di Rimbaud c'è [[Una stagione all'inferno]] del [[1970]], un film franco-francese di [[Nelo Risi]] che tratta tutta la vita del poeta, dal suo incontro con Verlaine fino al suo viaggio in Africa. Rimbaud è interpretato da [[Terence Stamp]].
=== Opera lirica ===
*''[[Madama Butterfly]]'', di [[Giacomo Puccini]] ([[1904]])
 
Un film documentario che rappresenta la biografia del poeta, svolta in tre parti, è [[Arthur Rimbaud - Une biographie]] ([[1991]]), del regista [[Richard Dindo]] in una co-produzione franco-svizzera [http://www.imdb.com/title/tt0101370/].
=== Cinema ===
*''[[Yoshiwara, il quartiere delle geishe]]'', film di [[Max Ophuls]] ([[1937]])
*''[[La mia geisha]]'', film di [[Jack Cardiff]] con [[Shirley MacLaine]] ([[1962]])
*''[[M. Butterfly]]'', film di [[David Cronenberg]] ([[1993]])
*''[[Memorie di una geisha (film)|Memorie di una geisha]]'' (''Memoirs of A Geisha''), film di [[Rob Marshall]] ([[2005]]) prodotto da [[Steven Spielberg]] e basato sul [[Memorie di una geisha (romanzo)|Memorie di una geisha]] di [[Arthur Golden]]
 
Un altro film, che rappresenta invece la complicata relazione tra Rimbaud e [[Paul Verlaine]], è [[Poeti dall'inferno]] (''Total Eclipse'') ([[1995]]) della regista [[Agnieszka Holland]] dove Rimbaud è interpretato da [[Leonardo Di Caprio]] [http://www.imdb.com/title/tt0114702/].
=== Canzone ===
*''Geisha'', da ''[[Mediamente isterica]]'' di [[Carmen Consoli]] ([[1998]])
 
Sempre dello stesso anno è ''The Pagan Book of Arthur Rimbaud'', un film diretto da [[Jay Anania]] che indaga sul percorso interiore del poeta prima del suo incontro con Verlaine.
==Note==
<div class="references-2column">
<div class="references-small">
<references />
</div>
 
Ancora del 1995 è il film ''Arthur Rimbaud. L'homme aux semelles de vent'' un telefilm in due puntate diretto da [[Marc Rivière]] per la televisione franco-canadese, con [[Laurent Mallet]] nei panni del poeta. Vi si racconta in maniera romanzato il viaggio di Rimbaud in Africa.
==Bibliografia==
 
*T. Myû, ''[[Le memorie di una geisha - 'Fuku-Ko']]'', 1918, L'Estremo Oriente, Brescia
Del [[1996]] è [[Rainbow pour Rimbaud]], un film tratto da una novella di [[Jean Teulé]], dove un giovane, sotto l'influenza dei poemi di Rimbaud, decide di viaggiare in Africa e incomincia ad identificarsi con il poeta. Il film è diretto da [[Laurent Bénégui]] e lo stesso Teulé. Premio speciale della giuria a [[Festival di Cannes|Cannes]] junior.
*Sayo Masuda, ''Autobiografia di una Geisha''
 
*Liza Crihfield, ''La mia vita da geisha''', Dalby, ISBN 8882747727, ISBN 139788882747725
Del 1998 è il documentario ''Liberté libre'' sul viaggio del poeta dalla Francia al Corno d'Africa, diretto da [[Jean Philippe Perrot]].
*Mineko Iwasaki, ''Una vita da Geisha'' o ''Geisha del Gion'' (con Rande Brown)
 
*P.D. Perkins, ''Geisha di Pontocho''
Del [[2004]] è il documentario ''Quoi? L'etérnité'' di [[Étienne Faure]] sulla vita del poeta.
*John Gallagher, ''Geisha: Un unico mondo di Tradizioni, eleganza e arte''
 
*Eleanor Underwood, ''La vita di una Geisha''
Nel [[2007]] lo sceneggiatore e regista [[Todd Haynes]] si è ispirato al grande poeta per la figura di Arthur (interpretato dall'inglese Ben Wishaw), uno dei sei personaggi ispirati alla musica e alla vita di [[Bob Dylan]] nel film [[Io non sono qui]].
*Lesley Downer, ''Geisha: storia di un mondo segreto''
 
*Arthur Golden, ''[[Memorie di una geisha (romanzo)|Memorie di una Geisha]]'', ISBN 978-88-7818-821-1
==Le sue opere e il cinema==
Dalle opere di Rimbaud sono stati tratti alcuni film:
 
* al poema ''Bottom'' è ispirato ''[[Un grosso uccello grigio azzurro]]'' (Ein Großer graublauer Vogel) ([[1971]]) diretto da [[Thomas Schamoni]].
* il poema ''L'Orgie Parisienne, Ou Paris Se Repeuple'' è musicato da [[Michael Nyman]] nel ''Michael Nyman Songbook'' ([[1992]]).
* dal poema ''Nuit de l'enfer'' è stato tratto ''[[Les amants criminels]]'' ([[1999]]) diretto e sceneggiato da [[François Ozon]] [http://www.film.tv.it/scheda.php?film=25475].
* dal poema ''Une saison en enfer'' è stato tratto ''[[Chelsea Wall]]'' (2001) di [[Ethan Hawke]] e sceneggiato da [[Nicole Burdette]] [http://www.film.tv.it/scheda.php?film=29083].
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
 
* {{fr}} [http://www.mag4.net/Rimbaud/index.html Sito su Arthur Rimbaud]
* {{it}} [http://www.arthurrimbaud.it Sito su Arthur Rimbaud]
* {{fr}} [http://www.rimbaud-arthur.fr 150ème anniversaire de la naissance]
* {{fr}} [http://www.circetofilms.com/html/FRF/Fath.html Il documentario ATHAR sul viaggio del poeta dalla Francia al Corno d'Africa, diretto da Jean Philippe Perrot.]
* {{fr}} [http://maxunger.free.fr/spip/article.php3?id_article=34 Jeune ménage] tratto da "Les Illuminations" canzone disponibile on-line].
* {{it}} [http://www.giovannidallorto.com/testi/france/verlaine/rimbaud.html Drôle de ménage]
 
 
{{Portale|letteratura|biografie}}
==Collegamenti esterni==
* [http://lnx.whipart.it/html/modules.php?name=News&file=article&sid=2840 Un articolo sulla formazione e l'aspetto delle geisha]
 
[[Categoria:Scrittori LGBT|Rimbaud, Arthur]]
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[[categoria:Cultura del Giappone]]
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[[ar:غيشاآرثر رامبو]]
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