Molfetta: differenze tra le versioni

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|Panorama = Molfetta - Molfetta - 2024-09-26 13-02-02 001.JPG
|Didascalia =
|Bandiera = Flag of Molfetta-Bandiera.png
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
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|Divisione amm grado 1 = Puglia
|Divisione amm grado 2 = Bari
|Amministratore locale = TommasoArmando MinerviniGradone
|Partito = [[listacommissario civica]]prefettizio
|Data elezione = 2520-610-20172025
|Data rielezioneistituzione = 5-7-2022
|Data istituzione =
|Altitudine = 15
|Sottodivisioni = Gavetone, Località Via Terlizzi, Madonna della Rosa-Carrare, Piscina Rossa
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|Gradi giorno = 1202
|Nome abitanti = molfettesi
|Patrono = [[Corrado di Baviera]] [[Madonna dei Martiri]]
|Festivo = 9 febbraio
|Motto = {{maiuscolettoMaiuscoletto|Senatus Populusque Melphictiensis}}
|PIL =
|PIL procapite =
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|Didascalia mappa = Posizione del comune di Molfetta all'interno della città metropolitana di Bari
}}
'''Molfetta''' (pronuncia<small>[[Alfabeto Molfèttafonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[molˈfetta]}}<ref>{{Cita web|url=http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=41276&r=4330|titolo=Dizionario d'ortografia e di pronunzia|autore=Progetto informatico, realizzazione tecnica, sistemi di backoffice, hosting: Andrea D'Aquino - ad_NOSPAM_@_NOSPAM_netadcom.com|accesso=28 aprile 2018|dataarchivio=28 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180428181757/http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=41276&r=4330|urlmorto=sì}}</ref>, ''Melfétte'' in [[dialetti della Puglia centrale|dialetto locale]]<ref>{{cita libro |autore1=Teresa Cappello|autore2=Carlo Tagliavini|titolo=Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani|città=Bologna|editore=Pàtron|anno=1981}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[città metropolitana di Bari]] in [[Puglia]].
 
== Geografia fisica ==
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Sorta anticamente sull'isoletta di ''Sant'Andrea'', l'area urbanizzata ha un fronte mare di circa 3,5 chilometri a levante e altrettanti a ponente rispetto al nucleo antico e al [[Porto di Molfetta|porto]].
 
Il territorio si estende verso l'entroterra [[murgia]]no e confina anche con il comune di [[Terlizzi]], a sud. Dal punto di vista geomorfologico, esso è costituito dalle bancate calcaree del [[Cretaceo inferiore]], piuttosto profondamente carsificate come dimostrato dal sito naturalistico-archeologico del [[Pulo di Molfetta|Pulo]] e dalle profonde voragini carsiche in cui ci si imbatte molto spesso durante gli scavi per la realizzazione dei piani di fondazione dei nuovi edifici, concentrate in particolare lungo i margini delle ''[[Lama (corso d'acqua)|lame]]'' che lo solcano in direzione mediamente perpendicolare alla costa. Le lame stesse costituiscono di per sé una delle forme macroscopiche di ''[[carsismo]] epigeo'' e rappresentano un forte indizio di presenza di forme carsificate ipogee.<ref>{{Cita pubblicazione|data=15 giugno 2002|titolo=Holocene coastal dune development and environmental changes in Apulia (southern Italy)|rivista=Sedimentary Geology|volume=150|numero=1-2|pp=139–152139-152|lingua=en|doi=10.1016/S0037-0738(01)00272-X| issn = 0037-0738 }}</ref>
 
Tuttavia il territorio, pur non molto esteso, ha avuto una vocazione prevalentemente agricola, almeno fino al termine del [[XX secolo]], prima cioè che vi trovasse insediamento una vasta zona industriale (ASI), ancora in fase di ampliamento.
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== Storia ==
=== Origini della città ===
Il territorio molfettese risulta abitato sin dalla [[Preistoria]]. A questa fase risalgono, infatti, gli insediamenti più antichi, necropoli e tracce di capanne, rinvenuti nell'area circostante alla città (fondo Azzollini e viciniori) e presso il sito archeologico-naturalistico del ''[[Pulo di Molfetta|Pulo]]'', dolina carsica "di crollo" a circa un chilometro e mezzo dal centro urbano.<ref>{{Cita web|url=http://www.pulodimolfetta.it/index.php/neolitico?layout=blog|titolo=neolitico|accesso=26 marzo 2018|dataarchivio=11 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171111120550/http://www.pulodimolfetta.it/index.php/neolitico?layout=blog|urlmorto=sì}}</ref>
 
Si ritiene che Molfetta sia stata fondata dai [[Antica Grecia|Greci]] attorno al [[IV secolo a.C.|IV secolo a.C]]. Successivamente il villaggio passò sotto il dominio dei [[Impero romano|Romani]], che le diedero il nome ''Respa''<ref name=":5">{{Cita web|url=http://web.tiscali.it/pasca/storia.htm|titolo=storiaStoria di Molfetta|sito=web.tiscali.it|accesso=21 maggio 2019}}</ref>. La prima indicazione dell'esistenza di un villaggio tra ''Turenum'' ([[Trani]]) e ''Natiolum'' ([[Giovinazzo]]) è piuttosto tarda e si ritrova nell{{'}}''[[Itinerario antonino|Itinerarium Provinciarum Antonini Augusti]]'', il registro delle stazionestazioni e delle distanze tra le località poste lungo le diverse strade dell'[[Impero romano|impero]]<ref name=":2">{{Cita libro|autore=Michele Romano|titolo=Saggio sulla storia di Molfetta dall'epoca dell'antica Respa sino al 1840|editore=}}</ref>. Fin dalla sua fondazione nel [[III secolo a.C.|III secolo a.C]]. fino alla caduta dell'Impero romano d'occidente, il villaggio di Molfetta faceva parte del territorio della vicina [[Ruvo di Puglia]], all'epoca florida [[Polis|polis greca]] e poi [[Municipio (storia romana)|''municipium'' romano]], in epoca greca era conosciuta come Ρυψ (''Rhyps'', pron: Rüps), poi ''Rubi'', in età romana. Respa era strategicamente importante per Ruvo, poiché rappresentava il suo principale porto commerciale e la prima via di comunicazione diretta con la Grecia.<ref>{{Cita libro|autore=Francesco di Palo|titolo=Museo Archeologico Jatta|anno=1993|città=Ruvo di Puglia|p=8}}</ref>
 
=== Medioevo ===
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Con il consolidamento del dominio normanno, città come Molfetta, [[Bari]], [[Brindisi]] e [[Otranto]] divennero importanti punti di partenza durante il periodo delle [[Crociata|crociate]]. A questo periodo risale la costruzione dell{{'}}''Ospedale dei crociati'', struttura adibita a ospizio per coloro che erano diretti in [[Terra santa|Terrasanta]], edificato nei pressi della [[Basilica della Madonna dei Martiri]].<ref>{{Cita web|url=http://www.madonnadeimartiri.it/ospedale.asp|titolo=Madonna Dei Martiri - Basilica Pontificia Minore|accesso=6 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.medievale.it/articoli/itinerari-crociati-a-nord-di-bari/|titolo=Itinerari Crociati a Nord di Bari|autore=Gian Luca Todini|accesso=23 aprile 2018}}</ref>
 
