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'''Henrique Mitchell de Paiva Cabral Couceiro''', meglio conosciuto come '''Paiva Couceiro'''<ref>{{Cita web|lingua=pt|autore=Infopédia|url=https://www.infopedia.pt/artigos/$henrique-de-paiva-couceiro|titolo=Henrique de Paiva Couceiro - Infopédia|sito=Dicionários infopédia da Porto Editora|accesso=2025-10-06}}</ref> ([[Lisbona]], [[30 dicembre]] [[1861]] – [[Lisbona]], [[11 febbraio]] [[1944]]) è stato un [[politico]] e [[militare]] [[Portoghesi|portoghese]]. PrincipaleÈ stato il principale protagonista dei tentativi di [[restaurazione]] [[Monarchismo|monarchica]] durante la [[Prima Repubblica (Portogallo)|Prima Repubblica portoghese]] ecome nellala [[controrivoluzione]] nota come [[Monarchia del Nord]],. perPer la sua incrollabile fedeltà alla causa fu soprannominato dai suoi sostenitori ''O Paladino''.
[[File:Avô Henrique wiki2.jpg|miniaturamin|Paiva Couceiro a fine Ottocento|306x306px]]
 
== Biografia ==
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=== Campagna in Angola (1889-1891) ===
Paiva Couceiro arrivò a [[Luanda]], in [[Africa Occidentale Portoghese|Angola]], il 1º settembre 1889 e fu immediatamente nominato comandante dello Squadrone di Cavalleria Irregolare nel villaggio di [[Humpata]]. Non rimase a lungo in questo avamposto: pare fosse insoddisfatto dei suoi subordinati, dei loro metodi e del basso livello di disciplina, ma riuscì comunque a impiegarli in una campagna per il recupero di bestiame rubato, evitando di ricorrere ai mercenari boeri locali, come era consuetudine. Nel gennaio 1890 si recò nel villaggio di Belmonte, nel Bié, impegnato in una missione che lo portò lungo il fiume [[Cuando]], fino a [[Kuito Kuanavale|Cuito]] e poi a Lialui, lungo lo [[Zambesi]] per negoziare con il capo della tribù Barotze. Per ottenere il riconoscimento della sovranità portoghese da parte del capo tribale, Couceiro portò con sé una tunica e una spada da colonnello, tessuti, oro, velluti, casse di vino [[Porto (vino)|Porto]] e armi. Tuttavia, il progetto fu annullato dal governatore coloniale dell’Angola. Ciò fu una conseguenza dell'[[ultimatum britannico del 1890]], che spazzò via ogni residua illusione imperiale portoghese di sovranità nell’Africa centro-meridionale, rendendo il viaggio pericoloso e inutile. Per dispetto, Couceiro abbandonò l’uso del cognome “Mitchell”materno "Mitchell"<ref name=":0" />.
 
ALe Vilatruppe Teixeira da Silva,di Couceiro costruì un avamposto e intimidì la tribù locale, timorosa che si stesse erigendo un forte nella zona. Le sue truppe si stabilirono temporaneamente a Belmonte, ma circondati dalle forze del capo di Bié, furono costretticostrette a ritirarsi a [[Bailundo]]. Dopo aver sostato lungo la strada per Cambane, ricevette ordini dal governatore Guilherme de Brito Capelo di seguire il ramo angolano del fiume [[Okavango]] fino a Mucusso (un viaggio di 2.600 km attraverso terre inesplorate), per verificarne la navigabilità e affermare la sovranità portoghese, minacciata dalle forze britanniche. La carovana partì il 30 aprile 1890 e comprendeva un interprete, 10 soldati [[mozambicani]] e 90 assistenti, che attraversarono territori abitati da 16 capi tribali con culture diverse e in ambienti mai visitati prima dagli europei. Il viaggio terminò il 30 luglio 1890 nel villaggio del capo della tribù Mucusso. Decisero di proseguire l’esplorazione fino alle isole fluviali di Gomar e tornarono fino al Forte di Princesa Amélia, nel [[Bié]], dove giunsero il 14 ottobre 1890, dopo cinque mesi. Per questa spedizione, Couceiro ricevette il titolo di Cavaliere dell’[[Ordine della Torre e della spada|Ordine della Torre e della Spada]] il 18 dicembre 1890<ref name=":0" />.
 