Tra la fine del [[1133]] e la primavera del [[1134]], Molfetta fu concessa da re [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]] a Roberto I di Basunvilla, suo cognato. Alla morte di quest'ultimo, avvenuta prima del [[1142]], Roberto II di Basunvilla, figlio di Roberto I e di Giuditta, sorella di Ruggero II, divenne il nuovo signore di Molfetta.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-basunvilla_(Dizionario-Biografico)/|titolo=BASUNVILLA, Roberto in "Dizionario Biografico"|accesso=23 aprile 2018}}</ref> A Roberto II, morto il [[15 settembre]] del [[1182]], subentrò (sino al [[1187]]) sua sorella Adelasia. Successivamente, Molfetta, appartenente alla contea di [[Conversano]], entrò a far parte del demanio fino al [[1190]], anno in cui la stessa contea fu concessa a [[Ugo Lupino]]. Dopo la sua morte, avvenuta intorno al [[1197]]-[[1198]], non lasciando eredi diretti, l'imperatrice [[Costanza d'Altavilla|Costanza]], durante la sua reggenza del regno (dal [[28 settembre]] 1197 al [[27 novembre]] 1198, giorno della sua morte), ascrisse Molfetta nel regio demanio. La scomparsa dell'imperatrice e la minore età di [[Federico II di Svevia|Federico II]] crearono una situazione che ricondusse Molfetta nella contea di Conversano, allora amministrata (dal 1207) ''[[ad interim]]'' da Ruggero de Piscina, nipote del defunto Berardo I di Celano già Conte di Conversano. Solo dopo il dicembre del [[1220]] Federico II si riprese Molfetta, già dichiarata [[Città regia (Italia)|città regia]] da sua madre Costanza<ref>{{Cita web|url=http://www.arimolfetta.it/pagina-di-esempio/|titolo=La nostra città – ARI SEZIONESezione DIdi MOLFETTAMolfetta|accesso=23 aprile 2018}}</ref>.
 
=== XIV e XV secolo ===
[[File:Ladislao d'Angiò re di Napoli.jpg|miniatura|Ladislao I.]]
Nel periodo [[1348]]-[[1352]] la città appartenne a Giovanni Pipino, nobile [[barletta]]no, conte di [[Minervino Murge|Minervino]] e palatino di [[Altamura]].<ref>{{Cita webDBI|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-pipino_(Dizionario-Biografico)/pipino|titolo=PIPINO, Giovanni in "Dizionario Biografico"|accesso=23 aprile 2018}}</ref> Successivamente la città passò sotto il dominio degli [[Angioini]], con [[Giovanna I di Napoli|Giovanna di Napoli]] e [[Roberto d'Angiò]].<ref>{{Cita web|url=http://www.quindici-molfetta.it/citta.aspx|titolo=Quindici Molfetta - Città|accesso=23 aprile 2018}}</ref> Con la scomparsa di [[Luigi di Taranto]] e di Roberto d'Angiò, grazie a una [[Bolla pontificia|bolla]] di papa [[Papa Urbano V|Urbano V]], in data [[25 aprile]] [[1365]], Molfetta ritornò città demaniale. Nel [[1383]], [[Carlo III di Napoli|Carlo III di Durazzo]], divenuto [[Sovrani di Napoli|re di Napoli]] dopo la morte di [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]], donò la signoria di Molfetta a [[Giacomo del Balzo]], principe di Taranto<ref name=":3">{{Cita web|url=http://www.viaggioadriatico.it/rete_interadriatica/pagina-di-descrizione-citta/molfetta|titolo=Molfetta. La città dei maestri d'ascia
ViaggiADR|accesso=20 aprile 2018}}</ref>. L'anno successivo, Giacomo morì e non avendo ricevuto figli, il Principato di Taranto passò a suo nipote [[Raimondo Orsini del Balzo|Raimondo del Balzo Orsini]]. In questo periodo la Puglia era teatro di lotta tra i due rami della famiglia angioina, il durazzesco (Carlo III di Durazzo) e il provenzale ([[Luigi I d'Angiò]]). Molti signori locali approfittarono di questa situazione. Uno di questi fu il principe di Taranto ''[[Raimondo Orsini del Balzo|Raimundus de Baucio de Ursinis dictus dominus Raimundus]]''. Raimondo parteggiò prima per Carlo III di Durazzo, ma poi passò sotto la bandiera di Luigi I d'Angiò<ref name=":4">{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/orsini-del-balzo-raimondo_(Dizionario-Biografico)/|titolo=ORSINI DEL BALZO, Raimondo in "Dizionario Biografico"|accesso=23 aprile 2018}}</ref>. Alla morte di Luigi I d'Angiò ([[15 settembre]] [[1384]]), Carlo III rimase il legittimo re di Napoli, ma anch'egli, all'inizio del [[1386]], mori assassinato<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-iii-di-durazzo_(Dizionario-di-Storia)/|titolo=Carlo III di Durazzo in "Dizionario di Storia"|accesso=23 aprile 2018}}</ref>. La lotta per la successione al trono che ne seguì indusse Raimondo ad approfittare di questa ennesima confusione, tanto che egli, o nel medesimo anno (1386) o nel successivo, poté fregiarsi del titolo di signore di Molfetta<ref name=":4" />.
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Il [[17 gennaio]] [[1406]] Raimondo del Balzo Orsini morì<ref name=":4" />. Un anno dopo, il [[23 aprile]] del [[1407]], re Ladislao si unì in matrimonio con [[Maria d'Enghien]], vedova del predetto Raimondo, e incamerò tutti i beni del principato di Taranto.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ladislao-d-angio-durazzo-re-di-sicilia_(Dizionario-Biografico)/|titolo=LADISLAO d'Angiò Durazzo, re di Sicilia in "Dizionario Biografico"|accesso=23 aprile 2018}}</ref>
 
Per diploma del [[4 maggio]] [[1416]], nel quale fu riassunto il privilegio concesso dall'imperatrice Costanza e da suo figlio Federico II, la regina [[Giovanna II di Napoli|Giovanna II]] confermò Molfetta [[città demaniale]].<ref>{{Cita web|url=http://rilievo.stereofot.it/studenti/aa00/farinola/cennistorici/cenni.html|titolo=cenniCenni storici|sito=rilievo.stereofot.it|accesso=23 aprile 2018}}</ref>
 
Nel 1484 Giambattista Cybo, vescovo di Molfetta, divenne [[papa]] col nome di [[Papa Innocenzo VIII|Innocenzo VIII]].<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/innocenzo-viii_(Enciclopedia-dei-Papi)/|titolo=INNOCENZO VIII in "Enciclopedia dei Papi"|accesso=20 aprile 2018}}</ref>
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Anni prima, il [[15 aprile]] del [[1522]], nella città di [[Bruxelles]], l'imperatore [[Carlo V]] aveva ratificato la vendita delle città di [[Giovinazzo]] e Molfetta (essa venne quindi nuovamente [[Feudalesimo|infeudata]]), concordata per il prezzo di 50.000 [[Ducato (moneta)|ducati]] d'oro (per diploma del 5 aprile 1522) in favore di [[Ferrante di Capua|Ferdinando di Capua d'Altavilla]]<ref name=":2" />. Il 3 ottobre del medesimo anno, Carlo V aveva eretto in [[Principato (diritto)|principato]] la città di Molfetta e concesso a Ferdinando di Capua il titolo di [[principe]].<ref name=":0" /><ref name=":3" /> Il [[29 novembre]] [[1523]] Ferdinando di Capua era morto a [[Milano]]. Per testamento del 20 novembre Ferdinando aveva disposto erede universale sua figlia [[Isabella di Capua|Isabella]], che portò in dote il principato di Molfetta a suo marito [[Ferrante I Gonzaga]], [[Contea di Guastalla|conte di Guastalla]].
[[File:"Molfetta" (22263612712).jpg|thumb|upright=1.3|Molfetta in un disegno risalente alla seconda metà del XVII secolo.]]
Alla morte di Ferrante I, il [[principato di Molfetta]] (come pure la [[contea di Guastalla]]) passò a suo figlio [[Cesare I Gonzaga|Cesare I]] che, nell'aprile del [[1560]], si unì in matrimonio con [[Camilla Borromeo]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/cesare-i-gonzaga-conte-di-guastalla/|titolo=Césare I Gonzaga conte di Guastalla nell'Enciclopedia Treccani|accesso=20 aprile 2018}}</ref>, sorella del cardinale [[Carlo Borromeo]] e del Conte [[Federico Borromeo]]. Cesare I ebbe {{CnSenza fonte|quattro figli: due (Carlo e Ippolita) nati, forse, da relazioni antecedenti al matrimonio}} e due da Camilla, [[Margherita Gonzaga (1562-1618)|Margherita]] e [[Ferrante II Gonzaga|Ferrante II]], che nel [[1575]] successe al padre nella [[contea di Guastalla]] sotto la tutela della madre.
 
Ferrante II nel [[1587]] sposò [[Vittoria Doria]], figlia di [[Gianandrea Doria|Gian Andrea (di Giannettino) Doria]] e [[Zanobia Del Carretto Doria|Zenobia di Marc'Antonio Dei Carretto]] (o del Caretto)<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ferrante-ii-gonzaga-conte-poi-duca-di-guastalla/|titolo=Ferrante II Gonzaga conte poi duca di Guastalla nell'Enciclopedia Treccani|accesso=20 aprile 2018}}</ref>. Il 10 settembre [[1580]] il principe di Melfi, Gian Andrea Doria, e Ferrante II sottoscrissero i capitoli per il matrimonio. La dote fu stabilita in 100.000 ducati. Il [[22 giugno]] [[1618]] Vittoria Doria fece il suo testamento con il quale dispose erede universale tutti i suoi figli. Alla sua morte Ferrante II lasciò dieci figli, sei maschi e quattro femmine, avuti dal matrimonio con Vittoria Doria<ref>{{Cita web|url=http://genealogy.euweb.cz/gonzaga/gonzaga3.html#F1G|titolo=Gonzaga 3|sito=genealogy.euweb.cz|accesso=20 aprile 2018}}</ref>. Suo successore fu [[Cesare II Gonzaga|Cesare II]]. Nel [[1612]] sposò Isabella, figlia di [[Paolo Giordano I Orsini|Paolo Giordano Orsini]] duca di [[Bracciano]], morta nel [[1623]] all'età di 25 anni. Quest'ultima diede alla luce due figli: Vespasiano e [[Ferrante III Gonzaga|Ferrante III]] che nel [[1647]] sposò [[Margherita d'Este]], figlia di [[Alfonso III d'Este]], duca di [[Modena]]. Per testamento del [[3 gennaio]] [[1632]] Cesare II istituì erede il primogenito [[Ferrante III Gonzaga|Ferrante III]].
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Il 28 giugno [[1635]] comparve nella [[Gran Corte della Vicaria]] il principe [[Ferrante III Gonzaga|Ferrante III]], ove presentò istanza di voler ritenere la città di Molfetta, in virtù del credito riveniente da due doti matrimoniali: quella di sua madre, Isabella Orsini, e quella di Vittoria Doria, sua avola, del valore di 100.000 ducati ciascuna, per un totale di 200.000 ducati. Somma che apparteneva interamente a Ferrante III, per la sua quota e come cessionario dei suoi zii Carlo, Vincenzo, Andrea, Giovanni e Francesco, figli di Vittoria Doria''.'' Per&nbsp; decreto del successivo 13 luglio dello stesso anno, il Tribunale della Gran Corte concesse a Ferrante III la facoltà di ritenere la città di Molfetta dopo l'esecuzione di una perizia estimativa della stessa. In esecuzione di questo decreto si procedette all'apprezzo della città di Molfetta, operazione eseguita a cura del ''[[Tavolario]]'', signor Felice di Riso, il quale, con sua relazione dell'8 agosto 1635, stimò il valore della città pari a 102.971 ducati. Valore definitivo certificato e convalidato per altro decreto del 23 agosto 1635.
 
Il 2 aprile del [[1640]] per atto rogato dal notaio Giovanni Francesco Poggio di [[Genova]], il nobile Giacinto Biaggio, procuratore di [[Ferrante III Gonzaga]], vendette a Gian Stefano Doria, il quale nello stesso atto nominò suo nipote Luca [[Spinola]]<ref>{{Cita web|url=http://www.artemaestra.it/alessandro/f001/storia.php|titolo=Gaspar Hovich - breve storia di Molfetta|autore=Florinda Sasso|accesso=20 aprile 2018}}</ref>, la città di Molfetta per 170.000 ducati, di questa cifra 161.219 ducati costituivano il debito del Gonzaga nei confronti del Doria. Il successivo 4 maggio 1640 Ferrante III Gonzaga ratificò l'atto di compra-vendita. In realtà, la vendita della città non trovò piena e immediata esecuzione perché il Regio Consiglio Collaterale in data 11 luglio 1640 sospese a Luca Spinola il possesso della stessa. Questa situazione fu risolta nel biennio [[1643]]-[[1644]] ossia dopo l'impetrazione dell'assenso reale e la concessione dell{{'}}''[[Delibazione|exequatur]]'' al regio assenso.<ref name=":2" />. Il feudo sarebbe poi passato per successione degli Spinola alla famiglia milanese dei [[Gallarati Scotti (famiglia)|Gallarati Scotti]] fino al [[1798]], quando tornò demaniale<ref>{{cita testo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/molfetta/|titolo=Molfetta su Enciclopedia Treccani online}}</ref>.
 