Tornato a Bié, si unì allo Squadrone di Cavalleria di [[Artur de Paiva]] per una spedizione punitiva volta ad arrestare il capo Dunduma (o N’Dunduma), che sei mesi prima gli aveva lanciato l’ultimatum. Artur Paiva portò con sé 300 indigeni, 70 mercenari [[boeri]], volontari portoghesi e un gruppo di ausiliari composto da [[Zulu]] e [[Damara]]. Dopo 30 giorni di attacchi, durante i quali Couceiro annotò che fu imposta la giustizia portoghese, i Barotze consegnarono il loro capo. Terminata l’operazione, gli fu affidata la sottomissione della regione di Caranganja e l’esplorazione dei giacimenti di sale lungo la sponda orientale del fiume Cuanza, da cui produsse dettagliati rapporti sulla spedizione. Al termine della campagna, tornò a Belmonte con la febbre e il 17 febbraio 1891 il [[Ministero della marina (disambigua)|Ministero della Marina]] revocò la sua missione, ordinandone il rientro a Lisbona. In segno di riconoscenza, gli abitanti della regione Belmonte-Cuito-Benguela gli donarono una replica tempestata di diamanti della sua onorificenza dell’Ordine della Torre e della Spada. Ricevuto a Lisbona, fu celebrato per le sue attività militari e per l’apertura dell’entroterra angolano, ricevendo il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine della Torre e della Spada il 29 maggio 1891<ref name=":0" />.
 
=== Campagne nel Riff e in Mozambico (1894-1896) ===
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=== Governatore in Angola (1907-1909) ===
Il 1º maggio 1907 morì il [[Governatore|governatore coloniale]] dell’Angola, Eduardo Augusto Ferreira da Costa. Su suggerimento di Carlo I, il nuovo ministro della Marina, Aires de Ornelas — compagno africanista di Paiva Couceiro — lo invitò ad assumere il prestigioso incarico. Il sostegno a João Franco facilitò la sua nomina. Couceiro accettò il 24 maggio 1907, diventando governatore coloniale [[ad interim]]. I suoi obiettivi erano chiari: occupare, esplorare e presidiare il territorio fino ai confini più remoti per garantire la sicurezza e prevenire interferenze esterne; promuovere lo sviluppo economico della colonia, creando comunicazioni rapide e a basso costo per stabilizzare i coloni portoghesi, offrire lavoro alla popolazione indigena e ridurre il peso del protezionismo e dei monopoli urbani; infine, permettere al governo locale di risolvere autonomamente le questioni interne, senza l’ingerenza del governo di Lisbona. Sebbene si trattasse di un compito arduo, il suo mandato fu segnato da progressi significativi — come riconobbe il successivo governatore José Norton de Matos e lo storico René Pélissier<ref>Pélissier, René (1986). ''História das campanhas de Angola : resistência e revoltas, 1845–1941''. Vol. 2. Lisbon: Editorial Estampa.</ref>. Couceiro guidò personalmente campagne militari per pacificare le regioni della tribù Cuamato e del municipio di [[Dembos]].
[[File:Avô Couceiro+principe 8x13.jpg|miniaturamin|Il principe ereditario [[Luigi Filippo di Braganza|Luigi Filippo]] in visita in Angola col governatore Paiva Couceiro (1907)]]
Dopo la caduta del governo di João Franco nel 1908 — conseguenza dell’assassinio di Carlo I e del [[principe ereditario]] [[Luigi Filippo di Braganza|Luigi Filippo]] in [[Praça do Comércio]] — Couceiro mantenne il suo incarico fino al 22 luglio 1909. Le crescenti tensioni tra il suo governo coloniale e quello rigeneratore di Venceslau de Sousa Pereira de Lima lo spinsero infine alle dimissioni. Lasciò Luanda nel giugno 1909, nonostante le proteste dei coloni, che desideravano la sua permanenza. Tornato a Lisbona, ricevette l’incarico di comandare il gruppo di artiglieria a cavallo di [[Queluz (Sintra)|Queluz]]. Mentre la politica portoghese era travolta dagli scandali — in particolare le accuse di frode al [[Crédito Predial Português]] — Couceiro rimase relativamente distante da tali conflitti, concentrato sulle sue aspirazioni di promozione al grado di [[maggiore]].
 