Sette anni dopo l'acquisto della città, il 20 aprile dell'anno [[1647]], i coniugi Luca, figlio di Gaspare Spinola, e Pellina, figlia di Giovanni Battista Spinola, si recarono in visita a Molfetta.<ref>{{Cita web|url=http://www.sanpierdarena.net/SPINOLA%20di%20san%20Pietro%20via.htm|titolo=SPINOLA via Spinola di san Pietro|accesso=20 aprile 2018}}</ref>
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Dopo la seconda guerra mondiale la fisionomia della città venne profondamente modificata, con la costruzione di nuovi quartieri. In seguito al crollo di una palazzina, nel 1964, iniziò un lento abbandono del centro storico<ref name=:0 />, che solo negli ultimi anni sta vedendo dei primi segni di rinascita.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/05/14/la-rinascita-della-terra-il-centro-storico.html|titolo=La rinascita della 'Terra' il centro storico di Molfetta - la Repubblica.it|pubblicazione=Archivio - la Repubblica.it|accesso=6 aprile 2018}}</ref>
 
La città è una delle tappe del viaggio di [[Carlo, principe del Galles]], e della [[Diana Spencer|principessa Diana]], nel loro viaggio in Italia. Il 2 maggio [[1985]] la coppia visita l'Istituto Apicella, adibito all'educazione dei bambini [[Sordomutismo|sordomuti]].<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/lady-diana-e-carlo-a-molfetta-il-filmato-della-visita-storica/|titolo=Lady Diana e Carlo in visita a Molfetta: il filmato che diventa virale|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=6 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/05/03/in-piedi-all-alba-per-amore-di.html|titolo=INIn PIEDIpiedi ALLall'ALBAalba PERper AMOREamore DIdi DIANADiana COSI' TENERA Ecosì SEXYtenera -e lasexy Repubblica.it|pubblicazione=Archivio - la Repubblica.it|accesso=6 aprile 2018}}</ref>
 
Il 7 luglio [[1992]] viene assassinato il sindaco di Molfetta, [[Giovanni Carnicella]], con un colpo di fucile a canne mozze. L'assassino, tale [[Cristoforo Brattoli]], è un impresario che si era visto negare dal Comune il permesso per organizzare in città un concerto del cantante [[Nino D'Angelo]].<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/08/spara-al-sindaco-che-gli-nega-lo.html|titolo=SPARASpara ALal SINDACOsindaco CHEche GLIgli NEGAnega LOlo STADIOstadio - la Repubblica.it|pubblicazione=Archivio - la Repubblica.it|accesso=6 aprile 2018}}</ref> Alla memoria del sindaco Carnicella è stata conferita la medaglia d'oro al merito civile il 1 aprile 2019.
 
Nel [[2005]] uno studente molfettese scopre, nei pressi della dolina carsica del Pulo, delle orme appartenenti a diverse specie di dinosauri. In particolare vengono ritrovate impronte di [[Ornithopoda|Ornitopodi]], [[Sauropoda|Sauropodi]] e [[Theropoda|Teropodi]].<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/rubriche/viva-la-storia-di-molfetta-1/la-storia-delle-orme-di-dinosauro/|titolo=La storia delle orme di dinosauro|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=6 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/orme-dei-dinosauri-al-vaglio-la-riqualificazione-del-parco/|titolo=Orme dei dinosauri, al vaglio la riqualificazione del parco|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=6 aprile 2018}}</ref>
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Il 7 ottobre [[2013]] viene indagato, insieme ad altri 60 tra funzionari comunali, ex amministratori e politici, l'ex sindaco [[Antonio Azzollini]] in una maxi truffa da 150 milioni di euro legata alla costruzione del nuovo porto commerciale, appaltata nel 2007 e mai terminata.<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/cronache/13_ottobre_07/truffa-sequestrato-porto-molfetta-2-arresti-f563812a-2f19-11e3-bfe9-e2443a6320c1.shtml|titolo=Truffa, sequestrato porto di Molfetta: 2 arresti|sito=Corriere della Sera|data=7 ottobre 2013|lingua=it|accesso=13 maggio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/10/07/news/porto_molfetta-68060612/|titolo=Truffa da 150 milioni per il porto fantasma: sequestrata l'area, due arresti e 60 indagati. Coinvolto anche il senatore Pdl Azzollini - Bari - Repubblica.it|sito=Bari - La Repubblica|data=7 ottobre 2013|accesso=13 maggio 2019}}</ref>
 
Il 20 aprile [[2018]], in occasione del 25º anniversario della morte del vescovo [[Antonio Bello|Dondon Tonino Bello]], Molfetta riceve la visita di [[Papapapa Francesco]] che celebra la messa alla presenza di circa 40.000{{formatnum:40000}} persone.<ref>{{Cita news|url=http://bari.repubblica.it/cronaca/2018/04/20/news/papa_francesco_a_molfetta_e_alessano_nel_nome_di_don_tonino_bello-194357707/|titolo=Papa Francesco ad Alessano e Molfetta nel nome di don Tonino Bello, "Profeta di speranza"|pubblicazione=Repubblica.it|data=20 aprile 2018|accesso=20 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.lastampa.it/2018/04/20/vaticaninsider/il-papa-ad-alessanola-guerra-genera-povert-ma-la-povert-genera-guerra-3eJe06WXuHvmJvLrmJoDML/pagina.html|titolo=Il Papa: “La guerra genera povertà, ma la povertà genera guerra”|pubblicazione=LaStampa.it|accesso=20 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/video/lecce/1005478/papa-giunto-ad-alessano-tappa-su-luoghi-tonino-bello.html|titolo=Papa Francesco alla volta di Molfetta 2ª tappa su luoghi di don Tonino Bello|accesso=20 aprile 2018}}</ref> Quasi un anno dopo, il 7 aprile [[2019]], viene inaugurato un monumento in piazza Garibaldi per ricordare la venuta del Santo Padre; si tratta di una riproduzione della croce pastorale di Don Tonino, realizzata in [[Acciaio Corten|acciaio COR-TEN]], accanto alla quale viene collocato l'[[Olea europaea|albero di ulivo]] già posizionato sul palco sul quale il Papapapa aveva celebrato la messa.<ref>{{Cita web|url=http://www.quindici-molfetta.it/inaugurato-a-molfetta-il-monumento-che-ricorda-la-visita-di-papa-francesco-per-don-tonino_44572.aspx|titolo=Inaugurato a Molfetta il monumento che ricorda la visita di Papa Francesco per don Tonino|accesso=2 maggio 2019}}</ref>
 
=== StemmaSimboli ===
[[File:Molfetta-Stemma.svg|90px|left]]{{Citazione|Senatus Populusque Melphictiensis|Motto inciso sullo stemma}}
Lo stemma e il gonfalone della città di Molfetta sono stati riconosciuti con decreto del Capo del Governo del 26 marzo 1935<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?2218|titolo=Molfetta|accesso=6 giugno 2025|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref> trascritto nei registri della Consulta Araldica della Presidenza del Consiglio dei Ministri il 28 marzo 1935 e successivamente iscritto al numero 1682 della Tabella per l'Iscrizione nel Libro Araldico degli Enti Morali, fascicolo 11702 busta 159.<ref>{{Cita web|autore=Città di Molfetta|url=https://www.comune.molfetta.ba.it/vivere-il-comune/territorio/stemma|titolo=Stemma|accesso=6 giugno 2025}}</ref>
Lo stemma della città di Molfetta è costituito da una banda di colore bianco o argento in cui sono incise le lettere S. P. Q. M., il cui significato è ''Senatus Populusque Melphictiensis'', il tutto inserito in un campo rosso sostenuto da due ramoscelli (la [[Olea europaea|quercia]] a destra e l'[[Laurus nobilis|alloro]] a sinistra). Nell'estremità superiore, c'è la corona della città rappresentata da una cinta muraria e da otto [[torre|torri]], di cui cinque visibili.
 
; Stemma
''Di rosso, alla banda d'argento, caricata delle sigle: S.P.Q.M.''
{{Citazione|Di rosso, alla banda d'argento, caricata delle sigle "S.P.Q.M." [Capo del Littorio.] Ornamenti esteriori da Città.|DCG del 26.03.1935<ref name="DCG">{{cita testo|url= https://www.comune.molfetta.ba.it/documenti/territorio/decreto_presidente_consiglio_dei_minisri_26_marzo_1934.pdf |titolo= Decreto presidente consiglio dei ministri del 26 marzo 1934}}</ref>}}
 
Lo stemma della città di Molfetta è costituito da una banda di colore bianco o argento in cui sono incise le lettere S. P. Q. M., il cui significato è ''Senatus Populusque Melphictiensis'', il tutto inserito in un campo rosso sostenutoe circondato da due ramoscelli (la [[Olea europaea|quercia]] a destra e l'[[Laurus nobilis|alloro]] a sinistra). Nell'estremitàLo superiore,scudo c'è lasormontato dalla [[corona dellamuraria]] di città rappresentataformata da una cinta muraria e da otto [[torre|torri]], di cui cinque visibili.
''Corona'': Corona di città con 5 torri (concesso con [[Regio decreto|RD]] del 26 marzo [[1935]])
La definizione disigla SPQM si conforma all'omologo "[[SPQR]]" proprio dell'emblema della città di [[Roma]] e fu aggiunto allo stemma nel [[1911]] (?) su ordinanza dell'amministrazione comunale capeggiata dal sindaco [[Felice Fiore]].<ref>{{Cita web|url=http://www.molfetta.net/araldica/stemma_molfetta.php|titolo=molfetta.net :: Uno stemma per Molfetta :: Araldica|autorecuratore=artemedia -Dario wwwR.artemedia.it Uva |accesso=16 marzo 2018|dataarchivio=18 luglio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160718233628/http://www.molfetta.net/araldica/stemma_molfetta.php|urlmorto=sì}}</ref>.
 
;Gonfalone
La definizione di SPQM si conforma all'omologo "[[SPQR]]" proprio dell'emblema della città di [[Roma]] e fu aggiunto allo stemma nel [[1911]] (?) su ordinanza dell'amministrazione comunale capeggiata dal sindaco [[Felice Fiore]]<ref>{{Cita web|url=http://www.molfetta.net/araldica/stemma_molfetta.php|titolo=molfetta.net :: Uno stemma per Molfetta :: Araldica|autore=artemedia - www.artemedia.it|accesso=16 marzo 2018|dataarchivio=18 luglio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160718233628/http://www.molfetta.net/araldica/stemma_molfetta.php|urlmorto=sì}}</ref>.
{{Citazione|Drappo di colore rosso, riccamente ornato di ricami in oro, caricato dello stemma comunale sopra descritto con l'iscrizione centrata in oro "{{maiuscoletto|comune di molfetta}}". L'asta verticale sarà ricoperta di velluto rosso con bullette dorate poste a spirale; nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome, nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.|DCG del 26.03.1935<ref name="DCG"/>}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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==== Palazzo del Seminario ====
{{Vedi anche|Pontificio Seminario Regionale Pugliese "Pio XI"}}
[[File:Giardino interno Pontificio Seminario Regionale Pugliese "Pio XI".jpg|thumb|upright=2.2|Giardino interno del Seminario Regionale.]]Lo scoppio del [[primo conflitto mondiale]] obbligò nel [[1915]] lo spostamento della sede del ''Seminario Regionale'', fondato nel [[1908]] da [[Papa Pio X]], da [[Lecce]] a Molfetta. Dopo un ulteriore e breve spostamento di sede a [[Terlizzi]], il Seminario Regionale fece ritorno a Molfetta nel [[1918]] nei locali del Seminario Vescovile, dove rimase fino al [[1925]]. Tuttavia esigenze di spazi più ampi costrinsero a pensare a un edificio totalmente nuovo, per la cui progettazione ci si rivolse all'architetto [[Giuseppe Momo]], da anni impegnato in quello specifico genere di costruzioni. I lavori, iniziati nel [[1925]], si protrassero per un anno e mezzo; l'inaugurazione del nuovo Seminario Regionale, intitolato a [[Pio XI]] avvenne il 4 novembre [[1926]].
 
Dotato di una facciata sobria e dignitosa, il Palazzo del Seminario Regionale presenta un interno molto spazioso, da cui si diparte un massiccio scalone centrale, lateralmente al quale si accede a un porticato che introduce in un chiostro delimitato da colonne di [[stile romanico]]. Al centro di una delle quattro sezioni di questo è collocata una fontana in ferro fuso costituita da due vasche sovrapposte.
 
Il Seminario, in cui i giovani di tutta la [[Puglia]] vengono formati in vista dell'[[Ordine sacro]] del [[presbiterato]], ospita al suo interno, dal [[1957]], anche una biblioteca e una ricca raccolta museale.
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Il Calvario è un piccolo tempio edificato nel [[1856]], progettato dall'architetto Corrado De Judicibus. Il fenomeno della costruzione dei Calvari rientra tra le manifestazioni della pietas religiosa realizzatesi in occasione della missione popolare dei Padri Redentoristi. A Molfetta, e nelle limitrofe Giovinazzo, Terlizzi e Bisceglie, i Calvari vennero realizzati quasi contemporaneamente, tra il 1854 e il 1856. Il Calvario di Molfetta è costruito in pietra locale da taglio. Venne edificato in stile [[neogotico]], su pianta ottagonale e articolato su tre piani per un totale di 20 metri<ref>{{Cita web|url=http://www.viaggioadriatico.it/ViaggiADR/rete_interadriatica/beni/calvario|titolo=Calvario (Molfetta)
ViaggiADR|accesso=22 marzo 2018|dataarchivio=23 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180323030748/http://www.viaggioadriatico.it/ViaggiADR/rete_interadriatica/beni/calvario|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=95105|titolo=Chiesa del Calvario - Molfetta|lingua=en|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
 
Ogni anno, nella notte tra il 30 e il 31 marzo, alcuni molfettesi si ritrovano sulla scalinata del Calvario per recitare l{{'}}''Ave Maria alla Madonna''.<ref>{{Cita web|url=http://www.pugliadigitallibrary.it/item.jsp?id=1620&locale=it_IT|titolo=Puglia Digital Library|accesso=22 marzo 2018}}</ref>
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Gli abitanti, in base ai dati di quel censimento, sono distribuiti in 21.859 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 2,86 componenti.
 