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=== Attacchi a Chaves (1911-1912) ===
[[File:Avô Henrique h.jpg|miniatura|352x352pxmin|Paiva Couceiro in [[Galizia (Spagna)|Galizia]] nel 1912]]
In seguito alle elezioni dell'[[Assemblea costituente]] della [[Prima Repubblica (Portogallo)|Repubblica portoghese]] il 28 maggio 1911, Paiva Couceiro si dimise polemicamente dalla commissione militare, rimettendo l'incarico presso il [[Ministero della guerra (disambigua)|Ministero della Guerra]]. Con gesto solenne, depose la sua spada e dichiarò:
 
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=== La Monarchia del Nord (1919) ===
[[File:A Bandeira Monarquica no Porto.png|miniatura|La bandiera monarchica issata a [[Porto]] il 18 gennaio 1919]]
Nel 1915, tornato in Portogallo dopo il suo primo esilio, Paiva Couceiro fu invitato dal governo repubblicano, rappresentato da Araújo de Sá, Oliveira Jericote e un altro emissario, ad assumere di nuovo il ruolo di governatore dell’Angola. I rappresentanti si recarono presso la sua residenza a [[Oeiras (Portogallo)|Oeiras]]. Couceiro rifiutò di servire la Repubblica e si stabilì di nuovo in Spagna, dove iniziò a preparare un nuovo tentativo di restaurazione monarchica: il movimento che sarebbe passato alla storia come ''[[Monarchia del Nord|Monarquia do Norte]]''.
 
Dalla metà del decennio la situazione politica portoghese era diventata confusa e instabile. Nel dicembre 1918, il primo ministro [[João Tamagnini Barbosa]] aveva assunto il controllo del governo e nominato [[João do Canto e Castro]] come [[presidente della Repubblica]], colmando il vuoto istituzionale lasciato dall’assassinio di [[Sidónio Pais]]. I sidonisti, sostenitori del presidente assassinato, formarono una giunta militare provvisoria fuori Lisbona, in opposizione al presidente Canto e Castro. Allo stesso modo, nel Nord del paese, i sidonisti formarono una giunta militare opposta, che proclamò di controllare la regione. Approfittando del caos istituzionale, Paiva Couceiro si recò nel Nord, dove valutò che il contesto fosse favorevole alla restaurazione e incontrò il comando monarchico. La Giunta centrale dell’[[Integralismo Lusitano]] si riunì il 17 gennaio 1919, e António Maria de Sousa Sardinha e Luís Carlos de Lima e Almeida Braga decisero di procedere con il piano di Couceiro di occupare [[Porto (Portogallo)|Porto]], la seconda città più grande città del paese, con l’intento di strapparla al governo centraledi Lisbona e favorire un consenso unanime alla restaurazione monarchica. Paiva Couceiro entrò a Porto senza alcuna resistenza da parte dei militari locali o dei cittadini nella mattina del 18 gennaio 1919. Fu solo il giorno seguente — dopo una parata militare — che si tenne la cerimonia ufficiale con l’innalzamento della bandiera reale blu e bianca, proclamando la [[Monarchia del Nord]]. Dopo il ripristino del [[Regno del Portogallo]], la bandiera monarchica fu issata negli edifici governativi di tutto il Nord, da [[Viana do Castelo]] fino alla storica città contesa di Chaves. Paiva Couceiro diventò presidente della "Giunta governativa del Regno". Durante la sua breve attività, fu ristabilita la [[Costituzione del Portogallo del 1826|Carta costituzionale del 1826]] come compromesso con i [[Liberal-conservatorismo|liberali conservatori]], poiché la priorità era abolire tutta la legislazione repubblicana emanata dal 5 ottobre 1910, ripristinare la bandiera e l’inno monarchici e legiferare contro i repubblicani. Tuttavia, l’obiettivo principale era il ritorno a una Monarchia "integrale e tradizionale", fondata su una filosofia politica [[Feudalesimo|feudale]], sulla [[Dottrina sociale della Chiesa cattolica|dottrina sociale cattolica]] e sulla [[Corporativismo|rappresentanza corporativa]]<ref>FERREIRA COIMBRA, ARTUR (2000). "''PAIVA COUCEIRO E A CONTRA-REVOLUÇÃO MONÁRQUICA (1910-1919)"'' (PDF). repositorium.sdum.uminho.pt.</ref>.
[[File:Avô Couceiro+zinho 8x16.jpg|miniaturamin|Paiva Couceiro negli anni '30 nella sua casa a [[Oeiras (Portogallo)|Oeiras]]]]
il 21 gennaio 1919 il governo di Tamagnini Barbosa chiamò la popolazione alle armi contro la Monarchia del Nord. Il giorno dopo un gruppo di militari e cittadini monarchici, guidati da Aires de Ornelas e Álvaro de Mendonça, si radunò sulla ''serra'' del [[Parco forestale di Monsanto|Monsanto]], vicino alla capitale e lì fecero una proclamazione a favore della monarchia, issando la bandiera bicolore blu e bianca. Una milizia cittadina repubblicana si radunò nel [[Parco Edoardo VII]] di Lisbona e, insieme a membri della [[Guardia nazionale repubblicana (Portogallo)|Guardia nazionale repubblicana]], la [[Guarda Fiscal]], militari e marinai, marciò verso Monsanto. La mattina del 23 gennaio 1919, le due forze si incontrarono e le truppe repubblicane assediarono i ribelli monarchici. Un attacco repubblicano nel pomeriggio successivo portò alla sconfitta delle forze monarchiche. Il 13 febbraio 1919, una rivolta a Porto da parte di civili e membri della Guardia nazionale repubblicana segnò la fine formale della Monarchia del Nord e della breve guerra civile<ref>Rosas, Fernando (2007). ''Lisboa revolucionária: 1908-1975''. Lisboa: Tinta da China Edições.</ref>.
 