A partire dal [[2001]] il Comune di Molfetta ha aderito alla [[Rete Città Sane]] dell'[[Organizzazione mondiale della sanità]] (OMS), dando inizio a una serie di monitoraggi costanti sugli ''indicatori'' designati dalla stessa [[Organizzazione Mondiale della Sanità]], periodicamente raccolti e pubblicati nel ''Profilo di Salute della Città'' (il primo dei quali è stato edito nel [[2003]]), nei quali il fattore demografico è di fondamentale importanza.
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
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=== Istruzione ===
Sono presenti nella cittadina diversi istituti scolastici, dal Liceo scientifico, con opzione scienze applicate, al classico, al linguistico, scienze umane, all'istituto tecnico industriale, commerciale, turistico, geometra, professionale marittimo, alberghiero, marittimo, grafico pubblicitario, nautico e, negli ultimi anni, anche il Liceo Artistico. A Molfetta ha sede il laboratorio olfattometrico del dipartimento di chimica dell'Università di Bari e la scuola universitaria infermieristica. Inoltre, ci sono a Molfetta due seminari e molte scuole private.<ref>{{Cita web|url=http://molfetta.corriere.it/pubblica-utilita/scuole-superiori.shtml|titolo=Scuole superiori a Molfetta|sito=molfetta.corriere.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.tuttitalia.it/puglia/15-molfetta/52-scuole/|titolo=Scuole Molfetta (BA) - pubbliche e private|sito=Tuttitalia.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref>
 
==== Biblioteche ====
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Ordinato e catalogato il patrimonio librario, la biblioteca fu aperta al pubblico nel 1927. A causa degli eventi bellici, nel 1944 fu trasferita in un seminterrato di via Vittorio Emanuele.<ref>{{Cita web|url=http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/main/partner/istituto_0050.html|titolo=Biblioteca comunale Giovanni Panunzio - Molfetta|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
 
Ripresa l'attività nel 1951, la biblioteca da allora continua a operare e ad adempiere al tuo ruolo di depositaria della cultura locale. Essa infatti è l'unica regolarmente e continuativamente aperta al pubblico e costituisce il principale punto di riferimento per la documentazione e l'informazione non solo nel proprio ambito territoriale.<br />Quella comunale è una biblioteca a indirizzo prevalentemente umanistico caratterizzata dalla stratificazione di fondi librari eterogenei, provenienti dalle varie donazioni susseguitesi nel tempo.
 
==== Università ====
A Molfetta hanno sede l'[[Università popolare|Università Popolare]]<ref>{{Cita news|url=http://www.molfettalive.it/news/cultura/160880/al-via-lanno-accademico-delluniversita-popolare-molfettese|titolo=Al via l'anno accademico dell'Università Popolare Molfettese|pubblicazione=MolfettaLive.it|accesso=4 aprile 2018}}</ref> e la Facoltà teologica della Puglia, quest'ultima situata presso l'Istituto Regina Apuliae.<ref>{{Cita web|url=http://www.facoltateologica.it/page.php?id_cat=10&titolo=Dove%20Siamo|titolo=DOVE SIAMO - Facoltà Teologica Pugliese|accesso=4 aprile 2018}}</ref>
 
=== Musei ===
 
==== Civica siloteca centro studi molfettesi ====
Realizzata nel 1998 in memoria di Raffaele Cormìo (1883-1952)<ref>{{Cita libro|autore=S.Camporeale, R.Chiapperini|curatore=Marco I. de Santis|titolo=Nell'affascinante mondo del legno: da Raffaele Cormìo alla Siloteca Centro Studi Molfettesi|dataoriginale=1992|annooriginale=1992|data=|editore=Mezzina|città=Molfetta|opera=Molfetta: spicchi di storia}}</ref>, xilologo di origine molfettese, è un museo, unico nell'Italia meridionale, dedicato all'[[albero]] e al [[legno]] nelle sue caratteristiche fisiche e tecnologiche, nelle alterazioni e nei difetti. In quattro sale a piano terra del Palazzo Comunale in Piazza Municipio, sono esposti tronchetti e rotelle di alberi europei ed extraeuropei; campioni dei principali legnami da lavoro; oggetti in legno, tra i quali la bacchetta di direzione d'orchestra del Maestro [[Riccardo Muti]]; un pannello con insetti [[xilofagi]] e teche dedicate alle varie utilizzazioni e lavorazioni del legno (come la fabbricazione della matita e del pennino); la "''Poesia dell'albero all'uomo"'' composta da Raffaele Cormìo.<ref>{{Cita news|url=http://www.barinedita.it/storie-e-curiosita/n2635-a-molfetta-c%E2%80%99e-un-museo-del-legno--si-tratta-dell%E2%80%99unica-%E2%80%9Csiloteca%E2%80%9D-del-sud-italia|titolo=A Molfetta c'è un museo del legno: si tratta dell'unica “siloteca” del Sud Italia|pubblicazione=BariReport|accesso=16 marzo 2018}}</ref> La Civica Siloteca è completata da strumenti didattico-scientifici riguardanti il legno, da una biblioteca tematica e dall'archivio documentario sul Cormìo che negli anni trenta del secolo scorso realizzò a Milano la prima Siloteca europea.
 
==== Museo Diocesano di Molfetta ====
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All'interno del Liceo Classico "Leonardo da Vinci" è stato girato il cortometraggio ''Carlo e Clara'', di Giulio Mastromauro, vincitore di vari premi tra cui il Web Award del [[David di Donatello (premio)|David di Donatello]]<ref>{{Cita web|url=https://www.cinemaitaliano.info/news/24287/carlo-e-clara-vince-il-david-di-donatello.html|titolo="Carlo e Clara" vince il David di Donatello Web - CinemaItaliano.info|accesso=16 marzo 2018}}</ref>.
 
Molti sono i ciak girati a Molfetta (fonte Giuseppe Pansini giornalista), Tra gli altri "Sabato, domenica e lunedì con Sophia Loren, "I Cavalieri che fecero l'impresa" con Raul Bova, , "La casa delle donne" di Mimmo Mongelli, molti film prodotti dalla Draka Production con la presenza a Molfetta di Maria Grazia Cucinotta.
 
=== Cucina ===
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A base di pesce è anche ''u' cembotte'', una zuppa a base di pesce, pomodoro, [[Allium sativum|aglio]] e prezzemolo.<ref>{{Cita web|url=http://www.visitmolfetta.it/visitmolfetta/sezione.asp?sezione=6&page=1&lan=ita|titolo=Visit Molfetta: turismo e vacanze a Molfetta|autore=Associazione di Promozione Turistica e Culturale ''Puglia Autentica''|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
 
Un piatto che si ritrova esclusivamente nella tradizione molfettese, quasi totalmente sconosciuto persino nei paesi vicini è ''u' calzòene''. La sua preparazione è particolarmente lunga e va fatta con ingredienti ben precisi, per rispettare l'originale ricetta. Consiste sostanzialmente in una focaccia ripiena. Al suo interno si trova di solito: [[merluzzo]] fritto e sbriciolato (il merluzzo usato è di taglia più grande di quello solitamente consumato, ed è detto in gergo "''nùzze stùbete''" ), cipolle bianche tagliate molto sottili e stufate assieme a cavolfiori, olive denocciolate (solitamente si usano le cosiddette "''pasòele''") e un cucchiaino di ricotta forte (in gergo chiamata "''recòtt'a'scquènde''"). Una variante prevede anche l'uso del pomodoro nello stufato di cipolla. Affinché esso assuma un sapore inconfondibile e unico al palato, molti molfettesi usano portarlo a cuocere nei pochi forni a legna rimasti (detti "''fùrne nostrène''"), di cui la città era disseminata fino a una trentina di anni or sono. Il piatto si accompagna bene a frutti di mare e vino, e costituisce anche un piatto unico. Si usa preparare questa pietanza specialmente nel periodo quaresimale, specialmente di venerdì (in cui si pratica l'astinenza dalle carni). Antica consuetudine vuole che esso venga consumato il giorno di mezzaquaresima (Giovedì della quarta settimana di Quaresima). Una tradizione gastronomica che si rinnova ogni anno il [[Venerdì Santo]] è mangiare "''u pizzari(e)dde''", filoncino di pane farcito con [[Thunnus|tonno]] e [[Capparis|capperi]].<br />Per la [[Pasqua]] troviamo "''la scarcèdd(e)''", un dolce cui si danno le forme più varie (sempre attinenti al periodo pasquale) fatto di [[pasta frolla]] farcito con [[Marmellata|marmellate]] (di [[Ficus carica|fichi]], di [[Ciliegia|ciliegie]] o di [[uva]]) rigorosamente fatte in casa e [[pasta di mandorle]] e ricoperto di [[Glassa|zucchero fondente]] - detto Sc(e) lepp -, decorato con [[Confetto|confetti]] di vari colori, ovetti di cioccolato o anche uova sode.
 
Per la vigilia del [[Natale|Santo Natale]] il menù tradizionale comprende: rape bollite condite con olio e [[Citrus limon|limone]], frittelle (piccoli panzerotti ripieni) e l'immancabile [[Anguilla anguilla|capitone]].<br />Durante i vari periodi dell'anno, secondo le stagioni, le massaie molfettesi usano preparare delle conserve sott'olio con pomodori, [[Capsicum|peperoni]] (chiamata nel gergo pric-o-prac), [[Solanum melongena|melanzane]] e [[Cynara scolymus|carciofi]].
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Per il [[Natale|periodo natalizio]] vengono preparati diverse varietà di dolci, principalmente a base di pasta di mandorle e pasta frolla tra cui "cart(e)ddate", "calz(e)ngicchie", "ses(e)mi(e)dde", "spume di mandorla", "occhi di Santa Lucia", "mestazzul(e)", "canigliate" e piccole imitazioni di frutti a base di "pasta reale".<ref>{{Cita news|url=https://molfettaexport.com/la-citta-di-molfetta/la-gastronomia/|titolo=La Gastronomia {{!}} MolfettaExport|pubblicazione=MolfettaExport|accesso=16 marzo 2018}}</ref>
 
Prende il nome dalla città anche una tipologia di cicoria, la [[Cicoria puntarelle Molfettese e Galatina|cicoria puntarelle molfettese]]. Il 17 giugno [[2015]] la cicoria molfettese è stata inserita nell'elenco nazionale dei [[Prodotti agroalimentari tradizionali italiani|Prodotti Agroalimentari Tradizionali]] (PAT), con decreto del Ministero delle Politiche agricole e alimentari, oltre a rappresentare la città all'[[Expo 2015|Expo di Milano]].<ref>{{Cita news|url=https://www.molfettaviva.it/notizie/la-cicoria-puntarella-molfettese-nell-elenco-nazionale-prodotti-alimentari-tradizionali/|titolo=La Cicoria puntarella molfettese nell’elenco nazionale prodotti alimentari tradizionali|pubblicazione=MolfettaViva|accesso=26 marzo 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.quindici-molfetta.it/molfetta-sbarca-all-expo-di-milano-con-cuore-della-puglia_34971.aspx|titolo=Molfetta sbarca all'Expo di Milano con “Cuore della Puglia”|accesso=26 marzo 2018}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.comune.molfetta.ba.it/comunicatistampa/molfetta-per-expo-2015/|titolo=Molfetta per Expo 2015|pubblicazione=Comune di Molfetta|accesso=26 marzo 2018|dataarchivio=27 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180327023432/https://www.comune.molfetta.ba.it/comunicatistampa/molfetta-per-expo-2015/|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Geografia antropica ==
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La città di Molfetta si presenta urbanisticamente distinta, a livello macroscopico, in due parti: il nucleo storico (la città ''intra moenia''), la cui origine certa risale al [[Medioevo]], sviluppatosi su una penisoletta collegata alla terraferma da un piccolo istmo, e una zona più moderna, a sua volta costituita dalle espansioni datate con le successive epoche storiche nelle varie direttrici sud, ovest ed est, prima fino al limite fisico della linea ferroviaria, ed ampliandosi progressivamente in epoche più recenti (dagli anni ottanta in poi) fino all'ultima fase attuale di completamento entro il nastro stradale della nuova Statale 16 e sui margini della principale asta di compluvio che interessa il territorio molfettese che è la [[Lama (corso d'acqua)|Lama]] detta ''cupa'', la quale incanala, fino al recapito finale in mare in corrispondenza della ''prima Cala'', gli apporti di acque meteoriche provenienti dall'entroterra murgiano.
 
Il centro storico presenta una pianta a spina di pesce con strade strette e ricurve, tipica di molti centri costieri del basso Adriatico. Esso è nettamente distinto dalla città ''extra moenia'' - sviluppatasi, soprattutto a partire dalla seconda metà del [[XVII secolo]], per formare la città come appare oggigiorno - attraverso la cosiddetta ''muraglia'', antica e massiccia fortificazione di origine medievale. Tale separazione è fisicamente sottolineata dall'asse stradale del Corso [[Dante Alighieri]], già detto ''Borgo'', ricavato dall'interrimento ([[XVIII secolo|XVIII]]-[[XIX secolo]]) dell'antico canale marino che si incuneava ai lati dell'istmo separando quasi integralmente la penisoletta dalla terraferma, come si evince dall'osservazione delle antiche stampe raffiguranti le prime, rudimentali, testimonianze di planimetrie della città.
 
Il confine nord dell'abitato storico è costituito dal [[mare Adriatico]]: questa circostanza nei secoli passati ha consentito una naturale difesa dagli attacchi provenienti da quella direzione, soprattutto da parte della [[Impero ottomano|pirateria turca]]. Ma proprio per questo motivo, una volta venuto meno il pericolo, a partire dal [[XVIII secolo]], e quando contemporaneamente si è innescato il processo di sviluppo ed espansione dell'abitato fuori delle mura, il nucleo storico è rimasto emarginato rispetto alle zone di espansione invece che inglobato in essa.
 
A partire dal [[XIX secolo]], infatti, inizia il progressivo degrado della città vecchia, che raggiunge la sua massima espressione con il crollo, con vittime, avvenuto in Via Macina nel [[1964]] che porta al suo pressoché totale svuotamento con il trasferimento in blocco nel quartiere CEP (''Case Edilizia Popolare'') di Molfetta degli ultimi abitanti residenti.
 
Solo nel primo decennio del [[XXI secolo]] si è in presenza di evidenti segni di un consistente processo di recupero, avviatosi a partire dagli [[Anni 1980|anni ottanta]] che sta restituendo dignità e vita allo storico centro antico dove sono state riaperte quasi tutte le antiche strade che erano state chiuse a causa del pericolo di crolli.
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Dal [[2009]] al 2019 Molfetta è stata sede di uno dei Parco divertimenti più importanti del sud Italia, [[Miragica]], inaugurato il 3 aprile alla presenza, tra gli altri, del vescovo Mons. [[Luigi Martella]], dell'allora [[Provincia di Bari|presidente della Provincia]] [[Vincenzo Divella]] e dell'assessore regionale alla trasparenza [[Guglielmo Minervini]].<ref>{{Cita web|url=http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2009/3-aprile-2009/miragica-divertimento-business--aperto-parco-tematico-molfetta--1501148798588.shtml|titolo=Miragica, divertimento con business
Aperto il parco tematico di Molfetta - Corriere del Mezzogiorno|sito=corrieredelmezzogiorno.corriere.it|accesso=5 aprile 2018}}</ref> Il parco è stato chiuso definitivamente per fallimento a fine 2019 avendo accumulato 22,7 milioni di euro di perdite e il patrimonio netto era negativo per 14,8 milioni a fronte di debiti per quasi 21 milioni.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
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=== Mobilità urbana ===
Il trasporto pubblico è gestito dal Comune di Molfetta, garantito con cinqueotto linee di autobus. I trasporti interurbani sono, invece, gestiti dalla [[STP Bari]].
 