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=== Il conflitto con Salazar e gli ultimi anni ===
Con l'avvento al governo di [[António de Oliveira Salazar]] e l'instauazioneinstaurazione dell'[[Estado Novo (Portogallo)|Estado Novo]], il 16 settembre 1935 fu nuovamente esiliato per sei mesi, dopo aver criticato pubblicamente la politica coloniale del nuovo regime<ref>Maria Filomena Mónica (coordenadora), ''Dicionário Biográfico Parlamentar (1834-1910)'', volume I, pp. 898-899. Lisboa: Assembleia da República, 2004</ref>, ma tornò a Lisbona il 13 gennaio 1937<ref>{{Cita web|url=http://www.angelfire.com/pq/unica/ultramar_1937_paiva_couceiro_ultramar.htm|titolo=1937 - Paiva Couceiro, Carta a Oliveira Salazar|sito=www.angelfire.com|accesso=2025-10-26|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100831154621/http://www.angelfire.com/pq/unica/ultramar_1937_paiva_couceiro_ultramar.htm|dataarchivio=2010-08-31}}</ref>. Nello stesso anno, dopo aver ancora attaccato violentemente la politica coloniale di Salazar, in una famosa lettera del 31 ottobre 1937 indirizzata al [[Presidente del consiglio dei ministri|presidente del Consiglio]], fu arrestato dalla [[PIDE|PVDE]] e condannato di nuovo a due anni di esilio. Nonostante i suoi 76 anni, fu inviato in una colonia penale a [[Granadilla de Abona]], alle [[isole Canarie]]. Nel 1939, Salazar gli permise definitivamente di rientrare in Portogallo. Nonostante la sua età avanzata e il prestigio militare in epoca monarchica, Salazar non lo riabilitò mai pubblicamente<ref name=":1" />.
 
Secondo fonti storiche, Paiva Couceiro considerava Salazar un usurpatore della causa monarchica e vedeva nel suo regime una "falsa" restaurazione dell’ordine, priva della legittimità dinastica e troppo legata al [[clericalismo]] e alla burocrazia. Lo storico Manuel R. Cordeiro lo ha definito esplicitamente come "un monarchico convinto, anti-repubblicano e anti-salazarista". Salazar era un cattolico conservatore, ma non monarchico, credeva in un regime repubblicano disciplinato sotto il controllo della Chiesa e dell’esercito<ref name=":1">https://www.avozdetrasosmontes.pt/paiva-couceiro-um-monarquico-convicto-anti-republicano-e-anti-salazarista/</ref> e non poteva ammettere una figura come un monarca con una legittimità storica superiore alla sua.
 
Negli ultimi anni, Couceiro si dedicò alla scrittura, pubblicando un’ampia opera incentrata sulle questioni coloniali e sul risorgimento nazionale, con un’impronta nazionalista che lo avvicinava all’integralismo lusitano. Collaborò con diverse pubblicazioni, tra cui: ''O Correio: Semanário Monárquico'' (1912–1913)<ref>https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/FichasHistoricas/OCorreio.pdf</ref>, ''Acção Realista'' (1924–1926)<ref>{{Cita web|url=https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/Periodicos/AccaoRealista/Accaorealista.htm|titolo=Acção realista [1924-1926]|sito=hemerotecadigital.cm-lisboa.pt|accesso=2025-10-26}}</ref> e ''Portugal Colonial'' (1931–1937)<ref>https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/FichasHistoricas/PortugalColonial.pdf</ref>.
 
Morì l'11 febbraio 1944 a Lisbona all'età di 82 anni.