== Amministrazione ==
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{{ComuniAmminPrec|20 maggio [[2016]]|25 giugno [[2017]]|Mauro Passerotti||[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]}}
{{ComuniAmminPrec|25 giugno [[2017]]|27 giugno [[2022]]|Tommaso Minervini|[[Indipendente (politica)|Indipendente]] di [[Centrismo|centro]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|27 giugno [[2022]]|''in16 carica''ottobre [[2025]]|Tommaso Minervini|[[Indipendente (politica)|Indipendente]] di [[Centrismo|centro]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|<ref name=interno/>}}
{{ComuniAmminPrec|19 ottobre [[2025]]|''in carica''|Armando Gradone||[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
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=== Calcio ===
 
Hanno sede in città, attualmente, la Molfetta Calcio (partecipante al [[Eccellenza Puglia|Girone unico di Eccellenza pugliese]]), Borgorosso Molfetta e [[Molfetta Sportiva 1917]] (attualmente militanti nel Girone A di [[Promozione (calcio)|Promozione Pugliese]]) e Virtus Molfetta ([[Prima Categoria|Girone A di Prima Categoria pugliese]]). <ref>{{cita testo|url=http://www.molfettalive.it/sport/Calcio/436977/sport.aspx|titolo=Cambio alla guida della Virtus Molfetta: ecco Vincenzo Petruzzella}} Molfettalive.it (giovedì 28 luglio 2016) - URL consultato il 21 agosto 2016 -</ref><ref>{{cita testo|url=https://www.tuttocampo.it/Puglia/TerzaCategoria/GironeBBari/Squadra/FulgorMolfetta2009/931242/Scheda|titolo=Fulgor Molfetta 2009}} tuttocampo.it - URL consultato il 21 agosto 2016 -</ref><ref>{{cita testo|url=https://www.tuttocampo.it/Puglia/CalcioA5/GironeUnicoSerieC1/Squadra/AquileMolfetta/1018072/Staff|titolo=Aquile Molfetta}} tuttocampo.it - URL consultato il 21 agosto 2016 -</ref>.
 
=== Calcio a 5 ===
In città ha sede il Real Molfetta Calcio a 5, fondato nel 2024.
 
=== Pallacanestro ===
La Virtus Basket Molfetta, nasce nel dicembre 1998, sempre guidata dall'attuale presidente Andrea Bellifemine per oltre 15 anni è stata l'unica realtà cestistica sul territorio cittadino. Negli anni ha disputato campionati in tutte le categorie fino a raggiungere nel 2008, anno del decennale dalla sua fondazione, lo storico traguardo della [[Serie A Dilettanti 2008-2009|serie A dilettanti]]. Entrata di diritto nell'élite cestistica nazionale e nella storia sportiva di un'intera comunità, dopo 3 anni vissuti con un entusiasmo mai visto prima dalla città per lo sport della pallacanestro, a causa di una forte crisi economica fu costretta a rinunciare al titolo di serie A. Ricominciando dal basso e vincendo campionati su campionati il presidente Bellifemine ha firmato un nuovo storico successo nel 2023, nel venticinquesimo compleanno della Virtus, la promozione sul campo nel campionato di [[Serie B (pallacanestro maschile)]] per la stagione 2023-2024 confermando di fatto la Virtus Basket Molfetta tra le eccellenze cestistiche a livello Nazionale.
 
La Pallacanestro Molfetta, guidata dal Presidente Nicola Solimini, è una realtà della pallacanestro Pugliese e del Sud Italia. Ha militato nel campionato di [[Serie B 2020-2021 (pallacanestro maschile)]], non iscrivendosi nel 2022, anno in quale frequenta il campionato di C Silver Puglia.
 
=== Pallavolo ===
La [[Pallavolo Molfetta]] è stata fondata nel [[1964]] e nel [[2013]] è stata promossa per la prima volta in [[Serie A1 (pallavolo maschile)|Serie A1]]. Nella [[Pallavolo Molfetta 2014-2015|stagione 2014-2015]] la squadra è arrivata a disputare i play-off scudetto, perdendo ai quarti contro il [[Trentino Volley]] . Nella [[Pallavolo Molfetta 2015-2016|stagione successiva]]. ha raggiunto i quarti di finale di [[Coppa Italia (pallavolo maschile)|Coppa Italia]].
 
=== Hockey su pista ===
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* Gerardo de Marco, ''Dalle Ceneri alla Settimana Santa: processioni, statue, marce funebri, tradizioni a Molfetta'', Molfetta, Mezzina, 1975 [SBL0574495 - Testo a stampa].
* Gerardo de Marco, ''Molfetta tra passato e presente: ricordi, appunti e riflessioni dai primi del '900 ad oggi'', Molfetta, Mezzina, 1982 [SBL0608780 - Testo a stampa].
* Gerardo de Marco, ''Un album per Molfetta'', Molfetta, Mezzina, 1985 [NAP0047209 - Testo a stampa].
* Gerardo de Marco, ''La banda musicale di Molfetta: cronologia storica dalle origini ai nostri giorni'' (revisione e divagazioni a cura di Isabella de Marco), Molfetta, Mezzina, 2007 [BA10061077 - Testo a stampa].
* Gerardo de Marco, ''Dalle Ceneri alla Settimana santa: processioni, statue, marce funebri, tradizioni a Molfetta'' (Ristampa), Molfetta, Mezzina, 1987 [NAP0035954 - Testo a stampa].
* Gerardo de Marco, ''Volti e risvolti molfettesi'', Molfetta, Mezzina, 1991 [BRI0401803 - Testo a stampa].
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*Giuseppe Pansini: Luciano Modugno un Carabiniere per amico- Tip Mezzina 2020
*Giuseppe Pansini Giovanni Catacchio, Artista, educatore - Tip Res Nova 2022
*Giuseppe Pansini - Film girati a Molfetta - su Molfettafree.it
* C. Pisani, ''La Compagnia seu Confraternita dell'Immacolata Concezione dalla fondazione ai giorni d'oggi (2013)'', in C. Pisani-M.R. La Grasta, ''La Compagnia dell'Immacolata Concezione in Molfetta nel quarto centenario della fondazione (26 maggio 1613)'', Edizioni La Nuova Mezzina, Molfetta, maggio 2013, pp.&nbsp;11–238.
* C. Pisani, ''Confraternita di Maria SS.ma di Loreto - Storia d'amore, di fede e di umiltà'', Gadaleta Digital industries srl, Molfetta, novembre 2013.